Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio L’organizzazione sociale dello spazio Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 1 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Obiettivo del capitolo • Dopo aver considerato in generale il problema, l’attenzione sarà posta sulle città, la loro evoluzione storica, i problemi del loro governo. • Studieremo poi le condizioni di vita in ambiente urbano e le città come fenomeno culturale. • Infine mostreremo come le società locali sono sfidate e ridefinite dai processi di globalizzazione. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 2 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • • • • • La società è organizzata nello spazio Paradosso del bioparco Disattenzione civile Prossemica Interazione diretta Interazione indiretta 3 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La società è organizzata nello spazio • Paradosso del bioparco: Non allontanarsi dai sentieri, se si vogliono osservare da vicino gli animali: essi hanno marcato il proprio territorio, escludendo i sentieri e non si spaventano se i visitatori li percorrono; scappano se, invece, invadono il loro territorio.--- disattenzione civile Anche fra gli uomini esistono modi uniformi e tipici di porsi a distanza gli uni dagli altri Mantenimento di una certa estraneità, nonostante l’eccessiva vicinanza. 4 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Ma, con la crescita della società e il processo di modernizzazione, due importanti cambiamenti sono avvenuti nella dimensione spazio-temporale dei rapporti sociali: il processo di disembedding (tardo-modernità) -1 L’interazione diretta -2 l’accresciuta mobilità (sociale orizzontale) nello spazio -3 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 5 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Le ere in Sociologia • Tradizionale – Primario – Fatalismo (accettazione passiva del corso degli eventi) – Reciprocità – indifferenziazione • Post-bellico – Dipendenza tra sistema e sottosistemi – Crisi economica Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 6 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • Industriale o Moderno – – – – Taylorismo-Fordismo Secondario Divisione del lavoro, differenziazione e specializzazione Individualismo, anonimato • Post-Industriale o Post-Moderno – – – – – – Post-Fordismo Consumismo Media elettronici Conoscenza Terziario e Terziario avanzato o quaternario Telematica Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 7 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • Tardo-modernità o modernità radicale, • i m p e r n i a t a s u l c o n c e t t o d i d i s e m b e d d i n g (disaggregazione); ovvero una fase in cui i rapporti sociali sono tirati fuori da contesti locali di interazione e ristrutturati su archi di spazio-tempo indefiniti Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 8 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 1 – Disembedding Antony Giddens importanza dell’ i rapporti nella società moderna sono “tirati fuori” da contesti locali di interazione e riallacciati su archi di spazio-tempo lontani e indefiniti le persone perdono capacità di controllo diretto sulle condizioni delle proprie azioni le decisioni che possono cambiare radicalmente la vita delle persone sono sempre più prese all’esterno del loro contesto quotidiano e diretto di interazione. 9 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • Disembedding il prodursi, nelle nostre società, di relazioni sociali sempre più slegate dai contesti prossimi e azioni sempre più condizionate da fattori incontrollabili e sconosciuti (Giddens e Baumann) 10 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Niklas Luhmann paradosso della società: la società è fatta di interazioni dirette (2) fra persone, ma la società che è cresciuta non è più accessibile alle persone per mezzo dell’interazione diretta; gli elementi primari di un qualsiasi sistema sociale non sono gli agenti principali (uomini), bensì gli effetti della comunicazione, ovvero comunicazioni che producono altra comunicazione. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 11 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Ma, accanto a tendenze di dis-embedding, se ne attivano, per reazione, altre di re-embedding. • sviluppo locale sostenibile, in quanto opportunità di re-embedding, ovvero di ricostruzione di legami sociali e culturali e azioni ricollegate (anche) al contesto locale; azioni orientate alla riappropriazione e ridefinizione di relazioni sociali.. Vedi globalizzazione e regionalizzazione Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 12 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 3 - Mobilità nello spazio le persone si spostano, per lavoro, studio, acquisti, frequentemente da un luogo a un altro, da una città a un’altra nella società moderna si registra un’accresciuta mobilità nello spazio (orizzontale), ma anche con riferimento alla velocità s c e l t e e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e a t t r e z z a n o concretamente vie e mezzi di comunicazione (infrastrutture) internet e la rete possono essere visti come metafore di questo cambiamento: fili e nodi (ispessimento dei tessuti di relazione in punti particolari dello spazio) De-localizzazione (la localizzazione è indifferente) 13 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 14 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La localizzazione diventa indifferente: new economy. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 15 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La società locale L’interazione sociale definisce nello spazio delle unità sociali riconoscibili, di diversa ampiezza. Noi chiamiamo queste unità: • quartiere, • città, • metropoli, • Regione, ecc. o, in generale, società locali. In esse l’interazione sociale, può essere relativamente debole e povera di contenuti, oppure frequente e ricca. Le società locali non ripetono, a dimensioni diverse, un’identica struttura sociale: differenze tra paese e metropoli. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 16 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La società locale non è separata dal resto della società: ciò significa che i caratteri e i processi generali relativi alla società contemporanea, o tipici di una società nazionale, influenzano anche direttamente l’interazione, che si orienta a un contesto locale, e si mescolano con le tipicità economiche, culturali, politiche del contesto locale; per tale ragione è difficile definire in modo univoco i confini di una unità sociale locale. A causa, infatti, del disembedding le società locali appaiono più aperte e permeabili. Un modo pratico per tenerne conto è Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 17 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Le società locali tendono a strutturarsi in riferimento a due assi, ossia i diversi aspetti culturali, politici, economici della società locale devono essere visti in relazione fra loro: asse orizzontale = i diversi aspetti culturali, politici, economici devono essere visti in relazione tra loro; asse verticale = diretta connessione con la cultura, la politica e l’economia nazionali. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 18 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Un’ulteriore conseguenze del processo di disembedding è: impossibilità di definire in modo univoco i CONFINI DI UNA UNITA’ SOCIALE LOCALE, anche se esistono confini amministrativi (comune, provincie, comunità montane, regione, ecc.). Esempio: definire i confini dell’economia di una cittàmetropolitana. Esempio: due regioni limitrofe o viciniore possono essere separate da un confine di stato, pur essendo a cultura ed economia simile o identica. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 19 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Comunità locale = tipo di collettività i cui membri condividono un’area territoriale come base di operazioni per le attività giornaliere (Talcott Parsons, 1951). Il concetto di comunità è stato introdotto da Ferdinand Tonnies, il quale usava la coppia di concetti comunitàsocietà per indicare due tipi polari di relazioni, fondamento a loro volta di due modelli sociali complessivi con i quali spiegava la svolta verso il mondo moderno. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 20 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Ferdinand Tönnies (1855 –1936) …è stato un sociologo tedesco. Professore presso l'Università di Kiel, destituito nel 1934 per la sua opposizione al nazional-socialismo, è stato uno dei fondatori e primo presidente della Società tedesca di sociologia (1909). Nell'opera Comunità e società (Gemeinschaft und Gesellschaft, 1887) individua due forme diverse di organizzazione sociale: 1. la comunità (Gemeinschaft) 2. la società (Gesellschaft). Mentre la forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza e sulla partecipazione spontanea, predomina in epoca pre-industriale, la forma societaria, basata sulla razionalità e sullo scambio, domina nella moderna società industriale. Tönnies vede questi due tipi(Normaltypen) di organizzazione sociale come contrapposti. 21 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La comunità è organica, fondata su rapporti di intimità, riconoscenza, condivisione e in cui gli individui si sentono uniti gli uni agli altri. La società è meccanica, fondata sui rapporto di scambio e l’interesse personale che mettono in relazione non gli individui nella loro totalità, ma soltanto le loro prestazioni. Oggi siamo consapevoli del fatto che questa distinzione non è assoluta nel senso che le relazioni nella comunità locale possono essere di tipo “comunitario”, ma possono essere anche di tipo “societario”. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 22 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Le relazioni di vicinato Le relazioni di vicinato si stabiliscono secondo regole che al tempo stesso devono garantire l’interazione e la distanza (ossimoro), la comunicazione e la riservatezza (paradosso). Si tratta di regole in genere non scritte. Le ricerche hanno mostrato che esistono forme tradizionali e forme moderne di vicinato: in contesti stabili, isolati, omogenei, economicamente incerti, tendono a manifestarsi rapporti intensi e solidaristici, mentre se esistono forme di assistenza pubblica a basso costo e maggiori possibilità di movimento le relazioni sociali si stabiliscono in ambiti più dispersi. I grandi condomini sono oggi i principali contesti di vicinato. Aumentando la distanza delle residenze, gradatamente il rapporto di vicinato si trasforma in rapporti di quartiere (più superficiali), fino alla relazione di traffico, dove la relazione è del tutto anonima (Goffman, interazione non focalizzata). Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 23 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Le relazioni di vicinato Catena migratoria: attraverso i rapporti di quartiere si producono quartieri etnici nelle città e metropoli. Villaggi urbani: quartieri eterogenei. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 24 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Studi di comunità nel Mezzogiorno Edward Banfield (1958) familismo amorale: tratto culturale secondo il quale gli abitanti della comunità (agricole arretrate) cercano soltanto di massimizzare i vantaggi materiali e immediati del nucleo familiare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo nessun investimento di risorse ed energie in beni collettivi e nessun tipo di azione organizzata a tal fine di fronte agli evidenti problemi sociali nessuno si dava da fare per cambiare le cose Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 25 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Università della Calabria studio comparato su tre comunità della Calabria: - comunità di contadini e affittuari (più elastica e capace di adattamento) autoconsumo rapporti di reciprocità fra le famiglie capacità di adattamento emigrazione - comunità a economia agricola di piccola e media impresa (più instabile) rapporti di mercato si mescolano a rapporti tradizionali di produzione e scambio altamente instabile, perché soggetta a variazioni stagionali e di accesso ai mercati infiltrazione della mafia che assume funzioni di regolazione sociale - latifondo a grande conduzione con salariati (più rigida) i possidenti controllano la società locale e il mercato del lavoro impedendo l’organizzazione dei braccianti con la violenza rigidità fallimento 26 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Che cos’è una città? Wirth la città è un insediamento relativamente (o grosso modo) vasto, denso e duraturo di persone socialmente eterogenee. Le variabili considerate sono: dimensione, eterogeneità, densità. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 27 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio DIMENSIONE Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE residenza: luogo in cui la persona ha la dimora abituale dimora/domicilio: sede di affari e interessi popolazione: indica indifferentemente l'insieme degli individui che abitano uno stesso territorio popolo: termine giuridico che indica l'insieme delle persone fisiche che sono in rapporto di cittadinanza con uno stato. 28 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio ETEROGENEITA’ immigrazione divisione del lavoro Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 29 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Weber non si può decidere quando un luogo possa diventare città, in considerazione alla dimensione la città è una completa società locale che arriva a essere perfettamente strutturata solo quando si dà da se stessa i suoi ordinamenti, senza dipendere da poteri politici superiori. AUTOCEFALA Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 30 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Nel nuovo millennio le cose sono invece diventate più complicate. La conurbazione, cioè il territorio edificato con continuità, e i bacini di pendolarismo si estendono oltre i confini amministrativi delle vecchie città, senza che l’area metropolitana, la vera città della nuova epoca, abbia necessariamente un’identità amministrativa. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 31 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • U n a c o n u r b a z i o n e è u n ' a r e a u r b a n a comprendente alcune città che, attraverso la crescita della popolazione e l'espansione urbana, si sono saldate tra di loro e hanno formato un' area edificata. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 32 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio L'arco etneo vasto territorio metropolitano interregionale nato dalla progressiva saldatura delle armature urbane consolidate delle città di Reggio Calabria sul versante costiero calabrese e di Messina, Catania, Siracusa su quello siciliano. Questo complesso sistema territoriale urbano con sviluppo lineare lungo la costa, avente come perno metropolitano principale la città di Catania, si dispiega lungo due fronti marini. L'area ha una popolazione di oltre due milioni e quattrocentomila abitanti ed una vasta estensione territoriale di circa 3500 km² con una alta densità abitativa. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 33 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • La conurbazione è dunque una forma policentrica di area urbana differente dall'agglomerazione che, invece, nasce su un forte nucleo centrale formato da una città più grande delle altre, che nella sua espansione va ad inglobare centri minori. • La conurbazione, al contrario, si forma dall'espansione di diversi nuclei più o meno della stessa importanza che vanno a fondersi. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 34 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • Attorno ad una conurbazione può organizzarsi un'area metropolitana. • D i v e n t a m o l t o c o m p l i c a t o p e r l e conurbazioni trovare una forma amministrativa in cui migrare. • Infatti per le agglomerazioni si ha un centro ben definito e chiaro su cui è facile costruire un'area metropolitana, mentre per zone particolari come la Ruhr, ad esempio, diventa complicato individuare un centro. 35 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Le città non sono egualmente distribuite: alcune zone o paesi hanno un tessuto di città più fitto di altre e la popolazione può essere più o meno concentrata in una capitale. La concentrazione della popolazione si accompagna alla concentrazione dei poteri amministrativi e delle funzioni economiche che stabiliscono gerarchie: - modello parigino o primate city città molto grande che domina un’area vasta e poco urbanizzata - modello renano tessuto diffuso di città, vale a dire da una trama di città meno ineguali Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 36 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Il governo locale Una città, in quanto società locale, è anche un: luogo (1) specifico dell’attività di governo (diverso da altre città) soggetto (2) dell’attività politica oggetto (3) dell’attività di governo urbano Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 37 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La città come luogo (1) specifico dell’attività di governo la città è una società con suoi caratteri e problemi, diversi da quelli di ogni altra città, che combinano in modo particolare tendenze e tratti generali della società complessiva Per tale ragione necessita di un governo locale = interventi specifici per l’organizzazione di una società locale principio di sussidiarietà = il governo superiore dovrebbe poter intervenire se, e soltanto se, è in grado di risolvere meglio e in modo più efficace problemi di interesse generale Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 38 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La città come soggetto (2) dell’attività politica Il comune è, nel nostro ordinamento, l’unità politico-amministrativa di base Il comune è l’istituzione della città in quanto soggetto politico Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 39 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La città come oggetto (3) dell’attività di governo urbano Molti problemi sociali, i quali hanno radici nella struttura e nel funzionamento della società complessiva, finiscono poi per presentarsi oggi come problemi urbani: • povertà, • carenza di abitazioni, • sicurezza, • degrado ambientale. Il governo urbano agisce per garantire sicurezza, infrastrutture, servizi per i cittadini e, più in generale, per favorire lo sviluppo della società locale. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 40 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio La vita urbana Simmel: urbanizzazione come parte del processo di modernizzazione La città moderna, la metropoli, porta ad una vita alienata. Nell'individuo metropolitano le sfere della famiglia e del vicinato, tipiche della comunità, perdono il loro peso, per essere sostituite dalla sfera dei mille contatti superficiali. L'individuo metropolitano vive una vita nervosa, perché un susseguirsi frenetico di immagini colpiscono il suo sistema nervoso, causando una diminuzione della capacità di reazione agli stimoli (uomo blasé). Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 41 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Simmel realizzò agli inizi del 900 il profilo dell’uomo che vive in una città grande. Egli studia il passaggio dal piccolo gruppo al grande gruppo (il quale, raggiunta una certa dimensione, deve sviluppare forme e organi), in cui l'individuo diventa sempre più solo, analizzando gruppi di elementi (diade, triade, ecc.). La divisione del lavoro porta alla frammentazione della vita sociale, le cerchie sociali da concentriche diventano tangenziali e incoraggia l'individualismo e l'egoismo. Il denaro è la fonte e l'espressione della razionalità e dell'intellettualismo metropolitano ed è qualcosa di assolutamente impersonale, è un livellatore, riduce qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 42 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE La vita urbana Simmel: urbanizzazione come parte del processo di modernizzazione Uomo della metropoli : intensificazione della vita nervosa dovuta all’eccesso di stimoli razionalizzazione delle reazioni individuali favorite dall’uso del denaro (che riduce differenze qualitative a differenze quantitative) e dell’orologio (che coordina le azioni e relazioni sociali) relativa dissociazione dagli altri come condizione che rende possibile la vita di relazione in città relazioni più superficiali, ma anche maggiore libertà dell’individuo di decidere ciò che vuole essere 43 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Wirth Nella città, in relazione alla divisione del lavoro, alla residenza, alla razza e così via, si appartiene a molti gruppi diversi: venendo a contatto con persone diverse nei vari gruppi, la comunicazione viene limitata a cose che si pensa siano di interesse generale -> cultura media livellatrice delle differenze culturali difficoltà di rapporti veramente personali, sostituiti da rapporti fra ruoli specializzati -> tendenza all’associazionismo, quale compensazione crescita della devianza Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 44 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Hannerz La città è il luogo dove è possibile trovare una cosa, mentre se ne sta cercando un’altra (nella città ci si può perdere) Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 45 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Globalizzazione Daniel Bell (1972): “Lo stato nazionale è diventato troppo piccolo per le grandi cose e troppo grande per le piccole”. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 46 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Globalizzazione Con il termine globalizzazione si intende che le relazioni sociali sono sempre più spesso stabilite a grande distanza e che la società è ormai ‘stirata’ su tutto il mondo. (Giddens) Il principale organizzatore della società nello spazio, lo stato nazionale, era stato capace di tenere ‘in squadra’, vale a dire allineati su un dato territorio, un’economia, una cultura e un sistema politico-amministrativo. Le società contemporanee hanno invece problemi di integrazione con riferimento alla loro organizzazione spaziale. All’origine di tutto ciò stanno anche le implicazioni spaziali della NEW ECONOMY ORGANIZZATA SU SCALA PLANETARIA Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 47 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Con riferimento all’economia si individuano tre processi principali, non nuovi, ma tutti in accelerazione negli ultimi anni: • l’internazionalizzazione dei mercati dei prodotti, beni e servizi • l’internazionalizzazione dei mercati finanziari • lo sviluppo di imprese multinazionali Questi cambiamenti hanno avuto come condizione importante lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione, la crescita della new economy e le pressioni degli interessi economici sulle istituzioni politiche per l’abbattimento dei vincoli di regolazione del mercato. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 48 Prof. Sergio Severino Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Bagnasco, Università degli Studi di Enna - KORE Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio L’azione politica degli stati nazionali è messa in difficoltà perché essi perdono la possibilità di influire in modo autonomo sugli effetti a lungo termine dell’economia, di operare redistribuzioni, di sviluppare politiche di riequilibrio e così via. ergo Pur se in ritardo e in maniera limitata, è in atto una globalizzazione politica, che corrisponde a un numero crescente di istituzioni transnazionali, che legano per materie più o meno limitate insiemi diversi di paesi. Per intendere la portata del processo di globalizzazione è opportuno considerare che sta cambiando la logica stessa del rapporto dei fenomeni sociali nello spazio: lo spazio dei luoghi, vale a dire le relazioni stabilizzate e ravvicinate, entra in concorrenza con lo spazio delle reti, vale a dire di relazioni a distanza e mutevoli. 49 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Globalizzazione/regionalizzazione Ma gli scompensi e i rischi che derivano da un’economia libera da legami sulla scena planetaria non sono ancora compensati da efficaci istituzioni sovranazionali, dotate di sufficiente potere politico. Ne deriva, in termini generali, che piuttosto che a iniziative e intraprese globali, il nuovo termine globalizzazione si riferisce principalmente a effetti globali, che non sono né voluti, né anticipati. (Bauman) Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 50 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio L’idea di un processo non controllato, trainato dai meccanismi automatici dell’economia di mercato, suggerisce l’immagine delle conseguenze sulle persone, sui loro modi di vita e di pensare. Flessibilità, capacità, di assumersi rischi, autonomia d’azione sono le parole d’ordine della nuova economia. Quella globalizzata è una società del rischio e dell’incertezza, con una possibile radicalizzazione della tendenza alla individualizzazione, tipica della modernità fin dalle sue origini. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 51 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Apparente paradosso: Il processo di globalizzazione è accompagnato da un processo parallelo di regionalizzazione. La globalizzazione dell’economia va di pari passo con la persistenza di quelle vecchie e la formazione di nuove aree economiche regionali: lo sviluppo tende a concentrarsi in certe zone piuttosto che in altre Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 52 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Veltz: le imprese (e le persone) una volta erano ‘radicate’ nelle economie e nelle società locali, ora sono ‘ancorate’ a queste: hanno vantaggi ad essere collegate ad una rete di relazioni economiche e sociali locali, ma sono comunque meno dipendenti dalle risorse del contesto locale e possono con più facilità salpare l’ancora per spostarsi altrove. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 53 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio I dilemmi culturali della globalizzazione I processi di regionalizzazione non riguardano solo l’economia. Il processo di disembedding provoca un senso di insicurezza (Giddens) e apre la strada alla formazione di nuove subculture, la rivitalizzazione di identità tradizionali e locali e di grandi aggregazioni culturali storiche. L’identità nazionale può apparire un contenitore culturale troppo grande e generico… “STATO TROPPO GRANDE PER LE PICCOLE COSE” (Bell) Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 54 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Ma, accanto alla valorizzazione di culture identitarie localistiche e al rischio di grandi fratture fondamentaliste, vi sono anche spinte in direzione contraria, che delineano un processo di ‘globalizzazione culturale’, ovvero della costituzione di una cultura globale intesa come interconnessione di differenti culture locali o come lo sviluppo di culture non ancorate a un territorio. Prof. Sergio Severino 55 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Tuttavia non bisogna confondere la globalizzazione dei flussi e delle reti culturali con la formazione di un unico sistema di valori e di norme, di significati e di identità. Questa continua elaborazione di nuova cultura, date le crescenti possibilità di contatti tra culture diverse, potrà assumere la forma di ibridi culturali, una sorta di creolizzazione della cultura. In questo quadro può essere possibile una pacifica convivenza di culture diverse e l’avvio di confronti riflessivi tra differenti valori e credenze. Possiamo pensare a forme di globalizzazione della cultura, qualora vi fosse un confronto razionale su credenze e valori tale da far acquistare loro una validità verificata intersoggettivamente (Boudon). Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 56 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Il termine "creolizzazione" deriva da concetti assimilabili come "meticcio”,"ibrido”,"mulatto”, "sincretismo”. Tutto questo costituisce l'"ante litteram”della globalizzazione, e ne spiega le lontane radici, della cui evoluzione non è però facile poter prevedere le conclusioni. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 57 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Teoria ecologica e della disgregazione sociale • Approccio organico alla vita delle comunità intrapreso da Robert Park: partendo dall’assunto che la città fosse simile ad un corpo con differenti organi, giunse alla concezione della città come un insieme di cerchi concentrici distinti, che si irradiavano dal quartiere centrale degli affari. • Più ci si allontanava dal centro di queste zone concentriche, minori erano i problemi sociali riscontrati. • L’idea di fondo era che la crescita delle città, nonché la dislocazione di aree e problemi sociali diversi, non avvengono a caso, ma obbediscono, invece, ad un modello a zone concentriche (Burgess) 58 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 59 Severino Prof. Sergio Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 60 Severino Prof. Sergio Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio 61 Prof. Sergio Severino Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • Vi sono usi dominanti del territorio all’interno di ogni zona. • Quando gli usi caratteristici di una zona interna sconfinano in una adiacente zona esterna si verifica un’invasione, e quel territorio diviene meno desiderabile. • Col passare del tempo gli invasori del territorio sostituiscono quelli esistenti, finendo per produrre un nuovo ambiente fisico e sociale: in questo modo la zona interna cresce fino ad includere quella adiacente, finendo per provocare un effetto a catena in tutte le altre aree della città. 62 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • La prima zona è quella del quartiere centrale degli affari, con pochi residenti, ma numerose fabbriche e uffici. • Quella ad essa adiacente viene definita come zona di transizione, poiché gli edifici amministrativi e destinati alla produzione sconfinavano al suo interno. Non è una zona appetibile per risiedervi, tuttavia il suo degrado la rendeva l’area abitativa più economica della città. • Zona dei lavoratori: quando era possibile trasferirsi si sostava nella terza zona. • Il loro posto, nell’area di transizione, veniva preso dalla successiva ondata migratoria. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 63 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio • L e o s s e r v a z i o n i c o m p i u t e d a i r i c e r c a t o r i descrivevano la città come un luogo dove la vita sociale è superficiale, le persone sono anonime, le relazioni transitorie e i legami parentali e amicali deboli. • La Scuola di Chicago lesse l’indebolimento delle relazioni sociali primarie come un processo di DISGREGAZIONE SOCIALE. • Nella concezione di Shaw e McKay le relazioni primarie vengono viste in modo simile a quelle di un villaggio. • Un altro contributo degli stessi concerne la spiegazione del processo attraverso il quale la disgregazione influenza i giovani e li conduce alla delinquenza. 64 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio I NONLUOGHI COME FENOMENO SPAZIALE E CULTURALE DELLA POSTMODERNITÀ Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 65 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Marc Augè: “la surmodernità” è definita come modernità portata all’eccesso dovuto alla trasformazione accelerata di tre elementi. TEMPO SPAZIO INDIVIDUO • Tempo ≠ principio di intelligibilità. • Restringimento del pianeta (esplorazione e globalizzazione). • Sovrabbondanza spaziale (aumento riferimenti immaginifici). • Produzione di nonluoghi. • Produzione individuale di senso. • Eccesso di eventi. • Accelerazione della storia. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 66 • Percezione della storia. • Problema del senso del presente. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Dal luogo al nonluogo Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 67 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio Luogo antropologico vs non luogo • • Luogo come principio di • senso per coloro che l’abitano. centri commerciali, strutture per Luogo come principio di il tempo libero. intelligibilità per coloro che • l’osservano. • Aeroporti, stazioni ferroviarie, Identitario (indentità individuale di beni e persone. • e collettiva). • Relazionale (comunità/gruppo). • Storico (memoria). Non identitario (identità individuale assente). • Non relazionale (incrocio di traiettorie). • 68 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Spazi creati per la circolazione Storia assente.