Chiesa di Sant`Alessandro

annuncio pubblicitario
Comune di Milano
Settore Politiche del Turismo
e Marketing territoriale
via Dogana, 2
20121 Milano
Direttore
Massimiliano Taveggia
Servizio Sviluppo e Monitoraggio
del Turismo
Sergio Daneluzzi
Touring Club Italiano
Corso Italia, 10
20122 Milano
Direzione Centro Studi
Maria-Chiara Minciaroni
Matteo Montebelli
Massimiliano Vavassori
Jacopo Zurlo
Servizio Digital e Web Marketing
Patrizia Bertocchi
www.turismo.milano.it
Progetto grafico
Alessandro Gandini, Milka Gandini
Gandini&Rendina grafica e pubblicità srl
Impaginazione e digitalizzazione
Gandini&Rendina grafica e pubblicità srl
Icone e mappe
Gandini&Rendina grafica e pubblicità srl
Copertina
Comune di Milano
Crediti fotografici
Arcidiocesi di Milano; Mauro Colella;
Comune di Milano (Galleria d’Arte Moderna,
Biblioteca Comunale Centrale “Palazzo
Sormani”); R. Longoni; Giorgio Majno;
Franco Mascolo; Museo Poldi Pezzoli;
Navigli Lombardi s.c.a.r.l.; Andrea Scuratti;
Václav Šedý; Veneranda Biblioteca Ambrosiana;
VRWAY Communication - Giuseppe Pennisi
LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
CONTENUTI
100 LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
Biblioteche
Parchi e giardini
Complessi storici
Piazze
Edifici religiosi
Porte
Impianti sportivi
Punti panoramici
Monumenti dell’antichità
Spazi espositivi
Musei
Teatri e Auditorium
Navigli
Ville
Palazzi
Luoghi di particolare interesse
segnalati dal Touring Club Italiano
www.touringclub.it
CONTENUTI
100 LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
Biblioteche
Edifici religiosi
Palazzo dell’Ambrosiana - Biblioteca e Pinacoteca
Duomo di Milano
Ca’ Granda Università degli Studi di Milano
Chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto
(Palazzo della Veneranda Fabbrica)
Palazzo Moriggia Museo del Risorgimento
Castello Sforzesco
Palazzo dell’Arte
Museo Civico di Storia Naturale
Conservatorio di Musica “G. Verdi”
Palazzo Sormani-Andreani
Università Cattolica del Sacro Cuore
Villa Litta Modignani
Palazzo Lombardia
Palazzo di Brera – Pinacoteca
Palazzo del Senato
Parco Sempione
Chiesa di Sant’Alessandro (Piazza Sant’Alessandro)
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Basilica di San Nazaro Maggiore
Chiesa del Santo Sepolcro (Piazza San Sepolcro)
Chiesa di Santa Maria Annunciata
(Ca’ Granda Università degli Studi di Milano)
Chiesa di San Giovanni in Conca
Chiesa di San Babila (Piazza San Babila)
Chiesa di San Bernardino alle Ossa
Basilica di San Simpliciano
Chiesa di Santa Maria della Passione
Basilica di Sant’Ambrogio
Complessi storici
Galleria Vittorio Emanuele II
Ca’ Granda Università degli Studi di Milano
Castello Sforzesco
Università Cattolica del Sacro Cuore
Stazione Centrale
Cimitero Monumentale
Chiesa di San Sigismondo
(Cortile della Canonica di Sant’Ambrogio)
Basilica di San Vittore al Corpo
Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore
Complesso di Santa Maria delle Grazie
Basilica di San Lorenzo Maggiore
Basilica di Sant’Eustorgio
Abbazia di Chiaravalle
Certosa di Garegnano
CONTENUTI
100 LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
Impianti sportivi
Musei
Arena Civica
Arengario - Museo del Novecento
Ippodromo di San Siro
Palazzo della Veneranda Fabbrica – Museo del Duomo
Stadio San Siro
Museo Teatrale (Piazza della Scala)
Lido di Milano
Gallerie d’Italia (Palazzo Brentani)
Gallerie d’Italia (Palazzo Anguissola)
Monumenti dell’antichità
Resti del teatro romano (Piazza degli Affari)
Resti del Foro romano (Piazza San Sepolcro)
Basilica di San Vittore al Corpo
Palazzo Imperiale
Basilica di San Lorenzo Maggiore
Colonne di San Lorenzo
Basilica di Sant’Eustorgio
Anfiteatro e Antiquarium “Alda Levi”
Casa di Alessandro Manzoni
Museo Poldi Pezzoli
Palazzo dell’Ambrosiana - Biblioteca e Pinacoteca
Museo Studio Francesco Messina
Palazzo Morando - Costume Moda Immagine
Palazzo Moriggia - Museo del Risorgimento
Castello Sforzesco
Acquario Civico
Triennale Design Museum (Palazzo dell’Arte)
Villa Reale – Galleria d’Arte Moderna
Museo Civico di Storia Naturale
Museo Bagatti Valsecchi
Villa Necchi Campiglio
Planetario “Ulrico Hoepli”
Rotonda della Besana MUBA Museo dei Bambini Milano
Museo della Scienza e della Tecnologia
Museo Archeologico
Cenacolo Vinciano (Complesso di Santa Maria delle Grazie)
Museo Diocesano
Casa-Museo Boschi Di Stefano
Villa Clerici
Palazzo della Permanente
Palazzo di Brera – Pinacoteca
Museo di San Siro (Stadio San Siro)
CONTENUTI
100 LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
Navigli
Parchi e giardini
Naviglio Pavese
Villa Reale – Galleria d’Arte Moderna
Naviglio Grande
Palazzina Liberty
Naviglio Martesana
Villa Litta Modignani
Palazzo di Brera – Pinacoteca
Palazzi
Arengario - Museo del Novecento
Palazzo Reale
Palazzo della Veneranda Fabbrica
Palazzo Marino
Palazzo Brentani
Anfiteatro e Antiquarium “Alda Levi”
Parco Sempione
Giardini di Porta Venezia
Parco delle Basiliche
Giardino della Guastalla
Palazzo Anguissola
Piazze
Palazzo della Ragione
Piazza del Duomo
Palazzo dei Giureconsulti
Piazza della Scala
Palazzo della Borsa (Piazza degli Affari)
Piazza dei Mercanti
Palazzo Trivulzio (Piazza Sant’Alessandro)
Piazza Cordusio
Palazzo Arcivescovile
Piazza degli Affari
Torre Velasca
Piazza Sant’Alessandro
Palazzo Carmagnola - Piccolo Teatro
Piazza San Sepolcro
Palazzo Morando - Costume Moda Immagine
Piazza San Babila
Palazzo Moriggia Museo del Risorgimento
Piazzale Luigi Cadorna
Palazzo dell’Arte
Palazzo Sormani-Andreani
Palazzo Litta
Palazzo delle Stelline
Grattacielo Pirelli
Palazzina Liberty
Università Luigi Bocconi
Casa di riposo per musicisti “Giuseppe Verdi”
Palazzo Lombardia
Palazzo di Brera – Pinacoteca
Palazzo del Senato
Porte
Archi di Porta Nuova
Arco della Pace
Porta Romana
Porta Ticinese Medievale
Porta Garibaldi
Caselli di Porta Venezia
Porta Ticinese
CONTENUTI
100 LUOGHI DA VISITARE IN CITTÀ
Punti panoramici
Teatri e Auditorium
Duomo di Milano
Teatro alla Scala (Piazza della Scala)
Torre Branca
Chiesa del Santo Sepolcro (Piazza San Sepolcro)
Grattacielo Pirelli
Palazzo Carmagnola - Piccolo Teatro
Palazzo Lombardia
Teatro Dal Verme
Basilica di San Simpliciano
Spazi espositivi
Palazzo Reale
Palazzo Brentani
Piccolo Teatro Strehler
Arena Civica
Teatro dell’Arte (Palazzo dell’Arte)
Palazzo Anguissola
Chiesa di Santa Maria della Passione
e Conservatorio di musica “G. Verdi”
Palazzo della Ragione
Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore
Palazzo dei Giureconsulti
Teatro Litta (Palazzo Litta)
Castello Sforzesco
Complesso di Santa Maria delle Grazie
Palazzo dell’Arte
Palazzina Liberty
PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea
TAM - Teatro degli Arcimboldi
Rotonda della Besana MUBA Museo dei Bambini Milano
Palazzo delle Stelline
Villa Clerici
HangarBicocca
Palazzo della Permanente
Palazzo Lombardia
Ville
Villa Reale – Galleria d’Arte Moderna
Villa Necchi Campiglio
Villa Litta Modignani
Villa Clerici
Piazza del Duomo
Duomo
Portici Settentrionali
Galleria Vittorio
Emanuele II
Portici Meridionali
Arengario
Palazzo Reale
Casa Galli e Rosa
Monumento
a Vittorio Emanuele II
Piazza del Duomo
Piazza del Duomo
L’odierno assetto della piazza, luogo centrale e rappresentativo della
città, è il risultato della parziale attuazione del piano di Giuseppe Mengoni,
realizzato a partire dal 1865.
La volontà di creare un grande spazio regolare e simmetrico comportò la
demolizione di importanti edifici storici quali il quattrocentesco Coperto dei
Figini e l’isolato del Rebecchino. Sull’immensa piazza rettangolare, dominata
dalla facciata del Duomo (1), si affacciano gli edifici mengoniani rivestiti
in pietra di Verona: il palazzo dei Portici Settentrionali (2) (1873), in cui
si inserisce la testata ad arco di trionfo della Galleria Vittorio Emanuele
II (3), e quello dei Portici Meridionali (4), concluso dai padiglioni gemelli
dell’Arengario (5) (1937-56) che delimitano l’ingresso alla piazza da sud;
il padiglione di sinistra, collegato a Palazzo Reale (6), ospita il Museo del
Novecento.
Di fronte alla cattedrale sorge la casa Galli e Rosa (7) (1873), più nota
come Palazzo Carminati; su questo lato il Mengoni – morto nel 1877 in seguito a una tragica caduta dalle impalcature della Galleria – aveva previsto
la costruzione di un altro edificio che avrebbe ridotto la profondità della
piazza.
In asse col portale centrale del Duomo è posto il monumento a Vittorio
Emanuele II (8), realizzato dallo scultore Ercole Rosa a partire dal 1878 ma
qui collocato soltanto nel 1896. La grande statua equestre in bronzo ritrae
il re durante la battaglia risorgimentale di San Martino, mentre i rilievi del
basamento raffigurano l’ingresso in città delle truppe franco-piemontesi
nel 1859.
Il sagrato e la pavimentazione della piazza sono opera dell’architetto
Piero Portaluppi (1926-29).
Piazza del Duomo
Duomo
Portici Settentrionali
Galleria Vittorio
Emanuele II
Portici Meridionali
Arengario
Palazzo Reale
Casa Galli e Rosa
Monumento
a Vittorio Emanuele II
Piazza del Duomo
Duomo di Milano
Cattedrale della diocesi ambrosiana e monumento simbolo della città,
la sua costruzione ebbe inizio nel 1386 sull’area dell’antica basilica di Santa
Maria Maggiore, per iniziativa del vescovo Antonio da Saluzzo e del duca
Gian Galeazzo Visconti.
La complessità della struttura architettonica, le eccezionali dimensioni
(158 m di lunghezza, 93 m di larghezza al transetto), la ricchezza dell’apparato scultoreo (oltre 3400 statue, 135 guglie, 52 pilastri polistili con monumentali capitelli), l’impiego dell’esclusivo marmo di Candoglia – proveniente
dalle cave del lago Maggiore tramite il sistema dei navigli – e le prolungate
vicende costruttive ne fanno una delle più significative espressioni della
cultura tardogotica.
La prima parte a essere terminata è quella absidale, con i magnifici
finestroni realizzati agli inizi del XV secolo. Alla fine del Quattrocento gli
ingegneri Amadeo e Dolcebuono portano a compimento il tiburio, poi completato da Francesco Croce con la guglia maggiore (1765-69), coronata
nel 1774 dalla celebre Madonnina in lamina di rame dorato che raggiunge
l’altezza di 108,5 m. La facciata viene realizzata soltanto agli inizi dell’Ottocento per ordine di Napoleone, su progetto di Giuseppe Zanoja e Carlo
Amati, conservando i portali seicenteschi e inquadrandoli in contrafforti
neogotici sormontati da guglie. La pianta è a croce latina con transetto e
piedicroce suddivisi rispettivamente in tre e cinque navate, profondo presbiterio con deambulatorio e abside poligonale delimitata dalle due sagrestie
rettangolari.
Nella cripta si trovano lo scurolo di San Carlo, che accoglie il corpo del
Santo, e il Tesoro del Duomo. Dalla facciata interna si accede agli scavi archeologici paleocristiani (IV secolo).
Piazza del Duomo
Duomo
Portici Settentrionali
Galleria Vittorio
Emanuele II
Portici Meridionali
Arengario
Palazzo Reale
Casa Galli e Rosa
Monumento
a Vittorio Emanuele II
Galleria Vittorio Emanuele II
Galleria Vittorio Emanuele II
Considerata uno degli episodi architettonici più rappresentativi della
città, la Galleria Vittorio Emanuele II è il tradizionale luogo di ritrovo dei
cittadini milanesi.
I fronti degli edifici che la delimitano sono caratterizzati da un linguaggio
eclettico neorinascimentale, mentre i due ingressi principali sono evidenziati
da imponenti archi trionfali.
Viene realizzata a partire dal 1865 da Giuseppe Mengoni – vincitore della
fase finale del concorso per la sistemazione dell’area di piazza Duomo – e
rappresenta per l’epoca una struttura innovativa dal punto di vista funzionale e scenografico: il passaggio pubblico, che collega le piazze del Duomo
e della Scala, è progettato come una grande galleria coperta e vetrata, larga
14,5 m e alta 32 m, con strutture in ferro a vista.
All’incrocio tra il braccio maggiore e quello trasversale si genera il cosiddetto Ottagono, uno spazio centrale sormontato da una cupola di 39
m di diametro al di sotto della quale è realizzata una pavimentazione a
mosaico con gli stemmi di Casa Savoia e delle città che sono state capitali
del Regno d’Italia.
Piazza del Duomo
Duomo
Portici Settentrionali
Galleria Vittorio
Emanuele II
Portici Meridionali
Arengario
Palazzo Reale
Casa Galli e Rosa
Monumento
a Vittorio Emanuele II
Via Marconi, 1
Arengario - Museo del Novecento
Costruito nel 1939-42 dagli architetti Griffini, Magistretti, Muzio e Portaluppi, l’Arengario – emblematica testimonianza delle ambizioni monumentali
del periodo fascista – conclude il rinnovamento urbano di piazza Duomo
con la realizzazione della testata prospettica verso piazza Diaz.
I due padiglioni gemelli, posti simmetricamente rispetto all’asse della
Galleria, sono rivestiti in marmo bianco e caratterizzati da un doppio ordine di archi a tutto sesto con echi metafisici; sopra i portali rettangolari del
basamento si inseriscono i bassorilievi di Arturo Martini.
L’edificio di destra conclude il palazzo dei portici meridionali; quello di
sinistra, caratterizzato dal monumentale scalone e costruito demolendo la
“manica lunga” di Palazzo Reale, ospita dal 2010 il Museo del Novecento:
l’area espositiva comprende opere realizzate lungo tutto l’arco del XX secolo,
dal Futurismo all’Arte povera; una grande scala a spirale collega l’uscita della
metropolitana alla terrazza panoramica affacciata sulla piazza.
Piazza del Duomo
Duomo
Portici Settentrionali
Galleria Vittorio
Emanuele II
Portici Meridionali
Arengario
Palazzo Reale
Casa Galli e Rosa
Monumento
a Vittorio Emanuele II
Piazza del Duomo, 12
Palazzo Reale
Sull’area occupata dal palazzo – oggi spazio museale e sede di mostre
– sorgeva, in età comunale, il Broletto Vecchio, prima sede del potere civile.
Con l’avvento della signoria l’edificio diviene residenza della famiglia
Visconti; nel 1330, per volontà di Azzone, è ricostruito attorno a due cortili,
uno dei quali corrisponde a quello interno visibile ancora oggi. Dopo il trasferimento della corte ducale al Castello Sforzesco (1467) il palazzo diventa
sede del governo spagnolo (1535) e poi di quello austriaco (1707).
L’edificio è oggi frutto dell’intervento realizzato tra il 1772 e il 1778 da
Giuseppe Piermarini, che demolisce il corpo verso il Duomo trasformando il
primo cortile in una piazza aperta con facciate neoclassiche. A questa fase
appartiene anche la sistemazione degli interni con lo scalone d’onore, gli
appartamenti del piano nobile e la Sala delle Cariatidi: costruita sullo spazio
occupato dal teatro di Corte, incendiatosi nel 1776, la sala è danneggiata
dai bombardamenti del 1943 e restaurata nel 2000.
Veneranda Fabbrica
e Museo del Duomo
Palazzo
Museo del Duomo
Piazza del Duomo, 18
Palazzo della Veneranda Fabbrica
Costruito su progetto di Pietro Pestagalli tra il 1841 e il 1853, il palazzo (1) sorge sull’antico “Campo Santo”, un’area recintata occupata, dopo
l’apertura del cantiere del Duomo, da un cimitero e da alloggi, depositi e
laboratori destinati alle maestranze.
L’elegante facciata neoclassica che fronteggia l’abside della cattedrale è
scandita da semicolonne corinzie di ordine gigante impostate su un basamento bugnato con arcate a tutto sesto. Sopra la trabeazione, in posizione
centrale, è collocato un grande orologio, aggiunto da Giuseppe Vandoni
nel 1865.
L’edificio ingloba la piccola chiesa ottagonale di S. Maria Annunciata in
Camposanto, realizzata nel 1616 sul sito di una cappella quattrocentesca
dedicata a S. Maria Relogi e terminata da Francesco Croce (1725-42).
Sull’altare è collocato il bassorilievo cinquecentesco dell’Annunciazione,
di Pellegrino Tibaldi.
Il palazzo è sede della Veneranda Fabbrica del Duomo, istituzione fondata
da Gian Galeazzo Visconti nel 1387 con il compito di reperire e amministrare
le risorse finanziarie necessarie alla progettazione, alla costruzione e alla
conservazione della nuova cattedrale.
Ancora oggi la Fabbrica è impegnata in un’incessante attività di manutenzione e restauro a cui si aggiunge la gestione dell’Archivio Storico, che
raccoglie documenti riguardanti le vicende costruttive e artistiche, della
Cappella Musicale, che dal 1402 accompagna le celebrazioni liturgiche, e
del Museo del Duomo (2), che ospita – nell’ala sinistra di Palazzo Reale
– sculture, disegni, dipinti, modelli, vetrate e paramenti sacri provenienti
dalla cattedrale.
Piazza della Scala
Teatro alla Scala
Galleria Vittorio
Emanuele II
Palazzo Marino
Banca Commerciale
Italiana
Monumento a
Leonardo da Vinci
Museo Teatrale
Piazza della Scala
Piazza della Scala
La piazza viene creata nel 1858 demolendo un fitto tessuto edilizio
esistente dall’età medievale. Vi si affacciano tre fra i più significativi episodi architettonici della città: il Teatro alla Scala (1), la Galleria Vittorio
Emanuele II (2) e Palazzo Marino (3), sede del Municipio, con la facciata
realizzata in stile da Luca Beltrami (1892), autore anche dei due palazzi
della Banca Commerciale Italiana (4). Risistemata nel 2000, la piazza ha
al centro il monumento a Leonardo da Vinci (5), di Pietro Magni (1872).
Il Teatro alla Scala, costruito nel 1776 su progetto di Giuseppe Piermarini
in luogo della trecentesca chiesa di Santa Maria della Scala – dopo l’incendio
che devastò la precedente sede all’interno del palazzo Reale – è uno dei più
prestigiosi teatri lirici europei. La sala, secondo la tradizione all’italiana, è
a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi, due gallerie e palcoscenico
sviluppato in profondità. Il fronte principale, con l’avancorpo della Galleria
delle carrozze, è tripartito: si distinguono la base bugnata, il primo piano
caratterizzato da lesene e semicolonne binate e l’attico concluso da un timpano con bassorilievo. Tra il 2002 e il 2004 il teatro è stato oggetto di una
ristrutturazione, su progetto dell’architetto Mario Botta, che ha riguardato
principalmente l’innalzamento della torre scenica e la creazione del corpo
ellittico contenente i locali di servizio.
Inaugurata nel 1778 con l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri – opera
riproposta in occasione della riapertura del teatro nel 2004 – la Stagione
della Scala dal 1951 si apre il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono
della città.
Nel Museo Teatrale (6) sono ospitate numerose collezioni che raccolgono testimonianze legate all’attività scaligera.
Piazza della Scala
Teatro alla Scala
Galleria Vittorio
Emanuele II
Palazzo Marino
Banca Commerciale
Italiana
Monumento a
Leonardo da Vinci
Museo Teatrale
Piazza della Scala, 2
Palazzo Marino
Il palazzo, sede del Municipio, ha origine nel 1553, quando il banchiere
genovese Tommaso Marino realizza la propria fastosa dimora espropriando
una vasta area centrale.
Il progetto è commissionato a Galeazzo Alessi, che nel 1572 termina il
fronte verso piazza San Fedele utilizzando elementi michelangioleschi come
i timpani spezzati in un sistema di colonne, pilastri e lesene a erma nei tre
ordini sovrapposti. L’edificio è rimasto incompiuto fino al 1872, anno in cui
la Municipalità avvia la ricostruzione stilistica della facciata verso piazza
della Scala affidando i lavori a Luca Beltrami.
Libero su tutti i lati, il palazzo si organizza all’interno attorno a due ambienti principali: il cortile d’onore e il salone. Il cortile, con portico a colonne
tuscaniche binate e loggia, presenta un estro decorativo e una ricchezza
di elementi scultorei all’insegna del più esuberante manierismo; la sala
dell’Alessi, ambiente di rappresentanza restaurato nel 2002, ha recuperato
l’aspetto cinquecentesco perduto con le distruzioni subite nel 1943.
Piazza della Scala
Teatro alla Scala
Galleria Vittorio
Emanuele II
Palazzo Marino
Banca Commerciale
Italiana
Monumento a
Leonardo da Vinci
Museo Teatrale
Via Manzoni, 6
Palazzo Brentani
Costruito nel Settecento per la famiglia Brentani, il palazzo è trasformato
in stile neoclassico tra il 1829 e il 1831.
I conti Greppi, nuovi proprietari, affidano il progetto all’architetto Luigi
Canonica, che sovrappone al fronte barocco in mattoni l’attuale facciata
a tre piani con basamento bugnato, finestre incorniciate e busti di illustri
personaggi inseriti all’interno di medaglioni. Tra questi si trovano Leonardo,
Canova, Parini, Beccaria e Volta.
Il 4 agosto 1848 Carlo Alberto, reduce dalla sconfitta di Custoza, si
sporge dal balcone centrale per placare la folla in rivolta e per poco non è
raggiunto da un colpo di fucile.
Acquistato dalla Banca Nazionale (1862), il palazzo passa poi al Comune
e infine alla Banca Commerciale Italiana (1914), che trasforma gli interni in
uffici su progetto di Giuseppe de Finetti (1934-36).
Oggi l’edificio ospita, insieme all’adiacente palazzo Anguissola, la sezione ottocentesca delle Gallerie d’Italia - Piazza Scala, nuovo polo espositivo
milanese allestito dall’architetto Michele De Lucchi.
Via Manzoni, 10
Palazzo Anguissola
Raffinato esempio di dimora neoclassica, è realizzato da Carlo Felice
Soave tra il 1775 e il 1778 per il conte Antonio Anguissola. L’architetto ticinese trasforma un edificio preesistente e vi aggiunge un giardino interno
con grandi nicchie, vasi ornamentali e fontane.
La facciata principale, con basamento in granito, è dominata da un ordine gigante di lesene corinzie e conclusa da un ricchissimo fregio.
Nel 1817 l’avvocato Giovanni Battista Traversi, divenuto proprietario
del palazzo, affida a Luigi Canonica una nuova ristrutturazione. Verso via
Manzoni sono realizzati quattro corpi di fabbrica, disposti attorno a un
elegante cortile quadrato con angoli smussati, di ordine dorico.
Dal 2011 il palazzo è una delle sedi espositive delle Gallerie d’Italia Piazza Scala e ospita la sezione dedicata all’arte dell’Ottocento.
Straordinari sono gli ambienti interni, decorati con stucchi, dorature, finti
marmi e specchi realizzati dai più importanti artigiani milanesi dell’epoca.
Piazza dei Mercanti
Palazzo della Ragione
Residenza del Podestà
Palazzo della Banca
Popolare di Lodi
Loggia degli Osii
Scuole Palatine
Casa dei Panigarola
Vera da pozzo
Piazza dei Mercanti
Piazza dei Mercanti
Centro del potere pubblico cittadino dall’età comunale sino al XVIII secolo, il broletto nuovo viene costruito a partire dal 1228 in sostituzione di
quello vecchio localizzato nei pressi di Palazzo Reale.
Aveva in origine forma quadrata chiusa su ogni lato da edifici, in gran
parte porticati, destinati a ospitare le principali magistrature, le istituzioni
commerciali, i tribunali, le carceri e le università.
Il complesso costituiva una vera e propria cittadella accessibile attraverso
sei portoni dei quali ne restano oggi soltanto due. Al centro della piazza
sorgeva il Salone dei Giudici, l’attuale Palazzo della Ragione (1). Nella
seconda metà dell’Ottocento, con la demolizione di due porte, viene aperta
l’attuale via dei Mercanti; l’area perde così la sua connotazione di recinto
chiuso e diventa spazio di attraversamento tra il Duomo e il Cordusio.
Su ciò che resta della piazza medievale si affacciano oggi edifici in gran
parte rimaneggiati: le case d’affitto, costruite nel 1873 in luogo della Residenza del Podestà (2); il neogotico Palazzo della Banca Popolare di Lodi
(3), costruito nel 1872 da G. B. Sormani; la Loggia degli Osii (4), voluta
da Matteo Visconti nel 1316 e restaurata da G. B. Borsari e A. Savoldi nel
1904, con la celebre parlera, da dove venivano annunciati editti e sentenze;
le Scuole Palatine (5), realizzate da Carlo Buzzi nel 1644-45; la Casa dei
Panigarola (6), famiglia di notai, profondamente trasformata nel 1899 dai
restauri di Luca Beltrami.
Al centro è collocata una vera da pozzo (7) cinquecentesca che ha sostituito la pietra dei falliti, su cui sedevano i condannati esposti al pubblico
ludibrio.
Piazza dei Mercanti
Palazzo della Ragione
Residenza del Podestà
Palazzo della Banca
Popolare di Lodi
Loggia degli Osii
Scuole Palatine
Casa dei Panigarola
Vera da pozzo
Piazza dei Mercanti, 1
Palazzo della Ragione
Costruito tra il 1228 e il 1233 per volere del podestà Oldrado da Tresseno, è uno dei più importanti palazzi pubblici lombardi di età medievale.
Era la sede nella quale si amministrava la giustizia. Durante la dominazione
austriaca viene sopraelevato da Francesco Croce con la fascia dei finestroni
ellittici e destinato ad archivio notarile (1773-1961).
La struttura è assai semplice: al piano terreno un grande portico, con
archi a tutto sesto impostati su pilastri in pietra (le volte attuali sostituirono
nel 1771-73 l’originale solaio ligneo); al piano superiore una vasta e unica
sala (50 x 18 m) coperta da capriate rifatte nel 1726. Le facciate, scandite
da eleganti trifore in cotto, sono caratterizzate dall’uso della pietra e del
laterizio.
In una nicchia al centro del lato che dà sulla piazza è collocata la statua
equestre del fondatore. Sul fronte opposto, un bassorilievo in pietra raffigura la “scrofa semilanuta”, animale legato al mito di fondazione della città
(medio-lanum).
Il palazzo, restaurato negli anni 80, è oggi sede di esposizioni temporanee.
Piazza dei Mercanti, 2
Palazzo dei Giureconsulti
Costruito da Vincenzo Seregni nel 1561 in seguito a una donazione del
pontefice milanese Pio IV, l’edificio trasformò l’intero lato nord dell’originaria
piazza Mercanti.
La facciata è caratterizzata da un portico a colonne binate con archi a
tutto sesto al quale si sovrappone un ordine superiore finestrato scandito
da erme che reggono la trabeazione e il cornicione.
Ospitava il collegio dei Nobili Dottori (i Giureconsulti), una scuola di
diritto e magistratura alla quale accedevano gli aristocratici milanesi per
prepararsi agli incarichi di governo; divenne anche sede del Tribunale di
Provvisione, il più importante organo dell’amministrazione cittadina.
Al centro è collocata la torre dell’orologio con la statua di S. Ambrogio
benedicente, di Luigi Scorzini (1833).
Più volte alterato da demolizioni e successive ricostruzioni ha ospitato
nel tempo la Borsa Valori, il Telegrafo e la Banca Popolare di Milano; nel
1912 è divenuto nuova sede della Camera di Commercio.
L’esuberanza dei rilievi e delle decorazioni si ispira al vicino Palazzo Marino progettato dall’Alessi.
Piazza Cordusio
Palazzo delle
Assicurazioni Generali
Casa Dario-Biandrà
Palazzo del Credito
Italiano
Magazzini Contratti
Palazzo della Borsa
Statua di Giuseppe
Parini
Piazza Cordusio
Piazza Cordusio
Nota anche come il “Cordusio” (da “Curia Ducis”, toponimo longobardo
che testimonia la presenza di un’antica sede ducale) è una piazza di forma
ellittica dall’alto valore rappresentativo, concepita come centro direzionale
e finanziario della Milano capitale economica post-unitaria.
Costruita tra il 1889 e il 1901, raccorda alcuni importanti assi viari della
città storica con la nuova via Dante, completata nel 1890 in seguito all’attuazione del piano regolatore di Milano redatto dall’Ing. Cesare Beruto. La
piazza costituisce il fulcro di due sequenze di spazi pubblici tardo ottocenteschi: quella che dal parco Sempione raggiunge via Dante attraverso
il Castello Sforzesco, e quella che da via dei Mercanti prosegue in piazza
Duomo fino alla Galleria Vittorio Emanuele II.
È delimitata da un ricco campionario di architetture eclettiche, frutto del
montaggio di elementi manieristi e frammenti barocchi. Con il nicchione
centrale a mosaico e l’alta cupola domina lo spazio il Palazzo delle Assicurazioni Generali (1) (1897-1901), opera di Luca Beltrami, autore anche
della vicina Casa Dario-Biandrà (2) (1900-02). Luigi Broggi realizza invece
il Palazzo del Credito Italiano (3) (1901-02) e gli ex Magazzini Contratti
(4) (1901-03), una delle prime opere in cemento armato a Milano. Completa la piazza il Palazzo della Borsa (5), costruito anch’esso dal Broggi
(1901), di cui rimane solo la facciata, mentre l’interno è stato trasformato
per ospitare la sede centrale delle Poste (1981-82).
Sul lato verso via Dante è collocata la grande statua bronzea di Giuseppe Parini (6), opera dello scultore Luigi Secchi (1899).
Piazza degli Affari
Piazza degli Affari
L’apertura di piazza Affari s’inserisce nel programma di ricostruzione
del centro storico attuato durante il ventennio fascista. Nel 1927, con lo
sventramento degli isolati del vecchio quartiere, iniziano i rilievi per ricavare
la forma rettangolare della piazza.
mentalismo ispirato alla romanità classica; il fronte in travertino alto 36
m è scandito da quattro enormi colonne e ornato nei basamenti e sopra
la trabeazione da altorilievi e statue con le allegorie dei Quattro Elementi,
opere di Leone Lodi e Geminiano Cibau.
Lo spazio urbano è dominato dal Palazzo della Borsa, che ospita le attività di contrattazione precedentemente collocate in piazza Cordusio. L’edificio – noto anche come Palazzo Mezzanotte dal nome dell’architetto che
lo ha costruito tra il 1929 e il 1932 – è caratterizzato da un rigido monu-
All’interno si trova la Sala delle Grida (dove si contrattavano i titoli ad
alta voce), concepita come una grande piazza con copertura vetrata; nei
sotterranei sono visibili i resti del teatro romano del I secolo.
Piazza Sant’Alessandro
Sant’Alessandro
Scuole arcimbolde
Palazzo Trivulzio
Piazza Sant’Alessandro
Piazza Sant’Alessandro
Il complesso di Sant’Alessandro (1) ha origine nel 1590, quando i barnabiti acquisiscono una vasta area nella zona centrale della città per costruire
una nuova chiesa e un collegio. I lavori hanno inizio nel 1602, con la posa
della prima pietra da parte del Cardinale Federigo Borromeo; il progetto è
affidato al barnabita Lorenzo Binago, che si ispira alle soluzioni di Bramante
e Michelangelo per la basilica di San Pietro a Roma riproponendo una pianta
a croce greca inscritta in un quadrato.
Dopo la morte del Binago, nel 1629, il cantiere viene affidato a Francesco
Maria Richini, che realizza il presbiterio absidato.
L’interno, a tre navate, presenta cinque cupole emisferiche: quella centrale, impostata su un grande tamburo finestrato, viene realizzata da Giuseppe
Quadrio nel 1693. La facciata, inquadrata tra due alte torri campanarie, ha
un primo ordine scandito da colonne e paraste corinzie, mentre la parte su-
periore è realizzata nel 1710 nelle forme sinuose del barocchetto lombardo.
L’edificio delle Scuole arcimbolde (2), con cortile ad archi su colonne
binate, presenta una facciata seicentesca su piazza Sant’Alessandro e un
lungo fronte rustico su piazza Missori.
Palazzo Trivulzio (3)
L’edificio, la cui ristrutturazione (1707-13) è attribuita a Giovanni Ruggeri
ospitava al suo interno la Collezione e la Biblioteca Trivulziana, ora al Castello
Sforzesco. Nella parete di fondo del cortile è collocato il portale quattrocentesco di casa Mozzanica, demolita nel 1830 per la costruzione della Galleria
de Cristoforis, che si attestava sull’attuale corso Vittorio Emanuele II.
Via Torino 17-19
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
La chiesa, capolavoro della stagione rinascimentale milanese, sorge presso il sacello di origine tardo bizantina dedicato a San Satiro, ancora esistente
e collegato al braccio sinistro del transetto. Il piccolo edificio cruciforme,
oggi denominato Cappella della Pietà, era parte di un complesso basilicale
risalente al IX secolo. Nel progetto dell’attuale costruzione, realizzata tra il
1476 e il 1486, assume un ruolo decisivo il Bramante.
Nonostante le ridotte dimensioni l’interno è caratterizzato da una monumentalità classica: la chiesa è una croce a tre bracci con volte a botte,
pilastri con paraste corinzie e archi a tutto sesto. Singolare è l’invenzione del
magnifico coro prospettico che tramite un artificio architettonico e pittorico
simula la profondità di un quarto braccio che non fu possibile realizzare per
la presenza della via Falcone. Bramantesca, ma modificata nell’Ottocento,
è la sagrestia ottagonale (1483). La facciata, iniziata dall’Amadeo alla fine
del Quattrocento, viene interamente ricostruita nel 1871.
Via Gerolamo Morone, 1
Casa di Alessandro Manzoni
Acquistata nel 1813, fu la residenza milanese del celebre scrittore che
dopo il soggiorno parigino vi abitò per circa sessant’anni fino alla morte,
nel 1873. La casa è stata uno dei più vivaci ritrovi letterari e intellettuali
dell’Ottocento: organizzata attorno a un cortile porticato su due lati, si affaccia su piazza Belgioioso con un fronte ornato dai fregi in cotto di Andrea
Boni, realizzato nel 1865.
Dal 1937 ospita il Centro Nazionale di Studi Manzoniani, che negli anni
60 ha promosso il restauro dell’appartamento padronale, ora sede del Museo Manzoniano. Nello studio a piano terra e nella camera da letto, che
conservano ancora gli arredi originali, sono custoditi circa tremila volumi
appartenuti al poeta, mentre nella galleria al primo piano sono esposte al
pubblico le più preziose edizioni delle opere manzoniane. In tutti gli ambienti
della casa museo è presente una ricca iconografia con documenti autografi,
carteggi, cimeli, ritratti di famiglia e quadri d’autore.
Chiesa di Santa Maria
dei Miracoli
Chiesa di San Celso
Santuario di Santa Maria
presso San Celso
Corso Italia, 37
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Il complesso di Santa Maria dei Miracoli è costituito dalla chiesa di
San Celso (1) e dal santuario di Santa Maria presso San Celso (2). La
prima, di origini antichissime, viene ricostruita nel 996 in prossimità di un
monastero benedettino e rinnovata in forme romaniche nel XI secolo, con
impianto basilicale a tre navate e abside unica.
L’attuale facciata, arretrata rispetto all’originale, è il frutto della ricostruzione stilistica di Luigi Canonica (1851-54). Sulla destra si erge un massiccio campanile di forme romanico-lombarde, tra i più antichi della città.
Il santuario viene invece realizzato dopo il 1490 per sostituire una piccola
cappella tardogotica (1429-39) ormai insufficiente ad accogliere il gran
numero di pellegrini giunti a venerare la miracolosa immagine della Vergine
qui custodita.
A Giovanni Antonio Amadeo e Gian Giacomo Dolcebuono è affidata, nel
1497, l’esecuzione della cupola – decorata da statue in cotto di Agostino
de Fondutis – e del tiburio poligonale, che all’esterno presenta le caratteristiche bifore con colonnina centrale. Nel 1505 Cristoforo Solari inizia la
costruzione del triportico antistante la facciata, primo esempio milanese
di classicismo maturo; all’interno in mattoni a vista, con singolari capitelli
corinzi in bronzo, è all’esterno rivestito in marmo bianco. La chiesa viene
poi ampliata sotto la guida di Cesare Cesariano (dal 1513) e di Cristoforo
Lombardo (dal 1528) con l’edificazione del deambulatorio e delle due navate
laterali. Nel 1563 hanno inizio i lavori alla facciata, progettata da Galeazzo
Alessi con interventi successivi di Martino Bassi.
Piazza San Nazaro in Brolo, 5
Basilica di San Nazaro Maggiore
Antica Basilica Apostolorum costruita a partire dal 382 in un’area cimiteriale posta lungo la Via Porticata (attuale corso di Porta Romana), è una
delle quattro chiese extramurali fondate da Sant’Ambrogio. Viene consacrata
nel 386 con le reliquie di alcuni apostoli e intitolata a San Nazaro nel 395.
Ambrogio adotta un impianto cruciforme a navata unica, uno dei primi
comparsi in Occidente. Distrutta da un incendio nel 1075, è ricostruita in
forme romaniche sui muri perimetrali dell’edificio paleocristiano. La basilica
subisce radicali trasformazioni nel Cinquecento, per volontà di San Carlo,
e soprattutto nell’Ottocento, a opera di Pietro Pestagalli che dà all’interno
una rigida veste neoclassica poi cancellata dai restauri effettuati tra il 1946
e il 1963.
L’ingresso alla chiesa avviene attraverso la Cappella Trivulzio (1512-50),
unica opera architettonica documentata del Bramantino. Pensata come mausoleo del condottiero Gian Giacomo Trivulzio, è caratterizzata da un’austera
sobrietà e da un inedito sviluppo verticale.
Via Alessandro Manzoni, 12
Museo Poldi Pezzoli
Straordinario esempio di casa-museo, ospita una tra le più raffinate
collezioni artistiche del XIX secolo. A partire dal 1850 il nobile Gian Giacomo
Poldi Pezzoli decide di destinare un appartamento del palazzo di famiglia a
luogo d’esposizione delle proprie raccolte.
I lavori, condotti da Giuseppe Balzaretto, danno vita a una sequenza di
ambienti decorati secondo diversi stili del passato. Le sale, espressione del
gusto eclettico del tempo, diventano raffinati contenitori di oggetti e opere
d’arte antica. Il museo viene inaugurato nel 1881, due anni dopo la morte
del fondatore e per sua precisa disposizione testamentaria.
L’edificio, gravemente danneggiato dai bombardamenti nel 1943, è sottoposto a un delicato restauro e riaperto al pubblico nel 1951. Nella superba collezione spiccano capolavori di Pollaiolo, Botticelli, Giovanni Bellini,
Mantegna, Piero della Francesca, Tiepolo e Guardi. Oltre ai dipinti, il museo
raccoglie quasi 3000 oggetti tra cui vetri, armi, porcellane, arazzi, tappeti
e orologi.
Piazza San Sepolcro
Chiesa del Santo Sepolcro
Biblioteca Ambrosiana
Palazzo Castani
Piazza San Sepolcro
Piazza San Sepolcro
La piazza, insieme al complesso dell’Ambrosiana, corrisponde all’area
occupata in età romana dal Foro, centro della città in cui si incrociavano
le due vie principali, il cardo e il decumano. La struttura topografica della
zona evidenzia la presenza di un reticolo viario romano ancora rintracciabile
nell’andamento delle strade.
Per volere del cardinale Federigo Borromeo l’interno della chiesa viene
restaurato da Aurelio Trezzi che nel 1605 sostituisce ai precedenti pilastri
otto colonne in granito con capitelli corinzi, sopprimendo i matronei. La
facciata, già rifatta nel XVIII secolo, è ricostruita nel 1894-97 da Gaetano
Moretti e Cesare Nava nelle forme del romanico lombardo.
La chiesa del Santo Sepolcro (1) viene fondata nel IX secolo ma ricostruita subito dopo la prima crociata (1096-99) a imitazione del Santo
Sepolcro di Gerusalemme. Della chiesa romanica, a tre navate con matronei
e cripta, esistono alcuni celebri schizzi di Leonardo.
Sulla piazza affacciano anche la Biblioteca Ambrosiana (2), con l’atrio
d’ingresso a timpano che precede la grande sala federiciana, e Palazzo
Castani (3), delle cui origini quattrocentesche rimangono solo il portale,
inserito in una facciata settecentesca, e molti elementi del cortile interno.
Nel 1937, divenuto sede della Federazione fascista, viene ampliato da Piero
Portaluppi che realizza la torre littoria e il lato a est.
Tra le esili colonne che caratterizzano la cripta è stato rinvenuto un
pavimento in lastre di marmo probabilmente appartenenti all’antico Foro
romano.
Piazza San Sepolcro
Chiesa del Santo Sepolcro
Biblioteca Ambrosiana
Palazzo Castani
Piazza Pio XI, 2
Palazzo dell’Ambrosiana
Biblioteca e Pinacoteca
Il palazzo, costruito sull’area dell’antico foro romano, è sede dell’Ambrosiana, una delle più importanti istituzioni culturali milanesi, costituita dalla
Biblioteca e dalla Pinacoteca.
Viene fondato all’inizio del Seicento dal cardinale Federigo Borromeo
per ospitare una grande biblioteca pubblica in grado di contenere lo straordinario patrimonio di testi a stampa, manoscritti e codici raccolti dai suoi
emissari in Europa e in Oriente.
Il primo corpo, accessibile dall’attuale piazza San Sepolcro, è realizzato
a partire dal 1603 da Lelio Buzzi e Francesco Maria Richini ed è dominato
dalla monumentale sala di lettura detta “Federiciana”. Intorno al 1611, per
volontà dello stesso fondatore, viene aggiunto un nuovo edificio destinato
ad accogliere un’Accademia artistica e una galleria di dipinti dotata, nel
1618, della sua personale collezione. Si forma così il primo nucleo della
Pinacoteca che può vantare oggi opere di straordinari maestri tra i quali
Botticelli, Leonardo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio e Brueghel. Gli acquisti e
le donazioni dei secoli successivi rendono necessari nuovi ampliamenti che
portano, nell’Ottocento, alla realizzazione del fronte su piazza Pio XI e del
grande cortile neoclassico poi trasformato da Ambrogio Annoni in sala di
lettura (1923). Dopo i bombardamenti del 1943 il palazzo è stato sottoposto
a trasformazioni e restauri, l’ultimo terminato nel 1997.
La Biblioteca conserva opere di eccezionale rarità tra cui il Virgilio di Petrarca miniato da Simone Martini, il Codice Atlantico di Leonardo e antiche
versioni siriache della Bibbia.
Il palazzo è anche sede dell’Accademia Ambrosiana.
Piazza Fontana, 2
Palazzo Arcivescovile
La presenza di una sede vescovile è attestata, a Milano, fin dall’età
tardoantica. L’edificio, costruito lungo le mura repubblicane, faceva parte
dell’antico complesso episcopale. Riedificato dopo le distruzioni causate
dal Barbarossa (1162-74) subisce nuove trasformazioni tra il Trecento e il
Quattrocento, testimoniate da alcuni resti di finestre visibili sul fronte verso
il Duomo. Tra il 1569 e il 1604 viene realizzato, su progetto di Pellegrino
Tibaldi, il grande cortile destinato ai Canonici della Cattedrale, con due ordini
di logge a bugnato rustico.
L’elegante cortile d’ingresso, detto “dell’Arcivescovado”, è in parte opera
della fine del Seicento, in parte frutto di una ricostruzione del 1899. Nel
1784 Giuseppe Piermarini interviene sulla facciata verso piazza Fontana
uniformandola con una serie regolare di aperture e mantenendo il portale
cinquecentesco realizzato dal Tibaldi. L’edificio ospita la Curia, gli appartamenti arcivescovili e tutti i più importanti uffici della Diocesi Ambrosiana.
Nelle sale è conservata una ricchissima collezione di dipinti.
Piazza Velasca, 5
Torre Velasca
Emblema dell’architettura italiana del dopoguerra, la Torre Velasca è uno
degli elementi dominanti dello skyline milanese: il suo profilo monumentale,
con la parte superiore in aggetto, è riconoscibile da ogni punto della città.
L’edificio, realizzato dallo studio BBPR tra il 1951 e il 1958, si affranca
dall’immagine canonica del grattacielo modernista attraverso il riferimento
figurativo alla torre medievale e il recupero allusivo delle forme del passato. Lo sviluppo verticale raggiunge i 106 m ed è percorso in tutta la sua
lunghezza dal reticolo strutturale, calcolato da Arturo Danusso: le grandi
nervature, portate all’esterno dell’involucro edilizio, s’inclinano e si biforcano sugli spigoli per sostenere il volume superiore, esibendo la struttura in
cemento armato a vista come componente espressiva. La parte superiore è
destinata alle abitazioni, mentre il fusto ospita uffici e studi professionali.
La torre prende il nome dal governatore spagnolo Juan de Velasco a cui
era dedicato il sito su cui si innalza.
Ca’ Granda
Cortile dei Bagni
Cortile della Farmacia
Cortile della Ghiacciaia
Cortile della Legnaia
Chiesa di S. Maria
Annunciata
Aula Magna
Via Festa del Perdono, 7
Ca’ Granda
Università degli Studi di Milano
La Ca’ Granda – in origine Ospedale Maggiore, dal 1958 sede dell’Università degli Studi di Milano – è per tipologia, forma e dimensioni uno dei
complessi monumentali più importanti della città.
Fondata il 12 aprile del 1456 dal duca Francesco Sforza, riunisce in
un’unica grande sede i numerosi piccoli ospedali e luoghi pii che sorgevano
entro le mura urbane. Il progetto viene affidato al toscano Antonio Averlino,
detto il Filarete, che imposta un inedito impianto a due crociere, ciascuna
inscritta in un quadrato con quattro cortili. Al Filarete succede Guiniforte
Solari (1465-81), cui si deve il completamento del portico lungo via Festa
del Perdono – con archi a tutto sesto sovrastati da bifore archiacute in
cotto – e dei due cortili interni a doppio loggiato detti dei Bagni (1) e della
Farmacia (2) (1467-73); i cortili della Ghiacciaia (3) e della Legnaia (4)
risalgono invece al 1486-88.
La crociera sud, costruita in età sforzesca come corsia ospedaliera, è
oggi occupata dalla biblioteca; quella a nord, tardo-settecentesca, ospita le
aule con gli eleganti accessi su più livelli; nella prima metà del XVII secolo
Francesco Maria Richini realizza il grande cortile centrale porticato – da
cui si accede alla chiesa di S. Maria Annunciata (5) – e completa il fronte esterno con bifore in cotto entro archi a pieno centro e con il portale
barocco d’ingresso. La facciata è conclusa dall’ala neoclassica, in intonaco
rosso scuro.
Danneggiato dai bombardamenti del 1943, il complesso è restaurato a
partire dal 1953 da Liliana Grassi e Piero Portaluppi, che ricompongono le
parti demolite, ristrutturano le due crociere e realizzano la nuova ala nord
e l’Aula Magna (6).
Piazza Giuseppe Missori
Chiesa di San Giovanni in Conca
La chiesa – così chiamata probabilmente perché situata in una vasta
depressione del terreno – era nel V-VI secolo uno dei più importanti edifici
di culto, sorto sui resti di una ricca dimora di epoca romana. Ricostruita alla
fine dell’XI secolo mantenendo l’impianto originario ad aula unica, viene
rinnovata nella seconda metà del Duecento con la divisione in tre navate e
l’innalzamento del tiburio. Nel XIV secolo diviene cappella gentilizia e mausoleo dei Visconti, ospitando il monumento funerario di Bernabò, grandiosa
arca scultorea di Bonino da Campione (1363) trasferita insieme ad altre
preziose opere nelle Civiche raccolte d’arte antica del Castello Sforzesco.
Della chiesa – rimaneggiata con la demolizione delle navate e l’arretramento della facciata per l’apertura di via Mazzini (1879), poi definitivamente
abbattuta con il nuovo sventramento viario (1949) – sono ancora visibili
i ruderi dell’abside romanica isolata al centro della strada e la sottostante
cripta, anch’essa romanica, divisa in sette navate coperte da volte a crociera;
la facciata è ricomposta nella chiesa valdese di via Francesco Sforza.
Via Rovello, 2
Palazzo Carmagnola - Piccolo Teatro
Il palazzo viene donato nel 1415 da Filippo Maria Visconti al condottiero
Francesco Bussone, conte di Carmagnola, che ispirò l’omonima tragedia
manzoniana. Passato alla famiglia dei Dal Verme, è confiscato da Ludovico
il Moro per farne dono alla cortigiana Cecilia Gallerani, ritratta da Leonardo
nella celebre Dama con l’ermellino (1489-90).
L’edificio si organizza attorno a due cortili: il minore, verso via Rovello –
con portico quadrato a sei arcate a tutto sesto in stile bramantesco e dipinti
murali a monocromo – e il maggiore, più volte rimaneggiato, affacciato su
via Broletto.
Nel 1786 l’amministrazione comunale si trasferisce nel palazzo, che assume il nome di Broletto Nuovissimo in sostituzione del precedente, situato
in piazza Mercanti.
Nell’ala sinistra del complesso è ubicato dal 1947 il Piccolo Teatro della
Città di Milano, primo teatro stabile italiano, fondato da Giorgio Strehler e
Paolo Grassi. La piccola sala, ristrutturata dagli architetti Rogers e Zanuso
nel 1952 e restaurata nel 2008-09, è oggi intitolata a Paolo Grassi.
Piazza San Babila
Palazzo del Toro
Complesso Snia-Viscosa
Edificio per abitazioni,
uffici e negozi
Palazzo per uffici
e negozi
Fontana
Chiesa di San Babila
Colonna del Leone
Piazza San Babila
Piazza San Babila
Fino all’inizio degli anni Trenta lo slargo situato di fronte alla chiesa di
San Babila era un crocevia sorto in corrispondenza dell’antica porta Orientale; la definizione del perimetro della piazza si deve a una serie di proposte
urbanistiche riassunte nel Piano Regolatore del 1934.
L’attuale sistemazione della piazza, su progetto di L. Caccia Dominioni,
risale al 1997: lo spazio, con l’inserimento di una fontana (5) a forma d’ogiva collegata a una grande vasca, si configura come approdo di un lungo
percorso pedonale che giunge fino al Castello Sforzesco.
Gli edifici che la delimitano sono: a ovest il Palazzo del Toro (1) (19351939), di E. Lancia e R. Merendi, che ingloba il Teatro Nuovo e la Galleria del
Toro, a nord il complesso Snia Viscosa (2) dal quale svetta la Torre Snia
(1935-1937) di A. Rimini – nota per essere il primo grattacielo costruito a
Milano – e a est l’edificio per abitazioni, uffici e negozi (3) (1939-1948)
di G. Ponti, A. Fornaroli, E. Soncini, G. Casalis, G. De Min, A. Rimini. Il fronte
sud è concluso più tardi dal Palazzo per uffici e negozi (4) (1954-1957)
di L. Mattioni.
La chiesa di San Babila (6), costruita nell’XI secolo sui resti di un luogo di culto precedente, fu ristrutturata tra il 1598 e il 1610 da A. Trezzi.
L’attuale aspetto neoromanico si deve a P. Cesa Bianchi che tra il 1881 e il
1906 interviene sull’edificio secondo i principi del “restauro stilistico”, eliminando le aggiunte tardo-cinquecentesche per recuperare le “purissime
forme lombarde”.
Di fronte alla chiesa sorge la Colonna del Leone (7) (XVII secolo), che
reca l’emblema del sestiere di Porta Orientale.
Via San Sisto, 4/A
Museo Studio Francesco Messina
Nella chiesa sconsacrata di San Sisto sorge dal 1974 il Museo studio
dello scultore Francesco Messina.
Il piccolo edificio ad aula unica biabsidata, con facciata a due ordini e
angoli a smusso, deve il suo aspetto a una serie di interventi avvenuti tra
la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo ma è stato restaurato all’interno su
progetto dell’artista.
Dopo averne utilizzato gli spazi per la sua attività, lo scultore ha donato
al Comune di Milano più di 80 sculture e 26 opere di grafica, realizzate a
partire dagli anni Trenta, che sono rimaste all’interno della chiesa a testimoniarne la preziosa attività artistica.
Al piano terreno sono esposti gessi, statue, bronzi, cere, terrecotte policrome, mentre le opere grafiche – acquerelli, disegni a matita e a pastello,
litografie – sono conservate al piano interrato.
Tra le opere si evidenziano i ritratti di Pietro Marussig (1929) e di Salvatore Quasimodo (1937) e i bozzetti in bronzo dorato per il monumento a
Pio XII in S. Pietro a Roma (1963), nonché il ritratto del cardinale Ildefonso
Schuster (1941).
Via Sant’Andrea, 6
Palazzo Morando - Costume Moda Immagine
Tipica dimora dell’aristocrazia milanese del Settecento, contrappone alla
sobrietà della facciata la raffinatezza del cortile porticato e delle soluzioni
interne. Nel 1945 viene donata al Comune di Milano divenendo la sede di
importanti esposizioni museali.
Dal 1963 al 1995 ha ospitato il Museo di Storia Contemporanea, prestigiosa collezione di documenti e cimeli relativi ai due conflitti mondiali e
alla Resistenza, oggi conservata presso Palazzo Moriggia.
Gli spazi a piano terra accolgono mostre dedicate alla moda, al costume
e all’immagine. Al primo piano si trovano la Pinacoteca e l’Appartamento
monumentale, arricchiti dall’esposizione degli straordinari abiti antichi provenienti dalla collezione tessile del Castello Sforzesco. I dipinti, in gran parte
della collezione di Luigi Beretta, documentano la storia della città dal XVII
al XIX secolo e mostrano l’aspetto di numerosi edifici e luoghi scomparsi. Le
sale dell’appartamento, riccamente decorate, custodiscono arredi, quadri,
porcellane e oggetti domestici.
Via Verziere, 2
Chiesa di San Bernardino alle Ossa
Di origini medievali, la chiesa sorge in un’antica area cimiteriale che si
trovava negli spazi a verde del cosiddetto brolo.
Ricostruita più volte – nel 1642 viene distrutta dal crollo del vecchio
campanile di Santo Stefano e nel 1712 da un incendio – viene terminata
nel 1754 su progetto di Carlo Giuseppe Merlo.
L’edificio, a pianta centrale con cupola traforata da oculi ellittici, mostra
all’esterno un imponente tiburio ottagonale che domina la piazza. Dall’atrio
è possibile accedere alla Cappella Ossario, un ambiente quadrato coperto da
volta affrescata in cui ogni dettaglio architettonico è rivestito di ossa umane.
Ricostruita alla fine del XVII secolo su impianto medievale, la cappella
ha un fronte autonomo, edificato nel 1776, che si affaccia sull’angusto
vicolo di San Bernardino, un tempo chiamato Stretta dei morti a rievocare
l’antico sito cimiteriale.
La canonica, costruita nel 1937 demolendo vecchie case che si affacciavano sul Verziere, è opera di Ferdinando Reggiori e contiene un piccolo
giardino aperto al pubblico.
Via San Giovanni sul Muro, 22
Teatro Dal Verme
Collocato ai margini dell’emiciclo di Foro Bonaparte, è tra i primi esempi
milanesi di teatro destinato a più tipologie di spettacoli.
Il progetto di Giuseppe Pestagalli, realizzato tra il 1871 e il 1872 per
volere del conte Francesco Dal Verme, è caratterizzato da un volume imponente ma privo di eccessi monumentali: la collocazione isolata e l’impianto
a “padiglione” esaltano l’articolata volumetria dell’architettura, definita da
motivi tardo-neoclassici ad archi incorniciati da lesene. La sala originaria,
coperta da una grande cupola con lucernario in ferro e vetro, univa lo
schema del teatro a palchi “all’italiana” con l’impianto di un’arena circense.
Dopo i bombardamenti del 1943 il teatro viene ampiamente rimaneggiato
e ne sono ricostruiti a più riprese gli interni e la copertura.
Riaperto nel 2001 dopo una lunga ristrutturazione, è trasformato in auditorium dotato di una prestigiosa sala da 1.400 spettatori, una sala minore
da 200 posti e una sala per il coro situata all’ultimo piano, sotto il nuovo
tetto con copertura in rame.
Piccolo Teatro Strehler
Teatro
Piccolo Teatro Studio
Expo
Largo Antonio Greppi, 1
Piccolo Teatro Strehler
Il teatro (1) è intitolato al celebre regista Giorgio Strehler, fondatore con
Paolo Grassi del Piccolo Teatro di Milano. Forma con il vicino Piccolo Teatro
Studio Expo, a cui è collegato tramite un percorso sotterraneo, uno dei più
importanti poli culturali della città.
Progettato da Marco Zanuso e Pietro Crescini, è predisposto per ospitare
tutte le arti sceniche – così come voluto dallo stesso Strehler – e inaugurato nel 1998 con l’opera di Mozart Così fan tutte, a poche settimane dalla
morte del regista; è impostato su due quadrati ruotati di 45 gradi aventi
come fulcro la grande sala interna da 970 posti, con ampia galleria e platea
semiottagonale. Dalla ricca articolazione volumetrica dell’edificio, unificata dal rivestimento in mattoni a vista, emerge l’imponente torre scenica a
forma di cuspide piramidale rivestita in rame.
L’adozione di coperture a shed in corrispondenza dei volumi di servizio,
all’esterno, e l’uso dell’ottone nei dettagli interni rievocano l’idea della fabbrica e del teatro popolare.
Il Piccolo Teatro Studio Expo (2), ricavato negli spazi dell’ex-Fossati,
teatro risorgimentale costruito da Fermo Zuccari nel 1858-59, viene realizzato tra il 1984 e il 1987 dagli stessi Zanuso e Crescini, che lasciano invariati
i preesistenti fronti su corso Garibaldi e via Rivoli, ornati dalle terrecotte
di Andrea Boni. L’edificio è concepito come luogo di ricerca, formazione
e sperimentazione: lo spazio a ferro di cavallo della sala, in mattoni a vista, consente diverse soluzioni sceniche, è privo di separazioni tra attori e
spettatori ed è caratterizzato da un suggestivo sistema di ballatoi, concreto
riferimento alla casa di ringhiera della tradizione milanese.
Piazza San Simpliciano, 7
Basilica di San Simpliciano
Secondo la tradizione l’antica Basilica Virginum fu fondata da S. Ambrogio fuori le mura, lungo la strada per Como, e completata dal suo successore
Simpliciano, a cui è dedicata.
Tra i più importanti complessi paleocristiani della città, l’edificio originario, forse ispirato all’Aula palatina di Treviri, aveva un’unica navata absidata e transetto. Davanti alla facciata e lungo i fianchi si sviluppava un
portico collegato ai bracci minori della croce, oggi sostituito dalle cappelle.
La suddivisione in tre navate della grande aula avviene probabilmente in
età longobarda (VII secolo).
Appartengono invece alla fase romanica (secoli XI-XII) le volte che sostituiscono le originarie capriate lignee, la nuova abside, la divisione del
transetto in due navate, il tiburio, il portale d’ingresso e il campanile. Nell’Ottocento pareti, volte e pilastri vengono ricoperti da un intonaco dipinto poi
rimosso dai restauri novecenteschi.
La facciata neoromanica è opera del Maciachini (1870).
Nella conca absidale si può ammirare l’Incoronazione della Vergine, grandioso affresco del Bergognone (1515).
Via Borgonuovo, 23
Palazzo Moriggia
Museo del Risorgimento
Il palazzo, esempio di primo neoclassicismo milanese, fu costruito nel
1775 su progetto di Giuseppe Piermarini per volere del marchese Giovanni
Battista Moriggia.
Edificato su un preesistente complesso dell’ordine monastico degli
Umiliati e affacciato sull’aristocratica via Borgonuovo – detta anticamente
Contrada de’ nobili – presenta un fronte di tre piani con la parte centrale
scandita da lesene doriche al piano inferiore e ioniche a quello superiore.
L’ingresso, che si apre sull’elegante cortile porticato, è inquadrato da due
colonne tuscaniche sormontate da un balcone. L’edificio, donato al Comune
di Milano da Rosa De Marchi, ospita dal 1951 il Museo del Risorgimento.
Con una ricca collezione di dipinti, sculture e cimeli, il museo racconta
la storia d’Italia tra il 1796 e il 1870 attraverso allestimenti e attività didattiche. All’interno si trovano una biblioteca specialistica dedicata alla storia
dal XVIII secolo ai giorni nostri e l’archivio, che ospita tra gli altri i fondi
Agostino Bertani, Carlo Cattaneo e Cesare Correnti.
Piazza Cavour
Archi di Porta Nuova
I due archi fiancheggiati da torri mozze costituiscono, insieme a Porta
Ticinese medievale, gli unici resti delle mura realizzate a partire dal 1171
dopo l’assedio di Federico Barbarossa.
La porta, costruita con marmi provenienti da edifici di epoca romana,
è consolidata e abbellita sotto il governo di Azzone Visconti (1330-39).
A questo periodo risale il tabernacolo votivo collocato sul fronte esterno
(Madonna col Bambino tra i santi Ambrogio, Gervaso e Protaso).
Con l’edificazione dei bastioni (1548-60) il complesso perde la propria
funzione difensiva e viene in parte occupato da edifici privati. Sopravvissuto a numerose proposte di demolizione, nel 1861, grazie a un rinnovato
interesse per i monumenti di epoca medievale, è sottoposto a un radicale
intervento di restauro: nelle torri, liberate dalle case che le soffocavano,
si aprono due passaggi pedonali poi allargati nel 1931; vengono inoltre
aggiunte pregevoli sculture romane oggi esposte al Museo Archeologico e
sostituite da copie.
Castello Sforzesco
Piazza d’armi
Corte Ducale
Rocchetta
Ponticella
Piazza Castello
Castello Sforzesco
Grandioso simbolo della Milano sforzesca, il Castello è il più importante
monumento difensivo della città. Il primo nucleo, fatto costruire da Galeazzo
II Visconti tra il 1358 e il 1368, costituisce una fortificazione a difesa della
medioevale Porta Giovia.
Ampliato tra il XIV e il XV secolo, viene ricostruito dopo la parentesi della
Repubblica Ambrosiana (1447-50) per volere di Francesco Sforza (1450-66).
La nuova fortezza viene eretta con forma quadrata e quattro torri angolari;
al Filarete, ideatore del fronte verso città con la torre centrale – crollata in
una esplosione nel 1521 – succede Bartolomeo Gadio, che termina i due
torrioni rotondi a bugne diamantate. Dopo la morte di Francesco Sforza
diventa residenza della corte ducale: Galeazzo Maria Sforza (1466-76), Gian
Galeazzo Sforza (1476-94) e Ludovico il Moro (1494-99) trasformano il
fortilizio in una sfarzosa reggia.
Negli ambienti più rappresentativi – la Piazza d’armi (1), la Corte ducale
(2) con il Portico dell’Elefante, la Rocchetta (3), estremo nucleo di difesa
disposto attorno a un cortile porticato, e la Ponticella (4), collegata al recinto difensivo della Ghirlanda – sono intervenuti i più importanti artisti
del tempo, tra cui Leonardo e Bramante.
Utilizzato come caserma durante la dominazione spagnola (1535-1706)
e austriaca (1706-96), subisce consistenti demolizioni in età napoleonica;
assume l’aspetto attuale con il restauro di Luca Beltrami, che nel 1904
ricostruisce la torre principale – detta “del Filarete” – e opera una serie di
rifacimenti tesi a recuperare l’aspetto originario del monumento.
All’interno hanno sede i Musei Civici.
Viale Giorgio Byron, 2
Arena Civica
Progettata da Luigi Canonica all’interno di un vasto piano di ristrutturazione monumentale della città, viene realizzata nel 1806 utilizzando
materiali provenienti dalla demolizione delle fortificazioni del Castello.
È un anfiteatro a forma di ellisse con gli assi che misurano 238 e 116 m
e una capienza originaria di 30mila persone, utilizzato in passato per grandi
spettacoli pubblici, tra cui le celebri naumachie (battaglie navali in occasione
delle quali lo spazio interno veniva riempito d’acqua).
Alle estremità degli assi sono collocati i quattro ingressi: a N-O la Porta
delle Carceri, affiancata da dieci arcate cieche e due torri; a N-E la Porta
Libitinaria, dal nome dei “libitini”, coloro che nell’antica Roma si occupavano
dei gladiatori morenti; a S-E la Porta Trionfale, inquadrata da un fronte a
quattro colonne doriche con timpano ornato da un bassorilievo di Gaetano
Monti; a S-O il Pulvinare o loggia Reale, a otto colonne corinzie, accessibile
da un portico esterno a cinque arcate.
Intitolata nel 2002 al giornalista e scrittore Gianni Brera, l’Arena ospita
eventi sportivi, concerti e manifestazioni culturali.
Via Gerolamo Gadio, 2
Acquario Civico
L’Acquario Civico viene costruito ai margini del parco Sempione su progetto di Sebastiano Locati: è l’unico edificio rimasto di quelli realizzati a
Milano in occasione dell’Esposizione internazionale del 1906.
spazio interno include percorsi didattico-espositivi e di ricerca, con numerose vasche d’acqua dolce e marina che contengono più di cento specie di
organismi acquatici.
Arricchito da una stazione idrobiologica e ricostruito in larga parte nel
secondo dopoguerra, è uno dei più preziosi esempi del liberty milanese, con
ricche decorazioni art nouveau e maioliche a tema acquatico. Sopra l’ingresso troneggia una statua del dio Nettuno, opera dello scultore Oreste Labò.
La biblioteca – aperta al pubblico – è una delle più prestigiose nel campo della biologia marina. L’Acquario Civico, che è parte del Polo dei Musei
scientifici del Comune di Milano, promuove attività di ricerca e divulgazione
nel campo delle scienze acquatiche con corsi e conferenze.
Dopo il restauro, terminato nel 2006 in occasione del centenario, lo
Palazzo dell’Arte
Palazzo
Bagni Misteriosi
Via Emilio Alemagna, 6
Palazzo dell’Arte
Il Palazzo dell’Arte (1) è realizzato da Giovanni Muzio tra il 1931 e il
1933 grazie a un lascito del senatore Antonio Bernocchi, che volle assegnare una sede permanente alle Triennali, esposizioni internazionali di arti
decorative precedentemente tenute presso la villa Reale di Monza.
L’uso del klinker per il rivestimento dell’intero edificio, in accostamento
a elementi vetrati come le finestrature a nastro e le coperture a shed, ha
reso la costruzione un punto di riferimento per le successive realizzazioni
di Muzio e per l’architettura moderna milanese.
L’edificio, collocato specularmente all’Arena ed equidistante dal Castello Sforzesco e dall’Arco della Pace, è sede della Fondazione La Triennale di
Milano, istituzione italiana per l’architettura, l’urbanistica, il design, le arti
decorative e visive, l’artigianato, la moda, la produzione industriale e audiovisiva.
L’interno, costituito da gallerie espositive sviluppate attorno allo spazio
centrale dominato dal monumentale scalone, ospita mostre tematiche a
rotazione. A piano terra si accede alla Galleria dell’Architettura, realizzata
da Gae Aulenti nel 1994 e dedicata a esposizioni temporanee.
La pianta è impostata su una base rettangolare a conclusione absidata;
sui lati lunghi si innestano un pronao d’ingresso lungo viale Alemagna e
un portico a tre lati aperto verso il parco, sfondo dell’opera pintoscultorea
Bagni Misteriosi (2) di Giorgio de Chirico (1973).
Nel 2007, su progetto architettonico di Michele De Lucchi, è stato inaugurato il Triennale Design Museum, che presenta ogni anno un diverso
allestimento, cambiando tema e curatore.
Il palazzo comprende anche il Teatro dell’Arte, oggi recuperato nel suo
assetto originario e nuovamente collegato al corpo centrale dell’edificio.
Viale Luigi Camoens
Torre Branca
Nel 1932 il Comune di Milano incarica Gio Ponti della progettazione di
una torre accanto al nuovo Palazzo dell’Arte.
Assemblata in soli due mesi e mezzo di lavori ed eretta in occasione
della V Triennale (1933), è a base esagonale e realizzata in tubi d’acciaio
Dalmine. Rastremandosi verso l’alto, raggiunge 108,60 m di altezza e offre
uno straordinario belvedere a 360 gradi sulla città. La struttura metallica – i
calcoli statici sono di Ettore Ferrari e la direzione lavori di Cesare Chiodi – è
ancorata da un sistema di tiranti a una piastra di fondazione in cemento
armato.
Efficace sintesi tra espressività architettonica e tecnica costruttiva, è
stata considerata l’avanguardia dell’industria edilizia italiana negli anni tra
le due guerre.
La torre, in origine chiamata Littoria e poi del parco, viene chiusa nel
1972. È riaperta al pubblico nel 2002 dopo essere stata restaurata e resa
accessibile dalla società milanese Fratelli Branca Distillerie.
Arco della Pace
Arco
Caselli daziari
Piazza Sempione
Arco della Pace
Tra i monumenti neoclassici più importanti della città, l’Arco della Pace
(1) costituisce, insieme ai due caselli daziari (2), la testata conclusiva della
strada del Sempione, realizzata in età napoleonica per collegare Milano e
Parigi.
cordare la fine dei conflitti che in quegli anni avevano insanguinato l’Europa.
La sua struttura è in granito di Baveno mentre l’apparato decorativo è
in marmo di Crevola d’Ossola e di Ornavasso.
Viene costruito a partire dal 1807 su progetto di Luigi Cagnola, che
adotta la tipologia a tre fornici ispirandosi a modelli antichi come l’Arco di Costantino e quello di Settimio Severo a Roma, ma anche a modelli
contemporanei come l’Arc du Carrousel di Parigi. I lavori, interrotti dopo la
caduta di Napoleone nel 1814, riprendono soltanto nel 1826 per volontà
dell’imperatore Francesco I d’Austria e si concludono nel 1838, cinque anni
dopo la morte del Cagnola.
I due fronti sono scanditi da quattro colonne corinzie scanalate poste su
alti plinti; la trabeazione, rientrante nella parte centrale, presenta un fregio
decorato con ghirlande. L’attico – le cui iscrizioni vengono sostituite nel
1859 dalle attuali, che celebrano i fasti dell’indipendenza – è sormontato
dall’imponente Sestiga della Pace in bronzo, affiancata da quattro Vittorie a
cavallo. Sopra la trabeazione sono collocate le personificazioni dei quattro
fiumi principali del Lombardo-Veneto: il Po, il Ticino, l’Adige e il Tagliamento.
I bassorilievi illustrano principalmente episodi della Restaurazione.
Nato come “Arco della Vittoria” per celebrare i successi imperiali di Napoleone, il monumento diviene in seguito “Arco della Pace”, destinato a ri-
Nel 2010 si sono conclusi i lavori di restauro condotti dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici.
Via Palestro, 16
Villa Reale – Galleria d’Arte Moderna
La villa, tra i più rilevanti esempi di architettura neoclassica milanese,
viene costruita tra il 1790 e il 1796 come grandiosa residenza del conte
Lodovico Barbiano di Belgiojoso.
Donata dalla Repubblica italiana a Napoleone Bonaparte nel 1802, diviene in seguito residenza del viceré d’Italia Eugenio Beauharnais. Il progetto è
commissionato a Giuseppe Piermarini, che decide però di passare l’incarico
a Leopoldo Pollack, uno dei suoi migliori allievi.
L’edificio, che ha caratteristiche di villa suburbana pur essendo situato
nel centro della città, è costruito attorno a un cortile d’onore affacciato su
strada tramite un muro bugnato con tre arcate d’ingresso. Il corpo principale, dominato da quattro colonne ioniche di ordine gigante, è completato
da due ali laterali più basse con vestiboli ottagonali.
Più ricco è il fronte retrostante, scandito da paraste e colonne ioniche
impostate su un basamento bugnato e dai due corpi laterali sporgenti sormontati da timpani. Le facciate sono arricchite da bassorilievi che raffigurano scene mitologiche secondo un programma iconografico ideato dal
poeta Giuseppe Parini.
Nel giardino (1790-93), il primo realizzato a Milano sul modello inglese,
si trovano un bosco, un percorso botanico, un lago e numerose sculture.
Gli interni della villa ospitano la Civica Galleria d’Arte Moderna, con ricche
collezioni di dipinti e sculture dal Neoclassicismo al Novecento, tra cui la
prestigiosa raccolta Grassi, che comprende artisti italiani e stranieri tra il
XIX e il XX secolo, e la collezione Vismara, con opere di Matisse, Picasso,
Renoir, Morandi, Sironi.
Via Palestro, 14
PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea
Il PAC, inaugurato nel 1954 come sede per esposizioni d’arte contemporanea, sorge sul sito delle antiche scuderie della Villa Reale, a cui è collegato
tramite una corte di servizio rettangolare e l’affaccio comune sul giardino.
Gravemente danneggiato dopo l’attentato di via Palestro (27 luglio
1993), è stato ricostruito nel 1996 da Ignazio Gardella, che già lo aveva
progettato all’inizio degli anni Cinquanta, e dal figlio Jacopo.
Il sistema espositivo è articolato su tre livelli: una serie di sale parallele
disposte verso il muro perimetrale esterno; la galleria inferiore – in origine
destinata alle opere di scultura – aperta sul parco attraverso un’ampia ve-
trata; la galleria superiore, a cui si accede salendo un’elegante scala a sbalzo
in cemento armato posta in prossimità dell’ingresso.
La facciata verso il giardino, scandita da esili pilastri metallici, è rivestita
nella fascia superiore da piastrelle di ceramica rosso scuro a cui si sovrappone una griglia mobile per la chiusura.
All’esterno sono collocati i Sette Savi dello scultore Fausto Melotti (1981).
Corso Venezia, 55
Museo Civico di Storia Naturale
Costruito tra il 1888 e il 1893 su progetto di Giovanni Ceruti, l’edificio è
stato pensato per ospitare la nuova sede del Museo Civico di Storia Naturale,
istituzione nata nel 1838 con il passaggio alla municipalità delle collezioni
naturalistiche del nobile milanese Giuseppe De Cristoforis e del professore
di botanica Giorgio Jan.
Subì gravissimi danni nel 1943, quando i bombardamenti distrussero
gran parte delle raccolte e della biblioteca. Venne riaperto al pubblico soltanto nel 1952. Oggi, per la vastità e la qualità delle sue esposizioni, nonché
per la sua attività di centro di ricerche, è tra i più importanti musei naturalistici in Italia.
Cinque sono le esposizioni permanenti: mineralogia, paleontologia, storia
naturale dell’uomo, zoologia degli invertebrati e zoologia dei vertebrati. Di
particolare interesse la ricostruzione di un esemplare di tirannosauro e i
numerosi diorami ecologici e faunistici.
Lo stile che caratterizza l’edificio è il neoromanico, con ampio uso di
terrecotte ornamentali e strutture in ferro.
Via Gesù, 5
Museo Bagatti Valsecchi
Disposto attorno a due cortili passanti tra le vie Santo Spirito e Gesù,
il palazzo ospita una delle più significative e ben conservate case museo
d’Europa.
I due cortili accolgono una Madonna col Bambino e Santi attribuita a
Bonino da Campione (XIV secolo) e un bassorilievo con la Madonna che
protegge la cattedrale di Santa Maria Maggiore (XV secolo).
Sul finire dell’Ottocento i nobili Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi ne
promuovono la costruzione ispirandosi alle dimore signorili del Cinquecento
lombardo. Impegnati in prima persona nella progettazione, i due fratelli
arredano ogni stanza con opere d’arte e manufatti d’epoca rinascimentale,
in modo da non lasciare “...parte, anche secondaria, che non sia antica o
imitata dall’antico, per cui tutto riesce armonico e perfettamente in stile”.
All’interno tra i capolavori spiccano il letto valtellinese in legno scolpito,
la Santa Giustina di Giovanni Bellini e altre tavole dello Zenale e del Giampietrino.
L’attuale museo, inaugurato nel 1994, è parte del circuito delle case
museo di Milano.
Via Mozart, 14
Villa Necchi Campiglio
La villa, realizzata per il nucleo famigliare formato dall’industriale Angelo
Campiglio, dalla moglie Gigina Necchi e dalla cognata Nedda, viene costruita su progetto di Piero Portaluppi tra il 1932 e il 1935 e successivamente
modificata negli interni da Tomaso Buzzi.
È proprietà del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) che, al termine di un
accurato restauro, l’ha aperta al pubblico nel circuito delle Case Museo di
Milano.
Circondata da un vasto giardino con piscina e campo da tennis, è costituita da un volume compatto con un piano di rappresentanza e un piano
dedicato alle camere padronali, raggiungibili salendo un monumentale scalone; tra lussuosi decori, mobili preziosi e oggetti di grande raffinatezza, si
evidenziano alcuni elementi architettonici di linguaggio proto-razionalista
– come l’ampio bow-window angolare – che configurano l’edificio come
un singolare esempio di transizione tra tradizione e modernità.
La villa è arricchita da due importanti donazioni, la Raccolta Claudia
Gian Ferrari e la Collezione de’ Micheli.
Corso Venezia, 57
Planetario “Ulrico Hoepli”
Donato alla città dall’editore Ulrico Hoepli, di origini svizzere e milanese d’adozione, viene costruito nei Giardini pubblici tra il 1929 e il 1930 su
progetto di Piero Portaluppi.
La grande cupola emisferica rivestita in rame anticato è il fulcro della
composizione: con i suoi 20 m di diametro si eleva da un volume a base
ottagonale a cui è aggiunto un pronao classico con quattro colonne ioniche, collocato in cima alla scalinata d’ingresso; la sala ha una capienza di
375 posti con originali e funzionali sedie girevoli. Alla base della cupola è
presente un profilo di Milano che riproduce l’orizzonte della città negli anni
Trenta.
L’esterno è rivestito in pietra (ceppo di Albino e Crevola d’Ossola) e con
fasce intonacate.
Ristrutturato in seguito ai danneggiamenti bellici del 1943 e rimodernato
più volte per migliorare i sofisticati sistemi di proiezione della volta celeste
sulla calotta interna, il Planetario è una delle più prestigiose istituzioni italiane di divulgazione e didattica legata all’astronomia e all’astrofisica.
Santa Maria della Passione
e Conservatorio di musica “G. Verdi”
Chiesa
Conservatorio
di musica
Via Conservatorio, 12
Chiesa di Santa Maria della Passione
e Conservatorio di musica “G. Verdi”
Nel 1485 il nobile milanese Daniele Birago dona ai Canonici Lateranensi
un vasto fondo per la costruzione di un monastero e di una chiesa (1) destinata a conservare la Madonna della Passione, un affresco oggetto della
venerazione popolare.
I lavori iniziano nel 1486 sotto la guida di Giovanni Battagio, ingegnere
ducale: l’impianto adottato, costituito da un ottagono con 4 bracci sporgenti e 4 esedre generato dalla sovrapposizione tra una croce greca e un
vano centrico, è di grande intensità simbolica. La costruzione prosegue con
Cristoforo Lombardo, che nel 1530 realizza la cupola, alta quasi 50 m, e il
monumentale tiburio ottagonale a due ordini sovrapposti. A partire dal 1573,
su progetto di Martino Bassi, la chiesa viene trasformata con l’aggiunta
di 3 navate e cappelle laterali, assumendo un impianto longitudinale più
consono ai dettami della Controriforma.
L’interno conserva importanti opere pittoriche di scuola lombarda (XVI-XVII secolo), mentre la facciata barocca è costruita tra il 1692 e il 1729 su
disegno di Giuseppe Rusnati. Del monastero quattrocentesco, in gran parte
ricostruito tra Cinquecento e Seicento, sono rimasti pochi ambienti, tra cui
la Sala Capitolare affrescata dal Bergognone.
Nel 1807 l’ex convento è trasformato in sede del Conservatorio di musica (2), oggi intitolato a Giuseppe Verdi, una delle più importanti istituzioni
al mondo per gli studi musicali. Il complesso comprende il chiostro quadrato,
con portico su colonne toscane attribuito a Cristoforo Solari ma ricostruito da Ferdinando Reggiori nel 1947-59, la Sala Piccola, per la musica da
camera, la Sala Grande, per la musica sinfonica e corale, e la Biblioteca, dal
1816 Archivio musicale della Lombardia.
Corso di Porta Vittoria, 6
Palazzo Sormani-Andreani
Il palazzo, una delle più prestigiose dimore nobiliari milanesi, è costruito
nella prima metà del Seicento per volere del cardinale Cesare Monti ma
ampliato e ristrutturato nel 1736 da Francesco Croce.
All’interno il monumentale scalone a doppia rampa conduce al piano
nobile, dove spicca il ciclo di tele della Sala del Grechetto, con l’Orfeo che
ammansisce gli animali (metà del XVII secolo).
Si dispone attorno a un’ampia corte rettangolare, porticata su due lati,
occupando uno spazio trapezoidale. La facciata è caratterizzata da un corpo
centrale sporgente di gusto tardo-barocco, con un singolare frontone curvo.
Il fronte retrostante, affacciato sui resti del giardino all’inglese disegnato da
Leopoldo Pollack, è realizzato nel 1756 da Benedetto Alfieri: scandito da un
ordine gigante di lesene che sorregge un attico sormontato da balaustra,
prelude alle forme neoclassiche.
Il palazzo, ristrutturato nel 1956 da Arrigo Arrighetti, ospita la Biblioteca comunale centrale, con un cospicuo patrimonio di libri, manoscritti,
periodici e audiovisivi.
Via Enrico Besana, 12
Rotonda della Besana
MUBA Museo dei Bambini Milano
La Rotonda, comunemente chiamata “della Besana” perché situata nella
omonima via, è costruita nei primi anni del Settecento come cimitero del
vicino ospedale Maggiore; in passato era infatti detta anche foppone, cioè
“grande fossa”.
Oggi è un’importante sede espositiva della città.
Compongono il complesso la chiesa di S. Michele ai Nuovi Sepolcri, a
croce greca e non più officiata – costruita da Attilio Arrigoni tra il 1695 e il
1700 – e il recinto porticato che la racchiude, progettato da Carlo Francesco
Raffagno e terminato da Francesco Croce nel 1731.
Chiuso verso strada da un muro in laterizio con arcate su lesene e grandi
finestroni, il porticato è caratterizzato da un percorso rialzato e continuo
formato da quattro esedre maggiori alternate a quattro esedre minori con
colonne binate.
Il cimitero, chiuso alla fine del Settecento, fu interessato da alcuni progetti mai realizzati – tra cui quelli di Luigi Cagnola e Simone Cantoni (1809)
– che prevedevano di trasformare la Rotonda in Pantheon del Regno Italico,
destinato ad accogliere le sepolture degli uomini illustri.
Piazza Medaglie d’Oro
Porta Romana
È l’unica sopravvissuta delle dieci porte che si aprivano nei bastioni
spagnoli – la terza cerchia muraria di Milano dopo quelle di epoca romana
e medievale – realizzati tra il 1548 e il 1560 per ordine del governatore Ferrante Gonzaga e demoliti dopo l’approvazione del piano regolatore del 1884.
L’arco viene costruito su progetto di Aurelio Trezzi nel 1598 in occasione dell’ingresso in città di Maria Margherita d’Austria, promessa sposa di
Filippo III di Spagna.
È la prima porta del sistema difensivo realizzata con intenti celebrativi
e ispirata agli archi romani di età imperiale.
Il fronte esterno, che ricorda le architetture venete del Sanmicheli, è
caratterizzato dalla sovrapposizione tra ordine dorico e ordine rustico: le
due coppie di colonne che inquadrano l’arco sono interrotte da blocchi
squadrati e reggono una ricca trabeazione con fregio in cui si alternano
triglifi e metope ornate da bassorilievi. I due piccoli fornici laterali sono oggi
murati. L’attico contiene l’iscrizione dedicatoria.
Sant’Ambrogio
Basilica di Sant’Ambrogio
Cortile della canonica
Università Cattolica
del Sacro Cuore
Piazza Sant’Ambrogio, 15
Basilica di Sant’Ambrogio
Antica Basilica Martyrum fatta costruire da S. Ambrogio tra il 379 e il
386 in un’area cimiteriale fuori Porta Vercellina, diviene luogo di sepoltura
dei Santi Gervasio e Protasio e dello stesso patrono della città (397). Nel
789 è affiancata da un monastero benedettino.
La struttura originaria, a tre navate con due file di colonne e abside
unica, viene profondamente trasformata da interventi realizzati tra il IX e
il XII secolo. Sebbene l’aspetto attuale sia in gran parte frutto dei restauri
ottocenteschi, la basilica può essere considerata la più importante espressione del romanico lombardo.
La navata centrale è suddivisa in quattro campate quadrate, le prime tre
coperte da volte a crociera costolonate, l’ultima sovrastata da una cupola
ottagonale nascosta all’esterno dal tiburio.
A ogni campata maggiore ne corrispondono due minori nelle navate
laterali, coperte da volte a crociera che reggono i matronei; si genera così
una singolare alternanza tra pilastri a fascio di due diverse dimensioni.
L’interno conserva eccezionali opere d’arte quali il ciborio (IX secolo),
l’Altare d’oro (c. 835), capolavoro dell’oreficeria di età carolingia, e il sacello
di San Vittore in Ciel d’Oro, con cupola emisferica rivestita da mosaici (V
secolo).
La chiesa è preceduta da un quadriportico rettangolare (XI secolo) con
pilastri a fascio e archi a doppia ghiera; il lato verso la basilica, che costituisce l’ordine inferiore della facciata, è sovrastato da un loggiato ad archi
digradanti con coronamento a capanna. A destra è situato il campanile detto
dei Monaci (IX secolo), a sinistra quello dei Canonici (XII secolo), completato
nel 1889.
Sant’Ambrogio
Basilica di Sant’Ambrogio
Cortile della canonica
Università Cattolica
del Sacro Cuore
Piazza Sant’Ambrogio, 15
Cortile della Canonica di Sant’Ambrogio
Il cortile fu realizzato tra il 1492 e il 1497 dal Bramante per la volontà
di Ludovico il Moro di destinare una nuova canonica al clero secolare di
Sant’Ambrogio.
Progettato verosimilmente come spazio quadrato, è rimasto incompiuto:
l’unico lato realizzato è quello addossato alla basilica, mentre il secondo lato
fu impostato soltanto alla fine del Quattrocento e ricostruito da Ferdinando
Reggiori durante i restauri seguiti ai bombardamenti del 1943.
Il portico è costituito da una serie di archi in cotto su colonne con capitelli corinzi e pulvino che lasciano spazio a un grande arco trionfale in
corrispondenza della porta d’ingresso alla basilica. Impostato secondo i
canoni classici su paraste murarie e piedistallo, l’arco è caratterizzato da un
ordine gigante che interrompe in altezza il volume sopra il portico. L’angolo
e il grande arco sono enfatizzati dalle originali colonne ad tronchonos che
ricordano le forme naturali degli alberi.
Di fronte al portico sorge la piccola chiesa di San Sigismondo (XI secolo).
Sant’Ambrogio
Basilica di Sant’Ambrogio
Cortile della canonica
Università Cattolica
del Sacro Cuore
Largo fra Agostino Gemelli, 1
Università Cattolica del Sacro Cuore
L’Università Cattolica del Sacro Cuore, fondata da padre Agostino Gemelli
nel 1921, viene realizzata su progetto di Giovanni Muzio tra gli anni Trenta
e Quaranta del Novecento inglobando l’antico monastero cistercense di
Sant’Ambrogio e aggiungendo nuovi edifici funzionali alle attività accademiche: il corpo d’ingresso, i collegi maschili Augustinianum e Ludovicianum,
il collegio femminile Marianum, il fabbricato delle nuove aule, la mensa, i
laboratori, la biblioteca.
Le nuove costruzioni, caratterizzate dall’uso del mattone a vista e del
marmo, si integrano con quelle antiche evidenziandone tuttavia le differenze; il complesso si sviluppa attorno ai due grandi chiostri – il primo dorico, il
secondo ionico – costruiti insieme al refettorio (Aula Magna) nel XVI e XVII
secolo su progetto del Bramante. La grandiosità dell’impianto, l’eleganza
e la leggerezza delle soluzioni formali, l’uso “sperimentale” del linguaggio
classico ne fanno uno degli esiti più importanti del Rinascimento milanese
e un punto di svolta nell’evoluzione degli edifici monastici.
San Vittore al Corpo
Basilica
Ex Monastero - Museo
Nazionale della Scienza
e della Tecnologia
Via San Vittore, 25
Basilica di San Vittore al Corpo
L’area di San Vittore al Corpo ospitava sin dal IV secolo alcune basiliche
sepolcrali paleocristiane e il Mausoleo imperiale, eretto nel IV secolo e ricordato sino al XVI secolo come rotonda di S. Gregorio.
Dell’antico edificio, a pianta ottagonale con nicchie semicircolari, sono
visibili i resti delle fondazioni sotto la facciata della basilica. Il primo nucleo
della chiesa ha origine nell’VIII secolo quando viene ampliato un edificio
preesistente per ospitarvi le reliquie dei Santi Vittore e Satiro.
Nel 1508 i monaci Olivetani iniziano la ristrutturazione dell’intero complesso benedettino, fondato poco dopo il Mille dall’arcivescovo Arnolfo II.
Il progetto della chiesa è il risultato di un lungo dibattito tra i padri committenti e i più importanti architetti del tempo, tra cui Vincenzo Seregni e
Galeazzo Alessi: la basilica (1) viene ricostruita a partire dal 1560 con un
orientamento opposto a quello dell’edificio medievale.
L’impianto è a tre navate divise da pilastri, con alta cupola, presbiterio
absidato e navata maggiore coperta da volta a botte. La facciata, incompiuta,
ha un ordine inferiore di lesene corinzie che doveva allinearsi alle colonne di
un portico mai realizzato; l’ordine superiore è caratterizzato da una grande
finestra termale.
L’ex Monastero di San Vittore, che ospita il Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia (2), è disposto attorno ai due grandi chiostri a
pianta quadrata realizzati tra il 1553 e il 1587 con i contributi progettuali
del Seregni e dell’Alessi. Nei chiostri sono visibili i resti del recinto fortificato
del Mausoleo imperiale. Il monastero fu soppresso nel 1804 e utilizzato fino
al 1940 come ospedale militare, poi come caserma. Pesantemente bombardato nell’ultimo conflitto mondiale, è stato restaurato da Piero Portaluppi e
Ferdinando Reggiori (1949-53), che ne hanno riadattato le parti superstiti
per ospitarvi il museo.
San Vittore al Corpo
Basilica
Ex Monastero - Museo
Nazionale della Scienza e
della Tecnologia
Via San Vittore, 21
Museo della Scienza e della Tecnologia
Con sede nell’ex-monastero di San Vittore, ristrutturato tra il 1949 e il
1953 su progetto di Piero Portaluppi e Ferdinando Reggiori, è l’istituzione
museale più vicina allo spirito tecnico-produttivo della città di Milano.
Le sue ricche collezioni, provenienti da lasciti di importanti istituti e
gruppi industriali, ricostruiscono le tappe dell’evoluzione scientifica attraverso circa 10.000 oggetti esposti nei 40.000 mq del museo.
Il percorso museale si articola attraverso allestimenti permanenti, mostre
temporanee, laboratori e aree interattive per proseguire nei grandi padiglioni
dei trasporti ferroviari e aeronavali, con esemplari di locomotive, velivoli e
imbarcazioni al vero, tra cui la nave scuola Ebe, a due alberi e lunga oltre
50 metri. Dall’agosto del 2005, a lato del padiglione ferroviario, è esposto
il celebre sottomarino Enrico Toti.
Di particolare interesse la Galleria Leonardo da Vinci, che ospita una
raccolta di macchinari progettati dal Leonardo scienziato e inventore, accuratamente ricostruiti in modelli lignei.
Via Brisa
Palazzo Imperiale
I resti archeologici – fondazioni di alcuni ambienti absidati disposti attorno a uno spazio circolare – facevano parte di un complesso del III-IV
secolo appartenuto al palazzo imperiale della città e direttamente collegato
al vicino circo, imponente impianto ludico costruito sull’intero settore ovest
delle mura cittadine. Sono tra le poche testimonianze materiali del periodo
in cui Mediolanum è stata capitale dell’Impero Romano d’Occidente (286402 d.C.) e sede ufficiale dell’imperatore.
Ricordato già da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397, e dal
Poeta Ausonio (IV secolo), il palatium non coincideva con un’unica costruzione ma era formato da una serie di residenze e ambienti di rappresentanza
legati alla corte, disposti all’interno di un vasto quartiere situato tra Porta
Vercellina e Porta Ticinese.
Dei grandiosi edifici restano alcuni toponimi – la chiesa di San Giorgio al
Palazzo, in via Torino, ne rievoca l’antica presenza – e frammenti rinvenuti
in piazza Mentana e in via Santa Maria Valle.
Corso Magenta, 15
Chiesa di San Maurizio al Monastero
Maggiore e Museo Archeologico
La chiesa di San Maurizio e il chiostro adiacente, oggi occupato dal
Museo Archeologico, sono gli unici resti del Monastero Maggiore, il più antico e vasto convento femminile della città, realizzato tra l’VIII e il IX secolo
in prossimità delle mura e del circo di epoca romana e in parte demolito nel
1864-72 in seguito all’apertura delle vie Ansperto e Luini.
La chiesa attuale, iniziata nel 1503 sul sito di quella preesistente, è a
navata unica, separata in due ambienti distinti da un tramezzo che sale fino
all’imposta della grande volta a costoloni. Il primo vano, accessibile dalla
strada, era destinato ai fedeli, il secondo, collegato al resto della clausura,
era riservato alle monache e occupato dal grande coro ligneo cinquecentesco. Sui fianchi, scanditi da un doppio ordine di paraste, si aprono dieci
cappelle con volta a botte sovrastate da un elegante matroneo a serliane,
motivo architettonico ampiamente diffuso negli anni successivi.
Le superfici interne conservano uno dei più importanti cicli di affreschi
del Cinquecento lombardo, in gran parte opera di Bernardino Luini e della
sua cerchia. La facciata (1574-81) viene completata nel 1896 mentre il fianco
sinistro è frutto della sistemazione di Angelo Colla (1872).
Il Museo Archeologico, accessibile dal grande portale barocco, è articolato in 5 sezioni: greca, etrusca, romana, del Gandhâra e altomedievale.
Oltre ai numerosi reperti il percorso comprende tratti delle mura del IV secolo e due torri tardo-romane: una di forma poligonale, detta di Ansperto,
l’altra, quadrata, forse appartenente ai carceres del circo e utilizzata come
campanile della chiesa monastica.
Corso Magenta, 24
Palazzo Litta
Il palazzo è costruito da Francesco Maria Richini per Bartolomeo Arese,
presidente del Senato di Milano. I lavori, diretti da Richini, iniziano nel 1648,
ma sono sospesi alla morte di Arese (1674) e conclusi solo nel 1760 con lo
scalone d’onore di Carlo Giuseppe Merlo e la facciata di Bartolomeo Bolli.
Nel Settecento la dimora è nota per i fastosi ricevimenti della famiglia, nel
frattempo imparentatasi con i Visconti Borromeo e i Litta. Dai secondi il
palazzo prende l’attuale nome.
Verso la fine del XIX secolo e dopo i bombardamenti del 1943, consistenti
interventi modificano l’edificio.
La facciata si caratterizza per la commistione di elementi manieristi –
come i telamoni, sculture maschili per sostegno strutturale o decorative
– e barocchetti-rococò, quali le cornici ad andamento lineare e curvilineo
e lo stemma dei Litta sulla parte sommitale dell’edificio. Il cortile, uno dei
più belli del Seicento lombardo, è di Richini. Gli interni sono celebri per gli
arredi: specchi, stucchi, tappezzerie e affreschi illusionistici, alcuni dei quali
di Giovan Antonio Cucchi. Nell’ex cappella ha sede l’omonimo teatro.
Corso Magenta, 61
Palazzo delle Stelline
L’edificio sorge sul luogo dell’antico convento benedettino di Santa Maria
della Stella, soppresso da San Carlo Borromeo e trasformato nel 1578 in
sede dello Spedale de’ Mendicanti.
a piano terra e un loggiato ad archi e pilastri al primo piano. Nella seconda
metà del Settecento l’edificio viene adibito a orfanotrofio femminile e nel
1844 la corte centrale viene affiancata da due cortili minori.
La costruzione dell’attuale complesso, voluto da Federigo Borromeo, ha
inizio nel 1585. Il nucleo centrale dell’intervento è il cortile maggiore, che
ha forma rettangolare (undici per tredici campate) e si articola su due livelli:
un portico costituito da colonne doriche sormontate da archi a tutto sesto
Attualmente il complesso è sede della Fondazione delle Stelline e ospita
convegni e mostre. Il parco annesso al palazzo sorge sui celebri “Orti di Leonardo”, terreni a vigneto che Ludovico il Moro avrebbe donato al pittore
per ricompensarlo dei numerosi lavori da lui realizzati per la corte ducale.
Complesso di Santa Maria
delle Grazie
Chiesa
Chiostro “dei morti”
Refettorio
Chiostrino
Sagrestia vecchia
Piazza di Santa Maria delle Grazie
Complesso di Santa Maria delle Grazie
Il complesso, dal 1980 nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco,
comprende chiesa (1), chiostro “dei morti” (2), refettorio (3), chiostrino (4)
e sagrestia vecchia (5). È realizzato nella seconda metà del Quattrocento
come nuova sede milanese dei Domenicani. La costruzione della chiesa ha
inizio nel 1463 su progetto di Guiniforte Solari, cui si deve il corpo anteriore,
di forme tardogotiche, con tre navate coperte da volte a crociera ogivali
affrescate e cappelle laterali. La facciata a capanna e il fianco destro sono
caratterizzati dall’uso del mattone e scanditi da contrafforti che inquadrano
monofore a sesto acuto sormontate da oculi.
Se l’interno presenta tratti tipicamente bramanteschi, l’esterno appare
invece più legato alla tradizione lombarda, in particolare nel tiburio a 16
lati e 32 bifore, completato dall’Amadeo. Allo stesso Bramante sono attribuiti anche l’elegante chiostrino, con archi dai profili in cotto, e l’attigua
sagrestia vecchia.
Terminata nel 1487, la chiesa è rinnovata in forme rinascimentali per volontà di Ludovico il Moro, che intende farne il proprio mausoleo. Bramante,
incaricato del progetto, accosta alle navate di Solari un grande vano cubico
absidato, coperto da una cupola emisferica.
Sulla parete opposta si trova una Crocifissione ad affresco di Giovanni
Donato Montorfano (1495).
Nel refettorio, grande aula rettangolare posta sul lato ovest del chiostro
dei morti, si può ammirare la celeberrima Ultima cena di Leonardo da Vinci
(1495-97), uno dei capolavori della storia della pittura, espressione della
volontà dell’artista di indagare “i moti dell’animo”.
Piazza San Lorenzo
Basilica di San Lorenzo
Maggiore
Colonne
di San Lorenzo
Porta Ticinese
Medievale
Corso di Porta Ticinese
Basilica di San Lorenzo Maggiore
Edificio a pianta centrale tra i più rilevanti nella storia dell’architettura occidentale, viene costruito tra la fine del IV e l’inizio del V secolo al di
fuori delle mura, sulla strada per Ticinum (Pavia), poco lontano dal circo e
dall’anfiteatro, dal quale vengono forse prelevati i grandi conci in pietra
usati per le fondazioni.
Era con ogni probabilità una basilica palatina, legata al vicino palazzo
imperiale come il San Vitale a Ravenna. Gli incendi, i crolli, gli estesi rifacimenti non ne hanno alterato l’impianto originario: un’aula quadrata (24×24
m) aperta su ogni lato da esedre traforate ad archi su colonne, circondata
da un deambulatorio continuo sovrastato da matronei; negli angoli 4 torri
quadrate pensate per contrastare le spinte laterali della cupola.
Al grande corpo quadrilobato sono collegati 3 sacelli ottagonali di differenti dimensioni: a sud la cappella di Sant’Aquilino, un mausoleo imperiale
(IV secolo) con nicchie semicircolari e rettangolari, coperto da una volta a
ombrello e preceduto da un vestibolo (eccezionali i resti dell’originaria decorazione a mosaico); a est la cappella di Sant’Ippolito, un martyrium a
croce greca con cupola emisferica eretto per accogliere le spoglie dei Santi
Lorenzo e Ippolito; a nord un altro mausoleo, la cappella di San Sisto, con
atrio d’ingresso quadrato e impianto simile al Sant’Aquilino ma di minori
dimensioni.
La basilica ha subito due ricostruzioni radicali, una in forme romaniche
tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, l’altra cinquecentesca, a opera di
Martino Bassi che realizzò, su un alto tamburo a lesene binate, la grande
cupola ottagonale.
Piazza San Lorenzo
Basilica di San Lorenzo
Maggiore
Colonne
di San Lorenzo
Porta Ticinese
Medievale
Corso di Porta Ticinese
Colonne di San Lorenzo
Il maestoso colonnato è l’unico resto dell’impianto che collegava un
tempo San Lorenzo Maggiore alla via Ticinensis, antica strada per Pavia.
La struttura originaria era costituita da un vasto quadriportico antistante
la basilica, cui si accedeva da un portico colonnato affacciato sulla strada.
I 16 steli con capitelli corinzi che reggono un architrave, alti 8,5 m, provengono da un vicino edificio, forse un tempio pagano, di età imperiale.
Poggiano su uno stilobate in pietra e presentano al centro un arco in mattoni
che sottolinea l’asse dell’antico ingresso.
L’attuale sagrato della chiesa, creato negli anni Trenta con la demolizione
delle case che avevano occupato lo spazio del quadriportico, è delimitato
a destra e a sinistra dalle Canoniche, progettate da Aurelio Trezzi (162325) e completate da Francesco Maria Richini. Al centro si trova una statua
dell’Imperatore Costantino, copia in bronzo dell’originale custodito nella
basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.
Piazza San Lorenzo
Basilica di San Lorenzo
Maggiore
Colonne
di San Lorenzo
Porta Ticinese
Medievale
Corso di Porta Ticinese
Porta Ticinese Medievale
Situata all’incrocio tra il corso di Porta Ticinese e la cerchia dei navigli,
è una delle porte che si aprivano nella cinta muraria realizzata nel 1171,
l’unica sopravvissuta insieme agli Archi di Porta Nuova.
Viene rinnovata da Azzone Visconti dopo il 1329 e restaurata da Camillo
Boito nel 1861-65; aveva in origine due torri in laterizio – una è oggi mozza – e un unico fornice centrale con arco a tutto sesto formato da conci in
pietra.
Con l’intervento ottocentesco – una delle prime ricostruzioni di monumenti antichi a Milano – vengono demolite le case addossate alla struttura
e aperti due passaggi laterali con arco a sesto acuto; il coronamento di merli
guelfi realizzato dal Boito sulla sommità evoca un Medioevo immaginario
e pittoresco.
Sopra l’arco centrale, verso l’esterno, è posto un tabernacolo con un
rilievo della bottega di Giovanni di Balduccio raffigurante la Madonna in
trono col Bambino, S. Ambrogio in ginocchio che offre il modello della città,
S. Lorenzo, S. Eustorgio, S. Pietro martire (XIV secolo).
Piazza Sant’Eustorgio, 1
Basilica di Sant’Eustorgio
Chiesa tra le più antiche e illustri della città, viene fondata da Sant’Eustorgio vescovo nel IV secolo o, più probabilmente, dal successore Eustorgio
II nel VI secolo.
L’edificio paleocristiano, di cui rimangono tracce sotto l’abside, è ricostruito due volte in forme romaniche, la prima sul finire dell’XI secolo, la
seconda intorno al 1190 dopo l’assedio del Barbarossa, che trasferisce a
Colonia le reliquie dei Re Magi qui custodite. Tra il Duecento e il Trecento
la basilica, divenuta sede dei Domenicani (1216-20), è profondamente trasformata: si costruiscono il braccio sud del transetto, le crociere maggiori,
le cappelle gentilizie lungo la navata destra – le prime tre, tra cui spicca
cappella Brivio, sono invece del Quattrocento – e il campanile. In questa
fase assume l’aspetto di una “chiesa a sala”, in cui le tre navate e le cappelle
si percepiscono come ambiente unico.
Le alterazioni del Seicento e del Settecento sono state eliminate dai restauri stilistici ottocenteschi; tra questi vi è la facciata, realizzata da Giovanni
Brocca nel 1862-65. Gli ultimi interventi (1952-66), hanno recuperato le
originarie forme romanico-lombarde.
Dietro l’abside sorge la Cappella Portinari, capolavoro del Rinascimento
milanese, edificata nel 1462-68 per volontà del nobile fiorentino Pigello
Portinari. Il modello di riferimento è la Sagrestia Vecchia di Brunelleschi a
Firenze, ma le decorazioni in cotto e in pietra sono tipicamente lombarde.
L’interno, formato da due vani quadrati coperti da cupola, è impreziosito
da straordinari affreschi di Vincenzo Foppa (1468) e dall’Arca di S. Pietro
Martire, opera dello scultore Giovanni di Balduccio (1336-39).
Corso di Porta Ticinese, 95
Museo Diocesano
Il museo ha sede nell’antico convento domenicano adiacente alla basilica
di S. Eustorgio, costruito nel XIII secolo ma rinnovato all’inizio del Seicento
da Girolamo Sitoni. I due chiostri – il primo a colonne tuscaniche, il secondo a colonne ioniche binate – sono stati restaurati dall’architetto Lodovico
Barbiano di Belgiojoso e aperti al pubblico nel 2001.
La collezione, formata da circa 600 opere, raccoglie dipinti, sculture,
paramenti liturgici e arredi sacri provenienti dalle chiese della diocesi ambrosiana e appartenenti a un arco temporale che va dal IV al XIX secolo.
Molti sono i quadri giunti al museo dal palazzo Arcivescovile, preziose testimonianze degli orientamenti culturali dei successori di Ambrogio.
Di grande valore sono le collezioni Fondi oro, tavole di ambito toscano
dei secoli XIV e XV, e Marcenaro, sculture lignee di origine nord-europea,
ligure e centro-italiana. Nelle collezioni Monti, Pozzobonelli, Visconti ed Erba
Odescalchi si distinguono numerose opere di illustri esponenti della pittura
lombarda.
Piazza Duca d’Aosta
Stazione Centrale
La Stazione Centrale, grandioso simbolo dell’ingresso in città, domina
piazza Duca d’Aosta ponendosi come fondale prospettico di via Vittor Pisani.
È una delle più grandi stazioni d’Europa, la seconda in Italia per numero di
passeggeri in transito.
Testata di un lungo percorso ferroviario in quota che penetra nel centro
urbano, il colossale edificio in pietra eretto da Ulisse Stacchini tra il 1927
e il 1931 unisce memorie eclettiche e liberty a una severa monumentalità
romana, carica di apparati scultorei voluti dal regime fascista.
Il fabbricato è costituito da un ampio fronte centrale – largo 215 m e
alto fino a 50 m – e da due lunghe ali laterali più basse; l’ingresso principale
è individuato dalla Galleria delle Carrozze, una larga strada coperta da cui si
accede all’Atrio centrale, immenso spazio a tutt’altezza illuminato da velari.
Salendo i due scaloni si giunge alla Galleria di Testa, posta al piano dei
binari e alta 25 m, su cui si affacciano le grandi aperture verso i treni e gli
ambienti delle sale d’attesa, oggi occupati da esercizi commerciali.
Le banchine sono coperte da cinque arcate in ferro e vetro: la centrale ha
una luce di 72 m ed è alta 33,5 m; di fronte al binario 21, tristemente noto
per le partenze dei convogli diretti ai campi di concentramento nazisti, è
posto il Padiglione Reale, che si distingue per l’architettura classicheggiante.
Gli spazi della stazione sono stati ristrutturati tra il 2005 e il 2010: la
Galleria delle Carrozze è collegata al livello della metropolitana, mentre i
percorsi per la Galleria di Testa sono ridefiniti con nuove rampe mobili, una
nuova biglietteria e spazi commerciali multilivello.
Via Fabio Filzi, 22
Grattacielo Pirelli
Capolavoro indiscusso dell’architettura moderna italiana, il grattacielo
è l’emblema del dinamismo economico della Milano del dopoguerra. Progettato da Gio Ponti con la consulenza strutturale di Arturo Danusso e Pier
Luigi Nervi, viene realizzato tra il 1955 e il 1960 come sede amministrativa
delle industrie Pirelli.
Rivestito in piccole tessere ceramiche, l’edificio è caratterizzato da tagli
verticali sulle testate e ampie superfici vetrate separate da pilastri rastremati
sulle due facciate.
Con i suoi 127 metri di altezza è stato tra gli edifici in cemento armato
più alti d’Europa, raggiungendo un equilibrio ancora oggi insuperato tra
forma e struttura. Il profilo poligonale della pianta ricorda un diamante e
genera in alzato un’elegante figura che si smaterializza in una sottile lama
slanciata verso il cielo.
Il trentunesimo piano ospita il belvedere, che offre una magnifica vista
sull’intera città.
Sede della Regione Lombardia dal 1978, è stato danneggiato nel 2002
dallo schianto di un velivolo e restaurato nei due anni successivi.
Via Giorgio Jan, 15
Casa-Museo Boschi Di Stefano
Situata all’interno del palazzo progettato tra il 1929 e il 1931 da Piero
Portaluppi, la casa-museo ha origine dalla passione dei coniugi Antonio
Boschi e Marieda Di Stefano, che formano, a partire dagli anni Venti e per
oltre cinquant’anni, quella che diverrà una delle più importanti collezioni
del patrimonio artistico milanese del XX secolo.
Esposte negli ambienti dell’appartamento in una successione continua,
al punto da non lasciare alcuno spazio libero sulle pareti, vi sono opere di
artisti italiani che spaziano dal Futurismo all’Informale della fine degli anni
Cinquanta. Un’intera sala è dedicata al Novecento Italiano, con paesaggi,
nature morte e ritratti, altre sono dedicate alle opere di Fontana, Sironi,
Morandi e de Pisis.
Nel grande soggiorno d’angolo sono ospitate le opere di artisti che trascorsero lunghi periodi a Parigi, come de Chirico, Campigli e Savinio. L’ultima delle sale, in origine la camera matrimoniale, è dedicata all’Informale e
conclude il percorso con due grandi Achrome di Piero Manzoni.
Largo Marinai d’Italia
Palazzina Liberty
Progettata nel 1908 dall’architetto Migliorini, la palazzina era l’edificio
centrale del vecchio mercato ortofrutticolo attivo dal 1911 al 1965 su un’area di oltre 70.000 mq oggi adibita a parco. Ospitava un caffè‐ristorante ed
era luogo d’incontro e di contrattazione tra i commercianti.
Dopo il trasferimento dell’Ortomercato presso la sede di via Lombroso,
la struttura rimane in uno stato di completo abbandono fino al 1974, anno
in cui è occupata dalla compagnia teatrale di Dario Fo, che ne riadatta gli
spazi mettendo in scena numerose rappresentazioni.
Negli anni Ottanta il Comune avvia un lungo intervento di restauro
concluso nel 1992.
La palazzina, oggi sede della Civica Orchestra di Fiati, di numerosi concerti e altri eventi culturali, è un raffinato esempio di architettura liberty:
alla semplicità dell’impianto – un rettangolo biabsidato – si contrappone
la ricchezza delle facciate caratterizzate da ampie superfici vetrate, rilievi
floreali ed eleganti decorazioni in ceramica dai colori delicati.
Via Guglielmo Roentgen, 1
Università Luigi Bocconi
Tra le più prestigiose e monumentali architetture contemporanee della
città, l’ampliamento dell’Università Bocconi, realizzato tra il 2002 e il 2008
su progetto dello studio irlandese Grafton Architects, ospita l’Aula Magna,
i centri di ricerca, i dipartimenti e gli uffici di Ateneo.
L’aspetto monolitico dell’esterno – caratterizzato dall’uso del rivestimento in pietra di ceppo lombardo – e la presenza di un articolato sistema
di spazi pubblici interni con percorsi a più livelli richiamano le più recenti
esperienze architettoniche europee e la tradizione dei cortili milanesi.
Il complesso è costituito da una serie di corpi edilizi in linea affacciati
su corti interne che presentano ampie superfici vetrate con inserti opalini.
I fronti su strada esibiscono poderose masse prive di aperture, definite
da lievi sporgenze che creano suggestivi effetti di chiaroscuro; lo spazio
all’angolo tra viale Bligny e via Röntgen è dominato dal volume sporgente
dell’Aula Magna, il cui foyer ipogeo è visibile attraverso una leggera superficie vetrata.
Via Sant’Arialdo, 102
Abbazia di Chiaravalle
Il nome Chiaravalle deriva da Clairvaux, località della Borgogna, sede di
una delle cinque abbazie madri dell’ordine cistercense, da cui proviene San
Bernardo, fondatore nel 1135 dell’abbazia milanese.
La costruzione dell’attuale complesso ha inizio tra il 1150 e il 1160: fedele ai canoni edilizi cistercensi, l’impianto è a croce latina con tre navate,
transetto e abside rettilinea affiancata da cappelle minori.
L’esterno, in cotto secondo la tradizione lombarda, è dominato dalla
torre nolare (1329-40) a ottagoni sovrapposti traforati da bifore e logge.
Il chiostro, in gran parte ricostruito durante i restauri compiuti tra ‘800 e
‘900, distribuisce intorno a sé tutti gli ambienti della comunità monastica (refettorio, cucina, sala capitolare, dormitorio). Nulla rimane invece del
grande chiostro realizzato in forme bramantesche alla fine del XV secolo e
distrutto nel 1862 per far spazio alla ferrovia.
La facciata a capanna è preceduta da un portico aggiunto nel 1625.
All’interno coro in noce di C. Garavaglia (1645) e affreschi dei secoli XVI e
XVII.
Piazzale Cimitero Monumentale
Cimitero Monumentale
Il cimitero viene costruito da Carlo Maciachini tra il 1863 e il 1866 per
unire il culto dei defunti con le esigenze celebrative dell’Italia postunitaria.
Caratterizzato da fasce in pietra e marmi bicromi, è un’originale testimonianza di architettura eclettica in cui i modelli stilistici del romanico pisano
e quelli del gotico lombardo si fondono in una composizione omogenea.
L’impianto generale è costituito da un recinto con due gallerie laterali
esterne che si uniscono al centro nel monumentale corpo d’ingresso, il Famedio o pantheon cittadino.
All’interno di questo spazio a croce greca sono presenti sepolcri, statue
e lapidi dei milanesi illustri, mentre sotto la cupola ottagonale è posto il
monumento sepolcrale di Alessandro Manzoni.
Lungo il percorso principale che attraversa il cimitero si trovano l’Ossario
e il Tempio Crematorio. Tombe, edicole funerarie e sculture costituiscono
uno straordinario repertorio di storia artistica dal tardo Ottocento alla contemporaneità.
Via Garegnano, 28
Certosa di Garegnano
La Certosa, fondata nel 1349 da Giovanni Visconti, signore e arcivescovo
di Milano, sorgeva all’esterno del parco ducale del Castello, nei pressi del
borgo di Garegnano.
Nel 1357, anno in cui il Petrarca la definì “nova sed nobilis”, era iniziata
la costruzione della chiesa, del chiostro piccolo e di parte del chiostro grande; attorno a quest’ultimo – completato tra il XV e il XVI secolo, demolito
nel 1885 e oggi sostituito da un raccordo autostradale – si distribuivano le
celle dei monaci.
Il complesso attuale risale al tardo Cinquecento: dall’atrio d’ingresso si
accede a un cortile con tre esedre dominato dalla facciata della chiesa –
attribuita a Vincenzo Seregni e Galeazzo Alessi ma terminata nel 1608 – e
dal grande arco che immette nel cortile d’onore.
La chiesa, a navata unica con volta a botte e due cappelle quadrate ai
lati dell’ingresso, si distingue per i grandiosi cicli pittorici dell’interno: nella
navata le Storie di San Bruno di Daniele Crespi (1620-29), nell’abside e nel
presbiterio gli affreschi di Simone Peterzano (1578-82).
Viale Affori, 21
Villa Litta Modignani
La villa è costruita a partire dal 1687 per volere del marchese Pier Paolo
Corbella, ristrutturando una dimora appartenuta all’arcivescovo Giovanni
Visconti (1350).
Circondata da un parco secolare e situata all’intersezione di due assi
ortogonali – il primo la inquadra frontalmente, il secondo è in continuità
con viale Affori – è costituita da un corpo principale alto tre piani e da due
ali laterali più basse.
Vi si accede attraverso un portico a cinque arcate su colonne, che si
ripropone sul lato verso il parco.
Gli ambienti interni conservano parte dell’antica ricchezza: al piano nobile, ristrutturato nel 2006, si apre il grande salone delle arti, con pregevole
soffitto ligneo dipinto e importanti frammenti di decorazioni pittoriche a
trompe-l’oeil, tra cui spiccano i fregi dedicati alla musica, alla pittura, alla
scultura e alla poesia.
Nella piccola cappella privata, interamente affrescata nelle pareti e sulla volta, è collocata una tela di scuola lombarda raffigurante la Madonna
venerata dai Santi (XVIII secolo). Il complesso ospita la biblioteca rionale di
Affori e alcuni servizi di quartiere.
Via Giovanni Terruggia, 14
Villa Clerici
Esempio di dimora suburbana sorprendente per dimensioni e fastosità,
la villa è stata commissionata a Francesco Croce nel 1722 dal mercante
della seta Giorgio Clerici.
È formata da un corpo centrale e da due ali laterali rustiche che terminano nelle testate con le cappelle dedicate a Santa Teresa e Sant’Antonio.
Nella corte centrale è allestito un elegante giardino all’italiana che si interpone come filtro tra l’ingresso e la strada; sul retro si apre un vasto parco
ornato da gruppi scultorei e scenografiche quinte disposte tra le alberature.
Alla villa si accede attraverso un portico a tre arcate su colonne binate;
di particolare rilievo è l’elegante scalone d’onore, arricchito da statue agli
svolti delle rampe come nell’omonimo palazzo della famiglia nel centro della
città. Tra i raffinati interni si distingue il salone degli specchi, che conserva
dipinti trompe-l’oeil e un prestigioso soffitto a cassettoni decorato.
Dal 1955 la villa ospita la Galleria d’Arte sacra dei Contemporanei, che
raccoglie numerose opere a soggetto sacro di artisti del XX secolo.
Rete dei Navigli
Naviglio Pavese
Naviglio di Bereguardo
Naviglio Grande
Naviglio Martesana
Alzaia Naviglio Pavese, 2
Naviglio Pavese
Realizzato compiutamente soltanto in epoca napoleonica, il Naviglio
Pavese (1) costituisce un collegamento via acqua tra Milano e Pavia. Ha
inizio dalla Darsena, sotto il cosiddetto Ponte del Trofeo. Per superare il dislivello esistente nei 33 km di lunghezza è dotato di numerose conche, che
culminano nella sequenza scenografica di gradoni all’imbocco del fiume
Ticino.
Nel 1819, anno in cui il canale è aperto alla navigazione, si concretizza
definitivamente il collegamento di Milano con il Mare Adriatico attraverso il
Ticino e il Po; questo progetto, iniziato nel Quattrocento con la costruzione
del Naviglio di Bereguardo (2) – che collegava il Naviglio Grande (3) al
Ticino nei pressi di Pavia – e del Naviglio Martesana (4) – che attraverso
un sistema di conche studiato da Leonardo immetteva le acque dell’Adda
nella cerchia dei Navigli – aveva reso la città crocevia tra Europa continentale e Mediterraneo.
La zona dei Navigli, con i suoi commerci, le botteghe artigiane, la presenza di numerosi locali e laboratori per artisti che ne caratterizzano le alzaie
e le ripe, è uno dei luoghi in cui più si manifesta la vitalità della città.
Il fulcro del quartiere è la Darsena, costruita nel 1603, vero e proprio
porto urbano in cui affluiscono le acque del Naviglio Grande e del fiume
Olona (ora sotterraneo) e da cui defluiscono quelle del Naviglio Pavese. Prima della sua copertura, avvenuta nel 1929-30, anche la cerchia interna dei
Navigli vi immetteva le proprie acque tramite la conca di Viarenna (attuale
via Conca del Naviglio).
Rete dei Navigli
Naviglio Pavese
Naviglio di Bereguardo
Naviglio Grande
Naviglio Martesana
Alzaia Naviglio Grande, 2
Naviglio Grande
Già navigabile alla metà del XIII secolo, il Naviglio Grande è la più importante opera di ingegneria idraulica mai realizzata in territorio lombardo; collega il fiume Ticino a Milano passando per Abbiategrasso e lungo il
percorso è caratterizzato dalla presenza di numerose ville nobiliari costruite
tra il XVI e il XIX secolo.
Grande via di commercio in epoca viscontea e sforzesca, fu determinante
per la costruzione della città: il marmo di Candoglia utilizzato per il Duomo,
il granito rosa di Baveno e altri materiali lapidei, insieme alla sabbia e al legname, giungevano dal lago Maggiore per approdare, attraverso un sistema
di conche, alla cerchia navigabile, creata sfruttando il fossato all’esterno
delle mura medievali. Tale via d’acqua, terminata alla metà del XV secolo e
conosciuta come cerchia dei Navigli, era affiancata da numerosi depositi e
magazzini a corte aperta, detti sciostre.
I marmi diretti al cantiere del Duomo venivano caricati su barconi con
la celebre scritta AUF (ad usum fabricae), che garantiva il libero passaggio
alle barriere daziarie per approdare al laghetto di Santo Stefano (coperto
nel 1857, ne rimane il toponimo nell’attuale via Laghetto).
Lungo le sponde del Naviglio Grande sono sorte, fin dall’alto medioevo,
una moltitudine di botteghe artigiane e opifici per la concia delle pelli, la
lavorazione delle stoffe e la produzione della carta.
Ancora presenti, sull’Alzaia all’angolo con vicolo Lavandai, gli antichi
lavatoi coperti. Più avanti, con facciata al rustico, sorge la chiesa di Santa
Maria delle Grazie al Naviglio, ricostruita in forme gotiche da Cesare Nava
tra il 1899 e il 1909.
Rete dei Navigli
Naviglio Pavese
Naviglio di Bereguardo
Naviglio Grande
Naviglio Martesana
Via Tirano
Naviglio Martesana
È Francesco Sforza nel 1457 a dare inizio alla costruzione del Naviglio
Martesana, in origine conosciuto come “Piccolo”. La via d’acqua prende il
nome dal contado che attraversa in cui si insedia, già prima dell’anno Mille,
la gens Martecia.
Nato per muovere “macine, torchi d’olio, filatoi, cartiere”, il naviglio ha
origine a Trezzo sull’Adda, a nord-est di Milano, e arriva in città dopo un
percorso di circa 40 km collegandola all’Adda e al Lago di Como.
Navigabile dal 1482, nel 1496 è Ludovico il Moro a inaugurare la connessione alla cerchia dei navigli e alla darsena di Porta Ticinese: si dice che
del progetto si sia occupato Leonardo da Vinci.
Le barche giungevano a Milano dopo un viaggio di sette ore e mezzo e
rientravano a Trezzo in dodici, trainate dai cavalli.
Dopo i lavori di copertura, conclusi negli Anni Sessanta del Novecento,
il Naviglio Martesana termina il suo corso all’aperto in corrispondenza della
Cassina de’ Pomm in via Melchiorre Gioia dove si trova anche il cosiddetto
Ponte dei Panfiss, così chiamato perché attraversato un tempo dagli operai
della fabbrica di candele Branca che avevano un posto fisso e, dunque, un
salario assicurato.
Via Chiese, 2
HangarBicocca
Dinamico spazio culturale dedicato all’arte contemporanea, HangarBicocca è una moderna struttura multifunzionale che ospita mostre ed eventi
legati alla sfera delle arti visive.
L’edificio, situato all’interno degli ex stabilimenti della Breda e destinato
in origine alla costruzione di bobine per i motori elettrici dei treni, è costituito da tre grandi ambienti a navata che mantengono il loro primitivo
aspetto industriale, consentendo allestimenti di notevoli dimensioni. In una
delle navate è collocata la grande installazione permanente I Sette Palazzi
Celesti (2004) dell’artista Anselm Kiefer. Il corpo d’ingresso, caratterizzato
dalla sequenza delle coperture a doppia falda, contiene i servizi al pubblico:
l’HB Kids Room, uno spazio polifunzionale e un ristorante, oltre che un’ulteriore area espositiva. Nel giardino è collocata la monumentale scultura
La Sequenza di Fausto Melotti (1981), restaurata e in mostra permanente
dal 2010.
La costante attività di sperimentazione, divulgazione e ricerca lo rende
uno dei più vivaci incubatori d’arte della città.
Via dell’Innovazione, 20
TAM - Teatro degli Arcimboldi
Inaugurato nel gennaio 2002 in occasione della ristrutturazione del
Teatro alla Scala, il Teatro degli Arcimboldi nasce come grande spazio per
la lirica e la musica classica.
Il nome deriva dall’antica famiglia milanese che fece costruire la vicina
Bicocca degli Arcimboldi, villa suburbana della seconda metà del XV secolo.
Realizzato su progetto dello studio Gregotti Associati come importante
elemento urbano all’interno del vasto piano di riqualificazione dell’area
industriale Bicocca, è uno dei più ampi teatri d’Europa, capace di ospitare
quasi 2400 spettatori.
L’edificio ha una struttura in cemento armato ed è rivestito in intonaco
chiaro che si contrappone al basamento in granito nero.
L’architettura, dalle linee semplici e compatte, è impostata sulla sequenza
di tre volumi: la torre scenica, alta 40 m, la sala a ventaglio – con platea
doppia e due ordini di gallerie – e infine il foyer, illuminato dalla vetrata
inclinata che caratterizza il fronte sulla piazza prospiciente.
Piazzale Luigi Cadorna
Piazzale Luigi Cadorna
Importante crocevia situato all’estremità occidentale del Foro Buonaparte, piazzale Cadorna deve il suo attuale aspetto a un progetto di sistemazione urbana dell’architetto Gae Aulenti.
L’intervento, sviluppato tra il 1997 e il 2000 in occasione della realizzazione della linea di collegamento aeroportuale Malpensa Express, riqualifica
uno dei luoghi d’accesso privilegiati al centro città, dove avviene l’interscambio tra le linee ferroviarie dirette a nord-ovest e le linee Rossa e Verde
della metropolitana.
I flussi veicolari che confluiscono nel piazzale sono regolati grazie a
un’unica ampia rotatoria con una grande fontana al centro. Un sistema di
pensiline in ferro e vetro, rette da una fitta sequenza di colonne dalla vivace tinteggiatura rossa, agevola la circolazione pedonale verso i chioschi, la
fermata dei taxi e gli ingressi alla metropolitana.
L’edificio della Stazione delle Ferrovie Nord, risalente al 1956, è ristrutturato ridisegnandone il fronte con l’applicazione di una parete continua
di pannelli e serramenti metallici a modulo quadrato. Un’alta pensilina, allineata alla quota degli edifici limitrofi, arricchisce il disegno della facciata.
Al centro del piazzale spicca la scultura in acciaio e vetroresina degli
artisti Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen, intitolata “Needle, Thread and
Knot” (Ago, Filo e Nodo, 2000). Il gigantesco ago con il filo multicolore, che
s’interra e sbuca nella vasca d’acqua della rotatoria, rappresenta un omaggio
alla laboriosità milanese e al mondo della moda, alludendo, con le sue forme
sinuose, allo storico stemma della città, il biscione della famiglia Visconti.
Piazza Michelangelo Buonarroti, 29
Casa di riposo per musicisti
“Giuseppe Verdi”
Rivolta verso la piazza con il Monumento a Giuseppe Verdi di Enrico Butti
(1913), la casa è realizzata tra il 1895 e il 1899 per precisa volontà di Verdi,
che affida il progetto a Camillo Boito, fratello del famoso librettista Arrigo.
di Verdi e della seconda moglie Giuseppina Strepponi, decorata a mosaici
su disegni di Lodovico Pogliaghi. Sopra la cripta è situata la piccola cappella
del complesso.
Destinato a casa di riposo per musicisti e cantanti in condizioni disagiate,
l’edificio è inaugurato nel 1902.
Tra gli ambienti interni, in cui sono collocati strumenti musicali a disposizione degli ospiti, si distinguono il grande Salone d’Onore e la Sala araba,
che conserva il pianoforte suonato dal Maestro.
L’architetto ricorre a un severo stile neoromanico che sembra prendere
le distanze dagli eccessi dell’eclettismo: un fronte in mattoni a vista con
eleganti bifore e trifore si eleva su un alto basamento dalle superfici rustiche.
Dal grande cortile rettangolare si accede alla cripta che ospita i sepolcri
Un piccolo museo accoglie opere d’arte, cimeli e arredi provenienti dalle
dimore di Genova e Sant’Agata (Busseto).
Via Filippo Turati, 34
Palazzo della Permanente
Il palazzo, sede della storica istituzione milanese Società per le Belle Arti
ed Esposizione Permanente, è uno dei principali nuclei espositivi della città.
Ospita importanti mostre, eventi e conferenze, promuovendo e diffondendo
il patrimonio artistico attraverso un’intensa attività culturale.
La ristrutturazione degli spazi espositivi (1951-53) è di Achille e Piergiacomo Castiglioni e di Luigi Fratino, che realizzano anche la nuova torre
interna, definita da sottili aperture dal ritmo regolare inserite tra marcapiani
in cemento armato a vista.
Dell’edificio ottocentesco, progettato da Luca Beltrami in stile rinascimentale e gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, rimane
soltanto la facciata su strada in pietra rossa di Verona, con un elegante
ingresso tripartito sormontato da una loggia a tre arcate.
Del complesso fanno parte un archivio storico e un museo, con una
collezione d’arte costituita da più di trecento opere tra dipinti e sculture,
oltre che da numerosi disegni e incisioni.
Piazza Città di Lombardia, 1
Palazzo Lombardia
Il grande complesso, sede della Regione Lombardia, è uno degli episodi
più rilevanti della riqualificazione urbanistica dell’area Garibaldi-Repubblica.
Si sviluppa su una superficie di 33.700 mq delimitata dalle vie Melchiorre
Gioia, Restelli, Galvani e Algarotti.
Il progetto, realizzato tra il 2007 e il 2010 dagli studi Pei Cobb Freed &
Partners, Caputo Partnership e Sistema Duemila, ha dato vita a un vero e
proprio “pezzo di città” costituito da una torre di circa 161 m e da quattro
edifici più bassi ad andamento curvilineo. La torre, una delle più alte d’Italia, si staglia nello skyline cittadino come nuovo simbolo dell’istituzione
regionale. I corpi bassi, ispirati ai crinali lombardi, generano con le loro
forme sinuose un articolato sistema di spazi pubblici tra i quali si distingue
la centrale Piazza Città di Lombardia.
Quest’ultima, con copertura trasparente, rappresenta una potenziale sede
di eventi. Con la sola eccezione delle testate, rivestite da lastre in pietra di
ceppo, tutte le facciate sono caratterizzate da una “doppia pelle” in vetro
che consente il controllo dell’irraggiamento solare attraverso frangisole
collocati nell’intercapedine.
Particolare attenzione è stata riservata al tema del risparmio energetico
con l’installazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore che utilizzano
l’acqua di falda.
L’intero complesso ospita non solo gli uffici regionali ma anche spazi
espositivi e commerciali, sale per riunioni e convegni, biblioteche e archivi,
giardini, un auditorium e altri ambienti direttamente fruibili dai cittadini.
Via Brera, 28
Palazzo di Brera – Pinacoteca
Nato come collegio dei Gesuiti, il grandioso complesso è oggi sede della celebre Pinacoteca di Brera – uno dei più importanti musei italiani – e
di altri prestigiosi istituti culturali cittadini: l’Accademia di Belle Arti, la
Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico, il Museo
Astronomico, l’Orto Botanico e l’Istituto Lombardo Accademia di Scienze
e Lettere.
Il palazzo è costruito sull’area occupata dalla chiesa di Santa Maria in
Brera (1229-1347) e dal contiguo convento degli Umiliati soppresso nel
1571. Il cantiere, inizialmente diretto da Martino Bassi (1573-1590), è affidato nel 1627 a Francesco Maria Richini, autore di un radicale progetto di
trasformazione realizzato solo dopo il 1651.
Il nuovo edificio con fronte in pietra e mattoni è ispirato al Collegio
Borromeo di Pavia, di Pellegrino Tibaldi. Si organizza attorno a un elegante
cortile rettangolare, a due ordini di archi su colonne binate, collegato a un
monumentale scalone a doppia rampa.
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù (1773), il collegio passa al
governo austriaco che potenzia gli istituti esistenti – osservatorio, biblioteca
e orto – e vi aggiunge l’Accademia di Belle Arti (1776) e la Società Patriottica
(1776-78), poi Istituto Lombardo di Scienze (1797), affidando gli interventi
di ampliamento a Giuseppe Piermarini.
Sotto la dominazione francese giungono a Brera opere provenienti da
chiese e conventi soppressi, che costituiscono il primo nucleo della Pinacoteca (1806) poi ampliato da successive acquisizioni.
Nel 1859 al centro del cortile è collocata la scultura in bronzo di Napoleone I, realizzata su modello di Antonio Canova.
Piazza XXV Aprile
Porta Garibaldi
Punto di accesso settentrionale alla città, la porta sorge al centro di
piazza XXV Aprile ed è stata realizzata dall’architetto Giacomo Moraglia tra
il 1826 e il 1828.
L’attuale arco neoclassico, dedicato in origine a Francesco I d’Austria
per commemorare la sua visita a Milano nel 1825, è stato successivamente
intitolato a Giuseppe Garibaldi per la vittoria conseguita a San Fermo (1859)
contro gli Austriaci durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.
L’arco trionfale di ordine dorico a una sola apertura arcuata è completato
da due passaggi pedonali squadrati ai lati; è sormontato inoltre da quattro
statue allegoriche che rimandano ai fiumi lombardi: Po, Ticino, Adda e Olona.
Il materiale utilizzato per la costruzione è la pietra di Viggiù, paese in
provincia di Varese famoso per le sue rocce di qualità.
I due caselli posti ai lati della porta sono completati solo sei anni più
tardi (1834).
Il sito è teatro di frequenti tumulti popolari tra i quali particolarmente
cruenti sono i moti operai del 1898: a Milano è dichiarato lo stato di assedio
e il generale Fiorenzo Bava Beccaris, cui sono affidati pieni poteri, attua una
durissima repressione.
Piazza Guglielmo Oberdan
Caselli di Porta Venezia
Porta Orientale, rinominata “Venezia” dal 1860, era parte delle mura
spagnole con principale funzione difensiva. È sostituita da due caselli daziari, costruiti in stile neoclassico dall’architetto Rodolfo Vantini (1827-28),
per il controllo delle merci in entrata e uscita e per rappresentare degnamente – ma senza un arco di derivazione romana – l’ingresso alla città.
A pianta quadrata, i caselli gemelli sono posti ai lati della strada e collegati in passato da un cancello. Sono ornati da numerose statue e bassorilievi. Questi ultimi raffigurano scene di storia milanese realizzati dai più
noti artisti del tempo, fra i quali Abbondio Sangiorgio e Pompeo Marchesi.
I caselli oggi separano corso Venezia da corso Buenos Aires. Sono stati
restaurati nei primi anni Duemila grazie all’associazione dei Panificatori di
Milano e Provincia, dando vita alla Casa del Pane.
Luogo di promozione della “cultura del pane”, propone corsi per apprendisti e di aggiornamento, ospita la Biblioteca del Pane e dell’Alimentazione
e alcuni allestimenti tematici.
Piazza XXIV Maggio
Porta Ticinese
Punto di accesso meridionale alla città, la porta sorge al centro di piazza
XXIV Maggio ed è una delle opere neoclassiche milanesi più significative
realizzata dall’architetto Luigi Cagnola tra il 1801 e il 1814.
Chiamata “Porta Marengo” durante la dominazione francese per celebrare l’omonima vittoria di Napoleone Bonaparte, nel 1815 adotta l’attuale
denominazione ed è dedicata alla Pace.
In granito rosa di Baveno – cittadina sul Lago Maggiore – e in ordine
ionico vitruviano, la porta domina la piazza.
Nelle pareti laterali si aprono due archi e all’interno si trova una volta
a cassettoni con splendide nervature incrociate. Isolati e posti più a nord,
sono i due caselli daziari, porticati e un tempo collegati da un cancello con
murature in finto bugnato a intonaco.
Attorno alla porta si sviluppano alcuni luoghi simbolo della città: a est
la Darsena, i Navigli Grande e Pavese con le rispettive alzaie, e a nord, lungo
corso di Porta Ticinese, la Basilica di Sant’Eustorgio, la Porta Ticinese medievale, le Colonne di San Lorenzo e l’omonima basilica.
Via Senato, 10
Palazzo del Senato
Grandiosa e solenne espressione dei principi della Controriforma, il palazzo è costruito a partire dal 1608 su un preesistente monastero per volontà
del Cardinale Federico Borromeo. Nasce come sede del Collegio Elvetico,
istituzione fondata da San Carlo per la formazione del clero svizzero.
Il complesso, realizzato da Aurelio Trezzi e Fabio Mangone, si articola
attorno a due monumentali e scenografici cortili porticati con due ordini
di logge architravate. Quello inferiore è dorico mentre il superiore è ionico,
impostato su alti piedistalli intervallati da balaustre.
Al rigoroso classicismo delle corti si contrappone l’originalità della facciata concava, opera di Francesco Maria Richini, (1632) anticipazione di un
tema dominante del Barocco.
Dopo la soppressione del Collegio, l’edificio diventa prima Palazzo di
Governo, sotto gli Austriaci (1786), poi Palazzo del Senato durante il Regno
d’Italia (fino al 1814). Dal 1872 è sede dell’Archivio di Stato di Milano, uno
dei più importanti per il patrimonio documentario conservato. Di fronte
alla facciata è collocata la scultura in bronzo Mère Ubu, donata alla città
dall’artista spagnolo Joan Miró.
Via Edmondo De Amicis, 17
Anfiteatro e Antiquarium “Alda Levi”
Come indica il nome della vicina via Arena, in questa zona sorgeva
l’anfiteatro romano per i giochi gladiatòri e le battaglie navali (naumachie).
Edificato nel I secolo d.C., si trovava all’esterno della città per ragioni di
ordine pubblico, era a tre ordini e coperto dal velarium per proteggere gli
spettatori dal sole, come il Colosseo di Roma. È dismesso in età cristiana
quando i giochi sono interdetti. Nel V secolo molti blocchi di pietra dell’edificio sono reimpiegati per le fondamenta – accessibili al pubblico – della
basilica di San Lorenzo e, forse, in età longobarda i resti sono fortificati e
adibiti a uso difensivo.
L’area che oggi ospita gli scarsi tratti murari rimasti costituisce il Parco
dell’Anfiteatro.
Nell’Antiquarium, museo dedicato all’archeologa Alda Levi, sono esposti alcuni reperti rinvenuti in loco: tra essi il più significativo è la stele del
gladiatore Urbico, morto a soli ventidue anni in un combattimento nel III
secolo d.C., quando Milano è capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
Piazza del Cannone
Parco Sempione
Il parco si estende su una superficie di circa 40 ettari lungo la direttrice
che dal Duomo porta al Passo del Sempione attraverso l’Arco della Pace.
Realizzato a partire dal 1890 su progetto di Emilio Alemagna, ha ospitato
i padiglioni dell’Esposizione Internazionale del 1906.
Rappresenta un tipico parco “all’inglese”, composto da corsi d’acqua,
sentieri e brevi alture come la collina del Monte Tordo dove è oggi la biblioteca.
Tra le numerose specie arboree che caratterizzano lo spazio verde si
segnalano l’agrifoglio, il faggio pendulo, il cedro dell’Atlante, il cedro dell’Himalaya e della California, la quercia rossa, il tiglio e una scelta di aceri.
Di particolare interesse sono il monumento equestre dedicato a Napo-
leone III di Francesco Barzaghi e il “Ponte delle Sirenette”, così chiamato
per le quattro statue che lo caratterizzano. Questo, realizzato nelle ferriere
di Dongo nel 1842 su disegno di Francesco Tettamanzi, è ritenuto il primo
ponte metallico costruito in Italia, collocato qui dall’attuale via Visconti di
Modrone dopo la copertura della cerchia dei Navigli.
All’interno del parco si segnalano le sculture “Storia della Terra” di Antonio Paradiso, “Accumulazione musicale e seduta” di Arman e “Bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico.
Sul perimetro del parco si trovano alcuni dei luoghi simbolici della città
come il Castello Sforzesco, l’Arena Civica, l’Arco della Pace, la Triennale, la
Torre Branca e l’Acquario Civico.
Corso Venezia, 55
Giardini di Porta Venezia
Con un’estensione di circa 17 ettari, i Giardini sono compresi tra corso
Venezia, via Palestro, piazza Cavour, via Manin e i bastioni di Porta Venezia.
Realizzati alla fine del Settecento su progetto di Giuseppe Piermarini,
sono stati i primi in città a carattere pubblico: l’impianto “alla francese”
è rilevabile nella geometria delle aiuole e nelle ampie prospettive di viali
alberati, nella gradinata che collega i giardini ai bastioni e nelle cancellate
intercalate da vasi neoclassici.
L’assetto originario è modificato da Giuseppe Balzaretto ed Emilio Alemagna tra il 1857 e il 1881 con bacini d’acqua, cascate, alture e finte rocce:
si segnalano l’ampliamento del laghetto e la sostituzione della scalinata di
Piermarini con una doppia rampa fino ai bastioni che racchiude una cascata
d’acqua.
Tra il 1890 e il 1915 sono posizionate alcune statue e ampliati i limiti
occidentale e orientale includendo il Museo Civico di Storia Naturale, lo zoo
(smantellato a fine anni Ottanta) e il Planetario.
Dal 2002 i Giardini sono intitolati al giornalista Indro Montanelli (19092001) cui è anche dedicata la statua dello scultore Vito Tongiani collocata
all’ingresso di piazza Cavour.
Piazza della Vetra
Parco delle Basiliche
La sua storia risale al 1925 con una variante del Piano Regolatore che
prevedeva la riqualificazione dei terreni paludosi alle spalle di San Lorenzo.
È nel dopoguerra, però, che l’area intorno alle parti absidali delle basiliche
è destinata a verde pubblico con una connotazione di “passeggiata archeologica”. Realizzato nel 1956 dagli architetti Pier Fausto Bagatti Valsecchi e
Antonio Grandi, il progetto prevedeva anche l’interramento di via Molino
delle Armi e la costruzione di un laghetto artificiale ma non è mai stato
portato a termine nella sua interezza.
Nel 2000, in occasione del Giubileo, il parco è riqualificato con una recinzione esterna e con la realizzazione di un percorso principale che unisce
le due aree verdi separate da via Molino delle Armi; sempre nello stesso
anno è dedicato a Papa Giovanni Paolo II. Dal 2001 i chiostri della Basilica
di Sant’Eustorgio ospitano il Museo Diocesano, accessibile da corso di Porta
Ticinese.
Via Francesco Sforza, 25
Giardino della Guastalla
Realizzato “all’italiana” nel 1555 per volontà di Paola Ludovica Torelli,
contessa di Guastalla, il giardino si estende su una superficie di circa un
ettaro. È aperto al pubblico a partire dal 1939, dopo il restauro affidato dal
Comune di Milano a Renzo Gerla per la parte architettonica e all’ingegnere
Gaetano Fassi per quella botanica.
Tra le numerose specie arboree che compongono lo spazio verde si segnalano l’acero argentato, il faggio pendulo, l’albero dei tulipani, l’arancio
trifogliato, il cedro dell’Atlante e il tiglio selvatico.
Di particolare interesse una catalpa – detta anche “albero dei sigari” per
la forma dei suoi frutti – dal tronco imponente e dalla chioma asimmetrica,
quasi una scultura vegetale.
All’interno del giardino si trovano una peschiera in stile barocco che
sostituisce l’originario laghetto cinquecentesco, un’edicola seicentesca che
contiene un gruppo scultoreo in terracotta policroma e stucco raffigurante
la Maddalena assistita dagli angeli e un tempietto neoclassico, opera di
Luigi Cagnola.
Via Ippodromo, 100
Ippodromo di San Siro
Il quartiere San Siro è storicamente il polo sportivo di Milano: qui sorge
dal 1926 lo stadio di calcio e tra il 1976 e il 1985 ospita l’omonimo palasport,
reso inagibile e poi demolito per i danni riportati durante un’eccezionale
nevicata.
Fin dal 1888 l’area è dotata di un ippodromo – realizzato dall’ingegnere
Giulio Valerio – nel quale sono trasferite le corse che si tenevano in piazza
Andrea Doria e nella piazza d’Armi alle spalle del Castello Sforzesco. L’attuale
struttura è costruita negli anni Venti del Novecento su progetto di Paolo
Vietti-Violi e si suddivide negli spazi dedicati al galoppo, caratterizzati dalla
presenza del verde e dalle tribune in stile liberty, e in quelli al trotto.
Il galoppatoio, insieme alla pista di allenamento Trenno e alle scuderie,
è soggetta a vincolo da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali.
Nel piazzale antistante la tribuna secondaria del galoppo si trova dal
1999 il grande cavallo in bronzo, alto più di sette metri. È realizzato negli
Usa, sotto la direzione della scultrice Nina Akamu, sulla base dei disegni di
Leonardo da Vinci per il monumento equestre dedicato a Francesco Sforza.
Via dei Piccolomini, 5
Stadio San Siro
Lo stadio San Siro, che prende il nome dell’omonimo quartiere che lo
ospita, è intitolato dal 1980 a Giuseppe Meazza, grande campione milanese
che tra gli anni Venti e Quaranta ha militato in Inter e Milan.
Edificato nel 1926, e successivamente ampliato, in occasione dei Mondiali di calcio del 1990 è realizzata un’innovazione architettonica per la
costruzione del terzo anello e della copertura attraverso l’inserimento di
undici sostegni autonomi e portanti. Il progetto è firmato dagli architetti
Giancarlo Ragazzi, Enrico Hoffer e dall’ingegnere Leo Finzi.
Gli spalti consentono un’ottima visuale di gioco e dal terzo anello si gode
di un bel colpo d’occhio sulla città.
Dagli anni Settanta, è teatro di grandi concerti che ospitano i più importanti artisti italiani e internazionali.
Dal cancello 14 si accede al museo che racconta la storia delle due
squadre milanesi attraverso le coppe, le maglie, le fotografie e le pagine dei
giornali che hanno accompagnato i rispettivi successi calcistici.
Piazzale Lorenzo Lotto, 15
Lido di Milano
La costruzione del “Lido di Milano” risale alla metà degli anni Venti del
Novecento su progetto dell’ingegner Cesare Marescotti.
Il padiglione centrale, utilizzato come ristorante e caffè, ha una terrazza
e una pista da ballo rotante con piano in ferro e cristallo.
Inaugurato nel luglio del 1930, promette “piacevolezze balneari” ed è
parte di un progetto urbanistico per trasformare l’area in una “città dello
sport”. Al centro della struttura sono create due grandi vasche, collegate tra
loro e disegnate con un profilo irregolare, parzialmente separate da un molo
con faro a luce intermittente. E poi finti scogli, un isolotto fiorito unito alla
riva da un ponticello, lampioni in stile veneziano per ricreare un’atmosfera
lagunare, un manto di sabbia.
Il Lido, però, non riscuote il successo sperato, così nel 1933 è acquistato
dal Comune di Milano che nel 1936 ne assume la gestione puntando sulla
pratica sportiva. La nuova formula funziona e il Lido diventa uno dei luoghi
più graditi ai milanesi.
Attualmente ospita campi da tennis coperti e scoperti, campi da calcio
a cinque, uno spazio all’aperto attrezzato per la pallacanestro, tre palestre,
una piscina con acquascivoli e un parco per i bambini.
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