Dipendenze ... cosa ne sai?
Quello delle dipendenze è un ambito in cui le informazioni che le persone hanno derivano
spesso da un insieme di notizie, luoghi comuni, "leggende metropolitane", passa parola ...
Come risultato di queste sovrapposizioni e intrecci può succedere che le informazioni
possedute non siano sempre corrette.
E tu? Sei sicura/o che le tue conoscenze siano esatte? Il questionario che ti proponiamo in
questa pagina può aiutarti a capirlo.
V
1
La dipendenza è causata dal bisogno fisico di assumere una sostanza per
evitare di star male
2 L'astinenza è l'interruzione dell'uso di sostanze psicoattive
3 La tolleranza è la capacità della persona tossicodipendente di sopportare gli
altri
4 L'ecstasy può provocare malori e, nei casi più gravi, il decesso della persona
per aumento della temperatura corporea e disidratazione
5 L'alcol è una sostanza eccitante
6 Anche se si evita l'uso per via endovenosa (il "buco"), l'uso di sostanze può
comportare rischi infettivi
7 Solo l'uso di "droghe pesanti" provoca danni fisici
8 L'overdose può capitare solo a chi fa uso di eroina per via endovenosa
9 Usare cannabis o cocaina è normale, lo fanno tutti ...
10 Essere trovati in possesso di sostanze anche se per uso personale provoca
comunque delle conseguenze
11 Chi si droga lo fa perchè ha avuto problemi nella vita?
Per le risposte vedi le pagine successive …
F
1) La dipendenza è causata dal bisogno fisico di assumere una sostanza per evitare di
star male (falso)
Per dipendenza si intende una "modalità patologica" d'uso della sostanza che comporta
una forte condizione di disagio per la persona e, in alcuni casi, può provocare problemi
fisici. Oltre gli aspetti che normalmente si tende ad associare alla dipendenza fisica come
la tolleranza cioè il bisogno di aumentare la dose assunta per raggiungere l'effetto
desiderato, e l'astinenza, cioè la presenza di disturbi fisici derivanti dall'interruzione
dell'uso della sostanza, che possono anche non essere presenti in quanto derivano dal
tipo di sostanza assunta, altri elementi che permettono di definire una condizione di
dipendenza sono:
• la difficoltà a gestire il rapporto con la sostanza che può essere assunta in quantità
maggiori o per periodi più prolungati rispetto a quanto previsto dal soggetto;
• il desiderio persistente di assumere la sostanza o tentativi infruttuosi di ridurre o
controllare il suo uso;
• l'utilizzo di una grande quantità di tempo per procurarsi la sostanza o per assumerla
o per riprendersi dai suoi effetti;
• l'interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa
dell'uso
• l'uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un
problema, di natura fisica o psicologica, causato dalla sostanza
Per definire una condizione di dipendenza non serve che siano presenti
contemporaneamente tutti questi aspetti; basta che ne siano presenti alcuni per un
periodo di tempo significativo. Queste definizioni inoltre permettono di "leggere" come
dipendenze anche comportamenti non associati all'uso di sostanze come il gioco
patologico
2) L'astinenza è l'interruzione dell'uso di sostanze psicoattive (falso)
Anche se capita di dire "... quella persona è astinente ..." per indicare che non sta usando
sostanze, con il termine "astinenza" si indica l'insieme di sintomi principalmente fisici
(sindrome astinenziale) che deriva dall'interruzione dell'uso di quelle sostanze capaci di
provocare una dipendenza fisica come l'eroina (ma anche alcol, nicotina, farmaci...).
I disturbi che costituiscono la sindrome astinenziale variano a seconda della sostanza
utilizzata e la loro intensità può essere correlata anche alla durata del periodo d'uso e alla
dose assunta
3) La tolleranza è la capacità della persona tossicodipendente di sopportare gli altri (falso)
Anche se nel linguaggio di tutti i giorni, essere "tolleranti" significa essere in grado di
sopportare i fastidi o le difficoltà che possono nascere dalla convivenza con gli altri,
quando si usa il termine tolleranza nell'ambito delle dipendenze si intende la necessità di
aumentare la dose assunta per raggiungere l'effetto desiderato.
La tolleranza ad una determinata sostanza si sviluppa del tempo via via che l'organismo si
"abitua" (il termine corretto per indicare questa "abitudine" è "assuefazione") all'uso
4) L'ecstasy può provocare malori e, nei casi più gravi, il decesso della persona per
aumento della temperatura corporea e disidratazione (vero)
L'assunzione dell'ecstasy, nome generico con cui principalmente si identifica l'MDMA (ma
che spesso è un mix composti chimici simili), può alterare i meccanismi di
termoregolazione dell'organismo diminuendo la sensazione di calore causata
dall'accelerato battito cardiaco e dall'esercizio fisico e diminuendo di conseguenza la
percezione del bisogno di bere.
Occorre anche tenere presente che l'ecstasy è utilizzata frequentemente nell'ambito di
discoteche, rave, ecc., cioè ambienti o situazioni in cui possono verificarsi facilmente
condizioni che espongono all'aumento della temperatura (luoghi chiusi, affollati,
movimento, ...).
In caso di malore da ipertermia e disidratazione, oltre ad avvisare il personale presente e
chiamare il 118, è utile accompagnare la persona in una zona più tranquilla, ventilata,
possibilmente all'aperto, e fargli bere acqua
5) L'alcol è una sostanza eccitante (falso)
L'alcol, come l'eroina e molti psicofarmaci, in realtà è una sostanza con effetto sedativo sul
sistema nervoso; il senso di euforia e disinibizione, che può provocare inizialmente, deriva
dalla sua azione sedativa sui centri di controllo dell'ideazione, linguaggio, movimento, ecc.
che provoca un "allentamento" dei freni inibitorii della persona
6) Anche se si evita l'uso per via endovenosa (il "buco"), l'uso di sostanze può comportare
rischi infettivi (vero)
Anche se la diffusione di alcune malattie infettive fra i tossicodipendenti come l'HIV,
l'epatite B e C, le endocarditi, ecc., è stata strettamente correlata allo scambio delle
siringhe e/o all'uso di siringhe, acqua e cucchiaini per sciogliere la dose non sterili oppure
ancora all'uso di sostanze contaminate, l'uso di sostanze, a prescindere dalla modalità di
assunzione, può comunque mettere la persona nella condizione di non valutare
correttamente i rischi, sia che si trovi a guidare una macchina, sia, per esempio, in ambito
sessuale.
Ciò può portare la persona a mettere in atto comportamenti a rischio e non adottare quelle
precauzioni, ad esempio l'uso del profilattico, utili per prevenire la trasmissione di malattie
infettive.
7) Solo l'uso di "droghe pesanti" provoca danni fisici (falso)
A parte che non è facile dividere il mondo delle sostanze tra "droghe leggere" e "droghe
pesanti" (e sicuramente non è una classificazione corretta sul piano scientifico), è
importante tenere presente che qualsiasi sostanza psicoattiva può provocare danni diretti
(ad esempio a carico del cuore e sistema circolatorio, del fegato, dei polmoni, ecc.), ma
anche danni indiretti causati dalla alterazione della percezione della realtà e dalla
diminuzione della percezione dei rischi (incidenti stradali, sul lavoro, ecc.) o derivanti dalle
modalità di assunzione (l'esempio "classico" è rappresentato dalla diffusione di alcune
malattie infettive causata dall'uso di siringhe non sterili) che possono essere gravi quanto
(se non più) di quelli causati direttamente dalla sostanza.
Alcuni di questi problemi possono essere condizionati dalla durata dell'uso (la perforazione
del setto nasale in chi inala cocaina, ad esempio, o lo sviluppo di patologie a carico del
fegato in chi assume alcol sono danni che normalmente si manifestano dopo lunghi periodi
d'uso), dalla quantità della dose assunta (intossicazione acuta, "overdose", ...) o da
caratteristiche particolari di quella specifica dose assunta, che spesso non è possibile
conoscere con precisione (le sostanze stupefacenti non vengono vendute con avvertenze
e composizione chimica), come la purezza (percentuale di principio attivo), la presenza di
contaminazioni con sostanze derivanti dal ciclo produttivo (è quanto può capitare, per
esempio, con l'ecstasy) o sostanze aggiunte volontariamente per aumentare la quantità da
vendere e/o diminuire la percentuale di principio attivo (il cosiddetto "taglio")
Un'altro fattore da considerare è rappresentato dalla sensibilità/suscettibilità individuale
alla sostanza: come per molti farmaci anche per le sostanze stupefacenti ci possono
essere risposte individuali imprevedibili (sia rispetto all'intensità della risposta che alle
manifestazioni derivanti dall'assunzione di una sostanza); questi aspetti possono
modificarsi anche in rapporto alle specifiche condizioni della persona al momento
dell'assunzione (condizioni fisiche come l'idratazione o la presenza di altri disturbi ma
anche ambientali e relazionali, è il caso, ad esempio, degli effetti degli allucinogeni che
possono essere fortemente condizionati dalla situazione ambientale e relazionale in cui
avviene il "viaggio").
Quanto detto non significa che tutte le sostanze "fanno male" nella stessa maniera e
provocano gli stessi danni ma è importante tenere presente che nell'ambito dell'uso di
sostanze stupefacenti non ci sono comportamenti "a rischio zero" e spesso è difficile, se
non impossibile, prevedere i rischi che si possono correre!
8) L'overdose può capitare solo a chi fa uso di eroina per via endovenosa (falso)
Anche se la parola "overdose" viene utilizzata nel linguaggio comune per indicare la
condizione generata dall'assunzione di una dose troppo elevata di eroina (con sedazione,
insufficienza respiratoria, coma ...), di per sè è un termine generico che indica l'assunzione
di una sostanza in quantità tali da provocare problemi fisici con manifestazioni e gravità
diverse a seconda della sostanza assunta, ma che, in alcuni casi, possono condurre
anche al decesso della persona. Oltre l'eroina, molte sostanze possono provocare
"overdose", ad esempio la cocaina, l'ecstasy, l'alcol, molti farmaci, ma anche la nicotina o
la caffeina. In ambito medico è una condizione definita di "intossicazione acuta". Come per
l'intossicazione acuta, anche per l'overdose andrebbe quindi specificato da quale sostanza
è stata causata
La modalità d'uso può modificare il rischio di overdose, in particolare l'assunzione per via
venosa, rendendo la sostanza assunta immediatamente e largamente disponibile, può
aumentare il rischio rispetto ad altre modalità che presentano un assorbimento del
principio attivo più lento/graduale ma non è un rischio solo per chi usa per via
endovenosa. L'overdose, oltre che per l'assunzione di una singola dose troppo elevata,
può verificarsi anche nel caso di più assunzioni ripetute in tempi ravvicinati
9) Usare cannabis o cocaina è normale, lo fanno tutti ... (falso)
Ritenere un comportamento come l'assunzione di sostanze illegali "normale" solo perchè
molte persone lo fanno, oltre a rappresentare un ostacolo alla prevenzione, si fonda su un
presupposto falso. I dati delle ricerche diffuse dal Dipartimento Politiche Antidroga,
indicano che il consumo di sostanze illegali, riferito ai 12 mesi precedenti alla rilevazione,
riguarderebbe circa il 6% della popolazione tra i 15 e i 64 anni; questa percentuale scende
al 2,4% se si considerano solo i 30 giorni precedenti alla rilevazione. L'assunzione di
sostanze illegali è più rilevante nelle fasce giovanili dove, sempre in riferimento ai 30 giorni
precedenti, interesserebbe meno del 15% dei giovani tra i 15 e i 19 anni per scendere a
meno del 10% se si considera l'intervallo 15-24 anni. Questi dati indicano una rilevante
diffusione del consumo di sostanze tra i giovani ed è un fenomeno sicuramente da non
sottovalutare, ma queste percentuali non sono tali da legittimare l'affermazione secondo
cui "lo fanno tutti" (e comunque, fosse anche vero, non è la quantità di persone che hanno
un determinato comportamento a renderlo automaticamente "accettabile" o "normale").
10) Essere trovati in possesso di sostanze anche se per uso personale provoca comunque
delle conseguenze (vero)
In Italia, il possesso di sostanze stupefacenti è sempre illegale. Il testo di riferimento è il
DPR 309/90 "Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli supefacenti e sostanze
psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza", in
particolare gli artt. 73, 74, 75 e 75bis. Tutte le situazioni di detenzione di sostanze
stupefacenti non riconducibili al solo uso personale costituiscono un illecito penale (cioè
un reato) mentre la detenzione di sostanze stupefacenti a fini di consumo personale è un
illecito amministrativo, che prevede comunque sanzioni severe e conseguenze da non
sottovalutare come la sospensione o il divieto di conseguimento della patente (da 1 a 36
mesi), del passaporto o documento equipollente (da 1 a 12 mesi), della licenza di porto
d'armi (da 1 a 12 mesi), ecc.
La distinzione tra possesso per uso personale e non, avviene in base alla quantità di
principio attivo presente nella sostanza sequestrata. Se vuoi saperne di più puoi vedere
anche le FAQ - Domande Frequenti sul possesso di sostanze stupefacenti
11) Chi si droga lo fa perchè ha avuto problemi nella vita? (falso)
Avere dei problemi o vivere dei momenti difficili fa parte dell'esperienza di ogni persona e
l'equazione "usa sostanze perchè ha avuto problemi" rischia di essere riduttiva e
semplicistica. E' vero che persone con problemi di dipendenza (ma non tutte) possono
riportare esperienze problematiche o traumatiche, ma ci possono essere altrettante
persone che hanno vissuto esperienze simili e non hanno sviluppato dipendenze da
sostanze, come pure persone con problemi d'uso o di dipendenza che non riferiscono
eventi particolari. Anche quando presente molto spesso il problema non è, per esempio, la
separazione dei genitori, la malattia o la morte di una persona cara o ... , ma come l'evento
è stato elaborato.
E’ difficile e limitato quindi cercare la “causa” dell’uso di sostanze nella sola storia
personale ed in particolare negli eventi traumatici, si tende attualmente a privilegiare
modelli che presentano i comportamenti di uso di sostanze come il risultato del rapporto
tra fattori di rischio (caratteristiche individuali e/o eventi od esperienze di vita negative,
legate al contesto familiare, sociale, culturale) che una persona presenta fin dalla giovane
età e fattori protettivi, ovvero caratteristiche e risorse della persona, della famiglia e del
contesto sociale in cui è cresciuto che lo “proteggono”
nel contatto con il mondo delle
sostanze e lo aiutano a non dare avvio a questi comportamenti. L'obiettivo di ogni
intervento in ambito preventivo diventa quindi potenziare i fattori protettivi e ridurre o,
quantomeno, attenuare l'effetto dei fattori di rischio.