Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
luglio 18, 2013
Una ricca serata all’insegna del folk e del funk quella che si è
svolta al Théâtre gallo-romain di Lione, nell’ambito del festival
Nuits de Fourvière in programma fino al 30 luglio.
la
Una serata che ha visto susseguirsi sul palco grandi nomi della scena
internazionale che hanno colorato il teatro di tinte intimiste e gioiose. Una
schizofrenia musicale interna anche agli stessi artisti che hanno suonato
durante tutta la serata: particolarità, questa, che ha permesso allo
spettacolo un vivace susseguirsi di ritmi e di emozioni.
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Il trentunenne Matthew E. White ha aperto le danze presentando alcune
delle tracce del suo primo album, Big inner, uscito l’anno scorso e già
divenuto un must per i cultori del genere. Munito di lunghi capelli raccolti
in una treccia e di una lunghissima barba, Matthew E. White si è
presentato con la sua band di cinque elementi per tre quarti d’ora di
grande musica. Voce roca e sognante, un mix tra l’intimismo alla Tom
Mcrae, il rock alla The Band, con una spruzzata di Badly Drawn boy anche
nell’aspetto estetico), White ha presentato la quasi integralità del suo
album d’esordio. One Of These Days, Big love, Steady Peace sono
canzoni che segnano i paletti di una sicura grande carriera. La musica
profonda e affascinante di White raggiunge il proprio climax con Brazos,
canzone che termina, giustamente, il concerto del gruppo. Una lunga
pièce di dieci minuti che si vorrebbe non terminasse mai e che culmina nel
ritornello «Jesus Christ is our Lord/Jesus Christ, He is your friend», ispirato
a una vecchia canzone di Jorge Ben, Brother, ripetuto assiduamente e in
modo catartico.
A White segue Rickie Lee Jones, che porta un tocco femminile alla serata.
Ottima cantautrice, dalle atmosfere delicate e ritmate, la Jones non fa
mancare nulla al pubblico lionese. Alcuni brani tratti dal suo album, The
Devil You Know, uscito l’anno scorso, e alcuni suoi cavalli di battaglia,
come la splendida Chuck E’s in love, dedicata al grande Chuck E. Weiss.
Ex compagna di Tom Waits, Rickie Lee Jones ha fatto della propria voce un
importante strumento intorno al quale ruotano tutti gli altri: una voce che
appare talvolta flebile e sensuale, talaltra decisa e quasi urlata, che risulta
immediatamente riconoscibile, appartenente a una generazione
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Fabrizio Migliorati
luglio 18, 2013
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la
straordinaria. Californiana d’adozione, politicamente impegnata – l’album
del 2003 The Evening Of My Best Day rappresenta una forte e raffinata
presa di posizione contro George Bush e la sua politica di restrizione delle
libertà – Rickie Lee Jones è l’autrice di (almeno) due opere di primissimo
rilievo: l’album di esordio eponimo de 1979 e Pirates del 1981. Dal primo
album la cantante ha proposto al pubblico francese canzoni come la
romantica Young Blood e On Saturday Afternoons in 1963, mentre da
Pirates non sono mancate la meravigliosa We belong together, Pirates
(so long lonely Avenue) e Living it up. Altri pezzi come Second Time
Around (brano che ci prende per mano e ci porta direttamente in un jazz
club) sono andati a formare un ottimo compendio live dell’artista
statunitense. Le sue canzoni, indubbiamente rock, sono venate di jazz,
blues e r&b e dimostrano un sound tipico degli anni Ottanta, pieno
d’amore per quelle atmosfere che sembrano non passare mai.
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Sono quasi le dieci e mezza quando sbarca la gioiosa pattuglia dei
Parliament e dei Funkadelic. Lui, George Clinton, si fa attendere ancora
qualche minuto, il tempo di far acclimatare il pubblico a questa esperienza
visiva e sonora tipicamente americana. Sedici tra musicisti e ballerini
popolano il palco facendo capire al pubblico che il party è iniziato e che la
serata non si appresta nient’affatto a terminare. Senza le sue folli treccine
colorate, George Clinton appare poco dopo. Elegantissimo, in un completo
blu oltremare, monsieur George Clinton sembra addirittura essere la
persona più sobria presente sul palco. Il drappello che lo accompagna è
infatti tanto folle quanto variegato: una pattinatrice, un sassofonista cinto
da un copricapo indiano, un batterista nascosto in un giubbetto
fosforescente, una ballerina cubana e perfino un muscolosissimo e
alquanto snodato ballerino vestito in maniera tale da fare sembrare
misurato perfino Snoop Dogg – giacca, pantaloni e cappello sono costituiti
da un fluente pelo bianco.
Se l’età si fa sentire, anche parzialmente nella voce, il vecchio leone
George non smette però di ruggire. La sua voce roca e potente insiste e si
alza sopra una musica che riempie tutta la collina di Fourvière.
Classici come (Not just) Knee deep, Freak of the week, il rap-funk di
Something stank, la lunga pièce Free your mind and your ass will
follow, Friday night, august 14th ma anche canzoni più recenti come
Bounce 2 this e molte altre obbligano gli astanti a una danza continua e
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Fabrizio Migliorati
luglio 18, 2013
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sa
la
sfrenata. Il teatro sembra essere diventato un luogo di tensione orgiastica
che infonde gli spettatori di un sentimento di liberazione e di fantasia. La
musica funk, d’altro canto, non è altro che questo: un mix funk, r&b, rap,
blues, jazz, con una spruzzata di acido. La liberazione dalle inibizioni è una
caratteristica fondamentale di questo genere, e George Clinton ne è stato,
e continua a esserlo, uno dei più importanti portavoce esistenti.
I Funkadelic e i Parliament si mescolano alla perfezione, rompendo ogni
tipo di identità e di specializzazione. L’unica identità “forte” che rimane è,
ovviamente, quella di Clinton. L’artista di Kannapolis, NC, è il re di questa
musica, di queste note che ci riportano all’epoca d’oro del funk, quegli
anni Settanta e Ottanta che non passano e si ripresentano anche qui, a
Lione, in questa lunga serata di suoni.
La musica di Clinton sembra essere un incantesimo. Chi la ascolta, infatti,
non può che rimanere vittima di questa sospensione temporale, di questa
sensazione di infinità, di mancanza di un termine. La musica, come il
concerto, sembra non terminare mai e gli spettatori, vittime di una
trance auditiva e visiva, possono riposarsi, applaudendo, solo quando lui,
George Clinton, decide che un determinato medley può, finalmente,
arrestare il flusso continuo della musica. Gli artisti che si sono susseguiti
sul palco non si sono certo risparmiati e questa serata può essere
rubricata tra gli eventi più impegnativi e ricchi delle Nuits de Fourvière.
Une riche soirée, forte en émotions et en musique. Les Nuits de Fourvière ont proposé trois artistes
dans cette même soirée : Matthew E. White, l’une des belles nouvelles découvertes de la musique
américaine, Rickie Lee Jones, savante chanteuse qui depuis 35 ans propose un mélange réussi de jazz et
de folk, et George Clinton, l’un des maîtres du funk. Ce dernier a occupé la scène du Grand Théâtre avec
la nombreuse et joyeuse patrouille de Parliament et de Funkadelic. Une très belle soirée avec de la grande
musique.
Lo spettacolo è andato in scena:
Grand théâtre, Parc archéologique de Fourvière
Rue de l’Antiquaille – Lione (Francia)
lunedì 15 luglio, ore 19.30
Nuits de Fourvière presenta
Matthew E. White, Rickie Lee Jones, George Clinton & Parliament Funkadelic in concerto
www.nuitsdefourviere.com
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