® BTicino s.p.a. Via Messina, 38 20154 Milano - Italia Call Center "Servizio Clienti" 199.145.145 www.bticino.it [email protected] Guida alla scelta dei limitatori di sovratensione (SPD) BD03/5G - stampato 01/2003 Il presente stampato annulla e sostituisce il G32F01 La BTicino s.p.a. si riserva il diritto di variare, in qualsiasi momento, i contenuti illustrati nel presente stampato. Edizione Italiana ® R Indice Introduzione Panorama normativo Glossario 2 3 4 Le sovratensioni Origine delle sovratensioni La valutazione del rischio La protezione dalle sovratensioni mediante l'installazione di SPD Coordinamento degli SPD rispetto ai valori di tenuta delle apparecchiature Collegamenti equipotenziali Panorama dei dispositivi di protezione dalle sovratensioni 5 6 10 13 14 15 17 Criteri di scelta degli SPD Criteri di scelta degli SPD in classe di prova I Criteri di scelta degli SPD in classe di prova II Metodi per la riduzione dell'impendenza di linea nel calcolo di Uprot La protezione su più livelli ed il coordinamento delle protezioni La protezione degli SPD Installazione degli SPD Protezione in modo comune o in modo differenziale 21 23 27 28 29 32 35 36 Catalogo Surge Protective Device (Limitatori di sovratensione) Catalogo – SPD a varistore modulari Btdin Catalogo – SPD per linee civili 37 38 39 Schemi, esempi e diagrammi di flusso per la scelta degli SPD Esempi installativi e schemi Protezione della linea telefonica Diagrammi di flusso per la scelta degli SPD 47 48 53 55 1 Guida alla scelta degli SPD Introduzione Le sovratensioni Le sovratensioni sono dei fenomeni che possono avere origine da azionamenti ed inserzioni di carichi fortemente induttivi o capacitivi o da fenomeni atmosferici, quali i fulmini che possono cadere su un edificio o nelle sue immediate vicinanze. Il problema legato a questi fenomeni è molto complesso e richiede già a livello di progetto un’attenta analisi. I danni provocati da un fulmine possono essere disastrosi non solo dal punto di vista fisico del fenomeno, ma anche dal punto di vista monetario dei danni ad esso associato. Una sovratensione anche di pochi Volt può essere distruttiva nei confronti di apparecchiature di tipo elettronico, non opportunamente protette, come per esempio Personal Computer e sistemi video/audio. Sovratensioni invece di valore più elevato possono provocare danni irreparabili con conseguenze disastrose per le piccole aziende o imprese che le hanno subite. In generale gli effetti provocati dalle sovratensioni possono essere molto dannosi e pericolosi, poiché in seguito a tali eventi si può verificare il cedimento dell’isolamento soprattutto nelle apparecchiature di tipo elettronico, il precoce invecchiamento dei conduttori, il danneggiamento degli 2 avvolgimenti di motori elettrici e la possibilità di innesco di incendi. Le norme CEI 81-1 e CEI 81-4 e la guida CEI 81-8 vengono in aiuto al progettista, indicando quali devono essere i fattori di rischio da considerare e quali sono le soluzioni adottabili. E’ inoltre necessario tener ben presente che per quanto riguarda gli impianti in bassa tensione, la percentuale di sovratensioni provocate dai fulmini supera di gran lunga quella originata dall’inserzione dei carichi fortemente induttivi o capacitivi. La presente guida ha lo scopo di guidare l’installatore nella scelta del dispositivo di protezione più idoneo, alle proprie necessità in funzione dell’offerta Bticino. La guida non deve essere considerata come la soluzione unica e inequivocabile al problema della protezione contro le sovratensioni, ma solo come un ausilio e non deve essere utilizzata come sostitutivo delle norme specifiche definite dagli organi competenti. Sono indicate le soluzioni che possono essere attuate, utilizzando i prodotti a catalogo Bticino, a seconda delle caratteristiche dell’impianto e del livello di protezione che si vuole ottenere e si completa con la serie di dati tecnici dei prodotti a catalogo. R Panorama normativo La situazione normativa attuale riguardo all’utilizzo degli SPD (Surge Protective Device) è in continua evoluzione e per alcuni aspetti in fase di definizione. In ambito CEI è stata pubblicata la nuova guida CEI 818 specifica per la scelta e l’utilizzo di questi dispositivi di protezione. Di seguito sono riportate le principali norme nazionali ed internazionali a cui poter fare riferimento: CEI 81-1 Protezione delle strutture contro i fulmini. (Novembre 1995 terza edizione) CEI 81-1 V1 Protezione delle strutture contro i fulmini - Variante 1 (Dicembre 1996) CEI 81-3 Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei comuni d’Italia in ordine alfabetico. Elenco dei comuni. (Novembre 1994 seconda edizione) CEI 81-4 Protezione delle strutture contro i fulmini – Valutazione del rischio dovuto al fulmine. (Dicembre 1996 prima edizione) CEI 81-4/V1 Protezione delle strutture contro i fulmini – Valutazione del rischio dovuto al fulmine. (Ottobre 1998) CEI 81-8 Guida d’applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (Febbraio 2002) CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e 1500V in corrente continua. (Gennaio 1998 quarta edizione) 3 CEI EN 60099-4 SPD - Parte 4: SPD ad ossido metallico senza spinterometri per reti elettriche a corrente alternata. (Febbraio 1998 prima edizione) CEI EN 60099-4/A1 SPD - Parte 4: SPD ad ossido metallico senza spinterometri per reti elettriche a corrente alternata. (Aprile 1999) CEI EN 60099-5 SPD - Parte 5: Raccomandazioni per la scelta e l’applicazione. (Maggio 1999 prima edizione) UTE C 15-443 Protection des installations électriques basse tension contre les surtensions d’origine atmosphérique. (Luglio 1996) IEC 61643-1 Surge protective devices connected to low-voltage power distribution system - Part 1: Performance requirements and testing methods. (Settembre 1997) IEC 61643-2 Surge protective devices connected to low-voltage power distribution system - Part 2: Selection and application principles. (1998) In particolare la norma CEI 81-1 da molto peso agli aspetti antinfortunistici legati ai problemi di fulminazione. In essa sono indicate chiaramente quali tipi di misure sono da adottare per la protezione contro i fulmini. Sempre secondo la norma CEI 81-1 è indicata la possibilità di installazione di SPD, per la protezione delle strutture contenenti impianti o sistemi interni essenziali o alimentati attraverso linee aeree. Guida alla scelta degli SPD Glossario Il glossario riportato di seguito è tratto dalla nuova guida CEI 81-8 ed ha la funzione di spiegare in modo rapido e sintetico le terminologie utilizzate nella presente guida. Corrente ad impulso (Iimp): è il valore di picco della corrente che circola in un SPD che ne permette la classificazione di classe di prova I. Questo valore di corrente è riferito ad un impulso con forma d’onda 10/350µs Corrente continuativa (Ic): è il valore di corrente riferito alla tensione massima continuativa Uc che circola attraverso un SPD in ogni modo di protezione (o polo). Corrente di scarica massima (Imax): è il valore di picco della corrente che può circolare in un SPD senza che lo stesso si danneggi. Questo valore è riferito ad un impulso con forma d’onda 8/20µs. Corrente nominale scarica (In): è il valore di picco della corrente che circola in un SPD che ne permette la classificazione di classe di prova II. Questo valore di corrente è riferito ad un impulso con forma d’onda 8/20µs. Corrente susseguente (Is): è il valore della corrente a frequenza industriale fornita dall’impianto elettrico utilizzatore di bassa tensione che circola in un SPD dopo il passaggio della corrente di scarica. Questo valore di corrente è diverso da quello della corrente continuativa Ic. Livello di protezione (Up): è il valore della tensione che caratterizza il comportamento del SPD nel limitare la tensione tra i suoi terminali e che è scelto tra una serie di valori preferenziali. Livello di protezione effettivo (Uprot): è il valore della tensione misurata tra i conduttori dell’impianto e la barra di equipotenzializzazione quando un SPD è attraversato dalla corrente nominale di scarica o dalla corrente d’impulso. Questo valore dipende dal livello di protezione Up e dalle cadute induttive di linea dei collegamenti del SPD. Tensione massima continuativa (Uc): è il valore ammissibile di tensione alla frequenza 50/60Hz che può essere applicata ai morsetti del SPD continuativamente senza che si danneggi. Rappresenta di fatto la tensione nominale del SPD. Tensione di innesco (Ui): è il valore massimo della tensione raggiunta prima dell’innesco del SPD durante la prova con un impulso avente forma d’onda determinata. Tensione residua (Ures): è il valore della tensione che si presenta ai capi del SPD durante la scarica. Tensione di tenuta (Utenuta): è il valore di picco della tensione ad impulso (1.2/50µs) che l’apparecchiatura può sopportare senza danneggiarsi. Sovratensione temporanea (TOV): è una sovratensione oscillatoria smorzata alla frequenza di rete in una determinata posizione e di relativamente lunga durata. Protezione in modo comune: tipo di protezione realizzata collegando un SPD tra tutti i conduttori attivi (fasi e neutro) e terra. Protezione in modo differenziale: tipo di protezione realizzata collegando un SPD tra i conduttori attivi (fasi) ed il neutro. Protezione primaria (o di testa): è la protezione generale dell’impianto che si realizza collegando a monte ed in parallelo al resto dell’impianto stesso un SPD. 4 Protezione fine: è la protezione finale di una parte dell’impianto in cui si devono proteggere apparecchiature particolarmente sensibili, che si realizza collegando in serie alla linea da proteggere un SPD (opportunamente coordinato con quelli di livello superiore). Densità annuale di fulmini al suolo (Nt): è un coefficiente definito dalle norme che identifica il rischio di fulminazione in relazione all’area geografica dove è collocata la struttura da proteggere. LPS (Lighting Protection System): è il sistema completo di protezioni adottate per garantire la protezione dai fulmini diretti ed indiretti. Esso si compone di sistemi di protezione interni ed esterni. SPD (Surge Protective Device): è un limitatore di sovratensioni transitorie atto a deviare le correnti impulsive. Esso contiene almeno un elemento non lineare. SPD con intervento ad innesco: è un SPD che ha un’impedenza molto alta in assenza di sovratensione che si porta rapidamente a valori bassissimi in presenza di sovratensioni impulsive. Esempi di SPD ad innesco sono gli spinterometri i triac, i tiristori. SPD con intervento a limitazione: è un SPD che ha un’impedenza molto alta in assenza di sovratensione che si riduce con continuità a valori bassissimi con l’aumentare della tensione e della corrente impulsiva. Esempi di SPD a limitazione sono i varistori ed i diodi. Classe I: è la classe di protezione di un SPD, definita dalla norma IEC 61643-1 per cui è garantita la protezione contro la fulminazione diretta. Gli SPD sono provati con una corrente di impulso Iimp con forma d’onda 10/ 350µs. Classe II: è la classe di protezione di un SPD, definita dalla norma IEC 61643-1 per cui è garantita la protezione contro la fulminazione indiretta. Gli SPD sono provati con una corrente nominale di scarica In con forma d’onda 8/20µs. Classe III: è la classe di protezione di uno SPD, definita dalla norma IEC 61643-1 per cui è garantita la protezione contro le sovratensioni transitorie. Gli SPD sono provati con un generatore di tensione combinato, con forma d’onda 1.2/50µs e corrente con forma d’onda 8/20µs. Distanza di protezione (d): è la massima distanza tra un SPD e l’apparecchiatura da proteggere Distanza minima di coordinamento (dmin): è la minima distanza che si deve avere tra 2 SPD per garantire un coordinamento efficace. Dispositivo di distacco: è un dispositivo che disconnette automaticamente l’SPD dal circuito quando lo stesso si guasta, in modo tale da prevenire un guasto permanente nel sistema. Fattore di riduzione k: indica l’efficacia del SPD nel ridurre le componenti di rischio. I due fattori di riduzione considerati sono rispettivamente k3 (fattore di riduzione degli SPD installati nelle vicinanze dell’apparecchiatura da proteggere) e k5 (fattore di riduzione degli SPD installati all’arrivo linea). Tanto più basso è questo valore quanto maggiore sarà l’efficacia del SPD. R Le sovratensioni 5 Guida alla scelta degli SPD Origine delle sovratensioni Per sovratensione si intende una differenza di potenziale transitoria che ha origine in uno o più punti dell’impianto, di valore superiore a quello di tenuta dell’impianto stesso. Esse sono classificabili in due tipologie: Sovratensioni interne: sono sovratensioni generate da azionamenti di dispositivi di apertura e chiusura installati su circuiti di potenza fortemente induttivi o capacitivi oppure da guasti nell’impianto. Le sovratensioni di origine interna sono legate alle caratteristiche dell’impianto ed in particolare alla tensione di esercizio. Esse possono risultare particolarmente critiche per i circuiti alimentati con tensioni elevate. Sovratensioni esterne: sono sovratensioni provocate dalla caduta di fulmini per esempio nelle vicinanze di linee elettriche di alta, media e bassa tensione. La sovratensione di origine esterna ha una sua criticità che non è legata alle caratteristiche del circuito, per cui i danni provocati possono essere considerevoli anche per impianti con tensioni di esercizio più basse. Nel caso di sovratensioni provocate dalla caduta di un fulmine si può fare un’ulteriore suddivisione in due tipologie: Fulminazione Diretta: è un evento che si verifica quando il fulmine colpisce direttamente la struttura o il suo impianto di protezione. La fulminazione diretta può interessare la struttura stessa quando viene colpita direttamente dal fulmine oppure la linea di alimentazione della struttura quando il fulmine colpisce invece la linea. A seconda quindi del tipo di fulminazione diretta (della struttura o della linea) bisogna fare alcune considerazioni. Fulminazione Indiretta: questo evento invece si verifica quando il fulmine non colpisce direttamente la struttura ma colpisce terra nelle immediate vicinanze della struttura stessa o dell’impianto di protezione (sono considerate distanze fino a 1,5 km). Vista l’impossibilità di impedire la creazione di un fulmine, la soluzione per evitare danni derivanti dalle sovratensioni consiste nel realizzare impianti di protezione adeguati. Questi impianti possono essere esterni alla struttura (sistema parafulmini, gabbie di Faraday ecc...) oppure di tipo interno mediante l’impiego di dispositivi di limitazione (spinterometri, SPD a varistore o diodi soppressori). Per ottenere un’accettabile protezione dell’impianto è necessario aumentare al massimo il grado di isolamento dei cavi e della apparecchiature. Pur essendo le più frequenti e dannose le sovratensioni prodotte dai fulmini non sono tuttavia le uniche che possono danneggiare gli impianti o essere pericolose per le persone; infatti le manovre di commutazione sulle linee che alimentano apparecchi con elevate induttanze (motori, trasformatori ecc...) possono produrre sovratensioni che possono raggiungere qualche decina di kV. Queste sovratensioni per quanto di livello ed intensità inferiore rispetto a quelle prodotte dai fulmini possono essere sicuramente dannose anche a lungo termine perché possono portare al rapido invecchiamento degli isolamenti (con conseguente innesco di incendi), deterioramento delle apparecchiature elettriche o perdita di informazioni in sistemi informatici ecc... Tipologie delle sorgenti di danno d S1 fulminazione diretta dell’edificio Componenti di rischio A-H-D Tipi di danno - danni meccanici - incendi - esplosioni - morte di persone per tensioni di passo e di contatto - avaria o distruzione apparecchiature elettroniche ed elettriche 6 S2 fulminazione indiretta dell’edificio Componenti di rischio M Tipi di danno - avaria o distruzione apparecchiature elettroniche ed elettriche d S3 fulminazione diretta della linea S4 fulminazione indiretta della linea Componenti di rischio C Componenti di rischio G Tipi di danno - incendi - esplosioni - morte di persone per tensioni di passo e di contatto - avaria o distruzione apparecchiature elettroniche ed elettriche Tipi di danno - avaria o distruzione apparecchiature elettroniche ed elettriche R Origine delle sovratensioni Il meccanismo di accoppiamento La corrente di fulmine può propagarsi nei circuiti elettrici e le apparecchiature provocando delle sovratensioni secondo tre tipologie di accoppiamento: Profilo del potenziale del suolo in prossimità di un dispersore ad anello A Accoppiamento resistivo In questo caso le sovratensioni sono dovute al passaggio della corrente di fulmine nel dispersore o sulle guaine metalliche dei cavi. Quando la struttura è colpita da un fulmine, il passaggio della corrente nel suolo porta il dispersore alla tensione totale di terra: B U (V) dispersore ad anello potenziale del dispersore potenziale del suolo (asse A-B) Ut = Z x I che potrebbe essere di qualche centinaia di kilovolt anche se il dispersore ha un’impedenza ad impulso Z di qualche Ohm. Il suolo circostante il dispersore assume anch’esso un potenziale rispetto a terra che va diminuendo con la distanza dal dispersore stesso. Tale potenziale può essere ancora molto elevato anche a distanza di parecchie decine di metri. Tanto più piccolo è il dispersore e più bassa la resistività del suolo tanto più rapido sarà il decadimento del potenziale al suolo. Tutti i circuiti provenienti dall’esterno, che attraversano il cono di potenziale si comportano come masse estranee e sono quindi soggetti a sovratensioni verso terra pari al potenziale del suolo o alla tensione totale di terra. In questo caso le sovratensioni saranno di modo comune, poiché interessano direttamente i conduttori di fase/neutro e terra e la loro entità dipende sia dall’impedenza ad impulso del dispersore sia dalle caratteristiche del circuito elettrico interessato. La forma d’onda della sovratensione è molto simile a quella della corrente di fulmine (10/350µs), mentre l’energia e la carica associata possono essere notevoli. 10 20 30 40 D (m) La sovratensione dovuta ad accoppiamento resistivo è simile a quella della corrente di fulmine U (V) U(t) = L x di dt V 50% 10µs T 350µs La sovratensione dovuta ad accoppiamento induttivo è proporzionale alla derivata della corrente di fulmine Sovratensioni da manovre di commutazione U (V) V In assenza di sovratensioni U (V) U T (ms) 0,5µs 20µs T Sovratensioni transitorie in rete BT 230/400Va.c. 50Hz U (V) U (V) In presenza di sovratensioni U µs 10 T (ms) 7 20 30 40 T (ms) Guida alla scelta degli SPD Origine delle sovratensioni Accoppiamento Le sovratensioni sono indotte dal campo magnetico associato alle correnti di fulmine nelle spire formate dai induttivo circuiti esterni o interni delle apparecchiature. La corrente di fulmine genera un campo magnetico transitorio di valore molto elevato in prossimità sia del punto di impatto del canale di fulmine che dei conduttori dell’impianto di protezione. L’induzione magnetica decresce con la distanza dal conduttore su cui fluisce la corrente secondo la formula iperbolica riportata di seguito: µI dove B = 2πD Sovratensioni indotte su apparecchiature interne alla struttura (*) Cavo d'antenna Spira di induzione Calata Limitatore di tensione B I D µ = = = = induzione magnetica corrente che fluisce nel conduttore distanza permeabilità magnetica (µ0=4π x10-7 H/m) Tale formula può essere usata per una stima semplificata dell’induzione magnetica, poiché l’induzione varia nel tempo con la stessa legge con cui varia la corrente di fulmine, essa genera, nelle spire formate dai circuiti con cui si concatena una tensione pari a: Ui = L x di dt proporzionale all’induttanza L della spira concatenata ed alla pendenza della forma d’onda della corrente di fulmine. Tanto più ampie saranno le spire tanto maggiore sarà la tensione Ui. Nel caso di fulminazione diretta la corrente di fulmine che passa sugli elementi della struttura e dell’impianto di protezione genera delle sovratensioni anche di centinaia di kilovolt che possono essere estremamente pericolose perché possono interessare tutti gli elementi metallici della struttura stessa (anche per esempio i tubi dell’acqua o del gas). Né la presenza dell’impianto di protezione base né la presenza di limitatori di sovratensione possono impedire la creazione di queste sovratensioni che possono essere sia di modo comune sia di modo differenziale. La forma d’onda delle sovratensioni è di breve durata (1/50µs) mentre l’energia e la carica associata sono piuttosto modeste. In caso di fulminazione indiretta invece le sovratensioni trasmesse dalle linee sono sicuramente le più significative. In questo caso le sovratensioni sono di modo comune e dipendono dall’ampiezza della corrente di fulmine e dall’impedenza d’onda della linea. 8 Linea di energia (*) Dopo la scarica una parte della corrente di fulmine passa sul cavo Calata Spira concatenata con il campo magnetico della corrente di fulmine Presa di energia Sovratensione indotta Linea di energia Presa di segnale Limitatore di tensione Linea di segnale schermata R Origine delle sovratensioni Accoppiamento Le sovratensioni sono dovute al campo elettrico generato dalle cariche associate alle correnti di fulmine, per capacitivo accoppiamento capacitivo tra i circuiti e le apparecchiature e gli elementi che portano la corrente di fulmine. Quando il fulmine colpisce terra o un impianto di protezione, il canale di fulmine assume un potenziale molto elevato rispetto all’ambiente circostante, pari alla tensione totale di terra. La capacità tra il canale di fulmine e circuiti adiacenti si carica generando una sovratensione in modo comune sul circuito e sulle apparecchiature. Queste sovratensioni sono sicuramente più basse rispetto a quelle di tipo resistivo o induttivo e talvolta possono essere trascurate. Accoppiamento capacitivo Canale di fulmine Edificio n°1 Edificio n°2 Linea di trasmissione Apparecchio n° 1 Z 9 Apparecchio n° 2 Z Z Guida alla scelta degli SPD La valutazione del rischio Tipi di danno e componenti di rischio La decisione di installare un SPD all’inizio dell’impianto è subordinata al fattore di rischio valutato in sede di progetto attenendosi alle prescrizioni di cui alla norma CEI 81-4 confrontando il rischio considerato R ed il rischio tollerabile Ra. I danni causati da un fulmine possono essere classificati in 4 tipi: Tipo 1 - Perdite di vite umane Tipo 2 - Perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali Tipo 3 - Perdita di patrimonio culturale insostituibile Tipo 4 - Perdite economiche Componenti di rischio definite dalla norma CEI 81-4 Componente A Incendi all'interno della struttura per fulminazione diretta della struttura stessa C Incendi all'interno della struttura per fulminazione diretta della linea elettrica D Sovratensioni sugli impianti interni ed esterni alla struttura per fulminazione diretta della struttura (tale componente è composta da 2 parti: una dovuta all’accoppiamento resistivo e l’altra all’accoppiamento induttivo causati dalla corrente di fulmine che colpisce la struttura) G Sovratensioni sugli impianti interni della struttura per fulminazione indiretta della linea elettrica M Sovratensioni sugli impianti interni della struttura per fulmini a terra in prossimità della struttura. H Tensioni di passo o di contatto generate all'esterno della struttura da fulmini intercettati direttamente dalla struttura stessa. A seconda del tipo di danno cambia il valore di rischio tollerabile Ra come indicato nella tabella di seguito. Valori del rischio tollerabile in funzione del tipo di danno Tipo di danno Ra Descrizione del danno Tipo 1 10-5 Perdite di vite umane inteso come numero di morti allo anno riferito al numero totale di persone esposte al rischio Tipo 2 Tipo 3 10-3 10-3 Perdita inaccettabili di servizi pubblici essenziali intesa come prodotto del numero di utenti non serviti per la durata annua del disservizio, riferito al numero totale degli utenti serviti all'anno. Perdita di patrimonio culturale insostituibile, inteso come valore annuo di beni perduti, rispetto al valore totale dei beni esposti al rischio. Nei primi 3 casi la protezione dalle sovratensioni è da considerarsi quasi obbligatoria. Nel caso di “Tipo 4” invece la scelta di adottare delle protezioni è affidata direttamente al progettista che ne dovrà valutare, in accordo con il committente, l’opportunità sulla base della convenienza. La valutazione del rischio deve essere fatta considerando le diverse componenti di rischio definite nella norma CEI 81-4 e riassunte di seguito. 10 Descrizione Ogni componente contribuisce al rischio in maniera più o meno onerosa a seconda delle caratteristiche della struttura. Per ciascun tipo di rischio il valore R è dato dalla somma delle componenti che contribuiscono a determinarlo come riportato nella tabella di seguito. Tipo di danno Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 Tipo 4 Componenti di rischio Fulminazione diretta della struttura H A D X X X(3) X X X X(4) X X Fulminazione indiretta della struttura M(1) G C(2) X(3) X(3) X X X X X X X X (1) Per strutture contenenti impianti interni sensibili (2) Per linee di energia (3) Per ospedali e per strutture con rischio di esplosione (4) Per strutture ad uso agricolo (perdite di animali) R La valutazione del rischio Valori medi del numero Nt di fulmini a terra all'anno ed al chilometro quadrato in Italia 1,5 fulmini anno/km2 2,5 fulmini anno/km2 4 fulmini anno/km2 11 Guida alla scelta degli SPD La valutazione del rischio In funzione del livello di esposizione al rischio si deve prevedere l’opportunità di installare apparecchiature di protezione. Il livello di esposizione ai fulmini viene generalmente fornito dagli uffici meteorologici locali. Si prende come valore medio a livello europeo un livello di rischio Nt di 2,5 che però in alcune aeree geografiche (zone montagnose in genere e sulle alpi) può anche essere superiore a 10. Tipo di apparecchiatura Livello di Valore delle apparecchiature da proteggere in di milioni di lire protezione zona rischio basso zona rischio medio zona rischio elevato Up (kV) 1÷3 3÷10 > 10 1÷3 3÷10 > 10 1÷3 3÷10 > 10 >2.5 C C B C B B B B B Apparecchi elettromeccanici poco sensibili - apparecchiature elettrotecniche - apparecchi di comando e protezione - trasformatori - motori etc… Apparecchi elettromeccanici 1.8÷2.5 o elettronici sensibili - lavatrici - apparecchiature domestiche in genere - congelatori - televisione - caldaie e sistemi di riscaldamento in genere - ascensori etc… Apparecchi elettronici molto sensibili 1.3÷1.8 - apparecchi informatici (PC) 0.5÷0.8 - autocommutatori - equipaggiamenti specifici per ospedali - registratori di cassa - fotocopiatrici - fax - centrali di allarme - centralini telefonici A necessario B raccomandato C opzionale 12 Naturalmente questo dato non è sufficiente per una corretta scelta della protezione poiché vanno considerati tutta una serie di fattori che verranno descritti di seguito. La tabella riportata di seguito vuole indicare dove è necessario e conveniente installare dispositivi di protezione contro le sovratensioni, in funzione: - della zona e del livello di esposizione - delle apparecchiature installate - del valore delle apparecchiature da proteggere. C B B C B A B A A B B B B A A A A A R La protezione dalle sovratensioni mediante l'installazione di SPD Per ottenere un’efficace protezione contro la fulminazione e contro le sovratensione che ne possono derivare si possono attuare una serie di misure preventive che possono essere riassunte come segue: - aumento dell’isolamento dei conduttori e delle apparecchiature dell’impianto - utilizzo di schermature (da considerarsi già in fase di progetto della struttura) - equipotenzializzazione dei componenti del circuito da proteggere - installazione di dispositivi di protezione esterni LPS (se il rischio di fulmine è alto) - installazione di dispositivi di protezione e limitazione interni SPD. La norma CEI 81-1 presa come riferimento per i diversi punti di cui sopra non da delle indicazioni sufficienti per la realizzazione della protezione richiesta, per cui spesso si deve ricorrere a provvedimenti integrativi. In pratica si deve ricorrere all’installazione di captatori a maglia (con magliatura ridotta se ci sono apparecchiature particolarmente suscettibili) alla predisposizione di calate per ridurre il valore di campo elettromagnetico ed alla realizzazione di dispersori ad anello con magliatura su tutta la superficie occupata dalla struttura di sezione non inferiore a 6 mm2 (possibilmente in rame). Altro sistema per ridurre gli effetti del fulmine è quello di realizzare strutture in cemento armato realizzate in modo da garantire la continuità elettrica tra i ferri di armatura. In questo caso possono essere omessi i provvedimenti descritti prima. Al fine di ridurre invece i rischi legati alle sovratensioni dovute ad accoppiamento resistivo si può ricorrere all’equipotenzializzazione di tutte le componenti della struttura in modo da ridurre le differenze di potenziale tra i circuiti e massa. Tutti i circuiti, i corpi metallici e le masse estranee devono essere collegate direttamente o tramite limitatore di tensione ad un collettore di equipotenzializzazione a sua volta collegato a terra. Nel caso invece di sovratensioni di origine induttiva si può ricorrere all’installazione di calate aggiuntive che hanno la funzione di ridurre la corrente di fulmine. Un ulteriore sistema di protezione attuabile può essere la schermatura dei circuiti e delle apparecchiature. Risulta quindi abbastanza evidente che realizzare degli impianti di protezione dedicati oltre a comportare un discreto numero di problemi può risultare anche piuttosto oneroso in termini economici. L’installazione di dispositivi di limitazione delle sovracorrenti, quali appunto gli SPD può essere la soluzioni migliore sia dal punto di vista tecnico che da quello economico. Per ognuna delle componenti descritte al capitolo precedente è indicato l’utilizzo di SPD all’ingresso di linea o in prossimità delle apparecchiature installate. Per valutare l’efficacia del SPD scelto si deve ricorrere ai fattori di riduzione del rischio k5 (per gli SPD all’arrivo linea) e k3 (per gli SPD installati in prossimità delle apparecchiature) definiti dalla norma CEI 81-4. La norma stessa attribuisce agli SPD correttamente dimensionati un valore di fattore di riduzione k3 e k5 pari a 0.01, senza però indicare come scegliere e installare gli SPD stessi. A soluzione di questo problema si può fare riferimento alla guida CEI 81-8, dove sono indicati i criteri di scelta e di installazione degli SPD. Nei capitoli a seguire sono riportate le indicazioni sull’installazione degli SPD in accordo a quanto previsto dalla guida CEI 81-8. Ripartizione presunta della corrente di scarica del fulmine nell'impianto base 100% Impianto base Linea di segnale 50% Barra di equipotenzialità Linea di alimentazione tubazioni metalliche 50% Impianto di terra Sovratensioni in un cavo schermato impianto parafulmine I1 Edificio n°1 Apparecchio n° 1 I2 Edificio n°2 Apparecchio n° 2 conduttore guaina sbarra di equipotenzialità Impedenza di terra (Z1) 13 Impedenza di terra (Z2) Guida alla scelta degli SPD Coordinamento degli SPD rispetto ai valori di tenuta delle apparecchiature Per la scelta della protezione più efficace è necessario tener conto di alcune regole basilari riportate di seguito. Uno dei criteri di scelta degli SPD riguarda il coordinamento dei livelli di tenuta ad impulso delle apparecchiature e il livello di protezione del SPD stesso. Tanta più bassa è la differenza tra il livello di protezione Up del SPD installato rispetto al valore di tensione di tenuta dell’apparecchiatura da proteggere, tanto più è efficace la protezione. A tal proposito la norma IEC 60664 definisce 4 categorie di tenuta ad impulso così definite: Livelli di sovratensioni in funzione della tensione nominale dell’impianto BT e della categoria di tenuta ad impulso Tensione nominale (V) 1000 600 300 230/400 150 100 50 Categoria di tenuta ad impulso (V) IV III II I 12000 8000 6000 4000 8000 6000 4000 2500 6000 4000 2500 1500 6000 4000 2500 1500 4000 2500 1500 800 2500 1500 800 500 1500 800 500 330 Per ognuna delle 4 categorie possono essere suddivise le apparecchiature più comunemente usate negli impianti elettrici. La tabella di seguito riassume quali apparecchiature corrispondono generalmente alle categorie di tenuta ad impulso. Esempi di materiale in funzione delle categorie di tenuta ad impulso (Uo=230/400V Categoria Tensione di Apparecchiature tenuta (V) IV 6000 apparecchi installati a monte del quadro di distribuzione (cavi, contatori, dispositivi principali di protezione, ...) III 4000 apparecchi facenti parte dell’impianto fisso (quadri di distribuzione, interruttori, prese a spina, ...) II 2500 apparecchi “utilizzatori” dalla tenuta ad impulso “normale” (ad esempio, apparecchi elettrodomestici, lavatrice, congelatore, frigorifero, lavastoviglie utensili portatili) I 1500 apparecchi particolarmente sensibili (apparecchiature elettroniche, personal computer, fotocopiatrice, televisori, Hi-Fi Dati caratteristici degli apparecchi dell’impianto utilizzatore Utenuta = è il valore di tensione impulsiva oltre il quale l’apparecchio si danneggia Utenuta Danni permanenti Livello della sovratensione Riduzione vita utile Uimmunita’ Malfunzionamenti Nessun effetto 14 La Uprot deve essere minore del 90% della U di tenuta dell’apparecchiatura R Collegamenti equipotenziali Equipotenzializzazione dei servizi La realizzazione L’equipotenzializzazione di tutti i servizi entranti nella struttura si rende necessaria per ridurre il rischio che si creino differenze di potenziale pericolose durante la fulminazione o tali da creare delle spire che possano innescare delle tensioni indotte dannose alle apparecchiature installate nell’impianto. I collegamenti devono essere effettuati all’ingresso della struttura mediante l’installazione di barre di equipotenzializzazione, alle quali vanno collegate tutte le masse (le connessioni devono essere le più corte possibili). Nel caso in cui le masse estranee e le linee di alimentazione e di segnale entrassero nella struttura da punti diversi si dovrà ricorrere all’installazione di più barre di equipotenzializzazione connesse al dispersore ad anello o ai singoli dispersori. Gli SPD sono spesso utilizzati come componente del LPS (impianto di protezione contro i fulmini) interno, il cui compito è quello di evitare le scariche pericolose all’interno della struttura protetta durante il passaggio della corrente di fulmine sull’LPS esterno in caso di fulminazione diretta. In particolare è necessario evitare delle scariche pericolose tra l’LPS esterno e: - corpi metallici (corpi metallici con notevole estensione lineare) - impianti esterni (impianti elettrici che entrano nella struttura) - impianti interni (impianti elettrici interni alla struttura) L’equipotenzializzazione della struttura e dei diversi componenti può essere realizzata nei seguenti modi: - collegamenti equipotenziali con corpi metallici interni - collegamenti equipotenziali con corpi metallici esterni - collegamenti equipotenziali per impianti interni - collegamenti equipotenziali per impianti esterni Per quanto riguarda la realizzazione dei collegamenti equipotenziali con corpi metallici interni, la tabella di seguito indica le sezioni minime dei conduttori di connessione da impiegare. Collegamenti equipotenziali con corpi metallici interni Materiale Sezioni minime dei conduttori di connessione fra i collettori di equipotezialità del LPS e fra questi ed il dispersore (mm2) Cu 16 Al 25 Fe 50 Sezioni minime dei conduttori di connessione per corpi metallici interni ed il collettore di equipotenzialità del LPS (mm2 ) 6 10 16 Equipotenzializzazione dei servizi entranti: ingresso in più punti a livello del terreno con utilizzo del dispersore ad anello linee elettriche o di segnale barre di equipotenzializzazione dispersore ad anello masse estranee ferri di armatura se utilizzati 15 masse estranee Guida alla scelta degli SPD Collegamenti equipotenziali Equipotenzializzazione dei servizi Gli SPD devono essere installati in posizione accessibile e ispezionabile. Si ritiene sufficiente l’utilizzo di SPD con corrente nominale di scarica non minore di 10kA, onda 8/20 µs (pertanto SPD) e tensione d’innesco coordinata con l’isolamento. Per i collegamenti equipotenziali con corpi metallici esterni la scelta degli SPD e della sezione dei conduttori di collegamento dipende dalla corrente di fulmine e da come essa si ripartisce nei conduttori. Nel caso di collegamenti equipotenziali per impianti interni, se le linee degli impianti interni non sono schermate o non sono in canale metallico, i conduttori attivi devono essere collegati per mezzo di SPD. I collegamenti devono essere effettuati il più possibile vicino al punto di ingresso delle linee esterne. Ne consegue che anche gli SPD devono essere posti all’ingresso della linea elettrica di alimentazione nella struttura protetta. Gli SPD così scelti, però, possono portare ad una scarsa protezione di alcune parti dell’impianto e degli apparecchi. Quindi per i singoli apparecchi e per zone dell’impianto lontane dall’ingresso linea è necessario ricorrere a SPD dedicati ai singoli apparecchi o alle zone lontane (protezione su più livelli). Nelle figure di seguito sono riportati degli esempi di equipotenzializzazione della struttura. Equipotenzializzazione dei servizi entranti: ingresso in più punti a livello del terreno con utilizzo del conduttore ad anello interno dispersore locale linee elettriche o di segnale dispersore locale barre di equipotenzializzazione masse estranee ferri di armatura se utilizzati anello di dispersore locale masse estranee equipotenzializzazione Equipotenzializzazione dei servizi entranti: ingresso in un singolo punto barre di equipotenzializzazione dispersore masse estranee ferri di armatura se utilizzati 16 linee elettriche o di segnale masse estranee R Panorama dei dispositivi di protezione dalle sovratensione Generalità Il principio di funzionamento dei dispositivi di limitazione delle sovratensioni si basa sull’innesco di un arco elettrico tra un conduttore attivo in cui si verifica appunto la sovratensione e l’impianto di terra, al fine di impedire il propagarsi della sovratensione stessa a valle dell’apparecchio. Spinterometri Gli spinterometri sono dispositivi di protezione generalmente disponibili nella versione estraibile a coltello oppure in custodia per installazione su guida DIN35. Essi non sono in grado di estinguere l’arco generato dalla sovratensione e causano l’intervento delle protezioni poste a monte dell’apparecchio. Gli spinterometri si suddividono nelle tipologie in aria o a gas. Gli spinterometri sono costituiti da 2 elettrodi distanziati tra loro, tra i quali, in presenza di una sovratensione, si innesca un arco elettrico che si autoestingue quando la corrente scende al di sotto di qualche decina di Ampere. Un potenziale problema che si può verificare è la saldatura dei contatti in seguito alla scarica. Ciò è dovuto alla limitata distanza che c’è normalmente tra i contatti. Il potere di scarica degli spinterometri è molto elevato sia per i dispositivi in aria che per quelli a gas. La tensione di innesco cresce con la ripidità del fronte d’onda della sovratensione. Questi apparecchi hanno generalmente dimensioni maggiori rispetto ad altri apparecchi di protezione. Ciò è dovuto alla necessità di contenimento delle celle spegniarco. Uno svantaggio di questi tipi di dispositivi di protezione è legato alla non sempre certa estinzione dell’arco in presenza di elevate correnti di cortocircuito nel punto di installazione. In funzione del numero di interventi effettuati si può inoltre avere un progressivo degrado delle prestazioni dell’apparecchio. La tensione di innesco degli spinterometri è generalmente troppo elevata per ottenere un’adeguata protezione delle apparecchiature elettroniche. Il principio di funzionamento dei dispositivi di limitazione delle sovratensioni si basa sull’innesco di un arco elettrico tra un conduttore attivo in cui si verifica appunto la sovratensione e l’impianto di terra, al fine di impedire il propagarsi della sovratensione stessa a valle dell’apparecchio. In commercio sono disponibili diverse tipologie di prodotti con caratteristiche differenti destinati a realizzare la protezione nei confronti delle sovratensioni. Di seguito vengono brevemente presentate le diverse tipologie e le relative caratteristiche. Spinterometro 1 2 3 4 5 1 - morsetto di ingresso 2 - isolatore 3 - morsetto di uscita 4 - elettrodo di ingresso 5 - elettrodo di uscita 6 - piastra di raffreddamento 6 Comportamento degli spinterometri in presenza di sovratensioni transitorie U sovratensione transitoria tensione residua ai morsetti dello spinterometro T Variazione della tensione in funzione della corrente ai morsetti dello spinterometro U effluvio innesco arco I 17 Guida alla scelta degli SPD Panorama dei dispositivi di protezione dalle sovratensione SPD a gas Per la protezione degli impianti di telecomunicazione vengono utilizzati generalmente degli SPD a gas. Questi dispositivi sono caratterizzati da dimensioni estremamente ridotte e da un’elevata efficienza. Gli SPD a gas sono composti generalmente da un tubetto in vetro o ceramica alle cui estremità sono collocati gli elettrodi. Tra i due elettrodi è presente un gas nobile (argon o neon). Quando la tensione tra gli elettrodi è uguale o maggiore a quella di accensione caratteristica del dispositivo si verifica l’innesco dello SPD. Bticino propone un apparecchio di questo tipo disponibile nella versione per installazione su guida DIN 35 appositamente studiato per la protezione delle linee telefoniche (art. PLT1). Le caratteristiche di questo apparecchio sono descritte nelle tabelle dei dati tecnici. Scaricatori a gas 5 1 2 4 3 1 - elettrodi 2 - isolatore 3 - massa di attivazione 4 - supporto di ignizione 5 - zona di scarica Comportamento degli SPD a gas in presenza di sovratensioni transitorie U (V) U1 U2 T1 Diodi soppressori Questi tipi di SPD sono costituiti da diodi zener in grado di sopportare correnti più elevate rispetto a quelle sopportabili dai diodi di uso comune. Spesso questi apparecchi si trovano già incorporati in prese o connettori per la protezione delle appa-recchiature. I soppressori a diodi offrono una elevata rapidità di intervento senza alcun degrado delle prestazioni in funzione del numero di scariche effettuate ed un’ampia gamma di tensioni di innesco. Per contro il potere di scarica di questi dispositivi è piuttosto limitato. T2 T Comportamento dei soppressoria diodo in presenza di sovratensioni transitorie U sovratensione transitoria tensione residua ai morsetti del diodo T Diodo soppressore (a spina) Variazione della tensione in funzione della corrente ai morsetti del diodo 1 U 2 5 4 3 tensione di Zener 1 - fusibile di protezione rapido 2 - diodo Zener 3 - resistenza 4 - spinotti di uscita 5 - alveoli di ingresso 18 Imax I R Panorama dei dispositivi di protezione dalle sovratensione SPD a varistore La gamma di prodotti sicuramente più diffusa ed efficace è quella degli SPD a varistore ad ossido di metallo. Bticino propone una gamma di prodotti di questo tipo, molto ricca e con prestazioni tali da poter essere impiegati per la protezione primaria degli impianti, fino a quella terminale (fine). Gli SPD a varistore sono dei dispositivi in grado di variare la propria resistenza in funzione della tensione ad essi applicata. Quando al varistore è applicata la tensione nominale d’impiego qualsiasi corrente di fuga verso terra viene bloccata. Con il crescere della tensione, la resistenza del varistore diminuisce, fino a ridursi praticamente a zero in modo tale da permettere il passaggio della corrente verso terra. Questi tipi di dispositivi sono in grado di ripetere varie volte la loro funzione di protezione; infatti, essi possono proteggere intervenendo almeno 20 volte al valore di corrente nominale (In) per i quali sono dichiarati, oppure per una sola volta al valore di corrente massima di scarica (Imax). Gli SPD a varistore Bticino sono disponibili in una vasta gamma di soluzioni con caratteristiche installative che ne consentono l’impiego sia in ambito industriale e terziario che domestico. La gamma di SPD Bticino si compone di apparecchi in modulo DIN 35 per ogni tipo di protezione (primaria, 2° livello e fine) oppure in moduli per serie civili particolarmente indicati per la protezione fine di apparecchiature elettroniche (Personal computer, HiFi, ecc...). I prodotti in modulo DIN Bticino sono del tipo a cartuccia intercambiabile che offre il grosso vantaggio di una facile sostituzione delle sole cartucce senza dover cambiare tutta l’apparecchiatura di protezione. Questi apparecchi sono dotati di segnalazione, mediante bandierina colorata, dello stato del varistore. Ciò permette la rapida verifica dell’efficienza dell’apparecchiatura. Grazie al contatto di scambio di cui sono dotati è possibile portare a distanza l’eventuale segnalazione ottica o acustica di fine vita della cartuccia. Gli apparecchi modulari per serie civili invece possono essere abbinati a prese della stessa serie per realizzare la protezione “fine”. Gli SPD a varistore raggiungono elevati poteri di scarica indipendentemente dal valore di tensione d’innesco. La loro rapidità di intervento e la completezza di gamma rende questi apparecchi la soluzione ottimale per la protezione dalle sovratensioni. Data la maggior capacità tra gli elettrodi gli SPD a varistore non possono essere utilizzati per la protezione degli impianti di trasmissione. 19 Varistore ad ossido di zinco 3 1 2 4 1 - terminali in rame 2 - elettrodi 3 - varistore ad ossido di zinco 4 - resina protettiva Comportamento dei varistori in presenza di sovratensioni transitorie U sovratensione transitoria tensione residua ai morsetti del varistore T Variazione della tensione in funzione della corrente ai morsetti del varistore U zona di fuga zona di funzionamento normale zona di inversione I Guida alla scelta degli SPD Panorama dei dispositivi di protezione dalle sovratensione Confronto tra le caratteristiche dei dispositivi di protezione Tipo di dispositivo componente ideale spinterometro U U Up Up varistore Umax I elevato elevato Potere di scarica di lunga durata Capacità tra gli elettrodi elevato elevato elevata bassa (impiego anche in circuiti di teletrasmissione) troppo alta per la protezione di apparecchiature elettroniche delicate incerta anche per basse correnti progressivo con il numero di interventi effettuati modesta più limitata rispetto ad altri dispositivi Tensione di innesco nulla Estinzione dell'arco Degrado delle prestazioni elevata Rapidità d'innesco Ampiezza di gamma elevata elevata 20 nessuno U U Up Up I I Potere di scarica diodo Zener elevato (indipendente dalla tensione di innesco) modesto I limitato limitato elevata (escluso l'impiego per alta frequenza) elevata ampia gamma di tensioni d'innesco ampia gamma di tensioni d'innesco (da 7 a 500V) progressivo con il numero di interventi effettuati elevata elevata nessuno con il numero di interventi effettuati elevata elevata R Criteri di scelta degli SPD 21 Guida alla scelta degli SPD Criteri di scelta degli SPD Scelta degli SPD Per dimensionare e scegliere la protezione adeguata dalle sovratensioni è necessario considerare: a) Il livello di pericolosità dell’area geografica in funzione del livello di esposizione ai fulmini. b) Le caratteristiche elettriche e la tipologia delle apparecchiature da proteggere. c) Le caratteristiche elettriche della protezione, corrente massima di scarica e tensione in linea residua (la tensione di linea residua è il valore massimo della tensione che rimane applicata alle apparecchiature dell’impianto in seguito all’intervento del dispositivo di protezione). d) La tensione di innesco del dispositivo di protezione deve essere necessariamente inferiore a quella di tenuta ad impulso dell’apparecchio da proteggere. e) La tensione residua deve essere minore della tensione di tenuta permanente, ma superiore alla tensione massima dell’impianto. Tale condizione è necessaria per evitare la presenza di correnti di scarica al termine della sovratensione. f) Il potere di scarica deve essere di valore adeguato all’impulso d’onda. Nel caso di fulminazione indiretta le forme d’onda normalizzate sono 4/10µs e 8/ 20µs. Tali impulsi sono quelli che si avvicinano maggiormente alle forme d’onda generate dalle sovratensioni indotte. Nel caso di fulminazione diretta l’onda normalizzata è invece 10/350µs che è quella tipica del fulmine. g) Il valore (in termini economici) delle apparecchiature da proteggere. Valutati tutti i rischi del caso come indicato per esempio dalla norma CEI 81-4 si può procedere alla scelta delle protezioni in funzione delle diverse esigenze. Nei capitoli di seguito si indicano i criteri di scelta dei diversi tipi di SPD così come definito nella guida CEI 81-8. Forma d’onda di corrente 10/350 µs I (valore di picco) 100% 90% 50% 10µs 350µs T Forma d’onda di corrente 8/20 µs I (valore di picco) 100% T1= tempo di salita T2= tempo di discesa all'emivalore 90% 50% 10% T1=8µs T2=20µs Forma d’onda di tensione 1,2/50 µs U (valore di picco) 100% T1= tempo di salita T2= tempo di discesa all'emivalore 90% 50% 30% T1=1.2µs T2=50µs Nota: La forma d'onda 1,2/50 µs è una forma d'onda di tensione che permette di generare la forma d'onda di corrente 8/20 µs. 22 R Criteri di scelta degli SPD in classe di prova I Requisiti di scelta per SPD di classe I Gli SPD di classe I vengono scelti per ridurre i rischi legati alle componenti A,C,D e G mediante il fattore di riduzione k5. Per semplificare al massimo il concetto si può affermare che questi dispositivi devono essere utilizzati quando c’è un rischio dovuto a fulminazione diretta. Gli SPD devono essere scelti tenendo conto dei fattori riportati nei paragrafi di seguito. Tensione massima continuativa Uc La tensione massima continuativa del SPD deve essere superiore o uguale ai valori indicati nella tabella di seguito, che sono quelli delle sovr atensioni temporanee (TOV) dovute a guasti di isolamento o di manovra con durata fino a 5 secondi, dove Uo è la tensione tra fase e neutro. Se gli SPD, sollecitati dalle sovratensioni transitorie TOV, resistono o si danneggiano per costruzione senza creare situazioni di pericolo possono essere scelti con Uc di valore inferiore a quelli della tabella di cui sopra ma non devono assumere valori inferiori ai seguenti: Tensione massima continuativa Uc SPD tra F-PE Sistema TN Sistema TT o IT Uc=1.45xUo Uc=1.732xUo Tensione massima continuativa Uc SPD tra F-PE Sistema TN e TT Sistema IT Uc=1.1xUo Uc=1.732xUo Corrente ad impulso Iimp SPD tra F-N Sistema TT e TN Uc=1.45xUo La corrente ad impulso è il parametro che deve essere utilizzato per la scelta degli SPD di classe di prova I. Essa deve essere scelta in funzione del tipo di fulminazione considerata, ovvero per fulminazione diretta della struttura (componenti di rischio A e D) o fulminazione diretta della linea (componente C). Nel caso in cui si debba considerare una fulminazione diretta della struttura, il valore della corrente ad impulso Iimp deve essere calcolato considerando il fattore di riduzione k5, ne consegue che la corrente Iimp del SPD da installare deve essere superiore alla parte della corrente di fulmine che interessa ciascun servizio entrante nella struttura stessa. Per determinare tale valore si deve ricorrere alla seguente formula: IF = 23 Z1 ( 8 13 16 22 28 35 ) I 4 6 10 10 10 10 1 66 63 77 62 53 44 2 60 48 55 47 42 36 3 40 39 43 38 34 31 4 33 32 36 32 29 27 II 4 6 10 15 15 15 dove: I è la corrente di picco del fulmine (kA) n1 è il numero di servizi entranti Z è la resistenza di terra equivalente del dispersore della struttura ( ) Z1 è la resistenza di terra equivalente dei servizi entranti ( ) Per la verifica dei valori di resistenza Z e Z1 vedere la tabella di seguito dove è il valore della resistività del terreno. Resistenza di terra Z riferita ai livelli di protezione ( ) Livello di Livello di N° servizi protezione protezione entranti impianto impianto ( m) 100 200 500 1000 2000 3000 (Z x I) n1 x Z + Z1 SPD tra F-N Sistema TT e TN Uc=1.1xUo Livello di protezione impianto N° servizi entranti 1 66 63 77 81 70 60 2 50 48 55 58 52 46 3 40 39 43 45 41 37 4 33 32 36 36 34 32 III - IV 4 6 10 20 40 60 N° servizi entranti 1 66 63 77 95 117 126 2 50 48 55 64 74 77 3 40 39 43 49 54 56 4 33 32 36 39 42 44 Guida alla scelta degli SPD Criteri di scelta degli SPD in classe di prova I Scelta degli SPD in classe I Gli impianti possono essere realizzati utilizzando cavi schermati o non schermati. A seconda del tipo di cavo impiegato devono essere fatte le seguenti considerazioni. Cavo schermato Lo schermo del cavo deve essere collegato alla barra di equipotenzializzazione EBB. Per determinare se collegare gli SPD tra lo schermo ed i conduttori, si deve calcolare il valore della sezione As (in mm2) dello schermo, utilizzando la formula riportata di seguito e confrontare il valore calcolato con quello effettivo dello schermo. IF x s x ls AS = Utenuta x 106 dove: s è la resistività del materiale costituente lo schermo ( m) ls è la lunghezza del cavo che può essere uguale alla distanza tra la struttura ed il punto più vicino di messa a terra se il cavo è in aria o isolato dal suolo (m) Utenuta è la tensione di tenuta ad impulso dell’apparecchiatura da proteggere (kV) Se la sezione As dello schermo del cavo è maggiore o uguale a quella calcolata con la formula di cui sopra non si rende necessario collegare SPD tra conduttori e schermo per ridurre la componente di rischio D. Se invece il valore di As è inferiore l’installazione di SPD tra schermo e conduttori è necessaria e il dispositivo di protezione (SPD) deve essere dimensionato considerando la corrente ad impulso Ics calcolata con Esempio di calcolo per la determinazione della Iimp di un SPD Considerando una corrente di picco I di 200kA ed un valore di Z1 pari a 22 ohm, corrispondente ad una resistività del terreno di 1000 (m, il valore di resistenza di terra Z sarà pari a 10 ohm. Se i servizi entranti nella struttura sono 3 si determina il valore della componente della corrente di fulmine IF per ognuno dei servizi entranti. IF = 10 x 200 3 x 10 +22 = 2000 52 = 38.46 (kA) La corrente entrante è pari alla differenza tra la corrente di picco I e la corrente di fulmine IF calcolata e risulta quindi essere 161.54 kA 24 la seguente formula: Ics = IF x Rs Rc+m x Rs dove: m è il numero di conduttori attivi Rc è la resistenza per unità di lunghezza dei conduttori del cavo ( m) Rs è la resistenza per unità di lunghezza dello schermo ( m) Cavo non schermato Se il cavo è del tipo non schermato la corrente che fluisce in ogni conduttore è pari a : Icond = IF m dove: Per garantire l’adeguata protezione dell’impianto si devono quindi scegliere SPD con valori di corrente ad impulso Iimp uguali o superiori ai valori di corrente Ics o Icond a seconda che l’impianto sia realizzato con cavo schermato o non schermato. La linea telefonica normalmente può essere esclusa dal calcolo dei servizi entranti in quanto scarsamente influente sul resto dell’impianto. Per la protezione della stessa si ricorre all’impiego di SPD con Iimp maggiore o uguale a 5 kA (valore definito dalla guida CEI 81-8). Nel caso di fulminazione diretta della linea elettrica (componente di rischio C) è necessario impiegare SPD in classe di prova I con Iimp maggiore o uguale a 10 kA installati all’origine dell’impianto. Se l’impianto è di tipo trifase + neutro realizzato con cavo non schermato, la corrente che interessa ogni singolo conduttore sarà pari a: Icond = IF m = 38.46 4 = 9,61 ne consegue che scegliendo un SPD in classe di prova I con Iimp di 10 kA (valore preferenziale) viene rispettata la condizione di protezione definita dal fattore k5. R Criteri di scelta degli SPD in classe di prova I Diagramma di flusso il calcolo del valore di corrente ad impulso Iimp per SPD in classe di prova I Valutazione del fattore di riduzione k5 per SPD in classe di prova I installati all’origine dell’impianto Fattore di riduzione k5 degli SPD 0.05 Probabilità P della corrente di picco 0.99 Corrente di picco I (kA) 200 Calcolo della parte di corrente di fulmine IF che interessa ciascun servizio entrante nella struttura ZxI IF = (Z + Z1) x n1 Confronto tra la sezione dello schermo As e il valore calcolato dalla formula IF x Ls x ρs As = 106 x Utenuta sì Tipo di linea realizzata in cavo schermato no Linea realizzata con cavi non schermati, calcolo della corrente Icond che fluisce in ogni conduttore IF Icond = m Scelta del SPD in classe di prova I in funzione di Iimp Iimp > Icond SPD non necessario tra schermo e conduttori per riduzione della componente D sì As schermo > As calcolato no Calcolo della corrente Ics che fluisce in ogni conduttore Rs Ics = IF x Rs x (m + Rc) Scelta del SPD in classe di prova I in funzione di Iimp Iimp > Ics 25 Guida alla scelta degli SPD Criteri di scelta degli SPD in classe di prova I Livello di protezione effettivo (Uprot) Questo parametro deve essere considerato per la riduzione del rischio per le componenti D e G. Esso deve essere calcolato tenendo conto delle lunghezze delle connessioni alla barra di equipotenzializzazione che devono essere le più corte possibili. Per garantire una adeguata protezione è necessario che il valore del livello di protezione effettivo Uprot sia inferiore al 90% del valore di tensione di tenuta ad impulso dell’apparecchiatura da proteggere. Si deve quindi rispettare la seguente formula: Nel caso di installazione di SPD ad innesco il valore Uprot da considerare deve essere il più alto tra il livello di protezione Up del SPD ed il valore delle cadute induttive dovute alla linea. Nel caso invece di SPD a limitazione il valore di Uprot è pari alla somma del livello di protezione Up e delle cadute induttive. Uprot < 0.9 x Utenuta SPD a limitazione Se tale condizione non è rispettata si può ricorre all’installazione di SPD con valori di Up più bassi. L e L’ sono le induttanze dei collegamenti µH 1 è la pendenza del fronte della corrente che attraversa l’SPD (kA/µs) SPD ad innesco Uprot = Up oppure Uprot = (∆VL + ∆VL’) x 1 Uprot = (Up + ∆VL + ∆VL’) x 1 dove SPD a limitazione: Uprot=Up + ∆VL1 + ∆VL1’ a L1 SPD Uab (∆VL) ∆VL1 Up L1’ USPD (Up) ∆VL1’ I b SPD ad innesco: Uprot deve essere il maggiore tra Uprot = Up Uprot = ∆VL1 + ∆VL1’ USPD (Up) a L1 SPD 26 Uab (∆VL) Up L1’ b ∆VL1 ∆VL1’ I R Criteri di scelta degli SPD in classe di prova II Requisiti di scelta per SPD di classe II Gli SPD di classe II vengono impiegati per ridurre i rischi legati alla componente G mediante il fattore di riduzione k5. Essi vanno scelti nel caso si in cui si debba ricorrere ad una protezione contro le sovratensioni di carattere induttivo dovute ad una fulminazione indiretta. Questi dispositivi di protezione devono essere scelti tenendo conto del valore di corrente nominale di scarica In. La guida CEI 81-8 indica che il valore minimo della corrente di scarica nominale di un SPD in classe di prova II installato all’origine dell’impianto deve essere maggiore o uguale a 10 kA (8/20µs), ciò per attribuire al fattore di riduzione k5 il valore 0.01 definito dalla norma CEI 81-4. Per quanto riguarda invece i valori di tensione massima continuativa Uc e del livello di protezione effettivo Uprot vale quanto detto per gli SPD in classe di prova I. Le formule per il calcolo di questi valori sono le stesse definite ai paragrafi precedenti.Nel caso in cui il livello di protezione effettivo Uprot non risultasse superiore al 90% del valore di tensione di tenuta ad impulso si deve ricorrere all’installazione di un altro SPD a monte dell’apparecchiatura da proteggere. Tale dispositivo dovrà essere opportunamente dimensionato e coordinato con quelli installati a monte. Distanza di protezione La distanza di protezione rappresenta la massima lunghezza del collegamento per cui un SPD riesce a garantire la protezione dell’apparecchiatura. Durante il funzionamento del SPD il circuito compreso tra l’apparecchiatura e l’SPD stesso è sottoposto a una tensione pari al livello di protezione effettivo Uprot. Se la lunghezza del collegamento tra SPD e apparecchiatura è troppo elevato si possono innescare sovratensioni che si possono far aumentare la tensione ai morsetti dell’apparecchiatura con conseguente danneggiamento o distruzione della stessa, malgrado la presenza del SPD. Per evitare che si inneschino questi fenomeni si deve quindi considerare e calcolare (con opportune formule attualmente allo studio) quali sono queste distanze massime di protezione (d). Esse dipendono da diversi fattori quali i singoli livelli di protezione degli SPD, le tensioni di tenuta ad impulso delle apparecchiature, la pendenza del fronte d’onda della sovratensione, il tipo di conduttore e l’impedenza di ingresso delle apparecchiature da proteggere. Per semplificare il calcolo delle distanze di protezione la nuova guida CEI 81-8 indica dei valori che possono essere presi come riferimento per la maggior parte dei casi considerati. I valori indicati dalla norma sono da ritenersi validi nella condizione per cui il livello di protezione effettivo Uprot è inferiore o uguale al 90% del valore della tensione di tenuta ad impulso dell’apparecchiatura da proteggere. Tali distanza possono però essere raddoppiate o triplicate al diminuire del valore di Uprot al 80% ed al 70%. Linea elettrica non schermata d = 10 m se il conduttore di protezione PE fa parte della stessa conduttura che alimenta l’apparecchiatura da proteggere d = 15 m se il conduttore di protezione PE non fa parte della stessa conduttura che alimenta l’apparecchiatura da proteggere Linea elettrica schermata d = 10 m Tabella riassuntiva della distanza di protezione d (m) in funzione di Uprot Cavo non schermato PE incluso nella conduttura PE escluso dalla conduttura Cavo schermato Distanza di protezione 90% Utenuta 10 15 10 Uprot 80% Utenuta 20 30 20 70% Utenuta 30 45 30 d In1 a L L1 SPD ∆VL1 Up L1’ Uprot U ∆VL1’ b barra di equipotenzializzazione 27 Utilizzatore Guida alla scelta degli SPD Metodi per la riduzione dell’impedenza di linea nel calcolo di Uprot Metodi di riduzione della impedenza di linea Il contributo delle impedenze di linea nel calcolo di Uprot è fondamentale. Si rende quindi necessario ridurre al minimo tali lunghezze per ridurre i conseguenti valori di impedenza di linea (la guida CEI 81-8 indica come valore massimo preferenziale di 0.5m di lunghezza nella somma tra i conduttori di linea e quelli di equipotenzializzazione). Altri metodi utilizzabili per ridurre il contributo introdotto dalle impedenze dei collegamenti sono la realizzazione dei collegamenti entra/esci oppure l’intrecciamento dei conduttori che riduce l’induttanza a circa 1/3 di quella senza intrecciamento. In questo secondo caso va però considerata la distanza tra fase e PE nel punto in cui l’intrecciamento non può essere effettuato. Nei quadri elettrici, dove il conduttore PE assume sezioni consistenti si consiglia l’installazione di una barra di appoggio PE nelle immediate vicinanze del SPD. La barra di appoggio dovrà essere isolata dalla carpenteria per evitare che correnti dovuta all'equipotenzializzazione vadano ad inficiare la protezione del SPD. E’ importante ricordare che un SPD deve essere in grado di ripristinare le condizioni iniziali successivamente ad un intervento interrompendo la corrente (alla frequenza di rete) susseguente alla corrente impulsiva. Tale capacità dipende fondamentalmente dal tipo di SPD. Nel caso di SPD con capacità di estinzione della corrente susseguente bassa o nulla si deve ricorrere a dispositivi di distacco dedicati (interruttori o fusibili) opportunamente dimensionati (si veda capitolo dedicato) che intervengano prima che l’SPD si danneggi. Intrecciamento dei conduttori Entra/Esci F Questo metodo annulla ∆VL1 e ∆VL1’ trasferita a valle. Le sezioni dei cavi devono essere tali da consentire l’entra/esci sul morsetto del SPD. Ricorrere eventualmente a barrettine di rame inserite sui morsetti del SPD F PE Riduzione lunghezza collegamenti F barra PE di appoggio isolata barra PE quadro PE 28 Nei quadri elettrici si consiglia l’impiego di barre PE di appoggio nelle immediate vicinanze degli SPD. Per contenere ∆VL1 e ∆VL1’ entro valori accettabili la lunghezza dei collegamenti non dovrebbe superare 0.2 - 0.3 metri PE Questo metodo riduce l’induttanza ∆VL1 a circa 1/3. 1/3∆VL1 Va considerata però la distanza tra la fase F ed il conduttore di protezione PE nel punto in cui l’intrecciamento non è possibile. ∆VL1’ Riduzione lunghezza collegamenti F ∆VL1 PE ∆VL1’ Questo metodo annulla ∆VL1’. Le sezioni dei cavi devono essere tali da consentire l’entra/esci sul morsetto del SPD. Ricorrere eventualmente a barrettine di rame inserite sui morsetti del SPD. Per contenere ∆VL1 entro valori accettabili la lunghezza dei collegamenti non dovrebbe superare 0.2 - 0.3 metri R La protezione su più livelli ed il coordinamento delle protezioni Protezione e coordinamento degli SPD Non sempre l’installazione di un SPD nel quadro generale è sufficiente a garantire un adeguato livello di protezione dell’impianto. Come soluzione a questo problema si può ricorrere all’installazione di ulteriori SPD in quadri divisionali o direttamente nelle vicinanze delle apparecchiature da proteggere. La condizione necessaria per poter realizzare la protezione su più livelli è però quella di coordinare opportunamente i diversi SPD installati. La protezione su più livelli si rende necessaria quando si devono proteggere apparecchiature con sensibilità differenti, o quando le linee di alimentazione tra i diversi quadri di distribuzione sono molto lunghe. Questo tipo di protezione si realizza impiegando SPD caratterizzati da valori di corrente di scarica decrescenti. Per impianti particolarmente estesi è consigliabile l’installazione di dispositivi di protezione dalle sovratensioni in ogni quadro derivato, soprattutto se la distanza che separa i vari quadri è maggiore di 10-15 metri. Nel coordinamento di più SPD in cascata è necessario tenere conto della tensione di innesco dei vari dispositivi, che devono essere coordinate con la tensione di tenuta delle apparecchiature da proteggere. Oltre al caso già considerato di SPD posti in cascata per raggiungere la voluta corrente di scarica, gli SPD possono essere collegati in cascata anche nei seguenti casi: - minore è il valore di corrente di scarica del secondo SPD rispetto a quella del primo SPD, maggiore deve essere la distanza tra i due SPD. Se la corrente di scarica I2 aumenta fino a superare il valore Imax2, lo SPD, in caso di intervento si distruggerebbe. Per questo è necessario coordinare opportunamente gli SPD in cascata. E’ preferibile usare degli SPD il cui coordinamento sia fornito dal costruttore. - SPD a monte dell’impianto con livello di protezione Up elevato e tale da non essere sopportato dall’apparecchiatura dell’impianto: in questo caso, in prossimità dell’apparecchiatura delicata è necessario porre un altro SPD, con livello di protezione adeguato; - apparecchi sensibili troppo distanti dallo SPD in testa alla linea. Classe dell’SPD da utilizzare in funzione del punto di installazione Punto di installazione Classe di prova I II III Arrivo linea Sì Si* No Quadri/armadi di piano Sì Sì No Prossimità delle No Sì Sì apparecchiature Per realizzare una corretta scelta e coordinamento delle protezioni quando si devono impiegare più SPD in cascata è necessario tener conto che: - aumentando la distanza tra gli SPD la corrente di scarica del 2° SPD (I2) diminuisce. In questo caso gli SPD sono indipendenti tra loro. La stessa situazione si otterrebbe aumentando l’impedenza di linea introducendo eventualmente delle bobine di disaccoppiamento tra i due SPD. - tanto minore è il livello di protezione Up del secondo SPD rispetto a quella del primo SPD, tanto maggiore sarà la corrente di scarica I2. Quando è richiesta la protezione su più livelli è necessario,in fase di installazione, accertarsi che essi vengano installati in modo tale che risultino disaccoppiati tra loro. Per garantire il coordinamento tra gli SPD installati si può ricorrere all’impiego delle bobine di disaccoppiamento. Spesso SPD distanziati tra loro di qualche decina di metri risultano già disaccoppiati grazie all’impedenza di linea che aumenta proporzionalmente alla distanza. In questo caso può essere superfluo utilizzare le bobine di disaccoppiamento. Il coordinamento può essere fatto sia tra SPD con intervento a limitazione sia tra SPD con intervento ad innesco. La tabella riportata di seguito riassume quali tipi di SPD vanno installati nei diversi punti dell’impianto: *L’installazione di SPD in classe di prova II come dispositivi di protezione primaria è consentita solo se è rispettata la condizione Nc+Nd<0.1 (fulmini anno), ovvero la possibilità di fulminazione diretta della linea e dell’edificio è trascurabile. Nc= frequenza di fulminazione diretta della linea Nd= frequenza di fulminazione diretta della struttura Coordinamento tra SPD Z I2 29 Guida alla scelta degli SPD La protezione su più livelli ed il coordinamento delle protezioni Esempi di coordinamento tra SPD per la riduzione della componente G Gli esempi riportati di seguito possono essere un valido ausilio per capire come deve essere verificata l’opportunità di inserire più SPD in cascata per garantire l’adeguata protezione di un’apparecchiatura. Esempio N°1 Dati SPD1 a limitazione Tensione di tenuta (Utenuta) dell’apparecchiatura Corrente nominale (In1) SPD1 in classe di prova II Livello di protezione (Up1) del SPD1 Lunghezza dei collegamenti L1+L1' Induttanza dei collegamenti 1.8 kV 10 kA 1.4 kV 0.5 m 1 µH/m Si calcola il livello di protezione effettivo Uprot1: Uprot1 = Up1 + (∆VL1+∆VL1') x 1 = 1.4 + (1 x 0.5) x 1 = 1.9 kV Tale valore è superiore al 90% del valore della tensione di tenuta dell’apparecchiatura Non potendo ridurre la lunghezza dei collegamenti si ricorre all’installazione di un SPD2 Dati SPD2 a limitazione Corrente nominale (In2) SPD2 in classe di prova II Livello di protezione (Up2) del SPD2 Lunghezza dei collegamenti L2+L2' Induttanza dei collegamenti 5 kA 1 kV 0.5 m 1 µH/m Uprot2 = Up2 + (∆VL2+∆VL2') x 1 = 1 + (1 x 0.5) x 1 = 1.5 kV In questo caso è rispettata la condizione per cui Uprot2 è inferiore al 90% di Utenuta. Per il coordinamento tra i due SPD si può installare una bobina di disaccoppiamento oppure distanziarli tra loro di almeno 10÷15 metri. Coordinamento tra SPD con intervento a limitazione Esempio N°2 Dati SPD1 ad innesco Tensione di tenuta (Utenuta) dell’apparecchiatura Corrente nominale (In1) SPD1 Livello di protezione (Up1) del SPD1 Lunghezza dei collegamenti L1+L1' Induttanza dei collegamenti Si deve calcolare il livello di protezione effettivo Uprot1 scegliendo il valore più alto tra quello calcolato con le seguenti formule: Uprot1 = (∆VL1+∆VL1') x 1 = (1 x 0.5) x 1 = 0.5 kV Uprot1 = Up1 = 3 kV Il valore di Uprot1 di 3 kV è più alto della Utenuta dell’apparecchiatura da proteggere si deve ricorrere all’installazione di un SPD a valle di classe II o di classe III a limitazione. Dati SPD2 a limitazione Corrente nominale (In2) SPD2 in classe di prova II Livello di protezione (Up2) del SPD2 Lunghezza dei collegamenti L2+L2' Induttanza dei collegamenti La condizione Uprot2 < 0.9 Utenuta è soddisfatta e l’SPD2 garantisce la protezione se è installato entro la distanza massima di protezione dall’apparecchiatura. Il coordinamento è efficace se l’induttanza di disaccoppiamento tra i due SPD e sufficiente a far sì che l’SPD1 inneschi prima che si distrugga l’SPD2. Coordinamento tra SPD1 con intervento ad innesco e SPD2 con intervento a limitazione d I2 L I1 I2 L L1 L2 L1 L2 SPD1 SPD2 SPD1 SPD2 L1’ 30 5 kA 1.6 kV 0.5 m 1 µH/m Uprot2 = Up2 + (∆VL2+∆VL2') x 1 = 1.6 + (1 x 0.5) x 1 = 2.1 kV d I1 2.5 kV 10 kA 3 kV 0.5 m 1 µH/m L2’ Utilizzatore L1’ L2’ Utilizzatore R La protezione su più livelli ed il coordinamento delle protezioni L’esempio riportato di seguito, tratto dalla guida CEI Esempi di coordinamento 81-8 chiarisce come deve essere realizzato un coorditra SPD in classe di prova I e in classe di prova tra SPD per la namento II per ridurre la componente di rischio D (resistiva). riduzione della componente D Dati ambientali e della struttura da proteggere Resistività del terreno Resistenza di terra equivalente Z1 Resistenza impianto di terra Z Servizi entranti (n1) Conduttori attivi della linea (m) Corrente di picco di fulmine (I) 500 m 16 10 4 4 200 kA Dati SPD1 ad innesco Tensione di tenuta (Utenuta) dell’apparecchiatura Corrente nominale (Iimp1) SPD1 Livello di protezione (Up1) del SPD1 Lunghezza dei collegamenti L1+L1' Induttanza dei collegamenti 2.5 kV 10 kA 4 kV 0.5 m 1 µH/m Si determina il livello di protezione effettivo Uprot1 con le formule seguenti scegliendo quello di valore più alto Uprot1 = (∆VL1+∆VL1') x 1 = (1 x 0.5) x 1 = 0.5 kV Uprot1 = Up1 = 4 kV Si calcola la corrente di fulmine IF che interessa ciascun servizio entrante Il livello Uprot1 pari a 4 kV non soddisfa la condizione di protezione IF = (Z x I)/ n1 x Z + Z1 = (10 x 200) / 4 x 10 + 16 = 2000 / 56 = 35.71 kA Uprot≤ 0.9 Utenuta La corrente entrante nel dispersore è la differenza tra la corrente di picco e la somma delle correnti IF per ogni servizio: Si deve ricorrere all’installazione di un altro SPD nelle vicinanze dell’apparecchiatura da proteggere. Dati SPD2 ad innesco Idisp = I - (n1 x IF) = 200 -(4 x 35.71) = 57.16 kA La corrente entrante in ogni singolo conduttore è circa 8.9kA ne consegue che un SPD in classe di prova I con Iimp 10kA potrebbe essere in grado di garantire la protezione. Si sceglie un SPD con le seguenti caratteristiche: Corrente nominale (Iimp2) SPD2 Livello di protezione (Up2) del SPD2 Lunghezza dei collegamenti L2+L2' Induttanza dei collegamenti 2 kA 1.5 kV 0.5 m 1 µH/m Uprot2 = Up2 + (∆VL2+∆VL2') x 1 = 1.5 + (1 x 0.5) x 1 = 2 kV in questo caso la condizione di protezione è soddisfatta. Coordinamento tra SPD con intervento ad innesco d I1 I2 L L1 L2 SPD1 SPD2 L1’ 31 L2’ Utilizzatore Guida alla scelta degli SPD La protezione degli SPD Protezione dal cortocircuito Un SPD una volta intervenuto innesca un cortocircuito; lo SPD è in grado di interrompere la conseguente corrente e autoripristinarsi fino ad un determinato valore di corrente di cortocircuito; sopra detto valore l’SPD ha bisogno di un dispositivo per interrompere la corrente. Questo dispositivo di protezione può essere un interruttore magnetotermico oppure un fusibile che svolge la funzione di “back-up” nei confronti del SPD. E’ importante ricordare che anche gli SPD sono costruttivamente dimensionati per sopportare determinati livelli di energia specifica passante oltre i quali si ha la distruzione del SPD stesso è la possibilità di innesco di incendi. La funzione dell’interruttore magnetotermico o del fusibile coordinato con l’SPD ha quindi la funzione di proteggerlo contro l’eccesso di energia specifica passante e preservare la continuità di servizio durante l’intervento del SPD stesso. La tabella riportata di seguito indica il valore di corrente di cortocircuito condizionata degli SPD Bticino coordinati con gli interruttori Btdin o i fusibili gG. I valori riportati in tabella devono essere confrontati con quelli calcolati nel punto di installazione. Corrente di cortocircuito condizionata per tutti i tipi di SPD modulari (kA) Btdin In≤ 32A curva C Icn (kA) 4.5 6 10 Icc condizionata (kA) 4.5 6 10 Fusibile gG In≤ 63A 100 100 Sistema TN Installazione degli SPD origine dell’impianto quadro elettrico principale L1 L2 L3 PEN fusibili PE N L3 L2 L1 SPD utilizzatore 32 R La protezione degli SPD Per garantire la protezione contro i contatti indiretti è sempre necessario inserire, nell’impianto protetto da un SPD, un dispositivo che interrompa le correnti di guasto a terra. Questo dispositivo, che deve essere opportunamente coordinato con l’impianto di terra, può essere un interruttore magnetotermico o un interruttore differenziale. L’impiego di un interruttore magnetotermico è la soluzione più economica, ma anche la più difficile da applicare al fine del coordinamento con l’impianto di terra, tranne per i sistemi di distribuzione TN. L’impiego di interruttori differenziali di tipo generale può determinare scatti intempestivi. Da ciò ne consegue che in realtà l’interruttore differenziale di tipo generale non è adatto ad essere installato a monte del SPD. La soluzione possibile a questo problema è quella di installare all’ingresso linea un interruttore differenziale selettivo, che protegga direttamente anche l’SPD, prevedendo poi per le derivazioni degli interruttori differenziali istantanei. In questo modo si assicura la continuità dell’alimentazione in caso di intervento del SPD. In alternativa la soluzione proposta da BTicino è quella di installare interruttori magnetotermici con modulo differenziale di tipo AR che pur essendo differenziali di tipo istantaneo lavorano sul limite più alto della curva di intervento. Questo tipo di differenziale da 30 mA soddisfa pienamente i requisiti di coordinamento e protezione e può essere il giusto compromesso tecnico/economico. Sistema TT con interruttore differenziale installato a monte degli SPD origine dell’impianto quadro elettrico principale interruttore differenziale selettivo L1 L2 L3 N I∆ Protezione dai contatti indiretti fusibili SPD PE utilizzatore messa a terra locale 33 Guida alla scelta degli SPD La protezione degli SPD A completezza di informazione per soddisfare la condizione di protezione contro i contatti indiretti nei sistemi TT con interruttori differenziali installati a valle degli SPD si può ricorrere ad una installazione secondo lo schema definito dalla guida CEI 81-8 “3+1” riportato di seguito. Questo schema prevede l’installazione di tre SPD a limitazione tra fase e neutro ed uno ad innesco tra neutro e terra. È bene tener presente che tale soluzione non può essere utilizzata nel caso in cui vi siano probabilità che il neutro venga interrotto. In questa condizione infatti lo spinterometro potrebbe innescare e provocare un cortocircuito tra fase e PE che non verrebbe interrotto da alcun dispositivo e quindi potenzialmente pericoloso. Sistema TT con interruttore differenziale installato a valle degli SPD (schema 3+1) origine dell’impianto quadro elettrico principale interruttore differenziale selettivo L1 L2 L3 N I∆ Protezione dai contatti indiretti fusibili SPD PE utilizzatore messa a terra locale 34 R Installazione degli SPD Installazione degli SPD in funzione dello schema di collegamento a terra Gli SPD possono essere installati all’origine dell’impianto, nei diversi quadri divisionali o nelle immediate vicinanze delle apparecchiature da proteggere. Nella tabella di seguito è riportato il tipo di SPD da installare all’origine dell’impianto o nei quadri divisionali/ apparecchiature, in funzione delle componenti di rischio precedentemente descritte. Nel caso in cui un SPD installato all’origine dell’impianto non fosse in grado di garantire la protezione delle apparecchiature installate si può installare un ulteriore SPD di classe I, II o III, a valle del primo e opportunamente coordinato, che consente di ridurre la componente G, C e la componente D (per la parte resistiva). Se la distanza tra l’SPD e le apparecchiature da proteggere è elevata, le apparecchiature possono essere soggette a sovratensioni inaccetabili. Pertanto la distanza tra SPD e parti da proteggere non deve essere superiore a 10-45m. Può, quindi, essere necessario inserire più SPD, uno all’ingresso linea e altri in prossimità delle apparecchiature da proteggere. Gli SPD vanno installati sui conduttori attivi. Esistono due modi di collegamento che garantiscono un diverso tipo di protezione e che sono definiti “protezione di modo comune “ e “protezione di modo differenziale. Nel primo caso (modo comune) l’SPD è collegato tra tutti i conduttori attivi (il neutro è considerato attivo) e la barra di equipotenzializzazione (messa a terra), mentre nel secondo caso (modo differenziale) la connessione avviene solo tra i conduttori attivi (è quindi esclusa la terra). In genere le sovratensioni sono di modo comune. Quando l’SPD, installato in modo comune, interviene tra i conduttori attivi si possono manifestare delle sovratensioni (di tipo differenziale) di livello pari a quello di protezione effettivo del SPD stesso. Se tali sovratensioni superano il valore di tensione di tenuta delle apparecchiature si deve ricorrere anche all’installazione di SPD in modo differenziale. Nella tabella di seguito sono indicati i tipi di collegamento degli SPD in funzione del sistema di distribuzione del neutro e di terra. Installazione Origine dell’impianto Quadri intermedi o vicinanze apparecchiature Collegamento a terra Fase e neutro Fase e fase Fase e terra Neutro e terra (1) con neutro distribuito TT SI SI SI SI TN-C SI SI - IT SI(1) SI SI SI(1) Gli SPD installati all’origine dell’impianto come dispositivi di protezione generali vanno sempre collegati in “modo comune”. Per la protezione diretta di apparecchiature (esempi PC, televisori Hi-Fi...) si può ricorrere alla protezione in modo differenziale (impiegando per esempio gli SPD Bticino delle serie civili). La somma delle lunghezze dei cavi dai conduttori di linea al SPD (L1) e dal SPD alla barra di equipotenzializzazione (L2) deve essere la minore possibile (il valore consigliato è per lunghezze inferiori ad 1 metro). Le sezioni dei cavi di collegamento in rame suggerite sono: Classe di prova SPD Classe I Classe II Classe III Sezione conduttore (mm2) 6 4 1.5 Per operare una corretta installazione degli SPD è necessario rispettare alcune regole: - evitare percorsi tortuosi dei cavi in modo tale che non si creino spiralature che a frequenze elevate possano dar origine a cadute di tensione. - la distanza tra gli apparecchi da proteggere (nel caso di protezione diretta) e la protezione associata deve essere la minore possibile. Classe di prova SPD Classe I Componenti di rischio Fattore di riduzione A-D-C-G k5 Classe II G k5 Classe I Classe II Classe III D-M k3 Nc ed Nd rappresentano la frequenza di fulminazione diretta della struttura e della linea. 35 TN-S SI SI SI SI Note La componente D va considerata per la parte riguardante l’accoppiamento resistivo Il fattore k5 per le componenti A-C-D vale 1. Gli SPD di classe II possono essere installati all’origine dell’impianto purché sia verificata la seguente formula: Nc+Nd<0.1 La componente D va considerata per la parte riguardante l’accoppiamento induttivo Guida alla scelta degli SPD Protezione in modo comune o in modo differenziale Modi di connessione A seconda di come un SPD è collegato si parla di protezione in modo comune o modo differenziale. La protezione in modo comune si realizza collegando gli SPD tra tutte le fasi attive (il neutro è considerato attivo) del circuito e terra. Questo tipo di collegamento deve essere impiegato ogni qualvolta venga richiesta la protezione generale dell’impianto. Gli SPD posti per esempio nel quadro generale o nei diversi quadri divisionali vengono sempre collegati in “modo comune”. La protezione differenziale invece si realizza collegando gli SPD tra fase e neutro. In questo caso il conduttore di terra non viene considerato. Questo tipo di protezione è impiegata esclusivamente per la protezione fine delle apparecchiature elettroniche particolarmente sensibili. Gli SPD in questo caso vengono collocati nelle immediate vicinanze dell’apparecchiatura da proteggere. Il contributo energetico dato dagli SPD collegati in modo comune è decisamente superiore rispetto a quello attribuito alla protezione differenziale. Gli schemi riportati di seguito indicano le due condizioni possibili. Protezione in modo comune Propagazione di una sovratensione in modo comune L1 L2 L3 N Id Imc L Imc N Us1 Utilizzatore Us2 Imc Cabina di trasformazione Protezione in modo differenziale Propagazione di una sovratensione in modo differenziale Imd L N Id L Usd N Cabina di trasformazione 36 Imd Utilizzatore R Catalogo Surge Protective Device (limitatori di sovratensione e accessori) 37 Guida alla scelta degli SPD Catalogo - SPD a varistore modulari Btdin 38 R Catalogo - SPD per linee civili L4536 N4536 NT4536 5471 SPD per serie civili Articolo Descrizione L4536 scaricatore di sovratensione a varistore N4536 da abbinare alla presa di alimentazione NT4536 delle utenze - corrente nominale di scarica 5471 In=1kA - corrente massima Imax=2kA - tensione max di protezione Up=1kV - tensione nominale Un=110-230Va.c. - tensione max permanente Uc=250Va.c. - classe II e III SPD per protezione della linea telefonica Articolo Descrizione PLT1 Scaricatore di sovratensione a gas - protezione per 1 linea telefonica - 2 moduli DIN - classe II e III PLT1 Articolo S5470 S5470 Descrizione salvafulmine - spina/presa con scaricatore di sovratensioni incorporato - spina e presa 2P+T 10A 250Va.c. - alveoli schermati adatto alla protezione di televisori, HI-FI, computer da sovratensioni impulsive presenti sulla rete di alimentazione classe II e III Multiprese POKER con 4 prese e scaricatore da sovratensione Multiprese Poker con 4 prese Schuko/bipasso - 250Va.c. • prodotti in confezione blister Articolo Descrizione S3673D/2NF multipresa con 4 prese 2P+T per spine Schuko, spine italiane 10A e 16A - scaricatore contro le sovratensioni tipo N4536 cavo 1,5m con sezione 1,5mmq - bianca classe II e III S3673G/2LF multipresa con 4 prese 2P+T per spine Schuko, spine italiane 10A e 16A - scaricatore contro le sovratensioni tipo L4536 cavo 1,5m con sezione 1,5mmq - grigia classe II e III S3673D/2NF 39 40 R Dati tecnici e caratteristiche degli SPD BTicino 41 Guida alla scelta degli SPD Caratteristiche tecniche SPD a varistore modulari Btdin spia di segnalazione cartuccia sostitutiva base modulare La gamma di SPD BTicino si compone di dispositivi a varistore con cartucce estraibili in grado di soddisfare le diverse esigenze di protezione. Disponibili in tre versioni con differenti livelli di protezione e correnti di scarica, questi apparecchi sono destinati alla protezione contro le sovratensioni generate da fenomeni atmosferici, commutazioni di trasformatori e motori o da rapide variazioni di carico e da fulminazione indiretta. La caratteristica principale degli SPD a varistore è quella di variare il proprio valore di resistenza in funzione della sovratensione ad essi applicati. Gli SPD a varistore si comportano come una “valvola” automatica che consente l’istantaneo deflusso della corrente verso terra. Il numero di scariche e l’intensità di corrente di scarica possono ridurre l’efficienza dell'SPD e di conseguenza la sua vita. La segnalazione dell’efficienza o meno del SPD è segnalata sul fronte dell’apparecchio da una bandierina colorata. Il colore rosso indica la necessità di sostituire la cartuccia, mentre il colore verde ne indica l’efficienza. Per un corretto impiego lo SPD deve essere coordinato con un dispositivo di protezione dalle sovracorrenti collocato a monte e con un interruttore differenziale di tipo selettivo o ritardato. Questi due apparecchi di protezione dedicati hanno la funzione di protezione aggiuntiva nel caso di cartuccia “esaurita”, questo perché a fine vita della cartuccia, lo SPD si comporta come un cortocircuito fase - terra. Nel caso di intervento del SPD l’impossibilità di riarmo della protezione associata comporta la sostituzione del modulo. In ogni caso deve sempre essere garantita la protezione dai contatti diretti ed indiretti, anche nel caso di guasto del SPD. Corrente di cortocircuito condizionata per tutti i tipi di SPD (kA) Btdin In ≤ 32A curva “C” Fusibile gG In ≤ 63A Icn (kA) 4,5 6 10 100 Icc condizionata (kA) 4,5 6 10 100 Dati tecnici scaricatori di sovratensione (SPD) Norme di riferimento IEC 61643 IEC 61643 IEC 61643 Versioni F10S/... F10L/... F10H/... Classe di prova I - II I - II II N° moduli 1P 1P-2P-3P-4P 1P-2P-4P Tensione nominale del circuito di alimentazione Uo (V a.c.) 400 400 230 Tensione massima continuativa Uc (V a.c.) 440 440 320 Livello di protezione Up (kV) alla In 2,2 2* 1,2 Livello di protezione Up (kV) alla Iimp 1,8 1,6 1,2 Corrente nominale di scarica In (kA) (onda 8/20 µs) - 20 volte 40 20 * 10 Corrente ad impulso Iimp (kA) (onda 10/350 µs) 20 10 5 Corrente massima di scarica Imax (kA) (onda 8/20 µs) - 1 volte 100 70 40 Corrente di cortocircuito condizionata Icc (kA) vedere tabella delle correnti di cortocircuito Corrente continuativa Ic (mA) <1 <1 <1 Grado di protezione IP 20 IP 20 IP 20 Segnalazione visiva mediante spia SI SI SI Corrente susseguente Is nulla nulla nulla Temperatura max. di funzionamento (°C) - 5 ÷ +50 - 5 ÷ +50 - 5 ÷ +50 Dispositivo di distacco integrato integrato integrato Sezione massima conduttori (mm2) 16/25 16/25 16/25 * Il livello di protezione Up per la corrente nominale In di 10 kA è pari a 1,8 kV. 42 IEC 61643 F10A/... II 1P-2P-4P 230 320 1 1 5 2,5 15 <1 IP 20 SI nulla - 5 ÷ +50 integrato 16/25 R Caratteristiche tecniche Prescrizioni di installazione Gli SPD BTicino devono essere collegati ai vari conduttori di fase/neutro sui morsetti opportunamente identificati. Al morsetto contrassegnato dal simbolo di terra deve essere collegato il conduttore giallo verde dell’impianto di terra stesso. A monte degli SPD, separatamente ed in parallelo alle altre protezioni del circuito devono essere installati gli interruttori magnetotermici o i fusibili da scegliere utilizzando la tabella riportata alla pagina precedente. Per garantire la protezione dai contatti indiretti è inoltre necessario installare a monte dell'SPD un interruttore differenziale (di tipo selettivo o ritardato se si vogliono evitare scatti intempestivi). Per garantire una protezione efficace i cavi di collegamento devono essere i più corti possibili per avere un’impedenza estremamente bassa. TT S S L Nel caso di utilizzo dell’SPD in classe I (all’origine dell’impianto) racchiuderlo all’interno di un quadro elettrico metallico avente grado di protezione ⭓ IP2X nei confronti dell’SPD stesso. In alternativa posizionare l’SPD all’interno di un centralino Idroboard con grado di protezione IP55 munito di serratura mantenuta chiusa in esercizio. Nel caso si utilizzino SPD F10H... o F10A... in impianti dove è richiesta la protezione anche da scariche dirette sulla linea (componente C) o sull’edificio (componente D resistiva) questi SPD devono essere posizionati a valle di un SPD F10L... o F10S... ed opportunamente disaccoppiati. TN-S S L1 Id N L1 L2 L3 L2 Id L3 N Id N PE F10L/2 F10H/2 F10A/2 F10L/4 F10H/4 F10A/4 TN-C F10L/4 F10H/4 F10A/4 IT S L L1 N L2 Id L2 L3 L3 Id N PEN F10L/3 Nota: se gli SPD sono nelle immediate vicinanze della cabina non é necessario collegare un SPD sul conduttore di neutro. 43 S L1 F10L/2 F10H/2 F10A/2 F10L/4 F10H/4 F10A/4 Guida alla scelta degli SPD Caratteristiche tecniche Schemi elettrici La gamma di SPD a varistore BTicino è articolata per di collegamento polarità e per caratteristiche elettriche in modo tale da soddisfare le diverse esigenze installative in tutti i sistemi di distribuzione (TT, TN-S, TN-C…). Gli SPD BTicino possono essere collegati in modo comune (collegamento tra fasi/neutro e terra) o in modo differenziale (collegamento tra fase e neutro). La protezione dalle sovratensioni deve essere opportunamente ripetuto sui quadri derivati, specialmente se distano dalla prima protezione più di 10-45 metri. In questo caso, nei sistemi di distribuzione TN, gli SPD vanno posti anche sul neutro. A L N A Btdin In ≤32A S Id Icn (kA) I circuiti e gli schemi di collegamento descritti precedentemente sono impiegati come schemi “generali” per la protezione di un circuito. Per la protezione “fine” di una linea dedicata sulla quale sono collegati apparecchi sensibili (Hi-Fi, computer, televisione etc…) si può utilizzare per esempio un limitatore delle serie civili collegato in modo differenziale. Per riportare la segnalazione di fine vita dell'SPD sono inoltre disponibili degli accessori da abbinare che svolgono la funzione di contatto di allarme. Protezione di una linea dedicata gG In ≤63A 4,5 6 10 100 Icc cond (kA) 4,5 6 10 100 X L N Idn=0.03A X + Y = 0,5m Id Y Segnalazione a distanza fine vita del modulo 230Va.c. 50Vd.c. 1A µ OK 14 11 Apparecchio operativo F10/C1 F10/C2 F10/C3 F10/C4 OK 14 PE PE 44 12 12 11 Assenza o fine vita utile del modulo estraibile R Caratteristiche tecniche Accessori e ricambi per SPD modulari Btdin Bobine di disaccoppiamento Cartucce di ricambio per SPD modulari N° di articolo N° di moduli DIN Tensione nominale di impiego Ue (V a.c.) Tensione max. a regime perm. Uc (V a.c.) Tensione max. di protezione Up (kV) Corrente nominale di scarica In (kA) Corrente max. di scarica Imax (kA) F10A/S 1 230 320 1,2 5 15 Contatti di segnalazione per SPD modulari N° di articolo N° di moduli DIN Tensione nominale Vn (V a.c./d.c.) Corrente nominale del contatto In (A) F10/C1 1 230/50 1 Le bobine di disaccoppiamento sono necessarie per realizzare il coordinamento tra due SPD collegati in cascata. Esse devono essere utilizzate quando la distanza di connessione tra i due SPD installati non è sufficiente a garantire l’adeguato disaccoppiamento. La distanza minima per la quale si riesce ad avere un induttanza tale da garantire il disaccoppiamento è indicata in 15 metri se il PE fa parte della stessa conduttura e 10 metri se non ne fa parte. Esse devono essere installate in serie al circuito ed alle apparecchiature da proteggere per assolvere la loro funzione di “back-up” energetico tra i due SPD. Tipo di SPD Rispondenza normativa N° di moduli DIN Frequenza nominale (Hz) Tensione nominale circuito di alimentazione Uo (Va.c.) Corrente nominale In (A) Induttanza nominale Ln (µH) Resistenza in corrente continua (m ) Potenza dissipata a In (W) Corrente di cortocircuito max. condizionata Icc (kA) Protezione associata Grado di protezione Temperatura di funzionamento (°C) Materiale involucro Montaggio Sezione massima conduttori rigidi/flessibili (mm2) 45 F10H/S 1 230 320 1,4 15 40 F10/C2 2 230/50 1 F10L/S 1 400 440 2 20 70 F10/C3 3 230/50 1 F10/C4 4 230/50 1 Contatti di segnalazione per SPD modulari Btdin in ⭐ 63A curva "C" Fusibile gG in ⭐ 63A Icn (kA) 4,5 6 10 50 Icc condiz. (kA) 4,5 6 10 50 F10/B35 F10/B63 IEC 61024-1 2 50 500 35 15÷20% 4 5 4 50 500 63 15÷20% 2 8 Vedere tabella Fusibile integrato IP20 -10 ÷ +50° C termoplastico guida DIN35 25/35 Guida alla scelta degli SPD Caratteristiche tecniche SPD a varistore per serie civili Gli SPD a varistore Living International e Light sono adatti per realizzare la protezione fine delle apparecchiature elettroniche. Essi possono essere impiegati in abbinamento alle prese di corrente e collegati solo ed esclusivamente in modo differenziale (tra fase e neutro) per realizzare la protezione terminale. Non sono adatti per il collegamento in modo comune. L’articolo S5470 è un SPD del tipo a spina. Questi SPD sono particolarmente indicati per la protezione contro le sovratensioni tra F-N dovute a squilibri di sovratensioni F-PE o N-PE. Di seguito sono riportate le caratteristiche tecniche dei prodotti. Tipo di SPD Rispondenza normativa Classe di prova N° di moduli Living Int./light Frequenza nominale (Hz) Tensione nominale circuito di alimentazione Uo (Va.c.) Tensione massimo continuativa Uc (Va.c.) Livello di protezione Up alla In (kV) Corrente nominale di scarica In (8/20µs) - 20 volte (kA) Corrente massima di scarica Imax (8/20µs) - 1 volta (kA) Corrente continuativa Ic alla Uc (mA) Corrente susseguente Ic Corrente di cortocircuito max. condizionata Icc (kA) Protezione associata Grado di protezione Temperatura di funzionamento (°C) Temperatura di immagazzinaggio (°C) Sezione massima conduttori rigidi/flessibili (mm2 ) Dispositivo di distacco SPD per linee telefoniche L/N/NT4536 - 5471 S5470 IEC 61643 II II 1 50/60 50/60 230 230 275 275 1 1 1 1 2 2 <1 Nulla 1.5 Fusibile integrato IP20 -10 ÷ +40° C -20 ÷ +70 2.5 integrato Il limitatore di sovratensione art. PLT1 è un dispositivo a gas studiato appositamente per la protezione dalle sovratensioni sulle linee telefoniche. Adatto quindi per la protezione di telefoni, fax, cordless etc…, questo apparecchio si collega in serie alla linea telefonica. Per maggiori dettagli vedere la sezione specifica riportata di seguito. Tipo di SPD Rispondenza normativa Classe di prova N° di moduli DIN Livello di protezione Up alla In (kV) Corrente nominale di scarica In (8/20µs) - 20 volte (kA) Corrente massima di scarica Imax (8/20µs) - 1 volta (kA) Corrente continuativa Ic alla Uc (mA) Grado di protezione Temperatura di funzionamento (°C) Temperatura di immagazzinaggio (°C) Sezione massima conduttori rigidi/flessibili (mm2 ) 46 PLT1 EN41008 - EN50081-1 - EN50082-1 - ETSI - TBR21 II 2 1 5 2 <1 IP20 -10 ÷ +50° C -20 ÷ +70 4 R Schemi, esempi e diagrammi di flusso per la scelta degli SPD 47 Guida alla scelta degli SPD Esempi installativi e schemi Generalità Nelle pagine seguenti sono riportati alcuni esempi pratici di scelta degli SPD BTicino in funzione del campo applicativo, del livello di rischio e del sistema di distribuzione. Gli schemi sono da considerarsi indicativi e sono stati realizzati tenendo conto solo della probabilità di fulminazione diretta ed indiretta. Si lascia comunque al progettista l’onere di verificare, in funzione delle caratteristiche dell’impianto, la compatibilità delle diverse protezioni. Per la scelta della protezione più idonea devono essere verificate sempre e comunque le caratteristiche dell’impianto e delle apparecchiature da proteggere. Gli schemi riportati di seguito devono essere considerati solo come esempi. Sistema di distribuzione TT monofase (230Va.c.) In un impianto TT monofase le sovratensioni si possono propagare sia in modo comune che in modo differenziale. Al fine di garantire un adeguato livello di protezione è quindi possibile installare come protezione primaria e di 2° livello (se richieste) SPD modulari con adeguate caratteristiche in modo comune e SPD Living international, Light o Magic in modo differenziale. Se il rischio di fulminazione è basso (considerando le caratteristiche dell’impianto, il fattore di rischio etc…) è possibile predisporre la sola protezione primaria ed eventualmente in abbinamento SPD Living International/Light installati specificatamente per gli apparecchi più sensibili. Gli esempi riportati qui sotto sono puramente indicativi poiché in ambito domestico è molto più razionale prevedere la sola protezione generale nel centralino (con magari uno scaricatore F10A/2) oppure la sola protezione delle linee dedicate utilizzando gli SPD Living/Light direttamente sulle prese di corrente degli apparecchi più sensibili. La protezione su più livelli in ambiente domestico si può realizzare in casi molto particolari. Sistema TT abitativo e piccolo terziario Protezioni nel centralino nell’alloggio Centralino Eventuali interruttori o bobine di disaccoppiamento Icc < 10kA In < 32A tipo AR F id N SPD1 SPD3 PE Esempi di scelta SPD in ambiente domestico per impianti TT Fulminazione Indiretta Componenti di rischio G-M SPD1 SPD2 SPD3 N° di articolo F10H/2 L/N/NT4536 In (kA) 10 1 Up (kV) alla In 1.2 1 Imax (kA) 40 2 Iimp (kA) 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 - 48 SPD1 F10L/2 20 2 70 10 1.6 diretta / indiretta D-C-G-M SPD2 F10A/2 5 1 15 5 1 SPD3 L/N/NT4536 1 1 2 - R Esempi installativi e schemi Protezioni alla base della colonna montante e nel centralino nell’alloggio Centralino Icc < 10kA In < 32A tipo AR F id N Colonna montante SPD2 In < 32A tipo S SPD3 id SPD1 PE Esempi di scelta SPD in ambiente domestico per impianti TT Fulminazione Indiretta Componenti di rischio G-M SPD1 SPD2 SPD3 N° di articolo F10H/2 F10A/2 L/N/NT4536 In (kA) 10 5 1 Up (kV) alla In 1.2 1 1 Imax (kA) 40 15 2 Iimp (kA) 5 2.5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 - 49 SPD1 F10L/2 20 2 70 10 1.6 diretta / indiretta D-C-G-M SPD2 F10A/2 5 1 15 5 1 SPD3 L/N/NT4536 1 1 2 - Guida alla scelta degli SPD Esempi installativi e schemi Sistema di distribuzione TT Negli impianti di tipo TT industriali la protezione primaria nel primo quadro si può realizzare con scaricatori di sovratensione articolo F10…/4 (4 moduli collegati sulle tre fasi e sul neutro). La protezione di 2° livello nei quadri divisionali può anche essere realizzata impiegando scaricatori di sovratensione articolo F10…/2 (2 moduli) collegati tra le singole fasi/neutro e terra (L1/N-T, L2/N-T, L3/N-T). Se la distanza tra gli SPD non é sufficiente a garantire l'adeguato coordinamento ricorrere all'installazione delle bobine di disaccoppiamento. Sistema TT terziario e piccola industria - monofase Protezioni nei quadri dell’impianto Avanquadro Quadro elettrico generale Quadro elettrico derivato Icc < 100kA In < 32A In < 32A id id selettivo o ritardato F = 25A F = 25A F = 25A id SPD2 SPD1 SPD3 PE Esempi di scelta SPD per ambienti del terziario o piccola industria per impianti TT monofase Fulminazione Indiretta diretta / indiretta Componenti di rischio G-M D-C-G-M SPD1 SPD2 SPD3 SPD1 SPD2 N° di articolo F10H/2 F10A/2 F10A/2 F10L/2 F10H/2 In (kA) 10 5 5 20 10 Up (kV) alla In 1.2 1 1 2 1.2 Imax (kA) 40 15 15 70 40 Iimp (kA) 5 2.5 2.5 10 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 1 1.6 1.2 50 SPD3 F10A/2 5 1 15 2.5 1 R Esempi installativi e schemi Sistema TT terziario e piccola industria - trifase Protezioni nei quadri dell’impianto Icc < 100kA Quadro elettrico generale Quadro elettrico derivato id Avanquadro F = 25A F = 25A id SPD1 SPD2 F = 25A id SPD3 Esempi di scelta SPD per ambienti del terziario o piccola industria per impianti TT trifase Fulminazione Indiretta diretta / indiretta Componenti di rischio G-M D-C-G-M SPD1 SPD2 SPD3 SPD1 SPD2 N° di articolo F10H/4 F10A/4 F10A/4 F10L/4 F10H/4 In (kA) 10 5 5 20 10 Up (kV) alla In 1.2 1 1 2 1.2 Imax (kA) 40 15 15 70 40 Iimp (kA) 5 2.5 2.5 10 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 1 1.6 1.2 SPD3 F10A/4 5 1 15 2.5 1 Esempi di scelta SPD per ambienti del terziario o piccola industria per impianti TT trifase/monofase Fulminazione Indiretta diretta / indiretta Componenti di rischio G-M D-C-G-M SPD1 SPD2 SPD3 SPD1 SPD2 N° di articolo F10H/4 F10A/2 F10A/2 F10L/4 F10H/2 In (kA) 10 5 5 20 10 Up (kV) alla In 1.2 1 1 2 1.2 Imax (kA) 40 15 15 70 40 Iimp (kA) 5 2.5 2.5 10 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 1 1.6 1.2 SPD3 F10A/2 5 1 15 2.5 1 51 Guida alla scelta degli SPD Esempi installativi e schemi Sistema di distribuzione TN-S Per la protezione dalle sovratensioni nei sistemi TN-S trifase valgono le stesse osservazioni descritte per il sistema TT. La protezione di testa (o primaria) si realizza nel 1° quadro con apparecchiature in 4 moduli collegate in modo comune tra le singole fasi/neutro e terra. Le protezioni invece di 3° livello o terminale possono essere realizzate (se necessario) sia in modo comune sia in modo differenziale. Sistema TN-S terziario e piccola industria Protezioni nei quadri dell’impianto Icc < 100kA Quadro di cabina Quadro elettrico generale F = 25A F = 25A id SPD1 Quadro elettrico derivato SPD2 F = 25A id SPD3 PE barre di equipotenzializzazione Esempi di scelta SPD per ambienti del terziario o piccola industria per impianti TN-S trifase Fulminazione Indiretta diretta / indiretta Componenti di rischio G-M D-C-G-M SPD1 SPD2 SPD3 SPD1 SPD2 N° di articolo F10H/4 F10A/4 F10A/4 F10L/4 F10H/4 In (kA) 10 5 5 20 10 Up (kV) alla In 1.2 1 1 2 1.2 Imax (kA) 40 15 15 70 40 Iimp (kA) 5 2.5 2.5 10 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 1 1.6 1.2 SPD3 F10A/4 5 1 15 2.5 1 Esempi di scelta SPD per ambienti del terziario o piccola industria per impianti TT trifase/monofase Fulminazione Indiretta diretta / indiretta Componenti di rischio G-M D-C-G-M SPD1 SPD2 SPD3 SPD1 SPD2 N° di articolo F10H/4 F10A/2 F10A/2 F10L/4 F10H/2 In (kA) 10 5 5 20 10 Up (kV) alla In 1.2 1 1 2 1.2 Imax (kA) 40 15 15 70 40 Iimp (kA) 5 2.5 2.5 10 5 Up (kV) alla Iimp 1.2 1 1 1.6 1.2 SPD3 F10A/2 5 1 15 2.5 1 52 R Protezione della linea telefonica Le protezioni per linee telefoniche devono essere utiSchemi di collegamento lizzate in ogni impianto dove è installato un centralino per art. PLT1 telefonico , oppure un apparecchio elettronico colle- Installazione Lo scaricatore di sovratensione PLT1 deve essere collegato alla linea urbana mediante i morsetti “IN” ed al dispositivo da proteggere mediante i morsetti “OUT”. Per i collegamenti dei morsetti “IN” ed “OUT” utilizzare del cavo telefonico. Per il corretto funzionamento della protezione è importante che il collegamento di terra venga effettuato con un cavo di sezione non inferiore a 2,5 mm2. Avvertenze - non installare il dispositivo in ambienti umidi o vicino ad importanti fonti di calore - sistemare il dispositivo su una superficie solida ed asciutta, al riparo dagli agenti atmosferici - non manomettere in alcun modo l’apparecchio e non versare liquido all’interno - la protezione non richiede manutenzione - per ogni eventuale necessità contattare il “servizio tecnico clienti” - evitare di installare l’apparecchio durante i temporali Attenzione La PLT1 deve essere obbligatoriamente collegata all’impianto di terra. La protezione risulta tanto più efficace quanto minore è la lunghezza del collegamento tra la PLT1 ed il morsetto principale dell’impianto di terra; è necessario che tale impianto sia conforme alle norme CEI. gato alla linea telefonica urbana, ad esempio: fax, modem, combinatore telefonico, segreteria telefonica, cordless, etc... La protezione della linea telefonica e delle apparecchiature ad essa collegate può essere realizzata impiegando lo specifico scaricatore articolo PLT1. Linea urbana 230 V Lo scaricatore di sovratensione articolo PLT1 é provvisto di Dichiarazione CE di conformità secondo i requisiti indicati di seguito. Esso é conforme ai requisiti essenziali della direttiva 1999/5/CE in quanto rispetta le seguenti norme: EN 41003 EN 50081-1 EN 50082-1 ETSI TBR21 Anno di Apposizione marcatura CE secondo la direttiva indicata: 2000 ~ 7 6 1 a b a2 b a3 b a4 b a 5 b a b a b a 8 b PRI. a b IN Centralino 335818 Art.PLT1 Telefono 1 (n°401) OUT a b a U1 b 3 4 a b Telefono 2 (n°402) a b 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 53 Guida alla scelta degli SPD Protezione della linea telefonica Schemi di collegamento per art. PLT1 Linea urbana 1 230 V ~ 7 6 a 1 b a2 b a3 b a4 b a 5 b a b a b a 8 b PRI. a b IN Centralino 335828 Art.PLT1 Telefono 1 (n°401) OUT a b a U1 b a U2 b a b 3 4 Linea urbana 2 Telefono 2 (n°402) a b IN Art.PLT1 a b OUT a b 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 Linea urbana 1 5 a b a2 b a3 b a4 b a b LU aa bb a b IN Centralino PBX 15D Art.PLT1 Telefono 1 (n°41) OUT a b PRI. 230 V 5 3 4 6 1 a b ~ Telefono 2 (n°42) a b 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 54 R Diagrammi di flusso per la scelta degli SPD Diagramma di flusso la verifica della necessità di installazione degli SPD per la riduzione delle componenti di rischio mediante i fattori k3 e k5 Valutazione del rischio R e definizione del rischio tollerabile Ra Valutazione della componente di rischio per ridurre R < Ra sì R > Ra Protezione della struttura non necessaria no SPD all’origine dell’impianto riduce con k5 le componenti A-C-G-D (parte resistiva) SPD vicino alle apparecchiature riduce con k3 le componenti M-D (parte induttiva) no d < dm sì Nc+Nd<0.1 no sì SPD in classe di prova II o III In >5 kA Uoc >10 kV Scegliere Up e calcolare il valore di Uprot sì SPD in classe di prova II SPD in classe di prova I riduce con k5 la componente G riduce con k5 le componenti A-C-G-D (parte resistiva) riduce con k3 le componenti M e D (parte induttiva) riduce con k3 le componenti M e D (parte induttiva) Vedere diagramma per l’installazione degli SPD in classe di prova II Vedere diagramma per l’installazione degli SPD in classe di prova I d= distanza tra SPD e apparecchiatura dm= distanza massima necessaria per ridurre le componenti D ed M 55 Uprot < 0.9 x Utenuta no sì protezione garantita k3 = 0.01 Guida alla scelta degli SPD Diagrammi di flusso per la scelta degli SPD Diagramma di flusso per l’installazione degli SPD in classe di prova I SPD1 all’origine dell’impianto BT: Classe di prova I riduce le componenti di rischio A-C-G-D (parte resistiva) Verificare installazione come descritto ai paragrafi precedenti Scegliere Iimp1 Se presente un LPS installare un SPD2 Componente di rischio A Componente di rischio D e G Struttura protetta da scariche pericolose k5 = 0.01 per la componente di rischio A Iimp1 > 10kA Componente di rischio D sì Componente di rischio G Scegliere Up1 e calcolare il valore di Uprot sì no k5 = 1 per la componente di rischio C Uprot1 < 0.9 x Utenuta no ridurre Uprot sì Struttura protetta da scariche pericolose k5 = 0.01 per la componente di rischio C Vedere diagramma per l’installazione degli SPD in classe di prova II sì no no d < d prot Installare SPD2 coordinato - distanza SPD2 da apparecchiatura< distanza di protezione - coordinamento (ad esempio con Iimp1) - Scegliere Iimp2 e Up2 - Calcolare Uprot2 - Verificare Uprot2 < 0.9 x Utenuta protezione garantita k5 = 0.01 per la componente di rischio D (parte resistiva) 56 R Diagrammi di flusso per la scelta degli SPD Diagramma di flusso per l’installazione degli SPD in classe di prova II SPD1 all’origine dell’impianto BT: Classe di prova II riduce solo la componente di rischio G Verificare installazione come descritto ai paragrafi precedenti In1 > 10 kA Scegliere Up1 e calcolare il valore di Uprot sì Uprot1 < 0.9 x Utenuta no no sì sì protezione garantita k5 = 0.01 d= distanza tra SPD e apparecchiatura d prot= distanza di protezione 57 d < d prot ridurre Uprot no Installare SPD2 coordinato - distanza SPD2 da apparecchiatura< distanza di protezione - coordinamento (ad esempio con In) - Scegliere In2 e Up2 - Calcolare Uprot2 - Verificare Uprot2 < 0.9 x Utenuta