Piccoli Tobia Classe V Elettrotecnica e Automazione 7/4/2009 Prove a vuoto e in cortocircuito su alternatore trifase Schema di principio della misura a vuoto: Legenda: G.S. : generatore sincrono trifase M: motore primo (macchina a corrente continua) G: dinamo eccitatrice V: voltmetro A: amperometri di controllo R1: reostato controllo eccitazione motore CC Relazione n°6 R2: reostato controllo tensione armatura motore CC R3: reostato controllo eccitazione alternatore R4: reostato regolazione dinamo eccitatrice L1: avvolgimento eccitazione motore primo L2: avvolgimento eccitazione alternatore L3: avvolgimento eccitazione dinamo Laboratorio di misure elettriche Giudizio: Schema di principio della misura in corto: Legenda: G.S. : generatore sincrono trifase M: motore primo (macchina a corrente continua) G: dinamo eccitatrice A: amperometri di controllo e misura R1: reostato controllo eccitazione motore CC R2: reostato controllo tensione armatura motore CC R3: reostato controllo eccitazione alternatore R4: reostato regolazione dinamo eccitatrice L1: avvolgimento eccitazione motore primo L2: avvolgimento eccitazione alternatore L3: avvolgimento eccitazione dinamo Scopo: Esecuzione della prove a vuoto (per il rilievo della caratteristica di magnetizzazione) e in corto circuito (rilievo della caratteristica di cortocircuito) su un generatore sincrono trifase. Cenni teorici: Per quanto riguarda gli alternatori (macchine sincrone) si ha che le prova a vuoto ed in cortocircuito assumono un significato ben diverso da quello che avevano parlando di motori sincroni o trasformatori: infatti, ora, queste due prove hanno lo scopo di determinare la caratteristiche a vuoto e in corto circuito appunto; la prima esprime la tensione E0 ai morsetti della macchina in funzione della corrente di eccitazione Ie mentre la seconda riporta l’andamento della corrente di cortocircuito della macchina in funzione anch’essa della corrente di eccitazione. La conoscenza di queste due curve risulta necessaria per regolare la macchina oltre che per determinare la reattanza sincrona Xs e prima l’impedenza sincrona Zs. Per quanto riguarda la prova a vuoto questa viene eseguita portando la macchina alla velocità nominale grazie ad un motore primo (generalmente una macchina in continua una dinamo) e regolando la corrente di eccitazione a partire dallo zero fino al raggiungimento della condizione di saturazione (in cui anche forti variazioni della corrente di eccitazioni determinano variazioni di tensioni quasi nulle a causa del fenomeno della saturazione magnetica), leggendo contemporaneamente la tensione disponibile ai morsetti della macchina a vuoto e la relativa corrente di eccitazione. Una precisazione ulteriore va fatta sul motore primo: la potenza sviluppata dall’asse di questo può infatti essere anche inferiore a quella della macchina in prova, visto che l’alternatore funziona a vuoto e quindi assorbe una potenza di molto inferiore a quella nominale (richiedendo quindi all’asse della dinamo una coppia altrettanto bassa vista la relazione P = Ω*T). Anche nel caso della macchina sincrona è possibile determinare le perdite a vuoto (cosa non eseguita in questo caso per la mancanza di alcune indicazioni). Come nel caso precedente, nella prova in corto la macchina viene portata in rotazione da un motore primo e il circuito è praticamente uguale a quello usato per la prova a vuoto, con la differenza che in questo caso le tre fasi statoriche vengono chiuse in cortocircuito e si effettua la misura della corrente che le attraversa. Anche durante questa prova resta possibile la misura delle perdite nel rame nella macchina. Ottenute le due curve è poi possibile trovare l’impedenza sincrona della macchina definita, in ogni punto, dal rapporto: Zs = E0/Icc Scelta delle apparecchiature: Generatore sincrono trifase Sn: 6kVA Un: 380V In: 9.1A 4 poli, eccitazione coassiale f: 50-60Hz Vecc: 40V Neutro accessibile Servizio continuo Dinamo eccitatrice P: 0.24kW V: 40V I: 6A n:1500g/min Ie: 2A Eccitazione derivata Motore primo Motore CC P: 5.9kW Un: 220V I: 32.5A Ie: 0.65A n: 1500g/min Stroboscopio General radio Strobotak Voltmetro Norma Mod: 65130 Portate: 130/260/520/650V Ampermetri Galileo Weston Portate: 1.5/3/15A 150 divisioni Reostato dinamo eccitatrice Galileo Rmax: 33Ω In: 5A Reostato regolazione eccitazione Galileo Rmax: 33Ω In: 5A Analizzatore di rete trifase EL Control Energy NET s.p.a. Mod: Vip system 3 N° 15329 Esecuzione della prova: Prova a vuoto: Per eseguire tale prova si porta dapprima il complesso motore primo – alternatore – dinamo a ruotare alla velocità di sincronismo dell’alternatore, tenendo inizialmente diseccitata la macchina sincrona; tale operazione viene eseguita alimentando la dinamo e regolando la sua velocità grazie ai reostati R1 (che regola la corrente di eccitazione) ed R2 (che regola la tensione d’armatura). Per controllare la velocità raggiunta ci si serve dello stroboscopio. Portato al sincronismo il complesso, si inizia ad aumentare per gradi la corrente di eccitazione dell’alternatore (servendosi dei reostati R3 e R4, il primo per una regolazione grossolana il secondo per una regolazione fine della corrente) leggendo di volta in volta l’amperometro di eccitazione ed il voltmetro. Si procede quindi aumentando la corrente di eccitazione fino a quando gli incrementi di eccitazione iniziano a produrre variazioni di tensione molto piccoli, tali da attestare che si è raggiunta la saturazione del mezzo magnetico. Prova in corto: Per il rilievo sperimentale della caratteristica di cortocircuito si chiudono i morsetti dell’alternatore in cortocircuito, inserendo un amperometro (meglio tre, uno per ogni fase) per la misura della corrente di corto circuito. Come per la prova a vuoto si trascina il complesso in rotazione, fino a raggiungere la velocità di sincronismo (sempre tenendo l’alternatore diseccitato), e si passa quindi ad aumentare gradualmente la corrente di eccitazione leggendo di volta in volta le indicazioni degli amperometri. Questa volta ci si fermerà quando la corrente di cortocircuito raggiungerà la corrente nominale della macchina. Durante tale prova non è necessario che la velocità di rotazione dell’alternatore sia rigorosamente quella di sincronismo: infatti, in questo caso, la corrente di cortocircuito è praticamente indipendente dalla frequenza entro un largo intervallo. I dati raccolti nelle due prove sono riportati nelle seguenti tabelle: Prova a vuoto: N° Ie Valore A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Portata k V Divisioni 65 130 260 0,5 1 2 2 2 2 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 2 2 1 26 75 69 88 99 106 56 59 61 63 65 66 67 69 70 68 67 66 65 63 62 59 57 54 51 46 75 45 13 520 520 260 130 Valore V Valore medio V 13 75 138 176 198 212 224 236 244 252 260 264 268 276 280 272 268 264 260 252 248 236 228 216 204 184 150 90 13 13 82,5 144 180 201 214 226 236 246 252 260 264 268 274 280 Note: Ove non direttamente dato, il valore finale della grandezza misurata è calcolato come valore = k*divisioni La tensione a vuoto è stata misurata due volte, in salita (ossia con corrente di eccitazione da 0 in su) ed in discesa (ossia dal valore nominale fino a 0); ciò al fine di ottenere una curva media (colonna “Valore medio”, correggendo così gli errori introdotti dai fenomeni di isteresi. Prova in corto: N° Portata 1 2 3 4 1,5 3 15 15 k 0.01 0.02 0.1 0.1 Ie Divisioni 72 75 23 60 Valore A 0.72 1.5 2.3 6 Icc Valore A 3 6 9.1 30 I dati appena elencati sono rappresentati nel seguente grafico, che riporta in ascissa la corrente di eccitazione ed in ordinata la tensione a vuoto e la corrente di cortocircuito Per quanto riguarda la corrente di cortocircuito questa è stata riportata nel grafico e mediante apposito software (Excel©) si è ricavata l’equazione che esprime l’andamento generale della Icc; conoscendo tale espressione (riportata nel grafico al di sopra della corrispondente curva) è possibile calcolare il valore assunto dalla corrente di cortocircuito per tutti i valori della corrente di eccitazione per i quali si era misurata la tensione a vuoto; I dati estrapolati sono riportati nella seguente tabella: N° Ie Valore A Icc Valore estrapolato A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 0,073 2,129 4,087 6,000 7,921 9,904 12,001 14,266 16,753 19,514 22,603 26,073 29,977 34,369 39,301 Note: Come già detto per calcolare la Icc si è preso l’equazione data dal software ed è stata inserita come variabile indipendente la corrente di eccitazione misurata durante la prova a vuoto, ossia: Icc = 0.071*Ie³ - 0.303*Ie² + 4.246*Ie + 0.073 Calcolati i valori di Icc per tutti i valori di Ie a disposizione è possibile trovare l’impedenza sincrona della macchina, come rapporto tra la tensione a vuoto media e la corrente di cortocircuito corrispondente: Ie Tensione a vuoto media E Icc Zs A V A Ω 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 13 82,5 144 180 201 214 226 236 246 252 260 264 268 274 280 0,073 2,129 4,087 6,000 7,921 9,904 12,001 14,266 16,753 19,514 22,603 26,073 29,977 34,369 39,301 178,1 38,7 35,2 30,0 25,4 21,6 18,8 16,5 14,7 12,9 11,5 10,1 8,9 8,0 7,1 N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Il seguente grafico riporta le curve trovate: Conclusioni ed osservazioni: Le curve trovate ricalcano l’andamento che ci si aspettava; da notare che trovata l’impedenza sincrona risulta possibile anche trovare le caratteristiche esterne della macchina: perché si generi una f.e.m pari a 220 volt (tensione di fase) la corrente di eccitazione deve avere valore pari 2.75A alla quale corrisponde una Icc di 10.9A. Da qui si ha una Zs = 20.1Ω. Grazie a questa si costruisce il triangolo di Behn Eschemburg dal quale risulta facile trovare le caratteristiche esterne della macchina. Risulta comunque necessario a tal fine conoscere la resistenza di fase degli avvolgimenti statorici.