ETICA PUBBLICA: UN’ANALISI
CONCETTUALE
II modulo
p. III
Etica pubblica tra moralismo e
realismo politici
Dal caso Moro, si è vista la contrapposizione tra:
 Moralismo politico: tutto è lecito per salvare la
vita del prigioniero.
 Realismo politico: compito primario della politica
è salvaguardare la dignità dello Stato (Moro,
come uomo politico, deve assumersi le sue
responsabilità).
 È necessario individuare una terza via che tenga
conto di entrambe le esigenze, e porti a compiere
una scelta etica e politica consapevole.
OBBLIGO E SANZIONE 1
L’obbligo come appropriata sanzione definisce
quella tesi per cui:
si ha l’obbligo di compiere un’azione solo se non
compierla implicherebbe una punizione.
Di conseguenza:
= un’azione è ingiusta solo se chi la compie
merita una punizione
( Es: se non pago le tasse, sarò perseguito)
DUPLICE INTERPRETAZIONE DELLA RELAZIONE
TRA OBBLIGO E SANZIONE
1) Interpretazione funzionale:
= senza la sanzione in caso di inadempienza,
l’obbligo morale non verrebbe rispettato
→ diritto come strumento della morale
2) Interpretazione analitica
= obbligo e sanzione hanno lo stesso significato
→ ma non prevede la necessità che
all’inadempienza segua la sanzione.
MORALISMO GIURIDICO E
GIUSTIZIALISMO
Dall’interpretazione funzionale dell’obbligo
come appropriata sanzione:
l’azione immorale va punita dalle leggi = le
leggi indicano ciò che è morale e ciò che non
lo è.
Da Tangentopoli in poi si afferma il termine
giustizialismo = l’intervento della legge (dei
giudici) è il mezzo principale per combattere la
corruzione → forma di moralismo politico.
NEUTRALITÀ DELLO STATO
Questa posizione contesta il moralismo giuridico
in quanto:
1. Non compatibile con il pluralismo delle
società occidentali contemporanee;
2. Lede la privacy dei cittadini;
3. Trascura il dovere di imparzialità e
uguaglianza.
MORALISMO POLITICO E MORALISMO
GIURIDICO
Sono tesi connesse e entrambe opposte alla
neutralità dello Stato; infatti:
il m.g. ritiene che le leggi (il diritto) debbano
guidare il comportamento morale dei
cittadini;
il m.p. ritiene che lo Stato possa perfezionare
il comportamento dei cittadini combattendo la
corruzione con le leggi.
MORALISMO GIURIDICO E
GIUSTIZIALISMO
La connessione tra queste due tesi comporta
che:
 si dia per scontato che il comportamento di un
politico debba/possa essere giudicato negli
stessi termini di quelli idonei a giudicare un
privato cittadino;
 si affermi che un comportamento immorale
vada punito con una sanzione penale.
OBIEZIONI AL MORALISMO
GIURIDICO
 il comportamento del politico deve potere essere
giudicato con parametri autonomi;
 in ogni caso, prima di passare alla sanzione
penale, è necessario verificare non solo se il
comportamento ascritto è effettivamente
immorale, ma se costituisce materia di reato
penale (→ scissione tra atto ingiusto e reato e
negazione del moralismo giuridico)
 se si accettano queste obiezioni, ne deriva che la
sanzione penale può arrivare solo dopo un
accertamento penale del reato.
PELLEGRINO: SCISSIONE TRA
GIUSTIZIALISMO ED ETICA PUBBLICA
• Sostenere che si possano dare giudizi morali sulla
politica non implica che a tali giudizi morali segua
necessariamente una sanzione giuridica;
• si può ritenere lecito giudicare moralmente il
comportamento dei politici ma, allo stesso
tempo, ritenere che il diritto non sia il mezzo
migliore per dare seguito a tali giudizi;
• = dall’etica pubblica non deriva il giustizialismo.
ASSUNZIONI DELL’ETICA PUBBLICA
• Separazione delle sfere sociali: sfera pubblica e
privata devono essere separate, almeno
parzialmente:
chi dà giudizi morali sul
comportamento dei politici, pur riconoscendo
ragioni politiche per trasgredire certi obblighi
morali, presuppone una distinzione tra sfera
pubblica e privata.
• Distinzione tra moralità e politica: la politica si
può giudicare da una prospettiva morale ma non
può essere ricondotta completamente alla
moralità.
Neutralità dello Stato
1. È propria delle società liberal-democratiche
contemporanee;
2. In queste non è possibile l’accordo completo
sulle concezioni politiche e morali;
3. Lo Stato che cerchi di imporre solo alcune
idee, danneggia i diritti delle minoranze;
4. Sono possibili solo le politiche che rispettano
il pluralismo.
PUBBLICO/PRIVATO MORALE/POLITICA
I
Politico come pubblico/morale come privato
1. Sfera pubblica e politica coincidono
interamente;
2. La moralità si applica al privato, la politica alla
sfera pubblica;
PUBBLICO/PRIVATO MORALE/POLITICA
II
Sfera pubblica non politica, sfera privata non
morale
1. La sfera pubblica include spazi non politici
(economia e società civile): la sfera pubblica
include la politica ma è più ampia;
2. Nel privato ci sono spazi intoccabili né dalla
moralità né dalla politica: la sfera privata
comprende la moralità ma è più estesa.
PUBBLICO/PRIVATO MORALE/POLITICA
III
Il privato è politico:
1. La politica si spinge in ambiti che potrebbero
sembrare privati
2. I confini della sfera pubblica e della politica
sono molto ampi.
TIPOLOGIA DEL REALISMO POLITICO
• Forte: separazione netta tra politica e teoria etica normativa
• Debole: la politica ha criteri autonomi dalla morale, ma non sono
necessariamente in contrasto con essa.
Per quest’ultima i rapporti tra politica e morale possono essere di tre
tipi:
• Stati legittimi politicamente e ingiusti moralmente;
• Stati legittimi politicamente e non del tutto giusti;
• Stati tanto legittimi quanto giusti.
 Per quest’ultima versione, il realismo politico debole 2 è preferibile
a 1, ma nessuna delle due situazioni va condannata con criteri
morali.
TIPOLOGIA DEL MORALISMO
POLITICO
• Forte: ci sono principi generali per stabilire
che cosa sia buono e giusto e questi principi
valgono sia nella moralità sia nella politica;
• Debole: ci sono vincoli morali all’azione
politica, ma questi differiscono da quelli che
regolano la condotta dei cittadini comuni.
SPECIFICITÀ DELL’ETICA PUBBLICA
Nell’etica pubblica non prevalgono né le ragioni
politiche né i principi morali.
Sia le une che gli altri sarebbero sufficienti per
assumere una decisione/giudicare un’azione, ma
non sono determinanti e anzi spesso
incommensurabili.
 Teoria del residuo.
Ragioni dell’etica pubblica contro il
moralismo politico
1) Neutralità dello Stato;
2) Efficacia della politica e dominio delle ragioni
politiche su quelle morali
Efficacia della politica
L’etica pubblica si può sostenere in nome
dell’efficacia della politica  si basa su 4 punti:
1. Specificità della politica;
2. Utilizzare identiche norme morali per i
cittadini comuni e i politici può rendere la
politica meno efficiente;
3. le ragioni morali e le ragioni politiche si
pongono così in contrasto;
4. in molti casi le ragioni politiche dominano
sulle ragioni morali.
Dai limiti del moralismo ai limiti del
realismo
Commento 1
«Si può ragionare così: fare di tutto per salvare
Moro sarà anche un obbligo morale, ma rispettarlo
impedisce di svolgere le funzioni specifiche della
politica. Non aver fatto molto per salvare altre
vittime, ma fare di tutto per salvare Moro
[…]significa minare le basi della stabilità dello Stato
[…]. Queste sono le ragioni politiche a favore della
fermezza e contro la trattativa pubblica, e queste
ragioni sono più forti delle ragioni morali eventuali
a favore di una trattativa pubblica» (Etica pubblica, p. 115)
ETICA PUBBLICA E LEGITTIMITÀ
DEMOCRATICA
a) Rappresentanza democratica: la maggioranza governa in nome di tutti i
cittadini;
b) 1. le persone hanno capacità di giudizio morale; 2. in certi casi, questa
capacità di giudizio lascia un fondato rincrescimento; 3. un agente che
esercita la sua capacità di giudizio, e prova fondato rincrescimento, è un
agente integro; 4. l’integrità merita rispetto; rispettare l’integrità = non
chiedere di compiere azioni immorali, o di compierle senza
rincrescimento; 5. lo stesso discorso vale per le azioni di cui si è
semplicemente responsabili.
c) un governante democraticamente eletto che agisca in modi che i
cittadini reputano immorali o, nel caso sia necessario, senza esprimere il
giusto rincrescimento, manca di rispetto ai propri cittadini;
d) un governo che non rispetta i propri cittadini non è legittimo.
ETICA DELLA RESPONSABILITÀ ED ETICA
DELL’INTENZIONE
(caso di B. Williams)
• Etica dell’intenzione: l’azione è guidata da
principi morali immodificabili = il principio di
non uccidere impedisce al viaggiatore di
salvare 19 ostaggi, uccidendone uno.
• Etica della responsabilità: l’azione è guidata
dai risultati concreti che ottiene = il
viaggiatore deve uccidere un ostaggio perché
così salverà 19 vite.
L’AGENTE INTEGRO
È definibile come agente integro – e quindi a)
dotato di capacità di giudizio; b) compatibile con
le istituzioni democratiche – l’agente pubblico
che di fronte a situazioni indecidibili con
nettezza, fa le sue scelte con la consapevolezza
che esse non sono e non possono essere del
tutto giuste: → tesi del residuo o del
rincrescimento → sfera dell’etica pubblica.