UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE CORSO DI TECNICA DEL FREDDO A.A. 2016/2017 Prof. R. Mastrullo Prof. A. W. Mauro LA REFRIGERAZIONE MAGNETICA Utilizzo di refrigeranti: COMPRESSIONE DI VAPORE REFRIGERAZIONE MAGNETICA FLUIDI SOLIDI La refrigerazione magnetica: perché? • Miglior impatto ambientale (materiali ecologici) • Rendimenti energetici superiori alla compressione di vapore anche del 50-60% • Minor rumorosità • Sistemi più compatti CONCETTI PRELIMINARI Le sostanze magnetiche Definizione: “ Per sostanza magnetica si intende, generalmente, una qualsiasi sostanza, che abbia la capacità di poter interagire con un campo magnetico esterno, indebolendolo o rafforzandolo” • DIAMAGNETICHE • PARAMAGNETICHE • FERROMAGNETICHE Diamagneti H0 Diamagneti HM H0 │H│ = │H0│- │HM│ Diamagneti - caratteristiche χ B m <45° H H Le sostanze diamagnetiche (p.e. rame, bismuto, alcune molecole organiche ecc…) indeboliscono il campo esterno ed inoltre le proprietà magnetiche non sono influenzate dalla temperatura χ T H Paramagneti H0 Paramagneti HM H0 │H│ = │H0│+ │HM│ Paramagneti - caratteristiche χ B m T= costante > 45° H H Le sostanze paramagnetiche (p.e. alcuni gas, metalli alcalini, solfato di gadolinio…) rafforzano il campo esterno. L’agitazione termica impedisce l’allineamento dei dipoli, per cui la suscettività diminuisce al crescere della temperatura, rimanendo sempre positiva. χ T H Ferromagneti H0 Ferromagneti H0 Le sostanze ferromagnetiche (p.e. ferro, nichel, gadolinio…) sono caratterizzate dalla presenza di domini magnetici che si orientano facilmente rispetto ad un campo esterno. Ferromagneti - caratteristiche χ m B T T= costante T H H Si dicono ferromagnetiche quelle sostanze la cui suscettività è funzione sia della temperatura sia, in maniera elevata, del campo magnetico esterno H Ferromagneti – temperatura di Curie χ H = costante Tc T Altra proprietà fondamentale dei materiali ferromagnetici è che per ognuno di essi esiste una temperatura critica detta temperatura di Curie TC, al di sopra della quale il materiale diventa paramagnetico. 𝑪𝝆 𝝌= 𝑻 − 𝑻𝑪 Entropia di una sostanza magnetica S S(H0) SM(H0) SL+SE T S(T,H0) =SL(T)+SE(T)+SM(T,H0) Capacità termica Considerando che la sostanza magnetica sia sottoposta ad una pressione costante 𝝏𝑺 𝑪𝑯,𝒑 (𝑯, 𝑻) = 𝑻 𝝏𝑻 𝑯 𝝏𝑺 𝑪𝑴,𝒑 (𝑯, 𝑻) = 𝑻 𝝏𝑻 𝑴 Le capacità termiche sono funzione sia della temperatura che del campo magnetico Capacità termica dei ferromagneti Le sostanze ferromagnetiche in prossimità della temperatura di Curie, presentano una crescita brusca della capacità termica, seguita da una successiva decrescita. All’aumentare del campo magnetico applicato, il massimo raggiunto dalla capacità termica si sposta verso un valore maggiore di temperatura. Tale fenomeno è riconducibile al cambiamento strutturale che tali sostanze subiscono alla Tc EFFETTO MAGNETOCALORICO L’effetto magnetocalorico (MCE) • Processi fondamentali Magnetizzazione e demagnetizzazione isoterma 𝜟𝑺 𝑯, 𝑻 Magnetizzazione e demagnetizzazione adiabatica 20 L’effetto magnetocalorico (MCE) 1 2 L’effetto magnetocalorico (MCE) 2 1 L’effetto magnetocalorico (MCE) T ΔTad (T1, ΔB) Bmax (T1,Bmin) Bmin T1 s L’effetto magnetocalorico (MCE) • Processo adiabatico e reversibile Una sostanza magnetica viene introdotta in un campo magnetico realizzando la condizione di adiabatica reversibilità. STOT(T,H0) =SL(T)+SE(T)+SM(T,H0)=cost H0 SM(T,H0) STOT=cost SL(T)+SE(T) T MAGNETIZZANDO IL MATERIALE, LA SUA TEMPERATURA AUMENTA L’effetto magnetocalorico (MCE) • Processo adiabatico e reversibile Una sostanza magnetica viene rimossa da un campo magnetico realizzando la condizione di adiabatica reversibilità. STOT(T,H0) =SL(T)+SE(T)+SM(T,H0)=cost STOT=cost H0 SM(T,H0) SL(T)+SE(T) T DEMAGNETIZZANDO IL MATERIALE, LA SUA TEMPERATURA SI RIDUCE L’effetto magnetocalorico (MCE) ΔTad(T,H0) =- 𝑯𝟏 𝑻 𝑯𝟎 𝑪𝑯,𝒑 𝝏𝒎 𝝏𝑻 𝒅𝑯 𝑯,𝒑 La variazione di temperatura adiabatica è funzione dell’intensità del campo magnetico La temperatura di inizio processo influenza il valore raggiunto Il valore del calore specifico decrementa la variazione di temperatura adiabatica Il segno della variazione è determinato dalla variazione della magnetizzazione rispetto alla temperatura L’effetto magnetocalorico (MCE) ΔTad(T,H0) =- 𝑯𝟏 𝑻 𝑯𝟎 𝑪𝑯,𝒑 𝝏𝒎 𝝏𝑻 Diamagneti H0 m T H , p 0 𝒅𝑯 𝑯,𝒑 Paramagneti Ferromagneti <0 <0 I diamagneti non subiscono alcuna variazione di temperatura I paramagneti aumentano la propria temperatura I ferromagneti si comportano come i paramagneti, ma con una massimo di variazione in prossimità della temperatura di Curie L’effetto magnetocalorico (MCE) • Processo isotermo Una sostanza magnetica viene introdotta mantenendo costante la sua temperatura in un campo magnetico STOT(T,H0) =SL(T)+SE(T)+SM(T,H0) H0 SM(T,H0) cost STOT(T,H0) MAGNETIZZANDO IL MATERIALE, LA SUA ENTROPIA TOTALE SI RIDUCE PER CUI ESSO CEDE CALORE L’effetto magnetocalorico (MCE) • Processo isotermo Una sostanza magnetica viene rimossa da un campo magnetico mantenendo costante la sua temperatura STOT(T,H0) =SL(T)+SE(T)+SM(T,H0) H0 SM(T, H0) cost STOT(T,H0) DEMAGNETIZZANDO IL MATERIALE , LA SUA ENTROPIA TOTALE AUMENTA PER CUI ESSO ACQUISISCE CALORE L’effetto magnetocalorico (MCE) Per le sostanze diamagnetiche un processo isotermo è anche adiabatico I paramagneti cedono calore se magnetizzati, viceversa se demagnetizzati I ferromagneti hanno un analogo comportamento dei paramagneti, ma con un picco nell’intorno della temperatura di Curie Tc Diamagneti m T H , p 0 Paramagneti Ferromagneti <0 <0 CICLO ACTIVE MAGNETIC REGENERATIVE (AMR) Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) T HB T1 T2 H0=0 s1 s2 s Partendo da campo magnetico nullo Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) T HB T1 T2 H0=0 s1 s2 s Partendo da campo magnetico nullo il campo viene incrementato adiabaticamente fino al valore massimo (HB) Per effetto magnetocalorico si innalza la temperatura della sostanza magnetica Ciò equivale alla fase di compressione T1 è laTambiente Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) T HB T1 T2 H0=0 s1 s2 s Mantenendo costante il campo magnetico applicato La sostanza magnetica scambia energia termica con una sorgente termica calda Conseguentemente la sua temperatura diminuisce Ciò equivale alla fase di raffreddamento del gas. Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) T HB T1 T2 H0=0 s1 s2 s Il campo magnetico viene progressivamente rimosso Per effetto magnetocalorico si riduce la temperatura della sostanza magnetica Ciò equivale alla fase di espansione T2 è laTcella Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) T HB T1 T2 H0=0 s1 s2 s In assenza di campo magnetico applicato La sostanza scambia energia termica con una sorgente esterna fredda Conseguentemente la sua temperatura aumenta Ciò equivale alla fase di riscaldamento Il ciclo Brayton (o ciclo inverso Joule) Prestazioni teoriche superiori rispetto ai sistemi a c.v. Salti termici e potenze non adatte alle tipiche applicazioni a temperatura ambiente T HB T1 ΔT< ΔTad T2 H0=0 s1 s2 s La rigenerazione Pensando ad una serie di cicli Joule magnetici in cascata T ΔT >ΔTad s Il rigeneratore attivo (Active Magnetic Regenerator) Configurazioni: d) Configurazione a letto poroso Il rigeneratore attivo (Active Magnetic Regenerator) REALIZZATO MEDIANTE UN MATERIALE CON PROPRIETA’ MAGNETICHE DEL I O DEL II ORDINE ACTIVE POICHE’ FUNGE SIA DA RIGENERATORE SIA DA REFRIGERANTE L’AMR E’ CONCETTUALMENTE SIMILE AD UN SISTEMA IN CASCATA DI INFINITI REFRIGERATORI MAGNETICI Il rigeneratore attivo (Active Magnetic Regenerator) Caratteristiche di un rigeneratore ideale: • grande quantità di calore scambiata tra sostanza di lavoro e massa rigeneratrice, dunque elevato prodotto tra conduttanza termica e area di contatto; • assenza di volume morto; • assenza di perdite di carico da parte del fluido che attraversa il rigeneratore; • conduzione longitudinale nulla lungo il rigeneratore; • gradiente di temperatura lineare lungo l’estensione del rigeneratore. 41 Il rigeneratore attivo (Active Magnetic Regenerator) Caratteristiche di un rigeneratore reale: • differenze di temperature finite tra il materiale rigeneratore e il fluido di trasferimento; • cadute di pressione dovute alla resistenza del flusso; • perdite dovute al mescolamento del fluido rigeneratore nel rigeneratore di tipo interno; • perdite per fuoriuscite di calore; • perdite per ciclo di isteresi o correnti parassite; • perdite per dissipazione viscosa nel fluido rigeneratore; • perdite per volume morto. 42 Rigeneratori multistrato TC Rigeneratori multistrato TC1 TC2 TC3 Rigeneratori multistrato Un siffatto rigeneratore è composto da diversi materiali, caratterizzati da diverse temperature di Curie, in particolare essi vengono disposti in maniera tale che possano lavorare nell’intorno di tale temperatura. Il risultato è quello di poter realizzare diversi picchi di effetto magnetocalorico quanti sono i diversi materiali usati. Il ciclo Active Magnetic Regenerative • MAGNETIZZAZIONE • PASSAGGIO DEL FLUIDO LATO FREDDO-LATO CALDO • DEMAGNETIZZAZIONE • PASSAGGIO DEL FLUIDO LATO CALDO-LATO FREDDO 46 Calore in ingreso Calore in uscita Il ciclo Active Magnetic Regenerative T Q T hot 2 H high 3 hot T cold 1 4 H low Q cold S 3-4. Demagnetizzazione Adiabatica: T Diminuisce 1-2. 2-3. 4-1. Magnetizzazione Attraversamento Adiabatica: fluido: Estrazione assorbimento T aumenta di calore calore Magnetizzazione/Demagnetizzazione Moto alternativo Semplice da realizzare Inefficiente dal punto di vista meccanico Basse frequenze ciclo Vibrazioni Magnetizzazione/Demagnetizzazione Moto rotatorio Maggior efficienza dal punto di vista meccanico Riduzione delle vibrazioni Maggior frequenza ciclo Maggiore complessità di realizzazione Active Magnetic Regenerative Rotary refrigerator (AMRR) MAGNETIZZAZIONE 50 Active Magnetic Regenerative Rotary refrigerator (AMRR) PASSAGGIO DEL FLUIDO LATO FREDDO LATO CALDO 51 Active Magnetic Regenerative Rotary refrigerator (AMRR) DEMAGNETIZZAZIONE 52 Active Magnetic Regenerative Rotary refrigerator (AMRR) PASSAGGIO DEL FLUIDO LATO CALDO LATO FREDDO 53 IL REFRIGERATORE MAGNETICO: IL CAMPO MAGNETICO DA APPLICARE Il campo magnetico da applicare Il campo magnetico svolge un ruolo chiave nell’ambito della refrigerazione magnetica. Obiettivi: • • • • • Elevata intensità Intensità variabile Distribuzione uniforme Limitare fenomeni di leakage Contenuti consumi di potenza Il campo magnetico da applicare Possibili soluzioni: ELETTROMAGNETE CON SEQUENZA ONOFF CHE NE ASSICURI LA VARIABILITA’ MAGNETE SUPERCONDUTTORE MAGNETE PERMANENTE POSTO IN MOTO RELATIVO CON LA SOSTANZA REFRIGERANTE ELEVATO DISPENDIO DI POTENZA PER ALIMENTAZIONE DEL CIRCUITO ELEVATO DISPENDIO ENERGETICO PER MANTENERE IL MAGNETE A TEMPERATURE CRIOGENICHE INTENSITA’ MODERATE DELL’ORDINE DI 1 TESLA Induzione del campo magnetico da applicare • Si misura in Tesla [T] • Il valore dell’induzione magnetica sulla terra alla latitudine di 50° è di 5*10-5 T, per un apparecchio per la risonanza magnetica è di 1.5 T • Nel più forte campo magnetico continuo prodotto presso il National High Magnetic Field Laboratory – Tallahassee – Florida è di 45 T B H B o( H M ) Campo esterno Risposta del materiale Il campo magnetico da applicare Soluzione adottata: MAGNETI PERMANENTI IN CONFIGURAZIONE DI HALBACH Il campo magnetico da applicare Il campo magnetico è confinato in una determinata direzione, nullo altrove IL REFRIGERATORE MAGNETICO: I MATERIALI I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente Requisiti: • • • • • Tc nel range temperature ambiente Significativo ΔTad nel range delle T ambiente Brevi tempi di risposta del materiale Isteresi limitata Contenuta variazione di volume I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente Transizione di fase del materiale: PRIMO ORDINE SECONDO ORDINE La derivata prima del potenziale termodinamico varia con discontinuità e le proprietà entropia e magnetizzazione mostrano un “salto” nel punto di transizione. La derivata prima del potenziale termodinamico rispetto alla temperatura è una funzione continua, mentre la derivata seconda ha una discontinuità. L’ordinamento magnetico spontaneo di un solido magnetico con l’abbassamento della temperatura è un fenomeno cooperativo, che avviene a diverse temperature a seconda della natura della sottostruttura magnetica e della forza dell’interazione di scambio. I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente I ordine - caratteristiche: • Effetto MCE gigante in un range di temperatura molto stretto • Presenza di isteresi • Tempi di risposta del materiale non istantanei • Variazione di volume del materiale I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente II ordine - caratteristiche: • MCE più basso ma in un range di temperatura più ampio • Assenza di isteresi • Tempi di risposta del materiale istantanei • Assenza di variazione di volume del materiale I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente Materiale II ordine: il gadolinio Tc = 294K I materiali per la refrigerazione magnetica a temperature ambiente Materiali I ordine: il Gd5Si2Ge2 Tc = 276K IL REFRIGERATORE MAGNETICO: I PROTOTIPI Caratterizzazione di un prototipo Componenti principali Magnete Elettro mag. Mag. perm. Caratteristiche Apparato Rigeneratore Materiale magnetocalorico Forma e materiale della matrice Lamine Particle Bed Impianto idraulico Tipo di pompaggio Displacer Pompa Tipo di valvole Elettrov. Mecc. Tipo di moto Rotativo Mag. Rig. Altern. Fonti del moto Unica Due Interesse comunità scientifica I prototipi esistenti University of Victoria, BC (Canada) Date 2009 Type and frequency (Hz) Rotary 4 Hz max. Max. cooling Power (W) 50 Max. ΔT(K) 29 Max. magnetic fi Magnetocaloric eld strength (T) Permanent 1.4 material Gd spheres, 300 μm regenerator I prototipi esistenti Astronautics Corporation (USA) Date 2007 Type and frequency (Hz) Rotary 4 Hz max. Max. cooling Power (W) 220 Max. ΔT(K) 12 Max. magnetic fi Magnetocaloric eld strength (T) Permanent 1.5 material Gd plates, water regenerator I prototipi esistenti Tokio Institute of Technology (Japan) Date 2006 Type and frequency (Hz) Rotary 0.5 Hz max. Max. cooling Power (W) 560 Max. ΔT(K) 8 Max. magnetic f Magnetocaloric ield strength (T) material Permanent 1.1 Gd foils, water regenerator I prototipi esistenti DTU – Risø (Danimarca) Date 2012 Type and frequency (Hz) Rotary 2 Hz max. Max. cooling Power (W) 1000 Max. ΔT(K) 25.4 Max. magnetic f Magnetocaloric regenerator ield strength (T) material Permanent 1.2 Gd spheres, water + glycol Sviluppi futuri attesi (Hirano et al., 2010) Sviluppi futuri attesi ? (Gschneidner e Pecharsky, 2008) The Magnetic Refrigeration: an international challenge Il prototipo 8Mag Università degli studi “Federico II”(Napoli) Università degli studi di Salerno Il prototipo 8Mag Il prototipo 8Mag – caratteristiche Componenti principali Magnete Elettro mag. Mag. perm. Impianto idraulico Rigeneratore Materiale magnetocalorico Gadolinio Forma e materiale della matrice Lamine Caratteristiche Apparato Particle Bed. Tipo di pompaggio Displace r Pompa Tipo di valvole Elettrov . Mecc. Tipo di moto Rotativo Mag. Rig. Altern . Fonti del moto Unic a Due Il prototipo 8Mag – data sheet Materiale magnetocalorico (refrigerante) Gadolinio Tipologia di rigeneratore Packed Bed (d=0.400 mm) Numero di rigeneratori 8 Massima induzione magnetica 1.25 T Frequenza operativa massima 1.8 Hz Massa di refrigerante 1.20 kg Il prototipo 8mag - alcuni risultati Carico zero- ΔTAMR , fAMR=1.08Hz Il prototipo 8mag - prospettive • Ricerca di nuovi materiali da testare nel campo delle temperature ambiente • Ottimizzazione del prototipo al fine di incrementare i COP • Standardizzazione dei test • Richiamare l’interesse delle aziende di settore C. Apreaa, A. Grecob, A. Maiorinoa, C. Massellia Email: [email protected] a Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Salerno, Via Giovanni Paolo II 132, 84084, Fisciano (SA). b Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Napoli Federico II, P.le Tecchio 80, 80125, Napoli.