La parola, la musica, il teatro
• Una visione personale del teatro, che nasce e cresce
dal tronco del melodramma rossiniano per
trasformarlo dall’interno
• Urgenza riformatrice
• Compiutezza estetica della musica e della poesia che
diventa funzionale al fine dell’opera
• Compositore con potere dittatoriale su parole, musica,
recitazione e apparato visivo
• Verdi a Du Locle per declinare una scrittura proveniente
dall’Opéra:
• « a me è assolutamente impossibile passare di nuovo sotto le
Forche Caudine dei vostri teatri, avendo la coscienza che per
me non è possibile un vero successo che scrivendo come
sento io, libero da qualunque influenza, e senza riflettere che
io scriva per Parigi piuttosto che pel Mondo della Luna.
Conviene inoltre che gli artisti cantino non a loro modo, ma
al mio; che le masse, che pur hanno molta capacità, avessero
altrettanto buon volere; che infine dipenda tutto da me; che
una volontà sola domini tutto: la mia. Cio vi parrà un po’
tirannico… ed è forse vero, ma se l’opera è di getto, l’idea è
una, e tutto deve concorrere a formare questo Uno.»
• Opera deve provocare choc emotivo nel pubblico
• Cruciale scelta dell’argomento
• Verdi a Cammarano: alla ricerca di «un dramma breve di
molto interesse, di moto movimento, di moltissima passione»
• Drammaturgia opposta alla monumentalità di Mercadante,
Pacini e Wagner-Strauss. Verdi verso massima concisione,
brevità, l’incalzare degli eventi scenici, l’intensità delle
passioni in gioco.
• Economia di tempo = efficacia drammatica
• Preoccupazione che l’azione proceda «speditamente senza
ostacoli»
La parola scenica
• Parola scenica = la parola che scolpisce e rende netta ed evidente la
situazione
• Parola che caratterizzi la situazione drammatica
• «Abbia sempre in mente di dir poche parole… poche parole… poche
parole ma significanti. Ti ripeto poche parole. Stile conciso!...Poche
parole…Hai capito!»
• Verdi sulla cantante Eugenia Tadolini per il Macbeth nel 1849: « La
Tadolini ha una figura bella e buona, ed io vorrei Lady Macbeth brutta
e cattiva. La Tadolini canta alla perfezione, ed io vorrei che Lady non
cantasse. La voce della Tadolini ha dell’angelico; la voce di Lady vorrei
che avesse del diabolico»
• «Badi bene che ogni parola ha un significato, e che bisogna
assolutamente esprimerlo e col canto e coll’azione.»
• L’importanza del libretto, non comparabile ai colleghi italiani
• Segue tutte le fasi di scrittura >> diventa coautore
• Titoli spesso stranieri
• Dopo aver trovato la fonte Verdi lavora a un programma
dettagliato: la suddivisione in scene e atti, la collocazione dei
punti di forza, delle posizioni drammatiche, sceneggiatura,
versione in prosa del dramma
• All’esordio alla Scala, Verdi non è stato coinvolto con i
librettisti
• Primo librettista con cui collabora è Solera, poi Piave con cui
prepara 10 titoli (Ernani, Macbeth, Stiffelio, Rigoletto, La
traviata, La forza del destino)
• Stima per Cammarano
• Per i due ultimi capolavori, Otello e Falstaff si affida a Boito.
«Il primo atto è finito senza nissun cambiamento nella
poesia; tale e quale me l’avete dato Voi»
• Massima attenzione alla messinscena
• Strenua esigenza della perfezione
• Verdi a Ricordi a proposito di Aida:
• « se io vengo a Milano non è per la vanità di dare una
mia opera: è per ottenere una vera esecuzione
artistica (…) rendere l’orchestra invisibile. Quest’idea
non è mie, è di Wagner: è buonissima.»