LA MEMORIA

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LA MEMORIA
FRANCESCO SAGRIPANTI
UNIMC2016
E’ forse la funzione del nostro cervello che più ci rende unici come individui,
che ci caratterizza,si può dire che noi siano ciò che ricordiamo,
o che noi siamo la nostra memoria.
Le metafore utilizzate per descrivere la M sono tante e più o meno note
:magazzino,deposito,stanze della M..
Il primo a parlare di luogo o spazio della memoria forse fu Simonide di Ceo…….
CICERONE
Egli [Simonide], pertanto, a quanti esercitino questa
facoltà dello spirito, consiglia di fissare nel cervello dei
luoghi e di disporvi quindi le immagini delle cose che
vogliono ricordare. Con questo sistema l'ordine dei
luoghi conserverà l'ordine delle idee, le immagini delle
cose richiameranno le cose stesse, i luoghi fungeranno
da tavolette per scriverci sopra e le immagini serviranno
da lettere con cui scrivere. »
(M. T. Cicerone, Dell'oratore, a cura di A. Pacitti, 3 voll., Zanichelli, Bologna 1974, vol. II, libro II, LXXXVI, 354.)
Ben vide Simonide o chiunque ne sia stato l'inventore che le
impressioni trasmesse dai nostri sensi rimangono scolpite
nelle nostre menti e che di tutti i sensi il più acuto è quello
della vista. Per cui dedusse che la memoria conserva molto più
facilmente il possesso di quanto si ascolta o si pensa quando le
loro sensazioni entrano nel cervello con l'aiuto della vista. In
questo modo la rappresentazione con immagini e simboli
concretizza le cose astratte ed invisibili con tanta efficacia, che
riusciamo quasi a vedere realmente mediante immagini
concrete quel che non siano capaci di percepire col pensiero. »
(M. T. Cicerone, Dell'oratore, cit., II, LXXXVII, 357)
Memoria come PC,non proprio…
• La metafora più moderna è quella del computer ,un sistema che
conserva moltissimi dati e che soprattutto è in grado di rievocarli in
breve tempo,quindi l’accesso rapido alle informazioni è
fondamentale.
La memoria è in realtà strettamente connessa con i vissuti emozionali
,non possiamo immaginarla in modo «freddo».
E’ invece un sistema dinamico che rielabora in continuazione i dati
E’un sistema «caldo» perché funziona meglio o peggio in relazione agli
stati emotivi e non solo.
LA MEMORIA DI LAVORO
• E’ un concetto più recente di quello di M.a breve termine ,ne è una
evoluzione, ci fa capire meglio a che cosa serve tenere a mente per
poco tempo un dato.
• Ci serve per compiere un lavoro cognitivo cioè comprendere un
ragionamento o apprendere una nuova informazione o un nuovo
sistema di informazioni.
MdL MEMORIA A LUNGO TERMINE
COMPRENSIONE
• Il Bambino usa molto la memoria di lavoro
• la usiamo tutti quando leggiamo (Cornoldi),per capire il senso di una frase
al di la della semplice decodifica grafema fonema,dobbiamo tenere a
mente una prima parte della frase per capire il senso di tutta una
proposizione.
• Altro esempio è un calcolo matematico,tenere a mente il numero durante
l’operazione.
• Se però poi il senso di ciò che abbiamo letto rimane a distanza di tempo è
grazie alla memoria a lungo termine.
• l’informazione è stata archiviata in altro magazzino.
MdL capacità limitata
• . La classica unità di misura della M. a breve è la prova di span con 9
cifre da ricordare presentate una volta sola e rievocate
immediatamente. La media è di 5,3 pensate a quando ci dettano un
numero di telefono e dobbiamo cercare carta e penna.
RIORGANIZZAZIONE DELLA MdL
• Se dobbiamo utilizzare una informazione per la risoluzione di un
problema o dobbiamo riorganizzare i nostri dati in funzione di diversi
obiettivi utilizziamo la memoria di lavoro(esempio:ripetere dopo
averle sentite 4 parole a caso,quando le abbiamo memorizzate,ci si
chiede di metterle in ordine alfabetico).La memoria di lavoro è la più
utilizzata durante i processi di apprendimento.
MEMORIA DI LAVORO E MEMORIA
PROSPETTICA…FACCIAMO LA BORSA
• In maniera più semplice pensate al bambino che “fa la borsa “ per la
scuola per il giorno dopo.Come lo fa ,cosa ci mette e cosa non ci
mette e perché ,sono operazioni mentali tipiche della memoria di
lavoro.
• La memoria prospettica fa riferimento ai processi e alle abilità
implicate nel ricordo di intenzioni che devono essere realizzate nel
futuro.
Le azioni della memoria
• Acquisizione e codificazione: ricezione dello stimolo(strettamente connessa con
l’ATTENZIONE) e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in
memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle
categorie preesistenti.
• Ritenzione ed immagazzinamento: stabilizzazione dell'informazione in memoria
e ritenzione dell'informazione stessa per un determinato lasso di tempo.
• Recupero: riemersione a livello della consapevolezza dell'informazione
precedentemente archiviata, mediante "richiamo" (recupero mnestico diretto,
senza stimoli di facilitazione) o "riconoscimento" (procedura cognitivamente più
semplice, in cui il recupero è mediato da uno stimolo associativo, per cui è
sufficiente riconoscere l'elemento precedentemente codificato, presente
all'interno di una serie di stimoli proposti).
•
MEMORIA E ALTRE FUNZIONI SUPERIORI
• La memoria cosi come tutte le funzioni corticali superiori non
può essere esercitata in modo puro,distaccato dalle altre
funzioni,ci sarà sempre un fattore motivazionale
,emotivo,attentivo, a modificare un ricordo o a rendere più o
meno facile sia la sua formazione che la sua rievocazione.
• Non può esistere una operazione cognitiva “pura” l’influenza dei
sistemi sottocorticali e dei nuclei del sistema emozionale è continua.
• La Attenzione è la funzione cognitiva che fa da base e da premessa
alle altre funzioni esecutive che ci consentono di svolgere i più
complessi compiti cognitivi.
•
MEMORIA,AUTOREGOLAZIONE,EMOTIVITA’
• In qualsiasi compito cognitivo svolto sotto osservazione può emergere
un’ansia da prestazione non sempre controllabile.
• Questa inestricabile unione si afferma soprattutto quando si tratta di
autoregolazione del comportamento, che potremmo definire come:
l'equilibrio implicito tra il sistema emotivo motivazionale e quello cognitivo
di controllo, in funzione dell'adattamento e dello scopo del momento.
• AUTOREGOLAZIONE NEI DUE SENSI
• COGNITIVO  EMOTIVO (TIRO A CANESTRO)
• EMOTIVO  COGNITIVO ( CAMMINO SULLA PASSERELLA)
• SCONTRO IMPROPONIBILE EMOTIVO >> COGNITIVO
•
•
CENNI DI MACRO E MICRO ANATOMIA DELLA
MEMORIA
• CIRCUITO IPPOCAMPO-MAMMILLO –TALAMICO
• LOBO TEMPORALE
• LOBO LIMBICO
• MA PIU’ IL RICORDO E’ PROFONDO E COMPLESSO E VASTO PIU’ IL
SUO «DEPOSITO» IN DIVERSE AREE CEREBRALI.
MEMORIA E SINAPSI
• I VARI RICERCATORI CONCORDANO SUL FATTO CHE LA BASE PER LA
FORMAZIONE DI UN RICORDO STABILE SIA LA FORMAZIONE DI
NUOVE SINAPSI. E’ IL CONSOLIDAMENTO DEL RICORDO
• . La ricerca nell’ambito delle Neuroscienze (Kandel) degli anni 90 in
avanti ha dimostrato la modificabilità della rete neuronale con la
formazione di nuove sinapsi prodotta dall’apprendimento con il
fenomeno dello SPROUTING. Si è evidenziata anche la POTATURA
delle reti neuronali non utilizzate secondo la regola del “use it o loose
it
LONG TERM POTENTIATION
• Il fenomeno dell’LTP long term potentiation è un altro esempio della
plasticità del neurone e delle sue terminazioni, quando sollecitate
degli stimoli ambientali. In pratica la sinapsi moltiplica il numero dei
recettori nello spazio post sinaptico ,incrementa la intensità della
risposta postsinaptica ,se sollecitata da particolari stimoli ,in
particolare si è evidenziato il potere del cervello antico ,emozionale
(circuito limbico ,amigdala,ecc) nella fissazione dei ricordi
favorendone il passaggio nella memoria a lungo termine
MEMORIA E VOLONTA’
• Interessante è che di tutte le informazioni che ci raggiungono solo
alcune passano nella m a lungo t. in modo volontario ,la maggior
parte dei depositi avviene in modo automatico è come se una parte
del nostro cervello (l’ippocampo) decidesse quali cose ricordare e
quali dimenticare
• 1)il significato emotivo di quel dato. Pensiamo a quante cose
ricordiamo e a quale emozione ci lega a loro,il primo bacio,il primo
giorno di scuola,o una lezione di scuola alla quale siamo stati legati da
una forte emozione positiva o negativa.
• Il grande romanziere Proust avvia il suo capolavoro da un ricordo di
infanzia evocato da una sensazione olfattiva e gustativa: le madeleine
inzuppate nel te’ E’ la emozione legata al ricordo che ha una forza
evocativa.
• 2) Il contesto nel quale inseriamo un dato ricordo. Se siamo in una
data città che ci piace è più facile ricordare il nome di una via o di un
luogo particolare della città.
LA MEMORIA A LUNGO TERMINE
• Organizzazione della M a lungo termine
• La sua capacità di contenere dati non ha limiti,ma per funzionare
bene deve essere organizzata come un archivio. Ma a differenza di un
Pc in cui i dati sono conservati
• Separati fra loro ,la nostra M. li rielabora e forma associazioni fra loro
ed è sempre attiva .
DICHIARATIVA ,PROCEDURALE
• 1)MEMORIA DICHIARATIVA: contiene tutte quelle informazioni che
sappiamo descrivere e sulle quali riflettiamo e che ci servono ,ad
esempio una data,o il ricordo di un evento specifico il contenuto di una
conversazione che sappiamo riferire a distanza.
• 2)MEMORIA PROCEDURALE: sono informazioni che non descriviamo a
parole e sulle quali non discutiamo ,possono essere delle abilità in
compiti di tipo motorio o prassico come guidare la macchina o andare
in bicicletta sono dati che nei soggetti colpiti da amnesia si conservano
indipendentemente dai ricordi della M. dichiarativa
DICHIARATIVA: EPISODICA,SEMANTICA
• 1)MEMORIA EPISODICA:contiene i fatti ,gli episodi che ci riguardano ,i
momenti della nostra vita ed è quella che ci fa essere unici come
individui,e che acquista valore particolare quando ci lega a chi ha vissuto
un episodio con coi o insieme a noi è un po la nostra storia personale,è
spesso legata ad immagini,a fotogrammi mnesici e colloca i ricordi in un
luogo fisico in un preciso contesto di spazio e tempo
• 2)MEMORIA SEMANTICA:contiene i dati e significati della realtà che ci
circonda ce la fa comprendere:le regole,il linguaggio,ecc.Conoscere le
regole della sintassi o della matematica ed utilizzarle correntemente
quando ci servono.
• In realtà nella nostra vita di tutti i giorni noi usiamo costantemente i tre tipi
di memoria:semantica ,episodica e procedurale in modo continuo e
reciprocamente utile.
Sono separate
• Dalla patologia della memoria abbiamo imparato che possiamo avere
un disturbo della memoria episodica e conservare quella semantica in
modo DISSOCIATO, questo perché probabilmente le due memorie
sono sostenute da due sistemi neuronali separati e quindi si
ammalano in modo separato.
• MEMORIA IMPLICITA E MEMORIA ESPLICITA
• Questa distinzione si riferisca alla consapevolezza,alla coscienza che
abbiamo della nostra memoria un ricordo può essere consapevole .
• Nella M esplicita c’è consapevolezza e uso intenzionale del ricordo
invece nella m. implicita il nostro comportamento può essere
condizionato da un ricordo appreso ma di cui non siamo
consapevoli.Possiamo apprendere un certo dato in modo
inconsapevole o una certa abilità.
M. PROSPETTICA
• Con il termine memoria prospettica si intende ilricordarsi di portare a
termine quelle intenzioni che, per diverse ragioni, non possono
essere realizzate nel momento stesso in cui vengono formulate, ma
devono essere rimandate ad un momento successivo (Meacham e
Singer, 1977). Si tratta di una abilità che tutti noi utilizziamo
quotidianamente; ricordarsi di partecipare ad una riunione, di
comprare le batterie per la sveglia, di seguire una trasmissione
televisiva alle nove di sera, di fare una telefonata tra venti minuti sono
tutti esempi di compiti di memoria prospettica.
• La memoria prospettica rappresenta un fenomeno
multidimensionale, perché gli eventi mentali che entrano in gioco
sono qualitativamente diversi: cognitivi, emotivi e motivazionali.
• In termini generali nel processo prospettico si distinguono almeno
cinque fasi (Ellis 1996):
• 1) formazione dell’intenzione;
• 2) intervallo di ritenzione;
• 3) intervallo di prestazione;
• 4) esecuzione dell’azione intenzionale;
• 5) valutazione del risultato.
• La prima fase fa riferimento alla codifica del contenuto dell’azione
futura (il cosa), dell’intenzione (la decisione di fare qualcosa) e del
contesto di recupero (il quando, cioè il momento giusto per eseguire
l’azione). Ad esempio supponiamo che la nostra azione sia quella di
voler chiamare l’amico Marco alle ore 18. Nel nostro esempio questa
fase corrisponde al momento in cui decidiamo che alle 18
chiameremo Marco.
• La seconda fase fa riferimento all’intervallo tra il momento della
codifica dell’intenzione e l’inizio dell’intervallo potenziale di
prestazione; questi intervalli possono variare notevolmente, sia nella
durata (possono durare da pochi minuti a diverse ore o giorni) sia nel
contenuto. Durante l’intervallo di tempo che separa la formulazione
dell’intenzione dalla sua esecuzione (fase di delay), generalmente il
soggetto è coinvolto in altre attività che assorbono le risorse cognitive
di chi deve realizzare l’intenzione precedentemente pianificata.
Questa fase comprende tutte le attività (ad es: studiare, lavorare,
chiamare altri amici ecc) che noi svolgiamo tra il momento in cui
decidiamo di chiamare Marco e il momento in cui recuperiamo la
nostra intenzione
• La terza fase si riferisce all’intervallo di prestazione, cioè al periodo
di tempo durante il quale l’intenzione deve essere recuperata. Di
solito, il recupero dell’informazione è collegato a una situazione ben
precisa e i fattori che influiscono sulla probabilità che un’azione futura
venga ricordata con successo sono diversi.
• Per prima cosa, è necessaria una corrispondenza tra un contesto di
recupero già codificato e la situazione attuale (quello che in inglese
viene definito con il termine matching).
• Affinchè una data situazione sia riconosciuta come familiare e legata a
qualche esperienza precedente, è sufficiente una sovrapposizione
delle caratteristiche codificate con quelle percepite (Mandler, 1980).
Ma perché si recuperi il contenuto dell’intenzione e si svolga
correttamente l’azione non basta la sensazione di familiarità generata
dall’apparizione dell’evento-target, ma è necessario anche ricordarsi
cosa fare esattamente. Quindi è necessario che venga riattivata la
componente prospettica, e che l’attenzione si sposti dall’attività che
stiamo svolgendo al compito prospettico.
• Nel nostro esempio questa fase corrisponde all’interruzione
dell’attività che stiamo svolgendo intorno alle ore 18 (ad esempio:
studio o lavoro) e recupero di ciò che ci eravamo prefissati di fare,
ovvero chiamare Marco. Se una sola fase di questo processo viene
“saltata”, si va incontro al parziale o totale fallimento prospettico:
“ricordo che dovevo fare qualcosa alle 18, ma non ricordo cosa”
oppure “ricordo che devo chiamare Marco ma non ricordo l’ora”.
•
•.
• La quarta fase riguarda la realizzazione dell’intenzione, che si ha solo se si inizia ad
eseguire l’azione. L’esecuzione dell’azione intenzionale implica non solo che il soggetto
ricordi che qualcosa deve essere fatto in un determinato momento e in cosa consiste
questo qualcosa, ma che decida di eseguire l’azione. Nel nostro esempio questa fase
consiste nell’effettiva esecuzione della telefonata a Marco.
• Infine si valuta il risultato confrontando il contenuto retrospettivo (fase 5).
• Una cattiva prestazione prospettica però può derivare da altri fattori, come ad esempio la
mancanza di abilità o di conoscenze necessarie per affrontare la prestazione; inoltre,
possono intervenire degli eventi che interrompono l’azione in corso e allora è necessario
ristabilire oppure ripianificare l’azione iniziale attraverso una nuova codifica. Può capitare
infatti di avere un imprevisto che ci obbliga a modificare la nostra organizzazione e in
questo caso a rimandare la telefonata all’amico.
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