L’ABITARE E IL GRUPPO FAMIGLIA La famiglia può essere analizzata: livello macro-sociale: come realtà astratta, cioè una realtà percepita come qualcosa a parte rispetto ai suoi membri; livello micro-sociale (inter-individuale): come un'entità distinta, con precisi confini e con una sua propria vita. Nel primo caso il riferimento è al contesto storico e culturale. Nel secondo il riferimento è ai ruoli e ai rapporti tra i membri della famiglia (sempre considerando il contesto). Scienze sociali Ha prevalso l’approccio macro: studio della famiglia in relazione alla società e ai cambiamenti storico-sociali Approccio macro I tentativi prodotti a partire dall’Ottocento di definire un profilo socio-antropologico della famiglia e della sua evoluzione si basano sulla comparazione fra le strutture di convivenza presenti nelle comunità primitive e le diverse articolazioni della famiglia nelle società complesse, o “tecnicamente sviluppate” (es. Durkheim, Tocqueville..). Nella microsociologia invece il tema della famiglia è analizzato come unità minima sociale gruppo primario quanto all’apprendimento e alla formazione di base di ogni individuo Famiglia: è una relazione di intermediazione Tra individuo e collettivo (società) L’individuo forma la sua identità e si costituisce come personalità e soggetto d’azione solo in quanto può attingere alle entità collettive della società (tra cui la famiglia occupa un posto primario). Famiglia svolge un ruolo intenso sotto l’aspetto affettivo, cognitivo, comunicativo, interattivo. Tra natura e cultura • Elementi naturali (istintivi, irriflessivi) e culturali (imitativi, appresi, riflessivi) si compongono nella relazione familiare. • Nella famiglia il bambino apprende a indirizzare gli istinti, i sentimenti, e le passioni verso forme espressive regolate da norme e da modelli di interazione civilizzati. Tra pubblico e privato • Famiglia è l’ambito in cui l’individuo interiorizza quel criterio che consiste nel distinguere tra interno ed esterno, sfera privata e sfera pubblica dell’esistenza. • Si apprende la distinzione tra relazioni familiari e relazioni non familiari, grazie alla famiglia l’individuo si muove alla ricerca continua di un equilibrio tra le due parti. Passaggio dalla società contadino-artigianale alla società industriale progressivo mutamento nella sua struttura: dalla famiglia tradizionale/allargata/patriarcale alla famiglia nucleare, piccolo gruppo ristretto composto da genitori e figli Società industriale avanzata: alto grado di complessità e di differenziazione rispetto alle società tradizionali, dunque anche le agenzie di socializzazione risultano più complesse, sia nelle loro funzioni che nella struttura. • Nel corso del secolo, l’economia sarà l’aspetto caratterizzante dell’ascesa borghese e influirà fortemente sul rapporto pubblico/privato: essa allontanerà progressivamente domicilio e luogo di lavoro, creando una profonda lacerazione tra le due dimensioni, collegato anche all’affermazione dell’istituzione famiglia. Il privato gradualmente si sottrae al pubblico → ciò accade quando il pubblico comincia ad esistere (potere politico non più concentrato nelle mani del sovrano): Lo spazio rifiuta l’accezione solo fisica e diviene serbatoio di esperienza, struttura che accoglie in sé mentalità, culture e comportamenti (Salotti, Caffè). Non esiste prima il privato e poi lo spazio privato, perché il privato nasce con quello spazio. • Il privato gode di una nuova rivalutazione: il campo domestico è affidato alla famiglia e il buon padre di famiglia è l’alter ego del cittadino. La donna si rende utile grazie al ruolo di padrona di casa e madre educatrice. La famiglia diventa pietra angolare della società, cellula della riproduzione, forma di gestione dei patrimoni e degli individui. L’intimo si familiarizza, il privato si spazializza. I modelli culturali dell’Ottocento Con l’avvento della società industriale l’area del pubblico si va progressivamente delimitando, sino a legittimare l’ipotesi di un ripiegamento dell’individuo e della famiglia nell’ambito del privato: dalle ceneri dell’Ancien régime, sotto l’impulso del romanticismo, si afferma la famiglia nucleare moderna. Fin dall’inizio la famiglia è soggetta alla pressione pubblica: lo Stato, trasformatosi in senso liberale e fondandosi ormai su un ordinamento giuridico-costituzionale, rivendica il diritto di disciplinare la vita familiare e il matrimonio che ne è l’origine, e di intervenire a garanzia del diritto di famiglia, nel rispetto di un sistema produttivo basato sull’accumulazione del capitale familiare e sulla possibilità della sua trasmissione. • Il matrimonio monogamico e “combinato” nasce dal mutuo consenso (ove le passioni costituiscono un elemento anarchico e dannoso), • per avviare una struttura ordinata e volontaria, il cui collante sono i legami materiali (bisogni e beni patrimoniali) e quelli spirituali (ricordi comuni, eventi, atti, desideri). • La famiglia è un tutto superiore alle singole parti, un essere morale (Hegel). • La sociologia di fine Ottocento e dei primi del Novecento teorizza la stretta connessione fra i mutamenti strutturali/funzionali della famiglia e la rivoluzione industriale: → dalla famiglia allargata con più generazioni e famiglie conviventi si passa alla famiglia nucleare formata da genitori e figli non sposati. Il cambiamento viene interpretato come passaggio da → comportamenti e strutture comunitarie (proprie del mondo preindustriale) → alla famiglia isolata della società urbana, che ben si uniforma alle esigenze del sistema economico emergente. cfr. Toennies • Nella società gli individui vivono per conto loro, in un rapporto di tensione con gli altri e ogni tentativo di entrare nella loro sfera privata viene percepito come un atto di intrusione. • Il rapporto societario tipico è il rapporto di scambio nel quale i contraenti non sono mai disposti a dare qualcosa di più rispetto a quel che ricevono; anzi, lo scambio avviene proprio perché ognuno ritiene di ricevere qualcosa che ha un valore maggiore di quello che cede, altrimenti non entrerebbe neppure nel rapporto. Tonnies è convinto che la grande città sia il tipo ideale della società nella sua accezione più negativa, dove le persone ed anche le famiglie sono divise e non sono radunate in un luogo comune e dove l’individualismo utilitaristico è l’unica legge riconosciuta al fine di sopravvivere. COMUNITÀ SOCIETÀ antica recente convivenza durevole convivenza passeggera convivenza genuina (confidenziale, intima, esclusiva) convivenza apparente (pubblica) • Ideale: ritorno alla genuinità affettiva della vita sociale più primitiva, rappresentata dai villaggi, dove la comunicazione tra le persone non è un plusvalore ma un’esperienza continuativa e feconda nella vita quotidiana. • L’avvento della modernità, ovvero della Gesellschaft, è un processo inarrestabile e rappresenta una perdita rispetto ai valori autentici di solidarietà che trovano una realizzazione compiuta soltanto nell’ambito della comunità. La società muove dalla costruzione di una cerchia di uomini che vivono pacificamente l’uno accanto all’altro, ma che sono non già essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati nonostante tutti i legami, mentre nella Comunità rimangono legati nonostante le separazioni. Al contrario Durkheim..in una delle lezioni di sociologia tenute nel 1888 presso alla università di Bordeaux, intitolata Introduzione alla sociologia della famiglia, afferma: “Non c’è una maniera di essere e di vivere che sia la migliore per noi, con l’esclusione di tutte le altre, e di conseguenza non è possibile classificarle gerarchicamente a seconda che si allontanino o si avvicinino da questo ideale unico. Ma l’ideale per ognuno è vivere in armonia con le proprie condizioni di esistenza. O [meglio] questa corrispondenza si ritrova ugualmente a tutti i livelli della realtà. Ciò che è bene per gli uni non è necessariamente tale per gli altri. Non perderemo mai di vista questo principio”. “La famiglia di oggi non è più o meno perfetta di quella di un tempo: essa è altra, poiché le circostanze sono altre. E’ più complessa, poiché gli ambienti in cui vive sono più complessi; ecco tutto. Lo scienziato studierà dunque ogni tipo in se stesso e la sua sola preoccupazione sarà di cercare il rapporto che esiste fra i caratteri costitutivi di questo tipo e le circostanze che lo circondano. Ecco come ci sarà possibile procedere nelle nostre ricerche con la curiosità imparziale che il naturalista o il fisico apportano alle loro investigazioni”. Nel XIX secolo il privato si impone con forza e la famiglia svolge un ruolo centrale nel processo di socializzazione, andando a costituire l’atomo della società civile, grazie alla sua capacità di gestire beni e bisogni, secondo paradigmi condivisi e valori improntati a decoro, razionalità e convenienza. • La famiglia è gerarchicamente ordinata attorno al capo famiglia, vigilata e accudita dalla madre operosa. • La divisione dei compiti fra i sessi si basa sui loro caratteri “naturali”, secondo la dialettica passivo/attivo, dentro/fuori, che sarà dominante per tutto il secolo. • Mentre il marito si afferma in un mondo in rapida trasformazione, dove si schiudono crescenti possibilità di carriera e di ascesa sociale, • la moglie attende chiusa nel suo universo domestico… dove coltiva la sensibilità, l’innocenza, l’educazione dei figli fondata sul senso del dovere e sul riconoscimento dell’autorità paterna. • I poteri del pater familias sono duplici: - da una parte egli gode dei diritti politici e domina lo spazio pubblico, - dall’altra esercita un’egemonia anche domestica, che gli viene riconosciuta giacché è padrone del denaro e delle scelte di investimento. Le donne non hanno alcuna aspirazione di inserimento diretto nel sociale e si rassegnano a “vedere il mondo” esterno con gli occhi del padre/marito. • Il nucleo familiare si presenta, quindi, come spazio destinato alla soddisfazione dei bisogni elementari, sia materiali che spirituali, alla riproduzione della specie, alla formazione ed educazione della prole, alla coltivazione dei sentimenti e dei primi rapporti interpersonali; luogo altro rispetto a quello dove si svolge il lavoro e si procurano i mezzi di sussistenza. • Una siffatta organizzazione economico-sociale impone ruoli separati all’uomo e alla donna Ruolo della donna nella nuova famiglia • Svolge una funzione altissima: mettere in risalto la capacità del marito borghese di mantenerla negli agi e nel benessere e controllare i domestici, la cui presenza è un tratto distintivo del ceto borghese. • La signora che appartiene a questa classe è colei che non esegue alcun lavoro e quindi ordina alla servitù di eseguirlo: ciò ne sancisce la superiorità. • La borghesia di pieno Ottocento è liberale, non necessariamente in senso partitico, ma soprattutto in senso ideologico, crede nel capitalismo, nell’iniziativa privata concorrenziale, nel progresso, nella cultura e in una certa dose di diritti e libertà civili, purché compatibili con la definizione strutturale delle classi. • Il principio identitario fa agire la famiglia borghese secondo rituali stabiliti e condivisi, le fa scandire la quotidianità in base a una programma di lungo termine che abbraccia tutto il suo ciclo di vita: cerimonie, lavoro, fidanzamenti, morte, ne salvaguardano l’esistenza. • La famiglia borghese rappresenta un modello ed esprime uno stile di vita abbastanza unitario: i principi dell’ordine, della razionalità, della solidarietà (quest’ultima in contrasto con le dure leggi competitive che regolano i rapporti pubblici ed economici) sono trasversali a questa classe così stratificata. • Le vicende della classe borghese, le rivoluzioni interne alla famiglia, il bisogno di adottare criteri uniformi e identificativi creano – a livello abitativo – un nuovo modello e modificano la storia degli interni, poiché l’unità spaziale corrisponde a un’unità sociale. • L’interno domestico acquista una fisionomia diversa, circoscritta, funzionale, calcolata in base a precisi criteri economico-sociali ► nella quale diviene centrale il corpo dell’abitante. La casa tra ricerca estetica ed esibizione di status Separazione dei corpi e delle funzioni, degli spazi interni cui è legata la scissione simbolica interno-famiglia-sicurezza vs. esterno-estraneo-pericolo • L’uomo che abita l’intérieur è il borghese e la nascita di uno spazio domestico separato dal luogo del lavoro è un momento decisivo dello sviluppo capitalistico moderno. • La casa ottocentesca è un luogo-riparo dal mondo esterno, dove ci si camuffa per essere riconosciuti da quello stesso mondo e per avere la rassicurazione di appartenervi ► si adotta un gusto comune che più di qualunque altro documento civile e religioso è in grado di certificare l’appartenenza al gruppo e di attestare un conforme stile di vita. Nella società industriale avanzata Complessità di ruoli e delle relazioni Processo di identificazione dinamico Centralità delle strategie di comunicazione del sé Abitazione come forma di comunicazione complessa che investe 3 piani diversi Status sociale Privacy Aspirazione Camera da letto (fine 1700-1800) Rappresenta il monumento al matrimonio, il tempio della procreazione e della privatezza. • Un vano separato dalla zona pubblica, arredato in modo rappresentativo: • qui si ricevono amiche e parenti per la visita alla partoriente o alla puerpera con il bambino, o si accoglie il medico, occhio estraneo verso il quale si deve il rispetto imposto dal ruolo. Il salotto • Spazio importante di aggregazione fra gli intellettuali: luogo di incontro mondano e di conversazione, di socievolezza aperta, di scambio di idee, informazione ed esperienze. • La donna è la vera autorità morale di questo spazio, che svolge 3 funzioni distinte • INFORMATIVA riguardante gli avvenimenti politici, mondani, le novità del mercato editoriale, i dibattiti di carattere economico-culturale e le discussioni di costume; • FORMATIVA esplicata nella capacità di conversare non solo come rito salottiero, ma anche come forma altissima del vivere civile, come ginnastica del pensiero per i giovani che vi possono essere ammessi e come affinamento dell’arte oratoria per la classe dirigente; • LEGITTIMAZIONE dell’intellettuale/artista che vi partecipa, funzionando da mediazione tra questo e le classi - aristocrazia e borghesia colte - con cui entra in contatto. Un aspetto sociologico di rilievo è la funzione “protettiva” svolta dal salotto nei confronti dei frequentatori non altolocati: “Membri a pieno titolo per diritto di nascita, o cooptati per capacità culturali già acquisite, si entra così a far parte del piccolo mondo che ruota intorno al salotto. Sulla base della frequenza possiamo stabilire una distinzione tra un gruppo ristretto di fedelissimi ed una più vasta cerchia di persone che partecipa alla vita e alla attività di vari salotti, intensificando o allentando a seconda delle esigenze e degli interessi la propria presenza. La distinzione non è irrilevante, se si tiene conto che i fedelissimi, gli habitués, svolgono funzioni che non sono ammesse per gli altri, entrando laddove agli altri è precluso l’accesso. Per loro quella frattura, già labile, tra spazio privato e spazio pubblico, si fa inesistente”. • Il salotto - insieme alla camera da letto - diventa uno dei due poli della dicotomia pubblico/privato su cui si fonda lo stile di vita borghese: – il valore simbolico della zona di rappresentanza, destinata alle interazioni e al ricevimento (stanza di lusso da cui sono esclusi i bambini), e quindi all’esibizione del proprio status, è un aspetto trasversale a tutti gli strati di questo ceto. pag. 108 Sala da pranzo Luogo simbolo della sacralità della casa. • Qui si rinnova il rito familiare intorno alla tavola, il mobile più importante, in cui il gruppo si riunisce e rinsalda il cerchio chiuso che lo protegge. • Qui la famiglia propone la propria immagine agli invitati, mette in mostra i servizi d’argento, esibisce un centro tavola fabbricato dall’orafo di moda: il pranzo è il momento privilegiato delle relazioni sociali. • Svolta decisiva nell’assetto distributivo dell’appartamento: la nascita del corridoio che sancisce la fine della comunicabilità dei vani. • Svolge una funzione ordinatrice fondamentale: separa le singole camere, taglia l’abitazione lungo un asse di comunicazione, non soltanto spaziale ma anche sociale, poiché da esso si aprono e si chiudono in successione le porte, cioè le possibilità relazionali imposte dalla gerarchia familiare. • La liturgia borghese si trasforma in diagramma spaziale. Ad ogni funzione è dato uno stile, ad ogni ceto sociale un piano della casa, ad ogni piano un decoro, ad ogni parte una norma. La razionalità degli interni borghesi resterà indiscussa per molto tempo. Il Novecento: l’affermazione di nuovi paradigmi • Si afferma in architettura il Movimento Moderno: – l’architettura viene scomposta nelle sue varie componenti che - diversamente assemblate danno vita a varie conformazioni basate su pochi elementi invarianti. – l’alloggio minimo, il minimum vivendi, è l’emblema del codice razionalista • Diversi tipi di alloggio corrispondono a bisogni diversi degli abitanti: - alloggi per single, per coppie, per famiglie più o meno numerose. - Vengono assicurati i servizi necessari per raggiungere un adeguato livello di vita, prevedendo anche spazi destinati alla vita comunitaria e alla socializzazione (parcheggi, negozi, asili nido e luoghi di svago, in una sorta di villaggio autosufficiente). - Il bisogno di verde trova risposta nel grande parco posto intorno alle case, alte cinquanta metri e sollevate su piloni in cemento armato, pronte ad accogliere una comunità numericamente corposa e libera di disporre anche dello spazio interno grazie alle nuove strutture portanti che consentono l’abbattimento delle pareti divisorie in ogni piano. “La casa è un involucro che risponde a certe condizioni e stabilisce giusti rapporti tra l’ambiente cosmico e i fenomeni biologici umani. In essa dovrà vivere un uomo (o una famiglia), dormendo, camminando, sentendo, vedendo, pensando. Che sia fermo in movimento, gli occorreranno una superficie adeguata e un’altezza delle stanze commisurata ai suoi gesti. Alcuni mobili e arredi sono come un’estensione delle sue membra e delle sue funzioni. Certe necessità biologiche imposte da abitudini millenarie e che a poco a poco sono entrate a far parte della sua stessa natura, esigono la presenza di elementi e di condizioni precise, perché egli non deperisca [...]. Le condizioni così realizzate mediante la casa non sono però sufficienti. Nello stadio attuale del suo comportamento civile e dei suoi rapporti sociali, l’uomo esige alcuni servizi complementari, forniti da organismi esterni alla casa, e che sono stati appunto definiti prolungamenti dell’abitazione. Diciamo prolungamenti perché sia chiaro che questi servizi essenziali fanno parte della vita quotidiana e devono quindi trovarsi a portata di mano”. Le Corbusier Permanenze e innovazioni nel nucleo abitativo • Fino agli anni ‘50 nella casa borghese la vita individuale e relazionale si svolge secondo i valori tradizionali di questa classe: obbedienza, rispetto dei ruoli, decoro, ordine, razionalizzazione e distribuzione dei compiti. • Il dormire è separato da altre attività, • l’igiene personale richiede spazi articolati e arredati per soddisfare non solo pulizia e funzionalità, ma anche estetica e comfort. • Il cucinare è un’attività frequente e complessa, che richiede molte attrezzature e spazi sempre più numerosi → un’attività socialmente riconosciuta. • Il miglioramento della qualità della vita grazie al boom economico porta all’ “allargamento del privato”, poiché la famiglia si chiude come cellula autosufficiente, migliora e acquista nuovi servizi, perde luoghi d’incontro e socialità. • Fino agli anni Sessanta, prima della grande contestazione, la famiglia resiste e si consolida spesso in un moralismo irrigidito e in un formalismo di ruoli e relazioni. • Il lacerarsi progressivo della famiglia nucleare borghese è un fenomeno che caratterizza gli ultimi decenni del secolo. Cfr. Talcott Parsons (1902-1979) Adotta un approccio sistemico dove la famiglia è un sub-sistema fondamentale della società – latency (L-I-G-A). *** Processo di socializzazione familiare è fondamentale l’educazione dei figli è il modo per fargli apprendere valori e modelli di comportamento della cultura di appartenenza dei genitori. 1. La famiglia è una struttura sociale destinata a nuclearizzarsi sempre più, poiché la società industriale richiede un’elevata mobilità sociale e geografica ciò comporta un crescente isolamento dalla parentela e una crescente restrizione nel n° dei figli. 2. essa viene ad essere caratterizzata da due elementi portanti: il potere generazionale (superiore per genitori, inferiore per figli) e quello della divisione del lavoro (ruoli pratici per l’uomo e ruoli espressivi per la donna). I due assi identificano 4 status-ruoli della famiglia Potere superiore e ruolo strumentale → Marito Potere superiore e ruolo interno espressivo → Moglie Potere inferiore e compiti Potere inferiore e compiti strumentali espressivi → Figlio maschio → Figlia femmina All'interno del sistema famiglia il padre ha la funzione di realizzare l'adattamento del sistema: “la responsabilità primaria di tale sostegno (economico) spetta all'unico membro adulto di sesso maschile della famiglia nucleare. (...) a lui fanno capo altre funzioni assai importanti (...) ma è fondamentale... l’importanza del suo ruolo professionale come componente del suo ruolo famigliare, così che nella nostra società il marito può essere designato, senza possibilità di equivoci, "leader strumentale" della famiglia considerata come sistema. (...) "Pur non trascurando il fatto che nella forza lavoro del paese è compreso un gran numero di donne, ciò nondimeno non può sorgere su questo punto alcun problema di simmetria tra i due sessi né, crediamo, vi è alcuna tendenza seria verso questa direzione”. E ancora "(...) è indubbio che, in generale, la mansione della donna tende a essere di tipo qualitativamente diverso, e di status tale da non poter seriamente competere con quello del marito considerato come fonte primaria di status e di reddito. (...), il ruolo della donna adulta continua a essere saldamente ancorato, principalmente, ai problemi interni alla famiglia, come moglie, madre, e incaricata del governo della casa, mentre il ruolo del maschio adulto è principalmente ancorato al suo impiego e, attraverso questo, alle sue funzioni di fonte di status e di reddito della famiglia, al mondo professionale. Anche se (...) la donna coniugata media venga ad avere un qualche tipo di impiego sembra assai improbabile che l'equilibrio relativo di cui si è detto possa venire turbato, e che possa verificarsi o un capovolgimento dei ruoli, o una totale scomparsa della differenziazione qualitativa che in tali aspetti si manifesta" (Parsons e Bales, 1974, p.18-21). • La nuova tecnologia consegna, comunque, nelle mani della donna, strumenti sempre più raffinati, che servono ad affrancarla dalla fatica e a rendere efficace l’immagine della casalinga appagata in cui identificarsi. • Ma, nella realtà, anche se alcuni lavori diventano meno faticosi, altri - come la cura dei figli, il controllo della loro educazione e la responsabilità di tutti i servizi di cui la famiglia deve farsi carico ricadono sulle spalle della casalinga…rendendone la vita quotidiana carica di impegni faticosi e, soprattutto, non riconosciuti… **Sessantotto** • Famiglia e casa subiscono una vera e propria “onda d’urto”: - la prima sembra muoversi verso una progressiva de-istituzionalizzazione, marginalizzata, nell’immaginario giovanile, rispetto a nuovi paradigmi comunitari e sociali quali la comune e gli hippies e indebolita nelle sue rigide gerarchie di ruoli e nell’apparato normativo fra gender e generazioni. • La sistemazione generale degli ambienti e dei vani, pur nel suo ri-orientamento, risponde ai ruoli antropologici e sociali degli abitanti della casa borghese, distribuendoli in zone separate dal limite tra socialità e intimità, rappresentanza e servizio. • I “contorni” di pubblico e privato vanno ridefinendosi ► la casa diviene spazio policentrico, luogo di incontro e di “scontro”, sistema di segni personali e sociali. Permanenze • La ricerca di intimità • Il comfort • Le opposizioni spaziali (giorno/notte, pubblico/privato, fronte/retro) legate ai valori della privacy e alle regole sociali condivise. Progettazione abitativa • La ricerca della relazione più che della forma: una risposta alla società pluralista, eterogenea e accogliente, attraverso la nozione di spazio polivalente, versatile e inclusivo. Irriducibilità degli utenti ad un solo modello: le nuove strategie abitative si muovono alla ricerca di forme e contenuti capaci di soddisfare bisogni collettivi diversificati, trasformando le informazioni acquisiste - grazie anche all’apporto delle scienze sociali, della psicologia e dell’antropologia – in progetto. • Il postmodern urbanism rigetta alcuni fondamenti del Movimento Moderno: l’intento uniformante, i principi della razionalità, la funzionalità e universalità del progetto, in nome del pluralismo delle soluzioni, dell’individualismo e della nuova edoné. • Nel futuro.. Casa domotica, ecosostenibile, intelligente, che mette a disposizione dell’utente apparecchiature e sistemi che sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome o completamente autonome o dallo stesso utente programmate