Corso di Storia delle Relazioni Internazionali
A.A. 2013/2014
Giovanni Bernardini [email protected]
Calendario lezioni
Febbraio: 18-19
25-26
Marzo:
4-5
11-12
Aprile:
1-2
8-9
15-16
29-30
Maggio:
6-7
13-14
2
Libri di testo
• E. Di Nolfo “Dagli imperi militari agli
imperi tecnologici”
• F. Romero “Storia della Guerra fredda”
• M. Campus (a cura di) “Sviluppo, crisi,
integrazione” – escluso il primo saggio
• Presentazioni delle lezioni (a disposizione
degli studenti
3
Corso diviso in due parti
• Dalla prima guerra mondiale alla genesi della
Guerra fredda
– E. Di Nolfo fino a p. 212
– F. Romero fino a p. 72
– M. Campus saggi 2, 3, 4, 5
• Dalla “globalizzazione” della Guerra fredda alla
sua conclusione e oltre
– E. Di Nolfo da p. 213 a p. 419
– F. Romero fino a p. 73 a p. 346
– M. Campus saggi 6, 8, 9, 10, 11
4
Corso diviso in due parti
• Le due parti corrispondono a due scritti, riservati
solo a chi ha frequentato almeno il 70% delle
lezioni
• Proposta: relazioni in classe sui saggi del libro
“Sviluppo, Crisi, Integrazione”
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Argomenti del corso
XX Secolo
• Prima parte: 1917-1947
• Seconda parte: 1947-1992
Principali chiavi di lettura
• La lunga agonia degli imperi tradizionali
• La fine della centralità europea
• Successi e fallimenti delle istituzioni per la sicurezza
collettiva
• L’antagonismo geopolitico e ideologico della Guerra
fredda
• Le radici della nuova “globalizzazione”
• Nuovi imperi?
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Esame
•
•
•
•
Scritto
NO integrazione orale
4 domande aperte
Criteri di valutazione:
o Coerenza con la domanda
o Capacità di sintesi
o Integrazione dei testi e delle lezioni
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Storia delle Relazioni Internazionali
• Interazioni di soggetti collettivi e popoli, o
comunque di raggruppamenti umani che si
sono percepiti come distinti, hanno
caratterizzato la storia da sempre
• Migrazioni, scontri per le risorse, guerre di
conquista, esplorazioni geografiche,
commerci: tutte manifestazioni relazionali
• I concetti e le realtà che definiamo stati e
nazioni sono giunte più tardi (non sinonimi!),
assieme a fenomeni e processi sovranazionali
(es: dibattito degli anni ‘90 sulla fine dello
stato nazionale)
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Storia delle Relazioni Internazionali
• Lo studio autonomo delle relazioni
internazionali, in quanto aspetto della vita
socio-politica che condiziona l’esistenza
dell’umanità, ha assunto una evidenza
dominante solo da pochi decenni. Si pensi a
termini come decolonizzazione, Guerra
fredda, Globalizzazione
• Fenomeni che pervadono l’esistenza e quindi
richiedono una considerazione in sé e per sé
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Storia delle Relazioni Internazionali
• Studiare l’ “aspetto internazionale” di ogni
tema
perché
• Ogni tema acquista connotazioni diverse dal
punto di vista internazionale
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Storia delle Relazioni Internazionali
• Esiste una realtà internazionale che richiede di
essere guardata come qualcosa che
accompagna, e spesso condiziona, anche le
vicende interne a ogni gruppo sociale
• La spinta a studiare il fenomeno è venuta
anche dalla domanda: questo accade nel caos
o vi sono norme, valori, interessi e
comportamenti che hanno una valenza
ripetitiva e quindi strutturale?
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Storia delle Relazioni Internazionali
• Vi è una differenza tra teorici e storici delle
relazioni internazionali:
– I primi aspirano a definire nomoteticamente
(cioè sotto forma di leggi scientifiche) le
costanti che contraddistinguono le relazioni
internazionali
– Lo storico invece guarda a temi generali o
particolari che hanno contorni precisi e per i
quali si cercano spiegazioni, comprensioni,
narrazioni
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Storia delle Relazioni Internazionali
• In generale, quando si studia la storia, modelli
e teorie hanno una funzione euristica, ovvero
consentono l’individuazione di domande
significative da rivolgere alle fonti su cui si
lavora
• Esempio: “Impero” e “Guerra fredda”
• Dalla storia diplomatica alla storia delle
relazioni internazionali
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Storia delle Relazioni Internazionali
• L’obiettivo di fondo è raggiungere una
maggiore completezza della conoscenza dei
fenomeni storici
• Per lo studio della storia delle relazioni
internazionali, nello specifico, c’è la pretesa
che esso sia utile anche per capire la
profondità di eventi e processi (le “forze
profonde”) che ci circondano e coinvolgono le
nostre vite, singolarmente e a livello collettivo
• Se non a capire i “perché”, almeno a farsi
un’idea del “come”
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15
Il XX secolo
• Secolo “breve” o “lungo”?
• Fase di enormi cambiamenti, le cui
ripercussioni sono ancora troppo vicine:
rassegnarsi a tensioni critiche e divergenze di
interpretazioni, che sono la vera materia di cui
è fatta la storia e che la distinguono dalla
semplice memoria (individuale e collettiva)
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Il XX secolo
• Isaiah Berlin: “Ricordo il ventesimo secolo soltanto
come il secolo più terribile della storia occidentale”
• Rita Levi Montalcini: “Nel ‘900 ci sono state,
nonostante tutto, rivoluzioni positive: penso
all’emergere del quarto stato, penso alla donna che
dopo secoli di repressione è riuscita a venire alla
ribalta”
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Il XX secolo
• William Golding: “Non posso fare a meno di pensare
che questo deve essere stato il secolo più violento
nella storia dell’umanità”
• Severo Ochoa: “Considero fondamentale il
progresso scientifico, che nel XX secolo è stato
veramente straordinario. Guardo l’incredibile
sviluppo della medicina e penso alla scoperta degli
antibiotici. L’evoluzione e il progresso scientifico a
mio parere caratterizzano questo secolo”
• Franco Venturi: “Cosa è stato il XX secolo? È una
risposta impossibile per uno storico. Il XX secolo,
per me, è soltanto il tentativo sempre ripetuto di
capirlo”
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Argomenti del corso
Principali chiavi di lettura
• La lunga agonia degli imperi tradizionali
• La fine della centralità europea
• Successi e fallimenti delle istituzioni per la
sicurezza collettiva
• L’antagonismo geopolitico e ideologico della
Guerra fredda
• Le radici della nuova “globalizzazione”
• Nuovi imperi?
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
• 20 milioni le persone menomate, disabili o
traumatizzate in modo irreversibile.
• La Francia perse quasi il 20% degli uomini in età
militare. Se si considerano i “menomati”, non più di
un soldato francese su tre superò indenne la guerra.
• Gli inglesi persero nel conflitto mezzo milione di
uomini sotto i trent’anni, perlopiù appartenenti alle
classi elevate, tra cui un quarto degli studenti di
Oxford e Cambridge. (“Le tempeste d’acciaio”)
• Gli Stati Uniti persero 116mila uomini in meno di
due anni di guerra e su un fronte limitato.
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La “Grande Guerra”
• La coscrizione universale, introdotta per la prima
volta in Prussia nel 1814, divenne alla fine del XIX
secolo la norma per la maggior parte delle potenze
militari, consentendo la creazione di grandi eserciti
permanenti. Il treno e il telegrafo, invenzioni della
metà del secolo, rivoluzionarono la Iogistica della
guerra, permettendo di spostare eserciti smisurati a
distanze enormi.
• Nella prima guerra mondiale, il 14% della
popolazione europea fu chiamata alle armi contro
l'1% di arruolati al tempo delle guerre
napoleoniche.
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La “Grande Guerra”
• Gli eserciti dei ventesimo secolo erano inoltre dotati
di armi molto più potenti dei loro predecessori:
fucili e cannoni che colpivano a maggior distanza e,
per la prima volta, aviazione militare, carri armati e
armi chimiche. Durante la prima guerra mondiale,
complessivamente, le nazioni belligeranti
produssero circa 206.000 aerei militari.
• Nella battaglia di Jena dei 1806, Napoleone
sconfisse la Prussia con soli 1.500 colpi di artiglieria.
A confronto, la Francia produsse 200.000 proiettili
al giorno durante la prima guerra mondiale e
considerava questa produzione inadeguata.
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La “Grande Guerra”
• La prima guerra mondiale causò una caduta così
radicale degli standard di vita europei che solo nel
1924 l'Europa occidentale riconquistò il grado di
benessere d'anteguerra.
• lo storico militare Martin van Crefeld affermò: "la
guerra, lungi ormai dall'essere strumento al servizio
dello stato, minaccia ora di divorarlo, e con esso il
popolo, l'economia, la politica e tutto il resto".
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La “Grande Guerra”
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La “Grande Guerra”
• Cause e conseguenze culturali
– Convinzione che la lotta per la supremazia e la
sopravvivenza tra le potenze fosse inevitabile
– Radicalizzazione dei nazionalismi
– Darwinismo diffuso tra le classi dirigenti: la guerra come
banco di prova delle nazioni e occasione per “migliorare i
popoli”
– Coinvolgimento e/o passività delle masse popolari
– Autonomia concessa agli Stati Maggiori e alla rigidità dei
piani di mobilitazione
– Convinzione che la guerra sarebbe stata breve, e che
fosse meglio attaccare per primi
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La “Grande Guerra”
• La Guerra fu il catalizzatore di mutamenti politicosociali che erano già in corso dalla fine dell’Ottocento:
avvento della società di massa
• Dopo la guerra, la presenza delle masse nel processo di
formazione delle decisioni politiche si sarebbe imposta
in modi che avrebbero condizionato forma, sostanza e
metodi delle relazioni internazionali
• La “guerra di massa” provocò cambiamenti socioeconomici destinati a durare ben oltre la sua
conclusione
• Alla conclusione, emergeranno il nazionalismo
estermistico e il socialismo-comunismo
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La “Grande Guerra”
• La guerra mette in luce l’importanza del controllo
delle materie prima per la loro valenza sia
economica generale che bellica
• Controllo di aree strategiche in tal senso (bacini
metalliferi, Medio Oriente)
• Guerra rivoluzionaria perché, nella sua conclusione,
sembra inscritto l’inizio della fine della centralità
europea
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La “Grande Guerra”
• Cause politiche
– Contesto competitivo e conflittuale delle relazioni tra le
principali potenze europee
– Rottura dell’equilibrio internazionale dopo la nascita del
Secondo Reich tedesco
– Revanscismo francese
– Espansionismo tedesco marittimo e coloniale
– Consolidamento dell’alleanza franco-russo-britannica in
chiave antitedesca
– Stato di crisi degli imperi plurinazionali
– Cronica instabilità dell’area balcanica
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La “Grande Guerra”
• La formazione delle alleanze
– Ascesa politica ed economica della Germania in Europa e
oltre: colonie e mari, Balcani, Medio Oriente, Asia, ma
anche potenza economica industriale che supera ormai
anche la Gran Bretagna (la “seconda rivoluzione
industriale” porta in primo piano la Germania e gli Stati
Uniti)
– Sottovalutazione tedesca della necessità di un accordo
con la Gran Bretagna
– Da 1904, le preoccupazioni britanniche si uniscono a
quelle francesi e nasce l’intesa tra i due paesi (rivali
storici!)
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La “Grande Guerra”
– Dall’altra parte, alla Germania rimanevano i rapporti in
espansione con l’Impero Ottomano e quello tradizionale
con l’Impero Austro-Ungarico (entrambi messi in crisi
dall’emergere della “questione nazionale”)
– Triplice Alleanza con l’Italia sempre più pregiudicata dagli
interessi conflittuali nei Balcani; nel 1909 accordo tra
Italia e Russia per il mantenimento dello status quo nei
balcani
– L’Intesa si allarga anche alla Russia: regimi
estremamente diversi, accomunati di fatto soltanto dagli
intenti antitedeschi
– Nel 1907, se si esclude il caso peculiare dell’Italia, le
alleanze in Europa sono passate da una fase di fluidità e
36
una di irrigidimento
La “Grande Guerra”
• Le prove generali del conflitto:
– Crisi balcaniche: annessione della Bosnia-Herzegovina da
parte dell’Impero Austro-Ungarico, forte reazione
italiana e russa; la Triplice Alleanza ha un carattere ormai
precario
– Crisi del Marocco
– Guerra italiana per la Libia
– 1912: seconda guerra nei Balcani. Tensioni nazionaliste
irrisolte, alleanza tra Serbia e Russia, sbriciolamento
dell’Impero Ottomano.
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La “Grande Guerra”
• La “scintilla” e gli sviluppi militari
– 28 giugno 1914: assassinio a Sarajevo dell’Arciduca
Francesco Ferdinando per mano di un nazionalista serbo
di nazionalità austro-ungarica
– Azione politica deliberata: l’Arciduca era convinto della
necessità di contenere il nazionalismo serbo
– Idea di una guerra limitata e “chirurgica”
– Ultimatum con clausole inaccettabili (giurisdizione
penale austriaca sulla Serbia)
– 28 luglio: dichiarazione di guerra austriaca
– 30 luglio: mobilitazione russa
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La “Grande Guerra”
– 1-3 agosto: la Germania dichiara guerra alla Russia e alla
Francia
– 4 agosto: la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania
– 6 agosto: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia
– Il 2 agosto l’Italia aveva dichiarato la propria neutralità.
Sarebbe entrata in guerra soltanto dopo aver stipulato il
patto segreto di Londra con l’Intesa (26 aprile 1915).
Entrata in guerra il 24 maggio 1915 con l’AustriaUngheria e soltanto il 26 agosto 1916 con la Germania.
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La “Grande Guerra”
– 1 novembre 1914 l’Impero Ottomano entra in guerra a
fianco degli imperi centrali. La guerra si estende in
Medio Oriente, dove i britannici portano dalla loro parte
i potentati locali contro Costantinopoli
– In agosto entra in guerra anche il Giappone contro la
Germania
– Su teatro europeo occidentale in particolare, la guerra
“lampo” si trasforma in una logorante guerra di trincea
(che diventa il simbolo stesso della prima guerra
mondiale)
– Tra il 1915 e il 1917 non si verificano progressi
significativi su alcun fronte, mentre i costi umani e
materiali aumentano vertiginosamente…
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La “Grande Guerra”
• Sviluppi politici e diplomatici
– Miopia degli stati maggiori e di molti leader politici
europei: la guerra non è di breve durata e non riguarda
soltanto una ridefinizione dei rapporti di forza nella
penisola balcanica
– Si può attribuire la responsabilità dell’estensione della
guerra soltanto agli automatismi delle alleanze o alla
volontà dei militari? Evidentemente no.
– Semmai essa fu il frutto di spinte espansive che
aumentarono con il procedere della guerra: obiettivi
sempre più vasti
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La “Grande Guerra”
– Sottovalutazione delle conseguenze: nessuno pensava
né auspicava un mutamento così profondo della mappa
e della configurazione del potere in Europa
• Ridefinizione degli obiettivi durante il corso della
guerra:
– Impero austro-ungarico lotta per la propria
sopravvivenza e per una limitata revisione a proprio
favore nei Balcani
– La Germania conta di affermare la propria primazia in
Europa e di estendere la propria influenza in Africa e in
Medio Oriente
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La “Grande Guerra”
– Da parte dell’Intesa: larghe concessioni sulla carta alla
Russia, di cui si temeva un crollo. Si promette persino il
controllo di Costantinopoli
– Ampie promesse anche all’Italia per forzarne l’ingresso
in guerra: col patto di Londra si garantisce il Trentino,
l’Alto Adige, la Venezia Giulia (ma senza Fiume), un terzo
della Dalmazia, piena sovranità su Valona e protettorato
sull’Albania, piena sovranità sul Dodecaneso, zone di
influenza in Turchia e miglioramento dei confini coloniali
– Promesse di estensione importante anche alla Romania
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La “Grande Guerra”
– Ma il caso più eclatante fu il trattamento riservato al
Medio Oriente:
• Accordi Sykes-Picot del 1916 sulla spartizione della
“mezzaluna fertile”: alla Francia influenza su Siria e
Libano, alla Gran Bretagna Palestina e Irak.
• Ma anche: creazione di uno stato arabo indipendente
dai confini ancora incerti, promessa dal Colonnello
Lawrence ai custodi della Mecca
• E infine: “dichiarazione Balfour”: impegno britannico
di fronte al movimento sionista nella quale si
esprimeva l’auspicio che il popolo ebreo avesse
finalmente una “casa nazionale” in Palestina
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La “Grande Guerra”
• Al Giappone si promettevano i possedimenti
tedeschi nel Pacifico e le concessioni in Cina
• Più in generale, per Francia e Gran Bretagna la
guerra diventava un momento di ridistribuzione del
potere in Europa e nel mondo
• Due eventi extraeuropei (più ancora per le
caratteristiche che dal punto di vista geografico)
cambiarono lo scenario nel 1917
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La Rivoluzione d’Ottobre
• Dal febbraio 1917 (se non dal 1905) la Russia vive
uno stato di rivoluzione, prodotto anche dalla
pessima gestione dello sforzo bellico
• Caduta dello Zar, governo moderato che prosegue
lo sforzo bellico ma con sempre minore capacità di
imporre le proprie decisioni
• Ritorno di Lenin ad aprile, grazie all’aiuto tedesco
• Rivoluzione di Ottobre: il potere ai soviet, appello ai
governi e ai popoli per la pace immediata
• Trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo 1918: clausole
durissime
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La Rivoluzione d’Ottobre
• Benefici molto limitati per gli Imperi centrali: torna
a dilagare in Europa la speranza rivoluzionaria,
sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria in Russia.
• Nel 1914 l’idea di una frattura tra la causa dei
regimi imperialisti e quella dei popoli era parsa
remota. La maggior parte dei socialisti si era
allineata alle “unioni nazionali” dietro paraventi e
giravolte ideologiche difficili da digerire.
Dall’ottobre del 1917 tutto tornava possibile
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La Rivoluzione d’Ottobre
• Già in luglio il Reistag chiedeva una pace di
compromesso
• Appello di Benedetto XV contro “l’inutile strage”
• In generale, dopo ottobre 1917 il contenimento del
“contagio” rivoluzionario diventa un nuovo
obiettivo per la guerra e il dopoguerra
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Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Nell’ultimo quarto del XIX secolo, gli Stati Uniti erano
entrati in una fase di imponente crescita economica e
demografica (popolazione pressoché triplicata)
• Nel 1913 la produzione manufatturiera degli Stati Uniti
era maggiore di quella di Gran Bretagna e Germania
insieme. Sono di fatto una superpotenza economica
senza rivali
• Fino al 1900 circa non avevano condotto una politica
internazionale di grande rilievo: ad esempio, non
necessitavano del colonialismo perché avevano in casa
le risorse naturali necessarie, e con l’immigrazione
anche quelle umane
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Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Anche il mercato interno era sufficiente a garantire
l’espansione economica, e per il resto spesso le merci si
imponevano anche a livello internazionale per la loro
qualità
• C’era inoltre un senso radicato di unicità della politica
statunitense, soprattutto in rapporto alla bellicosa e
corrotta Europa.
• L’unica politica espansionistica era condotta nel
continente americano
• Fase di espansione finanziaria e politica della “porta
aperta”. Diplomazia del dollaro e politica orientata alla
libertà di movimento per merci e capitali, soprattutto
verso il Pacifico
51
Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Presidenza Wilson: mentre l’Europa precipita nel
caos, lui dichiara “L’America apparirà in piena luce
quando tutti sapranno che essa pone i diritti umani
sopra ogni altro diritto e che la sua bandiera non è
solo dell’America ma dell’Umanità”.
• Pacifismo, progressismo, internazionalismo
• Soluzioni arbitrali, contro la diplomazia segreta,
rendere la guerra un mezzo per la risoluzione dei
conflitti semplicemente obsoleto
• Come sempre, però, le idee viaggiano sulle spalle
dei rapporti di forza, e in questo caso sulla potenza
economica statunitense
52
Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Tra il 1914 e il 1917 le esportazioni USA in Europa
raddoppiano. Alla vigilia della guerra gli Stati Uniti
dovevano alla Gran Bretagna oltre 3 miliardi di
dollari; nel 1917 erano creditori per 5 miliardi
• Dal punto di vista finanziario, la svolta è ancora più
radicale: alla fine della guerra i prestiti agli alleati
ammontavano a 9,5 miliardi di dollari. New York si
avvia a soppiantare Londra come capitale
finanziaria mondiale.
• Dall’equidistanza di facciata si passa presto
all’ostilità nei confronti dei tedeschi (Lusitania,
guerra sottomarina)
53
Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Opportunità offerte dalla guerra: conflitto
disumano da cui doveva uscire emergere un nuovo
ordinamento internazionale
– “Né vinti né vincitori”
– Uguaglianza delle nazioni
– Autogoverno dei popoli
– Riduzione degli armamenti
– Libertà dei mari e del commercio
– Lega perpetua delle nazioni
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Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Ma la ragione dell’impegno ideale di Wilson risiede
anche nel confronto a distanza con le idee di Lenin e
dei bolscevichi:
– Pace giusta e perpetua per tutti i popoli in un mondo di
nazioni che si autodeterminano
Contro
– Pace attraverso l’alleanza internazionale dei lavoratori e
l’unica guerra “giusta”: il conflitto di classe
• L’8 novembre 1917 il Congresso dei Soviet approva
l’appello ai popoli per la pace. Dopo esattamente
due mesi Wilson condensa le sue idee nel
“Quattordici punti”
55
Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo
• Dal punto di vista materiale, l’intervento statunitense
segnava il punto di non ritorno: non soltanto per
l’afflusso di uomini ed equipaggiamenti militari, ma
perché garantiva risorse praticamente infinite all’Intesa
mentre quelle degli imperi centrali erano ormai allo
stremo. La diffusione delle idee wilsoniane fecero il
resto, soprattutto per quanto riguardava l’impero
austro-ungarico
• Tra ottobre e novembre i tre componenti della Triplice
Alleanza crollano e firmano armistizi
• Un segno di quanto la guerra ha GIA’ cambiato la realtà
europea: i vincitori si accingevano a stipulare la pace
con soggetti diversi da quelli contro cui avevano
combattuto
56
La pace
• Wilson arriva in Europa per partecipare alle trattative,
imponendo la presenza di altri capi di governo. Viaggio
trionfale nelle principali capitali europee.
• Impone agli alleati i “Quattordici punti” come punto di
partenza per i negoziati di pace di Parigi, e di fatto
come ordine del giorno della conferenza. Preambolo:
“Tutti i popoli del mondo hanno il nostro stesso
interesse, e per conto nostro vediamo molto
chiaramente che, a meno che non sia fatta giustizia agli
altri, non sarà fatta a noi. Perciò l programma della
pace nel mondo è il nostro stesso programma: e questo
stesso programma, il solo possibile, secondo noi, è il
seguente”
57
La pace
• Pace “senza vinti né vincitori”; rispetto delle
necessità degli sconfitti
• Fine della diplomazia segreta
• Libertà di navigazione
• Soppressione delle barriere al libero commercio:
principio della “porta aperta” (divenne ben presto
evidente come questo corrispondesse innanzitutto
a interessi statunitensi)
• Limitazione degli armamenti
• Gli interessi delle popolazioni delle colonie hanno
egual peso di quelli delle potenze coloniali
• Società delle Nazioni a garanzia
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La pace
• In generale, rispetto del principio di nazionalità e
autodeterminazione dei popoli. Non mancano
contraddizioni: il principio è ricordato soltanto a
proposito dell’Italia, ma non in altri casi.
• Assicurare uno sbocco al mare per Serbia e Polonia:
contraddizione col principio di nazionalità
• Nascita di Cecoslovacchia e Jugoslavia:
contraddizioni apparenti o latenti col principio di
nazionalità a vantaggio del cosiddetto “cordone
sanitario” che doveva isolare la Russia
59
La pace
• Lo scontento degli altri vincitori:
– Italia e i confini
– Francia e la cancellazione del pericolo tedesco (trattato
di garanzia cinquantennale poi decaduto)
– Gran Bretagna: deve dichiararsi svincolato da tutti i
trattati segreti stipulati durante la guerra
– Scontento generale per l’imposizione del Covenant
(patto costitutivo della Società delle Nazioni) come
premessa del Trattato di Versailles del giugno 1919
60
Società delle Nazioni
• Doveva trasformare la natura stessa dei conflitti,
portandoli dal piano bellico a quello giuridico
• 26 articoli con norme preventive (arbitrato,
disarmo, mediazione, intervento politico della
SdN, Corte internazionale permanente di
giustizia)
• In caso di conflitti più gravi: sanzioni economiche,
politiche e militari
• Tre organi: Segretariato, Assemblea, Consiglio
• Regola dell’unanimità
• Destinata a perdere presto di efficacia
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Pace con la Germania
• Accordi preliminari su materie extraeuropee
(soprattutto Gran Bretagna e Giappone):
– Inserito nello statuto della Società delle Nazioni
l’istituto del “mandato”, che di fatto maschera
l’appropriazione-creazione di nuove colonie
• Sulla questione tedesca
– la speranza in una pace “senza vincitori né vinti” si
rivelò vana.
– Salva l’integrità territoriale
– ma perdite gravi verso tutti i vicini (Danzica)
– Saar posta sotto controllo internazionale in attesa di
62
un plebiscito per il 1935 (carbone alla Francia)
Pace con la Germania
– Smilitarizzazione e occupazione della Renania
– Abolizione della coscrizione obbligatoria e forte
limitazione dell’esercito
– Perdita della flotta e delle colonie
– Ma soprattutto: pagamento di una cifra letteralmente
impossibile come riparazioni che avrebbero dovuto
impegnare la Germania per mezzo secolo, di fatto
condizionandone gravemente la rinascita
– Contrariamente a quanto aveva fatto credere Wilson,
i tedeschi non poterono intervenire alla conferenza
per la pace e furono chiamati soltanto a firmare il
trattato
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Pace con l’Austria
• Dissoluzione dell’impero Austro-Ungarico
• Austria circoscritta al territorio abitato da
popolazioni di lingua tedesca
• Nascono Cecoslovacchia e Ungheria, territori alla
Romania e alla neonata Jugoslavia
• Divieto di unificazione con la Germania
• Anche l’Ungheria riceve un trattamento
durissimo
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Pace con la Turchia
È il caso più interessante, che per molti versi ci proietta
già verso il dopoguerra:
• Fine dell’Impero
• Rinuncia a tutti i territori esterni alla penisola
anatolica
• Grandi cessioni di territori insulari alla Grecia
• Indipendenza dell’Armenia e autonomia del
Kurdistan
• Finanze imperiali sotto controllo dei vincitori
• Controllo internazionale sugli stretti (in chiave
antibolscevica)
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Pace con la Turchia
• Il trattato durò meno di un anno:
• Colpo di stato militare
• Repubblica unitaria, nazionalmente compatta,
laica e “moderna”
• Progressiva rinuncia degli occidentali e ritiro delle
truppe
• Sconfitta delle truppe greche; tragici spostamenti
di popolazioni
• Nel 1921 il governo turco firma il primo trattato
con il governo rivoluzionario russo
• La nuova situazione viene sanzionata con un
trattato nel 1923
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Il clamoroso ritiro degli Stati Uniti
• Dal 1919 Wilson è sotto attacco dall’opposizione
repubblicana: tentazioni di ritorno
all’isolazionismo e rifiuto di prendere impegni in
Europa in tempo di pace
• Malattia di Wilson
• Marzo 1920: il Congresso boccia il Covenant, gli
Stati Uniti non entrano nella SdN e ritirano la
garanzia alla Francia. L’assetto europeo non ha
alcuna tutela.
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Conclusioni
• Ad esclusione della Gran Bretagna, insoddisfazione
generale in Europa sia per vincitori che per i vinti
• Nascono miti su cui soffierà forte il vento del
nazionalismo negli anni a seguire
• Problema dell’integrazione definitiva delle masse
nella vita politica e sociale dopo il loro
coinvolgimento nella guerra
• I rischi rivoluzionari dell’ordine sociale erano
sostenuti dall’esempio e dall’appoggio del nuovo
regime sovietico
• Sempre più evidente la necessità di controllare le
materie prime, come la guerra ha dimostrato
68
Conclusioni
• Per quanto all’epoca la percezione non fosse così
evidente, l’Europa iniziava il proprio declino a
fronte di soggetti extraeuropei o “diversi” per
ragioni ideologiche
• Per quanto in modo diverso e per ora non
incisivo, sia i bolscevichi che Wilson avevano
messo in luce come il colonialismo fosse un
problema crescente che rischiava di esplodere in
tempi anche brevi
• L’ordine di pace era un “laboratorio costruito su
un cimitero” (T. Masaryk), e le premesse erano
tutt’altro che rassicuranti
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Conclusioni
• Per il momento, il numero dei regimi democratici
parlamentari (monarchie o repubbliche) in
Europa passava da 3 a 13. Entro pochi anni il
numero sarebbe tornato a diminuire
drasticamente.
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