GENETICA ED EVOLUZIONE progetto interdisciplinare - classi III GENETICA Genetica (dal greco antico γενετικός, ghenetikós, «relativo alla nascita», da γένεσις ghénesis, «genesi, origine») La genetica è la branca della biologia che studia i geni, l'ereditarietà e la variabilità genetica negli organismi viventi. GREGOR MENDEL … … è stato un naturalista, matematico e monaco agostiniano ceco, considerato il padre della genetica. A 7 ANNI DI DISTANZA ! Charles Darwin presenta la teoria dell’evoluzione per mutazione casuale e selezione naturale nel 1858 Gregor Mendel presenta i principi che regolano la trasmissione dei caratteri ereditari nel 1865 Darwin e Mendel vissero negli stessi anni, ma non s’incontrarono mai. È stato detto spesso che questo fu un vero peccato, perché Darwin ignorava, come del resto tutti all’epoca, il meccanismo di trasmissione dei caratteri ereditari e ciò costituiva un punto debole della sua teoria. Mendel riuscì ad acquistare e a leggere una copia dell’opera di Darwin sull’origine delle specie. Dunque Mendel non conosceva Darwin, ma doveva conoscere bene le sue idee. Fu invece Darwin che, a quanto pare, non conobbe mai gli scritti di Mendel. Una copia dell’opera fondamentale di Mendel, fu, sì, ritrovata nello studio di Darwin (quasi un secolo dopo la sua morte), ma era intonsa: dunque Darwin aveva ricevuto il lavoro, ma non lo aveva mai letto. Casualità o, a voler essere maligni, segno di britannico senso di superiorità intellettuale? DUE GRANDI UOMINI A CONFRONTO L’Inghilterra di Darwin era a quei tempi un paese leader in campo industriale e attivo non solo negli scambi commerciali, ma anche in quelli culturali. Charles era bene inserito nella comunità scientifica britannica ed aveva continue e numerose opportunità di interagire con i grandi naturalisti del suo tempo. Mendel viveva in Moravia, una ricca regione agricola di quella che è oggi la Repubblica Ceca. Passò quasi tutta la sua vita nel monastero agostiniano di Brünn, in cui visse e lavorò: possedeva una biblioteca di oltre 20.000 volumi ed era impegnato nel miglioramento di piante d’interesse. Su Darwin è stato scritto moltissimo e di lui abbiamo una lunga autobiografia. Su Mendel è stato scritto pochissimo e sulla sua vita si ha solo uno scarno curriculum vitae. DUE GRANDI UOMINI A CONFRONTO Il lavoro di Mendel rimase ignorato a lungo e fu riscoperto solo nel 1900, quando alcuni botanici riprodussero i suoi risultati. Perché quindi fu ignorato?? Di spiegazioni ne sono state proposte tante: •Il suo lavoro fu messo in ombra dall’opera di Darwin. •La trattazione matematica dei risultati rendeva il lavoro ostico. •I tempi non erano maturi. •Mendel non annunciava grandi scoperte, né parlava di leggi generali. DARWIN HA BISOGNO DI MENDEL Nei suoi ultimi anni, Darwin fu tormentato da critici che trovavano insufficienti le sue spiegazioni sull’origine della variabilità biologica, fondamento della teoria evolutiva. Darwin, inoltre, non era in grado di descrivere il meccanismo attraverso il quale i caratteri premiati dalla selezione naturale erano trasmessi alla generazione successiva. La chiave, della ereditarietà andava cercata nel lavoro di Mendel. Oggi appare addirittura ovvio che qualunque discorso sull’evoluzione non possa prescindere dalla conoscenza del meccanismo di trasmissione dei caratteri ereditari. Le mutazioni, che sono la base su cui Darwin costruì la sua teoria, si trasmettono seguendo le leggi di Mendel. CHE CONFUSIONE ! la teoria di Mendel quindi offre quel sostegno di cui la teoria della selezione naturale di Darwin aveva bisogno si potrebbe pensare che con la riscoperta delle leggi di Mendel ogni cosa nella teoria di Darwin potesse finalmente andare al suo posto. Ma non è così che andarono le cose, e quello tra eredità ed evoluzione rimase un rapporto tormentato per qualche decennio. Nel 1909, gli organizzatori del congresso per il centenario della nascita di Darwin si trovarono a dover fronteggiare una situazione imbarazzante : benché nessuno più dubitasse dell’evoluzione, la teoria della selezione naturale come sua spiegazione era in ribasso. La confusione sui meccanismi dell’evoluzione aveva raggiunto il suo apice e l’eredità mendeliana da poco riscoperta, stranamente, aveva soltanto aumentato la confusione. Paradossalmente, all’inizio del XX secolo i più autorevoli seguaci di Mendel si consideravano antidarwiniani. La genetica mendeliana, lungi dal soccorrere la teoria di Darwin, era vista come nemica di essa. IL NEODARWINISMO A rimettere le cose nella giusta prospettiva e dimostrare che la teoria di Mendel era funzionale, anzi indispensabile al darwinismo fu un matematico. Siamo ormai negli anni Trenta, è iniziato il processo di fusione tra genetica ed evoluzionismo, la cosiddetta “sintesi moderna” o “neodarwinismo”, e in occasione del centenario dall’uscita dell’opera di Darwin (1959), la sintesi era ormai completa e inossidabile.