L*Impero britannico e la Rivoluzione americana

L’IMPERO BRITANNICO E
LA RIVOLUZIONE
AMERICANA
•L’Inghilterra
del Settecento: politica, economia,
colonialismo
•Le teorie economiche del Settecento
•La guerra dei Sette anni
•La Rivoluzione americana
INGHILTERRA DEL SETTECENTO
L’Inghilterra del Settecento più che una
democrazia è un’oligarchia: la partecipazione
alla vita politica e all’elezione della Camera dei
Comuni è riservata ai possidenti (250 mila
individui su sei milioni di abitanti).
 Sono assenti i partiti politici, si stabilisce un
rapporto clientelare con gli elettori (voti in
cambio di favori): due schieramenti tories
(signorotti di campagna, appoggio al re), whigs
(nobiltà e borghesia più dinamica, appoggio al
parlamento)
 La modernizzazione della Gran Bretagna: il
capitale accumulato dall’agricoltura permette
alla gentry di investire nelle manifatture tessili,
ponendo le basi per la Rivoluzione industriale

Nel Settecento si diffonde una nuova
concezione delle colonie: diventano luoghi di
popolamento di contadini, artigiani (es.
Australia e i galeotti inglesi).
 Le nuove potenze coloniali (Paesi Bassi, Francia,
Inghilterra) piuttosto che sfruttare le miniere di
metalli sono interessati alle coltivazioni
(zucchero, cotone, tè, tabacco..)
 L’Inghilterra favorisce lo sviluppo coloniale del
nord America, favorito da Elisabetta I (Virginia)
e come conseguenza delle persecuzioni religiose
(quaccheri in Pennsylvania); nel centro
America (le Antille), il sud Africa, a Bombay e
Calcutta.
 Competizione con i francesi che si stanziano
nel Québec, in alcuni avamposti in India e nelle
Antille

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Gli olandesi sostituiscono i portoghesi in
Estremo Oriente, ma..
La Cina rimane chiusa
ai mercati europei,
anche dopo la fine della
dinastia Ming e
l’avvento dei Manchu.
In Giappone, dal
Seicento, è iniziata
l’era Tokugawa
(potere dello
shogun) che per
tutelare la cultura
e la pace chiude il
paese alle
influenze esterne
LE TEORIE ECONOMICHE DEL SETTECENTO
Nella seconda metà del Settecento, la riflessione
sulle teorie economiche, porta alla nascita di due
teorie economiche contrarie al
mercantilismo:
1. La fisiocrazia che vedeva nella terra e
nell’agricoltura le fonti reali della ricchezza:
agevolare i contadini nei propri interessi
2. Il liberismo (Adam Smith, La ricchezza delle
nazioni, 1776): sostiene la piena libertà degli
individui nel perseguire i propri scopi economici
e la corrispondenza tra perseguimento del
benessere individuale e benessere
collettivo grazie al libero mercato
= lo Stato non deve intervenire nei
meccanismi economici o produttivi

LA GUERRA DEI SETTE ANNI (17561763)
Concorrenza coloniale a metà del XVIII sec.,
porta a una guerra generalizzata.
Rovesciamento delle alleanze:
1. Gran Bretagna strinse alleanza con la Prussia
2. Francia (Borbone) si allea con Austria
(Asburgo), sostenuti anche da Spagna, Russia e
Svezia
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
Può essere definita una “prima guerra
mondiale”: per l’ampiezza dei fronti
(coinvolte anche le colonie: si combatte anche
Asia, America, Africa), per le gravi
conseguenze geopolitiche.
In Europa: la capitale della Prussia, Berlino, fu
occupata due volte; ma gli eserciti di Federico II
riportarono diverse vittorie e si affermarono
sull’Austria (riconferma della Slesia)
 Nelle colonie: Giorgio III di Inghilterra sconfisse la
Francia di Luigi XV su tutti i fronti non europei.
1. In Africa: la Francia perse gli scali commerciali in
Senegal (insediamenti attrezzati per la tratta dei
neri)
2. In Asia: l’Inghilterra riuscì a imporsi come unica
potenza colonizzatrice in India
3. In America: L’Inghilterra si impadronì di alcune
ricche isole produttrici di zucchero (tutte le Antille,
Granada, Tobago); nel nord-america la Francia
dovette cedere il Canada e rinunciò alle coste
orientali.

Conseguenze per l’Inghilterra e le colonie:
 Cambia il modo di commerciare con le colonie: fino
agli anni Sessanta le colonie fornivano materie
prime o prodotti di lusso dopo la Pace di Parigi le
colonie servono come mercati per l’esportazione
dei prodotti inglesi;
 Difficoltà finanziarie inglesi: nel conflitto grande
dispendio di risorse (mantenimento di 350 vascelli),
per risanare il debito pubblico, il Parlamento
impone nuove tasse e vieta ai coloni di
impiantare industrie che potessero concorrere
con la madrepatria.
Alla fine del Settecento questi due problemi si
acuiscono e portano alla rivolta delle colonie
americane.
BILANCIO DELLE GUERRE XVIII SEC
VINCITORI
SCONFITTI
Inghilterra: diventa la principale
potenza commerciale a livello mondiale
(asiento e guerra dei sette anni)
Francia: viene espulsa
dall’India e dall’America del
Nord (Canada)
Austria: sconfigge i Turchi dopo
l’assedio di Vienna (1683),
conquista la Lomardia, i Paesi Bassi
spagnoli (guerra di successione
spagnola), una parte della Polonia
Spagna: perde la Lombardia,
i Paesi Bassi spagnoli, la
Sicilia e la Sardegna, l’Italia
meridionale (guerra di
successione spagnola)
Prussia: conquista una parte della
Polonia e diventa il principale Stato
della regione tedesca (guerra di
sucessione austriaca e guerra dei sette
anni)
Polonia: viene spartita tra
Austria, Prussia e Ruccia,
cessa di esistere come Stato
indipendente (trattati tra il
1772 e il 1795)
Ducato di Savoia: acquista la
Sardegna e diventa un Regno
Russia: conquista una parte della
Polonia e si afferma come grande
potenza europea
LA RIVOLUZIONE AMERICANA
1. LE COLONIE NORD AMERICANE
Crescita demografica della popolazione nelle
colonie (tra il 1700 e il 1750 da 250 mila a 1,7
milioni): forte immigrazione di provenienza varia
 L’economia delle tredici colonie:
1. Colonie del sud (Virginia, Carolina del Nord e
del sud, Maryand e la Georgia): economia di
piantagione (tabacco, riso, legname),
manodopera degli schiavi, religione anglicana
2. Colonie del centro (New York, Pennsylvania,
New Jersey, Delaware): di recente formazione
(componente mista, Inglesi no prevalenti),
piccoli proprietari terrieri e commercianti,
tolleranza religiosa e cosmopolitismo
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3.
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Colonie del Nord (New England: Massachussets,
New Hampshire, Rode Island, Connecticut), di antica
formazione (1620 padri pellegrini), a prevalenza
inglese ed egualitaria, piccoli proprietari puritani e
commercio (pellicce, cantieri di navi, rhum,
manifatture)
In tutte le colonie interesse per la conquista
dell’Ovest.
Commercio di contrabbando: violazioni del
mercantilismo inglese (commercio solo con
madrepatria)
Organizzazione in assemblee elettive che
trattavano con i governatori nominati dal sovrano.
Rifiuto delle interferenze del Parlamento di Londra
(no rappresentanza)
Problemi: commercio libero, espansione a Ovest in
autonomia (Londra: gestione unitaria dell’Impero)
2. LA TRATTA DEGLI SCHIAVI E IL
COMMERCIO TRIANGOLARE
Nel corso del Settecento deportazione di 6
milioni di prigionieri neri (nonostante lo
sviluppo dell’illuminismo)
 Lavoro nelle piantagioni (nelle colonie del sud
sono quasi metà della popolazione)
 Guerra tra tribù africane e mercanti arabi che
rivendono ai negrieri europei: deportazione
parte di un traffico internazionale in tre
fasi (commercio triangolare)
 Uomini come merce (la nave negriera, il
mercato degli schiavi, la marchiatura e il lavoro
nelle piantagioni)
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3.LA RIVOLUZIONE: CAUSE E
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA
Cause:
 Esito della guerra dei sette anni: tassazione, divieto di
commercio con altre potenze, divieto di impiantare
industrie concorrenti
 Le colonie sono considerate fonti di materie prime per
le manifatture
Inizio delle proteste anni 1764-1765
 Riorganizzazione fiscale dell’impero: imposizione della
Sugar Act (dazi sui prodotti importati dalle colonie:
caffè, zucchero, tessuti, vino) e della Stamp Act
(tassa sui documenti legali e sui giornali= contro
l’indipendenza amministrativa il Parlamento di
Londra si arroga il diritto di legiferare anche
per i coloni)
Nel 1766 il Parlamento ritira la Stamp Act, ma
emana la Dichiarazione di principio con cui
afferma il diritto di legiferare per le colonie
 Coloni appello alla tradizione e fedeltà al re,
reazione “no taxation, without representation”
(difficoltà tecnica di mandare coloni= soluzione
alternativa)
 Il Parlamento inglese tenta tassazione sui beni
importati dall’Inghilterra: i coloni
boicottano i beni della madrepatria e tra il
1769-1770 iniziano a fabbricare manufatti
proibiti (es.tessuti)
 Boston tea party: Dicembre 1773 come protesta
sulle nuove tasse, rovesciato il carico di tè di
una nave della Compagnia delle Indie
 Negli anni seguenti varie rivolte locali
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Re Giorgio III dichiara le colonie ribelli 1775 e invia
l’esercito, i coloni si organizzano per la resistenza.
Il pamphlet di Thomas Paine, Common sense,
pubblicato nel 1776, diffuse le idee illuministe.
“Tutto ciò che è giusto o naturale parla in favore di una
separazione. Il sangue delle vittime, la voce piena di
lacrime della natura gridano: È TEMPO DI
SEPARARSI.”
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Congresso di Filadelfia (delegati di tutte le colonie
e governo provvisorio), George Washington a capo
dell’esercito
Formale Dichiarazione di Indipendenza 4 luglio
1776 (redatto da Thomas Jefferson: giustifica la
ribellione basandosi sul contrattualismo di John
Locke)
VITTORIA DELLE COLONIE
La guerra di indipendenza durò quasi 8 anni
(1775-1783):
 iniziale superiorità tecnica dell’esercito inglese,
ma successiva difficoltà per le spese di
rifornimento
 Nel 1777 vittoria delle colonie a Saratoga e
ingresso nel 1778 della Francia, della Spagna e
dell’Olanda.
 Nel 1781 vittoria definitiva a York-town e
resa degli inglesi
 Al conflitto aderirono anche tribù indiane (da
una o l’altra parte), guerra più violenta, e gravi
condizioni della popolazione civile.
NASCITA DEGLI STATI UNITI
La pace venne firmata il 3 settembre 1783 (poi
pace anche con Francia-Senegal e Antille e
Spagna-Florida e Minorca)
 Nuovo assetto politico: da Confederazione
di Stati (potere centrale debole e gli Stati
mantengono sovranità) a una Federazione
(voluta da A.Hamilton e J.Madison nel 1787
convocata a Filadelfia la Convenzione).
 La Federazione: è uno Stato guidato a livello
politico, economico, militare da una forte
autorità centrale, anche se rimane ampia
autonomia (es.pena di morte)
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LA COSTITUZIONE DEL 1787
Potere legislativo affidato al Congresso
(articolato in Senato-ogni Stato due senatori- e
Camera –deputati in proporzione alla
popolazione ed estensione)
 Potere esecutivo affidato al presidente, con
parziale diritto di veto
 Potere giudiziario, la Corte suprema deve
valutare la costituzionalità della legge: la
Costituzione è rigida e scritta (no in Inghilterra)
per proteggere il cittadino americano da
ogni abuso di potere dal parte del potere
legislativo
