(Intervista realizzata alla matematica e pedagogista Maria Montessori, per scoprire insieme a lei la sua grande passione) Sono sempre stata molto appassionata di matematica e biologia. Nel 1896 ho conseguito la laurea in medicina alla facoltà di Medicina nell’Università “La Sapienza” di Roma (fui una delle prime donne ha conseguire questo tipo di laurea), con la quale ho avuto l’opportunità di introdurmi in ambito psichiatrico. Successivamente nel 1904 ho ottenuto la docenza in antropologia che mi ha permesso di occuparmi dell’organizzazione educativa degli asili infantili. I miei genitori erano completamente in disaccordo con la mia scelta di studiare medicina in quanto loro avrebbero desiderato per me una più comune e tranquilla carriera da insegnante. Per questo motivo raramente mi incoraggiavano nei miei studi e spesso entravo in contrasto con loro. Certamente sì!! Ho preso spunto, per i miei studi, dalla letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi dei fanciulli selvaggi, allevati da animali e ritrovati in luoghi isolati ed in particolar modo dal lavoro svolto da Jean Marc Itard e dal suo collaboratore Edouard Seguin riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini anormali attraverso un percorso di rieducazione adeguato. Ritengo che la matematica abbia un’importanza vitale per adulti e per bambini e sostengo che sia necessario che la scuola si impegni per ricorrere a metodi speciali per insegnarla, e che ne renda gli elementi chiari e comprensibili presentandoli in forma concreta. Io ritengo che i bambini siano degli esseri completi, in grado di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. Inoltre penso che i bambini, anche quelli con handicap, posseggono dalla nascita il germe della propria personalità e che l'adulto non debba far altro che aiutarlo a esprimerla e svilupparla, creando un ambiente favorevole alla crescita di autonomia, spirito di indipendenza e buon comportamento sociale. Certo! Secondo i miei studi la mente di tutti i bambini è matematica ed agisce quindi fin dai primi anni di vita. Difatti il bambino sin dai primi anni possiede un buono spirito matematico che tende verso l’esattezza, la precisione, l’ordine, la misura e il rapporto. A mio parere l’educazione ha il compito di far ordire nella mente del bambino dando un senso e collegando tra di loro i diversi input e le diverse informazioni che la sua mente ha raccolto nel rapporto con il reale. Secondo me, l’insegnamento della matematica non deve seguire un processo lineare, ma procedere per livelli o piani. Quindi bisognerebbe partire da un’idea centrale e sviluppare parallelamente le conoscenze che portano, attraverso l’analisi, a considerare ed ad approfondire i dettagli. A mio parere, la scuola tradizionale si basa troppo sulla memorizzazione dei procedimenti matematici, non ponendo sufficiente attenzione al perchè delle cose e al collegamento logico tra esse. Il materiale che utilizzo nel mio insegnamento, consiste in un insieme di oggetti che hanno per scopo quello di educare i sensi e attraverso essi di imporre le basi della ragione e di ogni altro sviluppo intellettuale e morale. La scelta dei materiali, all’interno delle mie scuole, è operata dai bambini stessi sulla base di quello che preferiscono fare. Per essere più chiara vi mostro alcune foto. I materiali didattici hanno tre caratteristiche fondamentali: isolare una qualità tra le altre (peso, colore, forma dimensione ecc.) presentando un insieme di oggetti simili fra di loro tranne che nella qualità che si vuole fare apprendere. permettere un controllo dell’errore (materiale autocorregente) senza l’intervento del maestro. permetta un uso autonomo del bambino: non basta che sia interessante deve soprattutto permettere l’attività del bambino. I bambini, grazie a questi materiali, sono in grado di ripetere più volte lo stesso esercizio, scegliere liberamente con cosa giocare, controllare e correggere in modo autonomo i propri errori, analizzare i movimenti, sviluppare la loro capacità di fare silenzio, ordinare l’ambiente in cui si trovano, imparare le buone maniere e il rispetto delle cose e delle persone, leggere e scrivere e curare la propria persona. Ai bambini vengono proposti esercizi tattili, impressioni di peso, delle forme e delle lunghezze, distinzione dei suoni, incastri e blocchi, esercizi per imparare ad utilizzare i colori, esercizi di scrittura, esercitazioni di lettura, giochi ed attività con la matematica, rappresentazioni, pitture e disegni. Ho cercato di eliminare i programmi, in quanto ogni bambino, durante il suo percorso, se ne crea uno personalmente. Inoltre ho tolto gli esami perché i bambini risultano in grado di valutarsi da soli in itinere e senza i voti i bambini vivono più serenamente il loro apprendimento e il loro rapporto con la matematica sapendo di non essere giudicati da nessuno e di poter imparare anche dai loro errori senza nessun tipo di punizione. Infine ho messo da parte i giochi in quanto io li ritengo completamente diseducativi e vengono richiesti dai bambini solo per una mancanza di materiale adatto quindi non sono necessari alla sua crescita. L’insegnante deve, con pazienza e passione, tirare fuori il meglio da ciascun bambino!