Messaggio Giornata Della Memoria 2016

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ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTS
CATTOLICI ITALIANI
Regione Puglia – Zona Lecce Adriatica
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San Pietro in Lama, 27 gennaio 2016
GIORNATA DELLA MEMORIA
A tutti i Capi, le Capo, gli A. E.
A tutti i lupetti
A tutti gli esploratori e le guide
A tutti i rover e le scolte
e alle loro famiglie
“… penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che
ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo
in cui forse saranno ancora attuabili.”
Dal diario di ANNA FRANK
Carissimi,
la Giornata della Memoria, istituita dall’Onu perché nessuno dimentichi lo sterminio di oltre sei
milioni di uomini perpetrato scientificamente, non è solo una data simbolica per ricordare la
shoah, ma sempre più un’occasione per riflettere sulla nostra storia, sul nostro presente e
quindi sul nostro futuro.
Molto spesso si tende a perdersi in lunghi discorsi di circostanza e non trasmettere realmente
la sofferenza e l'orrore di uno dei peggiori crimini umani. E si sa, il miglior modo per capire
qualcosa è provarlo sulla propria pelle.
Nel caso dell'olocausto, è vero che, per quanto ci sforzeremo non comprenderemo mai fino in
fondo le dimensioni delle atrocità commesse.
Abbiamo trovato, quasi in maniera fortuita, questa lettera scritta da un ragazzo di 14 anni ai
suoi genitori dal campo di concentramento di Pustkow , poteva essere uno dei nostri
esploratori, e può essere oggi uno dei tanti ragazzi che stanno soffrendo le atrocità della
guerra in tanti parti del mondo che ancora non vivono la pace :
“ Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei
descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me. Il campo si trova in una
radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perché ci
hanno portato via le scarpe … Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte
dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli). Ogni notte soldati ubriachi
vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno
bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna:
ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono
scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato… Io non ero il
quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie
sorelle e miei fratelli, e piango” .
La memoria è come un film in bianco e nero. A volte viene rinchiuso nei cassetti della storia.
Altre volte torna ritorna e lascia tracce. Ma per lasciare tracce bisogna costruire ponti tra
generazioni, in modo che la memoria non resti mero ricordo o conservazione del passato, ma
memoria viva che costruisce il futuro .
Buona caccia e buona strada !
Pasquale, don Massimiliano e il Comitato di Zona
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