UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO ISTITUTO DI CLINICA MEDICA I LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. “ANTICOAGULANTI E ADDITIVI DI USO LABORATORISTICO LORO INFLUENZA / INTERFERENZA” Dott. Vincenzo Di Garbo M.M.G. – Specialista in Cardiologia Centro delle Dislipidemie e del Rischio Trombotico LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. GOOD LABORATORY PRACTICE (“Buona Pratica di Laboratorio”) LA STANDARDIZZAZIONE DEI METODI DI LABORATORIO ( SIA QUELLI RELATIVI AL PRELIEVO DEL CAMPIONE EMATICO SIA QUELLI RELATIVI ALL’ESECUZIONE DEI TESTS ) E’ OGGI CONSIDERATA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA E VIENE SOLITAMENTE RIASSUNTA IN UNA DIZIONE PRESA IN PRESTITO DAGLI ANGLOSASSONI: La “GOOD LABORATORY PRACTICE” FISIOPATOLOGIA EMOSTASI E TROMBOSI NELL’AMBITO DELLE ATTIVITA’ DI UN LABORATORIO DI ANALISI UN SETTORE DI PARTICOLARE RILIEVO E’ COSTITUITO DALLO: “STUDIO DELL’EMOSTASI e DELLA TROMBOSI”, I CUI TESTS RICHIEDONO NON SOLO UNA PRECISA COMPETENZA MA ANCHE UNA PROFESSIONALITA’ SPECIFICA. FISIOPATOLOGIA EMOSTASI E TROMBOSI LA FISIOPATOLOGIA DELL’EMOSTASI E DELLA TROMBOSI RICONOSCE DUE COMPONENTI FONDAMENTALI: - LE PIASTRINE, CHE INTERVENGONO NELL’EMOSTASI PRIMARIA (FASE RAPIDA CHE EVOLVE IN POCHI SECONDI) - I FATTORI DELLA COAGULAZIONE, CHE INTERVENGONO NELL’EMOSTASI SECONDARIA (FASE LENTA CHE SI ESAURISCE IN POCHISSIMI MINUTI). EMOSTASI PRIMARIA E SECONDARIA LE DUE FASI POSSONO ESSERE TENUTE DISTINTE PER I SEGUENTI MOTIVI: 1) ENTRANO IN AZIONE IN SUCCESSIONE TEMPORALE; 2) SI REALIZZANO CON MECCANISMI FISIOLOGICI IN PARTE INDIPENDENTI; 3) POSSONO ESSERE INDAGATE SEPARATAMENTE in laboratorio; 4) POSSONO GENERARE QUADRI PATOLOGICI per alterazioni delle loro singole componenti (SIA IN SENSO QUANTITATIVO CHE FUNZIONALE); 5) POSSONO ESSERE INFLUENZATE INDIPENDENTEMENTE DA DIVERSI FARMACI. EMOSTASI PRIMARIA (Fase vasculo-piastrinica) RUOLO DELLE PIASTRINE – TROMBO BIANCO LE PIASTRINE, MENTRE SCORRONO LIBERAMENTE SE IL VASO E’ INTEGRO, TENDONO INVECE AD ADERIRE ALLA BRECCIA VASALE (ADESIVITA’ PIASTRINICA) in particolare al COLLAGENO SOTTOENDOTELIALE. DOPO L’ADESIONE, LE PIASTRINE INIZIANO AD AGGREGARE E, MEDIANTE IL RILASCIO PER UN PROCESSO DI SECREZIONE (RELEASE REACTION) DI COSTITUENTI ENDOPIASTRINICI (ADP,Trombossani, Fattore Piastrinico 3, Serotonina), RICHIAMANO ALTRE PIASTRINE CON ULTERIORE ACCRESCIMENTO DEL COSIDETTO “TROMBO BIANCO”, CHE E’ SUFFICIENTE AD ASSICURARE L’EMOSTASI IN VASI DI PICCOLO CALIBRO A RIDOTTO REGIME PRESSORIO. EMOSTASI PRIMARIA (Fase vasculo-piastrinica) RUOLO DELLE PIASTRINE – TROMBO BIANCO LA FASE PIASTRINICA HA QUINDI UNA IMPORTANZA NOTEVOLE NEL DETERMINISMO DELL’EMOSTASI PRIMARIA, MA NON E’ SUFFICIENTE PER L’EMOSTASI DEFINITIVA. QUESTO SPIEGA LE MANIFESTAZIONI EMORRAGICHE, QUANDO SONO ALTERATI ALTRI SISTEMI EMOSTATICI, QUALI QUELLI DELLA COAGULAZIONE, E LA FASE PIASTRINICA E’ NORMALE. EMOSTASI SECONDARIA (Fase coagulativa) RUOLO DEI FATTORI COAGULATIVI E’ LA FASE PIU’ IMPORTANTE DELL’EMOSTASI, CHE PORTA IN CONDIZIONI NORMALI AD UN ARRESTO PERMANENTE DELL’EMORRAGIA. LE MANIFESTAZIONI EMORRAGICHE CONSEGUENTI AD ALTERAZIONI DI QUESTA FASE SONO INDUBBBIAMENTE PIU’ GRAVI DI QUELLE LEGATE A COMPROMISSIONI DELLA FASE PIASTRINICA. EMOSTASI SECONDARIA (Fase coagulativa) RUOLO DEI FATTORI COAGULATIVI LA COAGULAZIONE SI COMPIE A SEGUITO DELLA FORMAZIONE DI FIBRINA AD OPERA DI UN ENZIMA PROTEOLITICO, LA TROMBINA, CHE TRASFORMA UNA PROTEINA DEL PLASMA, IL FIBRINOGENO (FATTORE I) IN FIBRINA. IL MECCANISMO DI TRASFORMAZIONE DEL FIBRINOGENO IN FIBRINA E’ ASSAI COMPLESSO, IN QUANTO L’ATTIVAZIONE DELLA PROTROMBINA (FATTORE II) IN TROMBINA E’ PRECEDUTA DA UNA SERIE NUMEROSA DI REAZIONI ENZIMATICHE SUI FATTORI DELLA COAGULAZIONE, CATALIZZATE DALLA PRESENZA DI IONI CALCIO. EMOSTASI SECONDARIA (Fase coagulativa) RUOLO DEI FATTORI COAGULATIVI LE REAZIONI DELLA FASE COAGULATIVA SONO INNESCATE DAL CONTATTO CON SUPERFICI ESTRANEE (AD ES.,IN VIVO, COLLAGENE SOTTOENDOTELIALE o, IN LABORATORIO, SUPERFICI DI VETRO o CAOLINO o AC. ELLAGICO) E PROCEDONO UTILIZZANDO COMPONENTI DI ORIGINE ESCLUSIVAMENTE EMATICA (VIA INTRINSECA DELLA COAGULAZIONE) O DA MATERIALE TROMBOPLASTINICO DI ORIGINE TESSUTALE, DISPONIBILE IN CASO DI LESIONE DI CONTINUO DELLA PARETE VASCOLARE (VIA ESTRINSECA DELLA COAGULAZIONE). EMOSTASI SECONDARIA (Fase coagulativa) RUOLO DEI FATTORI COAGULATIVI NELLA FIGURA DELLA CASCATA COAGULATIVA ERANO RAFFIGURATI ANCHE I DUE PRINCIPALI TESTS CHE STUDIANO LA COAGULAZIONE: IL TEMPO DI PROTROMBINA (PT) , CHE ESPLORA IL SISTEMA ESTRINSECO, E IL TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE ATTIVATO (aPTT), CHE ESPLORA IL SISTEMA INTRINSECO. L’ESECUZIONE DI QUESTI DUE TESTS CONSENTE DI VERIFICARE NON SOLO LA PRESENZA NEL SISTEMA DI TUTTI I FATTORI DELLA COAGULAZIONE, MA ANCHE SE SONO TUTTI FUNZIONALMENTE EFFICIENTI. TESTS DI LABORATORIO TEST DI AGGREGABILITA’ PIASTRINICA ( sec. Born ) GLI INIBITORI FISIOLOGICI DELLA COAGULAZIONE RUOLO DEGLI INIBITORI IL SISTEMA COAGULATIVO E’ UN SISTEMA A CASCATA AUTOAMPLIFICANTE (UNA VOLTA CHE UN PROENZIMA SI ATTIVA VA AD AGIRE FATTORE SUCCESSIVO TRASFORMANDOLO IN ENZIMA ATTIVO E COSì VIA) , CULMINA NELL’ESPLOSIVA TRASFORMAZIONE DEL FIBRINOGENO IN FIBRINA. LE REAZIONI ENZIMATICHE DELLA COAGULAZIONE SONO, COMUNQUE, CONTROLLATE E MODULATE DAGLI “INIBITORI FISIOLOGICI DELLA COAGULAZIONE”, CHE RIVESTONO UNA FONDAMENTALE IMPORTANZA NELLA IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI A RISCHIO PER TROMBOSI VENOSE ED ARTERIOSE. SUL CHE GLI INIBITORI FISIOLOGICI DELLA COAGULAZIONE ANTITROMBINA III – PROTEINA C / PROTEINA S L’ANTITROMBINA III (AT III) E’ UN INIBITORE FISIOLOGICO DELLA TROMBINA, DEL FATTORE X ATTIVATO (F. Xa) E DI ALTRE PROTEASI SERINICHE DELLA CASCATA COAGULATIVA; E’ DETTA ANCHE CO-FATTORE EPARINICO, PERCHE’ L’EPARINA ACCELERA GRANDEMENTE LA SUA AZIONE DI CONTROLLO DELLA COAGULAZIONE. LA PROTEINA C e LA PROTEINA S SONO PROTEINE VITAMINA K DIPENDENTI CHE INIBISCONO IL F. VIII ED IL F. V. IN PARTICOLARE E’ LA STESSA TROMBINA CHE LEGANDOSI ALLA TROMBOMODULINA ENDOTELIALE ATTIVA LA PROTEINA C, LA CUI AZIONE INIBENTE VIENE ACCELERATA DAL SUO COFATTORE PROTEINA S. GLI INIBITORI FISIOLOGICI DELLA COAGULAZIONE ALTERAZIONI CONGENITE e S. TROMBOFILICA NELLE TROMBOSI VENOSE O ARTERIOSE, DI RECENTE SONO STATE IDENTIFICATE MUTAZIONI CHE POSSONO GENERARE UNA CONDIZIONE DI PREDISPOSIZIONE ALLE MALATTIE TROMBOEMBOLICHE quali: IL DEFICIT DI ANTITROMBINA III, DI PROTEINA C, DI PROTEINA S, IL FATTORE V DI LEIDEIN, LA MUTAZIONE DELLA PROTROMBINA E LE DISFIBRINOGENEMIE. TALI CONDIZIONI PRESENTI DA SOLE O IN VARIA COMBINAZIONE HANNO PERMESSO DI IDENTIFICARE “GRUPPI FAMILIARI AD ALTISSIMO RISCHIO TROMBOEMBOLICO” CON NECESSITA’ DI UN TRATTAMENTO ANTICOAGULANTE PREVENTIVO. IL SISTEMA FIBRINOLITICO COMPONENTE ANTI-EMOSTASTICA LA FIBRINOLISI E’ IN REALTA’ UNA COMPONENTE ANTI- EMOSTATICA, IN QUANTO LA SUA ATTIVAZIONE DETERMINA LA DISSOLUZIONE DEL COAGULO DI FIBRINA. TUTTAVIA E’ IMPORTANTE CONSIDERARE LA FIBRINOLISI NEL CONTESTO DELL’EMOSTASI, PERCHE’ UNA SUA ALTERAZIONE PUO’ ESSERE RESPONSABILE SIA DI FENOMENI TROMBOTICI CHE EMORRAGICI. IL SISTEMA FIBRINOLITICO LA PLASMINA IL PRODOTTO FINALE DELLA FIBRINOLISI E’ LA PLASMINA, ENZIMA PROTEOLITICO, CAPACE DI LISARE LA FIBRINA DEL TROMBO (QUESTA REAZIONE GENERA IL COSIDETTO D-DIMERO). TUTTAVIA LA CAPACITA’ LITICA DI QUESTO ENZIMA SI ESTENDE SU ALTRI FATTORI DELLA COAGULAZIONE, FRA CUI ANCHE IL FIBRINOGENO (QUESTA AZIONE GENERA I COSIDDETTI FDP). IN ALCUNI STATI PATOLOGICI (C.I.D., CIRROSI) SI PUO’ EVIDENZIARE UNA IPERPLASMINEMIA, CHE PROVOCA UNA GRAVE DEPLEZIONE DEI FATTORI COAGULATIVI E CHE SI MANIFESTA CON IMPONENTI EMORRAGIE. IL SISTEMA FIBRINOLITICO ATTIVAZIONE DELLA PLASMINA LA PLASMINA E’ GENERATA DAL PLASMINOGENO; QUESTA ATTIVAZIONE PUO’ ESSERE REALIZZATA ATTRAVERSO TRE DIVERSE VIE: - ATTIVAZIONE INTRINSECA (MEDIANTE IL FATTORE XIIa, LA CALLICREINA ED IL CHININOGENO AD ALTO PESO MOLECOLARE- HMWK); - ATTIVAZIONE ESTRINSECA (MEDIANTE L’ATTIVATORE TISSUTALE DEL PLASMINOGENO (t-PA) RILASCIATO DALLA PARETE VASALE DOPO DIVERSI STIMOLI: STRESS-ATTIVITA’ FISICA-STASI); ATTIVAZIONE FARMACOLOGICA CON UROCHINASI, STREPTOCHINASI O rTPA. - IL SISTEMA FIBRINOLITICO ANTIATTIVATORI LE ATTIVAZIONI SIA DELLA VIA INTRINSECA CHE DELLA VIA ESTRINSECA DELLA FIBRINOLISI, SONO A LORO VOLTA REGOLATE DALLA PRESENZA DI ANTIATTIVATORI PLASMATICI (INIBITORE DELL’ATTIVATORE DEL PLASMINOGENO – PAI ) DALLA PRESENZA DI INIBITORI DELLA PLASMINA CIRCOLANTE (ALFA-2-ANTIPLASMINA, ALFA-2-MACROGLOBULINA, ANTITROMBINA, ALFA1-ANTITRIPSINA, INIBITORE DALLA C1-ESTERASI, ANTICHIMOTRIPSINA). E LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. LE MODALITÀ OPERATIVE DEL LABORATORIO LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. LE MODALITÀ OPERATIVE DEL LABORATORIO LE INDAGINI DI LABORATORIO HANNO COME FINE ULTIMO LA CONFERMA DI UN SOSPETTO DIAGNOSTICO, LA VERIFICA DI UNA DIAGNOSI, L’INDICAZIONE AD UNA TERAPIA o IL CONTROLLO DELL’EFFICACIA DI UNA TERAPIA IN ATTO. PER ASSOVERE A QUESTE ESIGENZE, OGNI PARAMETRO INTERESSATO (DAL CAMPIONE ALLA TRASFORMAZIONE DEI DATI IN UN RISULTATO FINALE) DEVE RISPONDERE A DETERMINATI CRITERI (SICUREZZA DI QUALITA’) LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. ERRORI IN LABORATORIO - METODI DI CONTROLLO SI POSSONO RILEVARE TRE GRUPPI DI ERRORI: 1) ERRORI GROSSOLANI DOVUTI PREVALENTEMENTE A SCAMBIO DI REAGENTI, PIPETTE, STRUMENTI E CAMPIONI (VENGONO EVIDENZIATI PER LA GROSSA DISCREPANZA TRA VALORI OTTENUTI E ATTESI); 2) ERRORI CASUALI LEGATI ALLA CASUALITA’ CHE COMUNQUE AFFERISCONO A TUTTE LE OPERAZIONI E MISURE; 3) ERRORI SISTEMATICI LEGATI A MODIFICAZIONI PIU’ O MENO GRANDI DI UN LOTTO DI REAGENTI, DI UNO STRUMENTO O DI UNA METODICA (SI RIPETONO IN MODO COSTANTE E SONO RICONOSCIUTI DAL CONTROLLO DEI DATI OTTENUTI PER UN CAMPIONE NOTO CON QUELLI CHE SONO STATI OTTENUTI IN ALTRE CONDIZIONI DI REAGENTI, DI STRUMENTI O DI OPERATORI). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. CONTROLLO DI QUALITA’ (CQ) LA VALUTAZIONE DELL’IMPRECISIONE E’ LA MISURA DELLA CONCORDANZA DEI VALORI MISURATI IN ANALISI RIPETUTE SULLO STESSO CAMPIONE NELLA STESSA SERIE (Coefficiente di Variazione INTRASERIE) o TRA SERIE IN GIORNI DIVERSI (Coefficiente di Variazione TRA SERIE). L’INSERIMENTO DI PLASMI DI CONTROLLO A TITOLO NOTO PUO’ ESSERE UNA VALIDA GUIDA PER L’AFFIDABILITA’ DEI METODI. “UN METODO PRESENTA UNA BUONA AFFIDABILITA’ SE TUTTI I VALORI OTTENUTI RIENTRANO IN 2 DS E COMUNQUE NON SUPERANO UNO SCARTO DEL 5%”. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PAZIENTE : • Digiuno • Dieta • Stress • Esercizio fisico • Ora del prelievo • Trattamenti farmacologici • Postura LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PAZIENTE : IL DIGIUNO- LA DIETA Un aspetto di grande importanza NELLA RACCOLTA DEL CAMPIONE DESTINATO ALLE PROVE DI COAGULAZIONE E’ COSTITUITO DAL DIGIUNO (DI ALMENO 12 ORE). Questo stato è imperativo in quanto tutti i fattori della coagulazione e le piastrine risentono della presenza in circolo dei chilomicroni. UN ALTRO DATO DA RACCOGLIERE PRIMA DELL’ESECUZIONE DEL PRELIEVO E’ LA DIETA SEGUITA DAL PAZIENTE. Un esempio di particolare rilievo, è la puntualizzazione del regime dietetico praticato negli ultimi 2-3 giorni nei pazienti sottoposti a terapia con anticoagulanti orali (in particolare l’ingestione di verdure sia esse crude o lessate, soprattutto se a foglie larghe, che per le vitamine in esse contenute possono provocare un falso risultato). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PAZIENTE : LO STRESS-L’ESERCIZIO FISICO-IL FUMO IL PAZIENTE CHE DEVE SOTTOPORSI AD UN PRELIEVO PER COAGULAZIONE NON DEVE ESSERE SOTTO STRESS, NON DEVE AVERE PRATICATO ESERCIZIO FISICO O AVERE FUMATO DA ALMENO 2 ORE, PERCHE’ TUTTE QUESTE CONDIZIONI NON SOLO POSSONO CREARE DIFFICOLTA’ AL REPERIMENTO DELLA VENA, MA ANCHE PROVOCARE UN AUMENTO DELL’EMATOCRITO E UNA ATTIVAZIONE DEI FATTORI COAGULATIVI E DELLE PIASTRINE CHE CONDIZIONERANNO LE PROVE DI LABORATORIO. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PAZIENTE : L’ORA DEL PRELIEVO-LA POSTURA AL FINE DI POTER STANDARDIZZARE LA METODOLOGIA DI RACCOLTA DEL CAMPIONE EMATICO DESTINATO ALLA COAGULAZIONE SI RENDE NECESSARIO CHE L’ORA DEL PRELIEVO VENGA POSTA FRA LE 7.30 E LE 8.30, Sia per tenere conto dei ritmi circadiani che per poter effettuare tutte le determinazioni entro 4 ore. LA POSTURA DEL PAZIENTE CHE SI DEVE SOTTOPORRE AL PRELIEVO VENOSO PUO’ ESSERE DISTESO SU UNA LETTIGA o SEDUTO. La sedia dovrà essere comoda ed accogliente, in un ambiente a temperatura confortevole, mettendo il paziente a suo agio, rispettando la sua privasy, senza rumori sgradevoli o con musica ad alto volume. Tutto ciò renderà il prelievo ben accetto dal paziente, che guarderà l’operatore come una persona amica che non gli arrecherà nocumento. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PRELIEVO VENOSO: • Il prelievo finalizzato • Strumentario per il prelievo • Utilizzazione degli additivi • Stasi venosa • Puntura venosa • Stoccaggio del campione o o o o contenitori temperatura tempo trasporto LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. LA STASI VENOSA LA STASI VENOSA, INDOTTA DAL POSIZIONAMENTO DEL LACCIO EMOSTATICO, DEVE ESSERE RIDOTTA AL MINIMO, IN MODO DA EVITARE UNA CONCENTRAZIONE DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE ED UN AUMENTO DELL’EMATOCRITO. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. LO STRUMENTARIO ED IL PRELIEVO LO STRUMENTARIO PER LA RACCOLTA DEL CAMPIONE DESTINATO ALLE ANALISI DI LABORATORIO PER L’ESECUZIONE DI TESTS DELL’EMOSTASI DEVE ESSERE COSTITUITO DA “MATERIALE ANTICONTATTO” (VETRERIA SILICONIZZATA O MATERIALE DI PLASTICA): DALLE SIRINGHE ALLE CUVETTE AI PUNTALI, IN QUANTO L’EFFETTO “CONTATTO” DA’ INIZIO ALLA COAGULAZIONE PER VIA INTRINSECA, PROVOCANDO UNA DEPLEZIONE DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE ED ALTERANDO QUINDI IL RISULTATO FINALE. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PRELIEVO: METODO DELLA DOPPIA SIRINGA PER IL PRELIEVO, IL METODO MIGLIORE PER EVITARE OGNI POSSIBILE INTERFERENZA E’ QUELLO DELLA DOPPIA SIRINGA, CON AGHI GROSSI (TIPO 21G) MONTATI SU SIRINGHE DI PLASTICA DA 10CC. DOPO AVERE ASPIRATO UNA PICCOLA QUANTITA’ DI SANGUE NELLA SIRINGA VUOTA (QUESTA PROCEDURA PERMETTE IL LAVAGGIO DELL’AGO ALLONTANANDO I FRUSTOLI DI TESSUTO PENETRATI NELL’AGO AL MOMENTO DELLA SUA INTRODUZIONE NELLA CUTE E NELLA VENA) SI DISINSERISCE LA SIRINGA VUOTA E SI INNESTA NELL’AGO TENUTO IN POSIZIONE LA SIRINGA CONTENTE 1 ML DI SODIO CITRATO AL 3,8% (o 0,11 M/L) ED, ASPIRANDO LENTAMENTE, SI PORTA LO STANTUFFO SINO ALLA TACCA 10 ML. ESTRATTA LA SIRINGA DALLA VENA SI PROCEDE AD UNA LENTA OSCILLAZIONE DELLA SIRINGA PER UNA PERFETTA MISCELA FRA ANTICOAGULANTE E SANGUE (RAPPORTO 1/10). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. STOCCAGGIO DEL CAMPIONE PER LE DETERMINAZIONI DI LABORATORIO SULL’EMOSTASI, SI RENDE IMPERATIVO CHE LE ANALISI VENGANO EFFETTUATE ENTRO LE 4 ORE DAL PRELIEVO. SE E’ NECESSARIO IL TRASPORTO, LA PROVETTA, BEN TAPPATA, DEVE ESSERE POSTA A TEMPERATURA PROSSIMA AI 7-10 C° (E’ SUFFICIENTE UNA BORSA TERMICA) IN MODO DA RALLENTARE LE ATTIVITA’ ENZIMATICHE CHE SI ATTIVANO A TEMPERATURA AMBIENTE. PER ALCUNE ANALISI SI PUO’ PROCEDERE ALLO STOCCAGGIO DEL CAMPIONE A MENO 70 C°, dopo avere separato il plasma dalla parte corpuscolata. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. ANTICOAGULANTI ED ADDITIVI L’IMPIEGO DEGLI ANTICOAGULANTI E’ STATO A LUNGO DISCUSSO IN LETTERATURA SPECIALISTICA E SI E’ GIUNTI ALLA CONCLUSIONE CHE IL CITRATO SODICO (0,11M/L – OPPURE 3,8%) RAPPRESENTA L’ANTICOAGULANTE CHE GARANTISCE I RISULTATI PIU’ RIPRODUCIBILI. FRA GLI ADDITIVI, SONO CONSIGLIABILI AL FINE DI INIBIRE LA REATTIVITA’ PIASTRINICA DELLE SOLUZIONI CONTENENTI TEOFILLINA E/O PROSTAGLANDINA E2 (ESISTONO IN COMMERCIO PROVETTE CONTENTI SOLUZIONI GIA’ PREDISPOSTE COME LE “CTAD – TUBES”). PER I TEST FIBRINOLITICI, ALL’ANTICOAGULANTE E’ NECESSARIO AGGIUNGERE UN INIBITORE DEGLI ENZIMI PROTEOLITICI (COME L’AC. EPSILON-AMINO-CAPROICO O L’APROTININA). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. ANTICOAGULANTI: • Sodio Citrato • EDTA-Na2 • EDTA-K2 • Eparina-Na • Eparina-Li • CTAD-Tube • Fx Sodium fluoride / Potassio Oxalate • Miscele varie per inibire le piastrine • Stabilizzanti il sistema fibrinolitico LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. IL PRELIEVO PER TESTS DELLA COAGULAZIONE: – Punti cruciali • • • • • • • Stasi Puntura venosa La “schiuma” I contenitori Il rapporto sangue/anticoagulante Temperatura del lettore Critico o < 4 ore dal prelievo o assenza di emolisi o siero torbido o opalescente o altri composti interferenti LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE NELLA PREPARAZIONE DEL PLASMA PER I TESTS DELLA COAGULAZIONE UN PUNTO CRUCIALE E’ RAPPRESENTATO DALLA CENTRIFUGAZIONE DEL CAMPIONE, CHE DEVE ESSERE ESEGUITA A 3.000 GIRI, PER 10 MIN, IN MODO DA EVITARE LA COMPARSA DI EMOLISI ED ALLONTANARE TUTTA LA PARTE CORPUSCOLATA, SOPRATTUTTO LE PIASTRINE, CHE POSSONO ACCELERARE LE REAZIONI COAGULATIVE. ALLA FINE DELLA CENTRIFUGAZIONE, SE IL PLASMA E’ OPALESCENTE PER LA PRESENZA DI ELEVATI LIVELLI DI CHILOMICRONI E’ NECESSARIO RIPETERE LA CENTRIFUGAZIONE PER ALLONTANARE AL MASSIMO LE PARTICELLE LIPIDICHE. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. PRINCIPALI TEST EMOCOAGULATIVI TRA GLI ESAMI DI LABORATORIO DI PIU’ FREQUENTE RICHIESTA IN CAMPO EMOCOAGULATIVO SONO: - IL TEMPO DI PROTROMBINA (PT), - IL TEMPO DI TROMBOPLASTINA ATTIVATO (aPTT) ed IL DOSAGGIO DEL FIBRINOGENO (FB). I METODI DI LABORATORIO DI PIU’ LARGA DIFFUSIONE SONO FONDATI SULLA VELOCITA’ DI FORMAZIONE DEL COAGULO (END POINT COAGULATIVO), DA CUI SI RISALE ALLA CONCENTRAZIONE PLASMATICA. SONO IN COMMERCIO ALTRI METODI BASATI SULLO SVILUPPO DI COLORAZIONE (TESTS CROMOGENICI), IL CUI IMPIEGO TROVA OGGI LARGO IMPIEGO NEI METODI AUTOMATIZZATI. POSSIBILI DIFETTI DELL’EMOSTASI ESPLORATA MEDIANTE I TEST DI COMUNE IMPIEGO LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. METODI PER IL DOSAGGIO DEL FIBRINOGENO (FATTORE I) a) Metodi basati sulla precipitazione specifica b) Metodi immunologici dosaggio di tutta la proteina c) Metodi chimici e cinetici funzione della molecola LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. aPTT (v-n. 30-40 sec.) LA DETERMINAZIONE DELL’APTT NON PRESENTA PARTICOLARI DIFFICOLTA’, ANCHE SE UNA CERTA DIFFERENZA DI RISULTATI PUO’ ESSERE EVIDENZIATA IN RELAZIONE AL MATERIALE CHE VIENE UTILIZZATO PER DARE INIZIO ALLA COAGULAZIONE. ESISTONO, INFATTI, METODI CHE IMPIEGANO IL CAOLINO ED ALTRI CHE IMPIEGANO L’AC. ELLAGICO; ENTRAMBI AGISCONO SULLA VIA INTRINSECA INNESCANDO LA REAZIONE COAGULATIVA DAL FATTORE XII (DENOMINATO ANCHE FATTORE “CONTATTO”). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. aPTT IL SUO IMPIEGO NELLA DIAGNOSTICA E’ MOLTO DIFFUSO PERCHE’ E’ IN GRADO DI RISPONDERE ALLA DOMANDA SE TUTTI I FATTORI DELLA COAGULAZIONE SONO PRESENTI E FUNZIONALMENTE ATTIVI: IN PRESENZA DI DIFETTI CONGENITI O ACQUISITI DI FATTORI COAGULATIVI SI AVRA’, INFATTI, UN ALLUNGAMENTO DEL SUO VALORE. VIENE USATO, ANCHE, NEL MONITORAGGIO DELLA TERAPIA EPARINICA (UN VALORE 2-3 VOLTE LA NORMA INDICA TERAPIA EPARINICA CORRETTA) LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. PT (SORVEGLIANZA TAO) QUESTO TEST (Valori normali: 12-14 sec. oppure 80-100%) HA OGGI UNA GRANDE RICHIESTA PER IL MONITORAGGIO DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE (T.A.O.) NEL TRATTAMENTO E NELLA PREVENZIONE DELLE TROMBOEMBOLIE E NEI PAZIENTI PORTATORI DI PROTESI VALVOLARI CARDIACHE. INDICAZIONI ALLA TERAPIA ANTICOAGULANTE TERAPIA ANTICOAGULANTE CARATTERISTICHE ED INDICAZIONI DEGLI ANTICOAGULANTI a) ANTICOAGULANTI DIRETTI (EPARINA ED EPARINOIDI) BLOCCANO RAPIDAMENTE LE REAZIONI COAGULATIVE CHE PORTANO ALLA FORMAZIONE DEL TROMBO. b) ANTICOAGULANTI INDIRETTI (FARMACI ANTI VITAMINA K) RIDUCONO CON EFFETTO FARMACOLOGICO RITARDATO (> 24 ORE) LA SINTESI EPATICA E LA CONCENTRAZIONE PLASMATICA DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE F.II – F.VII – F. IX – F. X , CON MARCATO RALLENTAMENTO DELLA FORMAZIONE DEL TROMBO. c) ANTIPIASTRINICI (ASA-TICLOPIDINA-CLOPIDOGREL) INIBISCONO O RIDUCONO CON EFFETTO DOSE DIPENDENTE TUTTE LE REAZIONI PIASTRINICHE PROLUNGANDO LA FASE INIZIALE DELL’EMOSTASI (VASCULO – PIASTRINICA). TERAPIA ANTICOAGULANTE a) DIRETTI : EPARINE – EPARINOIDI (EPARINA SODICA– EPARINA CALCICA – LMW EPARINA) b) INDIRETTI : FARMACI ANTIVITAMINA K (WARFARINA- ACENOCUMAROLO) c) ANTIPIASTRINICI : FARMACI ANTIAGGREGANTI (ASA – TICLOPIDINA – CLOPIDOGREL – ETC.) d) FIBRINOLITICI : FARMACI FIBRINOLITICI (UROKINASI – STREPTOCHINASI – rTPA) TERAPIA ANTICOAGULANTE ANTICOAGULANTI INDIRETTI FARMACI ANTIVITAMINA K WARFARINA = COUMADIN ACENOCUMAROLO = SINTROM TERAPIA ANTICOAGULANTE FARMACI ANTIVITAMINA K (WARFARINA- ACENOCUMAROLO) Sono gli anticoagulanti piu’ utilizzati, in quanto vengono assorbiti per via orale in misura pressochè completa e abbastanza costante. La distribuzione è caratterizzata da una elevata percentuale di legame alla sieroproteine (circa il 97%). Il decadimento plasmatico (T1/2 circa 35 ore per la warfarina e un po’ minore per l’acenocumarolo: 24 ore) dipende dalla velocità di biotrasformazione epatica (sono possibili infatti fenomeni di induzione enzimatica). L’eliminazione di entrambi avviene prevalentemente per via urinaria, sotto forma di metaboliti inattivi. FATTORI VITAMINA K-DIPENDENTE F.II F.VII F.IX F.X FATTORI VITAMINA K-DIPENDENTE F.II F.VII F.IX F.X PIVKA Il blocco della carbossilazione rende i fattori VITAMINA Kdipendenti (F.II, VII, IX e X) incapaci di legarsi ai calcio ioni e quindi ai fosfolipidi di membrana, tappe essenziali per la loro attivita’ procoagulante (PIVKA: Proteins Induced By Vitamin K Absence Or Antagonist). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. VITAMINA K LA VITAMINA K (DA KOAGULATION = COAGULAZIONE) E’ UNA VITAMINA LIPOSOLUBILE, CHE NON SINTETIZZATABILE DALL’ORGANISMO UMANO. ESISTE IN NATURA SOTTO DUE FORME DERIVATE DAL MENADIONE: LA VITAMINA K1 (presente nelle foglie verdi ed in altri vegetali); LA VITAMINA K2 ( sintetizzata dalla flora batterica intestinale). NELL’UOMO E’ DIFFICILE CHE SI MANIFESTI AVITAMINOSI K PER CAUSE ALIMENTARI; SI POSSONO VERIFICARE INVECE SINDROMI CARENZIALI QUANDO LA FLORA BATTERICA SIA STATA MODIFICATA PER TRATTAMENTI ANTIBIOTICI E NELLE FORME IN CUI SI ABBIA UN ALTERATO ASSORBIMENTO INTESTINALE DEI LIPIDI COME NELL’ITTERO OSTRUTTIVO, oppure NEL NEONATO QUANDO LE RISERVE DI VITAMINA K DI PROVENIENZA MATERNA SONO INSUFFICIENTI E LA FLORA BATTERICA INTESTINALE E’ ANCORA SCARSA. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. VITAMINA K BISOGNA RACCOMANDARE AL PAZIENTE DI NON MODIFICARE DRASTICAMENTE LE PROPRIE ABITUDINI ALIMENTARI, MA CERCARE DI ASSUMERE UN QUANTITATIVO COSTANTE DI VITAMINA K CON LA DIETA, SENZA SUPERARE UN APPORTO GIORNALIERO DI 200-300 MICROGRAMMI. POTREBBE ESSERE UTILE FORNIRE AI PAZIENTI UN ELENCO DI PRODOTTI ALIMENTARI, CON L’INDICAZIONE DELLA QUANTITA’ DI VITAMINA K IN ESSI CONTENUTA, ED ESPRESSA IN MICROGRAMMI. VITAMINA K LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. STANDARDIZZAZIONE TROMBOPLASTINE I METODI AD END POINT COAGULATIVO RICHIEDONO L’AGGIUNTA AL PLASMA IN ESAME DI TROMBOPLASTINA ESOGENA E IONI CALCIO, PER CUI LA VELOCITA’ DELLA REAZIONE PER LA FORMAZIONE DEL COAGULO RISULTA CORRELATA SOPRATTUTTO ALLA QUALITA’ E ALLA FUNZIONALITA’ DELLA TROMBOPLASTINA IMPIEGATA. PER UNA STANDARDIZZAZIONE SICURA DEI RISULTATI, E’ STATA OTTENUTA UNA TROMBOPLASTINA DI RIFERIMENTO, CHE POSSIEDE UNA DETERMINATA SENSIBILITA’ (INTERNATIONAL REFERENCE PREPARATION – I.R.P.). A CUI TUTTE LE TROMBOPLASTINE COMMERCIALI DEVONO RAPPORTARSI. QUESTO STANDARD CONSENTE DI SEPARARE COMPLETAMENTE I PAZIENTI SOTTO TERAPIA CON ANTICOAGULANTE ORALE DAI SOGGETTI NORMALI. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. INTERNAZIONAL SENSITIVITY INDEX (I.S.I.) SE IN UNA CARTA DOPPIO LOGARITMICA SI METTONO A CONFRONTO LA TROMBOPLASTINA STANDARD INTERNATIONAL REFERENCE PREPARATION (I.R.P. ) E LA TROMBOPLASTINA COMMERCIALE IN USO, SI OTTIENE UNA RETTA DI CORRELAZIONE CHE PRESENTA UNA PENDENZA (CHIAMATA SLOPE), CI PERMETTE DI CALCOLARE L’I.S.I. (INTERNATIONAL SENSITIVITY INDEX). I.S.I.= SLOPE X (I.S.I – I.R.P) TUTTE LE TROMBOPLASTINE COMMERCIALI RIPORTANO IL LORO I.S.I., CHE PROVIENE PROPRIO DAL CONFRONTO DELLA SENSIBILITà DELLA TROMBOPLASTINA IMPIEGATA E LA TROMBOPLASTINA DI RIFERIMENTO. CHE VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITÀ DELLA TROMBOPLASTINA IN CONFRONTO CON I.R.P. LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. INTERNAZIONAL NORMALIZED RATIO (I.N.R.) IL CALCOLO DELL’I.N.R. VIENE EFFETTUATO MEDIANTE IL RAPPORTO DEL TEMPO DI REAZIONE DEL CAMPIONE (ESPRESSO IN SECONDI) ED IL TEMPO DI REAZIONE DEL PLASMA NORMALE (ESPRESSO IN SECONDI) ED IL RISULTATO CORRETTO PER L’I.S.I. DELLA TROMBOPLASTINA IMPIEGATA. NEI SOGGETTI IN TRATTAMENTO ANTICOAGULANTE IL VALORE DI I.N.R. DEVE ESSERE COMPRESO TRA 2.0 E 4.5 (IN RELAZIONE ALLE PATOLOGIE). LA RACCOLTA CONSAPEVOLE DEL CAMPIONE BIOLOGICO G.L.P. I.N.R. = INTERNATIONAL NORMALIZED RATIO PR = Tempo di reazione del campione (secondi) Tempo di reazione nel plasma normale (secondi) I.N.R. = PR ISI I.S.I. = INTERNATIONAL SENSITIVITY INDEX TRATTAMENTO CON ANTICOAGULANTI ORALI COMPLICANZE EMORRAGICHE DELLA TERAPIA ANTICOAGULANTE GOOD LABORATORY PRACTICE (“buona pratica di laboratorio”) CONCLUSIONI (I) LA BUONA PRATICA DI LABORATORIO RICHIEDE COMPETENZA E PROFESSIONALITA’ IN OGNI ATTO SANITARIO CHE PUO’ ESSERE CAUSA DI ERRORE NEL RISULTATO FINALE (LE CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE, LA CORRETTA ESECUZIONE DEL PRELIEVO VENOSO, LA SCELTA DEGLI ANTICOAGULANTI E DEGLI ADDITIVI, LE CARATTERISTICHE DEL METODO UTILIZZATO, LA SCELTA DEI REATTIVI , LA STANDARDIZZAZIONE DEL METODO E DEI REATTIVI IMPIEGATI). GOOD LABORATORY PRACTICE (“buona pratica di laboratorio”) CONCLUSIONI (II) LA BUONA PRATICA DI LABORATORIO E’ FONDAMENTALE AL FINE DI UN RISULTATO CORRETTO ED AFFIDABILE PER IL MEDICO, CHE DA QUELLE RISULTANZE DOBBIAMO SOTTOLINEARE TRAE DELLE CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE.