GLI ERRORI PREANALITICI: PREPARAZIONE DEL CAMPIONE PER I TEST DI COAGULAZIONE a cura della Dott.Caterina Fanì I test di coagulazione rappresentano uno strumento fondamentale per la diagnosi di patologie legate ai disordini dei fattori della coagulazione e avvelenamenti da anticoagulanti, ma anche un importante esame da eseguire prima di un intervento chirurgico. La maggior parte degli errori di laboratorio scaturisce dalle cosiddette fasi extra-analitiche, di cui la preanalitica rappresenta fino al 60-70%. La non conformità preanalitica del campione è legata a: Qualità (emolisi, lipemia, opalescenza, formazione di un coagulo, contaminazione, raccolta in contenitori inappropriati) Quantità (campione esiguo) Diverse tipologie di errori e procedure non corrette possono alterare il campione da analizzare e quindi falsare i risultati di laboratorio conducendo, nel peggiore dei casi, a false diagnosi e terapie non corrette. Il trattamento del campione, dal prelievo di sangue all'arrivo in laboratorio, è importante per evitare effetti sul risultato finale delle analisi. Principali cause di errori preanalitici nei test di coagulazione: • provetta non corretta • alterato rapporto sangue anticoagulante • errata velocità di centrifugazione • mancata separazione del campione dopo centrifugazione • plasma emolitico,lipemico, itterico • campione coagulato. Prima di eseguire il prelievo è necessario procurarsi la provetta corretta per il test coagulativo. L'anticoagulante utilizzato è il citrato di sodio. Non tutte le provette che lo contengono però essere utilizzate per eseguire i test di coagulazione: ad esempio le provette in sodio citrato con tappo rosa vengono usate in medicina umana per la determinazione della VES e contengono elevate quantità di anticoagulante, quindi, se utilizzate, possono determinare aumento dei tempi di coagulazione. Il nostro laboratorio fornisce provette con sodio citrato (0,25 ml) con tappo giallo; devono essere riempite fino alla linea riportata al lato dell'etichetta, per un volume totale di 2,5 ml, e agitate delicatamente per favorire la miscelazione con l'anticoagulante. Minori o maggiori quantità di campione modificano il rapporto sangue-anticoagulante causando alterazioni dei test della coagulazione. La provetta deve essere quindi centrifugata per 5 minuti a 2000 giri/minuto, il plasma ottenuto deve essere separato e posto in una provetta (eppendorf) senza gel e anticoagulante. Molti campioni arrivano in laboratorio non centrifugati e una volta analizzati presentano un aumento del tempi di PT, aPTT, diminuzione della concentrazione del fibrinogeno e aumento dei D-Dimeri. Particolare attenzione va posta nella velocità di centrifugazione del campione: è necessario osservare attentamente l'unità in cui viene espressa nella nostra centrifuga: in alcuni strumenti, infatti, è espressa in “g” (gravità) e non deve essere confusa con rotazioni al minuto (rpm). Campioni non idonei per la determinazione analitica Campione emolitico. L’emolisi visibile nel campione dopo centrifugazione è definita dalla presenza di concentrazioni di emoglobina libera nel siero o nel plasma >0,30 g/L (18,8mmol/L). Campione lipemico. La lipemia nei campioni è definita in termini di torbidità causata da una elevata concentrazione di lipoproteine visibile ad occhio nudo o quantificabile a 660/700 nm e corrispondente solitamente ad una concentrazione di trigliceridi >1000 mg/dL (11,3 mmol/L) nei campioni di sangue intero e >300 mg/dL (>3,4 mmol/L) nei campioni centrifugati. Campione itterico La definizione di ittero alla sola ispezione visiva del campione centrifugato può non essere attendibile ma solitamente è caratterizzato da colorazione gialla più o meno intensa. Campione coagulato Presenza di micro o macrocoaguli visibili nel campione. Gli errori preanalitici sono spesso dovuti alle caratteristiche del campione e possono essere classificati in: evitabili: errato trattamento del campione ( mancata centrifugazione e/o separazione del plasma) e/o scorretta tecnica di prelievo (mancato digiuno, prelievo difficoltoso) inevitabili: causati da varie patologie (emolisi dovuta a anemie emolitiche, ittero per epatopatie, lipemia come conseguenza di disturbi endocrini). E' quindi importante conoscere gli errori preanalitici in modo da poter interpretare i risultati anche quando le caratteristiche del plasma e del paziente non permettono l'invio di un campione adeguato.