’800 /’900 Tesi • In filosofia il passaggio 800-900 vede il tramonto dell’idea “razionalità forte” sviluppatasi nel corso dell’età moderna. • Tale trapasso avviene in modo graduale e non traumatico (con le eccezioni di Nietzsche e Freud). • e non esclude il permanere di elementi di continuità (idea della autosufficienza assiogica dell’uomo) ’800 /’900 La filosofia moderna ’800 /’900 • Si caratterizza per un concentrarsi dell’attenzione sul soggetto che diviene centro e misura della realtà. Il soggettivismo moderno - 1 Cartesio • La filosofia di Cartesio rappresenta un tentativo di fondare tutto il sapere sull’autoevidenza dell’io. • Misura del vero non è più la corrispondenza all’essere ma la chiarezza la distinzione dell’idea, giudicata dal soggetto. • Dio non è negato, ma relegato, nei fatti, fuori dalla scena del mondo. ’800 /’900 Il soggettivismo moderno - 2 L’ empirismo • Anche per chi indica l’esperienza come unica fonte della conoscenza il rapporto con la realtà è mediato dal soggetto. • La ragione non è un’aprirsi al mondo (intenzionalità) ma un rapportarsi alle idee. • Al punto che persino la sensazione non è più garanzia dell’esistenza di un mondo reale al di fuori del soggetto. ’800 /’900 Il soggettivismo moderno - 3 Kant • Per Kant l’oggetto del nostro sapere (il fenomeno) solo in parte dipende da una realtà data; • Per il resto esso è frutto dell’attività ordinatrice del soggetto che impone alla natura le regole su cui si basa la validità del sapere scientifico. ’800 /’900 • La religione si riconduce alla morale, nella quale l’uomo è auto-nomo, in quanto depositario di una legge razionale universale. L’apice di questa tendenza • Si raggiunge nei grandi sistemi del XIX secolo: ’800 /’900 L’idealismo hegeliano, completamento della “rivoluzione copernicana” di Kant. Il marxismo, rovesciamento materialistico dell’Idealismo. Il positivismo, idolatria del sapere scientifico. Per l’idealismo • La realtà è lo sviluppo dialettico di un’unica infinita soggettività spirituale che si manifesta nel mondo materiale e negli spiriti finiti. ’800 /’900 • Il reale coincide con il razionale che si attua inesorabilmente nella storia. • L’uomo può raggiungere un sapere assoluto (Filosofia) che coincide con la piena autocoscienza dello Spirito. Per il marxismo • La realtà è “produzione sociale dell’esistenza” (forze produttive e rapporti di produzione) • La base economica è la struttura della società, piedistallo concreto su cui si poggia una sovrastruttura giuridicopolitico-culturale • La dinamica della storia è la lotta tra le classi ’800 /’900 Per il positivismo • Il sapere scientifico, in quanto fondato su fatti verificabili, è l’unica forma di sapere. ’800 /’900 • Le domande teologico-metafisiche appartengono ad una fase immatura del pensiero e devono essere abbandonate. • L’estensione delle conoscenze scientifiche consentirà la soluzione di tutti i problemi dell’umanità. Pur opponendosi, idealismo e positivismo si accordano: • Nel ricondurre il finito all’espressione di un infinito (Spirito o materia). • Nella negazione del Mistero: la realtà è totalmente comprensibile alla ragione. • Nell’ottimismo storicistico. • Nell’affermazione della più assoluta autosufficienza dell’uomo che raggiunge i termini di una vera e propria deificazione. ’800 /’900 La crisi della filosofia moderna ’800 /’900 • Viene preconizzata da Nietzsche e da Freud. • Si manifesta pienamente con la messa in discussione dei limiti della pretesa positivista (reazione antipositivista tra ’800 e ’900). Nietzsche • Mette in luce la vera portata della pretesa di autosufficienza dell’uomo moderno. • Se “Dio è morto” non c’è più alcun sostegno per i valori assoluti: non c’è più bene né male, ma anche né vero né falso. • Non ci sono “saperi assoluti” o “fatti” di fronte ai quali inchinare il capo; l’uomo deve farsi Dio e creare, con la sua volontà, un nuovo “senso della terra”. ’800 /’900 Il paradosso di Nietzsche • Sotto un certo aspetto Nietzsche rappresenta un culmine della modernità (tant’è vero che il suo pensiero si prestò a successivi sfruttamenti ideologici) ’800 /’900 • Sotto un altro è proprio la velleitarietà della sua proposta (il superuomo) che rivela la debolezza del sogno dell’uomo moderno ed apre le porte al successivo nichilismo. Freud • Pur incarnando un tentativo “positivista” di portare alla luce della scienza fenomeni considerati ai margini della razionalità, • mette in discussione l’idea dell’uomo padrone di sé e del suo destino grazie alla razionalità scientifica. • L’uomo e i suoi atti non sono sotto il controllo della sua coscienza razionale ma sotto il dominio delle cieche forze dell’inconscio. ’800 /’900 Reazione antipositivista • Si manifesta sia attraverso il sorgere di nuove correnti (Spiritualismo, Pragmatismo, Fenomenologia, Esistenzialismo, ecc.); ’800 /’900 • sia attraverso il ritorno a filosofie precedenti (Neokantismo, Neoidealismo, Neomarxismo, Neopositivismo). Nonostante le differenti posizioni si riconoscono tendenze comuni: ’800 /’900 • Richiamo al concreto • Rifiuto del “sapere assoluto” • Indebolimento della ragione • Abbandono dell’ottimismo moderno Richiamo al concreto • Si rifiutano i sistemi totalizzanti che tematizzano una realtà in cui l’uomo non abita. ’800 /’900 • La filosofia deve “ritornare alle cose” occuparsi dell’uomo nella sua esistenza concreta mettersi al servizio della vita o della trasformazione della realtà. Keine Metaphysik mehr! • Anche in chi si pone in continuità con la polemica antimetafisica ottocentesca deve prendere le distanze dalla “metafisica della scienza” elaborata dal positivismo. ’800 /’900 • Il neopositivismo e neokantismo riportano la riflessione sui fondamenti e la validità del sapere scientifico. Morte della filosofia • Nell’ambito neomarxista si profila, secondo la prospettiva già indicata da Marx, un superamento della filosofia stessa. ’800 /’900 • Essa deve rinunciare al tentativo di fornire una nuova interpretazione del mondo e farsi prassi rivoluzionaria. Rifiuto del sapere assoluto • Tramonta definitivamente la prospettiva del sistema filosofico. ’800 /’900 • La filosofia rinuncia a guardare alla realtà in una prospettiva globale e si rifugia in ambiti ristretti di razionalità. • Si sviluppa, anche in questo campo, quella parcellizzazione di indagini che caratterizza la ricerca scientifica. L’esempio del neoidealismo crociano • Anche chi si pone in continuità con il più pretenzioso tentativo sistematico ottecentesco, è costretto ad abbandonare la prospettiva totalizzante della dialettica hegeliana. ’800 /’900 • La realtà spirituale vive all’interno di separazioni irriducibili: di distinti campi di attività (teoria-pratica,bello-brutto, verofalso, utile-inutile, buono-cattivo). Dal sapere ai “saperi” • Il motivato rifiuto dell’unico sapere assoluto conduce progressivamente alla frantumazione del sapere in tanti saperi autonomi. ’800 /’900 • A farne le spese è la possibilità di accesso della ragione alla verità, il cui significato è sempre meno teoretico e sempre più pratico, utilitaristico, operativo e quindi anche, fatalmente, relativo. Indebolimento della ragione • Per questa via si apre la strada ad una progressiva “abdicazione” alla ragione che alimenterà varie forme di “pensiero debole”, ’800 /’900 • ma anche alla perdita del “ruolo sociale” della filosofia: l’uomo contemporaneo non ha più alcuna domanda da porre ad un filosofo che non ha risposte. Oltre l’ottimismo • Lo sguardo gettato sulla concretezza dell’uomo e della vita mette in luce gli aspetti di precarietà e di limite che il progressismo ottocentesco aveva considerato momenti transitori destinati ad essere superati. ’800 /’900 • La filosofia del novecento spesso li contempla quasi con compiacimento. Il limite e l’assurdo • Per Heidegger: la prospettiva di un’esistenza autentica dell’uomo si riconosce nell’essere-per-la-morte. ’800 /’900 • In Sartre l’uomo è libertà, ma senza un senso che possa dare valore alle sue scelte (“è la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o condurre i popoli”). ’800 /’900 • Ma anche quando costretto a difenderla sul terreno del nulla l’uomo post-moderno non rinuncia alla propria autosufficienza. « Se con la moltiplicazione delle immagini del mondo perdiamo il “senso della realtà”, come si dice, forse non è poi una gran perdita. […] Dovremmo contrapporre a questo mondo la nostalgia di una realtà solida, unitaria, stabile e “autorevole”? Una tale nostalgia rischia di trasformarsi continuamente in un atteggiamento nevrotico, nello sforzo di ricostruire il mondo della nostra infanzia, dove le autorità familiari erano insieme minacciose e rassicuranti. » ’800 /’900 G.Vattimo, La società trasparente « […] l’uomo è giunto dinanzi a un limite, un passo oltre e potrà sprofondare, perdersi completamente. […] È un luogo impossibile? Molti motivi avremmo per dichiarare invalicabile questo limite: per elaborare una logica della rinuncia che ci permetta di vivere senza valori. L’“ultimo uomo” è l’uomo del compromesso che ha imparato a convivere con il nulla. Il passo in piú è un avventurarsi difficile: la soglia cela un’altra soglia, e sempre ci ritroveremo dinanzi a essa mentre ci saremo incamminati per una via tortuosa, accidentata, lunghissima e faticosa. […] Non è possibile librarsi in volo e liberamente spaziare come un uccello nell’aria: forse l’unica alternativa è imparare a strisciare imitando il serpente, poiché solo aderendo alla terra avremo una possibilità di sollevarci sopra di essa. » ’800 /’900 G.Vattimo, P.Rovatti, Il pensiero debole ’800 /’900