CICLO CELLULARE e CONTROLLO DELLA PROLIFERAZIONE CELLULARE CONTROLLO DELLA PROLIFERAZIONE CELLULARE • Una popolazione cellulare (come un tessuto o un organo) per svolgere adeguatamente la sua funzione, deve controllare le proprie dimensioni, evitando sia un accumulo eccessivo di cellule sia un’eccessiva perdita. • La perdita di questo tipo di controllo, per mancata morte (per apoptosi o per senescenza) o differenziamento cellulare, o per aumentata capacità di proliferazione, porta alla formazione di un tumore. • Per questo, la comprensione dei meccanismi con cui le singole cellule (eucariotiche) si dividono e dei controlli molecolari, ovvero lo studio del ciclo cellulare, riveste notevole importanza. Il ciclo cellulare è una serie ordinata di eventi che portano alla divisione cellulare FASE G1: Dopo la MITOSI, le cellule figlie neoformate iniziano un periodo di riposo di lunghezza variabile durante il quale non si attua la sintesi di DNA. Questo intervallo di tempo è definito come GAP 1 o G1. Le cellule possono entrare in uno stato quiescente definito G0 la cui durata è variabile. FASE S: La fase G1 ha una durata diversa per ogni tipo di cellula. Ad esso segue una fase di sintesi di acidi nucleici (duplicazione del DNA). Tale fase è detta di sintesi o fase S. FASE G2: Alla fase di sintesi, segue un’altra fase di quiescenza senza divisione cellulare durante la quale il DNA della cellula è doppio. Tale fase è detta GAP 2 o G2. La fase G1, S e G2 si definiscono come interfase del ciclo cellulare. FASE M: La fase M del ciclo cellulare rappresenta la mitosi o divisione mitotica, a cui segue la citodieresi. La mitosi è un processo continuo, senza pause e conduce alla formazione di due cellule figlie. Si divide in 4 fasi. La durata del ciclo cellulare varia con la specie, il tipo di cellula e le condizioni di crescita. Sulla base delle attitudini proliferative si possono distinguere: 1. Cellule in attiva proliferazione (es. cellule epitelio intestinale, cellule staminali) 2. Cellule stabili, uscite dal ciclo (in G0), ma che possono rientrarvi con specifici stimoli e trattamenti (es. cellule epatiche, linfociti) 3. Cellule perenni uscite definitivamente dal ciclo dopo il loro differenziamento (sempre in G0) (es. cellule muscolari, neuroni) Le fasi M ed S del ciclo cellulare sono le sole facilmente rilevabili, e delle quali è stato possibile stabilire sperimentalmente la durata che è costante. In un ciclo cellulare di mammifero, per esempio, la fase S dura circa 8h, mentre la fase M dura circa 1h. La sequenza ordinata delle diverse fasi del ciclo cellulare, e la loro “gerarchia” sono state dedotte da esperimenti di fusione cellulare Da cosa dipende il passaggio in fase S o M ? Presenza di un complesso proteico chiamato chinasi ciclinadipendente (CdK), che fosforila alcune proteine cambiandone così la conformazione. Come i complessi CDK-ciclina promuovono la progressione del ciclo cellulare ? + Ciclina inattiva Composto attivato CDK inattiva fosforilazione Proteina substrato P P Proteina substrato P Esempi di proteine substrato che vengono fosforilate: lamina nucleare, proteine istoniche, proteina Rb… P P Ciclina legata dalla ubiquitina e degradata nel proteasoma a livello del citoplasma CDK inattiva Diverse cdk e diverse cicline regolano il passaggio attraverso le varie fasi del ciclo nelle cellule di mammifero Molti fattori di crescita stimolano le cellule a dividersi Viene indotta l’espressione di geni i cui prodotti sono indispensabili per il passaggio alle fasi successive del ciclo cellulare (es. enzimi per replicazione DNA) PDGF + RTK Attivazione RAS Guarigione della ferita Avvio ciclo cellulare Cascata MAP-chinasi Fosforilazione proteine bersaglio, es. fattori trascrizionali Produzione cicline G1 Meccanismo di arresto del ciclo cellulare indotto da p53 in risposta a un danno al DNA p53 p53, p21 e RB normalmente bloccano il ciclo cellulare e sono definite soppressori tumorali Geni che regolano la divisione cellulare Geni il cui prodotto proteico promuove un aumento del numero di cellule (oncogeni) Geni il cui prodotto proteico induce una riduzione del numero di cellule (oncosoppressori). Oncogeni = acceleratori Oncosoppressori = freni MPF fattori di della fase M promozione Controllo passaggio metafase anafase per verificare il corretto attacco dei cromosomi sul fuso Profase • Durante l’interfase, il DNA è sotto forma di cromatina nucleare • Durante la profase i cromosomi si condensano assumendo la loro forma tipica e diventano visibili al microscopio ottico • Ogni cromosoma è costituito da 2 subunità dette cromatidi fratelli • La membrana nucleare scompare • Inizia a formarsi il fuso mitotico costituito da microtubuli • Alcuni microtubuli si inseriscono sulla parte centrale dei cromosomi (centromero) I due cromatidi di ciascun cromosoma sono collegati ai due poli opposti tramite i loro cinetocori. Metafase • Negli eucarioti superiori il passaggio dalla profase alla metafase è segnato dalla scomparsa del nucleo • I cromosomi si spostano verso la porzione mediana della cellula • Il fuso è completamene formato e i cromosomi sono disposti all’equatore della cellula • Ogni centromero è collegato a microtubuli diretti verso i poli opposti della cellula Anafase • Questa fase inizia quando i microtubuli del cinetocore iniziano ad accorciarsi trascinando i cromatidi • I cromatidi si spostano verso i poli opposti della cellula • I microtubuli polari si allungano allontanando le 2 estremità della cellula Telofase • Quando il movimento dei cromatidi si è completato inizia la telofase • I cromatidi (cromosomi figli) si despiralizzano e i cromosomi diventano invisibili • Si riforma la membrana nucleare • Il fuso inizia a sparire nel momento di transizione anafase/telofase Citodieresi • La citodieresi rappresenta la separazione fisica delle due cellule figlie • La membrane plasmatica si separa in due • Il solco sulla membrana plasmatica si forma grazie a microfilamenti localizzati sotto la membrana stessa (anello contrattile di actina e miosina) • Il solco sarà perpendicolare al fuso mitotico (zona equatoriale) I gameti hanno un n° di cromosomi metà di quello delle cellule somatiche Cellule somatiche → cromosomi diploide 2n n° di Gameti → n° di cromosomi aploide n I gameti subiscono la meiosi una particolare divisione, che dimezza il n° dei cromosomi La fecondazione ristabilisce nello zigote il n° diploide di cromosomi Meiosi Le tetradi Nella metafase I, in ogni coppia di omologhi, il cinetocore di ciascuno dei due cromatidi di un cromosoma si legano a microtubuli provenienti da un polo segregazione degli omologhi Assortimento indipendente: gli omologhi di una coppia si distribuiscono tra le due cellule in modo indipendente dai cromosomi omologhi delle altre coppie I cromosomi paterni e materni si mescolano nelle cellule; aumenta la variabilità genetica Tra le due divisioni meiotiche i cromosomi non si duplicano La meiosi II è molto simile alla mitosi I cinetocori dei 2 cromatidi fratelli si connettono a microtubuli provenienti dai poli opposti Quadro riassuntivo delle differenze tra mitosi e meiosi Mitosi Meiosi 2 cellule figlie 4 prodotti meiotici N°cromosomi per cellula mantenuto 2n N° cromosomi dimezzato 2n n 2n 2n Sintesi del DNA prima della divisione n Sintesi del DNA prima delle 2 divisioni meiotiche 4 3 2 1 G1 S G2 n M G1 n 4 3 2 1 S M1 M2 Quadro riassuntivo delle differenze tra mitosi e meiosi Mitosi Gli omologhi non si appaiano Il crossing over e’ raro I centromeri si dividono in anafase Processo conservativo: le cellule figlie sono identiche alle parentali Meiosi Gli omologhi si appaiano in profase I Si verifica almeno un crossing over per coppia di omologhi I centromeri si dividono solo in anafase II Il processo promuove la variabilita’ tra i prodotti della divisione cellulare