Lezione giovedì 24 novembre 2016 File

CICLO CELLULARE
e
CONTROLLO DELLA
PROLIFERAZIONE
CELLULARE
CONTROLLO DELLA
PROLIFERAZIONE CELLULARE
• Una popolazione cellulare (come un tessuto o un organo)
per svolgere adeguatamente la sua funzione, deve
controllare le proprie dimensioni, evitando sia un
accumulo eccessivo di cellule sia un’eccessiva perdita.
• La perdita di questo tipo di controllo, per mancata morte
(per apoptosi o per senescenza) o differenziamento
cellulare, o per aumentata capacità di proliferazione,
porta alla formazione di un tumore.
• Per questo, la comprensione dei meccanismi con cui le
singole cellule (eucariotiche) si dividono e dei controlli
molecolari, ovvero lo studio del ciclo cellulare, riveste
notevole importanza.
Il ciclo cellulare è una serie ordinata di
eventi che portano alla divisione cellulare
FASE G1: Dopo la MITOSI, le cellule figlie
neoformate iniziano un periodo di riposo di
lunghezza variabile durante il quale non si
attua la sintesi di DNA. Questo intervallo di
tempo è definito come GAP 1 o G1.
Le cellule possono entrare in uno stato
quiescente definito G0 la cui durata è
variabile.
FASE S: La fase G1 ha una durata diversa per
ogni tipo di cellula. Ad esso segue una fase di
sintesi di acidi nucleici (duplicazione del DNA).
Tale fase è detta di sintesi o fase S.
FASE G2: Alla fase di sintesi, segue un’altra
fase di quiescenza senza divisione cellulare
durante la quale il DNA della cellula è doppio.
Tale fase è detta GAP 2 o G2.
La fase G1, S e G2 si definiscono come
interfase del ciclo cellulare.
FASE M: La fase M del ciclo cellulare
rappresenta la mitosi o divisione mitotica, a
cui segue la citodieresi.
La mitosi è un processo continuo, senza pause
e conduce alla formazione di due cellule figlie.
Si divide in 4 fasi.
La durata del ciclo cellulare varia con la specie,
il tipo di cellula e le condizioni di crescita.
Sulla base delle attitudini proliferative si
possono distinguere:
1.
Cellule in attiva proliferazione (es. cellule
epitelio intestinale, cellule staminali)
2. Cellule stabili, uscite dal ciclo (in G0), ma
che possono rientrarvi con specifici stimoli e
trattamenti (es. cellule epatiche, linfociti)
3. Cellule perenni uscite definitivamente dal
ciclo dopo il loro differenziamento (sempre
in G0) (es. cellule muscolari, neuroni)
Le fasi M ed S del ciclo cellulare sono
le sole facilmente rilevabili, e delle
quali è stato possibile stabilire
sperimentalmente la durata che è
costante.
In un ciclo cellulare di mammifero,
per esempio, la fase S dura circa 8h,
mentre la fase M dura circa 1h.
La sequenza ordinata delle diverse fasi del ciclo cellulare,
e la loro “gerarchia” sono state dedotte da esperimenti di
fusione cellulare
Da cosa dipende il passaggio in fase S o M ?
Presenza di un complesso proteico chiamato chinasi ciclinadipendente
(CdK),
che
fosforila
alcune
proteine
cambiandone così la conformazione.
Come i complessi CDK-ciclina promuovono
la progressione del ciclo cellulare ?
+
Ciclina
inattiva
Composto
attivato
CDK
inattiva
fosforilazione
Proteina substrato
P
P
Proteina substrato
P
Esempi di proteine substrato
che
vengono
fosforilate:
lamina
nucleare,
proteine
istoniche, proteina Rb…
P
P
Ciclina
legata
dalla
ubiquitina e degradata
nel proteasoma a livello
del citoplasma
CDK
inattiva
Diverse cdk e diverse cicline regolano il passaggio attraverso le
varie fasi del ciclo nelle cellule di mammifero
Molti fattori di crescita stimolano
le cellule a dividersi
Viene indotta l’espressione di geni i
cui prodotti sono indispensabili per
il passaggio alle fasi successive del
ciclo cellulare (es. enzimi per
replicazione DNA)
PDGF
+
RTK
Attivazione RAS
Guarigione della ferita
Avvio ciclo cellulare
Cascata MAP-chinasi
Fosforilazione proteine
bersaglio, es. fattori
trascrizionali
Produzione cicline G1
Meccanismo di arresto del ciclo cellulare indotto
da p53 in risposta a un danno al DNA
p53
p53, p21 e RB
normalmente
bloccano il ciclo
cellulare e sono
definite
soppressori
tumorali
Geni che regolano la divisione cellulare
Geni il cui prodotto
proteico promuove un
aumento del numero di
cellule (oncogeni)
Geni il cui prodotto
proteico
induce
una
riduzione del numero di
cellule (oncosoppressori).
Oncogeni = acceleratori
Oncosoppressori = freni
MPF
fattori di
della fase M
promozione
Controllo passaggio metafase 
anafase per verificare il corretto
attacco dei cromosomi sul fuso
Profase
• Durante l’interfase, il DNA è sotto forma di
cromatina nucleare
• Durante la profase i cromosomi si condensano
assumendo la loro forma tipica e diventano visibili
al microscopio ottico
• Ogni cromosoma è costituito da 2 subunità dette
cromatidi fratelli
• La membrana nucleare scompare
• Inizia a formarsi il fuso mitotico costituito da
microtubuli
• Alcuni microtubuli si inseriscono sulla parte
centrale dei cromosomi (centromero)
I due cromatidi di ciascun cromosoma
sono collegati ai due poli opposti
tramite i loro cinetocori.
Metafase
• Negli eucarioti superiori il passaggio dalla profase
alla metafase è segnato dalla scomparsa del nucleo
• I cromosomi si spostano verso la porzione mediana
della cellula
• Il fuso è completamene formato e i cromosomi sono
disposti all’equatore della cellula
• Ogni centromero è collegato a microtubuli diretti
verso i poli opposti della cellula
Anafase
• Questa fase inizia quando i
microtubuli del cinetocore
iniziano
ad
accorciarsi
trascinando i cromatidi
• I cromatidi si spostano verso
i poli opposti della cellula
• I
microtubuli
polari
si
allungano allontanando le 2
estremità della cellula
Telofase
• Quando il movimento dei cromatidi si è
completato inizia la telofase
• I cromatidi (cromosomi figli) si despiralizzano
e i cromosomi diventano invisibili
• Si riforma la membrana nucleare
• Il fuso inizia a sparire nel momento di
transizione anafase/telofase
Citodieresi
• La citodieresi rappresenta la separazione fisica delle
due cellule figlie
• La membrane plasmatica si separa in due
• Il solco sulla membrana plasmatica si forma grazie a
microfilamenti localizzati sotto la membrana stessa
(anello contrattile di actina e miosina)
• Il solco sarà perpendicolare al fuso mitotico (zona
equatoriale)
I gameti hanno un n° di cromosomi
metà di quello delle cellule
somatiche
Cellule somatiche →
cromosomi diploide 2n
n°
di
Gameti → n° di cromosomi aploide n
I gameti subiscono la
meiosi una particolare
divisione, che dimezza il
n° dei cromosomi
La
fecondazione
ristabilisce nello zigote il
n° diploide di cromosomi
Meiosi
Le tetradi
Nella metafase I, in ogni coppia di omologhi, il cinetocore di
ciascuno dei due cromatidi di un cromosoma si legano a
microtubuli provenienti da un polo  segregazione degli
omologhi
Assortimento indipendente: gli omologhi di una coppia si
distribuiscono tra le due cellule in modo indipendente dai
cromosomi omologhi delle altre coppie
I cromosomi paterni e materni si mescolano nelle
cellule; aumenta la variabilità genetica
Tra le due divisioni meiotiche i cromosomi non si duplicano
La meiosi II è molto simile alla mitosi
I cinetocori dei 2 cromatidi
fratelli si connettono a
microtubuli provenienti dai
poli opposti
Quadro riassuntivo delle differenze tra mitosi e meiosi
Mitosi
Meiosi
2 cellule
figlie
4 prodotti
meiotici
N°cromosomi per
cellula mantenuto
2n
N° cromosomi
dimezzato
2n
n
2n
2n
Sintesi del
DNA prima
della
divisione
n
Sintesi del
DNA
prima delle 2
divisioni
meiotiche
4
3
2
1
G1
S
G2
n
M
G1
n
4
3
2
1
S
M1
M2
Quadro riassuntivo delle differenze tra mitosi e meiosi
Mitosi
Gli omologhi
non si
appaiano
Il crossing over e’ raro
I centromeri si dividono in anafase
Processo conservativo:
le cellule figlie sono identiche
alle parentali
Meiosi
Gli omologhi si
appaiano in profase I
Si verifica almeno un
crossing over per coppia
di omologhi
I centromeri si
dividono solo
in anafase II
Il processo promuove la variabilita’ tra i
prodotti della divisione cellulare