Il Sud nella storia degli Stati Uniti

Il Sacro Romano Impero,
la monarchia asburgica
e il Regno di Prussia
Il Sacro Romano Impero
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Il Sacro Romano Impero era un insieme di territori dell’Europa centrale e occidentale, nato
nell’alto Medioevo ed esistito per circa un millennio, finché cessa di esistere nel 1806 su
pressione napoleonica.
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Come anno di fondazione si considera in genere il 962, data dell'incoronazione di Ottone I,
ma molti includono nella sua storia anche l’Impero carolingio, segnando come data d’inizio
della storia imperiale l’incoronazione di Carlo Magno nell’800.
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Oltre che una realtà territoriale – comprendente inizialmente la Francia, l’Italia centrosettentrionale e la Germania – l’impero designava anche il potere (teorico) di governo
sull’intera cristianità.
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Con Carlo IV di Lussemburgo (1346-78) il nucleo territoriale del potere imperiale viene
spostato più a est (in Boemia), prefigurando la definitiva dislocazione centro-orientale
dell’impero sotto la casa di Asburgo. Si riduce di fatto al Regno di Germania, elettivo, e al
Regno d’Italia, sempre più nominale dopo la nascita delle signorie e poi dei principati.
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Dal 1512, sotto l’imperatore Massimiliano I di Asburgo, viene utilizzata la dizione Sacro
Romano Impero della Nazione Germanica, già attestata nel 1417.
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Proprio quando l’impero di Carlo V (dal 1519), per eredità e vicende politiche, sembra
costituire una monarchia unitaria vastissima, l’unità religiosa viene infranta dalla Riforma e
dalle guerre fra principi tedeschi protestanti e imperatore, concluse nel 1555 con la pace di
Augusta.
La struttura-1
• Nel corso dei secoli, il diritto all’imposizione fiscale, il diritto
di monetazione e molte altre regalie erano passati alle
signorie territoriali e alle città.
• L’impero non disponeva quindi né di entrate fiscali, né di un
proprio esercito, e neanche di una politica estera, perché le
sue diverse componenti seguivano proprie politiche di
alleanze.
• Nel 1495 la Dieta di Worms porta a termine la Riforma
imperiale per assicurare una struttura unitaria all’Impero.
Fra l’altro vengono istituiti i Circoli Imperiali di Stato (distretti
territoriali) e la Corte della Camera imperiale (una sorta di
tribunale).
La struttura-2
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Il Reich è regolato da una costituzione consuetudinaria.
Le istituzioni principali sono:
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1) l’imperatore, elettivo. Con la Bolla d’oro emanata da Carlo IV nel
1356 viene regolamentata l’elezione imperiale. Gli elettori sono otto,
tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Magonza, di Treviri e di Colonia) e
cinque laici (il duca di Baviera e il re di Boemia, cattolici; il margravio
del Brandeburgo, il duca di Sassonia e l’elettore del Palatinato,
protestanti).
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2) la Dieta (Reichstag), costituita dai rappresentanti dei principi aventi
diritto di seggio e di voto, che votava i sussidi militari e le tasse
imperiali.
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3) il Tribunale aulico, per risolvere le controversie fra i signori
territoriali, la nobiltà e i ceti.
Le paci di Vestfalia (1648)
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I conflitti religiosi e la guerra dei Trent’anni portano al definitivo
sgretolamento della compagine imperiale; dopo le paci di Vestfalia, con
il riconoscimento della piena sovranità degli Stati, l’Impero è ormai una
confederazione di principi tedeschi, priva però di un proprio esercito e
di un vero indirizzo politico, sotto la presidenza, di fatto ereditaria, degli
Asburgo d’Austria.
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Sono circa trecento gli Stati sovrani, aventi diritto di seggio e di voto
alla Dieta permanente a Ratisbona, dove i deputati dei principi
deliberavano sugli affari germanici o di rilievo internazionale per
l’Impero, e da circa 1.500 signorie di fatto sovrane (avevano un esercito,
battevano moneta, legiferavano), ma prive di riconoscimento
internazionale.
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Nel 1681 nasce la Nuova Costituzione di difesa dell’Impero. Gli Stati
tedeschi, ripartiti nei dieci circoli imperiali, sono distinti in:
Grandi Elettori; territori degli altri principi con diritto di voto alla Dieta
(ecclesiastici distinti in arcivescovi, vescovi, prevosti, prelati, abati, e
laici distinti in duchi, margravi, langravi, principi e conti); e infine
cinquantuno città libere imperiali.
L’espansione verso Est
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Sul finire del XII secolo la regione baltica comincia ad essere oggetto di attenzione da parte
del mondo cattolico, incontrando forti resistenze presso la popolazione locale. Nel 1202
viene fondato l’Ordine cavalleresco dei Portaspada al fine di cristianizzare la regione, ma i
missionari cristiani inviati nella regione vengono massacrati. Papa Innocenzo III allora
proclama una crociata: nel 1206 i Portaspada conquistano la regione e convertono
forzatamente le popolazioni al cristianesimo.
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Nell’area opera anche l’Ordine Teutonico (Ordine dei Fratelli della Casa Ospitaliera di Santa
Maria dei Teutonici in Gerusalemme), che contribuisce a una vasta opera di conquista e
cristianizzazione dei territori occupati da tribù baltiche, perlopiù pagane. Nel 1466, dopo
una guerra con la Polonia, il dominio territoriale dell'Ordine viene ridotto alla sola Prussia
Orientale.
Ostsiedlung (Colonizzazione dell'Est) è il termine tedesco che indica la colonizzazione
realizzata tra il XII ed il XV secolo dai popoli germanici verso l’Europa dell’Est. I tedeschi,
partendo dalla moderna Germania occidentale e centrale, fondarono insediamenti nelle
regioni meno popolate dell’Europa centro-orientale e orientale. Le aree interessate si
estendevano all’incirca dalla Slovenia all’Estonia, e verso est in Transilvania. In parte
l’Ostsiedlung seguì l'espansione territoriale del Sacro Romano Impero e dell’Ordine
Teutonico.
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Nel 1525 il trentasettesimo grande maestro dell’Ordine, Alberto di Hohenzollern-Ansbach,
si converte al luteranesimo e secolarizza i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di
duca di Prussia. Quanto sopravvive dell’Ordine rimane in possesso di alcuni territori del
Sacro Romano Impero e della Livonia, che nel 1561 viene a sua volta secolarizzata nel
Ducato di Curlandia.
La Riforma protestante
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La Riforma protestante – grazie anche alla precedente assunzione da
parte dei principi del controllo effettivo della vita ecclesiastica –
consente allo Stato di annettersi l’intero campo delle pretese fiscali
estromettendone la Chiesa, d’impadronirsi di una quota molto
rilevante della proprietà ecclesiastica e di attivare quel radicale
processo di ridefinizione dei diritti fondiari dei contadini che ha il suo
momento più clamoroso nelle enclosures inglesi dell’età dei Tudor.
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Ciò determina pure un processo di «confessionalizzazione» degli Stati
territoriali, cioè la tendenza ad assorbire nel proprio ambito interessi e
finalità religiose, e un’accelerazione verso l’assolutismo, anche perché
l’assunzione delle funzioni vescovili da parte del principe rende
necessaria la costruzione di una struttura amministrativa
ecclesiastica.
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La chiesa anglicana fu fra le chiese riformate la più compiacente verso
lo Stato nazionale, offrendo un solido supporto alle tendenze
assolutistiche del re.
La nascita del Regno di Prussia
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La Marca viene assegnata a Federico VI di Hohenzollern (che
diventa il margravio Federico I di Brandeburgo), il quale stabilisce la
sua residenza a Berlino. Nel 1539 la Marca aderisce alla Riforma.
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Il ramo brandeburghese degli Hohenzollern persegue una politica di
progressivo allargamento del proprio potere nonostante la
posizione delicata, fra Danimarca, Svezia e Polonia. Nella seconda
metà del XVII secolo Federico Guglielmo, detto il Grande Principe
riesce a espandere e consolidare il potere della marca, ad armare
riesce marina e a conquistare colonie in Africa e nei Caraibi. Ma i
suoi possedimenti non sono confinanti fra loro e e ciascuno ha un
proprio governo.
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Nel 1657 acquista la sovranità sul Ducato di Prussia (Borussia), che
nel 1701 ottiene lo status di regno. Suo figlio Federico I sarà il primo
re di Prussia.
Tentativi assolutistici
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In Prussia un momento importante nel passaggio all’assolutismo è
l’imposizione di un nuovo tributo, l’accisa urbana sui beni di
consumo, la cui amministrazione viene affidata a un apparato sotto il
controllo diretto del sovrano. In questo modo viene aggirato il
tradizionale consenso degli Stati in materia di tassazione e li solleva
anche dal coinvolgimento nell’esazione.
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Al Consiglio privato viene affiancato un Commissariato generale di
guerra. Al primo resteranno le attribuzioni giurisdizionali e al secondo
le funzioni sia di comando dell’esercito sia di ministro della guerra e
delle finanze. La burocrazia prussiana si sviluppa in senso accentrato
proprio a partire dai commissariati militari e fiscali.
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La nobiltà viene privata del potere politico e costituzionale ma è
ricompensata con i posti-chiave nell’organizzazione burocratica e
militare, anche se non è escluso un sistema di reclutamento basato
sul merito.
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Con Federico II il Grande i Consigli non sono organizzati più su base
territoriale ma secondo criteri funzionali: economia, fisco e polizia. Si
gettano le basi per la creazione di un sistema ministeriale, articolato
su sei dicasteri.
La monarchia austriaca
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La monarchia asburgica includeva i territori governati dal ramo
austriaco della casata degli Asburgo e poi dalla Casa AsburgoLorena fra il 1745 e il 1867-1918; l’arciducato d’Austria ne era il
centro e Vienna la capitale.
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Con la Prammatica Sanzione del 1713 l’imperatore Carlo VI adotta
una nuova legge di successione dinastica. Essa viene considerata
come l’atto fondante della monarchia asburgica, perché fino a quel
momento non esisteva alcun atto costitutivo che stabilisse
l’appartenenza ad uno Stato unitario dei territori soggetti alla Corona
austriaca.
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Giuseppe II introduce più di 6000 editti e 11.000 nuove leggi
disegnate appositamente per regolare e riorganizzare ogni aspetto
dell’Impero. Nel 1784 il tedesco diventa lingua ufficiale.
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Nel 1804 Francesco I proclama l’Impero d’Austria, che nel 1867
diventa Austria-Ungheria.