Lezione 4
Domanda di lavoro ed equilibrio del
mercato del lavoro
Economia del lavoro 2013-2014
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Pro memoria: valore marginale e
valore medio
 Il valore marginale di una variabile dipendente è
quello prodotto dall’ultima unità aggiunta di quella
indipendente.
 Se Ld=f(Y), La domanda marginale di lavoro è data
da dLd/dY, cioè dal lavoro richiesto per produrre una
unità in più di Y rispetto al valore attuale.
 Se il valore marginale è crescente, è superiore al
valore medio; se calante è inferiore.
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Domanda di lavoro in mercati
concorrenziali
L’impresa può vendere la quantità che vuole
e per lei tutti i prezzi sono dati
La produttività marginale del lavoro è calante
La produttività marginale del lavoro deve essere eguale
al salario
Se il salario cala, la produttività marginale del lavoro
diventa superiore ad esso: conviene assumere, fino a
quando non si torna alla parità.
Se il salario scende, la la produttività marginale del
lavoro diventa inferiore ad esso: conviene licenziare,
fino a quando non si torna alla parità.
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Critica di quanto sopra
 Raramente le imprese sono in concorrenza perfetta
 L’adeguamento al mercato avviene tipicamente sulla quantità e




non sui costi
L’adeguamento della quantità di lavoro alla produzione è
discontinuo
Nel breve periodo contano più le condizioni di utilizzo e la
flessibilità di impiego del lavoro
Possiamo comunque assumere che ci sia una relazione inversa
fra Ld e W, ma come dimostra la crisi attuale non va
sopravvalutata
Teoria del salario efficienza (si veda più avanti)
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La domanda di lavoro dell’impresa nel
lungo periodo
 Nel lungo periodo l’impresa può modificare la tecnologia e la
dotazione di capitale
 Ne consegue che la domanda di lavoro sarà … rigida di quella
di breve periodo
 Meno. Infatti, se cala w aumenterà l’occupazione, ci sarà un
maggior ricavo, e se il periodo di calo di w è appunto lungo si
investirà di più, e quindi si occuperà più lavoro.
 A contrario, se i salari crescono per un lungo periodo l’impresa
cambierà tecnologia e si sposterà verso tecnologie più capital
intensive, e questo effetto si aggiungerà a quello della crescita
di w.
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La domanda di lavoro aggregata
 Invece la domanda di lavoro aggregata (per
esempio a livello di settore) è più rigida di
quella dell’impresa.
 Se cala w aumenta la domanda di lavoro di
tutte le imprese; aumenta quindi la
produzione; aumenta l’offerta; cala il prezzo e
ciò fa sì che le imprese debbano ridurre la
quantità di lavoro.
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Il costo quasi-fisso del lavoro









Abbiamo assunto fin qui implicitamente che Ld =f(W,Y)
In questa funzione c’è una componente fissa
Costi di hiring-firing
Costi di sostituzione per assenza
Costi di formazione
Costi di apprendimento on-the-job
Costi di contabilità
Parti fisse della retribuzione
Non ho presenti studi recenti; si stima in generale che oscillino
fra il 10 e il 20%
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Conseguenze della presenza di costi
fissi
 La presenza di costi fissi rende l’occupazione …
sensibile al ciclo economico
 Meno. Infatti se licenzia nella fase bassa del ciclo e
riassume in quella alta l’impresa incorre in costi di
formazione e di hirng-firing.
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Altre conseguenze della presenza di
costi fissi
 La maggiore stabilità occupazionale del
lavoro qualificato.
 L'importanza dell'anzianità.
 la rilevanza del lavoro straordinario.
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Seguito: un dilemma del prigioniero
 Comprensibilmente, i padroni ritengono che una
riduzione dei costi fissi del lavoro favorirebbe
l’andamento dell’impresa e anche l’occupazione.
 Ma se tutte le imprese potessero licenziare e
assumere liberamente, non ci sarebbe formazione
sul lavoro.
 Due importanti conseguenze pratiche: il “vicolo cieco”
del lavoro precario, e
 La dequalificazione del sistema economico nel suo
complesso (“non troviamo lavoratori qualificati”)
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La teoria del salario efficienza
 Per un’impresa concorrenziale, w è dato e l’impresa





sceglie quel valore di L tale per cui mpp*p=w.
Non è così: a livello di impresa, w e mpp*p possono
variare nella stessa direzione. La causalità è mista.
Motivi:
Fairness reciproca: salari più alti inducono a lavorare
meglio
Salari più alti attirano lavoratori migliori
Salari più alti inducono a migliorare le tecnologia
(“secondo miracolo” italiano)
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Due conseguenze del salario efficienza
 La curva di domanda del lavoro è più rigida
che in assenza di esso
 Contribuisce alla creazione di disoccupazione
involontaria
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L’equilibrio del mercato del lavoro:
premessa
 John Hicks ("Teoria del salario", 1932): "La teoria
della determinazione dei salari in un libero mercato è
semplicemente un caso speciale della teoria
generale del valore. Il salario è il prezzo del lavoro; e
quindi, in assenza di controlli, è determinato, come
tutti i prezzi, dalla domanda e dall'offerta. Tuttavia, la
domanda e l'offerta di lavoro, e l'interazione fra
domanda e offerta sul mercato del lavoro, hanno
alcune peculiari proprietà che fanno sì che sia
impossibile applicare la teoria tradizionale senza
ulteriori considerazioni”.
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L’equilibrio del mercato del lavoro
senza “peculiari proprietà”
 Per un’impresa concorrenziale…
 …e per un’impresa monopolistica, o a livello aggregato
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Monopolio (o oligopolio) sul mercato
del lavoro
 Un monopolio vende di meno a un prezzo più alto. Cosa
capiterà sul mercato del lavoro?
 Questo…

… o questo
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Seguito
 Ma comunque, W più alto e L più basso.
 Per la prima volta, compare la disoccupazione: nel secondo caso è
evidente, nel primo è nascosta.
 ATTENZIONE: da quanto abbiamo visto fin qui, in un mercato del
lavoro concorrenziale non esiste disoccupazione se non volontaria.
 La disoccupazione è creata dal monopolio sul mercato del lavoro, cioè
dal sindacato. Tutto ciò è falso; vedremo perché.
 Ricordate dalla prima lezione le ragioni degli
imprenditori e come non vi sia correlazione fra
flessibilità del mercato del lavoro e occupazione.
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Seguito
 Ma per molto tempo molti economisti (non i migliori) hanno creduto
che ciò che ostacolava la piena occupazione era la mancanza di
concorrenza sul mercato del lavoro.
 E, cosa ancora più colpevole, hanno trascurato il monopsonio sul
mercato del lavoro.
In un mercato monopsonista la curva di domanda è più a sinistra: si
avrà meno L e meno W rispetto a un mercato concorrenziale
 E avremo di nuovo
disoccupazione
nascosta
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Un risultato controintuitivo
 Se il mercato e sia monopolistico che monopsonistico l’effetto su W è
ambiguo e quello su L dovrebbe essere negativo:
 Non è così. La contrapposizione di un sindacato monopolista a un
padronato monopsonista può fare crescere L, come vedremo.
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Elasticità delle funzioni ed assenza di
concorrenza
 Se il mercato del lavoro è così
 l’effetto del monopsonio è
importante
Ma se è così lo è assai meno.
Lo stesso vale per il monopolio.
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Il dibattito sul potere monopolistico
del sindacato
 In generale le funzioni di domanda e offerta sono rigide. Allora
perché è così importante la critica al ruolo dei sindacati? Tre
motivi
 Ideologico
 Il dilemma del prigioniero fra livello locale e livello aggregato
 L’indisponibilità di altri fattori di competitività in regime di
globalizzazione e impossibilità di politica monetaria
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La curva di Beveridge
 Mette in relazione il tasso di vacancy (sull’asse verticale) e il
tasso di disoccupazione.
 Perché è fatta così?
 Perché l’economia
Va bene o male a
Seconda della posizione
Sulla curva rispetto
alla retta Di 45° che
passa per L’origine?
 Il tasso di disoccupazione
“normale” distingue fra le due aree
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La curva di Beveridge nella realtà
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La curva di Phillips
 La curva di Phillips mette in relazione crescita
dei salari (o dei prezzi) e disoccupazione
 La sua critica porta
all’introduzione del
Concetto di NRU,
Natural rate of
Unemployment
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La curva di Phillips e il saggio naturale
di disoccupazione
 La curva di Phillips nella realtà
 Critica del concetto di NRU:
 -disattenzione per le dinamiche in disequilibrio
 -difficoltà di misurazione
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