slides filosofia morale SDF a.a. 2015-2016

Corso di Filosofia morale
A.a. 2015-2016
Università degli studi di Macerata
Prof.ssa Silvia Pierosara
48 ore
8 c.f.u.
Presentazione del programma del corso
I testi adottati e consigliati possono essere
visionati attraverso la mia pagina docente; le
slides costituiscono uno strumento di supporto
alla loro comprensione e al loro studio.
Di seguito si riportano i titoli dei libri: (A) sta per
testi adottati, cioè direttamente oggetto del
corso e della prova d’esame; (C) sta per testi
consigliati, non direttamente oggetto del corso
ma utili approfondimenti.
Filosofia morale
O 1. (A) Luigi Alici Fiosofia morale La scuola
2011 » Pagine/Capitoli: Capp. 1 e 2 per
intero; del cap. 3 pp. 66-90; del cap. 4 pp.
108-143; del cap. 5 pp. 162-219; del cap. 6
pp. 228-281.
O 2. (A) A. Da Re, A. Ponchio (a cura di) Il
conflitto morale Il poligrafo
2011 » Pagine/Capitoli: pp. 9-23; pp. 41-54;
pp. 113-140.
Filosofia morale
O 3. (C) M. Canto-Sperber, R. Ogien La
filosofia morale Il mulino 2006
O 4. (A) Aristotele Le tre etiche Bompiani
2008 » Pagine/Capitoli: Del testo saranno
oggetto del corso e dell'esame
esclusivamente i Libri VIII e IX dell'Etica
Nicomachea
O 5. (C) Carla Bagnoli Dilemmi morali De
Ferrari 2006.
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve
Brainstorming iniziale
Nota: questa diapositiva può essere riempita dallo studente sulla base delle sue
cognizioni pregresse e di partenza prima di leggere l’intera presentazione,
rispondendo ai seguenti interrogativi:
Cos’è la filosofia morale?
A cosa serve?
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve
Il soggetto —› il carattere autoimplicativo
dell’indagine
L’oggetto—› l’agire umano
I parametri —› le nozioni di bene e male
tradotte in termini razionali
Le fonti —› da cosa e da chi derivano le nostre
convinzioni morali
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
A cosa corrisponde il nostro mondo morale?
Alcuni interrogativi che popolano la nostra vita interiore e che sono
oggetto d’indagine della filosofia morale:
Nasciamo buoni? Nasciamo come esseri intrinsecamente morali?
Cos’è bene per l’uomo? Cosa significa agire bene?
Felicità: è possibile darne una definizione?
Dovere: qual è il suo rapporto con la libertà?
Giustizia: rettitudine? Equità?
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Cosa sono i valori?
Esistono valori irrinunciabili?
Quali potrebbero essere?
Sono universali o particolari?
È possibile una vita morale da soli?
Possiamo scegliere quello che desideriamo,
vogliamo o crediamo?
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
O La filosofia morale è la disciplina che si occupa di
formulare correttamente gli interrogativi che riguardano la
vita morale e cercare risposte motivate e possibilmente
sensate. Si tratta di un’indagine di tipo razionale che cerca
di chiarire quali e quanti elementi interni o esterni alla
persona concorrano alla realizzazione di un’azione, di una
serie di azioni o di una storia di vita valutabili in base a una
scala assiologica ai cui vertici superiore e inferiore si
collocano il bene e il male.
O Il riferimento al bene è intrinseco alla filosofia morale e
incontrovertibile. Lo statuto del bene e la sua definizione
danno origine a una molteplicità di teorie morali.
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Alcuni esempi
Il bene come raggiungimento della felicità
Possesso – utilità – piacere – fatto privato o
fatto pubblico? – condivisa (la felicità come
«merce favolosa») – contemplazione – azione
– coincidenza tra ciò che si ha e ciò che si
desidera – la gratitudine come traccia della
felicità
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Il bene come adesione interiore al dovere:
L’azione buona è l’azione effettuata per il
dovere, non solo conforme esteriormente a
esso.
Come identifichiamo il dovere? Come lo
riconosciamo? Da quali fonti il dovere trae
ispirazione?
E ancora…
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Dovere e libertà umana: come si conciliano? –
i doveri verso noi stessi – i doveri verso chi
amiamo – i doveri nei confronti degli estranei
– i doveri verso i nemici – obblighi – leggi – i
doveri verso le generazioni a venire – i doveri
nei confronti delle generazioni passate – è
possibile comandare l’amore?
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Tra la felicità e il dovere: il bene come
giustizia
Rettitudine:
la coscienza
Equità:
gli altri
Cosa significa essere giusti? Che rapporto ha
la giustizia con la felicità e il dovere? Sono
concetti reciprocamente escludentisi o
intrinsecamente connessi?
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Focus sul soggetto agente: la capacità di
cominciare un’azione o un nuovo corso di
azioni
La vita interiore come vita morale: quali ne
sono i protagonisti interiori? Quali facoltà
concorrono alla deliberazione e alla scelta
dell’azione migliore?
Volontà – ragione – intelletto – intuizione –
sentire – vita emotiva – desideri – legami
privati e relazioni pubbliche
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
La macro-distinzione tra bene come felicità e bene
come dovere trova una «terza via» nella declinazione del
bene come giustizia.
Alcune dicotomie fondamentali tra le differenti
teorie morali
Teleologia e deontologia
Le dottrine teleologiche valutano l’azione in base al fine
da raggiungere (telos); le dottrine deontologiche invece
valutano l’azione sulla base del dovere (deon) da
rispettare.
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Autonomia ed eteronomia
Autonomia significa derivazione delle norme dalla
coscienza del singolo: sono autonomo nella misura in
cui sono capace di dare a me stesso una norma per
agire; eteronomia significa derivazione delle norme
dall’esterno (gli altri; le istituzioni; le tradizioni religiose;
il contesto sociale o politico).
Formale e materiale
Un’etica (o filosofia morale) formale si occupa della
forma delle regole e delle norme (il come); un’etica
materiale fornisce indicazioni di contenuto riguardo alle
stesse (il che cosa).
la filosofia morale: cos’è e a cosa serve?
Universalismo e contestualismo
L’universalista sostiene che ci sono regole morali
universalmente comprensibili e condivise a prescindere
dal contesto storico, geografico, culturale, economico e
sociale.
Il contestualista sostiene che ciascuna comunità storica,
geografica, culturale, economica e sociale ha i propri
valori, le proprie regole e le proprie norme morali validi
soltanto in quel contesto e non per tutti gli esseri umani.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
La filosofia morale nasce nell’antica Grecia come
codificazione di una riflessione morale già presente
nel pensiero di autori, poeti e cantori della
tradizione. Per convenzione e con il solo scopo di
orientarsi nel percorso, si possono distinguere
quattro grandi epoche: antica (dal V sec. a. C. fino
alla caduta dell’impero romano); medievale (fino al
XIV sec. d. C.); moderna (fino alla fine
dell’Ottocento); contemporanea (dalla fine
dell’Ottocento al tempo presente).
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’EPOCA ANTICA
Il presente corso si limiterà all’analisi di alcuni
tratti del pensiero morale di Platone ed
Aristotele.
Per comprendere la filosofia morale antica è
necessario fare riferimento ai seguenti nodi
concettuali: teleologia; eudemonismo (ricerca
della felicità); virtù (disposizioni dell’animo che
si rafforzano con l’esercizio e concorrono alla
realizzazione dell’azione e della vita eticamente
migliori).
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
PLATONE
In Platone la riflessione morale è
intrinsecamente connessa con l’antropologia (lo
studio dell’uomo e delle sue facoltà) e con la
politica come cura dei legami pubblici e
partecipazione (non potrebbe essere altrimenti
nella polis)
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Tra l’anima umana, le sue facoltà, le virtù e il
ruolo politico di ciascuno c’è una corrispondenza
molto forte (al buon utilizzo delle facoltà
corrispondono le virtù: facoltà razionale —›
sapienza; irascibile —› fortezza; concupiscibile —›
temperanza);
La giustizia occupa un posto d’onore tra le virtù:
le sussume insieme e decide di una buona o di
una cattiva rete di relazioni pubbliche.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
«Anche ai conoscibili dirai che proviene dal Bene
non solo l’essere, ma anche l’essere e l’essenza
provengono loro da questo, pur non essendo il
Bene essere, ma ancora al di sopra dell’essere,
superiore ad essa in dignità e potere»
(Platone, Repubblica 508 b-c, cit. in Alici, p. 71)
Il Bene, maiuscolo in Platone, è una forza che attrae
come un telos. La felicità consiste nel raggiungerlo, ma
non da soli, grazie alle virtù e in particolare alla
giustizia, distanziandosi dal mondo sensibile.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
ARISTOTELE
Da Aristotele in poi ogni dottrina etica che si prefigga il
raggiungimento e la cura della felicità umana si definisce
eudemonismo.
«I beni ricercati in vista di beni ulteriori si compongono nel
conseguimento di un fine supremo; Aristotele identifica
tale fine, che si presenta come il coronamento dei fini
particolari, strutturati in un progetto di vita unitario, con la
felicità (eudaimonia)» (cit. in Alici, p. 82).
Con Aristotele la volontà come facoltà che orienta il
desiderio in senso razionale in vista del compimento
dell’azione migliore trova una sua codificazione;
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Di Aristotele è anche la distinzione tra virtù
etiche (proprie dell’anima sensitiva e definibili
come il giusto mezzo tra due vizi) e virtù
dianoetiche (proprie dell’anima razionale);
Infine, nell’analisi dell’agire morale, Aristotele
distingue tra la scelta, che riguarda i fini, e la
deliberazione, che attiene al calcolo dei mezzi.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’EPOCA MEDIEVALE
Generalizzando, si può dire che anche in quest’epoca la
riflessione morale si attesta prevalentemente su posizioni
teleologiche; le fonti della riflessione morale e lo sfondo
entro il quale essa si muove sono di tipo religioso
(impostazione eteronoma). Il Cristianesimo introduce una
nozione di bene, legata all’amore oblativo, che modifica in
parte gli equilibri dell’epoca antica. Anche rispetto
all’epoca medievale si forniranno brevi cenni per orientarsi
nel percorso.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
SANT’AGOSTINO
Agostino riconosce l’inaggirabilità della dimensione
autoimplicativa della riflessione filosofica declinata anche
in senso morale;
Il male non ha realtà ontologica, ma morale; esso è
privazione di bene, che distrugge e aggredisce
quest’ultimo senza tuttavia essere capace di reggersi
senza di esso;
La libertà è declinata in connessione con il messaggio
salvifico e redentivo del Cristianesimo (libertas minor e
maior).
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Secondo Agostino l’amore «è la forma più alta
del mistero trinitario e identifica la vocazione più
profonda dell’essere umano […] L’amore è un
appetitus orientato verso un oggetto
desiderabile per se stesso, che Agostino intende
anche come una forza di gravità capace di
elevare e orientare il desiderio […] esso si
esprime in un desiderio di comunione che ha le
sue radici nella vita trinitaria divina; quando è
rettamente orientato a Dio può chiamarsi caritas
o dilectio» (Alici, p. 117).
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
SAN TOMMASO
La determinazione ad agire in San Tommaso è
legata al concorso dell’intelletto e della volontà:
il primo coglie l’oggetto, la seconda muove
l’intelletto.
Il bene è ciò a cui ogni azione umana deve
tendere; ciascun uomo per sua natura ricerca la
felicità. Mediante la sinderesi si può realizzare
una piena sintonia tra la naturalità della ricerca
del bene e il rispetto delle norme morali
vincolanti.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Tra Agostino e Tommaso
Sant’Anselmo propone una morale della rettitudine in
cui l’accento è posto sul «ciò che si deve». Si potrebbe
definire tale approccio, entro un panorama
prevalentemente teleologico, di tipo proto-deontologico;
Abelardo codifica invece una morale legata
all’intenzione: la dimensione interiore e, nella
fattispecie, l’integrità delle intenzioni, è il metro di
valutazione per le azioni umane.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’EPOCA MODERNA
Con l’epoca moderna le certezze metafisiche delle epoche
precedenti cominciano a vacillare, lasciando progressivamente
la scena al soggetto che diviene autonomo e alle sue facoltà.
La nascita del metodo sperimentale, la scienza politica non più
riflesso di un mondo ideale da realizzare, la centralità del
soggetto che pensa e sceglie dettano anche le linee della
riflessione morale. Un posto di rilievo è occupato in numerosi
filosofi anche dall’analisi del ruolo delle passioni nella vita
morale.
Anche rispetto a tale epoca si tratteranno per cenni alcune
questioni legate allo sviluppo della filosofia morale.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
CARTESIO
Le regole della ‘morale provvisoria’: «1. obbedire alle leggi e ai
costumi del proprio paese; conservandone anche la religione e
lasciandosi guidare – per il resto – dalle opinioni più moderate; 2.
quindi mantenersi il più possibile fermo e costante nella direzione
assunta […]; 3. infine, moderare i propri desideri» (cit. in Alici, p.
164);
L’errore dipende da un cattivo utilizzo della volontà, troppo
accondiscendente nei confronti delle passioni;
Le passioni fondamentali sono: meraviglia; amore; odio; desiderio;
tristezza; gioia. L’anima le patisce; esse non sono negative in sé ma
lo divengono soltanto se ne abusiamo.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
PASCAL
Non tutto, e in particolare non il mondo morale, si può
cogliere con la ragione strumentale e calcolatrice: Pascal
distingue tra esprit de géometrie; esprit de finesse;
LA RIFLESSIONE POLITICA IN ETÀ MODERNA
La nascita del giusnaturalismo; legge naturale e legge
positiva; Hobbes, Locke e lo stato di natura. Il rapporto tra
stato di natura e leggi naturali. La fondazione dello Stato e
il ruolo del patto. La convenzionalità della morale.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
BARUCH SPINOZA
Con Spinoza lo spazio per la libertà dell’uomo (che non è
autosussistente ma appartiene alla sostanza, unica, eterna
e infinita) si misura in base alla capacità di prendere
distanza dalle passioni negative e di utilizzare quelle
positive per raggiungere la completa conoscenza della
sostanza. La conoscenza adeguata è garanzia di felicità. In
un mondo già da sempre determinato nella sua serie di
cause, il soggetto agente, stretto tra l’istinto di
autoconservazione e le affezioni, declina la libertà come
capacità di accettazione e di liberazione dalle passioni
negative, per raggiungere una conoscenza intuitiva che
coincide con l’amor Dei intellectualis.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
JOHN LOCKE E LA NASCITA DELL’EMPIRISMO
Secondo Locke le nostre convinzioni e i nostri principi
morali dipendono, oltre che dalle convenzioni, dalle
opinioni comuni; esse attengono alla sfera del probabile
e attingono alle leggi naturali.
In Locke il concetto di tolleranza, che subisce almeno
due riformulazioni, è centrale e invita al rispetto
universale di qualsiasi credo religioso purché
quest’ultimo non mini alla base il legame sociale.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
DAVID HUME: LA RADICALIZZAZIONE
DELL’EMPIRISMO
Le passioni dominano la nostra vita morale e dinanzi alla loro
forza (cfr. la distinzione humeana tra passioni calme e
violente) la ragione non può nulla, si rivela del tutto
impotente.
David Hume introduce nella storia della filosofia morale la
celebre distinzione tra essere e dover essere (is – ought to).
Non si può trarre dall’essere, ovvero dalla descrizione della
realtà, nessun tipo di legge morale.
Queste ultime dipendono da una meditazione razionale che
tutta via ha una presa quasi nulla sulla vita morale, dominata
quasi esclusivamente dalle logiche del piacere e del
dispiacere.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
IMMANUEL KANT
La sua riflessione costituisce il paradigma di
un approccio deontologico che concorre a
definire un’etica dell’autonomia. La ragione si
riscatta dall’impotenza cui l’aveva relegata
Hume e assume il ruolo di guida della volontà
nella determinazione dell’azione che si deve
compiere. L’approccio kantiano è inoltre
ascrivibile all’universalismo, di cui egli può
considerarsi tra i codificatori.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Kant applica il criticismo alla filosofia pratica e
riconosce un legame intrinseco tra libertà e legge
morale. Quest’ultima si esprime nell’imperativo
categorico, di cui l’autore fornisce tre formulazioni, e che
non fornisce indicazioni di contenuto, ma codifica la
forma che ogni imperativo valido universalmente deve
avere. Tale attitudine si definisce formalismo.
La persona come fine in sé; il prezzo e la dignità.
Il bene si risolve nell’intenzione buona; la legge morale
deve poter essere universale; la felicità non è un
obiettivo cui mirare quando si agisce; piuttosto, essa
può costituire l’effetto non voluto di una vita spesa nel
rispetto della legge morale.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
G.W.F. HEGEL
Hegel critica Kant proprio per il suo formalismo,
che considera vuoto e astratto, e per il suo
universalismo; l’etica non può che radicarsi in un
contesto storicamente determinato.
Lo Spirito Oggettivo si concretizza in tre
momenti: diritto astratto; moralità; eticità.
A Hegel si può dunque attribuire la distinzione
tra moralità ed eticità.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’eredità kantiana e hegeliana nella filosofia
morale dell’Ottocento
Con Karl Marx la filosofia morale diventa filosofia sociale,
attenta ai processi e ai bisogni reali; i rapporti di
produzione creano una sovrastruttura di valori spesso
funzionali al sistema economico dominante;
Con Søren Kierkegaard il singolo sperimenta la vertigine
della libertà e della scelta che può generare angoscia; il
messaggio di Gesù, paradossale, quasi scandaloso,
oltrepassa le logiche della ragione e abbraccia quella
dell’amore verso Dio e gli altri.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’uomo non può sottrarsi all’infinito che lo abita perché
egli stesso è rapporto tra finito e infinito. Il tentativo di
liberarsi dell’infinito è anzi una «malattia mortale».
Friedrich Nietzsche esercita una critica corrosiva rispetto
ai valori ereditati dalla tradizione; in particolare, egli
critica il Cristianesimo come «morale del gregge»; critica
tutte le filosofie legate all’utile e alla strumentalità dei
rapporti umani; propugna un nichilismo attivo inteso non
come resa all’inesistenza dei valori, ma come scelta attiva,
loro «trasvalutazione» nel segno del vitalismo e della
volontà di potenza.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’UTILITARISMO
Sono considerati suoi fondatori Jeremy
Bentham e John Stuart Mill.
L’utilitarismo è una dottrina il cui impianto
perlopiù teleologico dipende fortemente dal
consequenzialismo, secondo cui la
valutazione della bontà di un’azione dipende
dalle conseguenze che essa produce: si
guarda quindi al risultato, piuttosto che al
principio che guida l’agire.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Oltre al consequenzialismo, sue componenti essenziali sono il
prescrittivismo (l’utilitarismo non si accontenta di descrivere uno
stato di cose, ma ha la pretesa di prescrivere, di indicare cioè in
modo vincolante la scelta migliore da compiere, sulla base di
un’attenta valutazione delle conseguenze) e il welfarismo, che si
potrebbe considerare un’attualizzazione dell’istanza di ricerca
della felicità, intesa come benessere ed estesa alla dimensione
pubblica.
L’utilitarismo si distingue in utilitarismo dell’atto e della regola: il
primo valuta le conseguenze degli atti, il secondo delle regole.
Se Bentham individua nel piacere il principio in base al quale
valutare le conseguenze dell’azione, Mill cerca di estendere lo
spettro della valutazione alla felicità.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
L’EPOCA CONTEMPORANEA
Nel Novecento uno spartiacque decisivo per la
riflessione in ambito morale è costituito dall’esperienza
dei totalitarismi e dalle atrocità della seconda guerra
mondiale, che inducono a ripensare il senso della
responsabilità per altri. Nei primi trent’anni circa del
secolo scorso si possono collocare alcune tendenze
(filosofia del linguaggio; fenomenologia; filosofia come
analisi e critica della società in particolare con la
Scuola di Francoforte; personalismo).
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Sulla scorta del linguistic turn, che pone la filosofia del
linguaggio al centro della scena anche morale, la
metaetica costituisce una riflessione di secondo grado
sull’etica e sulle modalità di classificare le teorie morali.
Propria della metaetica è l’istanza definitoria rispetto
alle diverse dottrine morali. Nascono, tra le altre, le
seguenti distinzioni: Descrittivismo (intuizionismo o
naturalismo); prescrittivismo universale; emotivismo;
emotivismo non cognitivistico; soggettivismo.
Con la teoria degli atti linguistici di Austin si supera
almeno in parte la distinzione tra descrittivo e
prescrittivo, che ricalca la grande divisione humeana in
essere e dover essere.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
La distinzione tra essere e dover essere, declinata come
incommensurabilità, si ripropone in Max Weber, che non è un
filosofo del linguaggio. Egli la enuncia come dicotomia tra
fatto e valore; il che conduce a un irriducibile «politeismo dei
valori» e a un’impostazione di tipo decisionista; Weber
tematizza la duplicità tra etica della responsabilità ed etica
della convinzione; il «decisionismo».
Con la fenomenologia di Scheler si compie la
transizione dall’etica formale all’etica materiale dei
valori e si invoca un «sentire» che fonda e orienta la vita
morale. Egli fornisce la seguente gerarchia: valori
sensibili; pragmatici; vitali; spirituali; religiosi; tale
gerarchia è ordinata e sorretta dalla forza dell’amore.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Con l’esistenzialismo (Heidegger; Jaspers;
Sartre) l’accento è posto sulla dimensione
autoimplicativa chiamata in causa dalla
filosofia; in particolare si riflette sulla scelta: se
Heidegger ridimensiona la sfera morale,
Jaspers riconosce all’uomo, oltre ogni fede
religiosa, una capacità unica di
autotrascendenza; Sartre accentua la
dimensione tragica della scelta; Marcel
accentua l’aspetto esperienziale e altrettanto
autoimplicativo del «noi».
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Con il personalismo di Mounier e Maritain si
riconosce alla persona una dimensione di
impegno sociale e civile che ne
contraddistingue l’agire. Con l’ermeneutica di
Ricoeur (collocabile tuttavia nella seconda
metà del ‘900 ma fortemente influenzato dal
personalismo) si sottolinea l’inaggirabilità
della dimensione etica dell’ermeneutica,
dell’apertura interpretativa.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Nella seconda metà del Novecento la
riflessione morale è primariamente riflessione
sulla responsabilità e diventa riflessione
concernente l’etica pubblica e la possibilità di
un’etica planetaria. Riguardo al primo indirizzo,
Bonhoeffer, Levinas e Jonas rappresentano tre
modalità di declinazione della responsabilità
morale per gli altri esseri umani nel presente,
nel passato e nel futuro. Riguardo al secondo
indirizzo, si segnala il dibattito tra universalisti e
contestualisti.
La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi
Riguardo al secondo indirizzo, si segnala il dibattito tra
universalisti e contestualisti. Fautori di un rinnovato
universalismo sono gli ideatori del paradigma
comunicativo: Apel e Habermas; di quest’ultimo è la
distinzione tra agire comunicativo e agire strategico; il
presupposto del paradigma comunicativo è l’apriori
dell’intesa. Anche Rawls con il volume Una teoria della
giustizia si può classificare tra gli universalisti. Tra i
contestualisti si annoverano invece i communitarians;
legati al contesto sono anche i fautori del
neoaristotelismo e della «riabilitazione della filosofia
pratica».
Il conflitto morale
Il conflitto morale comprende un ampio
spettro di situazioni, dalla scelta tragica al
dilemma. Il soggetto agente vive un conflitto
morale ogniqualvolta si trovi in una situazione
di indecidibilità (reale o apparente) rispetto
all’azione eticamente migliore da compiere.
Una divergenza tra valori percepiti come
ugualmente significativi e vincolanti eppure
impossibili da rispettare
contemporaneamente può segnalare la
presenza di un conflitto morale.
Il conflitto morale
Il conflitto morale è risolvibile, mentre il
dilemma non ammette soluzione razionale.
Sulle ragioni della situazione dilemmatica si
ricorre generalmente a due tipi di spiegazione:
1) si tratta di una difettività del soggetto
agente, che sperimenta un’esperienza di
perplessità ma che, messo nelle opportune
condizioni, può risolvere il dilemma; 2) si tratta
di un limite della teoria morale che individua
valori in ultima analisi incommensurabili.
Il conflitto morale
Per la definizione del conflitto morale sono
fondamentali: a) una riflessione sulla
commensurabilità o sull’incommensurabilità
dei valori; b) un’analisi fenomenologica del
sentimento del rincrescimento (Williams,
1987) e sulla sua capacità denotativa rispetto
al conflitto morale.
Se i valori sono commensurabili tra loro, si può
stabilire una scala di priorità che consente al
soggetto agente di scegliere l’azione
eticamente migliore.
Il conflitto morale
Di conseguenza, i sentimenti negativi suscitati
da una corretta deliberazione non sono
rilevanti e soprattutto non sono indizi della
presenza di un conflitto o dilemma morale.
Se, viceversa, il paniere dei valori determinati
da una teoria etica e sottoscritti dal soggetto
agente dà luogo ad azioni cui consegue un
sentimento negativo, allora i valori propugnati
da tale teoria etica sono incommensurabili e
l’esperienza di tali sentimenti è indice della
presenza di un conflitto morale.
Il conflitto morale
Il conflitto morale, sia nella sua versione
«risolvibile» sia nel suo esito dilemmatico,
attraversa ogni ambito della riflessione morale.
In particolare esso coinvolge: a) l’interiorità, la
coscienza come luogo della deliberazione e
della scelta; b) l’esteriorità, il mondo dei legami
privati e delle relazioni pubbliche, investendo
finanche la sfera istituzionale; c) la
trascendenza del bene e dei valori, le fonti
extramorali della morale.
Il conflitto morale
Il conflitto morale, tuttavia, ha una peculiare
efficacia euristica. Infatti, esso può essere
indice di emersione di una vita interiore
intrinsecamente connotata in senso morale.
L’esperienza di dissidio interiore dettata dalla
percezione di una difficoltà nella scelta e
dall’inconciliabilità (reale e apparente) tra
valori accettati come buoni può essere
annoverata tra le consapevolezze cruciali di
una vita morale pienamente esplicata.
Il conflitto morale
Agli studenti del corso è pertanto richiesto di
riportare brevemente un caso di conflitto
morale vissuto in modo diretto (come
protagonista) o indiretto (come spettatore o
ascoltatore) e di classificarlo indicando:
I valori chiamati in causa nella scelta e le loro
conseguenze per l’agire;
La loro commensurabilità o
incommensurabilità e, di conseguenza, la
valutazione del conflitto rispetto alla sua
risolvibilità o meno.
Il conflitto morale
Rispetto alla lettura dei libri VIII e IX dell’Etica
Nicomachea di Aristotele, si richiede agli
studenti di individuare, tra i tipi di amicizia
elencati dal filosofo, quale possa contemplare
l’affinità di valori come suo principio cardine e
se sia possibile o meno immaginare una
relazione di amicizia tra soggetti i cui valori
differenti possono innescare un conflitto
insanabile.