Corso di Filosofia morale A.a. 2015-2016 Università degli studi di Macerata Prof.ssa Silvia Pierosara 48 ore 8 c.f.u. Presentazione del programma del corso I testi adottati e consigliati possono essere visionati attraverso la mia pagina docente; le slides costituiscono uno strumento di supporto alla loro comprensione e al loro studio. Di seguito si riportano i titoli dei libri: (A) sta per testi adottati, cioè direttamente oggetto del corso e della prova d’esame; (C) sta per testi consigliati, non direttamente oggetto del corso ma utili approfondimenti. Filosofia morale O 1. (A) Luigi Alici Fiosofia morale La scuola 2011 » Pagine/Capitoli: Capp. 1 e 2 per intero; del cap. 3 pp. 66-90; del cap. 4 pp. 108-143; del cap. 5 pp. 162-219; del cap. 6 pp. 228-281. O 2. (A) A. Da Re, A. Ponchio (a cura di) Il conflitto morale Il poligrafo 2011 » Pagine/Capitoli: pp. 9-23; pp. 41-54; pp. 113-140. Filosofia morale O 3. (C) M. Canto-Sperber, R. Ogien La filosofia morale Il mulino 2006 O 4. (A) Aristotele Le tre etiche Bompiani 2008 » Pagine/Capitoli: Del testo saranno oggetto del corso e dell'esame esclusivamente i Libri VIII e IX dell'Etica Nicomachea O 5. (C) Carla Bagnoli Dilemmi morali De Ferrari 2006. la filosofia morale: cos’è e a cosa serve Brainstorming iniziale Nota: questa diapositiva può essere riempita dallo studente sulla base delle sue cognizioni pregresse e di partenza prima di leggere l’intera presentazione, rispondendo ai seguenti interrogativi: Cos’è la filosofia morale? A cosa serve? la filosofia morale: cos’è e a cosa serve Il soggetto —› il carattere autoimplicativo dell’indagine L’oggetto—› l’agire umano I parametri —› le nozioni di bene e male tradotte in termini razionali Le fonti —› da cosa e da chi derivano le nostre convinzioni morali la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? A cosa corrisponde il nostro mondo morale? Alcuni interrogativi che popolano la nostra vita interiore e che sono oggetto d’indagine della filosofia morale: Nasciamo buoni? Nasciamo come esseri intrinsecamente morali? Cos’è bene per l’uomo? Cosa significa agire bene? Felicità: è possibile darne una definizione? Dovere: qual è il suo rapporto con la libertà? Giustizia: rettitudine? Equità? la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Cosa sono i valori? Esistono valori irrinunciabili? Quali potrebbero essere? Sono universali o particolari? È possibile una vita morale da soli? Possiamo scegliere quello che desideriamo, vogliamo o crediamo? la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? O La filosofia morale è la disciplina che si occupa di formulare correttamente gli interrogativi che riguardano la vita morale e cercare risposte motivate e possibilmente sensate. Si tratta di un’indagine di tipo razionale che cerca di chiarire quali e quanti elementi interni o esterni alla persona concorrano alla realizzazione di un’azione, di una serie di azioni o di una storia di vita valutabili in base a una scala assiologica ai cui vertici superiore e inferiore si collocano il bene e il male. O Il riferimento al bene è intrinseco alla filosofia morale e incontrovertibile. Lo statuto del bene e la sua definizione danno origine a una molteplicità di teorie morali. la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Alcuni esempi Il bene come raggiungimento della felicità Possesso – utilità – piacere – fatto privato o fatto pubblico? – condivisa (la felicità come «merce favolosa») – contemplazione – azione – coincidenza tra ciò che si ha e ciò che si desidera – la gratitudine come traccia della felicità la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Il bene come adesione interiore al dovere: L’azione buona è l’azione effettuata per il dovere, non solo conforme esteriormente a esso. Come identifichiamo il dovere? Come lo riconosciamo? Da quali fonti il dovere trae ispirazione? E ancora… la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Dovere e libertà umana: come si conciliano? – i doveri verso noi stessi – i doveri verso chi amiamo – i doveri nei confronti degli estranei – i doveri verso i nemici – obblighi – leggi – i doveri verso le generazioni a venire – i doveri nei confronti delle generazioni passate – è possibile comandare l’amore? la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Tra la felicità e il dovere: il bene come giustizia Rettitudine: la coscienza Equità: gli altri Cosa significa essere giusti? Che rapporto ha la giustizia con la felicità e il dovere? Sono concetti reciprocamente escludentisi o intrinsecamente connessi? la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Focus sul soggetto agente: la capacità di cominciare un’azione o un nuovo corso di azioni La vita interiore come vita morale: quali ne sono i protagonisti interiori? Quali facoltà concorrono alla deliberazione e alla scelta dell’azione migliore? Volontà – ragione – intelletto – intuizione – sentire – vita emotiva – desideri – legami privati e relazioni pubbliche la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? La macro-distinzione tra bene come felicità e bene come dovere trova una «terza via» nella declinazione del bene come giustizia. Alcune dicotomie fondamentali tra le differenti teorie morali Teleologia e deontologia Le dottrine teleologiche valutano l’azione in base al fine da raggiungere (telos); le dottrine deontologiche invece valutano l’azione sulla base del dovere (deon) da rispettare. la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Autonomia ed eteronomia Autonomia significa derivazione delle norme dalla coscienza del singolo: sono autonomo nella misura in cui sono capace di dare a me stesso una norma per agire; eteronomia significa derivazione delle norme dall’esterno (gli altri; le istituzioni; le tradizioni religiose; il contesto sociale o politico). Formale e materiale Un’etica (o filosofia morale) formale si occupa della forma delle regole e delle norme (il come); un’etica materiale fornisce indicazioni di contenuto riguardo alle stesse (il che cosa). la filosofia morale: cos’è e a cosa serve? Universalismo e contestualismo L’universalista sostiene che ci sono regole morali universalmente comprensibili e condivise a prescindere dal contesto storico, geografico, culturale, economico e sociale. Il contestualista sostiene che ciascuna comunità storica, geografica, culturale, economica e sociale ha i propri valori, le proprie regole e le proprie norme morali validi soltanto in quel contesto e non per tutti gli esseri umani. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi La filosofia morale nasce nell’antica Grecia come codificazione di una riflessione morale già presente nel pensiero di autori, poeti e cantori della tradizione. Per convenzione e con il solo scopo di orientarsi nel percorso, si possono distinguere quattro grandi epoche: antica (dal V sec. a. C. fino alla caduta dell’impero romano); medievale (fino al XIV sec. d. C.); moderna (fino alla fine dell’Ottocento); contemporanea (dalla fine dell’Ottocento al tempo presente). La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’EPOCA ANTICA Il presente corso si limiterà all’analisi di alcuni tratti del pensiero morale di Platone ed Aristotele. Per comprendere la filosofia morale antica è necessario fare riferimento ai seguenti nodi concettuali: teleologia; eudemonismo (ricerca della felicità); virtù (disposizioni dell’animo che si rafforzano con l’esercizio e concorrono alla realizzazione dell’azione e della vita eticamente migliori). La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi PLATONE In Platone la riflessione morale è intrinsecamente connessa con l’antropologia (lo studio dell’uomo e delle sue facoltà) e con la politica come cura dei legami pubblici e partecipazione (non potrebbe essere altrimenti nella polis) La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Tra l’anima umana, le sue facoltà, le virtù e il ruolo politico di ciascuno c’è una corrispondenza molto forte (al buon utilizzo delle facoltà corrispondono le virtù: facoltà razionale —› sapienza; irascibile —› fortezza; concupiscibile —› temperanza); La giustizia occupa un posto d’onore tra le virtù: le sussume insieme e decide di una buona o di una cattiva rete di relazioni pubbliche. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi «Anche ai conoscibili dirai che proviene dal Bene non solo l’essere, ma anche l’essere e l’essenza provengono loro da questo, pur non essendo il Bene essere, ma ancora al di sopra dell’essere, superiore ad essa in dignità e potere» (Platone, Repubblica 508 b-c, cit. in Alici, p. 71) Il Bene, maiuscolo in Platone, è una forza che attrae come un telos. La felicità consiste nel raggiungerlo, ma non da soli, grazie alle virtù e in particolare alla giustizia, distanziandosi dal mondo sensibile. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi ARISTOTELE Da Aristotele in poi ogni dottrina etica che si prefigga il raggiungimento e la cura della felicità umana si definisce eudemonismo. «I beni ricercati in vista di beni ulteriori si compongono nel conseguimento di un fine supremo; Aristotele identifica tale fine, che si presenta come il coronamento dei fini particolari, strutturati in un progetto di vita unitario, con la felicità (eudaimonia)» (cit. in Alici, p. 82). Con Aristotele la volontà come facoltà che orienta il desiderio in senso razionale in vista del compimento dell’azione migliore trova una sua codificazione; La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Di Aristotele è anche la distinzione tra virtù etiche (proprie dell’anima sensitiva e definibili come il giusto mezzo tra due vizi) e virtù dianoetiche (proprie dell’anima razionale); Infine, nell’analisi dell’agire morale, Aristotele distingue tra la scelta, che riguarda i fini, e la deliberazione, che attiene al calcolo dei mezzi. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’EPOCA MEDIEVALE Generalizzando, si può dire che anche in quest’epoca la riflessione morale si attesta prevalentemente su posizioni teleologiche; le fonti della riflessione morale e lo sfondo entro il quale essa si muove sono di tipo religioso (impostazione eteronoma). Il Cristianesimo introduce una nozione di bene, legata all’amore oblativo, che modifica in parte gli equilibri dell’epoca antica. Anche rispetto all’epoca medievale si forniranno brevi cenni per orientarsi nel percorso. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi SANT’AGOSTINO Agostino riconosce l’inaggirabilità della dimensione autoimplicativa della riflessione filosofica declinata anche in senso morale; Il male non ha realtà ontologica, ma morale; esso è privazione di bene, che distrugge e aggredisce quest’ultimo senza tuttavia essere capace di reggersi senza di esso; La libertà è declinata in connessione con il messaggio salvifico e redentivo del Cristianesimo (libertas minor e maior). La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Secondo Agostino l’amore «è la forma più alta del mistero trinitario e identifica la vocazione più profonda dell’essere umano […] L’amore è un appetitus orientato verso un oggetto desiderabile per se stesso, che Agostino intende anche come una forza di gravità capace di elevare e orientare il desiderio […] esso si esprime in un desiderio di comunione che ha le sue radici nella vita trinitaria divina; quando è rettamente orientato a Dio può chiamarsi caritas o dilectio» (Alici, p. 117). La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi SAN TOMMASO La determinazione ad agire in San Tommaso è legata al concorso dell’intelletto e della volontà: il primo coglie l’oggetto, la seconda muove l’intelletto. Il bene è ciò a cui ogni azione umana deve tendere; ciascun uomo per sua natura ricerca la felicità. Mediante la sinderesi si può realizzare una piena sintonia tra la naturalità della ricerca del bene e il rispetto delle norme morali vincolanti. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Tra Agostino e Tommaso Sant’Anselmo propone una morale della rettitudine in cui l’accento è posto sul «ciò che si deve». Si potrebbe definire tale approccio, entro un panorama prevalentemente teleologico, di tipo proto-deontologico; Abelardo codifica invece una morale legata all’intenzione: la dimensione interiore e, nella fattispecie, l’integrità delle intenzioni, è il metro di valutazione per le azioni umane. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’EPOCA MODERNA Con l’epoca moderna le certezze metafisiche delle epoche precedenti cominciano a vacillare, lasciando progressivamente la scena al soggetto che diviene autonomo e alle sue facoltà. La nascita del metodo sperimentale, la scienza politica non più riflesso di un mondo ideale da realizzare, la centralità del soggetto che pensa e sceglie dettano anche le linee della riflessione morale. Un posto di rilievo è occupato in numerosi filosofi anche dall’analisi del ruolo delle passioni nella vita morale. Anche rispetto a tale epoca si tratteranno per cenni alcune questioni legate allo sviluppo della filosofia morale. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi CARTESIO Le regole della ‘morale provvisoria’: «1. obbedire alle leggi e ai costumi del proprio paese; conservandone anche la religione e lasciandosi guidare – per il resto – dalle opinioni più moderate; 2. quindi mantenersi il più possibile fermo e costante nella direzione assunta […]; 3. infine, moderare i propri desideri» (cit. in Alici, p. 164); L’errore dipende da un cattivo utilizzo della volontà, troppo accondiscendente nei confronti delle passioni; Le passioni fondamentali sono: meraviglia; amore; odio; desiderio; tristezza; gioia. L’anima le patisce; esse non sono negative in sé ma lo divengono soltanto se ne abusiamo. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi PASCAL Non tutto, e in particolare non il mondo morale, si può cogliere con la ragione strumentale e calcolatrice: Pascal distingue tra esprit de géometrie; esprit de finesse; LA RIFLESSIONE POLITICA IN ETÀ MODERNA La nascita del giusnaturalismo; legge naturale e legge positiva; Hobbes, Locke e lo stato di natura. Il rapporto tra stato di natura e leggi naturali. La fondazione dello Stato e il ruolo del patto. La convenzionalità della morale. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi BARUCH SPINOZA Con Spinoza lo spazio per la libertà dell’uomo (che non è autosussistente ma appartiene alla sostanza, unica, eterna e infinita) si misura in base alla capacità di prendere distanza dalle passioni negative e di utilizzare quelle positive per raggiungere la completa conoscenza della sostanza. La conoscenza adeguata è garanzia di felicità. In un mondo già da sempre determinato nella sua serie di cause, il soggetto agente, stretto tra l’istinto di autoconservazione e le affezioni, declina la libertà come capacità di accettazione e di liberazione dalle passioni negative, per raggiungere una conoscenza intuitiva che coincide con l’amor Dei intellectualis. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi JOHN LOCKE E LA NASCITA DELL’EMPIRISMO Secondo Locke le nostre convinzioni e i nostri principi morali dipendono, oltre che dalle convenzioni, dalle opinioni comuni; esse attengono alla sfera del probabile e attingono alle leggi naturali. In Locke il concetto di tolleranza, che subisce almeno due riformulazioni, è centrale e invita al rispetto universale di qualsiasi credo religioso purché quest’ultimo non mini alla base il legame sociale. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi DAVID HUME: LA RADICALIZZAZIONE DELL’EMPIRISMO Le passioni dominano la nostra vita morale e dinanzi alla loro forza (cfr. la distinzione humeana tra passioni calme e violente) la ragione non può nulla, si rivela del tutto impotente. David Hume introduce nella storia della filosofia morale la celebre distinzione tra essere e dover essere (is – ought to). Non si può trarre dall’essere, ovvero dalla descrizione della realtà, nessun tipo di legge morale. Queste ultime dipendono da una meditazione razionale che tutta via ha una presa quasi nulla sulla vita morale, dominata quasi esclusivamente dalle logiche del piacere e del dispiacere. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi IMMANUEL KANT La sua riflessione costituisce il paradigma di un approccio deontologico che concorre a definire un’etica dell’autonomia. La ragione si riscatta dall’impotenza cui l’aveva relegata Hume e assume il ruolo di guida della volontà nella determinazione dell’azione che si deve compiere. L’approccio kantiano è inoltre ascrivibile all’universalismo, di cui egli può considerarsi tra i codificatori. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Kant applica il criticismo alla filosofia pratica e riconosce un legame intrinseco tra libertà e legge morale. Quest’ultima si esprime nell’imperativo categorico, di cui l’autore fornisce tre formulazioni, e che non fornisce indicazioni di contenuto, ma codifica la forma che ogni imperativo valido universalmente deve avere. Tale attitudine si definisce formalismo. La persona come fine in sé; il prezzo e la dignità. Il bene si risolve nell’intenzione buona; la legge morale deve poter essere universale; la felicità non è un obiettivo cui mirare quando si agisce; piuttosto, essa può costituire l’effetto non voluto di una vita spesa nel rispetto della legge morale. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi G.W.F. HEGEL Hegel critica Kant proprio per il suo formalismo, che considera vuoto e astratto, e per il suo universalismo; l’etica non può che radicarsi in un contesto storicamente determinato. Lo Spirito Oggettivo si concretizza in tre momenti: diritto astratto; moralità; eticità. A Hegel si può dunque attribuire la distinzione tra moralità ed eticità. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’eredità kantiana e hegeliana nella filosofia morale dell’Ottocento Con Karl Marx la filosofia morale diventa filosofia sociale, attenta ai processi e ai bisogni reali; i rapporti di produzione creano una sovrastruttura di valori spesso funzionali al sistema economico dominante; Con Søren Kierkegaard il singolo sperimenta la vertigine della libertà e della scelta che può generare angoscia; il messaggio di Gesù, paradossale, quasi scandaloso, oltrepassa le logiche della ragione e abbraccia quella dell’amore verso Dio e gli altri. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’uomo non può sottrarsi all’infinito che lo abita perché egli stesso è rapporto tra finito e infinito. Il tentativo di liberarsi dell’infinito è anzi una «malattia mortale». Friedrich Nietzsche esercita una critica corrosiva rispetto ai valori ereditati dalla tradizione; in particolare, egli critica il Cristianesimo come «morale del gregge»; critica tutte le filosofie legate all’utile e alla strumentalità dei rapporti umani; propugna un nichilismo attivo inteso non come resa all’inesistenza dei valori, ma come scelta attiva, loro «trasvalutazione» nel segno del vitalismo e della volontà di potenza. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’UTILITARISMO Sono considerati suoi fondatori Jeremy Bentham e John Stuart Mill. L’utilitarismo è una dottrina il cui impianto perlopiù teleologico dipende fortemente dal consequenzialismo, secondo cui la valutazione della bontà di un’azione dipende dalle conseguenze che essa produce: si guarda quindi al risultato, piuttosto che al principio che guida l’agire. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Oltre al consequenzialismo, sue componenti essenziali sono il prescrittivismo (l’utilitarismo non si accontenta di descrivere uno stato di cose, ma ha la pretesa di prescrivere, di indicare cioè in modo vincolante la scelta migliore da compiere, sulla base di un’attenta valutazione delle conseguenze) e il welfarismo, che si potrebbe considerare un’attualizzazione dell’istanza di ricerca della felicità, intesa come benessere ed estesa alla dimensione pubblica. L’utilitarismo si distingue in utilitarismo dell’atto e della regola: il primo valuta le conseguenze degli atti, il secondo delle regole. Se Bentham individua nel piacere il principio in base al quale valutare le conseguenze dell’azione, Mill cerca di estendere lo spettro della valutazione alla felicità. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi L’EPOCA CONTEMPORANEA Nel Novecento uno spartiacque decisivo per la riflessione in ambito morale è costituito dall’esperienza dei totalitarismi e dalle atrocità della seconda guerra mondiale, che inducono a ripensare il senso della responsabilità per altri. Nei primi trent’anni circa del secolo scorso si possono collocare alcune tendenze (filosofia del linguaggio; fenomenologia; filosofia come analisi e critica della società in particolare con la Scuola di Francoforte; personalismo). La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Sulla scorta del linguistic turn, che pone la filosofia del linguaggio al centro della scena anche morale, la metaetica costituisce una riflessione di secondo grado sull’etica e sulle modalità di classificare le teorie morali. Propria della metaetica è l’istanza definitoria rispetto alle diverse dottrine morali. Nascono, tra le altre, le seguenti distinzioni: Descrittivismo (intuizionismo o naturalismo); prescrittivismo universale; emotivismo; emotivismo non cognitivistico; soggettivismo. Con la teoria degli atti linguistici di Austin si supera almeno in parte la distinzione tra descrittivo e prescrittivo, che ricalca la grande divisione humeana in essere e dover essere. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi La distinzione tra essere e dover essere, declinata come incommensurabilità, si ripropone in Max Weber, che non è un filosofo del linguaggio. Egli la enuncia come dicotomia tra fatto e valore; il che conduce a un irriducibile «politeismo dei valori» e a un’impostazione di tipo decisionista; Weber tematizza la duplicità tra etica della responsabilità ed etica della convinzione; il «decisionismo». Con la fenomenologia di Scheler si compie la transizione dall’etica formale all’etica materiale dei valori e si invoca un «sentire» che fonda e orienta la vita morale. Egli fornisce la seguente gerarchia: valori sensibili; pragmatici; vitali; spirituali; religiosi; tale gerarchia è ordinata e sorretta dalla forza dell’amore. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Con l’esistenzialismo (Heidegger; Jaspers; Sartre) l’accento è posto sulla dimensione autoimplicativa chiamata in causa dalla filosofia; in particolare si riflette sulla scelta: se Heidegger ridimensiona la sfera morale, Jaspers riconosce all’uomo, oltre ogni fede religiosa, una capacità unica di autotrascendenza; Sartre accentua la dimensione tragica della scelta; Marcel accentua l’aspetto esperienziale e altrettanto autoimplicativo del «noi». La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Con il personalismo di Mounier e Maritain si riconosce alla persona una dimensione di impegno sociale e civile che ne contraddistingue l’agire. Con l’ermeneutica di Ricoeur (collocabile tuttavia nella seconda metà del ‘900 ma fortemente influenzato dal personalismo) si sottolinea l’inaggirabilità della dimensione etica dell’ermeneutica, dell’apertura interpretativa. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Nella seconda metà del Novecento la riflessione morale è primariamente riflessione sulla responsabilità e diventa riflessione concernente l’etica pubblica e la possibilità di un’etica planetaria. Riguardo al primo indirizzo, Bonhoeffer, Levinas e Jonas rappresentano tre modalità di declinazione della responsabilità morale per gli altri esseri umani nel presente, nel passato e nel futuro. Riguardo al secondo indirizzo, si segnala il dibattito tra universalisti e contestualisti. La storia della filosofia morale: cenni per orientarsi Riguardo al secondo indirizzo, si segnala il dibattito tra universalisti e contestualisti. Fautori di un rinnovato universalismo sono gli ideatori del paradigma comunicativo: Apel e Habermas; di quest’ultimo è la distinzione tra agire comunicativo e agire strategico; il presupposto del paradigma comunicativo è l’apriori dell’intesa. Anche Rawls con il volume Una teoria della giustizia si può classificare tra gli universalisti. Tra i contestualisti si annoverano invece i communitarians; legati al contesto sono anche i fautori del neoaristotelismo e della «riabilitazione della filosofia pratica». Il conflitto morale Il conflitto morale comprende un ampio spettro di situazioni, dalla scelta tragica al dilemma. Il soggetto agente vive un conflitto morale ogniqualvolta si trovi in una situazione di indecidibilità (reale o apparente) rispetto all’azione eticamente migliore da compiere. Una divergenza tra valori percepiti come ugualmente significativi e vincolanti eppure impossibili da rispettare contemporaneamente può segnalare la presenza di un conflitto morale. Il conflitto morale Il conflitto morale è risolvibile, mentre il dilemma non ammette soluzione razionale. Sulle ragioni della situazione dilemmatica si ricorre generalmente a due tipi di spiegazione: 1) si tratta di una difettività del soggetto agente, che sperimenta un’esperienza di perplessità ma che, messo nelle opportune condizioni, può risolvere il dilemma; 2) si tratta di un limite della teoria morale che individua valori in ultima analisi incommensurabili. Il conflitto morale Per la definizione del conflitto morale sono fondamentali: a) una riflessione sulla commensurabilità o sull’incommensurabilità dei valori; b) un’analisi fenomenologica del sentimento del rincrescimento (Williams, 1987) e sulla sua capacità denotativa rispetto al conflitto morale. Se i valori sono commensurabili tra loro, si può stabilire una scala di priorità che consente al soggetto agente di scegliere l’azione eticamente migliore. Il conflitto morale Di conseguenza, i sentimenti negativi suscitati da una corretta deliberazione non sono rilevanti e soprattutto non sono indizi della presenza di un conflitto o dilemma morale. Se, viceversa, il paniere dei valori determinati da una teoria etica e sottoscritti dal soggetto agente dà luogo ad azioni cui consegue un sentimento negativo, allora i valori propugnati da tale teoria etica sono incommensurabili e l’esperienza di tali sentimenti è indice della presenza di un conflitto morale. Il conflitto morale Il conflitto morale, sia nella sua versione «risolvibile» sia nel suo esito dilemmatico, attraversa ogni ambito della riflessione morale. In particolare esso coinvolge: a) l’interiorità, la coscienza come luogo della deliberazione e della scelta; b) l’esteriorità, il mondo dei legami privati e delle relazioni pubbliche, investendo finanche la sfera istituzionale; c) la trascendenza del bene e dei valori, le fonti extramorali della morale. Il conflitto morale Il conflitto morale, tuttavia, ha una peculiare efficacia euristica. Infatti, esso può essere indice di emersione di una vita interiore intrinsecamente connotata in senso morale. L’esperienza di dissidio interiore dettata dalla percezione di una difficoltà nella scelta e dall’inconciliabilità (reale e apparente) tra valori accettati come buoni può essere annoverata tra le consapevolezze cruciali di una vita morale pienamente esplicata. Il conflitto morale Agli studenti del corso è pertanto richiesto di riportare brevemente un caso di conflitto morale vissuto in modo diretto (come protagonista) o indiretto (come spettatore o ascoltatore) e di classificarlo indicando: I valori chiamati in causa nella scelta e le loro conseguenze per l’agire; La loro commensurabilità o incommensurabilità e, di conseguenza, la valutazione del conflitto rispetto alla sua risolvibilità o meno. Il conflitto morale Rispetto alla lettura dei libri VIII e IX dell’Etica Nicomachea di Aristotele, si richiede agli studenti di individuare, tra i tipi di amicizia elencati dal filosofo, quale possa contemplare l’affinità di valori come suo principio cardine e se sia possibile o meno immaginare una relazione di amicizia tra soggetti i cui valori differenti possono innescare un conflitto insanabile.