SCARICA RIPETITIVA E CODIFICA IN FREQUENZA Quando uno stimolo depolarizzante perdura nel tempo un neurone può dare origine ad una scarica ripetitiva nota anche come treno di PdA La sequenza dei PdA nella scarica ripetitiva può essere organizzata in maniera tale da rappresentare una sorta di linguaggio che permette ai neuroni di poter comunicare tra di loro scambiandosi informazioni. Ad esempio una scarica potrà essere caratterizzata da una sequanza di PdA la cui frequenza potrà variare di momento in momento. È fondamentale capire in che modo il neurone è capace di effettuare tale codifica in frequenza, e quali sono i parametri che la possono modificare. Il parametro più ovvio è l’entità dell’input eccitatorio che converge in un dato momento su un determinato neurone. CODIFICAZIONE La frequenza della scarica ripetitiva neuronale dipende dall’intensità dello stimolo depolarizzante Scarica ripetitiva in un motoneurone di un Il riflesso miotatico ganglio lombare in risposta ad uno stimolo di corrente iniettata. Neurone sensoriale Scarica tonica fibra intrafusale a catena di nuclei Quando la soglia viene raggiunta viene generato il primo potenziale d’azione. Mantenendo costante il livello di corrente iniettata, il motoneurone genera una scaricare con un ritmo costante. Motoneurone L’input più basso di corrente (1) genera una scarica a 20 Hz (i PdA sono separati da intervalli di 50 ms), mentre l’input più alto (2) genera una scarica a 67 Hz (i PdA sono separati da intervalli di 15 ms). ● Si assiste ad una scarica ripetitiva che in presenza di una stimolazione costante tende ad avere una frequenza costante. ● Inoltre la frequenza di scarica è correlata al livello di input (corrente iniettata). La frequenza della scarica ripetitiva di PdA dipende dall’entità dello stimolo depolarizzante Relazione corrente/frequenza del neurone. La frequenza di scarica è posta in funzione della corrente depolarizzante che viene iniettata. Qui tale relazione è lineare. Vedremo più avanrti che in realtà la maggior parte dei neuroni mostra una relazione intensità/frequenza non lineare. Parametri significativi che aiutano a definire la capacità del neurone di codificare in frequenza 1) Reobase: è il minimo livello di corrente necessaria per evocare almeno un potenziale d’azione. La reobase dipende a sua volta da due fattori: • Dal potenziale soglia al quale il PdA può essere generato (la maggior parte dei neuroni ha un livello di soglia intorno a -50/-40mV) – è una proprietà attiva del neurone; • Dalla resistenza a riposo della membrana del neurone (Rm): per la legge di ohm, maggiore è Rm, più piccola è la corrente che occorre per raggiungere il potenziale soglia – è una proprietà passiva del neurone. Iin=DV/Rm DVsoglia=Iin·Rm Parametri significativi che aiutano a definire la capacità del neurone di codificare in frequenza 2) Frequenza di scarica minima: è quella che si riscontra con una stimolazione a livello della reobase; la frequenza di scarica seppur bassa, sarà però sempre ripetitiva. 3) Frequenza di scarica massima: frequenza oltre la quale non è possibile andare per quanto si aumenti il livello di corrente depolarizzante; non si potrà mai superare il periodo di refrattarietà assoluta, che costituisce un limite superiore non valicabile dell’intervallo di scarica. f fmax fmin I I0 Imax Parametri significativi che aiutano a definire la capacità del neurone di codificare in frequenza 4) Pendenza della relazione input-output Qualora la relazione corrente/frequenza sia lineare, è la relazione che intercorre tra la frequenza di scarica presinaptica e quella postsinaptica. Dal momento che la frequenza di scarica presinaptica si converte in una depolarizzazione post-sinaptica, essa di fatto corrisponde allo stimolo post-sinaptico; per traslato la relazione input- output corrisponde al grafico corrente-frequenza. La pendenza della relazione corrente/frequenza è definibile come il guadagno G del processo di trasduzione: indica la sensibilità della risposta in frequenza all’aumento della corrente di stimolo. f G I I0 Basi ioniche della codifica in frequenza Alla fase di depolarizzazione e ripolarizzazione del potenziale d’azione segue una fase di rapida iperpolarizzazione che viene chiamata anche f-AHP (fast after-hiperpolarization o iperpolarizzazione postuma rapida). Essa è dovuta all’apertura di canali del K+ VD. Quando poi anche tali canali si chiudono, il potenziale tende a risalire verso il valore di soglia (se lo stimolo perdura nel tempo). Durante una scarica ripetitiva, quanto ci mette il potenziale a raggiungere la soglia a partire dal picco di iperpolarizzazione postuma? Tale intervallo temporale è importante perché determinerà la frequenza di scarica. La frequenza di scarica può essere variata al variare dell’intensità dello stimolo dalla presenza di una particolare conduttanza al potassio definita KA, permettendo una codificazione in frequenza. Tale conduttanza non è presente nell’assone isolato dove infatti una codificazione in frequenza non è possibile. La conduttanza KA non è presente a livello dell’assone isolato che infatti non codifica in frequenza A: tracciati simulati della scarica ripetitiva di potenziali d’azione generati dal modello di Hodgkin e Huxley dell’assone gigante di calamaro in risposta a livelli crescenti della densità di corrente di stimolo (J). B: grafico della frequenza di scarica stazionaria in funzione di J. Si noti che un aumento di 10 volte di J si accompagna a un aumento della frequenza di solo 2 volte. Si noti anche l’elevato valore della frequenza di scarica già all’intensità di corrente “soglia”. La corrente KA ha proprietà diverse rispetto alla corrente delay rectifier IA è una corrente inattivante Isolamento della corrente IA a livello dei neuroni dell’area CA3 dell’ippocampo. La corrente IA può essere isolata (pannello C) sottraendo la corrente di K+ registrata applicando il protocollo in (B) da quella ottenuta col protocollo in (A). Subtraction (A - B) Proprietà della IA 1. 2. 3. 4. Soglia di attivazione più bassa rispetto alle correnti di tipo delayed rectifier Inattivazione voltaggio-dipendente Inattivazione tempo-dipendente relativamente rapida Reclutabile solo a partire da potenziali di membrana relativamente negativi (come conseguenza dei punti (2) e (3) Intervento della IA nella fase interspike della scarica ripetitiva neuronale A: Scarica di PdA in un neurone durante stimolazione con una corrente depolarizzante di 1.6 nA e ricostruzione tramite simulazione al computer. B: Andamento temporale delle correnti entrante (INa) e uscente delayed-rectifier (IKd) e della IA durante lo sviluppo del PdA in (A). La IA comincia ad attivarsi massimamente dopo la fase di iperpolarizzazione postuma perché i canali KA risultano attivabili solo dopo che la membrana è stata sufficientemente iperpolarizzata Esempi di scariche di potenziali d’azione generate in un encoder in risposta a due stimoli depolarizzanti di diversa intensità L’effetto della corrente IA è tanto più rapidamente compensato quanto più lo stimolo è intenso (B): coerentemente, la frequenza della scarica ripetitiva è maggiore. La durata delle correnti INa ed IKd è invece molto simile nei due casi. I casi in cui la relazione I-f è lineare sono abbastanza rari. Di solito i neuroni presentano una relazione stimolo-frequenza più complessa. Range secondario Esempio di andamento bifasico della relazione stimolo-frequenza. Si distinguono due diverse pendenze: Range primario - un range primario, dove a bassi livelli di corrente stimolante si osserva una iniziale pendenza del grafico; - un range secondario, che vige per livelli di corrente depolarizzante maggiori. Il renge primario corrisponde alla situazione in cui un motoneurone tende a mantenere un livello di contrazione basale delle fibre muscolari dell’unità motoria. Il range secondario insorge al di sopra di un certo valore critico dello stimolo, a partire dal quale il livello di scarica aumenta molto di più per generare più forza (contrazione volontaria). In certi neuroni può insorgere una relazione bilineare stimolo-frequenza in cui il range secondario presenta una pendenza minore del primario A: un neurone di relay talamico genera una scarica tonica di potenziali d’azione se stimolato con un gradino di corrente depolarizzante prolungato a partire dal suo potenziale di riposo. B: relazione f-I per il neurone illustrato in (A), mantenuto al suo potenziale di riposo. Si noti l’andamento bilineare della funzione di trasferimento. L’esistenza di un range secondario con pendenza inferiore al primario, serve ad estendere il range dinamico codificato. f fmax I I0 Imax Imax2 Quando la pendenza del range secondario è inferiore a quella del primario, ci si avvicina ad una codifica di tipo logaritmico: utile perché mette in relazione gli aumenti della frequenza di scarica non con gli aumenti assoluti del livello di stimolazione ma con quelli relativi. RANGE DINAMICO l’intervallo di stimolazione nell’ambito del quale una variazione dell’intensità dello stimolo determina una variazione della frequenza di scarica Per estendere il range dinamico di un neurone occorre ridurre la sensibilità del sistema. Ciò è realizzabile con una relazione stimolo-frequenza che presenti un andamento bifasico dove il range secondario ha pendenza minore del primario. (linea rossa del grafico) In questo modo è possibile aumentare il range dinamico. Quando la pendenza del range secondario è inferiore a quella del primario, ci si avvicina ad una codifica di tipo logaritmico: utile perché mette in relazione gli aumenti della frequenza di scarica non con gli aumenti assoluti del livello di stimolazione ma con quelli relativi. La "legge" di Weber e Fechner La conversione INTENSITÀ FREQUENZA avviene su scala logaritmica: f=K ln(I/Io) 14 f≡frequenza dei PdA I≡intensità effettiva dello stimolo Io≡intensità dello stimolo soglia f=Kln(I/Io) 12 40 10 f 8 f 30 20 6 4 2 10 0 0 0 -100 100 2 300 4 500 6 I/Io 700 I/Io 8 900 1100 10 1300 1500 Il sistema sensoriale uditivo funziona in maniera tale da variare la frequenza non in funzione della variazione assoluta dello stimolo uditivo ma in funzione degli aumenti relativi. In questo modo vengono estesi gli intervalli di codificazione. Limiti in frequenza udito umano • tendenzialmente da 20 a 20000 Hz (20 kHz) Io=20 Hz IMax=20000 Hz IMax/Io=1000 Se la frequenza di scarica fosse f=IMax/Io, per codificare un segnale a 20000 Hz, occorrerebbe generare un treno di PdA avente una frequenza di 1000/s ovvero un PdA/ms, il che è impossibile dal momento che tra un PdA e l’altro intercorre un periodo di refrattarietà di circa 10 ms. Quindi, senza una relazione di tipo logaritmico tra f (frequenza di scarica) e intensità normalizzata dello stimolo, il limite superiore di frequenze percettibili sarebbe di soli 2000 Hz anziché 20000 Hz (Infatti: 2000/20=100 Hz→10 ms Significati della presenza di diversi range di firing nella relazione input-output ■ Gain del range II > gain del range I viene amplificata la risposta per livelli elevati di eccitazione. Es. - Motoneuroni: basso livello di eccitazione (tono basale) vs. alto livello di eccitazione (movimento volontario) ■ Gain del range II < gain del range I viene esteso il range dinamico codificato. Es. - Input sensoriali: estensione degli intervalli di codificazione