INFEZIONI IN GRAVIDANZA
GENERALITA’
• Lo stato gravidico determina lievi e
funzionalmente trascurabili modificazioni del
livello di immunoglobuline circolanti e
dell’immunità cellulo-mediata
• Il feto e il neonato hanno una capacità di
risposta immunitaria minore rispetto all’adulto
• Il feto inizia a sintetizzare Ig dalla 9° settimana
• La protezione immunitaria del feto/neonato si
realizza anche tramite il passaggio di Ig
attraverso la placenta e nel latte materno
MODALITA’ DI TRASMISSIONE
• Via transplacentare
• Via ascendente
• Infezione connatale
EFFETTI SUL FETO (1)
Dipendono da:
• Stadio di sviluppo del feto
• Predisposizione genetica del feto
• Stato immunitario e nutrizionale materno
L’infezione del feto non è sinonimo di
malattia fetale!
EFFETTI SUL FETO (2)
•
•
•
•
•
Aborto/morte intrauterina
Anomalie congenite
IUGR
Prematurità
Danno d’organo evidenziabile alla nascita
o a distanza di tempo
• Malattia acuta e/o morte in epoca
neonatale
CYTOMEGALOVIRUS (1)
• Virus a DNA del gruppo degli Herpes virus
• L’infezione transplacentare è più frequente
e può dare conseguenze più gravi quando
si tratta della prima infezione per la madre
• A differenza di altre forme infettive la
trasmissione al feto può avvenire anche
nelle forme secondarie (riattivazioni e
reinfezioni)
CYTOMEGALOVIRUS (2)
Modalità di trasmissione materno-fetale:
• Via transplacentare
• Via ascendente, anche a membrane
integre
• Contatto diretto con le secrezioni cervicovaginali al momento del parto (infezione
connatale)
CYTOMEGALOVIRUS (3)
Le manifestazioni più gravi si hanno quando l’infezione
fetale avviene nel 1° o 2° trimestre:
• IUGR
• Microcefalia
• Calcificazioni endocraniche
• Ventricolomegalia
Infezione asintomatica
Conseguenze tardive: sordità, ritardo mentale, handicap
motorio
Il 10-15% dei bambini asintomatici alla nascita presenta
manifestazioni tardive
CYTOMEGALOVIRUS (4)
Iter diagnostico:
• Sieroconversione o reinfezione durante la
gravidanza
• IgG avidity
• Ricerca del DNA virale, tramite PCR, su
sangue e urina della madre
• In caso di positività, amniocentesi per la
ricerca del DNA virale nel liquido amniotico
(dalla 20° settimana)
CYTOMEGALOVIRUS (5)
In caso di positività della ricerca del DNA
virale nel liquido amniotico, si ha la
certezza che l’infezione è stata trasmessa
al feto, ma non necessariamente la
trasmissione dell’infezione è indicativa di
fetopatia!
CYTOMEGALOVIRUS (6)
Terapia:
• Si può proporre l’interruzione di
gravidanza
• Attualmente sono in fase sperimentale
protocolli di terapia con immunoglobuline
somministrate alla madre
ROSOLIA (1)
• Virus a RNA del gruppo dei Togavirus
• Può essere trasmesso al feto solo quando in
gravidanza viene contratta la prima infezione
• La trasmissione transplacentare avviene nella
fase di viremia (da 7 giorni prima a 4 giorni dopo
la comparsa dell’eruzione)
• La probabilità di trasmissione è massima nelle
prime 10 settimane e dopo la 37° settimana
• La probabilità che il feto sviluppi un’infezione
sintomatica è tanto maggiore quanto più è bassa
l’età gestazionale
• Le manifestazioni cliniche sono tanto più gravi
quanto più è bassa l’età gestazionale
ROSOLIA (2)
SINDROME DELLA ROSOLIA CONGENITA:
complesso della manifestazioni lesive del virus
sul prodotto del concepimento (presenti alla
nascita):
• Cataratta, glaucoma
• Sordità
• Malformazioni del cuore e dei grandi vasi
(persistenza del dotto di Botallo, stenosi della
polmonare)
• Ritardo psicomotorio
ROSOLIA (3)
L’infezione può anche causare:
• aborto
• morte fetale tardiva
• IUGR
• Manifestazioni tardive (anche nella
seconda decade di vita): glaucoma,
diabete mellito di tipo 1, disfunzioni
tiroidee
ROSOLIA (4)
Iter diagnostico
• Sieroconversione in gravidanza
• IgG avidity
• Ricerca del genoma virale nel liquido
amniotico
• La presenza del virus nel liquido amniotico
è indicativa di infezione fetale, ma non di
malattia fetale conseguente all’infezione!
ROSOLIA (5)
Terapia
• Si può proporre l’interruzione della
gravidanza
• Somministrazione di immunoglobuline alla
madre
• Attualmente si sta diffondendo la
vaccinazione delle donne non immuni
(vaccino a virus vivi attenuati; sconsigliato
in gravidanza)
TOXOPLASMOSI (1)
• Antropozoonosi causata dal protozoo
Toxoplasma gondii
• Modalità di infezione per l’uomo: ingestione di
carni contenenti le cisti di latenza; ingestione di
alimenti (verdure) contaminati da oocisti
sporulate
• Si trasmette al feto solo nella fase
parassitemica, che caratterizza solo la prima
infezione
• Con l’aumentare dell’età gestazionale aumenta
la probabilità di trasmissione al feto, ma
diminuisce la probabilità di avere manifestazioni
gravi
TOXOPLASMOSI (2)
Manifestazioni cliniche
• Forme diffuse: disseminazione pluriviscerale; in
genere esitano in aborto o morte endouterina
• Forme a localizzazione neuro-oculare: tetrade di
Sabin (idrocefalo, corioretinite, calcificazioni
endocraniche, convulsioni)
• Forme silenti: si manifestano a 6-12 mesi di vita,
soprattutto come corioretinite
• Forme tardive: manifestazioni oculari o sordità
• Tra le sequele a lungo termine è frequente il
ritardo mentale
TOXOPLASMOSI (3)
Iter diagnostico
• Sieroconversione in gravidanza
• IgG avidity
• Ricerca del DNA sul sangue materno
tramite PCR
• Ricerca del DNA nel liquido amniotico
TOXOPLASMOSI (4)
Terapia
• Infezione sospetta: spiramicina
• Infezione accertata (riscontro del DNA nel
liquido amniotico): spiramicina +
associazione pirimetamina-sulfamidici o
cotrimossazolo (terapia potenzialmente
tossica da riservare a casi ad alto rischio)
TOXOPLASMOSI (5)
Prevenzione nelle gestanti non immuni:
• Lavare bene frutta e verdura
• Cuocere bene la carne
• Evitare i salumi
• Utilizzare guanti e lavare accuratamente le
mani quando si è a contatto con la terra