Economia non osservata
Introduzione
• Secondo i criteri dell’Unione europea, solo una misura
esaustiva del Pil rende tale aggregato confrontabile fra i
vari Paesi e utilizzabile come indicatore per il calcolo dei
contributi che gli Stati membri versano all’Unione, per il
controllo dei parametri di Maastricht e per l’attribuzione
dei fondi strutturali.
2
Economia non osservata
• attività economiche che devono essere
incluse nella stima del Pil ma che non
sono registrate nelle indagini statistiche
presso le imprese, o nei dati fiscali e
amministrativi utilizzati ai fini del calcolo
delle stime dei conti economici nazionali,
in quanto non osservabili in modo diretto.
3
Economia non osservata
•
•
•
•
Sommerso economico
Attività illegali
Produzione del settore informale
Inadeguatezza del sistema statistico
4
Sommerso economico
• Attività di produzione di beni e servizi che,
pur essendo legale, sfugge
all’osservazione diretta in quanto
connessa al fenomeno della frode fiscale e
contributiva
5
Attività illegali
• attività di produzione di beni e servizi la cui
vendita, distribuzione o possesso sono
proibite dalla legge
• attività che, pur essendo legali, sono
svolte da operatori non autorizzati
6
Economia informale
•
•
•
•
Attività produttive su piccola scala
Bassi livelli di organizzazione
Poca o nulla divisione tra capitale e lavoro
Rapporti di lavoro basati su occupazione
occasionale, relazioni personali o familiari
• Difficilmente rilevabili direttamente
7
Sommerso statistico
• Attività produttive legali non registrate
esclusivamente per deficienze del sistema
di raccolta dei dati statistici:
– Mancato aggiornamento degli archivi delle
imprese
– Mancata compilazione dei moduli
amministrativi e/o questionari statistici
–…
8
Economia non direttamente osservata
attualmente inclusa nei conti nazionali
Illegale
In un prossimo
futuro i Paesi
dell’UE
avranno
l’obbligo di
includere tale
componente
Sommerso
economico
Sommerso
statistico
9
Informale
Economia illegale
Introduzione
• «In ogni guerra conoscere le dimensioni del nemico,
la sua potenzialità di danno, è un elemento
essenziale per definire strategie vincenti»
• Ciò vale anche per la lotta alla criminalità
organizzata … di cui resta spesso più oscura la
«potenza» economica che pure fa della criminalità
uno dei grandi attori dei mercati, anzi talvolta un
vero e proprio mercato.
Anna Maria Tarantola, vice direttore gen. Banca
d’Italia, audizione alla Camera 6 giugno 2012
11
Stima dell’economia illegale
• le stime ufficiali dell'Istat mostrano che nel 2008
il valore aggiunto prodotto nell’area del
sommerso risultava compreso tra il 16,3% e il
17,5% del PIL
• Banca d’Italia: valore medio del sommerso
fiscale e criminale in Italia 2005-2008 è pari
rispettivamente al 16,5% e al 10,9% del PIL
• Tra 1981 e 2001 l’attività di riciclaggio è stato
circa il 12% del PIL (inoltre ha natura anti-ciclica)
12
Impatto sull’economia
• La decurtazione della crescita del PIL procapite attribuibile all’insorgere della
criminalità organizzata viene stimato
intorno al 20% in trenta anni
– Minori investimenti privati
13
Impatto sull’economia
• Distorsione della concorrenza
– Percezione del «pizzo» come compenso per
protezione
– Il riciclaggio impone uno svantaggio
competitivo (finanziamento a basso costo)
– Legami corruttivi tra organizzazioni criminali e
pubblica amministrazione condizionano la
fornitura di beni e servizi pubblici
14
Impatto sull’economia
• Costi indiretti: Inefficienze nel mercato del
credito
– Difficoltà delle banche nel valutare la qualità
dei potenziali clienti
– Generalizzata richiesta di maggiori garanzie
– Minore propensione alla concessione di
credito
15
Usura
Eurispes 2010
Una mappa dell’Italia
Definizione
• atto di violenza criminale vestito con uno
schema negoziale di diritto bancario o
commerciale
• Le dimensioni del mercato dell’usura, l’ampiezza
della domanda e dell’offerta in termini monetari
e di numero di persone coinvolte, sono solo
parzialmente rilevabili sulla base delle denunce
e degli arresti che vengono effettuati
17
Analisi economica del mercato
dell’usura
• Indici indiretti
• mercato illegale del credito
– Domanda
– Offerta
– Struttura
– Legami con altri mercati
18
Analisi economica del mercato
dell’usura
• Individuazione di quelle variabili sociali,
economiche, istituzionali, culturali, direttamente
osservabili e quantificabili, che influenzano la
domanda e/o l’offerta del mercato dell’usura
• Una volta individuate, a livello teorico, le
relazioni esistenti tra contesto ambientale ed
usura, per quantificare il fenomeno si può
passare alla costruzione degli indicatori indiretti.
19
Fattori facilitanti
•
•
•
•
struttura del sistema produttivo distinto per settori di
attività economica e dimensione delle imprese
la congiuntura economica (situazione di recessione,
reddito pro capite, disoccupazione), che agisce sia
sulla condizione delle famiglie che su quella delle
imprese;
la capacità degli imprenditori e la loro cultura
economica;
la struttura ed il funzionamento del sistema bancario e
finanziario (condizioni di prezzo e di quantità,
concorrenzialità, tipologia e numero di intermediari
esistenti, capacità del sistema finanziario di far affluire
i fondi dalle unità in surplus a quelle in deficit).
20
Fattori socio-culturali
•
•
•
•
la propensione all’illegalità (o reciprocamente il
senso della legalità);
la diffusione ed il tipo di criminalità
(microcriminalità, grandi organizzazioni
criminali);
la cultura del denaro ed il senso del risparmio;
il livello di istruzione (che influisce sul senso
della legalità e sulla capacità di gestione
imprenditoriale).
21
Il lato dell’offerta
• Diversi tipi di usura
• Indicatori
– Consistenza finanziaria dell’usuraio
– Ambiente in cui si sviluppa
– Tipo di organizzazione
22
Il lato dell’offerta
• Segmenti:
– “di base”
• Usura di vicinato: vicinanza tra soggetti
• Prestiti a breve scadenza
• Prestiti di sussistenza
– “di quartiere”
•
•
•
•
Maggiore disponibilità finanziaria
Prestiti a breve
No metodi di sopraffazione
“prestito tra colleghi”
23
Il lato dell’offerta
• Segmenti:
– Fornitori di merci alle imprese locali
• Grossisti che forniscono assistenza globale a
piccoli imprenditori/artigiani
– Organizzazione criminale ramificata
24
Il mercato del credito illegale
25
Analisi campionaria sull’usura
• Analisi di 100 casi di usura
• Ricostruzione delle caratteristiche dei
soggetti coinvolti
• 199 vittime e 230 imputati
26
L’Italia “incravattata”
• Tabella 1: conosce persone che si sono
rivolte ad usurai per ottenere un
prestito?
Conosce persone che si
sono rivolte ad usurai
per ottenere un prestito?
Sì
No
Non sa/non risponde
Totale
•
Totale
Italia
25,2
70,1
4,7
100,0
Nord-Ovest
Nord-Est
24,8
70,4
4,8
100,0
15,2
81,0
3,9
100,0
Anno 2010 – Dati Eurispes
27
Centro
29,1
68,6
2,2
100,0
Sud
30,7
62,8
6,6
100,0
Isole
25,0
69,1
5,9
100,0
L’Italia “incravattata”
• Conosce persone che si sono rivolte ad
usurai per ottenere un prestito?
Per classe d’età
Conosce persone che si sono
rivolte ad usurai per ottenere un
prestito?
Sì
No
Non sa/non risponde
Totale
18-24 anni
25-34 anni
19,6
72,3
8,1
100,0
20,1
77,5
2,5
100,0
28
35-44 anni
45-64 anni
24,7
70,7
4,6
100,0
34,8
62,0
3,2
100,0
65 anni e oltre
21,7
71,3
7,0
100,0
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
L’Indice di Rischio Usura
• Contesto economico: aumento dei fenomeni di
sofferenza
– il 28,6% delle famiglie non ha un reddito mensile tale da
consentirgli di arrivare alla fine del mese;
– il 42,9% può sostenere economicamente le proprie
esigenze di consumo solo utilizzando i propri risparmi;
– il 23,3% e il 18,1% delle famiglie, rispettivamente,
dichiarano difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo e
del canone di affitto (Rapporto Italia 2010).
• Tali fenomeni di “sofferenza” coinvolgono il
sistema delle piccole e medie imprese, che
rappresentano oltre il 99% delle imprese attive
in Italia
– Problema di accesso al credito
39
L’Indice di Rischio Usura
• Usura: fenomeno solo in parte misurabile
sulla base dei dati relativi alle denunce
• Discrepanza tra richieste di aiuto a centri
specializzati e denunce
• Permeabilità del territorio e vulnerabilità
40
L’Indice di Rischio Usura
• Sulla base delle variabili di contesto socioeconomico che possono influenzare la
vulnerabilità e/o permeabilità di un territorio
– Quadro economico: PIL, disoccupazione
– Sistema bancario: protesti, sofferenze, tasso di
interesse medio attivo, valore del credito al consumo
…
– Tessuto imprenditoriale: imprese individuali, imprese
cessate e iscritte
– Criminalità: reati di estorsione; reati per associazione
a delinquere
41
IRU: indicatori
Variabile
Prodotto interno lordo
disoccupati
protesti
sofferenze
tasso di interesse medio attivo
sportelli bancari
clienti home e corporate banking
comuni serviti da banche
banche cooperative e popolari
valore credito al consumo
imprese individuali
Imprese cessate e iscritte
reati per associazioni a delinquere
reati di estorsione
Indicatore
Pil pro-capite
tasso di disoccupazione
valore medio protesti
sofferenze / impieghi
tasso di interesse medio attivo
popolazione > 18 anni / sportelli bancari
popolazione > 18 anni / clienti home-corporate banking
comuni serviti da banche / totale comuni
sportelli banche cooperative e popolari / totale sportelli bancari
valore credito al consumo / numero famiglie
imprese individuali / totale imprese
rapporto imprese cessate / imprese iscritte
reati per associazione a delinquere / totale reati
reati di estorsione / totale reati
42
Indice di Rischio Usura
• Combinazione lineare (ponderata) degli
indicatori di contesto socio-economico
• Valore tra 0 e 100
Classe di rischio usura
Molto basso
Basso
Medio
Medio-Alto
Alto
Valore IRU
0-20
20-40
40-60
60-80
80-100
43
IRU – distribuzione del rischio
IRU 60-100 - Classi di rischio «Alto» e «Medio-Alto»
Centro
60,0%
IRU 40-60 - Classe di rischio «Medio»
Centro
60,0%
Mezzogiorno
20,0%
Nord-Ovest
20,0%
Mezzogiorno
100,0%
Centro 36,7%
IRU 20-40 - Classe di rischio «Basso»
Centro
36,7%
Nord-Est 20,0% Nord-Est
20,0%
IRU 0-20 - Classe di rischio «Molto basso»
Centro
Centro 4,0%
4,0%
Nord-Ovest
43,3%
Nord-Est
64,0%
44
Nord-Est
64,0%
Nord-Ovest
32,0%
IRU - i peggiori 10
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Vibo Valentia
Catanzaro
Caserta
Reggio Calabria
Crotone
Cosenza
Benevento
Agrigento
Avellino
Enna
100
99
98
97
95
93
91
91
90
86
45
IRU - i migliori 10
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Trento
Bolzano
Bologna
Modena
Parma
Reggio Emilia
Brescia
Mantova
Treviso
Bergamo
0
5.6
6.3
10.2
10.5
11.5
11.6
12.5
14.3
14.6
46
Mercato legale del credito e rischio
usura
• Lei o la sua famiglia avete avuto
necessità di chiedere un prestito
bancario negli ultimi tre anni?
Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere
un prestito bancario negli ultimi tre anni?
Si
No
Totale
%
34,2
65,8
100,0
47
• Lei o la sua famiglia avete avuto
necessità di chiedere un prestito
bancario negli ultimi tre anni? Per area
geografica
Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere un
prestito bancario negli ultimi tre anni?
Si
No
Totale
48
NordOvest
34,7
65,3
100,0
Area geografica
NordCentro
Sud
Est
27,3
38,6
35,2
72,7
61,4
64,8
100,0
100,0
100,0
Isole
35,3
64,7
100,0
• Lei o la sua famiglia avete avuto
necessità di chiedere un prestito
bancario negli ultimi tre anni?
Per motivo
Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere
un prestito bancario negli ultimi tre anni?
Mutuo per l’acquisto della casa
Per saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie
Matrimonio o altre ricorrenze
Spese di carattere medico
Vacanze
Si
No
47,7
33,2
17,7
10,6
1,0
49
Totale
52,3
66,8
82,3
89,4
99,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
• A quanto ammontava il prestito?
Per classi di età dell’intervistato
A quanto ammontava il
prestito?
1.000 - 10.000 euro
10.001- 30.000 euro
30.001 - 50.000 euro
50.001-100.000 euro
oltre 100.000 euro
Non sa/Non risponde
Totale
18-24 anni
51,2
17,1
2,4
12,2
17,1
0,0
100,0
25-34 anni
30,2
17,4
10,5
18,6
22,1
1,2
100,0
50
Classi d’età
35-44 anni
45-64 anni
21,6
36,7
23,9
22,5
5,7
9,2
13,6
10,0
31,8
21,7
3,4
0,0
100,0
100,0
65 anni e oltre
27,8
20,8
18,1
8,3
20,8
4,2
100,0
Totale
31,9
20,9
9,6
12,5
23,3
1,7
100,0
• A quanto ammontava il prestito?
• Per area geografica
A quanto ammontava il prestito?
1.000 - 10.000 euro
10.001- 30.000 euro
30.001 - 50.000 euro
50.001-100.000 euro
oltre 100.000 euro
Non sa/Non risponde
Totale
Nord-Ovest
38,0
21,3
8,3
7,4
22,2
2,8
100,0
51
Area geografica
Nord-Est
Centro
17,5
30,2
12,7
17,4
14,3
8,1
19,0
11,6
36,5
32,6
0,0
0,0
100,0
100,0
Sud
33,3
25,5
7,8
10,8
18,6
3,9
100,0
Isole
37,5
27,1
12,5
20,8
2,1
0,0
100,0
• Il tasso di interesse applicato al suo
prestito bancario le è sembrato…
Il tasso di interesse applicato al suo prestito bancario le è sembrato…
Contenuto
Adeguato
Alto
Non sa/non risponde
Totale
52
%
14,5
32,2
45,7
7,6
100,0
• Secondo lei, in che misura il sistema
bancario riesce a farsi carico dei
problemi e delle necessità delle
famiglie?
Secondo lei, in che misura il sistema bancario riesce a farsi carico
dei problemi e delle necessità delle famiglie?
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Non sa/non risponde
Totale
%
46,6
39,5
8,8
0,7
4,4
100,0
53
Economia sommersa
54
Definizione
• Insieme della produzione legale di cui la
Pubblica Amministrazione non ha
conoscenza per:
– Evasione fiscale
– Evasione di contributi sociali
– Inosservanza delle regole di legge e di norme
amministrative
55
Dimensione del fenomeno
• Livello di sviluppo del sistema economico
– Piccole imprese → lavoro non formalizzato
• Caratteristiche del sistema normativo
– Livello di contribuzione e tassazione
– Procedure amministrative e burocratiche
• Substrato culturale
– Accettazione sociale
56
Cause del sommerso
• Pressione fiscale e contribuzione sociale
– Differenza tra costo totale del lavoro e remunerazione
netta
• Intensità e complessità dei sistemi di tassazione e
normativi
– Inefficienza del sistema,
– costo della contribuzione,
– difficoltà di controllo
• Eccesso di regolamentazione e burocrazia
• Struttura industriale
– Correlazione tra dimensione d’impresa e sommerso
• Accettazione culturale
57
Cause del sommerso
• Domanda crescente di servizi
• Volatilità dell’economia
• Riduzione del peso delle attività
manifatturiere
• Delocalizzazione verso paesi a basso
costo del lavoro
• Crescita dei comparti più innovativi
58
Misurazione del fenomeno
Ardizzi et al. 2011
Introduzione
• Nelle economie dove maggiore è l’utilizzo
di strumenti di pagamento elettronici,
minore è l’incidenza dell’economia
sommersa (Schneider, 2009)
60
Introduzione
• ITALIA:
– Quota di transazioni in contanti (arretratezza
finanziaria): 349 mld di euro l’anno
– Incidenza economia sommersa su PIL: 24%
• UE 27:
– Quota di transazioni in contanti (arretratezza
finanziaria): 2000 mld di euro l’anno
– Incidenza economia sommersa su PIL: 18%
61
Domanda di ricerca
• Relazione tra ricorso massiccio al
contante come strumento di pagamento e
elevata diffusione di scambi non registrati
fra le transazioni regolari?
62
Metodologia
• Currency Demand Approach (CDA)
– Stima delle determinanti dell’eccesso di domanda di
contante
• Variabile dipendente: flusso di contanti
– CASH: rapporto fra valore dei prelievi totali di contanti
da conti correnti bancari e valore totale dei pagamenti
non in contanti
– Interpretazione: quantità domandata di pagamenti
riferiti a transazioni non tracciabili per ogni euro di
pagamenti tracciabili
– Valutazione diretta del valore delle transazioni
63
Componenti della domanda
• Componente strutturale
• Componente di sommerso fiscale
• Componente di sommerso illegale
64
Componente strutturale domanda
• Livello di sviluppo economico
– PIL
– Effetto atteso: negativo
– Proxy istruzione
• Grado di diffusione territoriale dell’offerta
bancaria
– BANK: numero di conti correnti pro-capite
– Effetto atteso: negativo
65
Componente strutturale domanda
• Tecnologia dei pagamenti
– ELECTRO = valore in rapporto al PIL delle
transazioni regolate con pagamenti elettronici
– Effetto atteso: negativo
• Tasso di interesse
66
Componente sommerso fiscale
• Dati su attività di controllo effettuate dalla
GdF per contrasto all’evasione fiscale
• EVAS1: numero di verifiche fiscali
specifiche (con info ex-ante)
• EVAS2: irregolarità riscontrate dalla GdF
presso esercenti commerciali
67
Componente sommerso criminale
• CRIME: quota dei delitti connessi alla
violazione della normativa sugli
stupefacenti e della normativa sullo
sfruttamento e sul favoreggiamento della
prostituzione su concentrazione
provinciale del PIL
68
Regressore
69
Misurazione fenomeno (II)
ISTAT
Misurazione: valore aggiunto
• Stima di intervallo: incertezza
72
Valore aggiunto su PIL
73
Valore aggiunto su PIL
• Fase espansiva 2001: aumento lavoro irregolare
– Sottodichiarazione fatturato
– Rigonfiamento costi intermedi
–…
• 2002 – 2004 effetto sanatoria a favore dei
lavoratori extra-comunitari occupati in modo non
regolare
– Effetti di travaso
• Dal 2003 il VA cresce, ma meno del PIL
• Dal 2008 crescita maggiore del PIL
74
VA per area del sommerso
75
VA per settore
76
Dettaglio settoriale, 2005
77
Lavoro nero
Determinanti
• Richiesta di rendere il lavoro più mobile e
flessibile
• Afflusso di immigrati irregolari
• Indisponibilità di una sufficiente offerta
occupazionale
• Eccessivo gravare di oneri fiscali e
contributivi
79
Tipologie
• Lavoratori regolari che svolgono prestazioni in nero
come seconda attività
• Occupati alle dipendenze con condizioni minime di
regolarità, ma parte delle prestazioni non registrate
• Lavoratori con contratti atipici o soci in cooperative di
comodo
• Dipendenti che accettano retribuzioni inferiori a quelle
dichiarate
• Lavoratori autonomi e professionisti irregolari
• Dipendenti totalmente irregolari
• Immigrati irregolari
80
Misurazione
• Ai fini della misura del lavoro come fattore
della produzione, il Sistema Europeo dei
Conti suggerisce di stimare l’insieme delle
unità di lavoro
• UdL: numero di posizioni lavorative
equivalenti a tempo pieno
81
Posizioni lavorative
• Regolari
– Prestazioni lavorative registrate e osservabili dalle
istituzioni fiscali-contributive e da quelle statistiche e
amministrative
• Non-regolari
– Prestazioni lavorative che non rispettano la normativa
vigente in materia fiscale-contributiva, quindi non
osservabili direttamente
• Sono escluse dalla stima tutte le diverse forme
d’irregolarità parziale (lavoro grigio): es. fuori
busta
82
Come stimare l’occupazione irregolare
• le indagini sulle forze di lavoro comprendono
anche gli irregolari, tranne:
– stranieri non residenti (che sfuggono anche se
lavoratori regolari),
– minori di 15 anni,
– doppio lavoro (regolari con altra attività);
• alcuni (4-5%) sfuggono per reticenza;
83
Le stime dell’Istat
•
dal 1980 statistiche di contabilità nazionale
stimano:
1. le persone occupate,
2. le posizioni lavorative
3. le unità di lavoro standard (trasformando
lavori parziali e occasionali in tempi pieni);
84
• si distinguono le situazioni non regolari,
quelle che sfuggono alla regolazione
amministrativa;
• le stime sulle persone occupate e sulle unità di
lavoro forniscono dati simili sul livello di lavoro
irregolare, ma non sulla composizione:
→ grandi tendenze e indicazioni generali.
85
2. Dinamica e composizione dell’economia
irregolare
•
quota lavoratori non registrati secondo
stime della Commissione Europea (2004):
–
–
–
–
oltre il 20% in Grecia, Spagna e Portogallo,
16% in Italia,
paesi scandinavi, Austria, Gran Bretagna e Olanda
oscillano tra il 2% e il 4%,
Francia e Germania intorno al 5-6%;
86
•
le stime comparative costruite dagli
economisti comprendono oltre al lavoro non
registrato, anche il reddito non tassato di
lavoratori regolari (fuori busta, sotto
fatturazioni, doppio lavoro):
– per l’Italia sono quindi superiori a quelle
Istat.
87
Diffusione e caratteristiche in Italia
• vasta occupazione non regolare durante lo
sviluppo italiano dall’inizio del Novecento sino a
fine anni ‘60;
• negli anni ‘70 ci si accorge che il lavoro non
regolare non si è ridotto per il processo di
modernizzazione;
88
• anzi è ripreso per sfuggire alla più progredita
regolazione dei rapporti di lavoro;
• perciò, l’economia sommersa da retaggio
dell’arretratezza diventa un tratto strutturale
dell’economia italiana.
89
Lavoro non regolare
• Nel 2009, 2 milioni e 966 mila unità di
lavoro non regolari
• Prevalentemente dipendenti
• Nel 2001 3 milioni e 280 mila
• Diminuzione degli irregolari e aumento
delle unità regolari
90
Lavoro non regolare
91
fig. 3.1. - Peso degli occupati non regolari in Italia (valori
percentuali)
16
15
14
13
12
11
10
9
8
7
6
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Totale
Dipendenti
92
Indipendenti
Lavoro non regolare
• Cambiamento normativa lavoro
– Forme flessibili per durata e orario
– Incremento occupazione dipendente regolare
– Decremento parte non regolare
– Crescita del lavoro autonomo almeno fino al
2003 (contratti atipici)
• Bossi – Fini 2002
– Aumento lavoro regolare (regolarizzazione
immigrati)
93
Tipologie di occupazione
• Irregolari residenti
– Persone occupate, italiani e stranieri iscritti
all’anagrafe, che si dichiarano nelle indagini presso le
famiglie, ma non risultano presso le imprese
• Stranieri non regolari e non residenti
– Non visibili al fisco e esclusi da rilevazioni famiglie
• Attività plurime non regolari
– Stimate con metodi indiretti, seconde attività
94
Tipologie di occupazione
• Componente più rilevante: irregolari
residenti
• Crescita degli stranieri clandestini
(aumento domanda di lavoro da parte
delle famiglie)
• Effetti crisi economica: riduzione posizioni
plurime e stranieri non residenti
– CIG, diminuzione attività di doppio lavoro …
95
Tipologia di occupazione
96
Analisi settoriale
• Maggiore incidenza: agricoltura
• Minore incidenza: industria in senso stretto
• Nei servizi:
– Rilevante nel commercio, riparazioni,
alberghi, ristoranti, trasporti e comunicazioni
– Modesto e stabile nell’intermediazione
monetaria e finanziaria e nelle attività
immobiliari e imprenditoriali.
97
Analisi settoriale
98
fig. 3.2. - Peso degli occupati non regolari per settore in
Italia (valori percentuali)
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Agricoltura
Costruzioni
Servizi finanziari e alle imprese
Industria
Commercio, alberghi, comunicazioni
Altre attività di servizi
99
tab. 3.1. - Occupati non regolari in Italia (valori percentuali)
Totale
Dipendenti
Indipendenti
1991 2008
1991
2008
1991 2008
52,7 42,5
Agricoltura
18,7 10,6
Costruzioni
4,0
6,3
Industria manifatturiera
2,8
6,3
Alimentari
9,8 10,4
Tessili e abbigliamento
5,4
8,6
Industrie conciarie
8,8
16,4
Legno e arredamento
5,2
6,7
Carta e stampa
4,8
6,8
Prodotti chimici
2,7
5,9
Gomma e plastica
1,6
3,7
Metallurgia
2,4
5,3
Meccanica
2,0
3,8
Mezzi di trasporto
4,6
7,9
Altre industrie
44,9
2,1
3,7
9,6
2,9
1,9
3,8
3,2
5,1
3,3
1,1
2,0
13,5
3,1
30,5
1,7
4,6
10,8
4,0
1,7
5,3
2,3
10,0
6,6
1,8
2,3
7,0
3,1
48,5 36,9
7,7
13,1
4,1
5,8
5,0
7,2
9,3
8,5
4,7
7,3
7,6
11,4
4,6
6,0
5,0
6,7
3,0
5,6
1,6
3,2
2,4
4,9
2,2
4,0
4,3
6,6
100
tab. 3.1. (continua) - Occupati non regolari in Italia (valori
percentuali)
Dipendenti
Indipendenti
1991
2008
1991
2008
1991
2008
Servizi
15,5
12,3
Commercio e riparazioni
17,1
11,6
Alberghi e ristoranti
24,5
12,1
Trasporti e comunicazioni
7,2
5,9
Intermediazione monetaria e
4,4
3,2
finanziaria
Attività professionali e
27,1
11,5
imprenditoriali
Istruzione
1,0
1,2
Sanità e servizi sociali
2,5
0,9
Altri servizi sociali e personali
20,7
13,3
Servizi domestici
69,8
55,3
Totale
14,7
11,1
(non regolari in migliaia)
(2.457) (2.142)
Senza agricoltura
12,9
10,2
(non regolari in migliaia)
(2.060) (1.915)
Fonte: Istat, Contabilità nazionale
4,5
1,9
1,5
2,8
6,3
1,8
0,9
4,8
12,4
8,6
13,4
6,3
10,8
7,3
8,6
5,8
3,1
7,5
4,3
3,8
4,5
6,5
18,3
9,7
101
61,2 55,9
14,3 14,0
4,0
4,0
9,9
7,4
(624) (443)
4,1
5,5
(225) (303)
Totale
4,3
6,7
4,5
2,7
14,6
10,6
69,8
55,3
13,4
10,2
(3.081) (2.585)
10,7
9,1
(2.285) (2.218)
Analisi geografica
• Tra 2001 e 2009, riduzione
dell’occupazione irregolare
– Maggiori flessioni al Centro e nel
Mezzogiorno
• Lavoro irregolare più diffuso al Sud
102
Analisi geografica
103
Analisi geografica e settoriale
104
Tassi di irregolarità per attività
105
Tassi di irregolarità per attività
106
Tassi di irregolarità per attività
107
Tassi di irregolarità per attività
108
Dall’arretratezza allo sviluppo postindustriale
• lo scenario italiano del lavoro irregolare
concorda con quello di altri paesi;
• fattori della diffusione:
- dimensioni di impresa,
- bassa intensità di capitali e impianti,
- immaterialità della prestazione,
- prossimità al consumatore finale;
109
• all’economia sommersa propria di un’arretrata
organizzazione economica e sociale, se ne
aggiunge una nuova, frutto di 3 tendenze:
- crescita della domanda di servizi per le
famiglie,
- esternalizzazione e diffusione del lavoro
indipendente,
- diffusione delle tecnologie informatiche.
110
3. Tra costrizioni e opportunità
Il cuneo fiscale e la regolamentazione
economica
•
•
il lavoro nero non paga imposte sul reddito e
contributi, in Italia dimezzando il costo del
lavoro;
ma la pressione fiscale non è decisiva:
– l’economia sommersa è poco diffusa in paesi ad
alta pressione (Nord Europa) e molto in paesi a
bassa (Grecia e Spagna);
111
•
decisivi invece:
– il livello di efficienza e il grado di corruzione
della pubblica amministrazione;
– la struttura dell’occupazione: il lavoro nero è
più diffuso ove prevalgono i settori ad alta
intensità di attività irregolari.
112
Controlli e coesione sociale
•
contano i controlli e le sanzioni:
– in Italia il rapporto tra ispettori e occupati è un
settimo della media europea;
– in Italia multe, in Francia carcere;
•
ma controlli e sanzioni hanno poco effetto se
non uniti ad un forte sostegno sociale, che
esponga gli irregolari alla repressione;
113
•
la riprovazione del lavoro nero dipende
dunque dal grado di coesione di una società;
•
Italia patria dei free riders (i furbi): quasi la
metà esprime comprensione per l’evasione
fiscale.
114
Flessibilità contro affidabilità
•
vantaggi:
– forte riduzione dei costi,
– grande flessibilità;
•
ma anche svantaggi:
– il lavoratore è libero di andarsene,
– nessun controllo sulla qualità della
prestazione,
– rischio di una denuncia.
115
Lavoro nero tra costrizioni e opportunità
•
l’immagine di coercizione e sfruttamento non è
sempre vera;
•
spesso l'irregolarità è consensuale, poiché il
lavoratore ha dei vantaggi:
– alta flessibilità dei tempi di lavoro,
– guadagnare senza perdere sussidi,
– guadagnare di più.
116
Saldi legami di tacita complicità
•
sono presenti anche qualora non vi sia
convergenza delle reciproche convenienze;
•
le relazioni informali sono essenziali perché
imprese irregolari incontrino lavoratori disposti
a essere assunti in nero e indipendenti
irregolari trovino clienti;
117
•
errori e comportamenti opportunistici di un
lavoratore in nero non possono essere
sanzionati, perciò la sua affidabilità deve
essere nota;
•
le relazioni di complicità si fondano anche su
norme implicite che regolano la ripartizione dei
vantaggi monetari del lavoro nero:
118
– nel Sud, il datore di lavoro nero può apparire un
benefattore, purché non arricchisca troppo,
– nel Nord, i risparmi su imposte e contributi
vengono ripartiti tra lavoratore e datore di lavoro
(o cliente per gli indipendenti).
•
Le denunce avvengono quando gli
arrangiamenti non sono rispettati:
– le relazioni personali impediscono sia che il
lavoratore faccia denuncia, sia che il datore
sfrutti;
119
•
le situazioni di sfruttamento avvengono
quando non vi sono relazioni personali (è il
caso degli immigrati): sono stabili solo se il
lavoratore è molto debole.
120