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Pierangelo Unibosi
Ravenna 14 marzo 2014
Tracce di lavoro:
- La governance dei Servizi Sociali e
Sociosanitari;
- I modelli organizzativi esistenti;
- La sfida rispetto ai contesti normativi in
evoluzione;
- L’integrazione sociosanitaria;
- L’accreditamento
Il sistema di governance
- Ruolo del Comitato di distretto
- Programmazione distrettuale
- Strumenti tecnici per il supporto alla
programmazione distrettuale;
- Regime di finanziamento degli interventi
sociosanitari
- Disciplina dell’accreditamento
La committenza
spetta al Comitato di Distretto la responsabilità rispetto al governo
degli assetti dei servizi sociosanitari ed in particolare la funzione di
governo, relativa alla programmazione di ambito distrettuale
(comprensiva dell’area della non autosufficienza), alla regolazione e
alla verifica dei risultati di salute e di benessere raggiunti, alla
definizione delle regole per l'accreditamento, per l'accesso al sistema
e per la compartecipazione alla spesa, alla costituzione delle ASP.
Ne consegue che la programmazione della rete dei servizi, per quanto
possa considerarsi una materia da trattare con uno stile decisionale
interattivo e debba basarsi sulla costruzione di sinergie tra soggetti
pubblici e privati, resta pur sempre una delle espressioni più
significative della committenza, quale munus non delegabile
Assetti organizzativi distrettuali esistenti nella
Provincia di Ravenna
- Gestione in forma associata nel distretto di
Faenza;
- Unione di Comuni nel territorio lughese;
- Gestione da parte dell’ASP a Ravenna e Russi;
- Gestione diretta da parte del Comune di Cervia.
Percorsi di riforma degli assetti
organizzativi
Legge regionale n. 21/2012
Legge regionale n. 12/2013
la razionale distribuzione delle funzioni alla luce
dei criteri di unicità, semplificazione,
adeguatezza, prossimità al cittadino, non
sovrapposizione e non duplicazione delle stesse;
l’attribuzione tendenziale ad un unico soggetto
dell’intera gestione.
Principi e finalità della legge regionale in
materia
Perseguire obiettivi di razionalizzazione amministrativa,
adeguatezza, efficienza, qualità delle forme pubbliche di gestione
garantire la sostenibilità delle forme di gestione pubblica
garantire l’autonomia degli Enti locali per assicurare flessibilità
nelle scelte sulle forme di gestione;
Possibilità di deroghe, debitamente motivate, nel rispetto dei
principi di riforma delle forma pubbliche di gestione;
Un percorso di verifica e cambiamento
Non si parte da un punto zero, in tutti i contesti distrettuali ci sono già punti
di forza dai quali partire;
Nella normativa viene ribadito che il distretto rappresenta l’ambito
ottimale per la programmazione sociosanitaria;
Si prevede un percorso di accorpamento degli Enti, degli strumenti e delle
forme giuridiche che già operano nel settore dei servizi alla persona;
Ingresso di tutti gli Enti locali nella forma di gestione definita per l’ambito
distrettuale, ovvero per gli ambiti ottimali;
Attribuzione di un ruolo multisettoriale ai diversi modelli che saranno
individuati;
Le possibili forme di prospettive organizzative
di forma unica di gestione pubblica
Azienda di Servizi alla Persona;
Unione di Comuni;
Altra forma, tenendo conto anche di quanto
sarà specificato dalla Regione, con
provvedimenti attuativi.
Possibili criteri per orientare le scelte
Radicamento e potenzialità delle Azienda di
Servizi alla Persona;
Presenza di territori interessati da percorsi per
l’avvio e il consolidamento di Unioni di Comuni,
tenendo conto anche di quanto previsto dalla
legge regionale n. 21/2012.
I primi orientamenti dei territori - Lugo
Obiettivi che si intendono perseguire e scelta dell'unica forma
pubblica gestionale
I Comuni della zona sociale del distretto di Lugo, con il
conferimento dei servizi sociali e socio-sanitari all'Unione dei
Comuni della bassa Romagna hanno già perseguito l'obiettivo
di individuazione di un'unica forma pubblica di gestione, così
rappresentata:
- Funzioni di programmazione/pianificazione, committenza,
regolazione e accesso in capo all'Unione dei Comuni della
bassa Romagna.
- Funzioni di produzione/erogazione dei servizi in capo all'ASP
della bassa Romagna
I primi orientamenti dei territori - Lugo
Ad oggi si intende confermare la scelta fino a qui attuata e
che non vede aree di sovrapposizione tra Unione ed ASP,
senza duplicazione di servizi e di interventi. Le scelte fino a
qui compiute richiedono ancora un atteggiamento di
prudenza e riflessione in merito a due aspetti:
- disciplina delle assunzioni, anche alla luce della recente
legge di stabilità
- ricadute organizzative legate al completamento del
programma di adeguamento per l'individuazione del
soggetto gestore unitario dei servizi socio-sanitari accreditati
transitoriamente in forma mista
I primi orientamenti dei territori - Ravenna
PROFONDO ESAME DEI SERVIZI COMPLESSIVAMENTE AFFIDATI AD
ASP, IN UN'OTTICA DI RAZIONALIZZAZIONE, EFFICACIA,
ECONOMICITA'
SCELTA FINALE SUBORDINATA A:
- APPLICAZIONE PATTO STABILITA' E FACOLTA' ASSUNZIONALI
- ATTENTA VERIFICA DELLA SOSTENIBILITA' ECONOMICA DELLE ASP
ANCHE ALLA LUCE DELL'AVVIO DELL'ACCR DEFINITIVO
ENTRO IL 31/12/2014 INDIVIDUAZIONE DELLE MODALITA' PER
PERVENIRE ALL'UNIFICAZIONE GESTIONALE
I primi orientamenti dei territori - Faenza
- Costituzione di un’ASP distrettuale a partire
dall’01.07.2014 e comunque entro il 2014;
- approvazione di contratti di servizio in coerenza con la
nuova convenzione tra i Comuni per la costituzione e la
partecipazione alla nuova Asp distrettuale multisettore e
multiservizi;
- completamento delle modalità di gestione associata dei
servizi sociali, uniformando modalità di accesso e presa
in carico anche in area anziani;
- consolidare il ruolo dell’Ufficio di Piano e delle funzioni
di segretariato sociale e presa in carico, anche in vista
della loro collocazione nell’ambito dell’Unione della
Romagna Faentina.
I primi orientamenti dei territori - Faenza
Si valuta, come scenario da perseguire
prioritariamente, il conferimento delle funzioni
relative al supporto e alla pianificazione
sociosanitaria di zona unitamente alle funzioni di
accesso, presa in carico, segretariato sociale e
committenza in capo all’Unione della Romagna
Faentina, compatibilmente con gli impatti sugli
equilibri di bilancio dei Comuni, che saranno
oggetto di attenta verifica nel corso del triennio.
Alcuni punti di attenzione in un contesto in
evoluzione
- Invecchiamento della popolazione;
- incremento delle persone con disabilità;
- Fragilità delle famiglie.
Modelli di integrazione come strategia di azione
e di risposta ai bisogni
Contesto ricco di cambiamenti anche sul versante dei
servizi sanitari (rimodulazione rete dei servizi
ospedalieri e territoriali, avvio area vasta);
“dall’ospedale al territorio” con risorse e modelli
organizzativi condivisi (es.:avvio delle case della salute,
presa in carico in area minori in casi complessi);
Ripensare servizi in una logica di prossimità
Possibili criteri per orientare le scelte
Radicamento e potenzialità delle Azienda
di Servizi alla Persona;
Presenza di territori interessati da percorsi
per l’avvio e il consolidamento di Unioni
di Comuni, tenendo conto anche di quanto
previsto dalla legge regionale n. 21/2012.
Pierangelo Unibosi
Gli atti della conferenza saranno presto disponibili sul sito:
www.provincia.ra.it/conferenzawelfare
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