Onde 2 6 novembre 2014 Principio di Huygens Riflessione e rifrazione, dispersione Intensita` delle onde riflesse e rifratte Birifrangenza, dicroismo Legge di Malus Propagazione delle onde • La descrizione del moto delle onde deve render conto dei fenomeni di propagazione sperimentalmente noti – Riflessione – Rifrazione – Interferenza – Diffrazione • Il principio di Hyugens-Fresnel permette di spiegare tali fenomeni • Li dimostreremo nel caso della luce, ma le considerazioni si possono estendere agli altri fenomeni ondulatori 2 Principio di Huygens (PdH) • I punti che stanno su un fronte d’onda ad un istante t sono sorgenti di onde sferiche elementari il cui inviluppo definisce il fronte d’onda all’istante t+dt • • NOTA: Le onde elementari hanno ampiezza massima nella direzione di propagazione dell'onda primaria e decrescente all’aumentare dell’angolo a tra tale direzione e quella generica dell’onda elementare Nelle trattazioni piu` accurate si introduce quindi il fattore di obliquità f per l’ampiezza t+dt t 1 cos A Af A 2 3 Riflessione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • Definiamo come piano d’incidenza il piano individuato dalla direzione dell’onda (cioe` dei raggi) e dalla normale n alla superficie di separazione tra i due mezzi • L’onda incidente che si propaga nel mezzo 1 (trasparente) genera un’onda riflessa che si propaga sempre nel mezzo 1 • La legge della riflessione stabilisce che anche il raggio riflesso giace sul piano d’incidenza e che l’angolo di incidenza i e quello di riflessione r sono uguali r i n 1 i r 2 4 Riflessione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • Consideriamo un fronte d’onda O’’S’’ al tempo t0. Dopo un periodo T, esso si sarà spostato in O’S’ e così via • I fronti dell’onda incidente distano 1=v1T ove v1 è la velocità di propagazione dell’onda luminosa nel mezzo 1 • Ciascun punto sulla superficie di separazione (in particolare O, O’, O’’) emette onde sferiche elementari S’’ S’ 1 2 O’’ O’ O • L’onda che viene emessa da O al tempo t0+2T è in fase con l’onda emessa da O’ al tempo t0+T e con quella emessa da O’’ al tempo t0 5 Riflessione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • L’inviluppo di queste onde sferiche è un fronte dell’onda piana riflessa R’’ S’’ S’ R’ 1 2 r O’’ O’ i O • I fronti dell’onda riflessa distano anch’essi =v1T • Quindi O’R’=OS’= da cui segue l’uguaglianza degli angoli r i 6 Rifrazione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • Se anche il mezzo 2 e` trasparente viene generata anche un’onda rifratta (o trasmessa) nel mezzo 2 • La legge della rifrazione (o di Snell, anche se scoperta da Ibn Sahl) stabilisce che anche il raggio trasmesso giace sul piano d’incidenza e che tra l’angolo di incidenza i e quello di trasmissione t vale la relazione n2 sin t n1 sin i n 1 • ove, per ciascun mezzo, n e` una costante caratteristica di valore maggiore di 1, detta indice di rifrazione • L’angolo t e` minore di i se n2 > n1 n1 sin t sin i sin i n2 i Caso n2 > n1 2 t 7 Riflessione totale n1 • t e` invece maggiore di i se n1 > n2 : sin t sin i sin i n2 • In tal caso, affinche’ il primo membro sia minore di 1, deve accadere che n1 n2 sin i 1 sin i n2 n1 • Ovvero i arcsin n 2 n1 Q n 2 • Cio` significa che si puo` avere un’onda trasmessa nel mezzo con indice di rifrazione minore solo se l’angolo i e` minore di un angolo limite Q (o uguale, in tal caso t = p/2) • Se i supera tale valore non c’e` onda trasmessa e si ha riflessione totale Caso n1 > n2 1 Q 8 Rifrazione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • Applichiamo il PdH al mezzo 2 • I fronti dell’onda trasmessa distano 2=v2T ove v2 è la velocità di propagazione dell’onda nel mezzo 2 • Valgono le relazioni O'R' O'Osin t OS' O'Osin i • Dividendo membro a membro e ricordando la distanza tra i fronti d’onda 2 sin t 1 1 O’’ 2 R’’ S’’ sin i O’ R’ S’ t i O 9 Rifrazione di un’onda piana su una superficie di separazione tra due mezzi • Esprimendo la lunghezza d’onda in termini di velocità v 2 sin t v1 sin i • Il rapporto a primo membro non dipende dagli angoli, ma solo dalla natura dei due mezzi, quindi v 2 sin t n1 const. v1 sin i n 2 • Cioè la teoria ondulatoria della luce prevede che la velocità sia minore nel mezzo relativo al minore dei due angoli i, t cioè nel mezzo con indice di rifrazione maggiore 10 Rifrazione • Nel caso in cui il mezzo 1 sia il vuoto, l’indice di rifrazione vale 1 e la velocità vale c c c n • quindi da cui v c v 1 n • Anche nel caso in cui il mezzo sia aria (o un gas) l’indice di rifrazione vale circa 1 • Introducendo l’indice di rifrazione relativo tra due mezzi, la legge di Snell si può anche scrivere n2 sin t n sin t sin i n1 11 Dispersione • Sperimentalmente si constata che, a parità di angolo i, l’angolo t dipende dalla frequenza (o equivalentemente dalla lunghezza d’onda) della luce • Ciò equivale ad affermare che l’indice di rifrazione dipende dalla frequenza dell’onda sin t 1 n sin i • Questo è il ben noto esperimento della scomposizione della luce bianca con un prisma: le diverse componenti colorate della luce bianca vengono deviate ad angoli diversi, cioè vengono ‘disperse’ • Questo fenomeno non è limitato alla luce, ma è comune a tutte le onde 12 Dipendenza di n da • Normalmente per la luce visibile, n e` una funzione decrescente di • Ne segue che l’angolo di trasmissione t aumenta con e quindi per il rosso e` maggiore che per il viola t R tV • Ovvero il raggio rosso e` deviato meno di quello viola rispetto al raggio incidente 13 Ampiezza delle onde riflesse e rifratte • Usando le eqq. di Maxwell si possono trovare le relazioni tra le ampiezze delle onde incidente, riflessa e trasmessa • Tali relazioni sono diverse nel caso in cui l’onda sia polarizzata nel piano di incidenza p o in direzione perpendicolare Ei E p Er r i Ei Er r i Et t E || Et t 14 Ampiezza delle onde riflesse • Il rapporto tra l’ampiezza del campo elettrico riflesso e quello incidente è, nei due casi E r sin i t Er tg i t sin i t E i E tg i t p i Ei E p Er r i Ei Er r i Et t E || Et t 15 Intensità delle onde riflesse e rifratte • Il rapporto delle intensità è dato dai coefficenti di riflessione di Fresnel 2 2 2 Ir E r tg i t Ir Er sin 2 i t R 2 Rp 2 Ii E i sin i t Ii p E i p tg i t • Nel caso in cui il mezzo non sia assorbente, l’energia si distribuisce tra l’onda riflessa e quella trasmessa, per cui i coefficienti di trasmissione sono Tp 1 Rp T 1 R 16 Angolo di Brewster polarizzazione per riflessione • È un caso limite che si presenta quando il campo è polarizzato nel piano di incidenza e gli angoli soddisfano la condizione i+t=p/2 che comporta la divergenza del denominatore di Rp e l’annullamento dell’onda riflessa • L’angolo i=B corrispondente è detto angolo di Brewster sin i sin B sin B n tg B sin t sin t sin p /2 B • Se l’onda incidente non è polarizzata, essa può comunque essere pensata come sovrapposizione di due onde, una con polarizzazione nel piano d’incidenza e l’altra in direzione perpendicolare • All’angolo di Brewster la prima componente è solo trasmessa e l’altra è sia riflessa che trasmessa, ciò significa che l’onda riflessa è polarizzata perpendicolarmente al piano d’incidenza 17 Riflessione di luce non polarizzata • Per luce non polarizzata a ciascuna polarizzazione e` associata meta` della potenza dell’onda • Per il fascio riflesso abbiamo Rp R 1 1 Pr Prp Pr PRp PR P PR 2 2 2 • Ove R e` il coefficiente di riflessione per luce non polarizzata 18 Incidenza normale • Cioè i=0, in tal caso r=t=0 e i rapporti delle ampiezze di riflessione diventano (*) i t i 1 n i n 1 rp i t i 1 ni n 1 i t n 1 r it n 1 • e i coefficienti di riflessione n 12 Rp R n 1 • (*) per dimostrarlo rp lim i 0 tg i t tg i t i t i t i t lim lim i 0 i 0 tg i t i t i t tg i t it t t i i lim sin i sin t sin i sin t i 0 sin t sin t sin i sin i sin i sin t sin i 1 n sin i n 1 sin i sin t sin i 1 n sin i n 1 19 Coefficienti di Fresnel • In figura sono riportati i coefficienti in funzione dell’angolo di incidenza per i due casi n1<n2 e n1>n2 • Figura tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_di_Fresnel Polarizzazione • Per un campo trasversale f, i gradi di libertà trasversali sono due e corrispondono alle componenti fy , fz • Supponiamo che abbia la forma f ( x, t ) f y 0 sinkx t ˆj f z 0 sinkx t kˆ fy f fz • Nel piano trasversale il vettore f oscilla di moto armonico lungo un segmento la cui proiezione lungo y va da -fy0 a fy0 e lungo z da -fz0 a fz0 • Un’onda siffatta le cui componenti oscillano in fase, è detta polarizzata linearmente 21 Polarizzazione • Supponiamo che il campo f abbia forma f ( x, t ) f 0 sinkx t ˆj f 0 coskx t kˆ fy f fz • Nel piano trasversale il vettore f descrive un cerchio di raggio f0 • Un’onda siffatta le cui componenti oscillano sfasate di p/2, è detta polarizzata circolarmente 22 Birifrangenza • Esistono sostanze, come la calcite e il quarzo, che sono otticamente anisotrope, cioè si comportano in modo diverso a seconda della direzione in cui si propaga la luce • Se un raggio di luce incide su una sostanza birifrangente, esso può separarsi in due raggi, il raggio ordinario e quello straordinario • I due raggi, polarizzati linearmente in direzioni mutuamente perpendicolari, si propagano a velocità diverse e possono anche propagarsi in direzioni diverse, a seconda dell’orientamento relativo tra il materiale e l’onda incidente 23 Birifrangenza • Si possono introdurre due indici di rifrazione, uno per ciascun raggio: no e ns, tenendo conto che l’indice di rifrazione del raggio straordinario dipende dall’angolo tra un asse caratteristico del cristallo e il campo E • Nota: • Per l’onda straordinaria bisogna estendere il principio di Huygens, ammettendo che le onde elementari non siano più sferiche ma ellissoidali • L’inviluppo di queste onde fornisce ancora il fronte d’onda e la direzione di propagazione, che però non è più perpendicolare al fronte d’onda • La legge di Snell, in entrambe le sue parti, non è applicabile al raggio straordinario 24 Birifrangenza • In un cristallo birifrangente esiste una direzione particolare in cui i due raggi si propagano alla stessa velocità; questa direzione è detta asse ottico della sostanza • Se la luce incide parallelamente all’asse ottico, non accade nulla di insolito • Se la luce incide con un certo angolo rispetto all’asse ottico, ma perpendicolarmente alla faccia del cristallo, i raggi si propagano in direzioni diverse • Se si ruota il cristallo attorno alla direzione dell’onda, il raggio straordinario ruota nello spazio raggio ordinario raggio straordinario asse ottico 25 Birifrangenza • Se la luce incide perpendicolarmente alla faccia del cristallo e all’asse ottico, i due raggi si propagano nella stessa direzione ma a velocità diversa • Per conseguenza escono dal cristallo con una differenza di fase che dipende dallo spessore della lamina e dalla lunghezza d’onda della luce incidente • In una lamina a quarto d’onda, lo spessore è tale che, all’uscita dal cristallo, lo sfasamento tra le onde (della particolare ) è p/2 • Una lamina a quarto d’onda permette di creare un fascio polarizzato circolarmente partendo da uno polarizzato linearmente raggio ordinario raggio straordinario asse ottico 26 Assorbimento selettivo • E` il fenomeno per cui in alcune sostanze (tormalina, erapatite) l’assorbimento della luce dipende dalla sua polarizzazione • Le molecole che formano tali sostanze sono allungate e permettono agli elettroni di muoversi preferenzialmente in tale direzione, assorbendo l’onda incidente polarizzata parallelamente asse ottico E|| asse di trasmissione E onda incidente • La componente perpendicolare non e` invece assorbita (gli elettroni non possono muoversi in questa direzione) • Ne segue che se il materiale e` abbastanza spesso la componente parallela all’asse ottico viene eliminata e rimane solo quella perpendicolare • Rimane cosi’ definito un asse preferenziale del materiale, ortogonale all’asse ottico, detto asse di trasmissione 27 Polarizzazione • Un polarizzatore a birifrangenza separa le due componenti di polarizzazione, mentre uno ad assorbimento ne elimina una delle due • In entrambi i casi è possibile selezionare una delle due polarizzazioni e poi studiarla con un secondo polarizzatore, detto analizzatore 28 Legge di Malus • Consideriamo un’onda di intensità I0, incidente su un polarizzatore • Supponiamo che sia polarizzata linearmente col campo E in un piano parallelo al polarizzatore, ma inclinato di un’angolo rispetto al suo asse E E cos analizzatore • Possiamo immaginare l’onda incidente come composta da un’onda polarizzata lungo l’asse con ampiezza Ecos e un’onda polarizzata in direzione perpendicolare con ampiezza Esin • La componente parallela passa indisturbata, mentre quella perpendicolare viene assorbita • L’intensità dell’onda che passa il polarizzatore è quindi I E 2 cos2 ovvero I I0 cos2 29 Legge di Malus • Se l’onda incidente non è polarizzata, oltre il polarizzatore avremo – un’onda polarizzata parallelamente all’asse del polarizzatore 1 – con intensità uguale a metà di quella incidente I I 2 0 polarizzatore • Infatti per un’onda non polarizzata le due componenti sono presenti con lo stesso peso e il polarizzatore ne elimina una 30