Addetti all`attività di prevenzione incendio DM 10

Addetti all’attività di
prevenzione incendio
D.M. 10 Marzo 1998
Corso di Formazione
D.Lgs. 626/94
OBIETTIVO
TUTELA DELLA SALUTE E
DELL’INCOLUMITÀ
DEI LAVORATORI
Decreti applicativi
D.Lgs.
359/99
D.M.D.M.
10.03.98
D.Lgs.
D.Lgs.
388/03
195/03
L.D.Lgs.
422/00
25/02
D.Lgs.
66/00
195/06
“Attrezzature”
“Antincendio”
“Pronto
“Formazione
soccorso”
“Rischio
“Videoterminali”
R.S.P.P.”
“Agenti
Chimico”
cancerogeni”
“Rischio
da agenti fisici”
IL FUOCO
Il fuoco è la manifestazione visibile di una reazione
chimica (combustione) che avviene tra due
sostanze diverse (combustibile + comburente) con
emissione di energia sensibile (calore e luce).
IL COMBUSTIBILE
Il combustibile è la sostanza in grado di bruciare. In
condizioni normali di ambiente può essere allo stato
solido (legno, carbone), liquido (benzina, gasolio), o gassoso
(metano, idrogeno).
Perché la reazione chimica avvenga, di norma il
combustibile deve trovarsi allo stato gassoso.
IL COMBURENTE
Il comburente è la sostanza che permette al
combustibile di bruciare. Generalmente si tratta
dell’ossigeno contenuto nell’aria.
TEMPERATURA DI
INFIAMMABILITÀ
La temperatura di infiammabilità è, per tutti i
combustibili che partecipano alla reazione come
emettitori di gas, la minima temperatura alla quale il
combustibile emette vapori in quantità tale da formare
con il comburente una miscela incendiabile.
COMBURENTE
Combustibile + Comburente
T°
COMBUSTIONE
Prodotti della
combustione
Gas
CO – CO2 – H2O
H2S – NH3 – HCl
COCl2 – H2SO4
Fumi
 Piccole particelle
solide (aerosol)
 Vapori condensati
 Liquidi (nebbie)
Energia
Ceneri
Calore
Luce
Effetti dei Gas di
combustione sull’uomo
Ossido di carbonio
Si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno.
Negli incendi risulta il più pericoloso tra i tossici del sangue sia per l'elevato
livello di tossicità, sia per i notevoli quantitativi generalmente sviluppati.
Anidride carbonica
E' un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici
sull'organismo umano, si sostituisce all'ossigeno dell'aria. Quando ne
determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce
asfissia.
Acido cianidrico
Si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari
attraverso combustioni incomplete (carenza di
ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e
poliammidiche.
Fosgene
Gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di
materiali che contengono il cloro, come alcune
materie plastiche. Particolarmente pericoloso in
ambienti chiusi.
Il Calore
Il calore è la causa principale della propagazione degli
incendi.
Realizza l'aumento della temperatura di tutti i materiali e i
corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla
distruzione.
Il calore è dannoso per l'uomo potendo causare:
disidratazione dei tessuti,
difficoltà o blocco della respirazione,
scottature.
Fonti di innesco
Nella ricerca delle cause d'incendio, sia a livello preventivo che a
livello di accertamento, è fondamentale individuare tutte le
possibili fonti d'innesco.
Esse possono essere suddivise in quattro categorie:
accensione diretta
quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente
entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di
ossigeno
accensione indiretta
quando il calore d'innesco avviene nelle forme della convezione,
conduzione e irraggiamento termico
attrito
quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali
autocombustione o riscaldamento spontaneo
quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad
esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche,
decomposizioni esotermiche in assenza d'aria, azione biologica.
LO SVILUPPO DI INCENDIO
INIZIO – PROPAGAZIONE
A
B
C
D
ARRIVO
VV.FF.
INCENDIO
RAFFREDDAMENTO
GENERALIZZATO
(ESTINZIONE)
E
FUOCO
t=0’
ALLARME SEGNALAZIONE
AI VV.FF.
t=5’
t=10’
A
EVACUAZIONE
NATURALE
C
EVACUAZIONE
NATURALE
+
SOCCORSI
F
PERICOLO
MORTALE
t=30’ – 40’
E
EVACUAZIONE
SOCCORSI
FLASH OVER
500° - 600°C
tutti i materiali si
infiammano
F
Tipologia dei fuochi
Fuoco di Classe “A”
Il fuoco di Classe “A” si
caratterizza dalla reazione di un
combustibile solido (ovvero dotato
di forma e volume proprio), si
manifesta con la consunzione del
combustibile con bassa emissione
di fiamma.
In realtà la fiamma è generata dalle emissioni
di vapori distillati per il calore dal solido in
combustione che li contiene.
Tipologia dei fuochi
Fuoco di Classe “B”
Il fuoco di Classe “B” si caratterizza
dalla reazione di un combustibile
liquido (ovvero dotato di volume
proprio ma non di una forma
propria).
Un buon estinguente, per questo tipo di fuoco,
deve pertanto esercitare sia un’azione di
raffreddamento sia un’azione di soffocamento
individuale nella separazione tra combustibile e
comburente.
Tipologia dei fuochi
Fuoco di Classe “C”
Il fuoco di Classe “C” si caratterizza
dalla reazione di un combustibile
gassoso (ovvero privo di forma e
volume proprio). I gas combustibili
sono molto pericolosi se miscelati in
aria per la possibilità di generare
esplosioni.
L’azione estinguente si esercita mediante azione di
raffreddamento, di separazione e di inertizzazione
della miscela gas-aria.
Tipologia dei fuochi
Fuoco di Classe “E”
Al fuoco di Classe “E” fanno riferimento tutte le
apparecchiature elettriche, ed i loro sistemi di
servizio che, anche nel corso della combustione,
potrebbero trovarsi sotto tensione.
Gli estintori riportante il cartello sopra
rappresentato sono abilitati all’estinzione di
apparecchiature elettriche in combustione.
Come spegnere un fuoco
Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi
ricorrere a tre sistemi:
Esaurimento del combustibile
allontanamento o separazione della sostanza combustibile
dal focolaio d'incendio;
Soffocamento
separazione del comburente dal combustibile o riduzione della
concentrazione di comburente in aria;
Raffreddamento
sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura
inferiore a quella necessaria al mantenimento della
combustione.
Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una
combinazione delle operazioni di esaurimento del
combustibile, di soffocamento e di raffreddamento.
PREVENZIONE INCENDI
come
Sistemi di
Prevenzione
Sistemi di
Protezione
Protezione
Passiva
Protezione
Attiva
Mezzi Estinguenti
Le principali attrezzature per
lo spegnimento degli incendi
sono realizzate da tubazioni
flessibili
avvolte
che
collegano
tubazioni
con
acqua in pressione ad
erogatori capaci di lanciare
l’acqua a distanza.
I più comuni sono gli idranti a
manichetta
e
i
naspi
(nell’immagine).
Mezzi Estinguenti
Estintori
a Polvere
Mezzi Estinguenti
Estintori
a CO2
Sistemi di Allarme
Componenti dei sistemi automatici di rivelazione
Un impianto rilevazione automatica d'incendio è generalmente
costituito da:
 rilevatori automatici d'incendio
 centrale di controllo e segnalazione
 dispositivi d'allarme
 comandi d'attivazione
 elementi di connessione per il trasferimento di
energia ed informazioni.
PULSANTE DI ALLARME
A N TI N C E N D I O
La centrale di controllo e segnalazione garantisce
l'alimentazione elettrica (continua e stabilizzata) di
tutti gli elementi dell'impianto ed è di solito collegata
PULSANTE DI ALLARME
anche ad una
"sorgente di energia alternativa"
A N TI N C E N D I O
(batterie, gruppo elettrogeno, gruppo statico ecc.) che
garantisce il funzionamento anche in caso di
mancanza di corrente elettrica.
Illuminazione di sicurezza
L'impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di
mancata erogazione della fornitura principale della energia
elettrica, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare
in sicurezza i locali.
Dovranno pertanto essere illuminate:
 le indicazioni delle porte e delle uscite di sicurezza,
 i segnali indicanti le vie di esodo,
 i corridoi e tutte quelle parti che è necessario percorrere per
raggiungere un'uscita verso un luogo sicuro.
L'impianto deve essere alimentato da una adeguata
fonte di energia quali batterie tampone con dispositivo
per la ricarica automatica (con autonomia variabile da
30 minuti a 3 ore) oppure da apposito gruppo
elettrogeno.
L'intervento dovrà comunque avvenire in automatico,
in caso di mancanza della fornitura principale
dell'energia elettrica, al massimo entro 5 secondi.
Misure di Protezione Passiva
Resistenza al fuoco
La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento
al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali nelle
costruzioni degli edifici, siano esse funzioni portanti o funzioni
separanti.
Più specificatamente la resistenza al fuoco può definirsi come
l'attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a
conservare:
La Stabilità: attitudine di un elemento da
costruzione a conservare la resistenza meccanica
sotto l'azione del fuoco. [R]
La Tenuta: attitudine di un elemento da costruzione
a non lasciar passare ne produrre, se sottoposto
all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas
caldi sul lato non esposto al fuoco. [E]
L’isolamento termica: attitudine di un elemento da
costruzione a ridurre, entro un dato limite, la
trasmissione del calore. [I]
Misure di Protezione Passiva
La reazione al fuoco dei materiali
La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al
fuoco del medesimo materiale che per effetto della sua
decomposizione alimenta un fuoco al quale è esposto,
partecipando così all'incendio.
La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni,
per la caratterizzazione dei materiali di rifinitura e rivestimento,
delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si
estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti
in genere.
La determinazione della reazione al fuoco di un materiale viene
effettuata, in laboratorio, su basi sperimentali, mediante prove su
campioni presso il centro studi ed esperienze del Comando
Nazionale dei Vigili del Fuoco ed altri laboratori privati, legalmente
riconosciuti dal Ministero dell'Interno.
In relazione a tali prove i materiali sono assegnati alle classi:
0-1-2-3-4-5
(con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire
da quelli di classe 0 che risultano non combustibili).
Misure di Protezione Passiva
Sistemi di vie d'uscita commisurate al massimo affollamento
Questo aspetto è particolarmente delicato nelle aree lavorative,
dove può essere presente anche un gran numero di persone
dall'età variabile, con presenza, talvolta, di portatori di handicap.
i
Uscita d
za
Sicurez
Gli elementi fondamentali nella progettazione del sistema
di vie d'uscita si possono fissare in:
dimensionamento e geometria delle vie d'uscita;
sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d'uscita;
sistemi di identificazione continua delle vie d'uscita
(segnaletica, illuminazione ordinaria e di sicurezza)
In particolare il dimensionamento delle vie d'uscita
dovrà tenere conto:
del massimo affollamento ipotizzabile nell'edificio
aziendale
della capacità d'esodo dell'edificio
(numero di uscite, larghezza delle uscite, livello delle uscite
rispetto al piano di campagna)
Comportamenti di
Prevenzione
L'obiettivo principale dell'adozione di misure precauzionali di
comportamento è quello di permettere, attraverso una corretta
gestione, di ridurre il livello di rischio.
Molti incendi possono essere prevenuti richiamando l'attenzione del
personale sulle cause e sui pericoli di incendio più comuni.
I lavoratori, operai e impiegati, devono adeguare i propri
comportamenti ponendo particolare attenzione ai punti sotto
riportati:
 deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente
combustibili
 utilizzo di fonti di calore
 impianti ed apparecchi elettrici
 fumo
 rifiuti e scarti combustibili
 aree non frequentate
 rischi legati a incendi dolosi
Deposito materiali
combustibili e infiammabili
Dove è possibile occorre che il quantitativo di materiali infiammabili o
facilmente combustibili esposti, depositati o utilizzati, sia limitato a quello
strettamente necessario per la normale conduzione dell'attività e tenuto
lontano dalle vie di esodo.
I quantitativi in eccedenza devono essere depositati in appositi locali od
aree destinate unicamente a tale scopo.
Le sostanze infiammabili, quando possibile, dovrebbero essere sostituite
con altre meno pericolose (per esempio vernici con solventi dovrebbero
essere sostituite con altre a base acquosa).
Il personale che manipola sostanze infiammabili o
chimiche pericolose deve essere adeguatamente
addestrato sulle circostanze che possono
incrementare il rischio di incendio.
E' il caso dei laboratori o di depositi di materiali
infiammabili utilizzati nella produzione.
Utilizzo di fonti di calore
Le cause più comuni di incendio al riguardo includono:
impiego e detenzione delle bombole di gas utilizzate
negli apparecchi di riscaldamento (anche quelle
vuote);
deposito di materiali combustibili sopra o in vicinanza
degli apparecchi di riscaldamento;
utilizzo di apparecchi in ambienti non idonei
(presenza di infiammabili, alto carico di incendio etc.);
utilizzo di apparecchi in mancanza di adeguata
ventilazione degli ambienti (norme UNI-CIG).
Impianti ed apparecchi
elettrici
Il personale deve essere istruito sul corretto uso delle attrezzature e
degli impianti elettrici e in modo da essere in grado di
riconoscerne eventuali difetti.
Le prese multiple non devono essere sovraccaricate per evitare
surriscaldamenti degli impianti. Ciò vale a maggior ragione negli
uffici o in aree dove sono contemporaneamente presenti molti
cavi elettrici. Nel caso debba provvedersi ad una alimentazione
provvisoria di una apparecchiatura elettrica.
I cavi elettrici devono avere la lunghezza strettamente necessaria
e vanno posizionati in modo da evitare possibili danneggiamenti.
Le riparazioni elettriche devono essere effettuate da personale
competente e qualificato.
Tutti gli apparecchi di illuminazione producono calore e possono
essere causa di incendio.
Il Fumo
Il fumo e l'utilizzo di portacenere
Occorre identificare le aree dove il fumo delle sigarette può
costituire pericolo di incendio e disporne il divieto, in quanto la
mancanza di disposizioni a riguardo è una delle principali
cause di incendi.
Nelle aree ove sarà consentito fumare, occorre mettere a
disposizione idonei portacenere che dovranno essere svuotati
regolarmente. I portacenere non debbono essere svuotati in
recipienti costituiti da materiali facilmente combustibili, né il loro
contenuto deve essere accumulato con altri rifiuti.
Non deve essere permesso di fumare nei
depositi e nelle aree contenenti materiali
facilmente combustibili od infiammabili, come
per esempio archivi, depositi di materiali
combustibili o infiammabili.
Rifiuti-scarti combustibili
Rifiuti e scarti di lavorazione combustibili
I rifiuti non debbono essere depositati, neanche in via
temporanea, lungo le vie di esodo
(corridoi, scale, disimpegni) o dove
possono entrare in contatto con
sorgenti di ignizione. L'accumulo di
scarti di lavorazione deve essere
evitato ed ogni scarto o rifiuto deve
essere rimosso giornalmente e
depositato in un'area idonea fuori dai
reparti o uffici.
Aree poco frequentate
Aree non frequentate
Le aree del luogo di lavoro che normalmente non sono
frequentate da personale (scantinati, locali deposito,
archivi) ed ogni area dove un incendio potrebbe
svilupparsi senza preavviso, devono essere tenute
libere da materiali combustibili non essenziali.
Precauzioni devono essere adottate per proteggere tali
aree contro l'accesso di persone non autorizzate.
Incendi dolosi
Misure contro gli incendi dolosi
Scarse misure di sicurezza e mancanza di controlli
possono consentire accessi non autorizzati nel
luogo di lavoro, comprese le aree esterne, e ciò può
costituire causa di incendi dolosi.
Occorre pertanto prevedere misure di controllo sugli
accessi ed assicurarsi che i materiali combustibili
depositati all'esterno non mettano a rischio il luogo
di lavoro.
Spegnimento degli incendi
Spegnimento combustibili liquidi
È necessario fare particolare attenzione
alla possibilità di aumentare facilmente,
grazie all’azione dinamica degli estintori
in pressione, le parti di liquido già in
combustione.
L’angolo di impatto non risulta molto
accentuato, ma tale da consentire la
separazione
di
combustibile
e
comburente.
Spegnimento combustibili solidi
L’angolo di impatto deve essere
accentuato
per
migliorare
la
penetrazione della polvere estinguente
all’interno della zona di reazione.
L’impatto dinamico degli estintori può
causare la nascita di focolai esterni
all’area già incendiata.
Spegnimento degli incendi
Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato se non
dopo un periodo di tempo tale che il suo riaccendersi sia
impossibile
Va verificata sempre l’intera zona incendiata smassando le
ceneri e tutte le parti parzialmente combuste per verificare
con assoluta certezza che il fuoco sia spento
È essenziale valutare l’evolversi di ogni situazione poiché la
nostra sensibilità si esercita solo sulle apparenze, mentre il
calore potrebbe rimanere conservato a lungo all’interno
della massa apparentemente spenta
Gli estintori lasciati a terra possono
costituire un pericolo
È opportuno avere la massima cura
ed attenzione degli estintori
mantenendoli sempre appesi nel
loro apposito gancio e segnalati dai
cartelli
Caratteristiche generali
del Piano di Emergenza
Il Piano di Emergenza interno deve essere:
 Esaustivo: deve contemplare tutte le
tipologie di eventi incidentali credibili.
 Essenziale: fornire troppi dati equivale a
confondere le informazioni.
 Chiaro nei contenuti: per
ciascuna funzione deve
definire le responsabilità, i
compiti e le modalità di
intervento.
 Facilmente aggiornabile.
Finalità del Piano di emergenza
Il Piano di Emergenza ha lo scopo di:
 Affrontare l’emergenza sin dal primo insorgere per contenere
gli effetti e riportare la situazione alle condizioni normali di
operatività.
 Prevenire ulteriori incidenti che potrebbero derivare
dall’emergenza di origine.
 Pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone
all’interno ed all’esterno dell’edificio
 Soccorrere persone coinvolte nell’emergenza.
 Prevenire o limitare i danni all’ambiente ed alla
proprietà.
 Attuare provvedimenti tecnici ed organizzativi per
isolare e bonificare l’area interessata dall’incidente.
 Assicurare il coordinamento con i servizi di
emergenza, con lo staff tecnico, con la direzione.
 Assicurare, nel più breve tempo possibile, la
continuità delle attività.
Contenuti del Piano di Emergenza
Il Piano di Emergenza deve contenere:
 Il nome e le funzioni del Responsabile e degli addetti alla squadra di
emergenza.
 La descrizione delle misure da adottare, compresi i sistemi per
segnalare l’allarme e le norme di comportamento.
 Le modalità di cessazione delle attività.
 Le azioni che i lavoratori e le persone presenti devono mettere in
atto in caso di emergenza.
 Le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili
del fuoco e dei soccorsi sanitari e per fornire le
necessarie informazioni al loro arrivo.
 Le specifiche misure per assistere le persone
disabili.
 Le misure atte a limitare i pericoli per le persone
presenti nel sito.
 I provvedimenti necessari per assicurare che tutto
il personale sia informato sulle procedure da
attuare.
Procedure Antincendio 1
I principali compiti assegnati in caso di incendio sono:
 Verificare l’esistenza dell’emergenza
 Valutare i rischi derivanti dall'emergenza (es. il verificarsi
di un principio di incendio).
 Decidere le operazioni da compiere per fronteggiare
l'emergenza, cercando di spegnere il principio di
incendio con i presidi a disposizione.
 Mettere in sicurezza gli impianti disinserendo
gli interruttori elettrici dai quadri generali di
area ed interrompere la fornitura del
combustibile chiudendo le apposite valvole
 SE IL FUOCO, NON E DOMATO IN 5 MINUTI
avvertire telefonicamente i vigili del fuoco
componendo il numero 115 (Seguendo
l’apposita Procedura).
Procedure Antincendio 2
 Guidare l'esodo di coloro che si trovano nell’edificio,
verso l'uscita di sicurezza più vicina, e prodigarsi a portarli
in un “luogo sicuro”.
 All’arrivo dei soccorritori indirizzarli verso la zona
dell’incendio e garantire la disponibilità alle forze esterne
intervenute, trasferendo loro le informazioni relative
all'emergenza ed alle operazioni di contrasto effettuate
 Effettuare l'appello presenze nel Punto di Raccolta
 Verificare e decretare la cessazione
dello stato di Emergenza ed il rientro
del personale nell’edificio
 Terminata l'Emergenza verificare
l'idoneità dei mezzi e dei dispositivi
presenti e di quelli utilizzati
provvedendo alla sostituzione di quanto
inefficiente o mancante.
Incendio di
Apparecchiature Elettriche
 Occorre agire con massima cautela mantenendosi a
distanza. In particolare occorre porre attenzione ai
monitor dei videoterminali che, in casi particolari,
possono esplodere.
 È sempre opportuno cercare di isolare tali incendi
eliminando eventuali materiali combustibili vicini,
attraverso i quali l’incendio potrebbe trovare
propagazione ed assumere dimensioni molto più
pericolose.
 Per evitare l’esplosione di monitor è
opportuno agire con una coperta
antifiamma o un indumento, in modo da
evitare danni per proiezione di schegge.
Incendio nella
Centrale Termica
 L’incendio è caratterizzato da un abbondante sviluppo di
calore
 Occorre prima di tutto agire sugli interruttori di emergenza
sgancio energia elettrica
 Successivamente bisogna procedere all’intercettazione del
flusso del combustibile attraverso la leva che comanda la
valvola di intercettazione a chiusura rapida
 A questo punto occorre munirsi di estintori e
procedere all’azione di spegnimento facendo
molta attenzione ai densi fumi che potrebbero
generare pericolo per le vie respiratorie a cause
delle elevate temperature e della tossicità per
effetto di incombusti
EMERGENZE ESTERNE:
ALLUVIONE IMPROVVISA
Come intervenire
Evitare di uscire all’esterno dei locali di lavoro
Sospendere le attività lavorative ponendo in sicurezza le attrezzature
Chiudere il rubinetto generale del gas
Sganciare l’interruttore generale dell’energia elettrica
Predisporre sacchetti di sabbia in corrispondenza delle porte
Attuare l’evacuazione dei locali interrati e seminterrati
Allontanare le persone presenti spostandole dai piani bassi ai piani
superiori
Verificare che all’interno dei locali non siano rimaste persone bloccate, in
caso contrario avvisare immediatamente i VV.FF.
Rimanere in attesa di istruzioni sintonizzando una radio a batterie su una
rete pubblica nazionale
Al termine dell’alluvione
Ispezionare con cautela i locali
Drenare l’acqua dal pavimento
Assorbire l’acqua con segatura e stracci
Verificare che il pavimento sia asciutto e non scivoloso
Dichiarare la fine dell’emergenza
Procedura di chiamata
soccorsi esterni
I Vigili del Fuoco vengono richiesti con il numero 115,
unificato su tutto il territorio nazionale.
L’intervento Sanitario di Emergenza viene richiesto con il
numero 118, unificato su tutto il territorio nazionale
A seguito di tale composizione effettuata dall’addetto al
centralino risponderà la centrale operativa di zona.
La richiesta dovrà essere iniziata dichiarando:
“Qui è ________________ sita in __________ n.__, abbiamo
necessità di un Vostro intervento a causa di
__________________ verificatosi al piano ______________.
Si teme per l’incolumità di n.____ persone.
Vi aspetteremo di fronte all’ingresso dell’edificio in via _____
Trasporto Disabili
TECNICA DEL SEGGIOLINO
 Mettetevi ai lati del disabile
 Afferrate le braccia del




disabile ed
avvolgetele attorno alle spalle
Afferrate l’avambraccio del partner
Unite le braccia sotto le ginocchia del
disabile ed afferrate il polso del partner
Entrambe le persone devono piegarsi
verso l’interno, vicino al disabile e
sollevare
La tecnica è utile per sollevare persone di
peso anche superiore a quello del singolo
trasportatore
TRASPORTO IN PERCORSI STRETTI
Se il passaggio è così stretto che due persone affiancate
non possono passare, si raccomanda la tecnica illustrata
in figura, ponendo attenzione alla posizione a capo
reclino che può creare difficoltà respiratorie.
Trasporto Disabili
TRASPORTO DA PARTE
DI UNA PERSONA
 Il sollevamento è il metodo da
utilizzare per trasportare una
persona che non ha l’uso degli arti
inferiori.
 Questo trasporto è più sicuro se la
persona trasportata pesa meno di
chi la trasporta.
 È buona norma far porre il braccio
del trasportato attorno alle spalle
del trasportatore.
DISCESA DELLE SCALE CON CARROZZELLA
Ponetevi dietro la carrozzella tenendola per le
impugnature di spinta
Piegate la carrozzella all’indietro fino a bilanciarla e
scendente guardando in avanti.
Classi e simboli di
Pericolosità
E
F+
F
O
ESPLOSIVO
Evitare calore, colpi, frizioni,
fuoco, scintille, urti.
Può esplodere per effetto della
fiamma
Altamente
Infiammabile
Facilmente
Infiammabile
Tenere lontano da fonti di
calore, in particolare scintille e
fiamme.
Può infiammarsi a contatto con
l’aria
COMBURENTE
Evitare il contatto con sostanze
infiammabili.
Grave pericolo di combustione,
possibili scoppi di incendi, per
altro non estinguibili.
INFIAMMABILE
Tenere lontano da fonti di
calore, in particolare scintille e
fiamme.
Cartellonistica di Sicurezza
CARTELLI DI PRESCRIZIONE
Obbligo dei
guanti
Proteggere gli
occhi
Proteggere l’udito
Obbligo della
mascherina
CARTELLI DI AVVERTIMENTO
Pericolo di
folgorazione
Materiale
infiammabile
Pericolo
generico
Materiale
corrosivo
Cartellonistica di Sicurezza
CARTELLI DI DIVIETO
Vietato fumare
Vietato l’uso
dell’ascensore
Vietato l’ingresso
ai non addetti
Non toccare
CARTELLI ANTINCENDIO
Idrante a
cassetta
Estintore
Uscita di
Sicurezza
Scala di
emergenza