Neo-funzionalismo e
semantiche dell’identità
Sematiche dell’identità e del benessere nella prospettiva neo-funzionalista
Configurazione
societaria
Semantica dell’identità
Arcaica
Sé dipendente
Classica-medioevale
Sé appartenente
Prima modernità
Sé gerarchico autodiretto
L’inclusione nella società è condizione essenziale
(necessaria e sufficiente) del benessere
L’appartenenza al Noi consente ad alcuni ceti e gruppi
sociali l’utilizzo degli strumenti di realizzazione del
benessere soggettivo
Relazioni
d’inclusione nei
sottosistemi sociali
(autointeresse)
Modernità matura
Sé molteplice,
relazionale,
sperimentale
Relazioni
competitive
(autorealizzazione)
Relazioni
simbiotiche
(autorealizzazione)
Post-modernità
Sé operazionale
Benessere soggettivo
Il benessere dipende dalle autonome capacità del
soggetto di controllare, razionalmente o volitivamente,
le proprie facoltà, per far fronte alle sfide ambientali
Il benessere dipende dal livello di soddisfacimento delle
istanze soggettive che i singoli sottosistemi sociali sono
in grado di realizzare
Il benessere dipende dalle relazioni di mimesi
competitiva, come risultato del confronto del proprio
successo all’interno di uno o più sottosistemi sociali
rispetto alle performances altrui
Il benessere dipende dalla realizzazione di sistemi di
interazione intimi che generano un “mondo vicino”,
caratterizzato da coincidenza di prospettive tra i partner
della relazione
Il benessere dipende dall’effettivo superamento di
qualsiasi prospettiva che finisca per considerare i
sistemi psichici dipendenti da altro (società, relazioni
primarie, dimensione bio-psichica, etc.) e farlo poggiare
sulle operazioni interne al sistema (nessi tra pensieri)
Caratteri del sé relazionale
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Nel passaggio dalla prima modernità alla modernità
matura
“cade per l’individuo ogni rilevanza del sistema
sociale (l’altro generalizzato) quale contesto
d’identificazione e d’interiorizzazione dei grandi
contenuti simbolici e normativi (aventi la funzione di
valorizzare e stabilizzare l’identità come
sostenevano Durkheim e Parsons) e
ad esso si sostituiscono le concrete relazioni con
altri specifici in funzione di valorizzazione della
propria differenza (costitutiva) sistema/ambiente. In
questo modo si finisce per pensare alle forme
sociali come finalizzate all’autorealizzazione”.
Paradossi del sé relazionale
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In una tipica forma di relazione interpersonale come quella
amorosa (Luhmann 1982) accade, ad esempio, che Ego è
costretto a valorizzare Alter se vuole valorizzare il proprio Sé.
Ma un tale orientamento genera dei problemi per il Sé
relazionale di Ego, che cerca conferma della propria identità
proprio nella differenza da Alter.
È così che emergono, secondo la sociologia neo-funzionalista, i
paradossi della relazione generatori del disagio sociale.
È quando ciò che deve confermare il Sé relazionale diviene al
contempo un limite per il Sé che emerge il paradosso della
relazione.
Ciò accade per via del fatto che negli odierni contesti di mondo
vicino vale il criterio comunicativo dell’attenzione “della e alla
persona tutta intera” (Luhmann 1989).
Limiti dell’approccio funzionalista
1.
la sociologia neo-funzionalista, nonostante gli
sforzi, rimane polarizzata sulla relazione
individuo-società, fornendone però 
contrariamente alla tradizione sociologica olista 
una lettura autopoietica e autoreferenziale che
riduce al minimo le forme di interdipendenza;
quando poi apre spazi alle relazioni
intersoggettive (interazioni le chiama) ne coglie
sostanzialmente la paradossalità intrinseca e
l’incongruenza rispetto alle organizzazioni e alla
società;
Limiti dell’approccio funzionalista
2.
in sostanza, come lei stessa prescrive, la
sociologia neo-funzionalista è cieca nei confronti
delle relazioni sociali; in effetti il sistema è “cieco”
rispetto alla relazione/distinzione che lo costituisce
(la differenza sistema/ambiente), così come è
sostanzialmente cieco di fronte alle relazioni con
l’ambiente e nell’ambiente, poiché le osserva in
quanto perturbazioni esterne e le interpreta in
funzione delle connessioni delle sue operazioni
(pensieri, comunicazioni, riproduzione cellulare
…);
Limiti dell’approccio funzionalista
3.
4.
pertanto la prospettiva neo-funzionalista
non riesce a leggere in modo adeguato la
complessità della relazione sociale e i poteri
causali che essa ha sulle azioni individuali;
ma ancor più radicalmente, la sociologia
neo-funzionalista, così come attribuisce
un’esistenza ai sistemi (psichici, sociali,
etc.), rifiuta di riconoscere una qualche
realtà alle relazioni sociali.