PSICOPATOLOGIA PSICOPATOLOGIA La psicopatologia si occupa della descrizione e dello studio del funzionamento abnorme delle attività psichiche. FUNZIONI PSICHICHE Coscienza Attenzione Percezione Memoria Pensiero Linguaggio Affettività La suddivisione della psiche in funzioni si giustifica solo per esigenze di analisi didattica ed espositiva. E’ infatti arbitrario disarticolare la globalità dello psichico in funzioni indipendenti, giacché nessuna funzione esiste di per sé senza essere correlata alle altre. PSICOPATOLOGIA Il campo di indagine della psicopatologia è composto da tre aree principali: I singoli sintomi psichici Le malattie psichiche La nosografia (o nosologia) delle malattie psichiche, ovvero la loro classificazione Segni e sintomi in medicina • Sintomi: disturbi lamentati dal paziente • Segni: dati fisici evidenziati con l'esame obiettivo • Esempio: tireotossicosi – Sintomi: sentirsi agitato, infastidito dal caldo – Segni fisici: gozzo di consistenza elastica con un soffio udibile, perdita di peso, tachicardia ed esoftalmo PSICOPATOLOGIA I sintomi psichici sono anomalie psichiche o comportamentali che recano sofferenza a se stessi e, talvolta, agli altri. Sintomi: ◦ Comportamentali ◦ Emotivi ◦ Cognitivi ◦ Somatici Sintomi soggettivi (esperiti/riferiti dal paziente) (ansia, depressione, delirio) Sintomi oggettivi (rilevati dal clinico) (segni) (agitazione psicomotoria, comportamenti bizzarri) Sintomi somatici (tachicardia, disturbi respiratori, gastrointestinali) “Dopo i primi palleggi di riscaldamento, ho cominciato a sentire una fitta dolorosa che saliva dal torace e si muoveva lentamente verso la spalla fino ad irradiarsi al braccio. Ho subito pensato a quanto era capitato a mio padre, colpito da infarto acuto del miocardio durante il lavoro. Mi sentivo svenire, avevo la sensazione che il battere del cuore procedesse come un martello pneumatico, che il respiro andasse per con suo. Mi to sono come paralizzato, impossibilitato a chiamare il mio amico. Sudavo copiosamente. Tutto mi girava intorno, o forse ero io a girare intorno alle cose, mi sembrava realmente di impazzire. Fermo con la racchetta in mano, inebetito al centro del campo, valutavo il tempo che mancava al definitivo collasso, alla morte. Ma era come se vivisezionassi tutto ciò; e l'angoscia terribile che mi pervadeva era l'impossibilità di controllare tutto ciò, di poter minimamente intervenire”. Due punti di vista • Ottica di continuità: fenomeni patologici come variazioni quantitative del funzionamento mentale normale • Ottica di discontinuità: alcuni sintomi sono troppo bizzarri perché si possa rintracciare un equivalente nel comportamento normale Da qualche settimana, Anna lamentava di sentirsi tesa, irritabile ed apprensiva. Si svegliava ogni mattina con la sensazione che stesse per accadere qualcosa di terribile. Questo timore si protraeva per tutta la mattina, accompagnato da sensazioni corporee come tremori, nausea, palpitazioni e dispnea. Si sforzava di capire la fonte della sua preoccupazione, senza trovarla. Ciò le determinava ulteriore disagio. Distingueva chiaramente quest’ansia quotidiana dalla paura che aveva provato in altre occasioni, come quando si era imbattuta in un serpente in campagna. La reazione era stata improvvisa, intensa e focalizzata, ma era diminuita rapidamente quando il serpente era scomparso. Aveva avuto sensazioni corporee, una rapida accelerazione del battito cardiaco, tremore e sudorazione. Ma aveva riconosciuto la fonte della minaccia e il disagio era passato in breve tempo. “Dottore da qualche tempo mi succedono cose strane. Sono certa che i miei pensieri non siano più i miei. Come se provenissero da qualche altra parte … qualcuno o qualcosa me li infila dentro la testa, e mi costringe a fare o a dire cose che non vorrei. Ho la sensazione che tutti leggano i miei pensieri, anche quelli più intimi. Sono certa che ne discutano tra loro e li trasmettano via radio. Da pochi giorni, mi sono ricordata di aver avuto qualche anno fa un intervento chirurgico all’addome. Nulla di importante! In quell’occasione mi hanno inserito nella pancia uno di quei diabolici sistemi elettronici che stanno studiando negli Stati Uniti, di cui tutti sanno e nessuno vuole parlare pubblicamente. E’ così che possono controllarmi meglio.” Semeiotica psichiatrica Esame clinico Contatto verbale Rilievo Contatto non verbale Thesaurus semeioticus Repertorio della semiologia psichiatrica Sintomo/ Segno Riconoscimento Esperienza clinica Superficie Rilievo del sintomo Collegamento/ricerca di altri sintomi (connessioni) Profondità Implicazioni patogenetiche/ ipotesi interpretative Due strumenti • Osservazione del comportamento: ricerca di segni oggettivi • Valutazione empatica dell'esperienza soggettiva: “sentirsi nei panni di un altro“, “patire insieme” L'empatia è la capacità di immedesimarsi nella condizione di un'altra persona e di sentire se stesso nella situazione del paziente. Dati rilevabili dalla semplice osservazione •Aspetto •Espressione •Atteggiamento •Comportamento e attività psicomotoria Dati rilevabili dal colloquio •Eloquio •Coscienza e orientamento •Percezione •Affettività •Ideazione •Attenzione •Memoria e intelligenza •Volontà •Capacità di critica e di giudizio PSICOPATOLOGIA Le sindromi psichiatriche possono essere definite come degli insiemi di sintomi psichici. Sindrome Malattia La psicopatologia ha un compito nosografico, deve cioè individuare criteri efficaci per differenziare e classificare le differenti patologie. Il concetto di sindrome Una sindrome consiste in un insieme di sintomi che tendono a manifestarsi insieme e che spesso hanno un corso temporale più o meno caratteristico. La relazione tra i sintomi costituenti la sindrome e la diagnosi corrispondente è generalmente politetica, vale a dire che la diagnosi viene stabilita dalla presenza di un certo numero di sintomi costituenti la sindrome senza che nessuno di essi sia essenziale. PSICOPATOLOGIA DELL’IDEAZIONE Il pensiero • Il pensiero è quella attività operativa della psiche che, attraverso processi di associazione, correlazione, integrazione, astrazione e simbolizzazione dei dati astratti/percezioni informativi (concreti e e rappresentazioni), permette di: Relazionarsi con la realtà Derivare concetti dalla realtà Produrre giudizi sulla realtà L’intelligenza e la memoria costituiscono attività di “fondo” indispensabili al processo del pensiero. Il pensiero si comunica attraverso il linguaggio. IL PROCESSO DELL’IDEAZIONE SI COMPIE IN VIRTU’ DI UN DOPPIO MECCANISMO: Il processo di astrazione, con il quale gli elementi comuni a diverse rappresentazioni vengono isolati, liberati dai caratteri specifici delle singole rappresentazioni, ed acquistano il valore e l’autonomia di concetti. Il processo di associazione, per cui una rappresentazione, un ricordo, un’idea richiama altre rappresentazioni o idee che hanno con quella elementi in comune. Il pensiero Per ideazione si intende una funzione che relazionando tra loro le singole idee conferisce un determinato ordine formale al corso del pensiero. L’ideazione è soggetta alle leggi del ragionamento e della critica. Il pensiero Il ragionamento è un’attività che collega le idee secondo determinate strutture logiche: ◦ la deduzione (da un’idea generale si giunge ad una particolare, alla prima collegata da un vincolo di necessità); Esempio: Tutti gli esseri umani sono mortali Mario è un essere umano Quindi, Mario è mortale ◦ l’induzione (da fatti particolari è possibile trarre un’idea generale). Esempio: Hitler era un dittatore ed era crudele Stalin era un dittatore ed era crudele Saddam era un dittatore: Quindi, Saddam era probabilmente crudele La critica (formulazione di giudizi) permette di discernere il vero dal falso, il reale dall’irreale. Disturbi del pensiero DISTURBI DEL CONTENUTO DISTURBI DELLA FORMA Disturbi del contenuto del pensiero Normalmente il contenuto del pensiero, ovvero il complesso, variabile flusso di pensieri coscienti, include convinzioni, preoccupazioni, desideri e fantasie che si presentano con un grado variabile di chiarezza, differenziazione e forza. Il pensiero normale è spesso illogico ed è fatto di numerose credenze e pregiudizi. Disturbi del contenuto del pensiero Normalmente il pensiero ed il comportamento di un individuo è articolato intorno ad un sistema di credenze che influenza le aspettative dell’individuo e le sue modalità di elaborazione dell’informazione proveniente dal mondo esterno e dal mondo interno. Talune di queste credenze sono evanescenti e transitorie, altre stabili, pervasive e tenaci. Alcune credenze sono peculiari di uno specifico individuo, altre sono condivise con gruppi più o meno ampi di altre persone. Disturbi del contenuto del pensiero Il contenuto del pensiero viene detto egosintonico quando è coerente con il senso di sé dell’individuo ed egodistonico quando è in contrasto con aspetti essenziali del suo sistema di valori. A volte mi viene voglia di buttare tutto all’aria o di imprecare contro il Padre Superiore! No…non è da me! Sono solo fantasie o pensieri del maligno! Disturbi del contenuto del pensiero IDEE PREVALENTI IDEE OSSESSIVE IDEE DELIRANTI (DELIRIO) Idee prevalenti Idea o gruppi di idee che: si formano in dipendenza di (e sono sostenuti da) stati emotivi particolari e molto intensi assumono un carattere di importanza e di priorità rispetto agli altri contenuti mentali dominano, in maniera temporanea o permanente, l’intera vita psichica del soggetto (tutta l’intera vita viene a svolgersi intorno a questa idea) si elaborano su eventi possibili o reali sono comprensibili nella loro motivazione affettiva ed accessibili alla critica non corrispondono a contenuti irragionevoli, impossibili o inaccettabili. Idee prevalenti • Convinzioni politiche o religiose, sostenute con fanatica intensità • Gelosia • Ipotesi scientifiche • Dismorfofobia • Ipocondria • Idee di autosvalutazione, inadeguatezza, indegnità o colpa nel corso della Depressione • Difficoltà di differenziazione rispetto alle idee deliranti e alle idee ossessive Idee ossessive Idee che: insorgono con un senso di obbligatorietà, vincolo, pressione sono ricorrenti e persistenti non sono eliminabili con la volontà ed il ragionamento sono riconosciute dall’individuo come proprie, ma considerate inaccettabili e rifiutate perché vissute come estranee (egodistoniche) determinano sentimenti di fastidio, ansia o disagio marcato il soggetto tenta di ignorare o di sopprimere o di neutralizzare con altri pensieri o azioni OSSESSIONI “NORMALI” Impellente necessità di verificare di aver chiuso a chiave l’auto parcheggiata pochi minuti prima Esigenza di controllare di non aver lasciato acceso l’elettrodomestico in cucina Timore di poter contrarre una malattia usando un bagno pubblico o toccando delle banconote Impulso improvviso a rubare qualcosa o a danneggiare qualcosa Paura di poter far male ad una persona cara Anna, coniugata, anni 35 “Ogni giorno quando mio marito rientra dal lavoro, lo costringo a svestirsi completamente nell’ingresso per paura che i suoi vestiti essere contaminati. Nonostante possano questo, il pensiero dei germi continua a tormentarmi e sono costretta a lavare e rilavare qualsiasi cosa mio marito abbia toccato”. Mario, sposato, 37 anni, due figli “Mi trovo alla posta, in fila. Altri uomini sono accanto a me e mi viene all’improvviso l’idea che potrei fare loro delle avance, baciarli sulla bocca o toccargli i genitali. Mentalmente sono costretto a ripetermi mille volte: “non voglio”. Tutto ciò non è sufficiente uscire devo immediatamente dall’ufficio postale. Questo pensiero mi terrorizza, perché io non sono così!” Caratteristiche formali delle ossessioni • Contenuti di coscienza caratterizzati da: • • • • • iteratività (persistenza e ricorrenza) intrusività incoercibilità resistenza coscienza di malattia (insight) IDEA OSSESSIVA IDEA PREVALENTE Vissuta come estranea alla personalità Vissuta come parte integrante della personalità Non ha rapporti diretti con l’affettività Sostenuta da un fondo affettivo Non viene accettata dal paziente Viene accettata anche se spiacevole Criticata come assurda Criticabile, ma non ritenuta assurda Limita l’espressione della personalità Talora connessa ad attività creative Disturbi del contenuto del pensiero I deliri si collocano ad un’estremità di un continuum di credenze distorte Convinzioni salde, relativamente plausibili Credenze personali, irrealistiche, che l’individuo talora è disposto a considerare non plausibili Deliri, ovvero convinzioni personali, immodificabili, spesso bizzarre ed idiosincrasiche, che rimangono tali a dispetto di ogni evidenza. Idea delirante Convinzione falsa, basata su di un’inferenza non corretta riguardante la realtà esterna, che è fermamente sostenuta nonostante quello che quasi tutti gli altri credono, e senza tener conto di ciò che costituisce un’incontrovertibile e chiara evidenza del contrario. I deliri sono idee o un sistema di idee che presentano le seguenti caratteristiche: • Non corrispondono alla realtà (assurdità o impossibilità del contenuto) • Sono sostenute con ferma convinzione (certezza soggettiva) • Sono incorreggibili, cioè resistono ad ogni tentativo di critica (incorreggibilità) • Non sono condivise dalla cultura o subcultura cui il paziente appartiene Fattori caratterizzanti il delirio Estensione (coinvolgimento di varie aree di pensiero) Grado di sistematizzazione Livello di coinvolgimento emotivo Grado di bizzarria Influenza sul comportamento (rischio di passaggio all’atto) Tenacia della convinzione Grado di consapevolezza Classificazione dei deliri PRIMARI (inderivabili, psicologicamente indeducibili ed incomprensibili) SECONDARI O DELIROIDI Sono deliri comprensibili sulla base di: • Stato affettivo del soggetto (umore depresso o maniacale) • Condizione attuale del soggetto (risposta ad avvenimenti traumatici o a particolari situazioni ambientali: ad esempio, isolamento forzato) • Carattere del soggetto (persone timide, condizionate da un senso di inferiorità, inclini a dare risalto ad atteggiamenti negativi nei loro confronti) Deliri primari •Incomprensibilità/inderivabilità •Assenza di nessi di comprensibilità psicologica con la storia del soggetto. •I contenuti del delirio non sono incomprensibili o necessariamente assurdi o inverosimili: non si comprende il percorso che ha condotto alla sua formulazione, né perché ad un certo punto quel dato soggetto abbia compiuto il salto che lo proietta nel delirio. Deliri primari “Ora è tutto chiaro e tutto si spiega. Stanno complottando per farmi morire. Mia moglie con il vicino hanno una relazione, ed io sono di troppo. Ciò che prima ingenuamente non vedevo, ora è tutto improvvisamente preciso. Ma io non mi arrenderò facilmente! Dovranno vedersela con me!” “Quando notai che al piano di sotto il campanello suonava tre volte, esattamente alle 12, e una Volkswagen rossa passava lentamente sotto casa, fui colto da una terribile paura e capii che ormai per il destino dell’Europa tutto era finito”. Deliri primari • Il delirio primario può irrompere nello stato di coscienza in modo apparentemente improvviso. • Il delirio sembra può scaturire da un intenso e indecifrabile stato d’animo con caratteristiche di turbamento, attesa, minaccia incombente, perplessità, senso di trasformazione del mondo, autoriferimento (stato d’animo o atmosfera delirante), che costituisce una sorta di campo preparatorio al delirio. • Il delirio potrebbe essere interpretato in questi casi come l’esito di uno sforzo di dare un senso ad un’atmosfera percettiva nuova ed enigmatica: da una fase di somma incertezza si passa la contrario alla certezza assoluta del delirio vero e proprio. Antonio, 25 anni, manovale Descritto come poco socievole e piuttosto chiuso. Il giorno precedente, tornando dal lavoro, venne colto da un senso inspiegabile di paura, come se stesse per accadere qualcosa di molto grave. Aveva paura di essere licenziato. Appariva perplesso, assorto, smarrito. Nel corso della notte si era improvvisamente alzato svegliando tutti quelli che erano in casa: si sentiva minacciato di morte, percepiva l’ambiente cambiato e strano, vedeva i volti dei familiari sinistri e minacciosi. Accompagnato in ospedale, appariva impaurito e confuso, l’eloquio era frammentario. “Che succede? Mi pare tutto un giuoco, un tragico scherzo … Non sono più sicuro di nulla … Questo è un ospedale o in teatro? … E’ come se tutti stessimo recitando”. A tratti appare più calmo ed afferma che tutto è chiaro: “E’ colpa del direttore dei lavori, cerca di eliminarmi”. Poi nuovamente, è confuso: “Non può essere … Io non so nulla … Perché vi scambiate dei segnali? ... Ogni cosa che dite ha un doppio senso … C’è dappertutto un significato nascosto, non so cosa mi vogliate fare … Debbo rendermene conto … C’è qualcosa di più importante di quello che prima credevo di sapere … Mi pare di non capire, come se fosse un’altra lingua, altra gente … Forse sto per capire i misteri più profondi dell’uomo … Aspetto questa rivelazione!”. Classificazione dei deliri DELIRI STRUTTURATI O SISTEMATIZZATI (è presente una stabilità ed una coerenza interna nel contenuto del delirio) DELIRI NON STRUTTURATI O FRAMMENTARI (i contenuti sono mutevoli nel tempo, non coerenti, scarsamente articolati) Delirio: grado di sistematizzazione Stato confusionale o delirium Schizofrenia ebefrenica Schizofrenia paranoide Paranoia Classificazione dei deliri LUCIDI (associati a stato di coscienza vigile, sono organizzati in idee con vario grado di complessità e sistematizzazione) CONFUSI (si verificano in condizioni di compromissione dello stato di coscienza, sono sempre frammentari, sconnessi, mutevoli) Le principali tematiche deliranti 1. MINACCIA DI PERICOLO DELLA PROPRIA INTEGRITA’ • Persecuzione (convinzione di essere oggetto di molestie, attacchi, persecuzioni o cospirazioni da parte di figure definite o non ben determinate, isolate o appartenenti ad organizzazioni di varia natura) • Veneficio (convinzione di essere avvelenati) • Influenzamento (convinzione che le sensazioni, gli impulsi, i pensieri o le azioni non sono proprie, ma imposte da una forza esterna o attraverso mezzi esterni misteriosi o fisici) • Riferimento (convinzione che eventi esterni o comportamenti di altre persone nell’ambiente circostante siano connessi, di solito in termini negativi, con il soggetto o con sue qualità o attributi) • Di rivendicazione (convinzione di aver subito un’ingiustizia e ricerca conseguente di una riparazione per via legale e tramite comportamenti antisociali) Le principali tematiche deliranti 2. DELIRI ESPANSIVI • Di grandezza o megalomanico (delirio il cui contenuto implica un sentimento esagerato della propria importanza, potere, conoscenza o identità) • Genealogico (convinzione di essere discendente di un personaggio illustre) Le principali tematiche deliranti 3. DELIRI DEPRESSIVI • Ipocondriaci (convinzione di avere una malattia grave ed incurabile) • di colpa (convinzione di aver commesso colpe, omissioni o azioni riprovevoli, per le quali si è indegni di vivere o che meritano di essere punite) • di rovina (convinzione che il soggetto o la propria famiglia sono in miseria, e che ogni possibilità di progresso economico e sociale è compromessa) • di negazione (delirio in cui il paziente nega l’esistenza della propria realtà corporea (assenza di funzioni, assenza o trasformazione di organi) e della realtà esterna (il mondo non esiste; gli altri sono morti) Le principali tematiche deliranti 4. DELIRI A TEMA SESSUALE • Erotomanico (convinzione di essere amato da una persona o di essere oggetto di interesse sessuale da parte di una persona estranea) • Di gelosia (convinzione irriducibile di un tradimento erotico da parte del partner) 4. DELIRI MISTICI (convinzione di vivere o essere in contatto o in comunicazione con una Divinità) DELIRIO DI PERSECUZIONE E DI RIFERIMENTO Ho provato, dottore, a mettere in dubbio l’idea del complotto contro di me, ma le prove sono sempre più schiaccianti. Al bar, appena uscito di qui, il cassiere mi ha chiamato “dottore” sorridendo. Ed era un modo di prendermi in giro di fronte a tutti sottolineando il fatto che non mi sono laureato. E non mi venga a dire che non mi conosce perché questo è il bar dove va anche lei e, si sa, una parola può scappare, magari senza cattiveria o comunque per tenere gli altri informati. Del resto, il barista stesso nel servirmi il caffè ha segnalato a tutti gli altri che ero proprio io quello che aspettavano dicendo “macchiato o nero?”, con chiaro riferimento al mio passato politico. Ho avvertito il pericolo e sono uscito rapidamente. DELIRIO DI PERSECUZIONE E DI RIFERIMENTO Appena per strada, un’auto ha messo la freccia e di conseguenza una finestra all’ultimo piano si è spalancata; forse si trattava di una spia ingenua alle prime armi; tutte le altre infatti sono rimaste socchiuse ed è iniziato il pedinamento a vista dall’alto. Tutte le persone che ho incontrato erano della banda ed anche molto esperti, perché tutti hanno fatto finta di ignorarmi. Soltanto uno mi ha minacciato chiedendomi “che ora è?”, come a ricordarmi che la mia ora era giunta. Sono scappato via, ma hanno continuato a seguirmi. Non le sembrano prove sufficienti? Immagino che mi dirà di no, non può essere sincero, deve reggere il gioco. DELIRI BIZZARRI: INFLUENZAMENTO, LETTURA, DIFFUSIONE, INSERZIONE E FURTO DEL PENSIERO Ho cercato una corazza per mettere un confine e farla finita con questa storia. C’è una forza estranea che mi condiziona e mi fa fare quello che vuole lei, anche se io non lo voglio. La forza sa i miei desideri, conosce i miei pensieri, li amplifica e così li sanno tutti. Ne parla anche la televisione. Se una cosa la penso, subito lo dicono per radio. Altre volte me li portano via i pensieri e resto senza niente o mi infilano dentro i loro, che io non voglio, perché sono estranei e la gente ride quando passo con queste idee non mie nella testa. Se ne accorgono tutti, sono come trasparente. Devo trovare una corazza molto robusta. DELIRI DI COLPA I miei genitori mi vogliono far curare, ma io non ho nessuna malattia, sono molto cattiva. Li ho traditi e ho sbagliato, ho fatto delle mostruose che non si possono perdonare. Loro sono buoni, perfetti e la mia anima è nera. Ho insozzato l’universo e non c’è più niente da fare. Saremo cacciati dal paese, senza diritti civili e senza avere di che mangiare per colpa mia. Io non li lascerò un istante. Ma questa puzza che emano non si può togliere, è la putrefazione dell’anima e corrode ogni cosa. DELIRI DI GRANDEZZA Bruno inizia a delirare dopo aver fallito nel tentativo di andare a vivere da solo, essere stato licenziato dal lavoro ed aver trovato la sua ragazza a letto con un altro. “Ho una grande missione. Sono Mosè o forse Dio, no sono Mosè, ma sono in incognito. Nessuno mi crede e troverò molti ostacoli, ma devo lo stesso salvare tutti; allora sarò libero di sposarmi. Non c’è bisogno che lavori, perché la mia ragazza è ricchissima: è una principessa e mi sta aspettando. Anch’io sarò re, ma prima devo fare fino in fondo il mio dovere e salvare l’anima al mondo intero. Anche a chi mi ha fatto del male. Io ho perdonato tutti, sono al di sopra di queste cose.” Ipotesi patogenetiche del delirio • Difetto del ragionamento o del giudizio (“reasoning bias”) • Verbalizzazione di un’esperienza in termini metaforici “Ogni cosa dalla più grande alla più piccola è contenuta dentro di me” • Elaborazione concettuale, di per sé non necessariamente patologica, di un’esperienza abnorme primaria e dell’angoscia da essa generata • Concettualizzazione e verbalizzazione di un’esperienza metafisica, riguardante la relazione tra sé e il mondo “Dottore, io non esisto” Disturbi della forma del pensiero Sono rappresentati da modificazioni della produzione e del fluire delle idee; riguardano quindi il modo in cui il pensiero si struttura e si svolge nel tempo, nelle caratteristiche associative e nelle formulazioni rappresentative. Disturbi della forma del pensiero In condizioni normali il pensiero è caratterizzato da un flusso di idee che fluisce ordinatamente da una premessa (A) ad una conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti intermedi (C,…). Forma del pensiero - quantità e velocità dei contenuti ideativi - coerenza dei nessi associativi - espressione nel linguaggio Disturbi della forma del pensiero • Accelerazione Fuga delle idee • Rallentamento Blocco • Impoverimento quantità e velocità • Circostanzialità • Tangenzialità • Deragliamento coerenza dei nessi associativi • Disorganizzazione • Illogicità • Perseverazione • Assonanze • Neologismi • Ecolalia anomalie nel linguaggio Disturbi del flusso del pensiero Rallentamento ideativo o “Bradipsichismo” La velocità di pensiero è ridotta. Il flusso del pensiero è difficoltoso, ma logicamente coerente. I concetti sviluppati, durante il percorso dalle premesse alle conclusioni, sono diminuiti. L’attività di pensiero appare impigrita, rallentata, quasi spenta. Si può esprimere come eloquio poco fluente, con tempo di latenza delle risposte allungato. Può arrivare fino al blocco mutacico. D. Cosa l’ha spinta a venire qui? R. Non so…(pausa)…Forse…(pausa)…Sto male…(pausa)…Non so…(pausa)…Sto male…(pausa)… Disturbi del flusso del pensiero Accelerazione ideativa La velocità associativa è aumentata e i concetti (D,…) sviluppati durante il percorso dalla premessa (A) alle conclusioni (B) eccedono quelli normalmente evocati (C,…). Il flusso delle idee è accelerato, continuo; si esprime con eloquio logorroico, fino ad arrivare alla fuga delle idee. I consueti nessi associativi fra le diverse idee sono allentati e/o sostituiti da associazione per assonanza verbale. D. Cosa l’ha spinta a venire qui? R. Sono venuto a piedi. Ma mi sono fatto male mentre facevo jogging. Lei crede che il jogging mi faccia male? Forse non serve per l’infarto, l’aspirina funziona meglio. Però non mi vanno le droghe. Droga e violenza vanno insieme. Disturbi del flusso del pensiero Impoverimento L’ideazione e l’eloquio sono solitamente scarni e ridotti sia dal punto di vista quantitativo (contenuti) che qualitativo (modalità formali dell’espressione). A causa della sua indeterminatezza il pensiero fornisce poche informazioni. Disturbi del flusso del pensiero Rallentamento •Depressione maggiore •Oligofrenia •Disturbi organici di natura tossica, metabolica o endocrina •Schizofrenia Accelerazione •Lieve: Euforia o Ansia •Grave: Episodio maniacale o ipomaniacale Impoverimento •Schizofrenia •Oligofrenia •Demenza DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI Blocco e Deragliamento Nel blocco, il flusso dei pensieri s’interrompe bruscamente, quasi che i processi associativi si fossero arrestati. Nel deragliamento, vi è il passaggio improvviso da un tema di pensiero ad un altro in funzione dell’emergenza di un contenuto ideico non pertinente al tema originale. Il percorso associativo devia verso concetti (D,E,F,G,H,…) non inerenti alle conclusioni e la capacità di perseguire una finalità (B) viene perduta. D. Che cosa l’ha spinta a venire qui? R. Ne ho parlato con i vicini e hanno cominciato a… (pausa). Nessuno dovrebbe sostenere il sindaco. DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI Tangenzialità Risposta obliqua o non pertinente ad una domanda precisa. Il pensiero fluisce lungo un percorso marginale rispetto a quello percorribile normalmente per giungere a conclusioni attinenti alla finalità (B). Anche la stessa finalità è raggiunta in maniera marginale (B1). D. Che cosa l’ha spinta a venire qui? R. Ho questa sensazione. E’ sempre presente. E’ tutto il rumore che mi circonda. Si immagina come ci si sente quando si diffonde ovunque? All’inizio era sul posto di lavoro. Poi nel vicinato. E adesso sembra che sia quasi dappertutto. DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI Dissociazione ideativa I nessi associativi tra le idee sono compromessi (allentati o rotti) con alterazione della continuità logica o finalistica. I pensieri vengono espressi in maniera sconnessa, bizzarra, caotica, tanto che il discorso risulta spesso inadeguato o apparentemente incomprensibile. D. Che cosa l’ha spinta a venire qui? R. L’Occidente. Tutto quello che dal caldo va verso il freddo. Io sono alla deriva. Una gran bella giornata! L’auto è parcheggiata fuori. DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI Illogicita’ Il pensiero non raggiunge le proprie conclusioni in accordo alla finalità (B), ma procede attraverso percorsi logici non comprensibili (linee ondulate) evocando concetti (D,E) apparentemente senza alcuna relazione tra loro. DISTURBI DEL LINGUAGGIO Circostanzialità I contenuti di coscienza sono comunicati in modo indiretto, ridondante, ripetitivo e stereotipato. Il soggetto indugia in particolari eccessivi, arricchendo il discorso di dettagli superflui e insignificanti. L’ideazione non appare compromessa, ma solo rallentata. Perseverazione Il paziente ripete in maniera stereotipata parole, idee, soggetti pur avendoli enunciati poco prima. Nel giungere alla conclusione coerentemente con la finalità (b), il pensiero ripercorre più volte gli stessi concetti (c,…). DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Assonanze In tale disturbo le parole vengono scelte in funzione del loro suono anziché del loro significato. Rientrano in questa categoria anche i giochi di parole e il parlare in rima. • Ecolalia Ripetizione di parole o frasi pronunciate da altri, spesso con tono derisorio, ironico o sarcastico. Va tenuta distinta dalla perseverazione, che rappresenta invece la ripetizione di parole o idee proprie. • Neologismo Parola nuova prodotta dal paziente, spesso attraverso la combinazione di sillabe di altre parole, che assume significato solo per chi la pronuncia. PSICOPATOLOGIA DELLA PERCEZIONE La percezione La percezione è il risultato finale di una complessa attività organizzativa ed integrativa degli stimoli provenienti dal mondo esterno, attraverso la mediazione degli organi di senso. La percezione è un’attività psichica complessa atta ad integrare le sensazioni attuali elaborate dagli organi di senso, con l’esperienza appresa. Gli stimoli vengono, tramite un’attività elaborativa in cui entrano in gioco altre funzioni (memoria, affettività, intelligenza, ecc.), integrati in termini tali da consentire in sintesi la conoscenza della realtà esterna ed interna. La percezione La percezione non è il risultato della semplice sommatoria delle afferenze periferiche, ma rappresenta il frutto di complessi processi mentali selettivi che permettono all’individuo di divenire consapevole dell’ambiente. La percezione è quindi un’attività conoscitiva, in parte a carattere recettivo in parte costruttivo, che consente di cogliere la realtà e di strutturarla sulla base dei dati dell’esperienza. La rappresentazione La rappresentazione costituisce la riattivazione percezioni passate, in assenza degli stimoli che avevano provocate. Riproduzione di immagini sensazioni che si richiamano attraverso la memoria una percezione del passato. di le o di PERCEZIONI Sono situate nello spazio esterno Hanno carattere di obiettività e di concretezza Hanno contorni precisi e sono evidenti in ogni dettaglio Sono costanti e possono facilmente essere mantenute nello spazio percettivo (stabilità) Non dipendono dalla volontà, non possono venir create e modificate a piacere Vengono vissute con una sensazione di passività RAPPRESENTAZIONI Si collocano nello spazio interno rappresentativo Hanno carattere di soggettività e di immagine Sono imprecise ed incomplete, spesso vaghe e fluttuanti Sono fugaci e debbono essere continuamente rievocate Dipendono dalla volontà e possono venir ricreate e modificate a piacere. Vengono vissute con una sensazione di attività Anomalie quantitive della percezione INTENSITA’ (varia in funzione dello stato emotivo e del livello di coscienza) Iperestesia (suoni, colori e odori percepiti come più intensi) ◦ Mania ◦ Stati d’ansia ◦ Intossicazioni (fenomeni di “hangover”) ◦ Ipertiroidismo ◦ Cefalea Ipostesia (colori sbiaditi; rumori ed odori attenuati) ◦ Depressione ◦ Schizofrenia ◦ Sindromi demenziali ◦ Precarie condizioni psico-fisiologiche (sonnolenza) Alterazioni della percezione QUALITA’ CROMATICA ◦ Xantopsia (cambiamento del colore) Intossicazioni Tumori o lesioni cerebrali (emisfero destro o sinistro, lobo frontale, lobo occipitale, o temporale) PROPORZIONI/VOLUME ◦ Micropsie (dimensioni inferiori) ◦ Macropsie (dimensioni maggiori) Fasi iniziali della schizofrenia Epilessia Patologie organiche cerebrali temporo-parietali Disturbi della percezione ALLUCINAZIONE ◦ Percezione in assenza di un oggetto o di uno stimolo adeguato Caratteristiche essenziali delle allucinazioni • Livello di complessità Da semplici suoni, a monosillabi, a frasi complete e articolate. • Partecipazione emotiva Da sentimenti di intenso spavento, sorpresa, angoscia, a vaghi turbamenti, alla sostanziale indifferenza. • Influenza sul comportamento Da voci imperative che comandano e spingono all’azione, a voci che indirettamente condizionano le abitudini e il comportamento per la loro invasività. • Grado di consapevolezza Dall’assoluta convinzione di fenomeni oggettivi, alla convinzione di fenomeni reali ma soggettivi, al dubbio critico sulla loro realtà. Atteggiamento nei confronti delle allucinazioni • Variabile (paura, angoscia, curiosità, indifferenza). • Più coinvolgenti all’esordio, con possibilità di passaggio all’atto (gesti auto- o etero-lesivi in seguito a voci imperative, aggressione di persone alle quali vengono attribuite le voci); con l’evolversi del quadro divengono più accette al paziente, che impara modalità operative per attenuarne l’impatto (ascoltare brani musicali, impegnarsi in compiti manuali). • Le esperienze allucinatorie sono: • spesso dissimulate e tenacemente negate. • ammesse solo dietro esplicita domanda. • desumibili da comportamenti del paziente: atteggiamento di ascolto, parlare da solo, tappi nelle orecchie (COMPORTAMENTO DA ALLUCINATO). • Per giudicare la presenza del sintomo, non è sufficiente basarsi esclusivamente sulle risposte dei pazienti. • I pazienti spesso dissimulano il sintomo, forse consapevoli della sua abnormità o delle possibili conseguenze (“essere presi per matti”). • Le voci possono interferire direttamente nel colloquio, ordinando di non parlare con l’interlocutore, o minacciandolo se lo fa. • Per molti pazienti, le voci non esistono, perché quelle che sentono sono voci reali come le altre, che trasmettono informazioni preziose, anche se in modo sconosciuto. • Le allucinazioni tendono ad essere vissute in maniera egodistonica (con maggiore distanza), più spesso nei disturbi organici, tossici e degli organi di senso che nei disturbi funzionali. • Non sono rari i casi in cui le voci hanno esclusivo tono e contenuto piacevole o confortante, e in cui il soggetto tende a soffrire, ove queste siano neutralizzate da una terapia efficace. Le allucinazioni ALLUCINAZIONI FISIOLOGICHE Sogni Allucinazioni ipnagogiche (allucinazioni che compaiono nella fase di addormentamento) Allucinazioni ipnopompiche (allucinazioni che compaiono in fase di risveglio) Le allucinazioni ALLUCINAZIONI IN STATI PATOLOGICI NON PSICHIATRICI ◦ Allucinazioni uditive dell’otite ◦ Allucinazioni visive del glaucoma ◦ Allucinazioni in corso di patologie del SNC, quali tumori cerebrali, epilessie ◦ Allucinazioni da uso di LSD (visive), amfetamina (uditive) Allucinazioni uditive Elementari: rumori, cigolii, ronzii, suoni inanimati Complesse: voci, bisbigliate, urlate, multiple (colloquio di voci), note o sconosciute, maschili o femminili ◦ Nel paziente schizofrenico: voci che commentano le azioni, i pensieri, i desideri del soggetto contono benevolo o insultandolo; voci che dialogano tra loro, riferendosi al soggetto in terza eco persona; del pensiero: voce che ripete il pensiero del soggetto ◦ Nel paziente depresso: • voci che ordinano di uccidersi ◦ Nel paziente maniacale: • voci che lo acclamano o lo esaltano Allucinazioni visive Elementari: lampi di luce, fosfeni, bagliori, corpi luminosi o opachi, colori Complesse: scene statiche o dinamiche ◦ Macropsie (figure di dimensioni maggiori rispetto all’oggetto originale) ◦ Micropsie (figure di dimensioni ridotte rispetto all’oggetto originale) (allucinazioni lillipuziane) ◦ Allucinazioni dismorfiche (figure deformate rispetto all’oggetto originale) ◦ Allucinazioni zooptiche (animali e insetti) Altri tipi di allucinazione OLFATTIVE: odori sgradevoli o comunque inconsueti TATTILI o SOMESTESICHE ◦ ◦ ◦ ◦ sentirsi bagnato in alcune parti del corpo scosse elettriche in alcune parti del corpo sensazioni di caldo-freddo allucinazioni zooptiche (avvertire sulla cute toccamenti di animali che camminano sopra o sotto la pelle) ◦ allucinazioni relative alla sfera genitale (essere violentati, essere eccitati) ◦ sensazione di coltelli infissi nel corpo o di movimenti di organi interni Illusioni E’ la percezione di un oggetto esistente che viene recepito in maniera errata. E’ facilmente e rapidamente correggibile. L’illusione è una percezione e come tale è stabile, localizzata nello spazio esterno, vissuta con passività e dotata di freschezza sensoriale. L’illusione può verificarsi in differenti situazioni normali (particolari stati affettivi, momenti di disattenzione, situazioni ambientali confusive) o in condizioni patologiche che comportino un disturbo dell’affettività (depressione, ansia) o alterazioni modeste dello stato di coscienza. Pseudoallucinazioni o Allucinazioni Psichiche E’ un’allucinazione in cui l’oggetto anziché essere localizzato nello spazio esterno, è localizzato nello spazio interno soggettivo. Possono essere considerate intermedie tra le allucinazioni e le rappresentazioni mentali. Le pseudoallucinazioni condividono con le rappresentazioni alcune caratteristiche comuni: sono localizzate nello spazio interno, è spesso priva di corporeità, è priva di freschezza sensoriale, non è completa, è priva di dettagli. La rappresentazione è vissuta con sentimento di attività (il soggetto si rende conto di crearla), la pseudoallucinazione viene vissuta con un sentimento di passività (il soggetto la vive non legata alla propria attività mentale). PSICOPATOLOGIA DELL’AFFETTIVITA’ Psicopatologia dell’affettività AFFETTIVITA’ Capacità o disponibilità individuale a provare emozionisentimenti di significato, durata, intensità e tonalità assai variabili (paura, dolore, simpatia, amore, rabbia, ecc.) in risposta a eventi della realtà esterna e interna. La risposta emozionale differisce nel singolo individuo in relazione allo stimolo causale e, soprattutto, in relazione alla disposizione affettiva di base o umore. E’ importante valutare le modificazioni mimico-gestuali, comportamentali, motorie, neurovegetative correlate all’espressione comportamentale, verbale, psicologica dello specifico vissuto affettivo. Psicopatologia dell’affettività EMOZIONI ◦ Stati affettivi intensi e di breve durata, suscitati da stimoli esterni o interni, che prescindono dalla volontà e a cui conseguono reazioni più o meno intense di adattamento. ◦ Sono manifestazioni complesse in cui si trovano sempre, una componente somatica, una psichica e una comportamentale. ◦ Le emozioni di base sono: paura, rabbia, tristezza, gioia, disgusto, attesa, sorpresa. ◦ Lo stimolo esterno comporta una risposta complessa dell’organismo che coinvolge diversi livelli, da quello neurofisiologico a quello viscerale, da quello espressivo-comportamentale a quello psicologico-cognitivo. Psicopatologia dell’affettività SENTIMENTI Stati affettivi di più lunga durata e stabilità, che coloriscono la risonanza emotiva personale (verso oggetti, persone, situazioni e scopi) motivando o favorendo decisioni o comportamenti corrispondenti (amore, odio, ecc.). Psicopatologia dell’affettività ◦ La tonalità di fondo dell’affettività, che colora l’intera vita psichica del soggetto. ◦ E’ condizionato da fattori costituzionali, biologici e biografici (la somma di esperienze, apprendimenti e abitudini acquisite) che spesso sfuggono alla introspezione. ◦ L’umore è qualcosa di relativamente stabile e poco influenzabile dagli accadimenti di vita estemporanei. ◦ Non è accessibile all’esperienza, influenza le reazioni emotive agli avvenimenti. LE ALTERAZIONI DEL TONO DELL’UMORE UMORE NORMALE O EUTIMICO (in cui il soggetto reagisce e corrisponde in modo equilibrato, flessibile e congruo agli stimoli ambientali) UMORE PATOLOGICO (caratterizzato da rigidità, immodificabilità rispetto ai mutamenti delle circostanze, degli stimoli e dei loro significati) UMORE NORMALE E PATOLOGICO • Le alterazioni patologiche dell’umore si distinguono da stati affettivi fisiologici (ad esempio, la normale tristezza) per: – Intensità spesso maggiore rispetto agli affetti abituali – Mancanza di fattori scatenanti o sproporzione tra questi e l’entità del disturbo – Decorso indipendente da avvenimenti esterni – Persistenza nel tempo – Frequente concomitanza di sintomi somato-vegetativi e cognitivi Le alterazioni patologiche dell’umore sono tradizionalmente considerate lungo una sola dimensione, ai cui estremi flessione) vengono inquadrate le (elevazione e manifestazioni psicopatologiche (mania e depressione) MANIA DEPRESSIONE UMORE PATOLOGICO UMORE DEPRESSO Flessione del tono affettivo di base, che può determinare una ipofunzione delle altre facoltà psichiche UMORE MANIACALE Abnorme e stabile esaltazione del tono dell’umore Depressione: sintomi Umore • triste, cupo • • fisso, areattivo senso di sfiducia, vuoto • tristezza vitale anedonia • ansia • Cognitività • rallentamento ideico → inibizione •Difficoltà d’attenzione, pseudodemenza, indecisione •idee di perdita, autosvalutazione, indegnità, colpa • ruminazioni, idee coatte • pessimismo, disperazione •idee di morte, suicidio • deliri, congrui ed incongrui Disturbi somatici • astenia •anoressia, dimagrimento (bulimia e ingrassamento nelle forme atipiche) •insonnia terminale (ipersonnia, insonnia iniziale nelle forme atipiche) •disturbi sessuali: ipoamenorrea, riduzione della libido, anorgasmia, disturbi dell’erezione •peggioramento mattutino dei sintomi (in relazione ad appiattimento della curva cortisolemica) •Somatizzazioni varie (depressione mascherata): aspetto vecchieggiante, caduta dei capelli, aumento della PA, stipsi, algie diffuse, cefalea, ecc. Psicomotricità • rallentamento → arresto motorio • agitazione in alcune forme Tristezza Depressione Melancolia "E' comune il dolore che coglie l'essere umano quando un avvenimento avverso colpisce la sua esistenza precaria, o quando la discrepanza tra la vita com'è e come potrebbe essere diventa il centro della sua fervida riflessione.... E' meno comune, ma abbastanza frequente da costituire uno dei principali problemi psichiatrici, il dolore che non si attenua con il passare del tempo, che sembra esagerato in rapporto al presunto evento precipitante, o inappropriato, o non collegato ad alcuna causa evidente". Arieti S., 1978 “La qualità distinta dell’umore che è caratteristica del tipo melancolico viene esperito dagli individui come qualitativamente differente dalla tristezza vissuta durante il lutto o un episodio non melancolico”. (DSM-IV) Molto spesso questi ammalati localizzano la loro tristezza nel corpo, nella fronte, nel petto, nell’epigastrio: “Ho sempre questa oppressione al petto e al collo. Si pianta là come se non dovesse andar via. Allora penso di dover scoppiare, tanto è il male che sento nel petto”, dice una malata. (K. Schneider) Essa infatti sembra essere più che altro una prostrazione somatica, che fa sentire la sua influenza anche sugli affetti, e quindi non è per nulla sovrapponibile alla tristezza pura spirituale. (K. Leonhard) Ero arrivato a quello stadio della malattia in cui qualunque senso di speranza è svanito e, con esso, qualunque idea di futuro. II mio cervello più che un organo del pensiero era diventato uno strumento per registrare, minuto per minuto, i diversi gradi della mia sofferenza. Se i risvegli mattutini erano brutti, ancora peggiori erano i pomeriggi, quando sentivo l'orrore scendere sulla mia mente, fino a costringermi a letto. E lì rimanevo anche sei ore, istupidito e praticamente paralizzato, fissando il soffitto e aspettando l'ora serale in cui, per ragioni misteriose, quella tortura si attenuava abbastanza da consentirmi di cercare un altro paio d'ore di sonno ... Nell'esperienza del dolore esistono situazioni in cui la certezza di un futuro sollievo spesso permette una capacità di sopportazione sovrumana [ ... ]. Poi provai all'improvviso una strana convulsione interiore che potrei descrivere solo come una disperazione al di là della disperazione. Arrivò senza alcun preavviso. Non pensavo che un'angoscia simile potesse esistere [ ... ]. (William Styron, Un’oscurità trasparente) EUFORIA IPOMANIA MANIA Mania: segni e sintomi Umore •euforia •gaiezza immotivata •ansia, disforia (quando il paziente è contrariato) •instabilità del quadro affettivo Cognitività •accelerazione ideica (idee fugaci ma non incalzanti) → disinibizione ideomotoria-verbale •distraibilità, labilità attentiva •ideazione espansiva di contenuto: religioso, politico, finanziario, genealogico • deliroidi, congrui ed incongrui: cangianti, fabulazioni ludicofantastiche, millanterie senza convinzione) •allucinazioni Disturbi somatici • iperstenia •insensibilità agli stimoli dolorosi e alle sensazioni termiche •appetito variabile, possibile ingestione di alimenti bizzarri, dimagrimento complessivo •insonnia anche totale •ipersessualità, comportamenti promiscui • aspetto “ringiovanito” Psicomotricità • eccitamento → iperattività, avventatezza (gravi conseguenze comportamentali) • agitazione → furore I disturbi dell’emotività ANSIA ◦ Stato emotivo spiacevole che consiste in un sentimento di penosa aspettativa e di allarme di fronte ad un pericolo reale o potenziale, immediato o imminente. ◦ E’ associata a sintomi fisici di iperattività neurovegetativa (tachicardia, tachipnea, tensione muscolare, ecc.) e a comportamenti di evitamento. ◦ I correlati somatici sono gli stessi della paura, nella quale hanno un significato finalistico (preparano alla fuga o all’attacco). Nell’ansia contribuiscono all’aggravarsi e al perpetuarsi dello stato ansioso. Analogie tra paura e ansia Attesa di pericolo o disagio Apprensione e tensione Arousal elevato Stato emozionale negativo Disagio Orientamento verso il futuro Presenza di sensazioni corporee Differenze tra paura ed ansia Paura • • • • La fonte della minaccia è specifica, definita Il nesso tra minaccia e paura è comprensibile Solitamente episodica Tensione circoscritta • • • • La minaccia è identificabile Diminuisce con l’allontanarsi della minaccia Termine identificabile L’area della minaccia è circoscritta • • La minaccia è imminente Carattere di emergenza situazione di • Sensazioni corporee proprie di una emergenza • Razionale Ansia • La fonte della minaccia è elusiva, indefinita • Il nesso tra ansia è minaccia è incerto • Prolungata • Disagio pervasivo • Può essere senza oggetto • Persistente • Termine incerto • Mancano limiti chiari • La minaccia è raramente imminente • Aumentata vigilanza • Sensazioni corporee proprie di una condizione di vigilanza • Sconcertante ANSIA NORMALE ◦ Comprensibile reattività: la reazione è adeguata allo stimolo ansiogeno ◦ Transitorietà: la reazione termina alla sospensione dello stimolo ansiogeno ◦ Funzione adattativa: fornisce all’individuo le risposte psicologiche, somatiche e comportamentali funzionali al superamento dell’ostacolo ANSIA PATOLOGICA ◦ Incomprensibile reattività: l’intensità e la durata della durata della reazione d’ansia sono inappropriate allo stimolo ◦ Polarizzazione dell’attenzione sulla preoccupazione per se stessi: lo stimolo ansiogeno è percepito come minaccia alla propria integrità ◦ Compromissione della performance del soggetto: anziché ottimizzarne le risorse, ne determina un blocco paralizzante Mi sono sentito soffocare, stringere come un cappio al collo, non riuscivo più a respirare [ ... ]. Mi viene un batticuore terribile, il cuore va velocissimo, mi sento il cuore che scoppia, allora comincio a sudare, a diventare tutto freddo [ ... ]. Mi sembra di non inghiottire più, ho un boccone in bocca e sono certo che mi sta andando per traverso e che sto soffocando [ ... ]. Mi sento svenire, sto cadendo giù per terra, sono debolissima e senza forze, mi accascio lentamente [ ... ]. Attacco di panico Imponenti manifestazioni critiche, di rapida risoluzione, in cui si manifesta improvviso senso di pericolo (paura della perdita di controllo, di gravi malattie fisiche o mentali, della morte imminente), accompagnate da significative manifestazioni somatiche: “fame d’aria”, palpitazioni, perdita di forze, vertigini, derealizzazione o depersonalizzazione. La prima volta che è successo, ero in autostrada e improvvisamente ho sentito come una fitta che mi trafiggeva da parte a parte, e ho avuto per la prima volta questo tremore interno, così difficile da descrivere, che mi fa sentire assolutamente debole e incapace di fare qualsiasi cosa per mettermi in salvo [ ... ]. In metropolitana, stavo andando al lavoro come tutte le mattine, improvvisamente mi comincia a girare la testa, un fortissimo capogiro, la sensazione che io girassi, che il mondo girasse, che tutto mi crollasse addosso, sottoterra, senza nessuna speranza di salvezza [ ... ]. Camminavo vicino casa, stavo andando a prendere la macchina, improvvisamente, scendendo verso il garage mi sento il cuore che comincia a stringersi, a contrarsi, un dolore incredibile, la sicurezza in quel momento che stessi morendo, un infarto [ ... ]. Fobia Paura sproporzionata riferita ad oggetti o situazioni specifiche che normalmente non provocano tale reazione. La paura non è controllabile volontariamente e non è eliminabile con argomenti razionali. Il soggetto è consapevole del carattere patologico ed assurdo della reazione. Il soggetto mette in atto condotte di evitamento e/o di rassicurazione nei confronti dell’oggetto fobico. Il grado di evitamento è variabile: da livelli (il soggetto può affrontare l’oggetto in caso di moderati non può affrontare neanche le rappresentazioni necessità, ma con disagio), a livelli gravi (il soggetto grafiche o mentali dell’oggetto). “Io la prima crisi d'ansia l'ho avuta in ascensore, era un palazzo che non conoscevo, dovevo andare al settimo piano, ero sola e a un certo punto l’ascensore si è bloccato tra un piano e l’ altro, l’ascensore non aveva i vetri, era tutto in acciaio e io dentro, ho avuto la sensazione che il cervello mi scoppiasse, e la testa volasse via, ho cominciato a spingere il bottone rosso, a urlare, a chiamare, a chiedere aiuto come una pazza, fino a quando, dieci minuti dopo, il portiere è apparso preoccupatissimo insieme ad alcuni inquilini. Gli ascensori da allora sono tabù, vado sempre a piedi, indipendentemente dal piano a cui devo andare, mi stanco, specie se ho le borse della spesa (abito al sesto piano) o se ho qualche peso, qualche bagaglio, ma mi sembra che alla sola idea di salire di nuovo con quell'orribile attrezzo morirei.” Fobia specifica • Il soggetto manifesta paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici. • Il soggetto adulto riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. • L’esposizione allo stimolo fobico provoca nel soggetto una risposta ansiosa, simile ad un attacco di panico. • Il soggetto evita o sopporta lo stimolo fobico con estremo disagio. Fobia sociale • Il soggetto manifesta paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali è esposto al possibile giudizio degli altri (paura di partecipare ad una festa, di parlare con persone di sesso opposto, di parlare in pubblico, di sostenere un esame, di mangiare in locali pubblici). “Sto parlando al congresso, mi terrorizzo anche a parlarne, mi vedo che mi blocco nel mezzo di una frase, solo lì davanti a tutti che mi stanno guardando e mi scoppia la testa, è come se diventassi una bambola impazzita o mi metto a urlare, in qualche modo insomma faccio delle cose pazzesche, inimmaginabili, tutti mi guardano attoniti, scandalizzati, mentre io sto impazzendo davanti a tutti e sto rompendo per sempre l'immagine di me che avevo costruito con determinazione e fatica anno dopo anno.” I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’ Affettività inappropriata Condizione in cui il tono emozionale non è in armonia con l’idea o le parole che l’accompagnano Appiattimento affettivo Riduzione significativa (affettività coartata) fino alla scomparsa della gamma espressiva e dell’intensità degli affetti (immutabilità dell’espressione facciale, diminuzione dei movimenti spontanei, povertà della gestualità espressiva, scarso contatto visivo, perdita delle inflessioni vocali, mancanza di partecipazione affettiva) I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’ Ambivalenza affettiva Presenza o coesistenza di sentimenti e di atteggiamenti di polarità opposta, antitetici, rivolti verso lo stesso oggetto (odio-amore; paura-desiderio) Incongruenza affettiva Manifestazioni affettive di senso opposto a quello normale (es.: ridere a notizie di morte) I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’ Labilità affettiva Facile, improvvisa e rapida variazione dell’umore per stimoli di scarsa entità o senza alcuna correlazione a stimoli esterni Atimia Apparente indifferenza affettiva verso di sé e verso gli altri Anedonia Diminuzione della capacità di provare piacere per qualsiasi tipo di esperienza vitale.