PSICOPATOLOGIA
PSICOPATOLOGIA
 La psicopatologia si occupa della descrizione e dello
studio del funzionamento abnorme delle attività
psichiche.

FUNZIONI PSICHICHE






Coscienza
Attenzione
Percezione
Memoria
Pensiero
Linguaggio
Affettività
 La suddivisione della psiche in funzioni si
giustifica solo per esigenze di analisi didattica ed
espositiva.
 E’ infatti arbitrario disarticolare la globalità dello
psichico in funzioni indipendenti, giacché
nessuna funzione esiste di per sé senza essere
correlata alle altre.
PSICOPATOLOGIA
Il campo di indagine della psicopatologia è
composto da tre aree principali:
 I singoli sintomi psichici
 Le malattie psichiche
 La nosografia (o nosologia) delle malattie
psichiche, ovvero la loro classificazione
Segni e sintomi in medicina
• Sintomi: disturbi lamentati dal paziente
• Segni: dati fisici evidenziati con l'esame
obiettivo
• Esempio: tireotossicosi
– Sintomi: sentirsi agitato, infastidito dal caldo
– Segni fisici: gozzo di consistenza elastica con un soffio
udibile, perdita di peso, tachicardia ed esoftalmo
PSICOPATOLOGIA
 I sintomi psichici sono anomalie psichiche o comportamentali che
recano sofferenza a se stessi e, talvolta, agli altri.
 Sintomi:
◦ Comportamentali
◦ Emotivi
◦ Cognitivi
◦ Somatici
 Sintomi soggettivi (esperiti/riferiti dal paziente)
(ansia, depressione, delirio)
 Sintomi oggettivi (rilevati dal clinico) (segni)
(agitazione psicomotoria, comportamenti
bizzarri)
 Sintomi somatici (tachicardia, disturbi respiratori, gastrointestinali)
“Dopo i primi palleggi di riscaldamento, ho cominciato a
sentire una fitta dolorosa che saliva dal torace e si
muoveva lentamente verso la spalla fino ad irradiarsi al
braccio. Ho subito pensato a quanto era capitato a mio
padre, colpito da infarto acuto del miocardio durante il
lavoro. Mi sentivo svenire, avevo la sensazione che il
battere del cuore procedesse come un martello
pneumatico, che il respiro andasse per
con suo. Mi
to
sono come paralizzato, impossibilitato a chiamare
il mio
amico. Sudavo copiosamente. Tutto mi girava intorno, o
forse ero io a girare intorno alle cose, mi sembrava
realmente di impazzire. Fermo con la racchetta in
mano, inebetito al centro del campo, valutavo il tempo
che mancava al definitivo collasso, alla morte. Ma era
come se vivisezionassi tutto ciò; e l'angoscia terribile
che mi pervadeva era l'impossibilità di controllare tutto
ciò, di poter minimamente intervenire”.
Due punti di vista
•
Ottica di continuità: fenomeni patologici come
variazioni quantitative del funzionamento mentale normale
•
Ottica di discontinuità: alcuni sintomi sono
troppo bizzarri perché si possa rintracciare un equivalente nel
comportamento normale
Da qualche settimana, Anna lamentava di sentirsi tesa,
irritabile ed apprensiva. Si svegliava ogni mattina con la
sensazione che stesse per accadere qualcosa di terribile.
Questo timore si protraeva per tutta la mattina, accompagnato
da sensazioni corporee come tremori, nausea, palpitazioni e
dispnea. Si sforzava di capire la fonte della sua preoccupazione,
senza trovarla. Ciò le determinava ulteriore disagio.
Distingueva chiaramente quest’ansia quotidiana dalla paura che
aveva provato in altre occasioni, come quando si era imbattuta
in un serpente in campagna. La reazione era stata improvvisa,
intensa e focalizzata, ma era diminuita rapidamente quando il
serpente era scomparso. Aveva avuto sensazioni corporee, una
rapida accelerazione del battito cardiaco, tremore e
sudorazione. Ma aveva riconosciuto la fonte della minaccia e il
disagio era passato in breve tempo.
“Dottore da qualche tempo mi succedono cose strane.
Sono certa che i miei pensieri non siano più i miei. Come
se provenissero da qualche altra parte … qualcuno o
qualcosa me li infila dentro la testa, e mi costringe a fare o
a dire cose che non vorrei. Ho la sensazione che tutti
leggano i miei pensieri, anche quelli più intimi. Sono certa
che ne discutano tra loro e li trasmettano via radio.
Da pochi giorni, mi sono ricordata di aver avuto qualche
anno fa un intervento chirurgico all’addome. Nulla di
importante! In quell’occasione mi hanno inserito nella
pancia uno di quei diabolici sistemi elettronici che stanno
studiando negli Stati Uniti, di cui tutti sanno e nessuno
vuole parlare pubblicamente. E’ così che possono
controllarmi meglio.”
Semeiotica psichiatrica
Esame clinico
Contatto
verbale
Rilievo
Contatto
non
verbale
Thesaurus semeioticus
Repertorio della semiologia
psichiatrica
Sintomo/
Segno
Riconoscimento
Esperienza clinica
Superficie
Rilievo del sintomo
Collegamento/ricerca di
altri sintomi (connessioni)
Profondità
Implicazioni
patogenetiche/ ipotesi
interpretative
Due strumenti
• Osservazione del comportamento: ricerca di segni
oggettivi
• Valutazione empatica dell'esperienza soggettiva:
“sentirsi nei panni di un altro“, “patire insieme”
L'empatia è la capacità di immedesimarsi nella
condizione di un'altra persona e di sentire se
stesso nella situazione del paziente.
Dati rilevabili dalla
semplice osservazione
•Aspetto
•Espressione
•Atteggiamento
•Comportamento e
attività psicomotoria
Dati rilevabili dal colloquio
•Eloquio
•Coscienza e orientamento
•Percezione
•Affettività
•Ideazione
•Attenzione
•Memoria e intelligenza
•Volontà
•Capacità di critica e di giudizio
PSICOPATOLOGIA
 Le sindromi psichiatriche possono essere definite
come degli insiemi di sintomi psichici.
Sindrome
Malattia
 La psicopatologia ha un compito nosografico, deve
cioè
individuare
criteri
efficaci
per
differenziare e classificare le differenti patologie.
Il concetto di sindrome
 Una sindrome consiste in un insieme di sintomi che
tendono a manifestarsi insieme e che spesso hanno
un corso temporale più o meno caratteristico.
 La relazione tra i sintomi costituenti la sindrome e la
diagnosi corrispondente è generalmente politetica,
vale a dire che la diagnosi viene stabilita dalla
presenza di un certo numero di sintomi costituenti la
sindrome senza che nessuno di essi sia essenziale.
PSICOPATOLOGIA DELL’IDEAZIONE
Il pensiero
• Il pensiero è quella attività operativa della psiche che,
attraverso processi di associazione, correlazione,
integrazione, astrazione e simbolizzazione dei dati
astratti/percezioni
informativi (concreti
e
e
rappresentazioni), permette di:
 Relazionarsi con la realtà
 Derivare concetti dalla realtà
 Produrre giudizi sulla realtà
 L’intelligenza e la memoria costituiscono attività di
“fondo” indispensabili al processo del pensiero.
 Il pensiero si comunica attraverso il linguaggio.
IL PROCESSO DELL’IDEAZIONE SI COMPIE IN VIRTU’ DI UN DOPPIO
MECCANISMO:
 Il processo di astrazione, con il quale gli
elementi comuni a diverse rappresentazioni
vengono isolati, liberati dai caratteri specifici
delle singole rappresentazioni, ed acquistano
il valore e l’autonomia di concetti.
 Il processo di associazione, per cui una
rappresentazione, un ricordo, un’idea
richiama altre rappresentazioni o idee che
hanno con quella elementi in comune.
Il pensiero
 Per ideazione si intende una funzione che
relazionando tra loro le singole idee conferisce un
determinato ordine formale al corso del pensiero.
 L’ideazione è soggetta alle leggi del ragionamento e
della critica.
Il pensiero
 Il ragionamento è un’attività che collega le idee secondo determinate
strutture logiche:
◦ la deduzione (da un’idea generale si giunge ad una particolare, alla
prima collegata da un vincolo di necessità);
Esempio:
Tutti gli esseri umani sono mortali
Mario è un essere umano
Quindi, Mario è mortale
◦ l’induzione (da fatti particolari è possibile trarre un’idea generale).
Esempio:
Hitler era un dittatore ed era crudele
Stalin era un dittatore ed era crudele
Saddam era un dittatore: Quindi, Saddam era probabilmente crudele
 La critica (formulazione di giudizi) permette di discernere il vero dal
falso, il reale dall’irreale.
Disturbi del pensiero
DISTURBI DEL CONTENUTO
DISTURBI DELLA FORMA
Disturbi del contenuto del pensiero
Normalmente il contenuto del pensiero, ovvero il
complesso, variabile flusso di pensieri coscienti, include
convinzioni, preoccupazioni, desideri e fantasie che si
presentano con un grado variabile di chiarezza,
differenziazione e forza. Il pensiero normale è spesso
illogico ed è fatto di numerose credenze e pregiudizi.
Disturbi del contenuto del pensiero
Normalmente il pensiero ed il comportamento di un individuo
è articolato intorno ad un sistema di credenze che influenza le
aspettative dell’individuo e le sue modalità di elaborazione
dell’informazione proveniente dal mondo esterno e dal
mondo interno.
Talune di queste credenze sono evanescenti e transitorie, altre
stabili, pervasive e tenaci.
Alcune credenze sono peculiari di uno specifico individuo,
altre sono condivise con gruppi più o meno ampi di altre
persone.
Disturbi del contenuto del pensiero
Il contenuto del pensiero viene detto
egosintonico quando è coerente con il senso di
sé dell’individuo ed egodistonico quando è in
contrasto con aspetti essenziali del suo sistema
di valori.
A volte mi viene voglia
di buttare tutto all’aria
o di imprecare contro il
Padre Superiore!
No…non è da me! Sono
solo fantasie o pensieri
del maligno!
Disturbi del contenuto del pensiero
IDEE PREVALENTI
IDEE OSSESSIVE
IDEE DELIRANTI (DELIRIO)
Idee prevalenti
Idea o gruppi di idee che:
 si formano in dipendenza di (e sono sostenuti da) stati emotivi
particolari e molto intensi
 assumono un carattere di importanza e di priorità rispetto agli altri
contenuti mentali
 dominano, in maniera temporanea o permanente, l’intera vita
psichica del soggetto (tutta l’intera vita viene a svolgersi intorno a
questa idea)
 si elaborano su eventi possibili o reali
 sono comprensibili nella loro motivazione affettiva ed accessibili alla
critica
 non corrispondono a contenuti irragionevoli, impossibili o
inaccettabili.
Idee prevalenti
• Convinzioni politiche o religiose, sostenute con fanatica
intensità
• Gelosia
• Ipotesi scientifiche
• Dismorfofobia
• Ipocondria
•
Idee di autosvalutazione, inadeguatezza, indegnità o
colpa nel corso della Depressione
•
Difficoltà di differenziazione rispetto alle idee
deliranti e alle idee ossessive
Idee ossessive
Idee che:
 insorgono con un senso di obbligatorietà, vincolo, pressione
 sono ricorrenti e persistenti
 non sono eliminabili con la volontà ed il ragionamento
 sono riconosciute dall’individuo come proprie, ma
considerate inaccettabili e rifiutate perché vissute come
estranee (egodistoniche)
 determinano sentimenti di fastidio, ansia o disagio marcato
 il soggetto tenta di ignorare o di sopprimere o di
neutralizzare con altri pensieri o azioni
OSSESSIONI “NORMALI”
 Impellente necessità di verificare di aver chiuso a
chiave l’auto parcheggiata pochi minuti prima
 Esigenza di controllare di non aver lasciato acceso
l’elettrodomestico in cucina
 Timore di poter contrarre una malattia usando un
bagno pubblico o toccando delle banconote
 Impulso improvviso a rubare qualcosa o a
danneggiare qualcosa
 Paura di poter far male ad una persona cara
Anna, coniugata, anni 35
“Ogni giorno quando mio marito rientra dal
lavoro, lo costringo a svestirsi completamente
nell’ingresso per paura che i suoi vestiti
essere
contaminati.
Nonostante
possano
questo, il pensiero dei germi continua a
tormentarmi e sono costretta a lavare e
rilavare qualsiasi cosa mio marito abbia
toccato”.
Mario, sposato, 37 anni, due
figli
“Mi trovo alla posta, in fila.
Altri uomini sono accanto a me e
mi viene all’improvviso l’idea che
potrei fare loro delle avance,
baciarli sulla bocca o toccargli i
genitali.
Mentalmente
sono
costretto a ripetermi mille volte:
“non voglio”. Tutto ciò non è
sufficiente
uscire
devo
immediatamente
dall’ufficio
postale. Questo pensiero mi
terrorizza, perché io non sono
così!”
Caratteristiche formali delle ossessioni
• Contenuti di coscienza caratterizzati da:
•
•
•
•
•
iteratività (persistenza e ricorrenza)
intrusività
incoercibilità
resistenza
coscienza di malattia (insight)
IDEA OSSESSIVA
IDEA PREVALENTE
 Vissuta come estranea alla
personalità
 Vissuta come parte integrante
della personalità
 Non ha rapporti diretti con
l’affettività
 Sostenuta da un fondo affettivo
 Non viene accettata dal paziente
 Viene accettata anche se
spiacevole
 Criticata come assurda
 Criticabile, ma non ritenuta
assurda
 Limita l’espressione della
personalità
 Talora connessa ad attività
creative
Disturbi del contenuto del pensiero
I deliri si collocano ad un’estremità di un continuum di
credenze distorte
Convinzioni salde,
relativamente
plausibili
Credenze
personali,
irrealistiche, che
l’individuo
talora è disposto
a considerare
non plausibili
Deliri, ovvero convinzioni
personali, immodificabili,
spesso bizzarre ed
idiosincrasiche, che
rimangono tali a dispetto
di ogni evidenza.
Idea delirante
 Convinzione falsa, basata su di un’inferenza
non corretta riguardante la realtà esterna, che è
fermamente sostenuta nonostante quello che
quasi tutti gli altri credono, e senza tener conto
di ciò che costituisce un’incontrovertibile e
chiara evidenza del contrario.
I
deliri sono idee o un sistema di idee che
presentano le seguenti caratteristiche:
•
Non corrispondono alla realtà
(assurdità o impossibilità del contenuto)
•
Sono sostenute con ferma convinzione
(certezza soggettiva)
•
Sono incorreggibili, cioè resistono ad ogni tentativo di
critica
(incorreggibilità)
•
Non sono condivise dalla cultura o subcultura cui il
paziente appartiene
Fattori caratterizzanti il delirio
 Estensione (coinvolgimento di varie aree di pensiero)
 Grado di sistematizzazione
 Livello di coinvolgimento emotivo
 Grado di bizzarria
 Influenza sul comportamento (rischio di passaggio all’atto)
 Tenacia della convinzione
 Grado di consapevolezza
Classificazione dei deliri

PRIMARI
(inderivabili, psicologicamente indeducibili ed incomprensibili)

SECONDARI O DELIROIDI
Sono deliri comprensibili sulla base di:
• Stato affettivo del soggetto
(umore depresso o maniacale)
• Condizione attuale del soggetto
(risposta ad avvenimenti traumatici o a particolari
situazioni ambientali: ad esempio, isolamento forzato)
• Carattere del soggetto
(persone timide, condizionate da un senso di
inferiorità, inclini a dare risalto ad atteggiamenti
negativi nei loro confronti)
Deliri primari
•Incomprensibilità/inderivabilità
•Assenza di nessi di comprensibilità psicologica con la storia
del soggetto.
•I contenuti del delirio non sono incomprensibili o
necessariamente assurdi o inverosimili: non si comprende il
percorso che ha condotto alla sua formulazione, né perché ad
un certo punto quel dato soggetto abbia compiuto il salto che
lo proietta nel delirio.
Deliri primari
“Ora è tutto chiaro e tutto si spiega. Stanno complottando
per farmi morire. Mia moglie con il vicino hanno una
relazione, ed io sono di troppo. Ciò che prima ingenuamente
non vedevo, ora è tutto improvvisamente preciso. Ma io non
mi arrenderò facilmente! Dovranno vedersela con me!”
“Quando notai che al piano di sotto il campanello
suonava tre volte, esattamente alle 12, e una
Volkswagen rossa passava lentamente sotto casa, fui
colto da una terribile paura e capii che ormai per il
destino dell’Europa tutto era finito”.
Deliri primari
• Il delirio primario può irrompere nello stato di coscienza in
modo apparentemente improvviso.
• Il delirio sembra può scaturire da un intenso e indecifrabile
stato d’animo con caratteristiche di turbamento, attesa,
minaccia incombente, perplessità, senso di trasformazione del
mondo, autoriferimento (stato d’animo o atmosfera delirante),
che costituisce una sorta di campo preparatorio al delirio.
• Il delirio potrebbe essere interpretato in questi casi come
l’esito di uno sforzo di dare un senso ad un’atmosfera
percettiva nuova ed enigmatica: da una fase di somma
incertezza si passa la contrario alla certezza assoluta del delirio
vero e proprio.
Antonio, 25 anni, manovale
Descritto come poco socievole e piuttosto chiuso. Il giorno precedente, tornando
dal lavoro, venne colto da un senso inspiegabile di paura, come se stesse per
accadere qualcosa di molto grave. Aveva paura di essere licenziato. Appariva
perplesso, assorto, smarrito. Nel corso della notte si era improvvisamente alzato
svegliando tutti quelli che erano in casa: si sentiva minacciato di morte, percepiva
l’ambiente cambiato e strano, vedeva i volti dei familiari sinistri e minacciosi.
Accompagnato in ospedale, appariva impaurito e confuso, l’eloquio era
frammentario.
“Che succede? Mi pare tutto un giuoco, un tragico scherzo … Non sono
più sicuro di nulla … Questo è un ospedale o in teatro? … E’ come se tutti
stessimo recitando”. A tratti appare più calmo ed
afferma che tutto è
chiaro: “E’ colpa del direttore dei lavori, cerca
di eliminarmi”. Poi
nuovamente, è confuso: “Non può essere … Io non so nulla … Perché vi
scambiate dei segnali? ... Ogni cosa che dite ha un doppio senso … C’è
dappertutto un significato nascosto, non so cosa mi vogliate fare …
Debbo rendermene conto … C’è qualcosa di più importante di quello che
prima credevo di sapere … Mi pare di non capire, come se fosse un’altra
lingua, altra gente … Forse sto per capire i misteri più profondi dell’uomo
… Aspetto questa rivelazione!”.
Classificazione dei deliri
DELIRI STRUTTURATI O SISTEMATIZZATI
(è presente una stabilità ed una coerenza
interna nel contenuto del delirio)
DELIRI NON STRUTTURATI O FRAMMENTARI (i
contenuti sono mutevoli nel tempo, non
coerenti, scarsamente articolati)
Delirio: grado di sistematizzazione
Stato
confusionale
o delirium
Schizofrenia
ebefrenica
Schizofrenia
paranoide
Paranoia
Classificazione dei deliri
 LUCIDI
(associati a stato di coscienza vigile, sono
organizzati in idee con vario grado di
complessità e sistematizzazione)
 CONFUSI
(si verificano in condizioni di compromissione
dello stato di coscienza, sono sempre
frammentari, sconnessi, mutevoli)
Le principali tematiche deliranti
1. MINACCIA DI PERICOLO DELLA PROPRIA INTEGRITA’
• Persecuzione
(convinzione di essere oggetto di molestie, attacchi, persecuzioni o
cospirazioni da parte di figure definite o non ben determinate, isolate o
appartenenti ad organizzazioni di varia natura)
• Veneficio
(convinzione di essere avvelenati)
• Influenzamento
(convinzione che le sensazioni, gli impulsi, i pensieri o le azioni non sono
proprie, ma imposte da una forza esterna o attraverso mezzi esterni
misteriosi o fisici)
• Riferimento
(convinzione che eventi esterni o comportamenti di altre persone
nell’ambiente circostante siano connessi, di solito in termini negativi, con
il soggetto o con sue qualità o attributi)
• Di rivendicazione
(convinzione di aver subito un’ingiustizia e ricerca conseguente di una
riparazione per via legale e tramite comportamenti antisociali)
Le principali tematiche deliranti
2. DELIRI ESPANSIVI
• Di grandezza o megalomanico
(delirio il cui contenuto implica un sentimento
esagerato della propria importanza, potere,
conoscenza o identità)
• Genealogico
(convinzione di essere discendente di un
personaggio illustre)
Le principali tematiche deliranti
3. DELIRI DEPRESSIVI
• Ipocondriaci
(convinzione di avere una malattia grave ed incurabile)
• di colpa
(convinzione di aver commesso colpe, omissioni o azioni
riprovevoli, per le quali si è indegni di vivere o che meritano di
essere punite)
• di rovina
(convinzione che il soggetto o la propria famiglia sono in miseria, e
che ogni possibilità di progresso economico e sociale è
compromessa)
• di negazione
(delirio in cui il paziente nega l’esistenza della propria realtà
corporea (assenza di funzioni, assenza o trasformazione di organi) e
della realtà esterna (il mondo non esiste; gli altri sono morti)
Le principali tematiche deliranti
4.
DELIRI A TEMA SESSUALE
•
Erotomanico
(convinzione di essere amato da una persona o di
essere oggetto di interesse sessuale da parte di una
persona estranea)
•
Di gelosia
(convinzione irriducibile di un tradimento erotico da
parte del partner)
4.
DELIRI MISTICI
(convinzione di vivere o essere in contatto o in
comunicazione con una Divinità)
DELIRIO DI PERSECUZIONE E DI RIFERIMENTO
Ho provato, dottore, a mettere in dubbio l’idea del complotto
contro di me, ma le prove sono sempre più schiaccianti.
Al bar, appena uscito di qui, il cassiere mi ha chiamato “dottore”
sorridendo. Ed era un modo di prendermi in giro di fronte a
tutti sottolineando il fatto che non mi sono laureato. E non mi
venga a dire che non mi conosce perché questo è il bar dove
va anche lei e, si sa, una parola può scappare, magari senza
cattiveria o comunque per tenere gli altri informati. Del resto,
il barista stesso nel servirmi il caffè ha segnalato a tutti gli altri
che ero proprio io quello che aspettavano dicendo “macchiato
o nero?”, con chiaro riferimento al mio passato politico. Ho
avvertito il pericolo e sono uscito rapidamente.
DELIRIO DI PERSECUZIONE E DI RIFERIMENTO
Appena per strada, un’auto ha messo la freccia e di
conseguenza una finestra all’ultimo piano si è spalancata;
forse si trattava di una spia ingenua alle prime armi; tutte
le altre infatti sono rimaste socchiuse ed è iniziato il
pedinamento a vista dall’alto.
Tutte le persone che ho incontrato erano della banda ed
anche molto esperti, perché tutti hanno fatto finta di
ignorarmi. Soltanto uno mi ha minacciato chiedendomi
“che ora è?”, come a ricordarmi che la mia ora era giunta.
Sono scappato via, ma hanno continuato a seguirmi.
Non le sembrano prove sufficienti? Immagino che mi dirà di
no, non può essere sincero, deve reggere il gioco.
DELIRI BIZZARRI: INFLUENZAMENTO, LETTURA, DIFFUSIONE,
INSERZIONE E FURTO DEL PENSIERO
Ho cercato una corazza per mettere un confine e farla finita
con questa storia. C’è una forza estranea che mi condiziona
e mi fa fare quello che vuole lei, anche se io non lo voglio.
La forza sa i miei desideri, conosce i miei pensieri, li
amplifica e così li sanno tutti. Ne parla anche la televisione.
Se una cosa la penso, subito lo dicono per radio.
Altre volte me li portano via i pensieri e resto senza niente o
mi infilano dentro i loro, che io non voglio, perché sono
estranei e la gente ride quando passo con queste idee non
mie nella testa. Se ne accorgono tutti, sono come
trasparente. Devo trovare una corazza molto robusta.
DELIRI DI COLPA
I miei genitori mi vogliono far curare, ma io non
ho nessuna malattia, sono molto cattiva. Li ho
traditi e ho sbagliato, ho fatto delle mostruose
che non si possono perdonare.
Loro sono buoni, perfetti e la mia anima è nera.
Ho insozzato l’universo e non c’è più niente da
fare. Saremo cacciati dal paese, senza diritti
civili e senza avere di che mangiare per colpa
mia. Io non li lascerò un istante. Ma questa
puzza che emano non si può togliere, è la
putrefazione dell’anima e corrode ogni cosa.
DELIRI DI GRANDEZZA
Bruno inizia a delirare dopo aver fallito nel tentativo di
andare a vivere da solo, essere stato licenziato dal lavoro ed
aver trovato la sua ragazza a letto con un altro.
“Ho una grande missione. Sono Mosè o forse Dio, no sono
Mosè, ma sono in incognito. Nessuno mi crede e troverò
molti ostacoli, ma devo lo stesso salvare tutti; allora sarò
libero di sposarmi. Non c’è bisogno che lavori, perché la
mia ragazza è ricchissima: è una principessa e mi sta
aspettando. Anch’io sarò re, ma prima devo fare fino in
fondo il mio dovere e salvare l’anima al mondo intero.
Anche a chi mi ha fatto del male. Io ho perdonato tutti,
sono al di sopra di queste cose.”
Ipotesi patogenetiche del delirio
• Difetto del ragionamento o del giudizio (“reasoning bias”)
• Verbalizzazione di un’esperienza in termini metaforici
“Ogni cosa dalla più grande alla più piccola è contenuta dentro di
me”
•
Elaborazione concettuale, di per sé non necessariamente
patologica, di un’esperienza abnorme primaria e dell’angoscia
da essa generata
• Concettualizzazione e verbalizzazione di un’esperienza
metafisica, riguardante la relazione tra sé e il mondo
“Dottore, io non esisto”
Disturbi della forma del pensiero
Sono rappresentati da modificazioni della
produzione e del fluire delle idee; riguardano
quindi il modo in cui il pensiero si struttura e si
svolge nel tempo, nelle caratteristiche associative e
nelle formulazioni rappresentative.
Disturbi della forma del pensiero
In condizioni normali il pensiero è caratterizzato da un flusso di
idee che fluisce ordinatamente da una premessa (A) ad una
conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti intermedi
(C,…).
Forma del pensiero
- quantità e velocità dei contenuti ideativi
- coerenza dei nessi associativi
- espressione nel linguaggio
Disturbi della forma del pensiero
• Accelerazione  Fuga delle idee
• Rallentamento  Blocco
• Impoverimento
quantità e velocità
• Circostanzialità
• Tangenzialità
• Deragliamento
coerenza dei nessi associativi
• Disorganizzazione
• Illogicità
• Perseverazione
• Assonanze
• Neologismi
• Ecolalia
anomalie nel linguaggio
Disturbi del flusso del pensiero
Rallentamento ideativo o “Bradipsichismo”
La velocità di pensiero è ridotta. Il flusso del pensiero è difficoltoso,
ma logicamente coerente. I concetti sviluppati, durante il percorso
dalle premesse alle conclusioni, sono diminuiti. L’attività di
pensiero appare impigrita, rallentata, quasi spenta. Si può
esprimere come eloquio poco fluente, con tempo di latenza delle
risposte allungato. Può arrivare fino al blocco mutacico.
D. Cosa l’ha spinta a venire qui?
R. Non so…(pausa)…Forse…(pausa)…Sto male…(pausa)…Non
so…(pausa)…Sto male…(pausa)…
Disturbi del flusso del pensiero
Accelerazione ideativa
La velocità associativa è aumentata e i concetti (D,…) sviluppati
durante il percorso dalla premessa (A) alle conclusioni (B)
eccedono quelli normalmente evocati (C,…).
Il flusso delle idee è accelerato, continuo; si esprime con eloquio
logorroico, fino ad arrivare alla fuga delle idee. I consueti nessi
associativi fra le diverse idee sono allentati e/o sostituiti da
associazione per assonanza verbale.
D. Cosa l’ha spinta a venire qui?
R. Sono venuto a piedi. Ma mi sono fatto male mentre facevo jogging.
Lei crede che il jogging mi faccia male? Forse non serve per l’infarto,
l’aspirina funziona meglio. Però non mi vanno le droghe. Droga e
violenza vanno insieme.
Disturbi del flusso del pensiero
Impoverimento
L’ideazione e l’eloquio sono solitamente scarni e ridotti sia dal
punto di vista quantitativo (contenuti) che qualitativo
(modalità formali dell’espressione). A causa della sua
indeterminatezza il pensiero fornisce poche informazioni.
Disturbi del flusso del pensiero
Rallentamento
•Depressione maggiore
•Oligofrenia
•Disturbi organici di natura tossica, metabolica o
endocrina
•Schizofrenia
Accelerazione
•Lieve: Euforia o Ansia
•Grave: Episodio maniacale o ipomaniacale
Impoverimento
•Schizofrenia
•Oligofrenia
•Demenza
DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI
Blocco e Deragliamento
Nel blocco, il flusso dei pensieri s’interrompe bruscamente, quasi che i
processi associativi si fossero arrestati.
Nel deragliamento, vi è il passaggio improvviso da un tema di pensiero ad
un altro in funzione dell’emergenza di un contenuto ideico non pertinente al
tema originale. Il percorso associativo devia verso concetti (D,E,F,G,H,…) non
inerenti alle conclusioni e la capacità di perseguire una finalità (B) viene
perduta.
D. Che cosa l’ha spinta a venire qui?
R. Ne ho parlato con i vicini e hanno cominciato a… (pausa). Nessuno
dovrebbe sostenere il sindaco.
DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI
Tangenzialità
Risposta obliqua o non pertinente ad una domanda precisa.
Il pensiero fluisce lungo un percorso marginale rispetto a quello
percorribile normalmente per giungere a conclusioni attinenti
alla finalità (B). Anche la stessa finalità è raggiunta in maniera
marginale (B1).
D. Che cosa l’ha spinta a venire qui?
R. Ho questa sensazione. E’ sempre presente. E’ tutto il rumore che mi
circonda. Si immagina come ci si sente quando si diffonde ovunque?
All’inizio era sul posto di lavoro. Poi nel vicinato. E adesso sembra che
sia quasi dappertutto.
DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI
Dissociazione ideativa
I nessi associativi tra le idee sono compromessi
(allentati o rotti) con alterazione della continuità logica
o finalistica. I pensieri vengono espressi in maniera
sconnessa, bizzarra, caotica, tanto che il discorso
risulta spesso inadeguato o apparentemente
incomprensibile.
D. Che cosa l’ha spinta a venire qui?
R. L’Occidente. Tutto quello che dal caldo va verso il
freddo. Io sono alla deriva. Una gran bella giornata!
L’auto è parcheggiata fuori.
DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI
Illogicita’
Il pensiero non raggiunge le proprie conclusioni in accordo alla
finalità (B), ma procede attraverso percorsi logici non
comprensibili (linee ondulate) evocando concetti (D,E)
apparentemente senza alcuna relazione tra loro.
DISTURBI DEL LINGUAGGIO
Circostanzialità
I contenuti di coscienza sono comunicati in modo indiretto,
ridondante, ripetitivo e stereotipato. Il soggetto indugia in
particolari eccessivi, arricchendo il discorso di dettagli superflui e
insignificanti. L’ideazione non appare compromessa, ma solo
rallentata.
Perseverazione
Il paziente ripete in maniera stereotipata parole, idee, soggetti pur
avendoli enunciati poco prima. Nel giungere alla conclusione
coerentemente con la finalità (b), il pensiero ripercorre più volte gli
stessi concetti (c,…).
DISTURBI DEL LINGUAGGIO
• Assonanze
In tale disturbo le parole vengono scelte in funzione del loro
suono anziché del loro significato. Rientrano in questa
categoria anche i giochi di parole e il parlare in rima.
• Ecolalia
Ripetizione di parole o frasi pronunciate da altri, spesso con
tono derisorio, ironico o sarcastico. Va tenuta distinta dalla
perseverazione, che rappresenta invece la ripetizione di parole
o idee proprie.
• Neologismo
Parola nuova prodotta dal paziente, spesso attraverso la
combinazione di sillabe di altre parole, che assume significato
solo per chi la pronuncia.
PSICOPATOLOGIA DELLA PERCEZIONE
La percezione
 La percezione è il risultato finale di una complessa attività
organizzativa ed integrativa degli stimoli provenienti dal
mondo esterno, attraverso la mediazione degli organi di
senso.
 La percezione è un’attività psichica complessa atta ad
integrare le sensazioni attuali elaborate dagli organi di
senso, con l’esperienza appresa.
 Gli stimoli vengono, tramite un’attività elaborativa in cui
entrano in gioco altre funzioni (memoria, affettività,
intelligenza, ecc.), integrati in termini tali da consentire in
sintesi la conoscenza della realtà esterna ed interna.
La percezione
 La percezione non è il risultato della semplice sommatoria
delle
afferenze periferiche, ma rappresenta il frutto di
complessi processi mentali selettivi che permettono
all’individuo di divenire consapevole dell’ambiente.
 La percezione è quindi un’attività conoscitiva, in parte a
carattere recettivo in parte costruttivo, che consente di
cogliere la realtà e di strutturarla sulla base dei dati
dell’esperienza.
La rappresentazione
 La rappresentazione costituisce la riattivazione
percezioni passate, in assenza degli stimoli che
avevano provocate. Riproduzione di immagini
sensazioni che si richiamano attraverso la memoria
una percezione del passato.
di
le
o
di
PERCEZIONI
Sono situate nello spazio
esterno
Hanno carattere di
obiettività e di concretezza
Hanno contorni precisi e
sono evidenti in ogni
dettaglio
Sono costanti e possono
facilmente essere
mantenute nello spazio
percettivo (stabilità)
Non dipendono dalla volontà,
non possono venir create e
modificate a piacere
Vengono vissute con una
sensazione di passività
RAPPRESENTAZIONI
 Si collocano nello spazio
interno rappresentativo
 Hanno carattere di
soggettività e di immagine
 Sono imprecise ed
incomplete, spesso vaghe e
fluttuanti
 Sono fugaci e debbono
essere
continuamente
rievocate
 Dipendono dalla volontà e
possono venir ricreate e
modificate a piacere.
 Vengono vissute con una
sensazione di attività
Anomalie quantitive della percezione
INTENSITA’ (varia in funzione dello stato emotivo e del livello di
coscienza)
 Iperestesia (suoni, colori e odori percepiti come più intensi)
◦ Mania
◦ Stati d’ansia
◦ Intossicazioni (fenomeni di “hangover”)
◦ Ipertiroidismo
◦ Cefalea
 Ipostesia (colori sbiaditi; rumori ed odori attenuati)
◦ Depressione
◦ Schizofrenia
◦ Sindromi demenziali
◦ Precarie condizioni psico-fisiologiche (sonnolenza)
Alterazioni della percezione
 QUALITA’ CROMATICA
◦ Xantopsia (cambiamento del colore)
 Intossicazioni
 Tumori o lesioni cerebrali (emisfero destro o sinistro, lobo frontale, lobo
occipitale, o temporale)
 PROPORZIONI/VOLUME
◦ Micropsie (dimensioni inferiori)
◦ Macropsie (dimensioni maggiori)
 Fasi iniziali della schizofrenia
 Epilessia
 Patologie organiche cerebrali temporo-parietali
Disturbi della percezione
 ALLUCINAZIONE
◦ Percezione in assenza di un oggetto o di uno
stimolo adeguato
Caratteristiche essenziali delle allucinazioni
• Livello di complessità
Da semplici suoni, a monosillabi, a frasi complete e articolate.
• Partecipazione emotiva
Da sentimenti di intenso spavento, sorpresa, angoscia, a vaghi
turbamenti, alla sostanziale indifferenza.
• Influenza sul comportamento
Da voci imperative che comandano e spingono all’azione, a voci
che indirettamente condizionano le abitudini e il comportamento
per la loro invasività.
• Grado di consapevolezza
Dall’assoluta convinzione di fenomeni oggettivi, alla convinzione
di fenomeni reali ma soggettivi, al dubbio critico sulla loro realtà.
Atteggiamento nei confronti delle allucinazioni
• Variabile (paura, angoscia, curiosità, indifferenza).
• Più coinvolgenti all’esordio, con possibilità di passaggio
all’atto (gesti auto- o etero-lesivi in seguito a voci
imperative, aggressione di persone alle quali vengono
attribuite le voci); con l’evolversi del quadro divengono più
accette al paziente, che impara modalità operative per
attenuarne l’impatto (ascoltare brani musicali, impegnarsi
in compiti manuali).
• Le esperienze allucinatorie sono:
• spesso dissimulate e tenacemente negate.
• ammesse solo dietro esplicita domanda.
• desumibili da comportamenti del paziente: atteggiamento
di ascolto, parlare da solo, tappi nelle orecchie
(COMPORTAMENTO DA ALLUCINATO).
• Per giudicare la presenza del sintomo, non è sufficiente basarsi
esclusivamente sulle risposte dei pazienti.
• I pazienti spesso dissimulano il sintomo, forse consapevoli della
sua abnormità o delle possibili conseguenze (“essere presi per
matti”).
• Le voci possono interferire direttamente nel colloquio, ordinando
di non parlare con l’interlocutore, o minacciandolo se lo fa.
• Per molti pazienti, le voci non esistono, perché quelle che
sentono sono voci reali come le altre, che trasmettono
informazioni preziose, anche se in modo sconosciuto.
• Le allucinazioni tendono ad essere vissute in maniera
egodistonica (con maggiore distanza), più spesso nei disturbi
organici, tossici e degli organi di senso che nei disturbi
funzionali.
• Non sono rari i casi in cui le voci hanno esclusivo tono e
contenuto piacevole o confortante, e in cui il soggetto tende a
soffrire, ove queste siano neutralizzate da una terapia efficace.
Le allucinazioni
 ALLUCINAZIONI FISIOLOGICHE
 Sogni
 Allucinazioni ipnagogiche
(allucinazioni che compaiono nella fase di
addormentamento)
 Allucinazioni ipnopompiche
(allucinazioni che compaiono in fase di risveglio)
Le allucinazioni
 ALLUCINAZIONI IN STATI PATOLOGICI NON
PSICHIATRICI
◦ Allucinazioni uditive dell’otite
◦ Allucinazioni visive del glaucoma
◦ Allucinazioni in corso di patologie del SNC, quali
tumori cerebrali, epilessie
◦ Allucinazioni da uso di LSD (visive), amfetamina
(uditive)
Allucinazioni uditive
Elementari: rumori, cigolii, ronzii, suoni inanimati
Complesse: voci, bisbigliate, urlate, multiple (colloquio di
voci), note o sconosciute, maschili o femminili
◦ Nel paziente schizofrenico:
voci che commentano le azioni, i pensieri, i desideri del soggetto
contono benevolo o insultandolo;
voci che dialogano tra loro, riferendosi al soggetto in terza eco
persona;
del pensiero: voce che ripete il pensiero del soggetto
◦ Nel paziente depresso:
• voci che ordinano di uccidersi
◦ Nel paziente maniacale:
• voci che lo acclamano o lo esaltano
Allucinazioni visive
 Elementari: lampi di luce, fosfeni, bagliori, corpi luminosi o
opachi, colori
 Complesse: scene statiche o dinamiche
◦ Macropsie (figure di dimensioni maggiori rispetto
all’oggetto originale)
◦ Micropsie (figure di dimensioni ridotte rispetto all’oggetto
originale) (allucinazioni lillipuziane)
◦ Allucinazioni dismorfiche (figure deformate rispetto
all’oggetto originale)
◦ Allucinazioni zooptiche (animali e insetti)
Altri tipi di allucinazione
 OLFATTIVE: odori sgradevoli o comunque inconsueti
 TATTILI o SOMESTESICHE
◦
◦
◦
◦
sentirsi bagnato in alcune parti del corpo
scosse elettriche in alcune parti del corpo
sensazioni di caldo-freddo
allucinazioni zooptiche (avvertire sulla cute toccamenti
di animali che camminano sopra o sotto la pelle)
◦ allucinazioni relative alla sfera genitale (essere
violentati, essere eccitati)
◦ sensazione di coltelli infissi nel corpo o di movimenti di
organi interni
Illusioni
 E’ la percezione di un oggetto esistente che viene recepito
in maniera errata. E’ facilmente e rapidamente
correggibile.
 L’illusione è una percezione e come tale è stabile,
localizzata nello spazio esterno, vissuta con passività e
dotata di freschezza sensoriale.
 L’illusione può verificarsi in differenti situazioni normali
(particolari stati affettivi, momenti di disattenzione,
situazioni ambientali confusive) o in condizioni patologiche
che comportino un disturbo dell’affettività (depressione,
ansia) o alterazioni modeste dello stato di coscienza.
Pseudoallucinazioni o Allucinazioni Psichiche
 E’ un’allucinazione in cui l’oggetto anziché essere localizzato
nello spazio esterno, è localizzato nello spazio interno
soggettivo. Possono essere considerate intermedie tra le
allucinazioni e le rappresentazioni mentali.
 Le pseudoallucinazioni condividono con le rappresentazioni
alcune caratteristiche comuni: sono localizzate nello spazio
interno, è spesso priva di corporeità, è priva di freschezza
sensoriale, non è completa, è priva di dettagli.
 La rappresentazione è vissuta con sentimento di attività (il
soggetto si rende conto di crearla), la pseudoallucinazione
viene vissuta con un sentimento di passività (il soggetto la
vive non legata alla propria attività mentale).
PSICOPATOLOGIA DELL’AFFETTIVITA’
Psicopatologia dell’affettività
AFFETTIVITA’
Capacità o disponibilità individuale a provare emozionisentimenti di significato, durata, intensità e tonalità
assai variabili (paura, dolore, simpatia, amore, rabbia,
ecc.) in risposta a eventi della realtà esterna e interna.
La risposta emozionale differisce nel singolo individuo in
relazione allo stimolo causale e, soprattutto, in
relazione alla disposizione affettiva di base o umore.
E’ importante valutare le modificazioni mimico-gestuali,
comportamentali, motorie, neurovegetative correlate
all’espressione comportamentale, verbale, psicologica
dello specifico vissuto affettivo.
Psicopatologia dell’affettività
EMOZIONI
◦
Stati affettivi intensi e di breve durata, suscitati da stimoli
esterni o
interni, che prescindono dalla volontà e a cui conseguono reazioni
più o meno intense di adattamento.
◦ Sono manifestazioni complesse in cui si trovano sempre, una
componente somatica, una psichica e una comportamentale.
◦ Le emozioni di base sono: paura, rabbia, tristezza, gioia, disgusto,
attesa, sorpresa.
◦ Lo stimolo esterno comporta una risposta complessa dell’organismo
che coinvolge diversi livelli, da quello neurofisiologico a quello
viscerale, da quello espressivo-comportamentale a quello
psicologico-cognitivo.
Psicopatologia dell’affettività
SENTIMENTI
Stati affettivi di più lunga durata e stabilità, che
coloriscono la risonanza emotiva personale (verso
oggetti, persone, situazioni e scopi) motivando o
favorendo
decisioni
o
comportamenti
corrispondenti (amore, odio, ecc.).
Psicopatologia dell’affettività
◦ La tonalità di fondo dell’affettività, che colora l’intera
vita psichica del soggetto.
◦ E’ condizionato da fattori costituzionali, biologici e
biografici (la somma di esperienze, apprendimenti e
abitudini acquisite) che spesso sfuggono alla
introspezione.
◦ L’umore è qualcosa di relativamente stabile e poco
influenzabile dagli accadimenti di vita estemporanei.
◦ Non è accessibile all’esperienza, influenza le reazioni
emotive agli avvenimenti.
LE ALTERAZIONI DEL TONO DELL’UMORE
 UMORE NORMALE O EUTIMICO
(in cui il soggetto reagisce e corrisponde in modo
equilibrato, flessibile e congruo agli stimoli ambientali)
 UMORE PATOLOGICO
(caratterizzato da rigidità, immodificabilità rispetto ai
mutamenti delle circostanze, degli stimoli e dei loro
significati)
UMORE NORMALE E PATOLOGICO
• Le alterazioni patologiche dell’umore si distinguono da stati
affettivi fisiologici (ad esempio, la normale tristezza) per:
– Intensità spesso maggiore rispetto agli affetti abituali
– Mancanza di fattori scatenanti o sproporzione tra questi e l’entità del
disturbo
– Decorso indipendente da avvenimenti esterni
– Persistenza nel tempo
– Frequente concomitanza di sintomi somato-vegetativi e cognitivi
Le alterazioni patologiche dell’umore sono tradizionalmente
considerate lungo una sola dimensione, ai cui estremi
flessione) vengono inquadrate le
(elevazione e
manifestazioni psicopatologiche (mania e depressione)
MANIA
DEPRESSIONE
UMORE PATOLOGICO
 UMORE DEPRESSO
Flessione del tono affettivo di base, che può determinare
una ipofunzione delle altre facoltà psichiche
 UMORE MANIACALE
Abnorme e stabile esaltazione del tono dell’umore
Depressione: sintomi
Umore
•
triste, cupo
•
•
fisso, areattivo
senso di sfiducia, vuoto
•
tristezza vitale
anedonia
•
ansia
•
Cognitività
• rallentamento ideico →
inibizione
•Difficoltà d’attenzione,
pseudodemenza, indecisione
•idee di perdita, autosvalutazione,
indegnità, colpa
• ruminazioni, idee coatte
• pessimismo, disperazione
•idee di morte, suicidio
• deliri, congrui ed incongrui
Disturbi somatici
• astenia
•anoressia, dimagrimento (bulimia e ingrassamento
nelle forme atipiche)
•insonnia terminale (ipersonnia, insonnia iniziale
nelle forme atipiche)
•disturbi sessuali: ipoamenorrea, riduzione della
libido, anorgasmia, disturbi dell’erezione
•peggioramento mattutino dei sintomi (in relazione ad
appiattimento della curva cortisolemica)
•Somatizzazioni varie (depressione mascherata):
aspetto vecchieggiante, caduta dei capelli, aumento
della PA, stipsi, algie diffuse, cefalea, ecc.
Psicomotricità
• rallentamento → arresto motorio
• agitazione in alcune forme
Tristezza
Depressione
Melancolia
"E' comune il dolore che coglie l'essere umano
quando un avvenimento avverso colpisce la sua
esistenza precaria, o quando la discrepanza tra la
vita com'è e come potrebbe essere diventa il
centro della sua fervida riflessione....
E' meno comune, ma abbastanza frequente da
costituire uno dei principali problemi psichiatrici,
il dolore che non si attenua con il passare del
tempo, che sembra esagerato in rapporto al
presunto evento precipitante, o inappropriato, o
non collegato ad alcuna causa evidente".
Arieti S., 1978
“La qualità distinta dell’umore che è caratteristica del
tipo melancolico viene esperito dagli individui come
qualitativamente differente dalla tristezza vissuta
durante il lutto o un episodio non melancolico”.
(DSM-IV)
Molto spesso questi ammalati localizzano la loro tristezza
nel corpo, nella fronte, nel petto, nell’epigastrio: “Ho
sempre questa oppressione al petto e al collo. Si pianta là
come se non dovesse andar via. Allora penso di dover
scoppiare, tanto è il male che sento nel petto”, dice una
malata.
(K. Schneider)
Essa infatti sembra essere più che altro una prostrazione
somatica, che fa sentire la sua influenza anche sugli affetti,
e quindi non è per nulla sovrapponibile alla tristezza pura
spirituale.
(K. Leonhard)
Ero arrivato a quello stadio della malattia in cui qualunque senso di
speranza è svanito e, con esso, qualunque idea di futuro. II mio
cervello più che un organo del pensiero era diventato uno strumento
per registrare, minuto per minuto, i diversi gradi della mia sofferenza.
Se i risvegli mattutini erano brutti, ancora peggiori erano i pomeriggi,
quando sentivo l'orrore scendere sulla mia mente, fino a
costringermi a letto. E lì rimanevo anche sei ore, istupidito e
praticamente paralizzato, fissando il soffitto e aspettando l'ora serale
in cui, per ragioni misteriose, quella tortura si attenuava abbastanza
da consentirmi di cercare un altro paio d'ore di sonno ...
Nell'esperienza del dolore esistono situazioni in cui la certezza di un
futuro sollievo spesso permette una capacità di sopportazione
sovrumana [ ... ]. Poi provai all'improvviso una strana convulsione
interiore che potrei descrivere solo come una disperazione al di là
della disperazione. Arrivò senza alcun preavviso. Non pensavo che
un'angoscia simile potesse esistere [ ... ].
(William Styron, Un’oscurità trasparente)
EUFORIA
IPOMANIA
MANIA
Mania: segni e sintomi
Umore
•euforia
•gaiezza immotivata
•ansia, disforia (quando il paziente è
contrariato)
•instabilità del quadro affettivo
Cognitività
•accelerazione ideica (idee fugaci ma
non incalzanti) → disinibizione ideomotoria-verbale
•distraibilità, labilità attentiva
•ideazione espansiva di contenuto:
religioso, politico, finanziario,
genealogico
• deliroidi, congrui ed incongrui:
cangianti, fabulazioni ludicofantastiche, millanterie senza
convinzione)
•allucinazioni
Disturbi somatici
• iperstenia
•insensibilità agli stimoli dolorosi e alle
sensazioni termiche
•appetito variabile, possibile ingestione di
alimenti bizzarri, dimagrimento
complessivo
•insonnia anche totale
•ipersessualità, comportamenti promiscui
• aspetto “ringiovanito”
Psicomotricità
• eccitamento → iperattività, avventatezza
(gravi conseguenze comportamentali)
• agitazione → furore
I disturbi dell’emotività
 ANSIA
◦ Stato emotivo spiacevole che consiste in un sentimento di
penosa aspettativa e di allarme di fronte ad un pericolo
reale o potenziale, immediato o imminente.
◦ E’ associata a sintomi fisici di iperattività neurovegetativa
(tachicardia, tachipnea, tensione muscolare, ecc.) e a
comportamenti di evitamento.
◦ I correlati somatici sono gli stessi della paura, nella quale
hanno un significato finalistico (preparano alla fuga o
all’attacco). Nell’ansia contribuiscono all’aggravarsi e al
perpetuarsi dello stato ansioso.
Analogie tra paura e ansia







Attesa di pericolo o disagio
Apprensione e tensione
Arousal elevato
Stato emozionale negativo
Disagio
Orientamento verso il futuro
Presenza di sensazioni corporee
Differenze tra paura ed ansia
Paura
•
•
•
•
La fonte della minaccia è specifica, definita
Il nesso tra minaccia e paura è
comprensibile
Solitamente episodica
Tensione circoscritta
•
•
•
•
La minaccia è identificabile
Diminuisce con l’allontanarsi della minaccia
Termine identificabile
L’area della minaccia è circoscritta
•
•
La minaccia è imminente
Carattere di emergenza situazione di
• Sensazioni corporee proprie di una
emergenza
•
Razionale
Ansia
•
La fonte della minaccia è elusiva,
indefinita
•
Il nesso tra ansia è minaccia è
incerto
• Prolungata
• Disagio pervasivo
• Può essere senza oggetto
• Persistente
• Termine incerto
• Mancano limiti chiari
• La minaccia è raramente
imminente
• Aumentata vigilanza
•
Sensazioni corporee proprie di
una
condizione di vigilanza
• Sconcertante
 ANSIA NORMALE
◦ Comprensibile reattività: la reazione è adeguata allo stimolo ansiogeno
◦ Transitorietà: la reazione termina alla sospensione dello stimolo
ansiogeno
◦ Funzione adattativa: fornisce all’individuo le risposte psicologiche,
somatiche e comportamentali funzionali al superamento dell’ostacolo
 ANSIA PATOLOGICA
◦ Incomprensibile reattività: l’intensità e la durata della durata della
reazione d’ansia sono inappropriate allo stimolo
◦ Polarizzazione dell’attenzione sulla preoccupazione per se stessi: lo
stimolo ansiogeno è percepito come minaccia alla propria integrità
◦ Compromissione della performance del soggetto: anziché ottimizzarne le
risorse, ne determina un blocco paralizzante
Mi sono sentito soffocare, stringere come un cappio al collo,
non riuscivo più a respirare [ ... ].
Mi viene un batticuore terribile, il cuore va velocissimo, mi
sento il cuore che scoppia, allora comincio a sudare, a
diventare tutto freddo [ ... ].
Mi sembra di non inghiottire più, ho un boccone in bocca e
sono certo che mi sta andando per traverso e che sto
soffocando [ ... ].
Mi sento svenire, sto cadendo giù per terra, sono
debolissima e senza forze, mi accascio lentamente [ ... ].
Attacco di panico
Imponenti manifestazioni critiche, di
rapida risoluzione, in cui si manifesta
improvviso senso di pericolo (paura
della perdita di controllo, di gravi
malattie fisiche o mentali, della
morte imminente), accompagnate da
significative
manifestazioni
somatiche:
“fame
d’aria”,
palpitazioni,
perdita
di
forze,
vertigini,
derealizzazione
o
depersonalizzazione.
La prima volta che è successo, ero in autostrada e improvvisamente
ho sentito come una fitta che mi trafiggeva da parte a parte, e ho
avuto per la prima volta questo tremore interno, così difficile da
descrivere, che mi fa sentire assolutamente debole e incapace di
fare qualsiasi cosa per mettermi in salvo [ ... ].
In metropolitana, stavo andando al lavoro come tutte le mattine,
improvvisamente mi comincia a girare la testa, un fortissimo
capogiro, la sensazione che io girassi, che il mondo girasse, che tutto
mi crollasse addosso, sottoterra, senza nessuna speranza di salvezza
[ ... ].
Camminavo vicino casa, stavo andando a prendere la macchina,
improvvisamente, scendendo verso il garage mi sento il cuore che
comincia a stringersi, a contrarsi, un dolore incredibile, la sicurezza
in quel momento che stessi morendo, un infarto [ ... ].
Fobia

Paura sproporzionata riferita ad oggetti o
situazioni
specifiche che normalmente non provocano tale
reazione.
 La paura non è controllabile volontariamente e non è
eliminabile con argomenti razionali.
 Il soggetto è consapevole del carattere patologico ed
assurdo della reazione.
 Il soggetto mette in atto condotte di evitamento e/o
di rassicurazione nei confronti dell’oggetto fobico.

Il grado di evitamento è variabile: da livelli
(il soggetto può affrontare l’oggetto in caso di
moderati
non può affrontare neanche le rappresentazioni
necessità, ma con disagio), a livelli gravi (il soggetto
grafiche o mentali dell’oggetto).
“Io la prima crisi d'ansia l'ho avuta in ascensore, era un palazzo
che non conoscevo, dovevo andare al settimo piano, ero sola e
a un certo punto l’ascensore si è bloccato tra un piano e l’ altro,
l’ascensore non aveva i vetri, era tutto in acciaio e io dentro, ho
avuto la sensazione che il cervello mi scoppiasse, e la testa
volasse via, ho cominciato a spingere il bottone rosso, a urlare,
a chiamare, a chiedere aiuto come una pazza, fino a quando,
dieci minuti dopo, il portiere è apparso preoccupatissimo
insieme ad alcuni inquilini. Gli ascensori da allora sono tabù,
vado sempre a piedi, indipendentemente dal piano a cui devo
andare, mi stanco, specie se ho le borse della spesa (abito al
sesto piano) o se ho qualche peso, qualche bagaglio, ma mi
sembra che alla sola idea di salire di nuovo con quell'orribile
attrezzo morirei.”
Fobia specifica
• Il soggetto manifesta paura marcata e
persistente, eccessiva o irragionevole
provocata dalla presenza o dall’attesa di
un oggetto o situazione specifici.
• Il soggetto adulto riconosce che la
paura è eccessiva o irragionevole.
• L’esposizione allo stimolo fobico
provoca nel soggetto una risposta
ansiosa, simile ad un attacco di panico.
• Il soggetto evita o sopporta lo stimolo
fobico con estremo disagio.
Fobia sociale
• Il soggetto manifesta paura
marcata e persistente di una o più
situazioni sociali o prestazionali
nelle quali è esposto al possibile
giudizio degli altri (paura di
partecipare ad una festa, di parlare
con persone di sesso opposto, di
parlare in pubblico, di sostenere un
esame, di mangiare in locali
pubblici).
“Sto parlando al congresso, mi terrorizzo anche a
parlarne, mi vedo che mi blocco nel mezzo di una
frase, solo lì davanti a tutti che mi stanno
guardando e mi scoppia la testa, è come se
diventassi una bambola impazzita o mi metto a
urlare, in qualche modo insomma faccio delle cose
pazzesche, inimmaginabili, tutti mi guardano
attoniti, scandalizzati, mentre io sto impazzendo
davanti a tutti e sto rompendo per sempre
l'immagine di me che avevo costruito con
determinazione e fatica anno dopo anno.”
I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’
Affettività inappropriata
Condizione in cui il tono emozionale non è in armonia con
l’idea o le parole che l’accompagnano
Appiattimento affettivo
Riduzione significativa (affettività coartata) fino alla
scomparsa della gamma espressiva e dell’intensità degli
affetti (immutabilità dell’espressione facciale, diminuzione
dei movimenti spontanei, povertà della gestualità
espressiva, scarso contatto visivo, perdita delle inflessioni
vocali, mancanza di partecipazione affettiva)
I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’
Ambivalenza affettiva
Presenza o coesistenza di sentimenti e di
atteggiamenti di polarità opposta, antitetici,
rivolti verso lo stesso oggetto (odio-amore;
paura-desiderio)
Incongruenza affettiva
Manifestazioni affettive di senso opposto a quello
normale (es.: ridere a notizie di morte)
I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’
Labilità affettiva
Facile, improvvisa e rapida variazione dell’umore per stimoli di
scarsa entità o senza alcuna correlazione a stimoli esterni
Atimia
Apparente indifferenza affettiva verso di sé e verso gli altri
Anedonia
Diminuzione della capacità di provare piacere per qualsiasi tipo
di esperienza vitale.