Pronunce del Giurì Pronuncia n. 141/2011 del 13/1/2012PartiComitato di Controllo nei confronti di Gruppo FBMezziaffissioniPresidente e RelatoreFerrari Prodotto Marchio di abbigliamento "Sarah Chloe" Messaggio "Sarah Chloe. For bad girls" Dispositivo "Il Giurì, esaminati gli atti e sentita la parte, dichiara che la pubblicità contestata è in contrasto con l'art. 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e pertanto ne ordina la cessazione." (Art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) Istituto di autodisciplina pubblicitaria Pronunce del Giurì Pronuncian. 128/2011 del 2/12/2011PartiComitato di Controllo nei confronti di CO.S.E.ME. srlMezziaffissioniPresidente e RelatoreGambaro Prodotto Azienda produttrice di sementi di cereali Messaggio "Molto più di una prima" Dispositivo "Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità esaminata è in contrasto con l'art. 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale in quanto veicolata mediante cartellonistica, ed in questi limiti ne ordina la cessazione." (Art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) L'iniziativa dei cittadini per attivare il Comitato di Controllo 1. Il Comitato di Controllo è l'organo autodisciplinare garante degli interessi dei cittadini-consumatori e della pubblicità in generale. L'iniziativa nei confronti di forme di comunicazione commerciale ritenute non conformi alle norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale può essere assunta d'ufficio dallo stesso Comitato, oppure promossa, liberamente e gratuitamente, da singoli cittadini-consumatori, così come da associazioni rappresentative di interessi collettivi. 2. Per segnalare una presunta violazione del Codice è sufficiente compilare e trasmettere il modulo in linea nel sito. 3. L'istruttoria dei casi segnalati, che prevede anche il ricorso a esperti, viene esaminata durante le sedute del Comitato. Il Comitato può decidere di chiedere, a chi ha diffuso la comunicazione commerciale segnalata, di fornire documentazione idonea a consentire l'accertamento della veridicità dei dati, delle descrizioni e affermazioni contenute nel messaggio. Possibili decisioni del Comitato di controllo 4. Qualora il Comitato ravvisi profili di contrasto con il Codice, può assumere le seguenti decisioni: nel caso di lievi inadempienze invita l'inserzionista a modificare la comunicazione commerciale; qualora la violazione sia manifesta può inoltrare alle parti un provvedimento monitorio, succintamente motivato, che ingiunge di desistere dall'ulteriore diffusione della comunicazione commerciale; l'ingiunzione diviene esecutiva in caso di mancanza di motivata opposizione entro il termine perentorio di 10 giorni; in caso di opposizione nei termini l'ingiunzione può essere ritirata oppure sottoposta al Giurì perché si pronunci in merito; nei casi più complessi e importanti segue il procedimento ordinario, con l'inoltro, da parte del Comitato, di istanza motivata al Giurì perché si pronunci sul caso. Possibili decisioni del Comitato di controllo Qualora, infine, il Comitato non ravvisi contrasti con il Codice, può assumere le seguenti decisioni: archiviazione per non contrasto con il Codice; archiviazione per non luogo a procedere, nel caso risultino preminenti gli interessi di parte, in genere concorrenziali, rispetto a quelli dei consumatori; oppure, più genericamente, nei casi di ritenuta incompetenza o difetto di giurisdizione dell'organo autodisciplinare. 6. Il segnalatore viene sempre informato sull'esito della sua iniziativa, con le relative motivazioni. REGOLAMENTO SUI TEMPI TECNICI DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI AUTODISCIPLINARI Per i provvedimenti del Comitato di Controllo, il termine perentorio decorre dal giorno successivo al ricevimento dell'ingiunzione divenuta definitiva. In considerazione delle peculiari caratteristiche dei mezzi diversi da quelli sopra richiamati, l'ordine di cessazione dovrà essere eseguito entro i tempi tecnici strettamente indispensabili. Termini più ampi potranno essere valutati dal Giurì a fronte di particolari esigenze tecniche. L'utente pubblicitario, in relazione alla propria responsabilità per una tempestiva e concreta esecuzione delle decisioni assunte nei riguardi della sua comunicazione commerciale, è tenuto a comunicare per iscritto (anche a mezzo fax) alla Segreteria dell'Istituto, entro il giorno lavorativo successivo a quello della decisione definitiva degli organi autodisciplinari, di essersi già attivato per far sospendere il messaggio in parola, non oltre i termini massimi suindicati, su tutti i mezzi inseriti nella pianificazione della campagna. Ricorso delle aziende al Giurì Come si accede al Giurì Il procedimento innanzi al Giurì può essere promosso da chiunque ritenga di subire pregiudizio da attività contrarie al Codice della Comunicazione Commerciale, nei confronti di chi, avendo accettato il Codice in una delle forme previste (associazione, adesione, clausola di accettazione), abbia diffuso comunicazioni commerciali ritenute non conformi a esso. Nella procedura per instaurare il giudizio su diretta istanza di parte, il soggetto interessato deve inoltrare istanza scritta al presidente del Giurì, indicando: le ragioni a fondamento dell'azione; la comunicazione commerciale cui si riferisce; la relativa documentazione e le parti convenute in giudizio. Dal 1º febbraio 2012 è stato introdotto, per il deposito e la condivisione degli atti relativi alle vertenze, un collegamento FTP attivabile con i più comuni sistemi operativi (Windows 7, Windows XP, o Mac). Si tratta in sostanza di un sito gestito dall'Istituto all'interno del quale reperire, per le parti in causa, gli atti e i documenti relativi alla propria vertenza. In breve, oltre a digitare nella barra degli indirizzi una sequenza alfanumerica, andranno inseriti il "nome utente" e la "password", forniti di volta in volta dalla segreteria IAP. Giunti alla schermata finale saranno disponibili tutti i materiali relativi alla vertenza. Le parti sono comunque tenute a depositare, contestualmente, due copie cartacee. L'istanza di parte comporta anche il versamento di un diritto amministrativo, col che si esaurisce l'obbligo finanziario del ricorrente per una normale vertenza (a eccezione dei casi in cui il procedimento possa comportare tempi più lunghi rispetto a quelli consueti o riguardi comunicazioni commerciali di prodotti diversi). È facoltà della parte istante depositare l'elenco dei mezzi sui quali è stata diffusa la comunicazione commerciale contestata. Ricevuta l'istanza, il presidente del Giurì nomina fra i propri membri un relatore e dispone la comunicazione degli atti alle parti interessate, assegnando loro un termine (non inferiore agli otto e non superiore ai dodici giorni liberi lavorativi) per il deposito delle rispettive deduzioni e di eventuali documenti. Nel più breve tempo possibile le parti, che possono farsi assistere e rappresentare da legali e consulenti, sono convocate innanzi al Giurì per la trattazione orale della vertenza, in contraddittorio soprattutto rispetto a profili della controversia che non sia stato possibile trattare per iscritto. Esaurita la discussione, il presidente del Giurì, non appena conclusa la riunione in camera di consiglio, dà comunicazione del dispositivo sull'esito della vertenza. Nei casi in cui la comunicazione commerciale oggetto dell'istanza consista in una comparazione diretta, oppure riguardi una offerta promozionale di durata pari o inferiore a trenta giorni, su richiesta dell'istante il termine assegnato alla parte resistente per il deposito di deduzioni e documenti è di otto giorni liberi lavorativi, e l'udienza di discussione avanti il Giurì ha luogo, salvo casi eccezionali, non oltre i dieci giorni liberi lavorativi dalla presentazione dell'istanza. REGOLAMENTO SUI TEMPI TECNICI DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI AUTODISCIPLINARI Con riferimento ai punti c) e d) delle Norme Preliminari e Generali del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e tenuto conto che obiettivo degli artt. 38 e 39 è quello di perseguire la cessazione più rapida possibile della comunicazione commerciale ritenuta non conforme al Codice, il Consiglio Direttivo dell'Istituto ha stabilito in 7 giorni lavorativi, e in 5 giorni lavorativi nei casi previsti dall'art. 37 co. 2 CA, il termine perentorio entro il quale deve cessare la comunicazione commerciale riprovata, con riguardo ai seguenti mezzi: TV, Radio, Quotidiani b/n, Affissioni. Detti termini sono da intendersi come limite massimo e decorrono dal giorno lavorativo successivo alla pronuncia in udienza del dispositivo del Giurì. La Segreteria dell'Istituto, il giorno stesso della decisione, comunica tale dispositivo a tutte le parti ed a tutti i mezzi citati che potranno farsi parte diligente per informare della decisione eventuali altri interessati. L'ordine di cessazione che riguardi la confezione del prodotto (termine comprensivo di ogni elemento costituente l'abbigliaggio del prodotto) dovrà essere eseguito di regola nel termine di 120 giorni dal deposito della motivazione della decisione del Giurì, fermo restando l'obbligo di buona fede dell'inserzionista di attivarsi per adempiere al più presto a detto ordine. Le confezioni immesse sul mercato dall'inserzionista prima della scadenza di detto termine potranno essere commercializzate fino al loro naturale esaurimento. Modulo per la segnalazione di messaggi pubblicitari CHI EFFETTUA LA SEGNALAZIONE Nome *Cognome * Indirizzo Comune ProvinciaCAP E-mail *Telefono COMUNICAZIONE COMMERCIALE DA SEGNALARE Nome del prodotto *Nome del produttore Dove è stato diffuso il messaggio **Motivi della segnalazione * N.B.: NON VENGONO ESAMINATE SEGNALAZIONI PRIVE DI INDICAZIONI SUL MESSAGGIO CONTESTATO Ipotesi di motivazione della segnalazione al Comitato di Controllo Oggetto: spot della patata Chips Lo spot suggerisce equivalenza simbolica tra le donne che vi compaiono(svestite e avvolte nella plastica di confezionamento del prodotto) e l’oggetto semantico “patata”. Nella cornice simbolica dello spot – cioè quella di un concorso per miss dove a premiare la vincitrice sarà un noto divo del porno – il modo in cui il corpo svestito delle donne viene presentato risulta associato alla parola “patata” sia in riferimento al prodotto dell’azienda che all’accezione popolare di organo genitale femminile. Entrambe le riduzioni collegate – prodotto e parte intima allusa – sono gravemente lesive della dignità delle donne. Ricorso della scrittrice e teologa Michela Murgia Ipotesi di segnalazione contro la pubblicità di Co.se.me. La pubblicità di coseme dovrebbe reclamizzare cereali. Invece utilizza il corpo svestito della donna ed in particolare un torace con una mano che si copre un seno e l’altra che trattiene una spiga di grano e senza un’inquadratura sul viso della donna, ritenuto del tutto irrilevante. E’ chiaro lo scopo di attrarre l’attenzione su un richiamo sessuale come il seno di una donna e l’utilizzazione del corpo della donna a scopi commerciali. L’immagine è lesiva della dignità femminile e utilizza il corpo femminile come se fosse una merce. Il richiamo alla tela del Giorgione e al simbolo della fertilità è del tutto pretestuoso, perché se queste fossero state le intenzioni dei pubblicitari, avrebbero potuto ritrarre l’intero corpo vestito della donna che tratteneva la spiga di grano. Rassegna Stampa sull’argomento “Ma le donne italiane sono davvero tutte, o nella loro maggioranza, disponibili a questa subalternità al desiderio maschile? Io non lo credo. Penso, al contrario, che in maggioranza le donne italiane stiano da tempo perseguendo un’altra strada. Quella della propria realizzazione come individui liberi e responsabili, attraverso una faticosa combinazione tra studio, organizzazione della vita familiare, maternità e lavoro…” Miriam Mafai, la Repubblica “La professoressa Chiara Volpato ha scelto il New York Times per esprimere la sua frustrazione di fronte al comportamento di Papi. Chiama le donne a protestare pubblicamente e veentemente contro un sistema e una mentalità sessista. Che rende i ruoli di politico e di velina perfettamente equivalenti nella testa delle giovani italiane…” L’espresso “Incredibile galleria di “pezzi di carne, usati ed abusati per reclamizzare prodotti più o meno pertinenti o addirittura marchi commerciali e concetti astratti.” la Repubblica Se è vero che non è solo la modella magra che fa la ragazza anoressica, o la ragazza seminuda che sprona lo stupratore, è anche vero che, considerando questi dati, non vale la pena mostrare stereotipi sessisti. Soprattutto se l’obiettivo è quello di vendere una macchina o un detersivo. MB News “Anche se il pubblico non è passivo, non si può ignorare infatti la potenza e la forza che possono avere certe immagini, che in sé per sé sembrano essere completamente innocue… ma che se ripetute frequentemente possono portare a una concezione sbagliata dei ruoli.” Pace & Diritti Umani C’è un concetto che si chiama dignità. Dignità umana, culturale e professionale. Credo che questo concetto, riferito alle donne, sia stato ultimamente troppo tradito dai mezzi di comunicazione, in un processo a valanga che sta travolgendo tutto e tutti, consci ed inconsci. RAINews 24 “Da qualche tempo esiste un’organizzazione che ha preso il nome di Associazione Protocollo Contro la Pubblicità Sessista. Con lettere, appelli, azioni dimostrative e consumo critico denuncia l’uso offensivo della femminilità.” Famiglia Cristiana “Nuda ambizione è il titolo dell’inserto culturale del Financial Times di sabato scorso, interamente dedicato al nostro paese. Sotto accusa sono l’industria dello spettacolo e quella pubblicitaria che svestono donne in ogni dove. Il quadro dipinto è quello di un’Italietta fatta di massaie e veline, le prime intente a fare tagliatelle, le seconde ad esibire il fondoschiena.” La Stampa Non ne puoi più della pubblicità contro la dignità femminile? Fai una denuncia! 1. A livello nazionale, puoi: fare una segnalazione al Comitato di Controllo dell' Istituto nazionale per l'autodisciplina pubblicitaria (www.iap.it) per non conformità al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria: andare sulla sezione "Segnalazioni e istanze" che è in Home page e compilare online il MODULO DI DENUNCIA. Il Comitato sottoporrà poi le segnalazioni al Giurì, il giudice diretto a garantire l'osservanza e l'applicazione del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria. Inoltre, le aziende possono rivolgersi direttamente al Giurì - il modulo di denuncia è accessibile sempre online sul sito www.iap.it. Scrivere all'associazione PCPS (Protocollo Contro la Pubblicità Sessista (www.protocollocontrolapubblicitasessista.it), che effettua una serie di operazioni di interdizione contro la pubblicità in esame; è possibile segnalare le pubblicità che ritieni offensive inviando una foto delle stesse all'indirizzo [email protected] 2. Se sei a Roma, è bene sapere che: La Commissione delle Elette del Comune di Roma sta costruendo un sito ove poter denunciare le pubblicità che ledono la dignità della donna, coerentemente con la "Moratoria contro la pubblicità sessista", votata all'unanimità nel maggio 2010 in Consiglio Comunale e che dichiara Roma "città libera dalla pubblicità sessista". In attesa che il sito sia completato, si possono denunciare le pubblicità lesive scrivendo direttamente alla Segreteria della Commissione delle Elette, all'indirizzo [email protected] . 3. Se vuoi saperne di più: Nel 2008 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini Nel gennaio 2010 si è tenuto un Convegno a Milano incentrato su "Marketing e Pubblicità in relazione all'uso dell'immagine femminile" Dal sito “Corrente rosa” Convegno a Milano nel 2010 Le donne si rispecchiano nei manifesti che tappezzano i muri delle città? Gli uomini che cosa ne pensano? E i genitori sono contenti di offrire questi modelli culturali ai loro figli? Il Coordinamento Donne IDV Milano Città organizza un incontro interattivo per approfondire e arginare il fenomeno della mercificazione dell’immagine femminile, proponendo soluzioni legislative in grado di colmare le lacune italiane. Ico Gasparri*, artista sociale che da vent’anni fotografa i manifesti stradali discriminatori e lesivi della dignità della donna, illustrerà alcuni esempi di pubblicità sessista coinvolgendo il pubblico in un dibattito a più voci. Chiara Volpato**, Docente ordinario di Psicologia sociale all’Università Bicocca di Milano, parlerà dell’influenza che la pubblicità sessista esercita sugli uomini e sulle donne, con particolare attenzione alle giovani generazioni. La Sen. Giuliana Carlino e la Sen. Patrizia Bugnano, Parlamentari dell’Italia dei Valori, informeranno i cittadini dei prossimi progetti legislativi in materia: punto di partenza normativo la Relazione del Parlamento Europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra uomini e donne (2008/2038 INI ) del 3 settembre 2008.