LE PROVE SUI MATERIALI • meccaniche • tecnologiche • fisico-chimiche Le prove meccaniche • Opportuno stato tensionale • Scopi Caratterizzazione meccanica del materiale Controllo (distruttivo o non distruttivo) • Modalità di applicazione del carico Prove statiche (quasi statiche) Prove dinamiche Prove fatica PRINCIPALI PROVE MECCANICHE STATICHE • Trazione • Compressione • Flessione • Durezza • Scorrimento (Creep) Importanza della normativa LA PROVA DI TRAZIONE MONOASSIALE Si sottopone una provetta del materiale da testare, opportunamente preparata, ad uno sforzo di trazione fino a rottura. Scopo: valutare la risposta del materiale ad un carico monoassiale statico. l l0 F S0 DIMENSIONE E FORMA DELLE PROVETTE Norma UNI EN 10002 - Proporzionali: L0 k S0 k 5.65 con k 11.3 •Sezione circolare d 3 30 mm Lc L0 0.5 2 d Raggio raccordo 2 mm •Sezione rettangolare a 3 mm b 8 a Lc L0 1.5 2 S0 Raggio raccordo 12 mm L0 almeno 20 mm L0 5 d L0 10 d ESECUZIONE DELLA PROVA - Velocità della traversa mobile fissata - Temperatura fissata La velocità di deformazione è una variabile che influenza molto la risposta del materiale in termini di tensioni/deformazioni. d dt Range di Strain rate Condizioni di prova Da 10-8 a 10-5 s-1 Da 10-5 a 10-1 s-1 Da 10-1 a 102 s-1 Da 102 a 104 s-1 Da 104 a 108 s-1 Test di creep Test di trazione statici (quasi-statici) Test di trazione dinamici Test ad alta velocità Test esposivi RISULTATI DELLA PROVA I risultati della macchina - L0 = lunghezza iniziale del provino fra i riferimenti - L = allungamento totale - La curva F-L Elaborazione dei risultati: = F/S0 (N/mm2) = L/L0 Curva sforzo-deformazione ingegneristica STRIZIONE DALLA STRIZIONE ALLA FRATTURA DUTTILE (METALLI) •Strizione si verifica nella zona più debole (micro-difetti) o più plastica (differenza di composizione/condizione): “in un punto di una sezione si allunga di più, quindi tutta la sezione si deve deformare fortemente” effetto della simmetria del provino. •Nella zona di strizione lo stato tensionale diventa tridimensionale (linee di forza del campo tensionale deviano dall’asse del provino) affinché deformazione prosegua è necessario incrementare la tensione lungo l’asse del provino. •Esiste una aliquota “idrostatica” nel campo tensionale formazione di pori che si allargano sempre più (zona fibrosa) diminuzione della superficie resistente. •Si formano nella zona caratterizzata da condizioni più severe. •Possono coalescere. STRIZIONE: STATO TENSIONALE DIAGRAMMA SFORZO-TENSIONE REALE (TRUE) Al momento della strizione il carico cessa di essere monodimensionale nella zona di strizione (hoop stress) Le linee di forza del campo tensionale non sono più rettilinee. Zona di strizione EFFETTO D’INTAGLIO Fattore di concentrazione degli sforzi Kt peak no m inal 2 INTAGLI IPERBOLICI OPPOSTI FORO ELLITTICO K t 1 2 a CRICCA (CRACK) E’ UN INTAGLIO CON K t 1 2 a 0 0 Kt Nasce il fattore di intensificazione degli sforzi Lamiera infinita con una fila di cricche colllineari Provino finito con una singola cricca DIMPLES SUL LABBRO DI SCORRIMENTO STRIZIONE E FRATTURA DIFFERENTI ZONE DELLA FRATTURA DUTTILE •Pori divengono zone di innesco di cricche (cracks, deformazione plastica) che si diramano dalla zona centrale zona radiale. •Scorrimento finale a 45° rispetto al carico applicato (coppa e cono) zona di scorrimento plastico (shear-lip zone). Rappresentazione schematica delle varie zone all’interna di una tipica frattura sotto carico di trazione di un provino cilindrico. Le superfici delle zone fibrose e radiali normalmente sono normali all’asse della sollecitazione. La superficie di scorrimento è sempre a 45° rispetto all’asse della sollecitazione. COPPA E CONO: MACROGRAFIE DIMPLES TIPI DI FRATTURE FRATTURA A COPPA E CONO FRATTURA FRAGILE FRATTURA FRAGILE (CLIVAGGIO – CLEAVAGE) FRATTURA FRAGILE CONFRONTO CURVE - (FRAGILE vs DUTTILE) CURVE - PER DIFFERENTI MATERIALI METALLICI