La Fiamma e il Cristallo” di Livio Minafra è un’autobiografia del compositore pianista. Con i suoi undici pannelli* è un sottinteso omaggio agli “Undici pezzi infantili” di Alfredo Casella. Il primo pannello - Ninna per Mimma - inizia con una citazione nell’acuto della fine di “Feux d’artifice” di Debussy: quindi della “Marsigliese”. Poi c’è una lunga cantilena infantile. Il secondo pannello Choo Choof - comincia invece con grida di bambini. Ecco il ricordo dell’infanzia del compositore. Poi le citazioni di Casella e il ricordo di Prokofiev. C’è un ostinato esatonale: furioso, ma allegro. Appare lo Shostakovic giovanile. C’è vitalità prorompente. Guizzi e sberleffi. Ma anche drammaticità. Poi si riprende a scherzare. Polvere, il terzo pannello, inizia con il rumore del mare. Le armonie sono tonali, come in un corale. C’è l’insistenza di un suono, come di una campana: come “Le Gibet” di Ravel? Nel quarto pannello - La danza del vulcano – sembra ci sia uno zufolo. Poi scatta il jazz. Vi sono progressioni che sfociano nel non tragico, ma ironico. Grande vitalità. Formule ripetitive. Tritono insistente: linguaggio esatonale. Insiste con la citazione del “Dies Irae”. E da ultimo infinite insistenze e lo sfogo di un glissato. Il quinto pannello - Rintocchi – è una evocazione? “Soirée dans Grénade” di Debussy? E’ anche un ricordo di Prokofiev? “Vision fugitive”? Sesto pannello - Muezzin: Debussy? “La Cathédrale engloutie”? Ma no! E’ una danza frenetica, ossessiva. La cellula tematica richiama gli esercizi pianistici elementari, ma poi sempre più parossistici, furiosi. Come una pazzia. Nel settimo pannello - Cerbiatto – su un pedale armonico ostinato c’è un trillare continuo e poi un fiorire di melismi. Atmosfera francesizzante. Poi la linea del basso prende il sopravvento. Ma la cornice si chiude con un ritorno all’inizio. L’ottavo pannello - Campane – inizia con un pedale di “quinte arpeggiate”. Sopra un po’ di tutto, senza inibizioni. Il compositore non sa frenarsi, anzi non vuole frenarsi. Anche nel nono pannello - Bulgaria – un ostinato del basso. E anche una linea ostinata nell’acuto. Tutto tende ad allargarsi nelle tessiture e nei timbri. C’è anche un ticchettio secco sovrapposto al suono del pianoforte. Il rumore diventa calamitante e il pianista suona sulle corde del pianoforte. Decimo pannello conclusivo - Nella notte il cristallo. Lunghi accordi che si definiscono un poco alla volta. L’ombra di Debussy. La melodia sovracuta si riflette in un fischio. Alla fine la voce parlata: è importante cosa dice? L’importante è la voce umana, semisommersa tra la cantilena acutissima e l’infantile accompagnamento. Tutto a poco a poco si estingue. Nei secoli abbiamo avuto numerosi compositori pianisti: Clementi, Mozart, Beethoven, Schumann, Chopin, Liszt, Brahms, Rachmaninov, Scriabin, Bartòk, Prokofiev. Il più recente è il giovane Livio Minafra. Marcello Abbado, Stresa, 15 dicembre 2007 * Oltre ai 10 brani presenti nel cd, gli undici pannelli a cui il Maestro Abbado si riferisce nelle sue note comprendono il brano “Umoresca”, che può essere scaricato da iTunes. Ecco le sue impressioni su questo brano: “In Umoresca torna Debussy. Ma anche l’arpa di Tournier. Poi una citazione ironica nel basso. L’armonia dapprima è fissa, ma poi a volte è cangiante. La citazione si sviluppa. Fino ad un impazzimento furioso.”