Sistemi Economici Comparati Anno accademico 2014-2015 Prof.sa Renata Targetti Lenti Lo sviluppo della Corea del Sud Lezione 10 17/11/2014 Letture -Goldstein A. (2013), Il miracolo coreano, Il Mulino, Bologna, cap. I, II, VIII, IX 13° paese al mondo in termini di PIL totale quarto posto in Asia dopo il Giappone, la Cina e l'India possiede un elevato livello tecnologico in vari comparti del settore industriale e terziario industria cantieristica, i grandi chaebols (Samsung, LG, Hyundai, ecc ..) industrie elettriconiche e siderurgiche l’industria edilizia opera in Medio Oriente e in molte altre parti del mondo Università e laboratori di ricerca hanno prodotto un crescente numero di scienziati ed ingegneri di elevata competenza gode di uno dei più alti standard di vita nel mondo la speranza di vita è superiore a quello degli Stati Uniti. Le radici del successo di questo paese sono state individuate in una combinazione di eventi storici e di appropriate politiche. Gran parte della storia della penisola coreana e della cultura del paese è stata influenzata dai cinesi e dai giapponesi. Buddismo, Taoismo e Confucianesimo Nel dopoguerra la penisola coreana era stata liberata dal dominio giapponese (1910-1945), ma era stata divisa in due parti. Entrambi erano paesi molto poveri, prevalentemente agricoli. Nel giugno 1950, la Corea del Nord invase il Sud, una lunga e sanguinosa guerra ebbe inizio. Nel 1953, alla fine della guerra l'economia della Corea del Sud era in condizioni disperate. Il PIL pro capite era simile a quello dei paesi dell’Africa sub-sahariana. Fino alla metà degli anni '70 la Corea del Nord si trovava in condizioni migliori rispetto al Sud, disponendo di abbondanti risorse naturali, di alcune attività industriali pesanti e di infrastrutture relativamente migliori. Anche se la Corea del Nord è stato fortemente assistita dall’Unione Sovietica, lo è stata meno della Corea del Sud aiutata da parte degli Stati Uniti. Il reddito pro-capite della Corea del Nord è, oggi, meno del 5% di quello della Corea del Sud Gli Stati Uniti mantengono ancora un loro contingente di soldati molto consistente. I nordcoreani vengono considerati dal governo del sud come la principale minaccia alla stabilità della penisola. La pericolosità di tale situazione è concreta, anche a causa del possesso di armi nucleari da parte dei nordcoreani. A causa del flusso migratorio dal Nord al Sud la popolazione sudcoreana crebbe velocemente fino ad arrivare ai quasi 50 milioni di abitanti di oggi. La densità della popolazione è una delle più alte del mondo. Più dell’80% della popolazione sudcoreana vive nelle aree urbane, come Seoul e Busan. Il tasso di crescita demografica è particolarmente basso e tendente allo zero. L’aspettativa di vita, invece, è tra le più alte al mondo. L’11,5% della popolazione totale ha più di 65 anni Il numero di immigrati presenti nel paese rimane ancora modesto anche a causa della forte omogeneità etnica e culturale del paese. L’emigrazione è invece un fenomeno ben conosciuto, sviluppatosi soprattutto durante il periodo della colonizzazione nipponica (1910-45); I paesi maggiormente interessati dall’emigrazione sudcoreana sono stati la Cina, gli Stati Uniti, il Giappone e le ex repubbliche sovietiche. La Corea del Sud è una repubblica presidenziale. Il presidente è il capo dello stato, oltre che comandante in capo delle forze armate. Il primo ministro viene nominato dal presidente della repubblica e ‘approvato’ dal parlamento (l’Assemblea nazionale). Il presidente ha anche il potere di nominare i ministri. A partire dal 1961 fino al 1987 la Corea è stata controllata dai militari, che hanno conquistato il potere attraverso un colpo di stato e lo hanno mantenuto per un quarto di secolo. Park Chung-hee è stato l’ “uomo forte” della giunta (1961-1979). Ha introdotto misure contro la corruzione, politiche attive di pianificazione famigliare, favorito la normalizzazione dei rapporti con il Giappone. Ha dedicato un forte impegno alla crescita economica del paese. Ha rafforzato i poteri dell’‘Economic Planning Board (EPB) come autorità di collegamento tra le diverse branche dell’amministrazione pubblica. Ha posto le basi per il successivo sviluppo industriale. Nel 1962 la giunta, invece, ha predisposto un piano quinquennale (1962-66) che prevedeva un massiccio aumento degli investimenti per sostenere un rapido processo di industrializzazione sostituendo le importazioni con la produzione interna. Park venne assassinato nel 1979. Un’altra giunta militare governò fino al 1987. Nel 1987 il regime autoritario venne sconfitto e sostituito da un regime democratico. Il primo presidente del nuovo corso democratico fu un ex generale Roh Tae-Woo. Solamente nel 1993 fu eletto in modo democratco Kim Young-Sam. Il successore Kim Dae-Jung è stato uno degli esponenti politici di maggior rilievo che la Corea del Sud abbia avuto. Ha affrontato con successo la grave crisi economica e finanziaria del 1997. Ha cercato di gestire in maniera profondamente diversa rispetto alle precedenti amministrazioni il rapporto con la Corea del Nord. Nel 2000 ha ottenuto il Premio Nobel per la pace. Questa politica di distensione ha caratterizzato anche la successiva amministrazione sudcoreana guidata dal progressista Roh Moo-hyun E stata abbandonata da Lee Myung-bak, in carica dal 2008 al 2012, il quale ha deciso di sposare una linea di maggiore fermezza nei confronti della Corea del Nord. Nel 2012 è stata eletta per la prima volta una donna Park Geunhye, leader del partito conservatore (Saenuri), figlia dell’ex leader della giunta militare Park Chung-hee. Alcune centinaia di persone all’anno vengono perseguite a causa della loro reale o presunta ‘simpatia’ nei confronti della Corea del Nord. Il problema della divisione tra Nord e Corea del Sud non è ancora stato del tutto superato. Il periodo successivo alla guerra di Corea ha rinforzato alcuni cambiamenti sociali ed economici La rigida divisione in classi confuciana in cui nobili, studiosi, funzionari governativi e contadini occupavano una posizione più elevata di quella dei commercianti e imprenditori, poco a poco scomparve sostituita dalla “nuova etica confuciana”. Questi cambiamenti, che si sono tradotti in un aumento del valore attribuito a classi sociali come quelle degli imprenditori, dei managers e dei commercianti, sono state cruciali per la modernizzazione dell'economia e della società coreana. Nello stesso tempo è rimasto elevato il prestigio ed il valore dell’istruzione e della burocrazia statale con responsabilità di governo. Dal conflitto con la Corea del Nord la Repubblica di Corea (ROK) uscì devastata. Il pil pro-capite era pari a circa 82 dollari americani, paragonabile quindi a quello dei più poveri e arretrati paesi africani e asiatici. Nel corso degli anni Sessanta il paese fu radicalmente trasformato grazie al perseguimento, da parte dei regimi militari, di politiche di crescita, di modernizzazione e e di industrializzazione. La Corea del Sud è riuscita a passare dai “piedi nudi alla banda larga” (from barefoot to broadband) grazie al ruolo eccezionale che la società assegna alla formazione ed alla ricerca a tutti i livelli con politiche mirate La Corea ha sperimentato tassi di crescita significativi e da nazione prevalentemente agricola è andata assumendo progressivamente la struttura attuale. A partire dai primi anni '60 il percorso di sviluppo della Corea del Sud ha cominciato a divergere da quello del Nord. Pur uscendo da una guerra civile, priva di risorse naturali, fortemente dipendente dal sostegno finanziario degli Stati Uniti, con mercato interno ancora ristretto, nel periodo 1953-97 la Corea del Sud è cresciuta ad un tasso medio di circa il 7,8% (Tabella 1). Ha dovuto superare un periodo drammatico di tensioni politicosociali e due gravi crisi economiche nel 1997-8 e nel 2008-9. Nel periodo 1997-98 il tasso di crescita è stato negativo. La rapida crescita della Corea, stabile per la prima metà degli anni Novanta, aveva cominciato a evidenziare alcune debolezze con la crisi economica del 1997-98 un elevato rapporto tra debito e capitale di rischio e un massiccio ricorso a prestiti esteri di breve termine hanno minato la tenuta del sistema industriale sudcoreano. Alla fine del 1997 inseguito alla bancarotta di alcuni tra i principali gruppi industriali del paese e la fuga degli investitori stranieri, il paese fu costretto per evitare il fallimento (default) a fare ricorso all’aiuto del Fondo monetario internazionale, che erogò alla Corea un prestito di ben 57 miliardi di dollari. La risoluzione della crisi deve essere attribuita principalmente alla ristrutturazione operata nel mercato del lavoro e alle misure introdotte dalla nuova amministrazione, volte ad attrarre investimenti stranieri. La crisi poteva dirsi quindi fondamentalmente riassorbita verso la fine del 1999 e il prestito del Fondo monetario internazionale estinto di lì a poco. A partire da quel momento la crescita è stata sostenuta come dimostra l’aumento del pil di oltre il 9% nel 2000. Durante la recente crisi finanziaria la recessione è stata evitata solo grazie a delle tempestive misure di stimolo dell’economia e al forte consumo di prodotti interni Il boom economico che aveva caratterizzato il 2010 sembra già aver rallentato nel 2011: il tasso di crescita del pil è stato solo del 3,6%, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato sul 3,4%. Nel 1996 la Corea del Sud era entrata a pieno titolo nel club dei paesi OCSE. Nel 2010 la Corea del Sud ha assunto la presidenza del G20, il primo paese non-G8 a ricoprire questo ruolo. La presidenza del G8 ha permesso alla Corea di lanciare una sorta di "Seoul Consensus" La ROK è un paese leader in molti settori moderni come la robotica, l'elettronica ed il settore automobilistico; E il paese con il più alto tasso di accessi alla rete internet, leader nella produzione di semiconduttori e innovatore mondiale nell’elettronica di consumo. Tra il 2005 ed il 2010 la spesa totale in ricerca e sviluppo è aumentata del 10% all'anno Il divario nei valori del reddito procapite della ROK rispetto ai paesi OCDE si è drasticamente ridotto nel 2011 rispetto al 1970. Un fattore importante alla base del processo di sviluppo sono stati il processo pianificazione a lungo termine, una politica macroeconomica, ma anche industriale, in grado di creare le condizioni ottimali perchè le imprese introducessero le innovazioni. I fattori che hanno consentito questa crescita sono stati individuati in: un graduale trasferimento di lavoratori dal settore agricolo a quello manifatturiero; introduzione di tecnologie più avanzate grazie al rapido processo di investimento; elavata spesa in ricerca e sviluppo ed in istruzione. La redistribuzione della proprietà delle terre operata con una legge di riforma agraria all’inizio degli anni '50 ha contribuito a ridurre le disuguaglianze di reddito e di ricchezza. Un processo di industrializzazione guidato dallo Stato, negli anni '60, ha fatto della Repubblica di Corea (ROK), uno dei paesi più industrializzati del mondo, e ha creato le basi per una società prospera con alti livelli di libertà economica. Negli anni '70 il paese ha scelto di seguire un modello di crescita trainata dalle esportazioni ed ha individuato nei grandi conglomerati industriali (chaebols), i motori della rapida crescita economica. Significativo è stato lo sforzo fatto dai governi che si sono succedoti nel corso del tempo per favorire l'apertura dell'economia e per la promozione di un processo di rapida internazionalizzazione. L’economia high-tech e innovativa della Corea del Sud ha prodotto un numero di brevetti superiore a quello della maggior parte dei paesi industrializzati avanzati. La Corea del Sud è oggi il più grande costruttore di navi e uno dei più grandi produttori di acciaio del mondo. E’ il settimo più grande partner commerciale degli Stati Uniti. Molte aziende coreane, come Samsung, Hyundai-Kia, LG e SK, dominano i settori chiave dell'economia globale. Nonostante la crisi finanziaria globale sviluppatesi a partire dal 2007, la Repubblica di Corea detiene considerevoli riserve in valuta estera e si prevede possa mantenere un significativo tasso di crescita economica anche per il futuro. La Corea del Sud ha firmato numerosi accordi di libero scambio (Fta) con Cile, India, Singapore, Asean. Se quello lungamente atteso con gli Stati Uniti non è ancora giunto alla fine del suo processo, quello con l’Unione Europea (Eu) è stato siglato il 6 ottobre 2010 a Bruxelles, trasformando il rapporto da semplici relazioni bilaterali a ‘partnership strategica’. Immediata conseguenza: l’abbassamento delle tariffe, la promozione del commercio e degli investimenti e la creazione di nuova occupazione sia in Corea che nei 27 paesi dell’Eu. Il settore manifatturiero dovrebbe essere quello che percepirà i maggiori benefici. Invece agricoltura e pesca potrebbero essere danneggiati, a causa delle aumentate importazioni dall’Europa. A partire dal 2007 la Corea ha risentito in particolare di quattro ordini di problemi: l’inflazione, le fluttuazioni valutarie, la crescente competizione delle economie avanzate e i conflitti geopolitici. Negli ultimi anni si sono via via aggravti i problemi derivanti dall’elevata disoccupazione giovanile e delle disuguaglianze di reddito. La spinta educativa e innovativa del paese ha continuato ad alimentare il motore della crescita. L'invecchiamento della popolazione, l'aumento della povertà relativa, la lenta dinamica del settore terziario e la crescente pressione dei Paesi emergenti in un mondo globalizzato rischiano di ridurre il vantaggio competitivo della Corea e le opportunità di lavoro delle giovani generazioni. Il sistema educativo coreano si colloca al vertice della classifica mondiale. Le famiglie non esitano a sopportare elevati sacrifici per investire nel capitale umano dei loro figli e gli insegnanti sono tra i meglio pagati al mondo. Università e centri di ricerca ricevono elevate risorse per facilitare il rientro dei laureati coreani. Una popolazione ben istruita, dedita al lavoro ha prodotto il miracolo economico della Corea del Sud. La Corea del Sud ha assegnato un’importanza notevole all’istruzione, tanto che il tasso di alfabetizzazione ha ormai raggiunto il 99%. Un sistema educativo molto efficace ma anche molto esigente ha enormi costi economici e umani. Strumentale al processo di rapida trasformazione industriale è stata anche la burocrazia economica, che ha saputo attuare politiche di buon livello. Il modello coreano è stato definito come un Developmental State, ovvero di uno stato orientato allo sviluppo, dove sono i politici a governare e controllare gli interessi particolari. I burocrati, invece, disegnano ed implementano politiche atte a promuovere lo sviluppo. Il paese presenta anche alcuni aspetti critici. Nel tempo si sono verificate due crisi finanziarie, il crollo del modello di sviluppo fordista, difficoltà a stimolare una rapida crescita della produttività in diversi settori dei servizi. Il tasso di crescita economica negli ultimi anni si è ridotto. Il modello coreano di sviluppo attuale sembra in grado di produrre investimenti e posti di lavoro all'estero più che in patria. Si è verificata una riduzione delle piccole e medie imprese, un impoverimento dell’imprenditorialità dal basso e una riduzione nel ritmo di nascita di start-up innovative. L'efficienza di un settore dinamico e competitivo nella produzione manifatturiera ha come contropartita un settore dei servizi, anche finanziari, non altrettanto dinamico ed efficiente. La Corea è oggi un paese ricco, ma non può più crescere velocemente solo copiando gli altri. Non può rimanere dinamico con un invecchiamento ed una contrazione della forza lavoro. Non è possibile diventare creativi con un sistema scolastico che privilegia l'apprendimento invece della creatività. Il governo è preoccupato e ha in programma di creare una fair society e di stimolare un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei titoli di studio in cui il merito conti maggiormente. Il rigido modello sociale della Corea aggrava i problemi demografici di invecchiamento della popolazione. E’ diventato molto difficile conciliare lavoro e cura dei figli. Dal 1960 il tasso di fertilità in Corea è sceso più velocemente rispetto a qualsiasi altro paese. La Corea del Sud può contare su modestissime risorse energetiche interne, configurandosi quindi come uno dei principali importatori di energia al mondo. La forte dipendenza della Corea dall’importazione di petrolio ha condotto alla diversificazione della fornitura tramite l’adozione di una strategia a breve termine e di una a lungo termine. La crescente richiesta di energia elettrica viene invece soddisfatta attraverso una combinazione di energia termica, nucleare e idroelettrica. Come firmataria del Protocollo di Kyoto la Corea del Sud si è presa l’impegno di ridurre le emissioni di carbone dotandosi di 12 nuovi impianti nucleari prima del 2015. Proprio per ridurre l’inquinamento, e per tentare in qualche modo a sottrarsi alla dipendenza delle importazioni di petrolio, il governo sudcoreano ha deciso a metà del 2008 di favorire gli investimenti in fonti di energia rinnovabile.