IL RAPPORTO BANCA IMPRESA: I PRINCIPALI CONTRATTI BANCARI Lezione 3-4 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La Banca L’impresa bancaria svolge istituzionalmente ed in modo congiunto un’attività di raccolta di risparmio tra il pubblico e un’attività di concessione del credito. A partire dal 1994, inoltre, con l’entrata in vigore del nuovo Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, e successivamente con il Decreto Eurosim (1996) ed in ultimo con il Testo Unico in materia di intermediazione finanziaria (1998), è stata riconosciuta alla banca una operatività quasi a tutto campo. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 2 L’attività bancaria La banca è abilitata a svolgere le seguenti tipologie di attività: 1. ATTIVITÀ CREDITIZIA BANCARIA (raccolta risparmio / erogazione credito) 2. ATTIVITÀ FINANZIARIA NON BANCARIA (leasing / factoring) 3. ATTIVITÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO 4. ATTIVITÀ DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 3 4 L’evoluzione del sistema bancario Nel processo di intermediazione del risparmio la figura principale è rappresentata dalle Banche Svolge le funzioni associate a depositi, investimenti, Banca Commerciale prestiti e servizi finanziari in genere nei confronti della propria clientela. Svolge prevalentemente attività di intermediazione nel collocamento dei titoli tra gli emittenti e gli investitori. Banca di investimento La banca di investimento può, inoltre, sottoscrivere essa stessa i titoli, collocandoli e trattandoli sul mercato. Svolge, inoltre, attività finanziaria verso i propri clienti. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 di consulenza La normativa Disciplina ante Testo Unico Bancario (Legge del 1936) le banche non possono effettuare operazioni attive di medio e lungo periodo; distinzione tra Istituto di Credito Ordinario e Istituto di Credito Speciale; disciplina per gli Investimenti in rapporto alla liquidità; preventiva autorizzazione per determinate forme d’impiego; le banche che vogliono acquisire partecipazioni nelle imprese devono essere autorizzate dalla Banca d’Italia. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 5 La normativa (continua) Il Testo Unico Bancario Emanato con d.lgs. 1° Settembre 1993, n°385, è stato concepito come “Legge di Principi e di Allocazione di Poteri”. Art. 1: 1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attività bancaria. Essa ha carattere d'impresa. 2. L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche. 3. Le banche esercitano ogni altra attività finanziaria connessa o strumentali. Art. 4: 2. La raccolta del risparmio tra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche. Art. 12: 1. Le banche possono emettere obbligazioni, anche convertibili, nominative o al portatore. Art. 13: 1. La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo le banche autorizzate. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 6 La normativa (continua) Il T.U. permette agli Istituti di Credito di scegliere tra Banca Universale e Gruppo Bancario Banca Universale Gruppo Bancario Svolge in maniera diretta tutte le attività La Capogruppo affida le attività alle controllate Non ci sono ridondanze di costi Costi elevati per marketing, personale, I.T. Unicità del comando Difficoltà nella gestione delle unità Necessita di maggiori competenze Elevata competenza per ogni attività Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 7 Le privatizzazioni Il Processo di Privatizzazione Ha portato il mercato bancario verso assetti più efficienti e adeguati al confronto competitivo. (Nell’ultimo ventennio la quota di attivo gestito da banche pubbliche è passata dal 70% all’8%). Il processo di privatizzazione è stato scandito da due passaggi fondamentali: Assunzione della forma societaria da parte delle banche pubbliche Collocamento del Capitale presso i risparmiatori Gli obiettivi: oltre la competizione… Ridurre il debito pubblico. Favorire gli ideali di libero mercato. Eliminare le inefficienze della gestione statale. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 8 Il fenomeno della concentrazione 9 Negli anni ’90 inizia il processo di aggregazione e privatizzazione delle banche Iri che ha condotto alla formazione di grandi gruppi nazionali (privatizzazione del Credito Italiano e della Banca Commerciale Italiana). Negli ultimi dieci anni sono state realizzate oltre 300 operazioni di concentrazione, che hanno portato il sistema bancario italiano a configurarsi come il secondo – dopo la Francia – tra i principali sistemi bancari europei più concentrati. ALCUNE OPERAZIONI: • Inizio 2007: integrazione San Paolo IMI – Banca Intesa. • Fine 2007: Banca di Roma acquisisce Unicredit. • Inizio 2008: MPS acquisisce Antonveneta e l’integrazione tra i gruppi Banco Popolare di Verona e Novara e Banca Popolare Italiana comporta la riorganizzazione della rete territoriale. • Inizio 2009: Banca Popolare dell’Emilia Romagna acquisisce Meliorbanca. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Effetti della Crisi sul Sistema Bancario 10 Estate 2007 inizio della crisi: una forte turbolenza dei mercati finanziari Americani viene trasmessa al mercato Europeo, dove molti intermediari detenevano in portafoglio titoli connessi al mercato dei subprime statunitensi. L’incremento dei tassi di interesse sul dollaro e la forte diminuzione del prezzo delle case hanno fatto aumentare le insolvenze dei prenditori più deboli, non più in grado di far fronte a rate crescenti sui mutui. Le insolvenze nel segmento subprime si sono diffuse ad altri comparti dei mutui. Il contagio si è trasmesso soprattutto attraverso la caduta dei prezzi dei Prodotti Strutturati aventi come sottostante i mutui subprime. I rating di questi prodotti sono crollati e gli investitori con un indebitamento elevato hanno dovuto fronteggiare crescenti richieste di copertura. La crisi di fiducia si è estesa all’insieme della finanza strutturata. Il deprezzamento dei prodotti strutturati, insieme con l’incertezza sulle effettive esposizioni delle banche, ha sollevato dubbi sulla solidità degli intermediari. Il risultato è un aumento del costo di funding delle banche, con riflesso sugli spread credit default swap. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Implicazioni per le imprese Minore disponibilità di credito (Credit crunch) Maggior costo del credito Effetti più gravi per mutuatari deboli In Italia le banche sono meglio patrimonializzate Importante la posizione sull’interbancario della banca di riferimento Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 11 12 Il sistema bancario italiano • DATI DI STRUTTURA 31.12.2008) (consistenze al 31.12.2009 VS 2009 2008 788 799 Gruppi bancari 75 81 Banche capogruppo 77 77 247 247 38 38 421 432 52,5% 52,1% Banche Banche S.p.A Banche popolari BCC Quota di attività dei primi 5 gruppi Fonte: Relazione Annuale Banca d’Italia, 2009 Alla fine del 2009 risultano quotate in borsa 25 banche (una in meno rispetto al 2008) su un totale di 296 imprese quotate in Italia. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 13 Il sistema bancario italiano • EVOLUZIONE DEL GRADO DI CONCENTRAZIONE 40 33,9 Quota % di attività 35 30 38,2 52,5% 35 26,3 22,3 25 18,6 20 13,2 15 12,5 10 5 0 Primi 2 gruppi Gruppi medio-grandi Gruppi e banche medio-piccoli 2000 Gruppi e banche piccoli 2009 • La prima categoria è composta da 2 gruppi di grande dimensione (Unicredit e Intesa San Paolo) cui fa capo il 33,9% delle attività totali del sistema. • Nella seconda categoria (gruppi medio-grandi) rientrano 3 gruppi (MPS, Banco Popolare e Unione di Banche Italiane) con operatività prevalentemente nazionale e una quota dell’attivo pari al 18,6%. • La terza categoria è composta da 51 gruppi e banche individuali di dimensioni medio-piccole, cui fa capo il 35% del totale attivo. • La quarta classe include 594 piccoli intermediari con operatività prevalentemente locale. Fonte: Relazione Annuale Banca d’Italia, 2009 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 14 Il sistema bancario italiano • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE Prestiti bancari in Italia per area geografica Variazioni % sui 12 mesi 12 11,1 10,4 11 10 8 6,7 5,7 6 5,8 4 5,3 2,8 4,7 3,1 1,5 2 2 0 dic-07 dic-08 Centro Nord mar-09 Mezzogiorno mag-09 Italia L’inasprimento nell’erogazione del credito alle imprese varia a seconda dell’area geografica di appartenenza, dell’attività economica svolta e delle dimensioni. Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 15 Il sistema bancario italiano • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE Prestiti bancari in Italia per dimensioni d'impresa Variazioni % sui 12 mesi 15 13,6 13 11 8,1 9 6,4 7 5,8 5 4,9 2,5 3 2,8 1,5 1,1 1 -1 dic-07 dic-08 Imprese medio-grandi 0,5 mar-09 Imprese piccole 0,8 0,9 mag-09 Famiglie produttrici Il differenziale di crescita ha interessato tutte le imprese ma è stato particolarmente ampio per quelle di dimensioni minori. Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Il sistema bancario italiano • 16 CRITERI PER LA CONCESSIONE DEL CREDITO ALLE PMI Entità credito 8% Covenants 4% Rating 28% Conoscenza imprenditore 32% Durata prestito 4% Garanzie 24% La maggior parte delle Banche intervistate ha dichiarato di erogare il credito alle PMI principalmente sulla base di: 1. RATING (criterio oggettivo); 2. CONOSCENZA DELL’IMPRENDITORE (criterio soggettivo). Le garanzie rappresentano ancora un fattore importante. Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Basilea 3 Insieme di nuove regole relative alla vigilanza bancaria, pubblicato in risposta alla crisi finanziaria post fallimento Lehman Brothers. PRINCIPALI NOVITÀ INTRODOTTE • incremento e miglioramento della qualità del capitale detenuto dalle banche attraverso l’incremento dei ratios minimi di vigilanza in modo da migliorarne la qualità; ( scorte di sicurezza = credit crunch) • introduzione di buffer di capitale anticiclici, per evitare che le banche incrementino in maniera eccessiva la propria posizione di rischio in fasi espansive del ciclo economico; • introduzione di requisiti di capitale aggiuntivi per il rischio di controparte relativamente all’attività fuori bilancio delle banche (derivati, garanzie ed impegni); • introduzione del leverage ratio (rapporto tra capitale e totale attivo non ponderato per il rischio); • introduzione di misure di monitoraggio del rischio di liquidità a breve termine (liquidity coverage ratio). Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Basilea 3 POSSIBILI IMPATTI SUL BUSINESS MODEL DELLE BANCHE • Migliore copertura dei rischi • Migliore misurazione dei rischi già coperti da Basilea 2 • Aumento del livello e della qualità del capitale detenuto dalle banche a fronte dei rischi a cui sono esposte • Ottimizzazione della gestione del trade-off tra rischio e rendimento nel business bancario I REGULATOR EUROPEI Il Parlamento Europeo ha approvato ufficialmente la revisione dell’architettura della supervisione finanziaria europea attraverso l’istituzione di 4 autorità di vigilanza europee: • EBA, autorità di vigilanza sulle banche; • ESMA, autorità di vigilanza sui mercati finanziari, • EIOPA, autorità di vigilanza sulle assicurazioni e le pensioni, • CERS, comitato per i rischi sistemici Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Basilea 3 LE BANCHE SISTEMICHE (o SISTEMATICAMENTE RILEVANTI) Sono individuate come banche troppo grandi (o troppo interconnesse, importanti…) per fallire, in relazione al loro ruolo fondamentale per l’equilibrio del sistema economico-finanziario in cui operano. La vigilanza su questi operatori prevederà, quindi, misure addizionali rispetto a quelle incluse in Basilea 3, in modo da prevenire in futuro l’intervento dei governi e l’utilizzo di denaro pubblico per il loro salvataggio Tra le misure proposte: • requisiti addizionali di capitale e liquidità • conversione di parte del debito in capitale • piani specifici per la gestione di situazioni di crisi Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Il sistema bancario italiano • LIMITI DI INVESTIMENTO Le nuove disposizioni di vigilanza sulle partecipazioni detenibili da banche e gruppi bancari impongono, da fine marzo 2010, i seguenti limiti prudenziali: - Limite di “concentrazione”: 15% del patrimonio di vigilanza; - Limite “complessivo”: 60% del patrimonio di vigilanza. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 20 La centralità dell’equilibrio finanziario PRIMO FATTORE STRATEGICO: di stabilità; di sviluppo. SECONDO FATTORE STRATEGICO: statico; dinamico. RAPPORTO CAPITALE PROPRIO/CAPITALE DI DEBITO: costo finanziario; vincoli decisionali; forza contrattuale; rischio da indebitamento. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 21 Una premessa: la centralità dell’equilibrio finanziario INCIDENZA SU SCELTE INERENTI: le dimensioni aziendali; la formula produttiva commerciale. CONDIZIONI: grado di patrimonializzazione; rapporto temporale fabbisogno/fonti; gestione attività; politiche fiscali e di dividendo; riserva di liquidità. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 22 23 Contratti bancari INVESTIMENTI A BREVE FONTI FINANZIARIE A BREVE CAPITALE DI DEBITO A BREVE TERMINE Contratti parabancari Emissioni CAPITALE DI DEBITO A M/L TERMINE INVESTIMENTI FISSI FONTI FINANZIARIE STABILI Apertura di credito Sconto di effetti Anticipo di effetti Finanziamenti stand by Finanziamenti evergreen Factoring Commercial paper Cambiali finanziarie Contratti bancari Mutui Contratti parabancari Leasing Emissioni Obbligazioni Contratti Mezzanino Emissioni Obbligazioni convertibili Emissioni Azioni STRUMENTI IBRIDI CAPITALE DI RISCHIO Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 24 I crediti bancari Apertura di credito in c/c Sconto effetti Accredito effetti salvo buon fine Anticipi import e export B R E V E Anticipi su fatture e contratti Stand by Evergreen Finanziamenti a medio e lungo termine Garanzie a fronte di impegni Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 M / L T E R M I N E T E R M I N E Apertura di credito bancario 25 Contratto che mette a disposizione dell’impresa un credito (fido) utilizzabile in funzione delle proprie esigenze, a fronte dell’impegno a ripristinare l’originaria disponibilità per mezzo di rimborsi parziali o totali e del pagamento dei relativi interessi maturati. CARATTERISTICHE: Flessibilità per fabbisogno di breve periodo Entità del finanziamento variabile in funzione di: fabbisogno finanziario dell’impresa grado di affidabilità dimostrato eventuale prestazione di garanzie accessorie Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Apertura di credito in c/c di corrispondenza È lo strumento tecnico che consente la confluenza di tutte le operazioni per cassa. VANTAGGI PER L’IMPRESA: elasticità nell’utilizzo del credito in relazione ai fabbisogni; remunerazioni su posizioni attive. VANTAGGI PER LA BANCA: economici (remunerazione da tassi, commissioni e valute); operativi (attivazione sistema di incassi e pagamenti); conoscitivi dell’attività e dell’andamento del cliente. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 26 Sconto effetti Contratto con cui la banca (scontante) anticipa all’impresa (scontatario) l’importo di effetti cambiari non scaduti, previa deduzione dell’interesse e mediante la cessione salvo buon fine degli effetti stessi. CARATTERISTICHE: Finalità finanziarie e commerciali Scadenza massima 4 mesi (derogabile fino a 12) Modalità di funzionamento: individuazione del “castelletto di sconto” analisi dei titoli presentati valutazione della bancabilità dei titoli negoziazione del tasso di sconto Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 27 Accredito salvo buon fine 28 Contratto con cui la banca mette a disposizione dell’impresa, tramite affidamento su c/c, l’intero ammontare degli effetti in scadenza, con rientro al pagamento degli stessi e con addebito di interessi posticipati e degli eventuali “insoluti”. CARATTERISTICHE: Finalità finanziarie e di servizio all’impresa Durata in funzione della scadenza dei crediti Titoli non “bancabili” Costi: tasso di interesse (variabile in funzione della rischiosità e dell’utilizzo delle somme messe a disposizione) Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Anticipi import e export Si tratta di un contratto con cui la banca anticipa al cliente (con disponibilità in c/c tramite conto separato) la somma (in Euro o in divisa) rappresentante il corrispettivo della merce da importare o da esportare. La scadenza di rientro è prefissata. Diffusa è la pratica del pre-finanziamento all’esportazione. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 29 Anticipi su fatture e contratti Si tratta di un finanziamento a fronte di crediti non cambiari, ma documentati da fatture formalmente regolari o contratti contenenti impegni definitivi e circostanziati, reso disponibile in c/c normalmente tramite un conto separato. Cessione del credito formale o informale. Formula anticipazione su crediti “maturati e maturandi”. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 30 Stand by È un’operazione di finanziamento in cui più banche (un pool, capeggiato da una capofila) concedono all’impresa una linea di credito avente un importo e una scadenza prefissati. L’utilizzo avviene discrezionalmente dietro preavviso, in più soluzioni e per un importo superiore o uguale al minimo stabilito. CARATTERISTICHE: Importo prefissato e termine prefissato (di norma 18 mesi) Facoltà di utilizzo totale o parziale in una o più tranches con preavviso (10-15 giorni) Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 31 Stand by CARATTERISTICHE: Tasso predeterminato fisso o variabile e commissione di mancato utilizzo. Facoltà dell’azienda di recedere con adeguato preavviso 6090 giorni). Facoltà della banca di recedere solo in caso di gravi situazioni (contrattualmente previste). Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 32 Evergreen È un’operazione di finanziamento in pool in cui viene messa a disposizione di una impresa una linea di credito utilizzabile più volte, anche parzialmente, fino al momento della comunicazione della “revoca”. CARATTERISTICHE: Modalità di funzionamento: utilizzi della linea di credito (preavviso scritto indicante la somma, che non può essere inferiore ad un minimo prestabilito, e periodo di utilizzo, da 1 a 3 mesi); rimborsi; facoltà di non utilizzo. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 33 Evergreen Modalità di funzionamento (2): revoca da parte del pool (preavviso di norma di 15 mesi); facoltà di recesso per l’impresa; estinzione della linea di credito; variabilità della linea di credito (può essere rinegoziato ogni 3 mesi). DURATA: È intermedia poiché soggetto a revoca; la durata minima corrisponde a quella prevista per l’esercizio della facoltà di revoca da parte del pool (circa 15 mesi). Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 34 Operazioni su rischi di tassi e cambi Strumenti che le imprese devono utilizzare per limitare i rischi e non per fini “speculativi”. Si realizzano o con scambi di flussi o con liquidazione di saldi. Tipica è l’operazione di copertura a termine mediante la quale l’importatore con pagamento in valuta differito compera valuta a termine secondo l’attuale valore di mercato. Negli swap, si scambiano invece ideali flussi monetari con diversa valuta o tasso, stabilendo a priori i differenziali di cambio o di tasso. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 35 Servizi per contenimento rischi tassi e cambi Currency swap Interest rate swap Contratti derivati Financial future Option Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 36 37 Credito a medio e lungo termine FINALITA’: anticipare flussi futuri di autofinanziamento per consentire la tempestiva realizzazione di investimenti duraturi, mantenendo in equilibrio la finanza aziendale; correggere ex post posizioni di eccesso di indebitamento a breve. OPPORTUNITA’: confronto sui programmi industriali; verifica dei piani finanziari; individuazione degli strumenti bancari più idonei. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 38 Credito a medio e lungo termine OGGETTO: investimenti fissi e in scorte “permanenti”, in brevetti e know how, in ricerca e allestimento di prototipi, in partecipazioni aziendali; smobilizzo di crediti a scadenza prolungata e consolidamento di debiti a breve. PROCEDURA (per l’azienda): predisposizione domanda di finanziamento (elementi anagrafici aziendali; importo e durata richiesti; compagine societaria, amministrativa e di controllo; oggetto e finalità del finanziamento; garanzie offerte). Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Credito a medio e lungo termine PROCEDURA (per l’azienda): eventuali sopralluoghi con perizie tecniche e/o amministrative e/o immobiliari; concordanza sulle condizioni di finanziamento; decisione, per la banca, da parte della persona o dell’organo competenti; stipula del contratto per atto pubblico notarile (in presenza di garanzie reali) o scrittura privata; erogazione sulla base della verifica dell’adempimento di tutte le clausole contrattuali. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 39 40 Credito a medio e lungo termine CONDIZIONI: importo, in genere rapportato all’oggetto del finanziamento e comunque dimensionato alla capacità di rimborso dell’impresa nonché alle eventuali garanzie; durata, da 18 mesi a 15 anni, a seconda delle necessità dell’impresa e delle sue possibilità di restituzione; periodo di pre-ammortamento (sospensione del rimborso capitale), di norma è di 2 o 3 anni, in relazione ai tempi di messa a reddito dei programmi di investimento aziendali; erogazione, totale o per tranches maturazione dei fabbisogni effettivi. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 in relazione alla Credito a medio e lungo termine CONDIZIONI: rimborso, sia in unica soluzione alla scadenza che a rate costanti per interessi a capitale, sia a rate crescenti o decrescenti; tasso di interesse, fisso o indicizzato, anche modificabile nel corso dell’ammortamento; valuta, tenuta presente la tipologia dei flussi monetari dell’impresa. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 41 Credito a medio e lungo termine CONDIZIONI: garanzie, reali o personali, commisurate alla rischiosità del finanziamento, progressivamente riducibili in funzione del rimborso del prestito; altre garanzie possono essere costituite da impegni “di fare” o “di dare”, oppure da covenances, ossia parametri economici patrimoniali e finanziari il cui mancato conseguimento può consentire al finanziatore la revoca del finanziamento. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 42 43 Credito a medio e lungo termine REVISIONI: le clausole di finanziamento a medio termine non sono normalmente modificabili nel corso dell’ammortamento dello stesso; tale rigidità vale per entrambe le parti; il mancato rispetto di clausole contrattuali da parte dell’impresa finanziata fa perdere a questa il cosiddetto “beneficio del termine”; l’impresa, in presenza di esigenze particolari, può peraltro chiederne la revisione, o in relazione a difficoltà di rimborso (dilazione in rate), o in presenza di fonti alternative di finanziamento (rimborso anticipato totale o parziale), o per la necessità di modificare tasso, garanzie o altro. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La valutazione aziendale nella concessione creditizia A BREVE TERMINE A MEDIO/LUNGO TERMINE ELEMENTI COMUNI E DIVERGENTI Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Valutazione dell’impresa La conoscenza dei criteri e dei metodi valutativi della banca è utile all’impresa: per stimolare un processo di autoanalisi per predisporre gli elementi conoscitivi più adeguati. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La valutazione a breve termine 1. ELEMENTI CONOSCITIVI “INTERNI” Rapporto diretto Centrale Rischi 2. DATI ESTERNI “OGGETTIVI” Procedure concorsuali/fallimentari Protesti, decreti ingiuntivi, pignoramenti Gravami “reali” 3. DATI AZIENDALI Assetto formale e funzionale Caratteristiche produttive e commerciali Andamento economico/patrimoniale/finanziario Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Analisi di bilancio: metodo degli indici INDICI DI LIQUIDITA’ Grado di liquidità = primaria Grado di liquidità secondaria Gestione Finanziaria delle Imprese Crediti e disponibile Passività a breve = Crediti e disponibile + rimanenze Passività a breve Lezione 3-4 Analisi di bilancio: metodo degli indici Confronto di dati di sintesi omogenei di stato patrimoniale e di conto economico, relativi a più esercizi, consuntivi e preventivi. Ha l’obiettivo di individuare: incoerenze e straordinarietà struttura media tendenze principali politiche aziendali Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Analisi di bilancio: metodo dei flussi Consente di valutare la capacità dell’impresa di mantenere o conseguire l’equilibrio finanziario. Ad esempio: Fabbisogni Fonti Incremento circolante Reinvestimento utili Incremento investimenti Accantonamenti Rimborso mutui Accensione mutui Emissioni obbligazioni Incremento indebitamento bancario Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La valutazione a medio-lungo termine È rivolta a valutare le prospettive future. Si basa sull’individuazione dei valori aziendali che possono conservare validità nel tempio e contribuire all’equilibrato sviluppo dell’impresa tenendo conto del contesto in cui opera. 1. CARATTERISTICHE STRUTTURALI AZIENDALI Qualità imprenditoriale/manageriale Assetto organizzativo/funzionale Grado di patrimonializzazione 2. CAPACITÀ COMPETITIVA Quota di mercato Posizione rispetto determinanti costo produzione Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La valutazione a medio-lungo termine 2. CAPACITÀ COMPETITIVA (continua) Posizioni rispetto variabili competitive Tipologia clientela 3. CARATTERISTICHE DI MERCATO Tasso di crescita della domanda Mercato potenziale Prodotti differenziati o meno Prodotti in via di sostituzione Pressioni concorrenziali Contenuti tecnologici di processo o prodotto Barriere all’entrata Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 La valutazione a medio-lungo termine 4. POLITICHE GESTIONALI Sviluppo Consolidamento o difesa Recupero capacità concorrenziali Disimpegno Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Il rapporto impresa-banche: conflittualità RAGIONI DELLE IMPRESE Costi elevati Garanzie eccessive Incertezza, staticità e inefficienza RAGIONI DELLE BANCHE Informazioni inadeguate Strategie e comportamenti carenti Capitalizzazione insufficiente CONSEGUENZE Frammentazione rapporti bancari Fidi multipli Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Costo del denaro FATTORI Costo raccolta Costo intermediazione RIMEDI DELLE BANCHE Riduzione costi operativi Selezione investimenti Razionalizzazioni organizzative Contenimento rischi - sviluppo servizi remunerativi RIMEDI DELLE IMPRESE Qualificazione informazioni Accrescimento capitalizzazione - selezione fonti Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Inadeguatezza relazionale Fattori: carenze di attitudine e disponibilità; insufficienti modalità e strumenti di comunicazione. Rimedi delle banche: miglioramento della conoscenza della controparte; cambiamento culturale; adeguamento comunicazione interna ed esterna; accrescimento servizi. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Inadeguatezza relazionale (continua) Rimedi delle imprese: miglioramento conoscenza della controparte; consapevolezza delle proprie ragioni e dei propri doveri; approfondimento della conoscenza delle proprie esigenze e delle possibili relative soluzioni; arricchimento informativa esterna. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Gestione rapporti impresa-banche 1. CONOSCENZA FABBISOGNI, STRUMENTI E FONTI 2. SELEZIONE FONTI 3. INTERLOCUTORE PERSONALIZZATO 4. ATTEGGIAMENTO ATTIVO E COINVOLGENTE 5. CONTINUITA’ 6. CORRETTEZZA, TRASPARENZA E COMPLETEZZA INFORMATIVA 7. COLLEGAMENTO CREDITO-OPERATIVITA’ REALE 8. PROPENSIONE NON SPECULATIVA 9. TEMPESTIVITA’ NELLE EMERGENZE 10. SENSO DEL LIMITE CONTRATTUALE Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Il ruolo delle banche nelle ristrutturazioni aziendali Consolidamento debiti Abbuono interessi Rinuncia crediti capitale (ed eventuale loro trasformazione in capitale di rischio) Fornitura nuova finanza Combinazione operazioni M&A Partecipazione organi amministrativi e/o di controllo e scelta del management Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 59 Contratti bancari INVESTIMENTI A BREVE FONTI FINANZIARIE A BREVE CAPITALE DI DEBITO A BREVE TERMINE Contratti parabancari Emissioni CAPITALE DI DEBITO A M/L TERMINE INVESTIMENTI FISSI FONTI FINANZIARIE STABILI Apertura di credito Sconto di effetti Anticipo di effetti Finanziamenti stand by Finanziamenti evergreen Factoring Commercial paper Cambiali finanziarie Contratti bancari Mutui Contratti parabancari Leasing Emissioni Obbligazioni Contratti Mezzanino Emissioni Obbligazioni convertibili Emissioni Azioni STRUMENTI IBRIDI CAPITALE DI RISCHIO Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 60 Leasing “Operazioni di locazione di beni mobili ed immobili, acquistati o fatti costruire dal locatore su scelta ed indicazioni del conduttore, che se ne assume tutti i rischi, e con la facoltà di quest’ultimo di divenire proprietario dei beni locati al termine della locazione, dietro versamento di un prezzo prestabilito”. Sul piano economico, il contratto sembra più efficacemente definibile come finanziamento della disponibilità di un bene: mediante l’operazione di leasing una parte (locatore) si impegna ad acquistare e cedere in locazione un bene acquisito presso un fornitore ad un’altra parte (locatario), la quale,al termine del contratto, ha la facoltà (opzione) di acquistarlo ad un prezzo prefissato: Fornitore Prezzo Locatore Bene Canoni + Riscatto Operativo Gestione Finanziaria delle Imprese Locatario Finanziario Lezione 3-4 Leasing 61 Operativo Il locatario intende essenzialmente godere del bene locato senza necessariamente assumerne l’onere di manutenzione o di conduzione amministrativa ed il rischio di obsolescenza. ●l’oggetto della locazione è un bene standardizzato in grado di dare un contributo positivo al reddito del locatario ripetutamente nel tempo; ●la durata contrattuale dell’operazione è inferiore alla vita economica del bene, il quale può pertanto essere nuovamente locato; ●la titolarità giuridica del bene, i costi installazione e manutenzione e gli altri rischi ed oneri rimangono in ogni tempo a carico della società locatrice; ●il prezzo di riscatto è in linea con quello di mercato del bene al momento dell’opzione concessa al locatario; ●in genere il riscatto del bene è poco frequente: il locatario tende a chiedere il rinnovo del contratto o a restituire il bene. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Leasing 62 Finanziario Il locatario si propone in via prioritaria di finanziare la disponibilità di un bene strumentale all’esercizio della propria attività. •il bene è strumentale all’attività del locatario; spesso è dotato di elevato contenuto tecnologico e, quando non è disponibile sul mercato, viene costruito su specifico progetto del locatario; •la durata contrattuale si estende nel medio/lungo termine, potendo anche coincidere con la vita economica del bene; •i canoni di locazione sono comprensivi dell’ammortamento del bene, dell’interesse sul capitale investito e del ricarico della società di leasing, per un importo globale superiore al costo del bene; •al termine del contratto il locatario può riscattare il bene pagando una somma ampiamente inferiore sia al suo valore di mercato sia al valore d’uso che egli stesso gli attribuisce; •la mera titolarità giuridica del bene rimane al locatore, ma tutti gli oneri (costi d’impianto, di collaudo, di manutenzione, di assicurazione) e gli altri rischi vengono assunti dal locatario; •l’operazione ha struttura trilaterale, in quanto coinvolge sempre i tre soggetti distinti: fornitore, locatore e locatario. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 63 Factoring Il factoring è una tecnica di gestione dei crediti con la quale si realizza la cessione dei crediti commerciali vantati da un’impresa nei confronti dei propri debitori ad un intermediario specializzato (factor). Il rapporto ha in genere carattere: ● continuativo nel tempo, cioè la relazione è duratura e non riguarda specifiche transazioni; ● allargato alla globalità dei crediti commerciali dell’impresa cedente; ● esclusivo, nel senso che l’impresa intrattiene rapporti con un solo factor. Factor cessionario Servizi e anticipazione debiti crediti Notifica cessioni Pagamento del debito Impresa cedente Debitore ceduto Rapporto di fornitura Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Factoring: la struttura tecnica dell’operazione 64 ● L’operazione di factoring prende avvio con la valutazione dell’impresa cedente da parte del factor. ● Successivamente l’attenzione si concentra sul portafoglio crediti dell’impresa al fine di individuare quelli oggetto potenziale di successiva cessione. Il factor risulta interessato ad apprezzare, in termini quantitativi, il valore della quota di crediti ceduti rispetto all’ammontare complessivo di quelli detenuti dal cliente e, in termini qualitativi, la tipologia ed il grado di rischio ad essi associato. ● Il cliente sottopone alla valutazione preventiva l’intero portafoglio crediti (commerciali) e fornisce informazioni in merito alla sua evoluzione attesa; sarà poi il factor ad indicare i crediti accettati in cessione, definendo così il plafond globale, a carattere rotativo, riconosciuto all’impresa. ● L’individuazione del portafoglio avviene seguendo un criterio di omogeneità dei crediti (in termini territoriali, merceologici o di clientela) o su base puntuale, selezionando cioè i nominativi dei singoli debitori. La scelta, in ogni caso, si basa sulla valutazione dei rischi connessi al debitore o al segmento di debitori individuato e non può prescindere dal considerare le caratteristiche di composizione del portafoglio crediti già in possesso del factor. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4 Factoring: le funzioni 65 Le funzioni che il factor svolge nella forma più completa del contratto sono le seguenti: • gestione dei crediti • garanzia dai rischi di inadempimento • finanziamento tramite lo smobilizzo dei crediti ceduti Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 3-4