Vaticano, il cardinale Comastri: «Il Papa soffre, ma non si dimetterà» Parla l'arciprete della basilica di San Pietro Mercoledì 30 Maggio 2012 articolo di Franca Giansoldati da CITTA’ DEL VATICANO - Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, uno dei cardinali più vicini a Benedetto XVI, rompe il silenzio su Vatileaks. Si parla di un corvo tra voi cardinali, è così? «Lo escludo. Secondo me è la trama di un romanzo di appendice. Mai avvertito una realtà del genere. Glielo assicuro». Eppure all’esterno passa l’immagine di una curia squassata al suo interno da lotte e vecchi rancori. «Si leggono descrizioni fantasiose. Tra noi non ci sono le trame oscure, le lotte, che qualcuno con ostinazione vuole fare credere. C’è ovviamente una dialettica. Ci possono essere diverse sensibilità ma tra tutti cardinali c’è un amore viscerale per il Signore. Ripeto: esistono sensibilità diverse su una questione piuttosto che su un’altra, ma del resto Dio non ci ha mica fatto in fotocopia. Ognuno è originale». Come si spiega quella strana fuga di documenti dalla stanza del pontefice? «Non vedo ancora chiaro su questa vicenda e non me la sento di dare un giudizio fino a quando non ci saranno elementi precisi, ma non mi meraviglio che sia potuto accadere anche questo. Tuttavia si va avanti serenamente. La lotta tra il bene e il male, a tutti i livelli, fa parte della vita. Il grano e la zizzania convivono nel mondo però con una certezza di fede, che alla fine vincerà il bene». Quale potrebbe essere l’obiettivo ultimo di Vatileaks? «Certamente c’è un progetto dietro per indebolire la Chiesa, ma la Chiesa da sempre è andata avanti in mezzo alle lotte. La Chiesa non è forse iniziata con una crocefissione? Mi creda, le forze del male non prevarranno, non perche siamo bravi e buoni noi, ma perche c’è dietro Qualcuno che sostiene la nostra debolezza». Il Papa come sta vivendo il momento? «Soffre in prima persona, ma il compito di soffrire rappresenta il successore di Pietro perché rappresenta tutti noi; la sua vita è un martirio». Scoraggiato da questo brutto capitolo non potrebbe maturare l’idea di rassegnare le dimissioni? «È impensabile per come è lui, un uomo che si spende sino alla fine e questo rientra nella sua visione della vita, dovesse anche soffrire e morire soffrendo. Il Papa è pronto a farlo e non si dimetterà mai». Come lo ha trovato domenica alla messa di Pentecoste? «Era sereno anche se sofferente. Sul volto del Papa oltre alle nuvole passa però il sole di tutta la Chiesa. Ed è la sua missione. Una volta, lui stesso, ha parlato del martirio della guida». Lei conosce il maggiordomo Paolo Gabriele? «Certo. Personalmente ho avuto sempre un ottimo giudizio su di lui. Mi sembrava un giovane rispettoso, buono, educato e devoto. Fatico a credere che da parte sua ci sia un progetto perverso, ma evidentemente...» Come finirà questa storia? «Che le indagini arriveranno alla verità, il Papa lo vuole e su questo non transige». Brutto periodo... «Guardi l’avventura cristiana nasce da un tradimento e un rinnegamento. Dal tradimento di Giuda, al quale Gesù si rivolge dicendogli: amico e dal rinnegamento di Pietro, alle cui lacrime Gesù ha creduto subito. … …Questo per dire che la Chiesa non è un cammino trionfale, ma una esperienza drammatica di lotta tra il bene e il male, con una certezza, che Cristo è risorto e vince». Testo: intervista di Franca Giansoldati dal quotidiano “Il Messaggero.it” del 30,Maggio 2012 Musica: Atto 2934, Divano, Era Composizione: Nicola Paradiso Grafica: Gentilmente ripreso da altro pps Lulu. Cliccare ESC per uscire o attendere riapertura automatica