Anestesia Definizione Anestesia • Abolizione, mediante l’utilizzo di farmaci, della sensibilità dolorosa anche patologica, in corso di atti chirurgici Si distinguono, in particolare: • Anestesia generale, che comporta l’abolizione della coscienza • Anestesia loco-regionale, che interessa una limitata parte del corpo e non comporta quindi l’abolizione della coscienza Rianimazione • Scienza il cui obiettivo, in situazioni di pericolo di vita, è quello di mantenere o riportare in equilibrio le funzioni fisiologiche vitali Anestesia generale Gli scopi principali dell'anestesia generale sono: • ipnosi (abolizione della coscienza) • analgesia (abolizione del dolore) • miorisoluzione (rilassamento/paralisi dei muscoli) • amnesia (abolizione del ricordo di tutto quanto accade) • Componenti anestesia generale incoscienza miorisoluzione analgesia I farmaci per l’anestesia generale Pentothal o TPS • Classe dei barbiturici (derivati dall’acido gamma-amino-butirrico, GABA) • Riduce il metabolismo e il flusso ematico cerebrale • Si distribuisce ai tessuti più perfusi come il cervello dando l’effetto clinico. Poi avviene la redistribuzione verso tessuti meno perfusi come il muscolo fine dell’effetto della dose di induzione Pentothal o TPS (segue) • Dose: 3-5 mg/Kg • Diluizione: 1 gr/40 ml di acqua per preparazioni iniettabili: 25 mg/ml • Il farmaco si lega alle proteine plasmatiche. La parte libera, non legata è quella attiva farmacologicamente • Quindi: pz. Ipoproteinemico: ridurre la dose, mentre in pz. Etilista il dosaggio va aumentato x induzione enzimatica • Metabolismo: epatico, ma il risveglio dipende dalla redistribuzione Pentothal o TPS (segue) • Effetti sul SNC: riduzione del metabolismo cerebrale, depressione dell’EEG dose dipendente fino a EEG piatto • Respirazione: depressione del respiro dose dipendente • Cardiovascolare: Riduce la gittata, aumenta la FC con aumento del consumo di ossigeno da parte del miocardio Pentothal o TPS (segue) • Complicanze: rash cutaneo al torace e al volto che regredisce di solito spontaneamente • Necrosi acuta della mano con dolore lancinante se iniettato per sbaglio in arteria • Edema e dolore per stravaso in tessuti extravascolari propofol • utilizzato sia come induttore per anestesia generale che, da solo, per sedazioni in rapide manovre diagnostiche o chirurgiche • Esempi: gastroscopie, rettoscopie, aborti, raschiamenti • Metabolismo: epatico x glicurono-coniugazione, trasformato in composti idrosolubili ed eliminati x via renale Propofol (segue) • Effetti sul cuore: ipotensione anche importante, accompagnata da bradicardia momentanea • Effetti sulla respirazione: provoca apnea la cui durata dipende dalla dose e dal tempo di somministrazione. Solitamente l’apnea dura 3060 secondi • Effetti sul SNC: diminuisce la pressione endocranica. Essenzialmente è un ipnotico, non è certo se abbia proprietà analgesiche. • Può provocare dolore vivo in sede di iniezione se la vena è di piccolo calibro, come nella mano Propofol (segue) • Di solito è un farmaco ben tollerato e considerato piacevole da parte dei pazienti: l’induzione è dolce e al risveglio descrivono spesso una sensazione di benessere • Dosaggio: 2 mg/kg per indurre una vera anestesia generale • Per blande sedazioni come in gastroscopia: 1 mg/kg Midazolam (Ipnovel) • Potente sedativo utilizzato nella premedicazione dei pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico • Utilizzato anche in terapia intensiva per la sedazione estemporanea dei pazienti (bolo da 1 a 5 mg ev) o in pompa siringa (45 mg in 50 ml, a 2 -3 ml/ora) • Utilizzato anche come induttore dell’anestesia generale Midazolam (Ipnovel) segue • Può dare disorientamento specialmente nei pazienti anziani • Sonnolenza • Disturbi della memoria • Potenziamento degli effetti di altre molecole deprimenti il SNC (etanolo) • Tolleranza e dipendenza Succinilcolina (Midarine) • Miorilassante depolarizzante (depolarizza la placca neuromuscolare) a brevissima durata di azione, viene utilizzato per favorire l’intubazione tracheale • La brevissima durata di azione può essere di vitale importanza se il paziente non è intubabile e/o inventilabile. Ci sarà ripristino di attività respiratoria propria in pochi minuti -- salvezza! • Durata breve perché idrolizzata dalle pseudocolinesterasi presenti nel fegato e nel plasma • Se il pz ha poche colinesterasi per patologie epatiche, il blocco può risultare molto più lungo del previsto Succinilcolina (Midarine) segue Complicanze: • Bradicardia anche importante, fino all’asistolia in alcuni casi, soprattutto dopo una seconda somministrazione ravvicinata • Dolore muscolare postoperatorio causato dalle fascicolazioni muscolari asincrone prima del blocco • Aumento del K+ tale da determinare anche arresto cardiaco in determinate patologie (es. ustionati e malattie neuromuscolari) Succinilcolina (Midarine) segue • Aumenta la pressione intraoculare, (per contrazione delle miofibrille dell’occhio e per vasodilatazione dei vasi oculari) quindi non si deve usare in pazienti con traumi dell’occhio o con glaucoma • Aumenta la pressione intracranica, quindi non andrebbe usato in pazienti con traumi o tumori cerebrali • Nel paziente emorragico, es. nell’aneurisma dell’aorta addominale rotto, non andrebbe usato per il rischio che le fascicolazioni muscolari favoriscano l’emorragia in un paziente al momento tamponato Atracurium (tracrium) • Curaro largamente usato in anestesia generale. Si usa per mantenere il rilasciamento muscolare dopo avere intubato il paziente utilizzando la succinilcolina • Oppure si usa direttamente per l’intubazione del paziente (non depolarizzante, quindi non ci sono fascicolazioni, nel postoperatorio il paziente non avverte dolore muscolare • Se intubazione difficile o impossibile, non c’è modo di antagonizzare il farmaco prima di 20 minuti circa (se il paziente diventa inventilabile??) Altri curari di comune utilizzo • Vecuronio (Norcuron) • Cisatracurium (Nimbex) • Mivacurium (Mivacron): quest’ultimo viene idrolizzato dalle pseudocolinesterasi plasmatiche, come la succinilcolina. Ha una breve durata di azione, circa 10-15 minuti. • Per l’intubazione tracheale bisogna attendere circa 120 secondi, avendo onset più lento della succinilcolina • Come per la succinilcolina, si può avere blocco prolungatro in pazienti con bassi livelli di colinesterasi Neostigmina (Prostigmina) • Antagonista dei curari non depolarizzanti • Dosaggio: generalmente 4 fiale somministrate assieme ad atropina che ne antagonizza gli effetti cardiaci (bradicardia e, a volte, comparsa di aritmie) Fentanil (fentanest) • Morfinomimetico 50 volte più potente della morfina nel provocare analgesia chirurgica Fentanil (segue) Molteplici usi: • Premedicazione • Durante anestesia generale • Sedazione in continua in rianimazione associato a benzodiazepine Fentanil (segue) Complicanze: • Nausea e vomito • Depressione respiratoria • Ipotensione e bradicardia Fentanil (segue) • Dato che provoca insufficienza respiratoria non dovrebbe essere usato in pazienti obesi e/o già compromessi dal pdv respiratorio • In caso di apnea da Fentanest la terapia si basa sulla somministrazione di naloxone, che lo antagonizza. Remifentanil (Ultiva) • Rapido inizio e termine dell’effetto, entro 5 minuti indipendentemente dalla durata di somministrazione • Usato sia in sala operatoria, per induzione dell’anestesia generale come per il mantenimento della stessa • Usato anche in terapia intensiva per il trattamento del dolore • Somministrazione avviene in infusione continua con pompa siringa Remifentanil (Ultiva) segue Complicanze: • Depressione respiratoria, come tutti i morfnici • Rigidità muscolare: si sospende l’infusione e si ha una risoluzione della sintomatologia dopo pochi minuti • Ipotensione e bradicardia dose dipendente, si tratta con la riduzione della velocità di infusione Anestetici alogenati • Sevoflurane (Sevorane), Isoflurane (Forane): Mantenimento dell’anestesia generale • L’effetto dipende dalla solubilità del gas nel sangue e dalla concentazione inspirata del gas • Più è solubile nel sangue, più farmaco sarà richiesto perchè arrivi a saturare il sangue per cui l’induzione sarà più lenta • Gas meno solubili come il protossido d’ azoto saturano il sangue con piccole concentrazioni quindi l’induzione è rapida Ketamina (Ketanest) • E’ l’unico farmaco tra quelli usati in anestesia che non deprime il sistema respiratorio e cardiocircolatorio • Provoca analgesia e perdita di coscienza con una anestesia definita dissociativa • L’effetto si ha in pochi secondi (30’’) Ketamina (ketanest) segue • Farmaco di prima scelta per indurre anestesia generale nel paziente in stato di shock • Utilizzato nelle medicazioni dei pazienti ustionati in respiro spontaneo • Nel taglio cesareo, poiché non passa la barriera placentare può essere usato per aumentare l’effetto dell’induttore di anestesia generale in caso di estrazioni fetali difficoltose • nei bambini: sedazione, per via i.m., per consentire l’incannulamento di vena periferica. Somministrato e.v. per la rapida riduzione di fratture Fase preoperatoria • Premedicazione del paziente, mezz’ora prima dell’ingresso in c.o. mediante ansiolitici. • All’arrivo nel blocco operatorio, si incannula una vena periferica con agocannula di misura adeguata al tipo di intervento e alle necessità di infusione o trasfusione quindi lo si posiziona sul lettino operatorio • Si monitorizza il paziente con NIBP, pulsossimetro, ECG Preparazione all’induzione • Maschera facciale di diametro adeguato al paziente, da collegare al • • • • • • • • sistema di ventilazione in ossigeno con va e vieni Cannula di Mayo Laringoscopio a lama curva di dimensioni adeguate al paziente e/o secondo preferenze dell’anestesista Tubo tracheale (diametro 7.0 per donne e 7.5 per uomini), con cuffia già testata e sgonfiata completamente Lubrificante per il tubo tracheale Mandrino da utilizzare in caso di difficoltà all’intubazione Pinze di Magill se l’intubazione è nasotracheale Siringa per gonfiare la cuffia del tubo tracheale Aspiratore sempre pronto per eventuali rigurgiti Intubazione difficile: Mallampati Intubazione difficile: Cormack e Lehane II I III IV Tubo tracheale e laringoscopio • In questa immagine si possono vedere, sulla sinistra il "Tubo Endotracheale", che permette la respirazione durante anestesia generale ed il "Laringoscopio", sulla destra che è lo strumento che è utilizzato per introdurre il tubo Endotracheale nella corretta posizione. Cannula di Mayo • E' una cannula di materiale plastico dotata di un rinforzo nella zona dove, • una volta posizionata in modo adeguato, si appoggeranno le arcate dentarie del paziente. Serve a mantenere pervie le prime vie respiratorie tenendo ferma la lingua sulla base della bocca, impedendone di cadere all'indietro andando ad ostruire il passaggio dell'aria nella faringe. Mandrini per intubazione difficile • In caso di difficoltà all’intubazione per mancata visualizzazione della glottide in corso di laringoscopia diretta, il mandrino, di plastica, più o meno rigido, a seconda del modello, viene inserito nel lume del tubo tracheale. La rigidità del mandrino ci dà la possibiltà di modificare l’angolazione della parte distale del tubo stesso (ad uncino) consentendoci di posizionare correttamente il tubo. Il mandrino DEVE essere rimosso PRIMA dell’introduzione del tubo in trachea, una volta che esso è posizionato a livello della glottide, per prevenire danni alla trachea stessa Pinze di Magill • Consentono di afferrare il tubo tracheale, passato dalle coane, e di indirizzarlo verso la glottide qualora esso tenda a progredire verso l’esofago (glottide alta) Monitoraggio in anestesia • ECG (solitamente la derivazione II) • Pulsossimetro (se attendibile, la frequenza delle pulsazioni riflette quella dell’ECG) • Capnometro (dopo intubazione conferma il posizionamento del tubo in trachea e valuta comunque la ventilazione più o meno adeguata del paziente) • Pressione arteriosa non invasiva (NIBP) potrebbe non essere utile in corso di ipotensione marcata • Pressione cruenta: mediante cateterino inserito in a. radiale, attendibile anche in ipotensione importante • Pulsossimetro Importanza del saturimetro • Informa su desaturazine del pz a volte misconosciuta: senza il saturimetro, ad esempio, nel pz. anemico la manifestazione clinica può essere ritardata • Ad esempio, l’intubazione esofagea ovviamente provoca calo repentino della SaO2. Attenzione però che una buona ventilazione pre-intubazione ritarda la comparsa di questo segnale di allarme • Le modificazioni della saturimetria non avvengono in tempo reale: guardare sempre la clinica! • Questa è la curva di dissociazione dell'emoglobina che dimostra la relazione tra la quantità di ossigeno disciolto nel sangue (pressione parziale) e la percentuale di emoglobina saturata di ossigeno (SaO2). Questo sta a significare che misurando con la pulsiossimetria la saturazione in ossigeno dell'emoglobina è possibile stimare indirettamente la quantità di ossigeno presente nel sangue. Questo è riportato nella tabella seguente: • • • 97% saturazione = 97 PaO2 (normale) 90% saturazione = 60 PaO2 (pericolo) 80% saturazione = 45 PaO2 (grave ipossiemia) Monitoraggio della ventilazione • Questa immagine riporta le curve di alcuni parametri che sono controllati durante anestesia direttamente sul monitor e che fanno riferimento alla respirazione artificiale che è messa in atto ogni qual volta si proceda ad anestesia generale Capnometria • Questo è il tracciato "Capnografico" durante anestesia. Questo tracciato misura la quantità di Anidride Carbonica eliminata dai polmoni. La parte ascendente della curva rappresenta la fase espiratoria, cioè quella fase del ciclo respiratorio che permette la eliminazione della Anidride Carbonica, mentre la parte discendente rappresenta la fase inspiratoria, cioè l'ingresso nei polmoni di gas privi di Anidride Carbonica Importanza della capnometria • Intubazione alla cieca: uno dei parametri più importanti è la capnometria: se il tubo è in realtà in esofago, ovviamente non ci sarà la curva della PCO2. • Controllo della ventilazione: se PC2 è alta, il paziente probabilmente è ipoventilato • Se è bassa, probabilmente il pz è iperventilato • La PCO2 si riduce improvvisamente anche nell’embolia polmonare. Si azzera nell’ACC. Segno di riuscita di una rianimazione cardiopolmonare è infatti la ricomparsa della curva della PCO2 • BIS • La valutazione del livello di coscienza durante anestesia è oggi possibile grazie ad apparecchiature semplici che permettono l'analisi dell'attività cerebrale attraverso l'applicazione di elettrodi di plastica a livello della fronte del paziente. Questo è un esempio di tracciato rilevato con questo strumento. Il valore 100 riportato sulla scala corrisponde ad una condizione di normaltà (paziente sveglio, vigile e cosciente). Dopo l'inizio dell'anestesia si può osservare un brusca caduta dell'indice BIS che si porta a valori intorno a 35-40, che rappresentano la condizione di anestesia completa. Monitoraggio della diuresi • Questo è il più semplice sistema (sacca di raccolta) per controllare la produzione di urine durante una procedura chirurgica. Richiede il posizionamento di un catetere in vescica. Il controllo della diuresi intraoperatoria è utilizzato solo in particolari tipi di interventi e non di "routine" • Misura della temperatura corporea • Il controllo della temperatura corporea in corso di anestesia si attua semplicemente con delle sonde termometriche che comunemente sono posizionate a livello del faringe o dell'esofago. Queste sonde consentono un controllo continuo della temperatura il cui valore è visualizzato in un display, come quello riportato nell'immagine. Controllo della pressione arteriosa • Questo bracciale serve per la misurazione della pressione arteriosa. Il suo Anestesista potrà controllare in questo modo la sua pressione arteriosa in qualunque momento. Induzione dell’anestesia • Preparazione dei farmaci necessari all’induzione e al proseguimento dell’anestesia, inclusi farmaci di emergenza ritenuti necessari, marcando le siringhe con segni di riconoscimento e/o con etichette adesive. • Si induce il paziente con l’agente ipnotico mentre si somministra ossigeno tramite maschera facciale collegata a va e vieni • Dopo la somministrazione del miorilassante, si procede all’intubazione tracheale Induzione dell’anestesia (segue) • Dopo posizionamento del tubo tracheale lo si cuffia e lo si collega al respiratore tramite l’apposito circuito • Si ausculta il torace per verificare il corretto posizionamento del tubo • Si inizia il mantenimento dell’anestesia generale mediante i gas alogenati e/o mediante farmaci endovenosi • Soprattutto nei primi minuti, si monitorizza di frequente la P.A. per possibili ipotensioni farmaco-indotte. Mantenimento dell’anestesia Gas anestetici alogenati: sevorane, isoflurane vengono somministrati dal respiratore assieme all’ossigeno ed eventualmente al protossido di azoto • I farmaci endovenosi (Propofol, remifentanil) vengono invece somministrati mediante pompa siringa impostata alla velocità di infusione desiderata, che può essere modificata secondo le esigenze • Curaro x il rilasciamento muscolare Termine dell’anestesia • Pochi minuti prima della fine dell’intervento ci si prepara alla fase di risveglio, diminuendo il dosaggio dei farmaci usati nel mantenimento dell’anestesia generale. • Si prepara il farmaco antagonista del curaro, la prostigmina, generalmente somministrata assieme ad atropina, che ne antagonizza gli effetti sulla frequenza cardiaca (bradicardia). • Si preparano di solito 4 fiale di prostigmina e 2 fiale di atropina, miscelate o in siringhe separate a seconda delle scelte personali dell’anestesista Termine dell’anestesia (segue) • Graduale risveglio del paziente dopo smaltimento dei gas e dei • • • • farmaci endovenosi somministrati. Valutare il grado di decurarizzazione: chiedere al paziente di stringere le mani, sollevare la nuca dal lettino Aspirare nel tubo tracheale e nel cavo orale Se il pz presenta autonomia dal pdv respiratorio si rimuove il tubo tracheale NON PRIMA di avere sgonfiato completamente la cuffia del tubo Eventualmente si assiste il pz dopo estubazione con maschera facciale collegata a va e vieni Anestesia in emergenza urgenza La sicurezza in anestesia • • • • Mantenere la calma anche in condizioni di emergenza Organizzare l’assistenza: dare compiti specifici al personale Verificare che un ordine impartito sia stato ben compreso Occhio clinico: valutazione del paziente senza fidarsi ciecamente del monitoraggio • Eventualmente cercare aiuto: 4 mani sono meglio di 2 • Cercare di tamponare al meglio le situazioni di emergenza: es. se compare ipotensione grave, somministrare liquidi e plasma expanders mentre si identificano le cause Fattori che influenzano la scelta delle tecniche • La reale emergenza: l’intervento è davvero indifferibile? • La storia medica del paziente (terapie assunte, allergie, riferiti problemi in precedenti anestesie) • Intervallo dall’ultimo pasto (spesso in urgenza i pazienti non sono a digiuno) • Alternative all’intubazione ( se è possibile eseguire anestesia locoregionale) • La possibilità o la certezza che l’intubazione sarà difficile Paziente a stomaco pieno (1) • Il rischio è che il paziente possa vomitare senza essere in grado di proteggere le vie aeree in quanto addormentato • Le conseguenze, gravissime, sono essenzialmente due: - Una asfissia per ostruzione completa delle vie aeree - Una inalazione di vomito con conseguente polmonite ab-ingestis Paziente a stomaco pieno (2) • Se possibile attendere 6 ore dall’ultimo pasto • Valutare possibili fattori aggravanti (atonia gastrica nei diabetici, gravidanza, occlusione intestinale, ernia jatale) • Se possibile eseguire anestesia locoregionale • Ridurre il rischio somministrando antiemetici e gastroprotettori • Si deve addormentare? Induzione rapida e manovra di Sellick Induzione a stomaco pieno • • • • Premedicazione con antiemetici e gastroprotettori Approntare tutto il materiale necessario all’intubazione Ossigenazione del paziente in O2 puro per 3-5 minuti Indurre rapidamente (es. TPS) e subito dopo somministrare succinilcolina • A questo punto l’I.P. deve fare la manovra di Sellick: - comprime la cartilagine cricoide con 3 dita e sostiene il collo con l’altra mano fino a nuovo ordine dell’anestesista • A intubazione avvenuta, cuffiare rapidamente il tubo con la siringa (protezione delle vie aeree) e SOLO DOPO l’I.P. può rilasciare la pressione delle dita Il paziente in shock • Praticamente tutti i farmaci per indurre l’anestesia hanno l’effetto di • • • • deprimere il miocardio e indurre vasodilatazione, quindi il paziente si ipotende ulteriormente Nel paziente in shock si può avere ACC all’induzione Per minimizzare gli effetti dei farmaci l’induzione deve essere eseguita con estrema lentezza, sospendendo la somministrazione appena il paziente perde coscienza In alcuni casi, il paziente arriva già non cosciente, quindi la somministrazione di ipnoinducenti può essere del tutto omessa Nel paziente in ACC, non servono farmaci, l’intubazione viene eseguita direttamente Allterazioni dello stato di coscienza • Si deve valutare lo stato di coscienza del paziente: - Se il paziente ha una coscienza depressa, il dosaggio di ipnoinduttore deve essere ridotto - Se invece il paziente è molto agitato può occorrere una dose aumentata per ottenere la perdita di coscienza Ferite aperte del bulbo oculare • Si devono evitare i farmaci che aumentano la pressione endooculare (Ketamina, succinilcolina) Situazioni complesse • Pz in shock e con ipertensione endocranica: che fare? si decide per il male minore: - Il rischio di peggiorare l’ipertensione endocranica va messo in secondo piano - L’utilizzo di farmaci (ketamina) che deprimano il meno possibile il miocardio all’induzione è comunque da preferire (mantenere l’equilibrio cardiocircolatorio) Anestesia locoregionale Si distinguono principalmente: • • • • Peridurale Spinale Caudale Plessica Anestesia spinale o subaracnoidea Indicazioni • Interventi chirurgici sotto l’ombelico Materiale necessario • Ago specifico per anestesia spinale, generalmente di 24, 25, 27 G • Marcaina iperbarica 0,5% • Occorrente per campo sterile (telini, disinfettante, arcelle) • Siringa per iniettare anestetico Metodica • Si repertano le creste iliache, la linea che unisce le due creste passa per L4 • si spiega in dettaglio al paziente cosa succederà • Il paziente viene monitorizzato con NIBP, ECG • Si posiziona il pz seduto o in decubito laterale a seconda del tipo di intervento (se laterale, il pz sarà posizionato sdraiato SUL lato da operare) Metodica (segue) • Si pone comunque il paziente in posizione fetale, testa contro ginocchia, in modo da aprire gli spazi intervertebrali • Si introduce l’ago nello spazio evidenziato fino alla fuoriuscita del liquor • Si inietta l’anestetico locale lentamente. Il paziente avvertirà caldo agli arti inferiori, che, soggettivamente, saranno sempre più “pesanti” • Al termine della procedura il paziente viene fatto sdraiare supino, con cuscino sotto testa e spalle e si monitorizza la PA • Dopo pochi minuti l’anestesia avrà raggiunto il livello desiderato, che viene verificato mediante test dolorifici Complicanze immediate • Ipotensione anche marcata • Nausea e vomito correlati con ipotensione • Bradicardia fino alla completa asistolia • Inoltre può non riuscire, o riuscire parzialmente • Il pz può non tollerare la paralisi degli arti ed agitarsi Gestione complicanze immediate • Efedrina 1 fiala a 10 ml, o effortil 1 fiala a 10 ml. • Atropina 1 fiala pura o diluita a 5 ml • Riempimento rapido (1000 ml) con cristalloidi prima della esecuzione dell’anestesia previene nella > parte dei casi l’insorgenza di tali complicanze • Benzodiazepine e.v. dopo l’esecuzione dell’anestesia è molto utile per tranquillizzare il paziente (Attenzione alla depressione respiratoria nell’anziano) • Se il pz non è convinto ed ha paura della metodica prima ancora di iniziare, cambiare direttamente tecnica anestesiologica Controindicazioni • Alterazioni della coagulazione • Piastrinopenia • Infezione cutanea vicino al sito di iniezione • Malattie neurologiche Complicanze tardive • Cefalea • Back pain • Ematoma spinale con paralisi arti inferiori e necessità di intervento neurochirurgico immediato • Infezioni (meningiti) Anestesia peridurale (cervicale, toracica, lombare, caudale) • • • • • • • Interventi al torace Interventi all’addome Interventi al dorso Interventi al perineo Interventi agli arti inferiori Taglio cesareo e parto analgesia Vasodilatazione arteriosa nel caso di spasmi od occlusioni vascolari degli arti inferiori Tecnica • • • Posizione laterale o posizione seduta Vie di accesso mediana o paramediana Metodo della perdita di resistenza: Metodo a mandrino liquido Metodo a mandrino gassoso Metodo a mandrino liquido • Individuato lo spazio desiderato si fa avanzare l’ago collegato alla siringa piena di fisiologica esercitando una pressione netta e continua sullo stantuffo. • Appena l’ago oltrepassa il legamento giallo lo stantuffo sfugge in avanti. • Si è nello spazio peridurale Metodo a mandrino gassoso • Differisce dal precedente metodo in quanto si riempie la siringa di aria • Invece di una pressione costante si esercita una pressione intermittente • Appena oltrepassato il legamento giallo la siringa si svuota Dose test • Dopo l’inserimento del catetere, si prova una dose test con 3 ml di anestetico locale. • Se dopo pochi minuti il paziente non avverte i sintomi di una anestesia spinale, quindi con formicolio agli arti inferiori fino alla paralisi, si può essere tranquilli che il catetere è posizionato correttamente Dose test (segue) • Se non eseguiamo questo test, e somministriamo direttamente l’anestetico locale (20 ml marcaina, o carbocaina, o lidocaina, o naropina) avremo il : Blocco spinale totale, con ipotensione, bradicardia, perdita di coscienza, arresto respiratorio, arresto cardiocircolatorio nei casi più gravi • La terapia si basa sull’intubazione tracheale, sulla somministrazione di farmaci atti a ristabilire una valida PA, sull’infusione rapida di liquidi. controindicazioni • Infezioni cutanee • Alterazioni delle prove di coagulazione • piastrinopenia complicanze • • • • • • • • Ipotensione Nausea e vomito Blocco spinale totale (come visto precedentemente) Cefalea Infezioni locali Meningiti Rottura del catetere peridurale Ematomi peridurali per trauma sulle vene epidurali con conseguente compressione midollare • Anestesia locoregionale