GLI ANIMALI DEGLI ABISSI
GLI ABISSI
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L'ecosistema marino è il più vasto ambiente della Terra e comprende tutti i fondali
oceanici. I principali fattori che influiscono sulla distribuzione degli esseri viventi sono
la luce e i nutrienti. La luce solare penetra solo fino a 200 m e qui si concentra la
maggior parte degli organismi marini.
Procedendo verso il basso, la temperatura dell'acqua tende a diminuire: a 2000 m si
registra una temperatura di 3°C e a 3000 m di soli 2°C, sui fondali si può sfiorare lo
0°C. La pressione invece aumenta, 1 atm ogni dieci metri. Il mare profondo è dunque
un ambiente estremo, abitato da pochi organismi ma riserva numerose sorprese. La
più interessante per la vita marina è stata la scoperta, nei pressi della dorsale pacifica
orientale, dei "camini" dai quali fuoriesce acqua a temperatura altissima (400°C) ricca
di gas e particelle di diversi solfuri.
Queste strutture denominate Black smokers costituiscono un ecosistema
particolarissimo, che non trae la sua energia dalla luce solare. Sui fondali oceanici
delle rift valley, l'acqua penetra nella crosta terrestre attraverso le fessure della roccia
giungendo in prossimità dei magmi sottostanti, si surriscalda fino a temperature di
circa 400°C e solubilizza molti dei minerali presenti nella roccia.
Le caratteristiche degli animali
degli abissi
• I pesci abissali sono rari da avvistare e non si ritrovano
mai in gruppo, ma per questi animali degli abissi trovare
il partner è di fondamentale importanza. Ma nel buio
delle profondità marine andare alla ricerca di compagnia
è veramente difficile. Allora entrano in funzione dei
messaggi luminosi che oltre ad essere un’esca per le
prede sono delle chiare ed inequivocabili dichiarazioni
d’amore.
Fauna:i gamberetti
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Riusciamo a scorgere numerosi gamberetti adagiati sul fondo fangoso,
sono gli ospiti più comuni a queste profondità, ma vediamo anche una rana
pescatrice, si trova semisepolta ricoperta dai sedimenti e cerca di catturare
delle prede, ma non sempre ci riesce e può rimanere per diversi giorni ad
aspettare. Manovrando il sommergibile ci stabilizziamo sul fondo e vediamo
diversi animali saprofagi, si nutrono di esseri in decomposizione, e con
speciali sensori riescono ad individuare la preda, ricordiamoci che siamo
alla presenza del buio più assoluto, e tra questi animali troviamo grandi
granseole (granchi) e anguille particolari che si nutrono di carcasse di
cetacei, insieme a grandi crostacei riescono a divorare i resti di un
capodoglio in alcune settimane.
Fauna:rana pescatrice
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Lophius piscatorius, conosciuta principalmente come rana pescatrice o
anche coda di rospo, è un pesce appartenente alla famiglia Lophiidae.
Distribuzione e Habitat
La rana pescatrice è diffusa dal Mare del Nord (compreso il Mar Baltico)
all'Atlantico (fino alle coste nordoccidentali africane) comprese le coste
islandesi. È inoltre presente nel Mediterraneo (più diffuso nella parte
occidentale) e nel Mar Nero. Abita le acque di fondale sabbiose e sassose
comprese tra i 20 e 1000 metri.
Il megalodonte
Il megalodonte
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Il megalodonte (Carcharodon megalodon o Carcharocles megalodon Louis Agassiz, 1843) è una
specie estinta di squalo di notevoli dimensioni, noto per i grandi denti fossili. Il nome scientifico
megalodon deriva dal greco e significa appunto "grande dente". I fossili di C. megalodon si
trovano in sedimenti dall'Eocene al Pliocene
Morfologia
Le dimensioni dei fossili ritrovati (per lo più denti lunghi fino a 17 cm, anche se pare siano stati
ritrovati denti di 20 cm) fanno pensare ad un animale la cui lunghezza avrebbe potuto raggiungere
i 18 metri. Le stime sul peso indicano che potesse raggiungere le 50-60 tonnellate. Basandosi sul
metabolismo dello squalo bianco, si pensa che il C. megalodon avesse bisogno di mangiare in
media un quinto del suo peso ogni giorno, cioè 8 tonnellate di carne. Possedeva un'apertura della
mascella superiore ai 2 metri e pare che la sua dieta potesse includere anche le grandi balene.