flora epicutaneaantimicrobico - deodorante - antiforforasecrezione
sudoraleastringente - antisudorale - antitraspirantesecrezione
sebaceaantiseborroico - sebostatico - dermopurificantestrato
corneoidratante - cheratoplastico - esfolianteepidermide
vitaleeudermico - eutrofico - restitutivomelanocitifotoprotettore pigmentante - depigmentantetessuto connettivoantirughe - rassodante elasticizzantemicrocircolovasoprotettore - antiarrossamento – lenitivo anticellulitelabbra - denti - gengiveemolliente - protettivo - antisetticopeli
- capelli - unghie - ciglia colorante - decolorante – cheratolitico rinforzantesopraccigliadecorativo
Per praticità risulta più agevole la seguente classificazione:
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sostanze funzionali di provenienza vegetale
sostanze funzionali di provenienza animale
sostanze funzionali idratanti, leviganti ed esfolianti
vitamine e fattori vitaminici
deodoranti, dermopurificanti, antitraspiranti
fotoprotettori, pigmentanti, depigmentanti
antirughe, rassodanti, elasticizzati, antismagliature
vasoattivi, vasoprotettori, vasomotori, rubefacenti
tricoattivi, prodotti per peli ed unghie
sistemi membrana-mimetici, liposomi, nanosomi, microcapsule
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Per lungo tempo la cura delle malattie dell’uomo si è basata sull’uso di sostanze
vegetali; la cura era fondata su criteri empirici, cioè sull’esperienza e non su basi
scientifiche.
A partire dal secolo scorso il progresso scientifico ha permesso di conoscere la
composizione delle piante e di identificare i principi attivi responsabili dell’attività
farmacologica.
La fitocosmesi è una specializzazione della cosmesi che si fonda sull’uso di
sostanze vegetali (piante officinali).
Concetto di droga e fitocomplesso
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Per droga vegetale si intende quella parte della pianta più ricca di sostanze funzionali
ed utilizzata tal quale come rimedio o come prodotto di partenza per la produzione di
estratti.
Esempi di droghe sono:
i fiori, le foglie, i frutti, i semi, le cortecce, le radici, i rizomi (fusti sotterranei), i talli
(fusti subacquei).
I principi attivi sono molecole prodotte dal metabolismo vegetale, dotate di attività
farmacologica e suscettibili di impiego terapeutico o cosmetico.
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Ogni droga in realtà contiene centinaia di molecole diverse che, nel loro insieme,
danno origine al fitocomplesso e cioè ad una entità biochimica che rappresenta
l’unità farmacologica integrale della pianta.
Il fitocomplesso esercita un effetto composito, interagendo con più metabolismi
perturbati e producendo oltre ad effetti specifici, anche effetti generali sull’intero
organismo.
Raccolta e conservazione delle droghe
Le piante contengono quantità variabili di acqua a seconda della parte che si
considera.
Dopo la raccolta, i sistemi enzimatici danno l’avvio ad una parziale o totale
distruzione dei principi attivi presenti.
L’acqua inoltre rappresenta il terreno ideale per la riproduzione di batteri e di muffe.
Quando la percentuale di acqua scende al di sotto del 5% le reazioni enzimatiche
diventano trascurabili, anche se non si interrompono mai completamente.
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Altri fattori che concorrono al deterioramento delle droghe sono le reazioni chimicofisiche catalizzate dalla luce, dal calore e dall’ossigeno.
Estrazione dei principi attivi
L’estrazione è un’operazione tecnologica che consente la separazione dei principi
attivi dalle droghe che li contengono.
Frantumazione della droga
Ha lo scopo di aumentare la superficie di contatto tra la droga ed il solvente, per
accrescere il potere di estrazione.
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
La Scelta del metodo di estrazione
Dipende dalle caratteristiche fisico-chimiche del principio attivo, in particolare sono
considerati la solubilità, la volatilità e la termostabilità.
Scelta del solvente più idoneo
Se il principio attivo è solubile in più solventi, sarà utilizzato quello che altera di meno
le sostanze funzionali.
La droga si dice “esausta” quando tutte le molecole farmaco-attive saranno passate
in soluzione.
I solventi più utilizzati sono:
–
–
–
–
–
acqua
alcool
oli
glicerina
glicole propilenico.
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Principali preparazioni galeniche
PolveriFrantumazione della droga seccaIdrolitiMacerazione della droga secca in acquaAlcoolitiMacerazione
della droga secca in alcoolOleolitiMacerazione della droga secca in oliGlicerolitiMacerazione della droga secca
in glicerinaGlicolitiMacerazione della droga secca in propilenglicoleSciroppi medicatiIdroliti
zuccheriniElixirAlcoliti zuccheriniTinture madriMacerazione della droga fresca in alcoolMacerati
glicerinatiMacerazione della droga fresca in glicerinaOli essenzialiDistillazione della droga fresca o
seccaAcque distillate aromaticheDistillazione della droga fresca o seccaSucchiSpremitura della droga
frescaEstratti fluidiPercolazione della droga fresca o secca e successiva concentrazioneEstratti
molliPercolazione della droga fresca o secca e successiva concentrazioneEstratti secchiPercolazione della
droga fresca o secca e successiva concentrazione
Costituenti chimici delle piante
•
I principi attivi delle piante possono essere così definiti:
–
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–
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–
–
–
–
–
–
Lipidi
Polisaccaridi
Proteine
Glucosidi (saponine, flavonoidi, antociani, ecc)
Oli essenziali, balsami, resine
Acidi organici
Enzimi
Vitamine
Tannini
Coloranti
Sali minerali
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Corpi puri chimicamente definiti
La presenza di queste molecole, ormai studiate e documentate, conferisce alle piante
le proprietà cosmetiche sfruttate dalla cosmesi.
N.B. vedi tabelle allegate
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Oli essenziali
–
Gli oli essenziali, negli ultimi anni, hanno assunto particolare importanza nei trattamenti
cosmetici.
Secondo la farmacopea ufficiale, le essenze (oli essenziali, oli volatili, oli eterei) sono dei
miscugli aromatici di sostanze organiche diverse ottenute per distillazione in corrente di
vapore, spremitura o estrazione con solventi da materiali vegetali:
alcoli, aldeidi, chetoni, acidi, esteri, eteri, terpeni, ecc.
Gli oli essenziali sono, nella maggior parte dei casi,
liquidi a temperatura ordinaria
volatili
di consistenza oleosa
di odore aromatico
poco solubili in acqua
solubili in alcool e nella maggior parte dei solventi organici.
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
•
Nelle piante gli oli essenziali sono presenti fin dai primi mesi di vita e continuano a
prodursi ed accumularsi.
Sono prodotti nel citoplasma di cellule specializzate, legate agli organi secretori della
pianta:
peli ghiandolari, tasche secretici, canali secretori.
•
Gli oli essenziali si trovano localizzati nei fiori (lavanda, arancio), nelle foglie (menta,
salvia, basilico), nella corteccia (cannella), nel legno (sandalo, cedro), nelle radici
(angelica), nei rizomi (calamo), nei frutti (limone, bergamotto, anice, finocchio).
Talvolta le diverse parti di un vegetale contengono oli essenziali diversi, come ad
esempio nell’arancio amaro la distillazione dei fiori produce l’essenza di Neroli,
mentre l’epicarpo dei frutti immaturi produce l’essenza di petit-grain.
Metodi di preparazione degli oli essenziali
•
Estrazione per spremitura
–
•
La scorza del frutto freso viene sottoposta a forti pressioni in particolari torchi, con rottura
degli otricoli o cellule oleifere e fuoriuscita dell’olio essenziale.Questa tecnica è riservata per
le droghe che contengono grandi quantità di oli essenziali come il genere citrus (limone,
bergamotto, arancio).
Distillazione in corrente di vapore
–
Il vapore d’acqua investe il vegetale posto sopra un cestello, fa scoppiare le ghiandole
oleifere e si satura di sostanze volatili.
•
La miscela di vapore d’acqua + l’olio essenziale, attraversando una camicia
refrigerante (serpentina di raffreddamento), si condensa e si raccoglie nell’apposito
recipiente.La separazione delle due fasi (olio ed acqua) avviene spontaneamente ,
l’olio si dispone in superficie con l’acqua distillata aromatica (idrolato) al di
sotto.Generalmente le piante si distillano allo stato fresco perché una loro
conservazione può innescare processi fermentativi che possono alterare o
distruggere il profumo o le caratteristiche dell’essenza.
Attività degli oli essenziali
L’uso degli oli essenziali e le tecniche di distillazione sono conosciute da circa 4000
anni.
•
Le strutture chimiche dei prodotti odorosi delle piante sono molteplici e con azioni diverse:
applicati su di un tessuto provocano spesso una azione irritativi/infiammatoria (azione revulsiva)
accompagnata da rossore, vescicole ed in qualche caso necrosi dei tessuti, questi effetti sono
maggiori sulle mucose;
l’applicazione locale può provocare effetti nervosi indiretti locali o generali;
gli oli essenziali sono eliminati attraverso le vie respiratorie ed urinarie, sui quali hanno azioni
terapeutiche: azione antisettica, balsamica, espettorante, diuretica;
l’eliminazione attraverso la pelle (ghiandole sebacee e sudoripare) può determinare reazioni
cutanee indesiderate come eritema ed orticaria;
l’odore ed il sapore stimolano per via riflessa la secrezione salivare, quella gastrica ed enterica
stimolando la digestione;
alcuni oli essenziali esercitano sull’apparato gastrointestinale un’azione antispasmodica,
antifermentativa ed antiacida;
anche il cuore ed i vasi sono sensibili all’azione degli oli essenziali, il diametro può subire
modificazioni, provocando ipo o ipertensione, anche la frequenza cardiaca può essere accelerata
o rallentata;
molti oli agiscono sia sul sistema nervoso centrale sia su quello autonomo con attività eccitante o
calmante; l’effetto sul sistema nervoso si può avere sia per via umorale che olfattiva (aroma
terapia);
alcuni oli hanno una azione anestetica, altri un’azione antisettico-disinfettante .
Gli oli essenziali
•
Gli oli essenziali oltrepassano la barriera della pelle in quanto sono solubili nei lipidi
cutanei.
Le funzionali cosmetiche degli oli essenziali sono le seguenti:
Azione aromatizzante
Si utilizza per dentifrici, prodotti per il cavo orale e per le labbra: menta, vaniglia,
anice, ginger, cannella, arancio, limone.
Azione profumante
Le essenze utilizzate sono: verbena, bergamotto, citronella, lavanda, viola, rosa,
gelsomino, mughetto, iris, sandalo, patchouli, vetiver, magnolia, tuberosa, ylangylang).
Azione stimolante
•
Consiste nella versione più accettabile dell’azione irritante, è sfruttata nel massaggio
stimolante e sportivo, oltre che nella preparazione di bagni tonificanti: canfora,
cannella, rosmarino, cajeput, eucalipto, wintergreen.
Azione lenitiva
Si utilizzano la camomilla e la camomilla romana che contengono bisavolo e
camazulene, ed i fiori d’arancio.
Azione dermopurificante
Si utilizzano oli essenziali con proprietà antisettiche per il trattamento delle pelli
impure, nei deodoranti, negli shampoo antiforfora, nei prodotti igienizzanti per la
manicure ed il pedicure: cajuput, timo, lavanda, salvia, pino, chiodi di garofano,
limone, bergamotto, melissa, rosmarino, cannella, canfora, …
Data la potenziale pericolosità degli oli essenziali (irritabilità, allergenicità) se ne
consiglia un uso più cauto e misurato.
N.B. Vedi tabelle allegate
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
•
Nella storia antica e recente della cosmesi molti sono gli animali fonti di materie
prime: visoni, tartarughe, cavalli, uccelli acquatici, foche, balene, ecc.
Della mucca si utilizzavano tantissime cose: placenta, liquido amniotico, acido
ialuronico, collagene, elastina, fibronectina, cheratina, ghiandole endocrine ed
esocrine, milza, cervello, fegato, midollo spinale, sangue, sego, ecc.
Oggi, fortunatamente, sotto la spinta animalista ed a causa della BSE, i derivati
animali sono stati quasi del tutto abbandonati, alcuni sono stati espressamente
vietati:
cervello, midollo, occhi, milza.
La tendenza è quella di utilizzare derivati biologici che non prevedano sacrificio di
animali:
Miele
Altri prodotti dell’alveare
Lanolina
Latte
Uova
Seta
Chitina ( sostanza simile all’acido ialuronico, estratta dall’esoscheletro dei crostacei).
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
•
L’unica sostanza ancora utilizzata è lo squalene, idrogenato a squalano, fino a
quando non sarà disponibile in grandi quantità lo squalano vegetale ricavato dall’olio
d’oliva e lo squalano sintetico.
Sostanze funzionali idratanti, leviganti, esfolianti
Sostanze idratanti lipofile:
Un famoso dermatologo americano (Kligman) è convinto che la sostanza più idonea
per mantenere idratata la pelle sia la vaselina.
Secondo l’opinione dei fisiologi cutanei la sostanza ideale sarebbe composta da una
miscela di lipidi sebosimili che, nel loro insieme costituiscono una specie di sebo
ricostituito, composto da:
Squalene
esteri cerosi
trigliceridi
alcoli
acidi grassi
SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
•
Altri fisiologi sono favorevoli all’effetto barriera non occlusivo degli oli siliconici.
Alcuni lipidi non formano solo un film grasso superficiale ma si posizionano tra le
cellule cornee e rimpiazzano e/o completano l’ordinata struttura lipidica che
l’epidermide costruisce grazie ai corpi di Odland.
I corpi di Odland
Sono delle vescicole prodotte dalle cellule granulose prima della loro trasformazione
in cellule cornee.
Una volta usciti dalle cellule, i corpi di Odland si rompono liberando dei liposomi, in
cui sono contenuti:
Ceramidi
Colesterolo
•
Acidi grassi polinsaturi (vitamina F)
–
I lipidi contenuti nei liposomi si liberano e si dispongono tra le cellule cornee.
Le ceramidi si legano ai terminali carbossilici delle proteine che formano la parete delle
cellule cornee, stabilendo così un collegamento fra le cellule (strato corneo compatto).
Assieme al colesterolo c’è il colesterolo solfato che serve a regolare il “tempo di vita” dei
legami tra ceramidi e proteine che determina il progressivo distacco delle cellule più
superficiali (strato corneo desquamante).
•
Sostanze idratanti idrofile:
–
Sull’epidermide si trova il mantello epicutaneo idro-acido-lipidico, formato dal sebo, dal sudore e dalle
sostanze provenienti dal disfacimento cellulare delle cellule granulose, quando si trasformano in lamelle
cornee cheratinizzate.
La miscela tra sudore e tale materiale è detta NMF, Natural Moisturizing Factor, fattore idratante naturale
epidermico.
Risulta composto da:
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acido lattico
lattato di sodio
acido piroglutammico
sodio piroglutammato
urea
sale
aminoacidi
zuccheri
Tale miscela, in particolare gli zuccheri, ha un notevole potere di adesione sullo strato corneo, oltre a
conferire l’acidità fisiologica (pH tra 4,5 e 6,5) ed un utile umettamento.
E’ una soluzione acquosa, quindi è asportabile quando ci si lava.
•
Dopo ogni detersione sarebbe utile ricostituire il mantello idrolipidico
applicando prodotti in cui è presente il fattore NMF ricostituito e contenente
zuccheri.
–
Oltre al fattore NMF, un buon prodotto idratante può contenere polimeri zuccherini e proteici
quali:
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l’acido ialuronico
i glicosaminoglicani solforati
il chiosano
il fitoialuronato (gel di carrube)
il collagene ed il suo idrolizzato
le proteine vegetali idrolizzate (di grano, avena, mais, soja, orzo, mandorle)
le proteine della seta integre (sericina) o idrolizzate (fibroina)
le mucillagini gelatinose estraibili da aloe, malva, calendula, alghe rosse o brune, ecc.
Sostanze leviganti ed esfolianti:
•
Un buon prodotto idratante deve contenere anche sostanze leviganti o cheratoplastiche:
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–
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urea
allantoina
alfa idrossiacidi (acido glicolico, malico, tartarico, lattico)
beta idrossiacidi (acido salicilico)
Queste sostanze a basse dosi agiscono da idratanti ed ammorbidenti, a dosi più alte digeriscono o provocano il
distacco delle cellule cornee più superficiali funzionando cioè da esfolianti.
L’effetto esfoliante dell’urea e degli alfa o beta idrossiacidi è direttamente proporzionale al pH acido: più il pH è acido
più l’effetto esfoliante è evidente.
Quando la dose di alfa idrossiacidi è alta ma la maggior parte di essi è salificata con una base, il pH è vicino alla
neutralità e quindi si perde l’effetto esfoliante e si manifesta quello idratante.
In ogni caso in cosmetica è consigliabile non scendere al di sotto di pH 3,5.
•
Formula di un completo prodotto idratante:
–
la forma è quella dell’emulsione e gli emulsionanti non devono essere alcalini
il pH deve essere tra 4,5 e 6,5
la fase lipidica deve contenere sostanze sebosimili e soprattutto ceramici, colesterolo e acidi grassi polinsaturi
nella fase acquosa devono essere presenti l’NMF,polimeri zuccherini e proteici, allantoina, urea, alfa o beta
idrossiacidi
Vitamine e fattori vitaminici:
•
•
Vitamina A (retinolo): L’uso della vitamina A acida (acido retinico ) è vietato in
cosmetica, la vitamina A sotto forma di alcool (retinolo) è utilizzata, specialmente
nella forma esterificata (retinilpalmitato).
L’azione si manifesta soprattutto a livello dello strato corneo, su cui la vitamina agisce
come levigante ed ammorbidente eliminando ipercheratosi e ruvidità.
Attualmente viene utilizzata, insieme agli acidi grassi polinsaturi per il trattamento
della pelle secca.
Per una maggiore stabilità si unisce la vitamina E.
Per una maggiore efficacia viene incorporata in nanosomi (vescicole di fosfolipidi)
con dosi variabili tra lo 0,25 e lo 0,5.
Vitamine del gruppo B:
In cosmesi si usa la vitamina B2 (lattoflavina) per i prodotti contenenti tiroxina che
intensificano l’abbronzatura.
Molto usata è la vitamina B5 (pantenolo) nei prodotti per capelli, è
idratante e lenitiva.
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La vitamina B6 (piridossina) è utilizzata poco nei prodotti per le labbra e nei dentifrici.
La vitamina PP (nicotinamide) è usata qualche volta come rubefacente.
La vitamina H (biotina) è indicata per pelli grasse ed impure.
Vitamina C (acido ascorbico):
Attualmente è molto di moda in cosmesi come anti-radicali liberi e come schiarente.
L’acido ascorbico è molto instabile quindi si usa nella forma microincapsulata.
Vitamina D:
Il suo uso è vietato in cosmesi. La vitamina delle ossa (D) non ha nulla a vedere con la pelle
anche se la sua biosintesi avviene partendo dal colesterolocutaneo sotto l’azione dei raggi solari.
Vitamina E (tocoferolo):
La vitamina E è usata in cosmesi come molecola anti-radicali liberi e anti-invecchiamento
(insieme alla vitamina A).
Si utilizza anche come deodorante, in quanto non permette l’ossidazione e l’irrancidimento dei
lipidi cutanei.
Vitamina F (PUFA):
Sono acidi grassi polinsaturi: acido linoleico e linolenico.
Sono contenuti nell’olio di borragine, ribes nero, enotera e rosa mosqueta.
La funzione è soprattutto idratante in quanto i PUFA insieme ad altre componenti, come le
ceramidi ed il colesterolo, fanno parte dei lipidi epidermici che saldano lo strato corneo,
impedendo l’evaporazione di acqua e conservando così l’idratazione.
Deodoranti, dermopurificanti, antitraspiranti
Appartengono a questo gruppo di sostanze funzionali le sostanze dotate di attività antimicrobica,
gli assorbiodori, gli astringenti, gli antiossidanti.
L’odore corporeo è dato dall’assieme di odori rancidi e
putrefattivi.
•
Odori rancidi: sono connessi con degradazione ossidativa del sebo, specie quello
che resta nei follicoli piliferi.
Per contrastare l’odore rancido si utilizzano antiossidanti come
trietilcitrato
tocoferolo (vitamina E)
Odori putrefattivi: sono connessi alla degradazione delle proteine presenti nel
sudore apocrino.
Contro l’odore putrefattivi si usano antimicrobici capaci di bloccare l’attività batterica
che è causa della degradazione proteica:
triclosan
triclorocarbanilide
cloroesidina
olio essenziale di maleleuca (albero del thè)
acido usnico (estratto dal lichene islandico)
propoli
ecc
Odori acidi:
•
•
tipici della sudorazione eccrina quando è abbondante o quando ristagna (ad esempio
alle estremità).
La sostanza più utilizzata come astringente, antitraspirante e antisudorifero è
–
il cloridrato di alluminio
L’assorbiodore più utilizzato, capace di annullare anche odori forti come l’ammoniaca, è
lo zinco ricinoleato
•
Sostanze purificanti: si tratta di sostanze indicate per il trattamento di pelli impure,
con punti neri e comedoni e di pelli preacneiche.
Si tratta di sostanze ad azione antimicrobica e antibiotica in generale più alcune con
azione antiossidanti ed antiradicali liberi.
A questo scopo si usano sostanze come la bardana, il cardo mariano, l’ittiolo
cosmetico, la carbossimetilcisteina, l’acido azelaico e la propoli.
•
Fotoprotettori, pigmentanti, depigmentanti
Al centro di questa funzionalità cosmetica c’è il melanociti ed il suo prodotto, la
melanina.
Le sostanze fotoprotettrici hanno la funzione di estinguere, in parte, i raggi
ultravioletti dando ai melanociti il tempo necessario per produrre la melanina.
Quando la pelle è colpita dai raggi ultravioletti di tipo B, si
verificano due processi:
•
una difesa immunitaria, che avviene nell’arco di poche ore, l’eritema solare
ed una vera e propria difesa, la melanizzazione, che richiede da 48 a 72 ore, a
seconda del fototipo
•
I fotoprotettori sono stati studiati proprio per coprire la zona temporale in cui la
cute non può ancora difendersi dai raggi UVB.
–
–
–
I raggi UVB sono energetici ma poco penetranti ed agiscono subito con eritema.
I raggi UVA sono poco energetici ma più penetranti e possono agire sulle fibre elastiche del
derma degradandole (photo-aging).
L’uso dei filtri UVA va protratto per più tempo, non per prevenire le scottature bensì per
prevenire fenomeni di invecchiamento cutaneo.
La legge elenca una ventina di sostanze naturali e di sintesi adatte a filtrare i raggi UV:
•
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ossido di zinco
biossido di titanio
estratti di aloe
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•
•
•
Le sostanze che intensificano la melanina, a base di tirosina, ed i coloranti di
superficie, come il mallo di noce e l’hennè, sono utilizzati negli abbronzanti.
Gli abbronzanti senza sole sono a base di diidrossiacetone.
Il carotene agisce in modo diverso, è in piccola parte trasformato in vitamina A, il
resto si deposita nelle cellule adipose della pelle che assume così una tonalità
dorata.
Alcune sostanze coinvolgono la melanina determinando macchie indelebili sulla pelle:
psoraleni o fitocumarine come il bergamotto
latte di fico
Le sostanze depigmentanti o schiarenti agiscono sui melanociti bloccando l’enzima
tirosinasi e catturando l’ossigeno che dovrebbe ossidare il drivato della tirosina in
melanina.
Si utilizzano sostanze come:
–
–
–
acido cogico
acido azelaico
acido ascorbico
•
Altre sostanze derivano dall’uva ursina e dal corbezzolo.
L’idrochinone non è più usato in quanto tossico.
Antirughe, rassodanti, elasticizzati, antismagliature
Le sostanze funzionali che hanno questo tipo di attività agiscono sul derma ed in particolare
sui fibroblasti, che producono collagene, elastina, acido ialuronico e fibronectina
sull’attività enzimatica che degrada i prodotti dei fibroblasti inducendo questi ultimi a risintetizzare nuovamente queste
sostanze (ad esempio l’enzima elastasi degrada l’elastina inducendo il fibroblato a produrne di nuovo)
Sostanze con azione antirughe:
proteine della soia
frazione insaponificabile di oli di avocado, soia, frumento
farnesolo
acido pantotenico
terpeni della centella asiatica
enzimi anti-radicali liberi
vitamina E
gamma orizanolo derivato dalla crusca del riso (anti UVA)
Sostanze vasoattive
Agiscono su problemi quali la couperose, l’eritema, le gambe affaticate, la cellulite:
saponine dell’ippocastano (escina)
ruscogenine del rusco
glucosidi della centella asiatica
glucosidi della terminalia sericea
rutina della ruta
diflavonoidi del ginko biloba
saponine dell’edera
ecc.
Sostanze lenitive ed antinfiammatorie:
acido glicirretico della liquirizia
bisabololo della camomilla
pantenolo
Sostanze che determinano la vasodilatazione:
arnica
capsico
metil o tocoferilnicotinato
etilximeninato
Sostanze tricoattive
Le sostanze utilizzate sono:
•
condizionanti e sostantivanti per le fibre del capello (sotanze cationiche o
policationiche che si fissano alla fibra pilifera rendendola lucente e ben pettinabile)
derivati siliconici per le doppie punte
derivati del guar e della cellulosa per i capelli fini
selenio solfuro allo zinco piritione, climbazolo e piroctone olamina per le lozioni
antiforfora
•
Sostanze membrana - mimetiche: liposomi e nanosomi
Le strutture che, nella loro composizione, ricordano la struttura cellulare ed in
particolare la membrana cellulare, sono formate da un doppio strato di fosfolipidi
(bilayer): liposomi o niosomi.
Le strutture che contengono lipidi, strutturate in modo da avere un solo strato di fosfolipidi
(monolayer), sono dette nanosomi.
In questo tipo di strutture vengono incluse le più svariate sostanze funzionali, sono
protette e vengono liberate solo al momento in cui il cosmetico è spalmato sulla pelle.
•
Esistono anche altri sistemi, detti “ospitante e ospite” sono costituiti da microcapsule
e microsfere ottenute con vari polimeri a base di
–
–
–
–
ciclodestrine
agar – agar
carragenine
Alginati
Anche questi sistemi proteggono le sostanze incluse al loro interno e le liberano al
momento dell’uso.