LA NASCITA DELLA SCRITTURA
L'EVOLUZIONE
DELLA SCRITTURA
Dal segno alla scrittura
Dai cacciatori preistorici ai primi
contabili
Come nacquero i primi
alfabeti.Tutte le scritture del
mondo.
I primi alfabeti
La maggior parte degli alfabeti
ancor oggi in uso risale a un
sistema inventato intorno al 1700
a.C.
Francoise Briquel - Chatonnet
Apparsi dapprima in Mesopotamia,
e successivamente in Egitto, verso
il 3000 a.C., i primi sistemi di
Questa sfinge di arenaria, ritrovata nella località mineraria di Seràbit el- scrittura comprendevano
Khàdim, netta Penisola del Sinai, reca sulla base un'iscrizione proto- ideogrammi, ovvero segni che
rappresentavano oggetti concreti
sinaitica.
(pittogrammi) o idee astratte
(logogrammi), e segni sillabici,
ciascuno dei quali rappresentava
un'intera sillaba. Questi sistemi
derivavano da forme di scrittura
puramente pittografiche, in cui
piccole immagini raffiguravano gli
oggetti o le idee. L'uso di scritture
logo-sillabiche si estese
progressivamente in tutto il Vicino
e il Medio Oriente: comparvero
nuove forme, come l'ittita
geroglifico e le scritture di Creta.
A causa del carattere logo-sillabico
di questi sistemi, era necessario
un numero talvolta considerevole
di segni per rendere le parole di
una lingua. La scrittura cuneiforme
evoluta comprende più di 600
caratteri, e nell'età «classica»
dell'Egitto i segni geroglifici sono
circa un migliaio. In questo
contesto l'invenzione dell'alfabeto
L'alfabeto cuneiforme ugaritico (visibile nella tavoletta piccola in questa
ha costituito una vera e propria
pagina) è posteriore all'alfabeto protosinaitico che può averlo ispirato. La
rivoluzione. Si tratta di una
tavoletta più grande reca un testo letterario in lingua ugaritica.
I caratteri protosinaitici della tabella illustrano il principio dell'acrofonia
utilizzato nell'ideazione dell'alfabeto: il suono consonantico proviene dal
primo suono della parola semitica che designa l'oggetto raffigurato net
segno grafico.
scrittura puramente fonetica, nella
quale ciascun segno rappresenta
un solo suono. Le scritture
precedenti, anche quelle sillabiche,
utilizzavano pur sempre un certo
numero di caratteri non fonetici,
quali determinativi, classificatori,
indicatori grammaticali.
L'alfabeto rappresenta inoltre un
sistema completamente astratto,
stabilito per convenzione: non c'è
alcun rapporto fra il senso del testo
scritto e la sua realizzazione
grafica. In tal modo un alfabeto
può essere utilizzato o adattato per
qualsiasi lingua. Infine, si tratta di
un sistema semplice, dato che non
vi sono in media che circa una
trentina di caratteri. E, almeno
potenzialmente, di un sistema
democratico, perché praticamente
tutti sono in grado di apprenderlo,
non necessitando di un lungo
tirocinio scolastico. Di fatto, le
civiltà che hanno posseduto
l'alfabeto non hanno conosciuto i
sistemi di casta di scribi e
funzionari che altrove detenevano
il monopolio del sapere, e dunque
del potere.
Non si può attribuire l'invenzione
dell'alfabeto a un preciso individuo,
nonostante che la tradizione greca
citi il leggendario Cadmo, figlio del
re della città fenicia di Tiro, come
colui che avrebbe introdotto
l'alfabeto in Grecia. Si deve
comunque notare che il primo
inventore del sistema alfabetico si
è limitato a isolare i suoni
consonantici, senza tenere in
alcun conto le vocali. I segni per le
vocali furono aggiunti in un
secondo tempo dai Greci.
Se analizziamo le prime
testimonianze di scritture
alfabetiche constateremo che esse
si riferivano a una lingua semitica.
Disperso su un territorio molto
ridotto rispetto a quello della
famiglia linguistica indo-europea, il
gruppo delle lingue semitiche è
relativamente ben noto, poiché
disponiamo di molti testi redatti
nelle lingue di questa famiglia sia
moderni sia antichi, alcuni
addirittura risalenti al III millennio
a.C. Alla famiglia semitica
appartiene per esempio l'accadico
- diviso nei due dialetti principali
assiro e babilonese, in uso in
Mesopotamia fino a circa il 300
a.C. - o l'aramaico. Ai nostri giorni
le lingue più conosciute di tale
gruppo sono l'ebraico e l'arabo.
Le iscrizioni del Sinai
Trasferiamoci ora con la fantasia
nel 1700 a.C. circa, nelle miniere
di turchese di Serabil el-Khàdim
(Penisola del Sinai). Un gruppo di
minatori rende omaggio con una
dedica alla divinità del luogo, forse
la dea egizia Hathor, patrona di
queste miniere. Questa iscrizione
è una delle più antiche
testimonianze di scrittura
alfabetica.
Oltre a questa sequenza di cinque
lettere (l'unica certamente
interpretata), le iscrizioni «protosinaitiche» presentano altri testi.
Non è finora stata possibile una
decifrazione completa delle
iscrizioni, ma si è stabilito che tale
scrittura utilizza una trentina di
segni di tipo pittografico, simili ai
geroglifici egizi. Sebbene non
siamo in grado di comprendere
una larga porzione dei testi, se ne
sono comunque tratte implicazioni
importantissime: la scrittura protosinaitica costituisce un alfabeto
che nota solo le consonanti, come
farà in seguito la scrittura fenicia, e
come fanno oggi quelle ebraica e
araba. Ancora, la lingua di queste
iscrizioni è una lingua semitica di
tipo nord-occidentale, a cui
apparteneva anche il fenicio del I
millennio a.C. Infine, la forma dei
segni aiuta a cogliere il processo di
invenzione di tale scrittura. La
lettera «B» per esempio
rappresenta schematicamente la
pianta di una casa. Ora, il nome di
questa lettera negli alfabeti semitici
è «béth» (da cui verrà la greca
béla), e béth significa proprio
«casa» nella maggior parte delle
lingue semitiche. Allo stesso
modo, una consonante peculiare
delle lingue semitiche, che
convenzionalmente si trascrive
come «c», è rappresentata nella
scrittura proto-sinaitica da un
occhio (disegnato con o senza
pupilla): il nome semitico di tale
lettera è Jayin», parola che
significa appunto «occhio».
Quest'alfabeto dimostra così di
essere stato inventato isolando il
suono consonantico all'inizio delle
parole e rappresentandolo col
disegno dell'oggetto il cui nome
iniziava con tale suono.
In questo primo sistema alfabetico
solo la forma dei segni si ispira a
quella dei geroglifici egizi
contemporanei, mentre la struttura
interna è rielaborata secondo i
principi dell'acrofonia. Per
esempio, al disegno del «rivolo
d'acqua», che rendeva in egizio la
consonante «n», corrisponde una
«m» nell'alfabeto semitico protosinaitico, perché nella supposta
lingua semitica la parola «acqua»
doveva suonare come
«mayyùma». Ciò fa ritenere che gli
inventori di questo sistema grafico
avessero comunque familiarità con
la scrittura geroglifica.
È la logica interna stessa del
sistema a far ritenere che il nome
delle lettere risalga alle origini
dell'alfabeto. La successione
alfabetica di certi segni, come per
esempio il fatto che «kaph»
(«palmo della mano») segua alla
«yod» («mano»), indica che
l'ordine alfabetico venne fissato
quando i caratteri erano ancora
chiaramente figurativi.
Questo primo alfabeto semitico
diede luogo a sviluppi
sorprendenti. A Ugarit (l'attuale
Ra's esh-Shamrah, in Siria) sono
state rinvenute migliaia di tavolette
d'argilla coperte da una scrittura
apparentemente cuneiforme, che
risalgono al XIII secolo a.C. Molte
di esse sono davvero scritte in
cuneiforme babilonese, ma circa
un quarto è scritta nella lingua
semitica del luogo con un sistema
di tipo alfabetico, che comprende
30 segni. Ciò dimostra che a
Ugarit - posta nell'ambito di
influenza culturale mesopotamica il sistema alfabetico originario fu
adattato alle tavolette d'argilla
incise con uno stilo.
Quando e dove fu inventato
l'alfabeto? Dato che il sistema
consonantico è legato alla struttura
delle lingue semitiche si può
supporre che l'invenzione sia
merito di genti che parlavano
quelle lingue e avevano una certa
conoscenza delle iscrizioni egizie.
In ogni caso, si può ritenere certo
che l'alfabeto costituisse un
sistema ormai acquisito verso la
metà del II millennio a.C. È poco
plausibile tuttavia che a inventare il
sistema alfabetico sia stato un
gruppo di minatori del Sinai. È più
probabile che il luogo d'origine
siano stati i ricchi empori marittimi
della costa fenicia che avevano
rapporti commerciali e culturali con
l'Egitto.
Le conseguenze di questa
rivoluzione intellettuale furono
immense. Da un lato, la scrittura
fenicia generò un alfabeto vero e
proprio: quello greco e, attraverso
la scrittura etrusca, anche quello
latino. D'altro lato, è sulla base di
quello fenicio che si è sviluppato
l'alfabeto aramaico, e poi l'ebraico,
l'arabo e probabilmente le scritture
dell'India. Cosi, dal modesto
alfabeto proto-sinaitico hanno
preso vita le scritture di una parte
considerevole dell'umanità
moderna.
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