Classificazione
Rischio
vulcanico
Eruzioni
VULCANI
Geografia dei
vulcani
Tipi di
eruzioni
Materiali
emessi
Il magma
Vulcanesimo
secondario
esci
Il vulcano è un’ apertura nella crosta
terrestre dove rocce incandescenti e gas
fuoriescono dal terreno e costruiscono
una montagna a forma di cono Quando
fuoriesce, il magma può essere allo stato
solido (cenere e frammenti di roccia),
liquido (lava) o gassoso.. Il vulcanismo,
insieme con l’attività sismica, costituisce
la manifestazione più evidente e più
spettacolare della vitalità del nostro
pianeta.
Il vulcano è alimentato da un serbatoio, detto camera
magmatica, un condotto o camino vulcanico principale,
terminante con un cratere centrale a cui possono
aggiungersi camini secondari e crateri laterali o
avventizi.
Comunemente i materiali eruttati tendono da
accumularsi attorno al centro di emissione,dando luogo
ad edifici vulcanici di forma e di menzioni variabili a
seconda della dinamica eruttiva,del tipo e della quantità
d materiali emessi.
Condotto principale (o camino
vulcanico) : grande fessura della
crosta lungo la quale risale il magma.
Condotti secondari : fessurazioni
laterali lungo le quali si ha intrusione di
magma.
Cratere camino :
apertura alla
sommità di un vulcano, in
comunicazione con il camino
principale attraverso la quale
fuoriescono lava e altri prodotti
vulcanici.
Cratere avventizio : aperture laterali, lungo i fianchi del
vulcano, da cui fuoriesce lava.
Edificio vulcanico :
struttura esterna del vulcano, spesso
di forma pseudoconica.
Dal mantello terrestre, il magma
risale verso l'alto perché è meno
denso, e quindi meno pesante, del
materiale solido che gli sta intorno,
come una bolla d'aria o un pezzo di
legno che risale nell'acqua.
La spinta di galleggiamento del
magma tende a diminuire verso la
base della crosta terrestre, dove si
trovano rocce meno dense di quelle
del mantello. Quando la densità del
materiale solido è simile a quella del
magma, questo rallenta fino a
fermarsi.
Le zone in cui il magma si accumula
vengono
chiamate
camere
magmatiche.
Le parti solide che circondano le
camere magmatiche sono dette rocce
incassanti.
Perché il magma raggiunga la
superficie
terrestre
si
deve
rompere la situazione di equilibrio
creatasi tra il liquido fermo nella
camera magmatica e le rocce
incassanti e in queste devono
formarsi fratture lungo le quali il
magma possa infiltrarsi.
Un possibile meccanismo che
rimette il magma in movimento è
la variazione di pressione che può
essere determinata o da un
aumento della pressione all'interno
della camera magmatica o da una
diminuzione di quella esterna,
rappresentata dal peso delle rocce
incassanti.
La pressione all'interno della
camera può aumentare per la
formazione e la risalita di nuovo
magma, quella esterna
può diminuire per lo stiramento della
crosta, fino alla lacerazione, causato dai
movimenti che avvengono nella parte più
esterna del globo terrestre.
I due meccanismi possono anche
combinarsi.
A
seconda
della
composizione chimica del
magma e delle condizioni
che
questo
incontra
durante la risalita dalla
camera
magmatica,
un'eruzione
può
avere
caratteristiche
molto
diverse.
La
suddivisione
fondamentale
è
tra
eruzioni
effusive
ed
eruzioni esplosive.
In quelle effusive il magma
emesso
in
superficie
prende il nome di lava e
forma colate che scendono
lungo i fianchi del vulcano.
Nelle esplosive, il magma
viene
frammentato
in
particelle di varie dimensioni
che
vengono
scagliate
all'esterno con violenza e si
raffreddano formando pomici,
scorie e ceneri, chiamate
piroclasti.
Alcuni vulcani hanno attività
prevalentemente
esplosiva,
altri prevalentemente effusiva.
Una stessa eruzione può avere
fasi esplosive e fasi effusive.
 Hawaiano
 Stromboliano
 Vulcaniano
 Peleiano
la lava è piuttosto fluida e
fuoriesce con eruzioni
effusive. A essa si alternano
eruzioni più violente con
emissioni di ceneri e lapilli,
proiettati anche ad altezze
elevate. Tale caratteristica è
legata al ristagno della lava
nel cratere; si forma così una
crosta solida che, sotto la
pressione dei gas sottostanti,
viene frantumata e scagliata
all'esterno
Stromboli
la lava è abbastanza
viscosa e fuoriesce in
modo violento con
abbondanza di
piroclastiti che
originano - nella fase
iniziale dell'eruzione una
grande nuvola scura: Le
emissioni di lava sono
più rare.
La lava è fluida con
composizione
basaltica. Esce da
un cratere centrale
espandendosi in
tutte le direzioni. In
corrispondenza del
cratere i gas che
fuoriescono
innalzano la lava
creando suggestive
fontane
incandescenti.
Krakatoa
Condotto Vulcanico
Composizione
Condotto Centale
Lineari
Areali
Semplici
Composti
Materiale Emesso
Vulcani di cenere
Vulcani di lava
Strato Vulcani
Una prima classificazione di massima prevede la suddivisione dei vulcani in due
tipi:
Vulcani emersi e marini
Vulcani monogenici e poligenici.
I vulcani monogenici sono il prodotto di una singola eruzione, che può durare
anche alcuni anni, caratterizzata dall’emissione di magma a composizione costante.
I vulcani poligenici vengono generati da più eruzioni, che possono implicare il
coinvolgimento di magmi a differente composizione.
Una differenza significativa tra vulcani monogenici e vulcani poligenici esiste a
livello del sistema di alimentazione, in quanto i primi sono caratterizzati da un
condotto semplice, mentre i secondi sono caratterizzati da un sistema complesso,
costituito da una intricata rete di condotti, utilizzate più di una volta per alimentare
differenti eruzioni.
Al di sotto della crosta
terrestre è presente una
massa
fusa
e
incandescente, alla quale
si dà il nome di magma.
Questa risiede in un
deposito
temporaneo
detto camera magmatica.
Quando si ha un’eruzione,
il magma, raggiunge la
superficie attraverso uno
o più camini e fuoriesce
grazie a fessure dette
crateri.
Il magma è una massa densa e
viscosa, formatasi in seguito alla
fusione di rocce, contenente anche
gas e vapore acqueo. Il componente
chimico più abbondante è la silice .
La sua temperatura è molto elevata,
compresa tra i 1000 e 1200 °C.
Quando il magma fuoriesce attraverso
i crateri, la temperatura diminuisce e i
gas si disperdono nell’atmosfera: il
magma prende allora il nome di lava.
Durante un’eruzione, un vulcano emette lava, gas e piroclasti. La lava è un
materiale fluido e privo di gas con temperatura più bassa rispetto al magma. In
base al loro contenuto in silice, le lave possono essere fluide (quelle a minor
contenuto di silice) e quindi scorrere più velocemente sulle pendici del vulcano,
oppure viscose (quelle più ricche di silice) e quindi scorrere più lentamente.
I gas che fuoriescono da un vulcano
sono l’idrogeno, l’anidride carbonica,
l’anidride solforosa e il vapore acqueo.
Tutti i prodotti emessi nel corso delle
eruzioni esplosive prendono il nome di
piroclasti; essi vengono classificati in
base alle loro dimensioni:
•le ceneri sono particelle finissime;
•i lapilli hanno un diametro tra uno e
quattro centimetri;
•le bombe sono blocchi di notevoli
dimensioni, da pochi centimetri a
qualche metro.
I
fenomeni
vulcanici
non si
esauriscono con la fine delle eruzioni
ma continuano con l’emissione di gas
caldi e vapore acqueo, a questi
fenomeni si da il nome di
vulcanesimo secondario. L’attività
può essere prolungata nel tempo (
attività persistente) oppure può
essere caratterizzata
da brevi
periodi eruttivi ( attività parossistica).
Spesso si alternano tra una fase di
attività e l’altra , lunghi periodi di
riposo , o quiescenza , durante i quali
il vulcano appare spento ( ma in
realtà non lo è). Nella fase finale
della vita di un vulcano si
manifestano
i
fenomeni
di
vulcanesimo
secondario
o
magnetismo
secondario,
caratterizzato da emissioni di gas e
vapori.
I geyser sono manifestazioni vulcaniche
secondarie . Come i vulcani, devono la loro
esistenza ai bacini di magma presenti nella
litosfera. La nascita di un geyser ha inizio
quando l’acqua piovana filtra nel terreno e
finisce in una regione del sottosuolo ricca
di rocce porose. Le rocce circostanti
vengono
riscaldate
da
un
bacino
magmatico, quest’ acqua non giunge ad
ebollizione, ma viene spinta verso l’alto. La
temperatura aumenta e l’acqua si
trasforma in vapore. Fuoriesce e porta con
sé acqua ancora liquida in un getto caldo.
Molto diffuse in Italia, sono costituite da acque calde,
ricche di gas e sali minerali, spesso sfruttate per le loro
proprietà terapeutiche esse sono costituite da acque
calde che risalgono in superficie. Derivano dal vapore
acqueo, proveniente dal magma condensatosi oppure dal
riscaldamento delle acque sotterranee per contatto con
rocce calde.
Sono
emissioni
di
anidride
carbonica.
Questo gas è più
pesante
dell’aria
e
perciò ristagna nello
strato d’aria a diretto
contatto con il suolo
rendendo difficile la
respirazione.
Piccole fessure nel suolo da cui fuoriescono emissioni
di acqua calda ,vapore acqueo e anidride carbonica,
frequenti vicino a Napoli.
Il nome del fenomeno è dovuto al vapore che si
raffredda e condensatesi forma dei fumi.
Sono un particolare tipo
di fumarole; in questo
caso il vapore acqueo
fuoriesce dal suolo a
forti
pressioni
con
temperature dai 120°C ai
200°C, raggiungono fino
ai 20m di altezza e
vengono sfruttati per
vaporazioni
di
acido
borico e produzione di
energia termo-elettrica.
Sono emissioni di vapori
caldi (120°C) ricchi di
composti dello zolfo dal
colore giallo che formano
cristalli, intorno al loro
sbocco in superficie.
La più importante è quella
di
Pozzuoli,
situata
all’interno del cratere di un
vulcano spento.
La distribuzione geografica dei vulcani
coincide in grandissima parte con quella
dei terremoti: ciò è dovuto al fatto che
sismicità e vulcanismo sono fenomeni
legati alla stessa causa, costituita dai
movimenti litosferici provocati dai moti
convettivi dal sottostante mantello.
Il sistema vulcanico più imponente è
quello formato dalle effusioni laviche
sottomarine che avvengono lungo le
dorsali oceaniche, dove è in atto una
continua espansione dei fondali, solo
raramente tali edifici arrivano ad
emergere (Islanda, Azzorre), ma l’attività
è in pratica ininterrotta lungo tutti i
sistemi di dorsali.
La maggior parte dei vulcani localizzati
sulle terre emerse si trova lungo gli archi
insulari, ai margini dei continenti che
fiancheggiano le fosse oceaniche
(Ande.).
Si tratta di vulcani altamente esplosivi, alimentati da
magmi in prevalenza acidi. Altri vulcani sub aerei si
trovano all’interno di zolle sia continentali ( Vesuvio,
Etna, Africa Orientale) sia oceaniche (Hawaii
Canarie).
L’Italia è caratterizzata da un'attività vulcanica tuttora
in atto, nella quale si possono distinguere tre diversi
tipi di vulcanismo.
Il vulcanismo esplosivo delle isole Eolie comprende
due vulcani, Stromboli e Vulcano. L'attività di
Stromboli è continua, con deboli esplosioni
intermittenti a volte seguite da emissioni laviche;
l'attività di Vulcano si sviluppa invece in due fasi:
nella prima fase, per la viscosità della lava, si forma
nel suo cratere una cupola di ristagno, mentre nella
seconda, la cupola, a causa della pressione dei gas
sottostanti, esplode e si frantuma, liberando il cratere
per la successiva fuoriuscita di lava.
Il vulcanismo effusivo della Sicilia orientale
(basaltico) è rappresentato specialmente dall'Etna, il
più alto vulcano attivo d'Europa.
Al vulcanismo esplosivo della costa tirrenica
meridionale si possono associare i Campi Flegrei,
Ischia e, soprattutto, il Vesuvio.
I principali pericoli derivanti dall’attività vulcanica sono rappresentati dalla
caduta di frammenti solidi di dimensioni e temperatura variabili, dallo
scorrimento di colate di lava, flussi piroclastici e colate di fango, dall’emissione
di gas vulcanici, da terremoti, frane, inondazioni, ecc.
Pericolosità e rischio vulcanico sono spesso usati come sinonimi, benché il
significato sia diverso. Il rischio è dato da tre parametri: pericolosità vulcanica,
valore esposto e vulnerabilità.
La pericolosità vulcanica è la probabilità che una regione sia interessata da
fenomeni vulcanici. Il valore esposto è dato dal numero di persone esposte al
pericolo. La vulnerabilità è la percentuale di valore che si stima verrà perduto
per effetto di un evento.
I vulcani che rappresentano una sorgente di pericolo si trovano anche in Italia.
L’Italia è una regione instabile con vulcani attivi e numerosi,
circondata da una catena di montagne relativamente giovani e
quindi ancora in assestamento.
Il vulcano a più alto rischio vulcanico è il Vesuvio: le sue eruzioni
esplosive potrebbero avere conseguenze disastrose a causa
dell’elevata urbanizzazione nell’area in cui si trova .
Anche l’Etna è un vulcano a rischio elevato ma la sua attività,
generalmente è limitata all’emissione di lava, che è più facilmente
controllabile da parte dell’ uomo.
Le eruzioni vulcaniche avvengono di solito in luoghi
fissi, cioè dove si trovano vulcani attivi conosciuti
non solo dagli scienziati ma anche dalla gente del
posto.
I vulcanologi possono concentrare i loro sforzi sui
vulcani attivi e riescono, entro certi limiti, a
prevedere le eruzioni vulcaniche, che sono precedute
da una serie di fenomeni premonitori (scosse
sismiche, formazioni di fessure, fuoriuscita di gas,
ecc.).
Nel corso di queste manifestazioni è possibile dare
l’allarme e proteggere le popolazioni minacciate.
Tuttavia, la migliore prevenzione, è quella di non
occupare le zone che possono essere coinvolte nelle
attività vulcaniche.