Realizzato da: Bernard Musica: Nhongolo Traduzione dal francese: Lulu L’ultimo angolo del mondo dove vivono etnie che sembrano ferme nel tempo e da millenni tramandano la loro cultura ancestrale. ALLA SCOPERTA DELLE TRIBÙ DELL’OMO. Ai confini dell’Etiopia, in un mondo senza tempo, a alcuni secoli dalla modernità, Hans Sylvester ha fotografato per sei anni alcune tribù in cui uomini, donne, bambini, anziani, sono dei geni nell’arte ancestrale. Sono tribù che vivono sulle colline, ai piedi del fiume Omo, in una terra a cavallo del triangolo Etiopia – Sudan - Kenia, conosciuta come la grande vallata del Rift. È una regione vulcanica che fornisce una sconfinata tavolozza di pigmenti colorati: ocra, rosso, caolino bianco, verde ramato, giallo luminoso o grigio cenere. I membri di questa tribù hanno il genio della pittura, e i loro lunghi corpi di due metri di altezza diventano un’immensa tela. La forza della loro arte è concentrata in tre parole: : le dita, la velocità e la libertà. Disegnano con le mani aperte, o con la punta delle unghie, a volte con un pezzo di legno, una canna o uno stelo schiacciato. Con gesti vivaci, rapidi, spontanei, con un movimento essenziale che ricercano i grandi maestri dell’arte contemporanea, quando hanno imparato troppo e vogliono dimenticare tutto. Sono dei geni i n un’arte ancestrale. Solo il desiderio di decorarsi, di sedurre, di essere belli, un gioco e un piacere permanente. Basta loro intingere le dita nell’argilla e, in due minuti, su petto, seni, pube e gambe, nasce niente meno che un Mirò, un Picasso, un Pollock, un Tàpis.