EJB

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Progettazione e realizzazione
di un’applicazione J2EE
Corso TAPS 2001/02
Gianna Reggio
Che cosa occorre (1)
• conoscere “concettualemente”/dal punto di vista
del design le varie parti
– per lo strato server-business (non vediamo quello Web)
* Enterprise Javebeans
* i servizi gestiti dal container (sicurezza, transaction, persistenza)
* le API più rilevanti (messaging, Javamail)
– per lo strato client
* Java
* GUI (AWT/SWING)
– per lo strato EIS
* useremo solo un database con EJBC o gestito dal container
si assumono già conosciuti
Che cosa occorre (2)
• conoscere i dettagli a livello di codice, formati,
procedure per realizzare le varie parti
– Enterprise Javebeans sono specializazioni della class
… e sono impaccati in un file .jar…
• conoscere i tools che possono aiutare a svolgere
le attività collegagte
Enterprise Javabeans
• Reusable components
– classe di tipo “bean” + classi ausiliari
– un oggetto a “run-time”
• Business tier = container pieno di enterprise beans
• sono di tre tipi
– Session bean
* eseguono un task per un client
* es………….
– Entity bean
* rappresentano un business entity object esistente nella
memoria stabile
* es………….
– Message-Driven bean
* è un listener per messaggi asincroni del genere “Java Message
Service”
* es………….
Session Bean
• rappresenta un singolo cliente all’interno del server J2EE, o
meglio una sessione interattiva del cliente
• per accedere ad un’applicazione installata sul server il
cliente invoca i session beans
• i session bean fanno il lavoro
• non sono condivisi tra diversi clienti
• non sono persistenti (cioè, i loro dati non sono salvati su un
database)
• quando il cliente termina la sua sessione il bean sparisce
• Due tipi
– Stateful e stateless
Stateful Session Bean
• lo stato di un oggetto consiste nei valori delle sue instance variables
• In un stateful session bean, le sue instance variables rappresentano lo
stato di un’unica sessione client-bean
• Lo stato viene conservato per la durata della sessione client-bean
• Se il cliente rimuove il bean o termina, la sessione finisce, e lo stato
scompare
• E questo non è un problema, poichè quando termina la “conversazione”
tra il cliente e il bean finisce, non c’è bisogno di conservare lo stato
Stateless Session Bean
• un stateless session bean non contiene uno stato di una conversazione
con un particolare cliente
• Quando un cliente invoca un metodo di un stateless bean, le instance
variables del bean possono contenere uno stato, ma solo per la durata
dell’invocazione; quando il metodo è finito lo stato non è conservato
• Eccetto durante l’invocazione dei metodi tutte le istanze dei bean
stateless sono equivalenti, permettendo al container EJB di assegnarle
ai clienti
• Poichè stateless session beans possono supportare differenti clienti,
possono offrire una migliore scalabilità per applicazioni che richiedono
un grande numero di clienti
• Un’applicazione, in genere, richiede meno stateless session beans che
stateful session beans per supportare lo stesso numero di clienti
• Di tanto in tanto il container EJB deve scrivere un stateful session bean
sulla memoria secondaria, mentre gli stateless session beans non sono
mai scritti, quindi gli stateless beans possono garantire una migliore
efficienza che gli stateful beans
Quando usare i Session Beans (1)
• In generale, si dovrebbe usare un session bean se
– In ogni momento, solo un cliente ha accesso all’istanza
del bean
– Lo stato del bean non è persistente, ma esiste solo per
un periodo di tempo limitato (forse alcune ore)
• Gli stateful session beans se vale una delle
seguenti condizioni
– lo stato del bean rappresenta l’interazione tra il bean e
uno specifico cliente
– Il bean deve ritenere delle informazioni sul cliente tra le
invocazioni dei vari metodi da parte del cliente
– Il bean media tra il cliente e le altre componenti
dell’applicazione, presentando una vista semplificata al
– dietro le scene il bean gestisce il work flow di diversi
enterprise beans
Quando usare i Session Beans (2)
• Per migliorare l’efficienza si può usare un stateless
session bean, se ha uno di questi tratti
– Lo stato del bean non contiene dati specifici del cliente
– Durante l’invocazione di un metodo, il bean esegue un
compito generico per tutti i clienti (es., per mandare la
conferma di un ordine via e-mail)
– Il bean recupera un insieme di dati read-only usati
frequentemente dai clienti (es., per recuperare I dati
relativi ai prodotti speciali del mese)
Entity Bean (1)
• Rappresenta un “oggetto del business” conservato
in un meccanismo di memoria persistente
[database relazionale] (es., consumatori, ordini, e
prodotti)
• tipicamente un entity bean corrisponde ad una
tabella in un database relazionale, ed ogni istanza
del bean corrisponde ad una riga nella tabella
• le differenze principali con i session beans
–
–
–
–
sono persistenti
sono condivisi
hanno chiavi primarie per identificarli
possono essere legati ad altri beans da relazioni
Entity Bean (2)
• Persistenza
– Due tipi
* Gestita dal bean
˚ Il codice del bean contiene le chiamate al database
* Gestita dal contenitore
˚ il container EJB genera automaticamente le chiamate al database
• Condivisi
– Possono essere condivisi fra vari clienti
– Poichè diversi clienti possono volere cambiare gli stessi
dati, è importante che siano dotati di un meccanismo di
transazioni
– In genere, il contenitore fornisce la gestione delle
transazioni
– La definizione dei limiti delle transazioni viene data nel
deployment descriptor del bean
Entity Bean (3)
• Chiave primaria
– Ogni entity bean ha un unico “identificatore” (es., un
entity bean consumatore può essere identificato da un
codice)
– La chiave primaria permette al cliente di localizzare un
particolare entity bean
• Relazioni
– Come in un database relazionale, gli entity bean
possono essere collegati da relazioni
* Orientate
* Con molteplicità 1 o molti
– se la persistenza è
* Gestita dal bean
˚ Il codice del bean deve gestire le relazioni
* Gestita dal contenitore
˚ Il container ci pensa lui
Persistenza gestita dal container (1)
• Il container EJB gestisce tutti gli accessi al database
necessari; il codice del bean non contiene istruzioni
SQL
– quindi, il bean non è legato ad uno specifico database,
pertanto se il bean è riinstallato su un altro server, non
occorre modificare o ricompilare il codice dal bean, il bean è
molti più portabile
• per generare gli accessi al database il container
necessita delle informazioni data dallo
• schema astratto dell’entity bean
– è parte del deployment descriptor del bean, e definisce i
campi persistenti del bean e le sue relazioni con altri entity
bean
– astratto per distinguerlo dallo schema “concreto” del/dei
database a cui il bean sarà collegato
Persistenza gestita dal container (2)
• schema astratto dell’entity bean (cont.)
– si specifica il nome di uno schema astratto nel deployment
descriptor
– questo nome viene usato in query scritte in EJB QL (Enterprise
JavaBeans Query Language)
– occorre definire una query EJB QL per ogni finder method
(eccetto findByPrimaryKey)
– la query EJB QL determina la query che è eseguita dal container
EJB quando il finder method è invocato
• campi persistenti
– sono immagazzinati nel sottostante database
– collettivamente costituiscono lo stato del bean
– a runtime, il container EJB automaticamente sincronizza questo
stato con lo stato del database
– durante il deployment, il container tipicamente mappa l’entity
bean su una tabella di undatabase e mappa i campi persistenti
sulle colonne di tale tabella
Persistenza gestita dal container (3)
• campo relazione
– è come una chiave esterna in una tabella di un
database, identifica il bean collegato dalla relazione
– come i campi persistenti, è virtuale ed è definita nella
classe del bean con gli access method
• le relazioni gestite dal container
– hanno molteplicità
* One-to-one
* One-to-many
* Many-to-one
* Many-to-many
– sono
* unidirezionali (un solo campo relazione, nel bean di partenza)
* bidirezionali (due campi relazione, in entrambi i bean)
Quando usare gli Entity Beans
• In generale, si dovrebbe usare un entity bean se
– il bean rappresenta una business entity, non una
procedura (es., “carta di credito” sarebbe un entity bean,
ma il “controlla carta di credito” sarebbe un session
bean)
– lo stato del bean deve essere persistente; se il bean
termina o se il server J2EE è spento lo stato del bean
esiste ancora (in un database)
Message-Driven Bean (1)
• un enterprise bean che permette alle applicazioni J2EE di processare
messaggi asincroni
– agisce come un JMS message listener, che è simila ad un event listener
eccetto che ricveve messaggi, invece di eventi
– i messaggi possono essere mandati da ogni componente J2EE (application
client, un altro enterprise bean, or una component Web) o da una
applicazione JMS o da un sistema che non usa la tecnologia J2EE
• differenze con i session bean
– i clienti non accedono ai message-driven bean attraverso interfaccie (dopo)
• assomigliano a stateless session bean
– le istanze non tengono ne dati, ne lo stato di una conversazione con il
cliente
– tutte le istanze di un message-driven bean sono equivalenti, permettendo al
container di assegnare i messaggi ad una qualunque istanza [es., una
stream di messaggi può essere processata in modo concorrente]
– un singolo message-driven bean può processare messagi provenienti da
diversi clienti
Message-Driven Bean (2)
• caratteristiche
– Le instance variables delle istanze dei message-driven bean
possono mantenere dei valori durante il trattamento dei messaggi
– quando un messaggio arriva, il container chiama il metodo del bean
onMessage per processarlo
– onMessage può chiamare metodi helper, o può invocare un session
o un entity bean per processare l’informazione o immagazzinarla in
una database
– un messaggio può essere consegnato ad un message-driven bean
dentro il contesto di una transazione così che se il processamento
del messaggio è rolled back, il messaggio sarà redelivered
• quando usare un message-driven bean
– session bean e entity bean permettono di ricevere e mandare
messaggi JMS e di riceverli in modo sincrono, ma non
asincronamente
– per ricevere messaggi asincronamente usare un message-driven
bean
Accesso ai bean per mezzo di interfacce
• un cliente può accedere un session o un entity bean solo
attraverso i metodi definiti nelle sue interfacce
– esse definiscono il punto di vista da parte del cliente del bean
– tutti gli altri aspetti (implementazione dei metodi, i setting contenuti
nel deployment descriptor, schema astratto, e accessi al database)
sono nascosti
• interfacce ben progettate semplificano lo sviluppo ed il
mantenimento delle applicazioni J2EE
– non solo proteggono i clienti dalle complessità dell’EJB tier, ma
permettono anche di cambiare il bean al suo interno, senza
influenzare i clienti (es., si può cambiare la persistenza di un entity
bean senza che il client se ne accorga)
– ma se si cambiano i metodi nelle interfacce, allora occorre
modificare i clienti
– pertanto è importante isolare i clienti il più possibile dai cambi nei
bean
VALIDO IN GENERALE
Accesso remoto
• un cliente remoto di un bean ha le seguenti
caratteristiche
– può girare su una macchina diverso o su una Java VM
diversa da quella del bean
– può essere una componente Web, un’application client
J2EE, o un altro enterprise bean
– al cliente remoto la locazione del bean non interessa
• un bean che permette l’accesso remoto deve
avere due interfacce
– remote interface
* business method specifici del bean
– home interface
* life cycle methods (create e remove)
* finder method per gli entity bean (servono a ricercare tali bean)
Accesso remoto (esempio)
Accesso locale
• un cliente locale di un bean ha le seguenti
caratteristiche
– deve girare sulla stessa Java VM del bean
– può essere una componente Web o un altro enterprise
bean
– la locazione del bean non è trasparente al cliente locale
– frequentemente è un entity bean che ha una relazione
gestita dal contenitore con un entity bean
• un bean che permette l’accesso locale deve avere
due interfacce
– local interface
* business method specifici del bean
– home interface
* life cycle methods (create e remove)
* finder method per gli entity bean (servono a ricercare tali bean)
Relazioni gestite dal contenitore e
interfacce locali
• se un bean è il target di una relzione gestita dal
contenitore deve avere una interfaccia locale (per
ricevere chiamate da coloro con cui è in relazione)
accesso locale versus remoto (1)
• occorre considerare i seguenti fattori
– relazioni gestite dal contenitore
* se un entity bean è il target di una di queste relazioni deve permettere
l’accesso locale
– Tight o loose coupling di bean
* se hanno strette relazioni con altri bean, in genere beneficiano di accesso
locale (più efficiente)
– tipo dei clienti
* se un enterprise bean è usato da un J2EE application client, allora dovrà
permettere l’accesso remoto, dato che in genere essi girano su macchine
diverse dal server J2EE
* se i clienti sono componenti Web o altri enterprise bean, allora il tipo degli
accessi dipende da quanto si vuole distribuire le varie componenti
– distribuzione delle componenti
* le applicazioni J2EE sono scalabili poichè le componenti del server-tier
possono essere distribuite su molte macchine (es. le componenti Web
possono girare su una macchine differente da quella dei bean che
accedono)
* in uno scenario distribuito gli enterprise bean devono permettere
l’accesso remoto
accesso locale versus remoto (2)
– se non si è certi di quale tipo di accesso usare, scegliere
remoto, in modo da evitare di precludere future
realizzazioni distribuite
– sebbene non comune, è possibile definire un enterprise
bean con acesso remoto e locale, basta definire sia
l’interfaccia remota che quella locale
• tipo di accesso e prestazioni
– la scelta della distribuzione della propria applicazione
può influenzare le prestazioni
* accesso remoto più lento
* distribuzione permette compiti in parallelo, più veloce
VALIDO IN GENERALE
Tipo di accesso e passaggio dei parametri (1)
• il tipo di accesso influenza il passaggio dei
parametri dei metodi (anche del valore di ritorno)
– un argomento di una chiamata remota è passato per
valore, è una copia di un oggetto
– un argomento di una chiamata locale è passato per
riferimento, come ogni normale chiamata di un metodo
in Java
– i parametri delle chiamate remote sono più isolati, il
chiamante ed il chiamato operano su copie differenti
dell’oggetto parametro
* se il cliente cambia il valore di tale oggetto, la copia nel bean
non cambia
˚ questa forma di isolamento aiuta a proteggere il bean se il cliente
inavvertitamente modifica il dato
* in una chiamata locale, sia il cliente che il bean possono
modificare lo stesso oggetto
˚ non usare troppo questa tecnica, poichè non permette di rimpiazzare la
chiamata locale con una remota nel futuro
Tipo di accesso e passaggio dei parametri (2)
• granularità dei dati passati
– poichè le chiamate remote in genere sono più lente di
quelle locali, i parametri dei metodi remoti dovrebbero
essere più “grossi” contenenti più dati, cosicché sono
necessarie meno chiamate
Il contenuto di un Enterprise Bean
• per produrre un bean occorre fornire i seguenti file
– Deployment descriptor
* un file XML che specifica informazioni sul bean, come il tipo di
persistenza, e le eventuali transazioni
* esistono tool che aiutano a prepararlo
– Enterprise bean class
* implementa i metodi contenuto nelle sue interfacce: remote + home,
oppure, local + home
(ricordare che i message-driven bean non hanno queste interfacce)
– Helper classes
* altre classi necessarie alla classe bean, come classi exception e utility
questi file devono essere impacchettati in un file EJB JAR file, il
modulo che immagazzina l’enterprise bean
un file EJB JAR è portabile e può essere utilizzato per costruire molte
diverse applicazioni
Convenzioni per i nomi degli enterprise bean
Item
Esempio
Sintassi
Enterprise bean name (DD)
<name>EJB
AccountEJB
EJB JAR display name (DD)
<name>JAR
AccountJAR
Enterprise bean class
<name>Bean
AccountBean
Home interface
<name>Home
AccountHome
Remote interface
<name>
Account
Local home interface
Local<name>Home
LocalAccountHome
Local interface
Local<name>
LocalAccount
Abstract schema (DD)
<name>
Account
quelli marcati DD si trovano nel deployment descriptor
Il ciclo di vita degli Enterprise Bean
• un enterprise bean passa attraverso differenti stadi
durante la sua vita
• ogni tipo di enterprise bean (session, entity, o
message-driven) ha un tipo di vita differente
• conoscere tali cicli di vita, aiuta a capire come
funzionano, quali metodi occorre definire nelle
relative classi
Ciclo di vita di un Stateful Session Bean
invocati dal cliente
per metterlo toglierlo
dalla memoria
quando poco usato
definito
per ogni
bean
invocati
dal
container
può ricevere
le chiamate
dei business method dal cliente
Ciclo di vita di un Stateless Session Bean
definito
per ogni
bean
invocati
dal
container
Ciclo di vita di un Entity Bean
invocati dal cliente
invocati
dal
container
istanze non associate
ad alcun identità
Ciclo di vita di un Message-Driven Bean
invocati
dal
container
Transactions
Il problema
• Una tipica applicazione enterprise accede e modifica
informazioni immagazzinate in uno o più database
• Dato che questa informazione è critica per le attività del
business, deve essere accurata, aggiornata, e affidabile
• L’integrità dei dati si perderebbe
– se diversi programmi potessero modificare la stessa informazione
simultaneamente
– o se il sistema fallisse mentre processava una “business
transaction” e lasciasse i dati coinvolti modificati in modo parziale
• Il meccanismo software delle transazioni assicura l’integrità
dei dati in entrambi gli scenari
– Controllano l’accesso ai dati da parte di diversi programmi
– In caso di fallimento del sistema, assicurano che dopo il recovery, i
dati siano in uno stato consistente
riepilogo
Transazione: cosa è?
• Un gruppo di statement/azioni/step considerati
come un tutt’uno
• devono essere eseguiti tutti o nessuno, altrimenti
l’integrità dei dati è persa
– es……
• Una transazione può finire in due modi
– con un commit
* le modifiche dei dati fatte dagli statement sono salvate
– o con un rollback
* in caso di fallimento, gli effetti degli statement sono annullati
• In J2EE le transazioni possono
* Essere gestite dal container
* Essere gestite dai bean
Container-Managed Transaction
• Si può usare per ogni tipo di enterprise bean (session,
entity, o message-driven)
• Lo sviluppo è semplificato, poichè non occorre marcare le
transazioni sul codice del bean
• Il container EJB pone i limiti delle transazioni
• tipicamente, il container inizia una transazione
immediatamente prima che un metodo del bean inizi, e la
finisce giusto prima della fine di tale metodo
• ogni metodo può essere associato con una singola
transazione, transazioni multiple o innestate non sono
ammesse
• non è necessario associare una transazione con ogni
metodo
• quando si usa un bean per costruire un’applicazione, si
specifica quali metodi del bean sono associati con le
transazioni, fissando gli attributi di transazione
Transaction Attributes (1)
• Controllano lo scope di una transazione
• Perché è importante ?
• L’esecuzione di B è dentro lo scope della transazione dove
è avvenuta la chiamata?, o dentro una nuova transazione
• L’attributo di transazione di B permette di ripondere a ciò
Transaction Attributes (2)
Required
– se il cliente è dentro una transazione e invoca il metodo, il metodo
viene eseguito dentro la transazione del cliente
– se il cliente non è dentro una transazione, il container inizia una
nuova transazione prima di iniziare il metodo
Funziona per la maggior parte dei casi
* Quindi si potrebe usare come defualt, almeno all’inizio dello sviluppo,
tanto è possibile cambiarlo dopo
RequiresNew
– se il cliente è dentro una transazione e invoca il metodo, il container
fa le seguenti cose
1. sospende la transazione del cliente
2. inizia una nuova transazione
3. esegue il metodo dentro essa
4. dopo il completamento del metodo, riprende la transazione del cliente
– se il cliente non è dentro una transazione, il container inizia una
nuova transazione prima di iniziare il metodo
Si deve usare quando si vuole essere certi che il metodo viene sempre
eseguito in una nuova transazione
Transaction Attributes (3)
Mandatory
– se il cliente è dentro una transazione e invoca il metodo, il metodo
viene eseguito dentro la transazione del cliente
– se il cliente non è dentro una transazione, il container lancia
l’eccezione TransactionRequiredException
Si deve usare quando si vuole essere certi che il metodo viene sempre
eseguito nella transazione del cliente
NotSupported
– se il cliente è dentro una transazione e invoca il metodo, il container
fa le seguenti cose
1.sospende la transazione del cliente
2.esegue il metodo fuori da ogni transazione
3. dopo il completamento del metodo, riprende la transazione del cliente
– se il cliente non è dentro una transazione, il container non inizia una
nuova transazione
Si deve usare quando non è neccessario che il metodo sia eseguito in
una transazione (evitare le transazioni, migliora le prestazioni)
Transaction Attributes (4)
Supports
– se il cliente è dentro una transazione e invoca il metodo, il metodo
viene eseguito dentro la transazione del cliente
– se il cliente non è dentro una transazione, il container non inizia una
nuova transazione
Dato che il comportamento del metodo dipende varia in dipendenza
del chiamante, usarlo con cauzione
Never
– se il cliente non è dentro una transazione, il container lancia
l’eccezione RemoteException
– se il cliente non è dentro una transazione, il container non inizia una
nuova transazione
Transaction Attributes (5)
• Fissare i Transaction Attributes
– Dato che sono conservati nel deployment descriptor del
bean, possono essere cambiati durante tutte le fasi dello
sviluppo delle applicazioni J2EE
– Tuttavia lo sviluppatore del bean deve specificare questi
attributi quando lo crea
– ed essi dovrebbero essere modificati solo dallo
sviluppatore di applicazioni, quando assembla le
componenti
– mentre, non si dovrebbe fare conto sull’installatore per
fissarli
– è possibile fissare gli attributi per un bean o per un
singolo metodo (se ci sono entrambi, l’attributo del
metodo ha la precedenza)
Transaction Attributes: sommario
Bean
Client
M(…)
Transaction Attribute di M
Bean
Client
Required
No-trans
RequiresNew
No-trans
New-trans
T1
Mandatory
No-trans
New-trans
errore
NotSupported
No-trans
Supports
No-trans
Never
No-trans
T1
T1
T1
T1
T1
New-trans
T1
T1
No-trans
No-trans
No-trans
T1
No-trans
error
Bean-Managed Transaction
• Permessa solo per session e message-driven bean
– Utilizzando i meccanismi del database con JDBC
– Utilizzando l’API JTA, che implementa le transaction con il “JTS”
(Java Transaction Service)
Fine lezione
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