CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO Omelia per l’Eucaristia delle AA.LL. di Mons. Giovanni Giuseppe Delogu Martedì 21- 09 - 2010 Stiamo celebrando, sorelle e fratelli, l’Eucaristia fonte di unità nella missione, secondo il tema specifico proposto alle nostre aggregazioni laicali nel contesto del Congresso Eucaristico. Questo vuol dire, che i laici impegnati nei vari movimenti, riconosciuti ecclesiali dal nostro vescovo, che hanno e conservano la propria specificità, sono chiamati da questo straordinario evento di grazia, a individuare nell’Eucaristia la fonte dell’unità fra tutte le aggregazioni, a dissetarsi a questa fonte, a nutrirsi di questo “fior di frumento”, per imparare a lavorare insieme per il Vangelo! A questo insieme ci educa l’Eucaristia, se vissuta; a questo insieme deve, assolutamente, avviarci a tendere questo Santo Congresso Eucaristico Diocesano, che è grazia, ma pure responsabilità, assunta dall’intera nostra e amata Chiesa Diocesana! L’Eucaristia ci educa a osservare e monitorare insieme la situazione reale del nostro territorio nei diversi aspetti, culturali ed economici, perché, a questo territorio siamo chiamati ad annunziare il Vangelo! Questa crescita cristiana, questa maturità di cristifideles laici, nutriti da una Eucaristia d’insieme, ci renderà annunciatori e testimoni credibili nella missione sul nostro territorio; la missione, che dalla fonte dell’Eucaristia attingerà sempre luce ed energia! Eucaristia fonte di unità nella missione; tema stupendo di un cammino pastorale nuovo da intraprendere tutti insieme, col nostro vescovo, che opera insieme al nostro presbiterio! Eucaristia fonte di unità nella missione! È l’intera e complessa ricchezza del vostro essere fedeli laici della Chiesa nel mondo di oggi che, ora e quì, intendiamo celebrare! Celebriamo un’Eucaristia straordinaria, come straordinario è un Congresso Eucaristico; celebriamo, per questo tempo e per questa Chiesa, un’Eucaristia dalla quale attingiamo l’acqua viva che Gesù promette alla Samaritana smarrita, l’acqua che ha la capacità di “zampillare per la vita eterna!” (Gv 4, 14); l’acqua che dona dimensioni di vita eterna alla vostra vita di laici adulti nella fede, di mariti e di spose, di genitori, di lavoratori, di professionisti, seriamente impegnati nella missione, testimoni credibili nel mondo di oggi! L’acqua che vivifica l’intima unione della Chiesa con l’intera famiglia umana, secondo quanto lo Spirito Santo dice ancora alla Santa Chiesa nella Costituzione Pastorale “ Gaudium et Spes” del Sacrosanto Concilio Vaticano Secondo: “ Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” Un progetto pastorale che lo Spirito ha suggerito e continua a suggerire a tutta la Chiesa, ma che spesso dimentichiamo. 1 Un progetto che questo Congresso Eucaristico ripropone e illumina alla nostra Chiesa, con un interrogativo: Vogliamo noi tutti diventare e vivere come discepoli di Cristo, nel cui cuore “trova eco tutto quanto è genuinamente umano?” Esperti in umanità, siamo chiamati a diventare discepoli di Gesù Cristo, a condizione che diventiamo e viviamo da esperti di Gesù Cristo! Che di Gesù Cristo, cioè, viviamo l’esperienza di amicizia nella preghiera, di conoscenza intima nella vita di ascolto della Parola. Così come S. Matteo Apostolo, nella cui festa viviamo questo giorno eucaristico dedicato alle nostre aggregazioni. Il Vangelo ora proclamato racconta lo sguardo di Cristo su Matteo, questo laico seduto al banco delle imposte; e racconta anche l’imperativo di Cristo a seguirlo: “ Vide un uomo chiamato Matteo…e gli disse: Seguimi. Ed egli si alzò e lo seguì.( Mt 9,9”). “Uno sguardo e un imperativo costitutivo,” che provocano un alzarsi immediatamente e una sequela decisa e definitiva di questo laico, impegnato e professionista in una attività singolarmente redditizia. Ho detto imperativo costitutivo, perché la chiamata dà anche grazia di risposta. Lasciarsi affascinare, dunque, dallo sguardo di Gesù, avvertire fin nelle viscere che il suo imperativo non dà spazio ad incertezze di sorta; una fede viva e profetica, cari amici, è la molla che fa scattare la nostra decisione per Cristo! Ma, sappiamo tutti che, a questa fede viva, si arriva con una vita spirituale di intimità- amicizia con Cristo, seria e ininterrotta; una vita spirituale nutrita del pane della Parola di Dio, di dottrina teologica sicura; nutrita di preghiera, non di parole e formule biascicate per abitudine. Vita di preghiera profonda e sistematica che porta a maturità di laici adulti e responsabili nella Chiesa e della Chiesa, e a testimonianza credibile nel mondo. Il pane della Parola di Dio e il pane Corpo e Sangue di Cristo avviano a uno stile di vita nuova, di vita eterna: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” ( Gv 6,54). Uno stile di vita dettato dallo stare con Cristo, dall’abitare con Lui, dal lasciarsi abitare da Cristo; come i primi amici che gli chiedono:” Dove abiti?” E vanno e vedono e ricordano persino l’ora di quell’incontro! (Gv 1,39). Di S. Matteo, nella Parola proclamata, è detto che la gioia della sequela è tale e tanta che offre un banchetto che manifesta l’inizio di una vita gratificata, piena di senso; una vita nutrita! È questa vita ricca di senso, questa sequela, che porta alla missione! La missione, che è annunzio di salvezza per i peccatori:” Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9, 44). C’è tanto malessere nel mondo di oggi. “ A voi, laici credenti, riuniti insieme nel Cristo, guidati dallo Spirito Santo nel pellegrinaggio verso il Padre, che avete ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.” (G. S. 1); a voi laici credenti, adulti e responsabili, impegnati a vivere e testimoniare l’identità e la specificità dei diversi movimenti ecclesiali, nella diversità che fa ricchezza di comunione; a voi Gesù, in questo Congresso Eucaristico, affida la missione di portare la sua salvezza: “ Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” ( Mt 9, 13 ). Portiamo salvezza se siamo noi stessi salvati, dai nostri egoismi e dalle nostre divisioni e lacerazioni; se siamo comunionecondivisione-dialogo! 2 E concludo ancora col Vangelo di S. Matteo, il Vangelo delle Beatitudini e del discorso della Montagna: “Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone erendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. ( Mt 5, 13 ss.). Amen! Amen! Sia lodato Gesù Cristo! 3