LA FENOMENOLOGIA

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LA FENOMENOLOGIA
Contenitore sociologico che include più approcci di studio
e ricerca:
Approccio etnometodologico
Approccio costruttivista
Teoria del punto di vista
Base concettuale comune:
Fenomeno: ciò che appare
Fenomenologia: filosofia il cui focus è il soggetto e la
sua esperienza cosciente, che si propone di andare
oltre gli assunti aprioristici, i pregiudizi, i dogmi.
L’importanza verte sugli attori e sulla loro percezione
“immediata”
LA FENOMENOLOGIA
-
Non vengono date per scontate le conoscenze apprese ma
vengono piuttosto messe in discussione;
-
Ci si interroga sul modo in cui si osserva il mondo e si vive in
esso;
-
Il ricercatore assume il ruolo di “extraterrestre” e/o straniero:
studia il modo in cui il soggetto definisce la propria situazione
sociale mettendo “fra parentesi” le nozioni culturali apprese;
-
La realtà quotidiana è intesa quale sistema socialmente
costruito e dato per scontato dai suoi membri;
-
Si mettono in dubbio le idee culturalmente apprese (critico
verso il funzionalismo).
LA FENOMENOLOGIA
E. HUSSERL (1859-1938)
FENOMENOLOGIA interessata a tutto ciò che è legato ai
“sensi”.
Nega una conoscenza ulteriore slegata dalla sperimentazione
attraverso i sensi.
Fenomeno: è dalla percezione di questo che nasce il sapere e la
conoscenza.
Compito della sociologia fenomenologica:
“descrizione” del mondo così come lo osserviamo, con la
consapevolezza che le nostre percezioni sono
estrinsecamente connesse alle nostre idee;
capire perché abbiamo percezioni comuni, “simili” ad altri
soggetti … comprendere il rapporto che collega le esperienze
in modo da costruire una realtà condivisa
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A. SCHUTZ (1899-1959)
Introduce la fenomenologia nel contesto della sociologia americana.
Tre concetti fondamentali:
Epoché: epi (sù) échein (tenere): “trattenere” ovvero … “sospensione del
giudizio”, considerare non attraverso pre-concetti, ogni volta … è
una prima volta.
Comprensione soggettiva (Verstehen – Weber): focus sul significato
che il soggetto attribuisce alle proprie situazioni quotidiane, sulla
definizione che il soggetto dà delle proprie esperienze.
Reciprocità di prospettive: il significato che un soggetto attribuisce ad
una situazione di interazione pensa sia condiviso dalla persona con
cui sta agendo … gli individui si comportano sulla base di assunti
“dati per scontati”.
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Stock di conoscenza … in Giddens “conoscenza
condivisa”: prescrizioni di comportamento che ci
inducono a pensare il mondo in “tipologie”
trasmesse dal gruppo sociale di appartenenza;
Le prescrizioni fanno sì che i soggetti vedano il
funzionamento della realtà quotidiana come un
insieme ordinato di azioni e relazioni
La conoscenza di cui abbiamo consapevolezza è però
solo una parte irrisoria di quella che usiamo: la
maggioranza della conoscenza condivisa viene
usata in modo “automatico”
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A. Giddens (micro/macro)
Analisi dell’azione quotidiana
Routine: i soggetti usano “schemi codificati” per agire in situazioni
ricorrenti
La routine è un tutt’uno con le pratiche istituzionalizzate … “lo studio della
vita quotidiana (micro) è parte integrante di ogni analisi riguardante
la conferma e la riproduzione delle pratiche istituzionali (macro).
La routine va al di là della razionalità … i soggetti trovano in essa
“sicurezza ontologica”.
La routine assicura la continuità della personalità dei soggetti così come
quella delle istituzioni.
Analisi delle situazioni critiche: quando la routine viene meno … (es.
Campi di sterminio … ed oggi???)
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ETNOMETODOLOGIA: H. GARFINKEL (1917 –
2011)
Principali riferimenti: Parsons, Schutz, Husserl e
Gurwitsch
Scopo di studio iniziale: approfondire la figura
dell’attore motivato di Parsons, della teoria
volontaristica dell’attore.
Interesse sull’utilizzo di un certo tipo di conoscenza circa il
funzionamento delle attività organizzate nella società.
Conoscenza alla quale si possono approcciare facilmente e
che ci si aspetta gli uni sugli altri.
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Etnometodologia
“etno”: ogni membro possiede una conoscenza di senso
comune della società alla quale appartiene.
“etnometodologia”: i metodi che i membri di un gruppo
adottano per dare senso al proprio mondo.
L’etnometodologia vuole “comprendere” come le persone
attribuiscono significato alle attività quotidiane
GARFINKEL TRATTA COME PROBLEMATICO QUELLO CHE
E’ SCONTATO PER COMPRENDERE LA REALTA’
QUOTIDIANA DI SENSO COMUNE
LA FENOMENOLOGIA
Fatto sociale: non è una “realtà oggettiva” (Durkheim)
ma il prodotto della continua attività concertata dagli
individui nella vita quotidiana.
Il soggetto riconosce i fatti sociali e attraverso essi
interpreta la situazione: le attribuisce un “senso” … così
costruisce “la realtà sociale” … dà forma ordinata alle
proprie esperienze.
Per Garfinkel pertanto “l’etnometodologia analizza le
attività quotidiane come metodi impiegati dai membri
per rendere quelle attività esplicitamente razionali e
comunicabili a tutti gli scopi pratici, ossia “spiegabili” in
quanto forme organizzate delle attività quotidiane di
senso comune”
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... il “processo interpretativo è a sua volta un
fenomeno da indagare” …
Per i funzionalisti norme e valori sono qualcosa di esterno
che vincola gli individui, per gli etnometodologi norme
e valori non sono l’interesse principale poiché
attenzione primaria viene posta nel processo attraverso
cui i soggetti dimostrano gli uni agli altri di seguire
norme e valori.
Garfinkel, come Schutz, sostiene che il sociologo per
scoprire le motivazioni che conferiscono senso alle
situazioni deve “estraniarsi” dagli atteggiamenti della
vita quotidiana ponendosi interrogativi diversi da quelli
della sociologia tradizionale (es. discrepanza fra visioni
dell’adulto e visioni del bambino)
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I RESOCONTI
Le persone producono resoconti ogni volta che spiegano le proprie azioni alle
quali attribuiscono un linguaggio e un significato.
“Render conto” è la capacità di manifestare a sé stessi e agli altri il significato
attribuito ad una situazione … “come se fosse un’altra prima volta”
I resoconti sono spesso espressi in forma abbreviata in virtù del “dato per
scontato” … Garfinkel definisce tali elementi “espressioni indicali” perché
indicano molto di più di quanto esprimono con il linguaggio
L’interazione sociale si spiega in tal modo all’interno del proprio contesto: i
significati che due soggetti attribuiscono alla loro interazione è legata alla
collocazione di questa nel tempo e nello spazio, alle persone presenti, agli
obiettivi, alla conoscenza delle reciproche relazioni … tutti “elementi di
indicalità”
ATTRIBUIRE SENSO A UN’INTERAZIONE E PRODURRE UN RESOCONTO
VERBALE SONO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
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FARE ETNOMETODOLOGIA
Prospettiva induttiva che verte sull’analisi micro
sociologica utilizzando dati qualitativi: si interessa agli
individui più che ai ruoli e alle strutture, si interessa
alle “regole del gioco”: in che modo le regole di
condotta informano gli attori circa la natura
dell’ambiente che li circonda?
TECNICHE
-
INTERVISTA IN PROFONDITA’
OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
BREACHING
LA FENOMENOLOGIA
OSSERVAZIONE DIRETTA: con immersione
personale del ricercatore (osservazione completa,
osservazione partecipante, partecipazione
osservante, osservazione quasi-partecipante)
INTERVISTE IN PROFONDITA’: al fine di cogliere
comportamenti e motivazioni dell’agire che ne
danno gli stessi soggetti (assenza di
standardizzazione, comprensione e non solo
documentazione, assenza di campione
rappresentativo, focus sui soggetti e non sulle
variabili)
BREACHING: il ricercatore “infrange” una normale
attività e “viola la scena”. L’interesse del
ricercatore in tal modo è rivolto a ciò che i soggetti
fanno per ristabilire l’ordine della situazione
attribuendole un senso.
LA FENOMENOLOGIA
LA PIU’ “CLASSICA” DELLE TECNICHE DI RICERCA QUALITATIVA
IN ETNOMETODOLOGIA E’ RITENUTA ESSERE
L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
PER OSSERVAZIONE PARTECIPANTE INTENDIAMO LA
STRATEGIA DI RICERCA NELLA QUALE IL RICERCATORE SI
INSERISCE IN MANIERA DIRETTA / PER UN TEMPO
RELATIVAMENTE LUNGO IN UN DETERMINATO GRUPPO
SOCIALE / PRESO NEL SUO AMBIENTE NATURALE /
ISTAURANDO UN RAPPORTO DI INTERAZIONE PERSONALE
CON I SUOI MEMBRI / ALLO SCOPO DI DESCRIVERNE LE
AZIONI E DI COMPRENDERNE LE MOTIVAZIONI, MEDIANTE
UN PROCESSO DI “IMMEDESIMAZIONE”.
TALE TECNICA E’ RITENUTA ANCHE LA PIU’ COMPLETA POICHE’
QUASI SEMPRE IMPLICA L’UTILIZZO E L’INTEGRAZIONE DI
ALTRE PROCEDURE QUALITATIVE
LA FENOMENOLOGIA
L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE E’ FINALIZZATA A
SVILUPPARE:
- UNA “VISIONE DAL DI DENTRO” (presupposto della comprensione, che
necessita spesso di una pre-conoscenza dell’ambiente di studio attraverso
la raccolta e l’uso di documenti)
- UN DIALOGO CONTINUO FRA RICERCATORE E OGGETTI DELLO STUDIO (si
inserisce in tal senso la tecnica dell’intervista in profondità)
IL DILEMMA COINVOLGIMENTO - DISTACCO
IL COINVOLGIMENTO DEL RICERCATORE SI DEVE TROVARE IN EQUILIBRIO
FRA DUE CASI ESTREMI (Davis, 1973):
-“IL MARZIANO”, che osserva ma con “diffidenza” … CON PREGIUDIZI
-“IL CONVERTITO” che optando per un’immersione totale perde di obbiettività
e cade in possibili “trappole cognitive”
LA FENOMENOLOGIA
P. BERGER: la realtà come costruzione sociale
(1966)
Sociologia della conoscenza: focus sul processo attraverso
cui un complesso di conoscenze sono socialmente
accettate come “realtà”, sul processo attraverso cui i
soggetti creano una realtà condivisa esperita come
“oggettivamente fattuale” e “soggettivamente
significativa”!
Soggettiva: significativa per l’individuo
Oggettiva: rivolta all’ordine sociale o al mondo istituzionale
Alienazione: disintegrazione di un sistema di conoscenze
socialmente costruito e relativa perdita di significato
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BERGER e LUCKMANN: come i significati soggettivi
diventano fattualità oggettive
-
Analisi dell’esperienza soggettiva che ricomprende in sé passato e futuro ma si
incentra sul “qui ed ora”
La realtà è però mondo dell’intersoggettività, mondo condiviso con altri in cui il
vero contesto dell’agire è l’interazione “faccia a faccia”
L’approccio proposto, analizzando la contestualità di realtà oggettiva e soggettiva
è più comprensivo di un’approccio puramente microsociologico: è un “ponte” fra i
livelli micro e macro
I concetti chiave di questa visione, quali momenti di un processo dialettico sono:
Esteriorizzazione
Oggettivazione
interiorizzazione
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ESTERIORIZZAZIONE
Momento del processo dialettico di costruzione
sociale della realtà attraverso cui i soggetti
costruiscono il proprio mondo sociale attraverso le
proprie azioni. L’ordine sociale è in tal senso un
prodotto dell’uomo: sono i soggetti che creano
nuove realtà sociali (es. amicizia/attività
economica), e ricreano le istituzioni sociali
(frequentazione/pagamento tasse). Gli individui
sono i primi e unici creatori della realtà, creativi e
capaci di agire sul proprio ambiente
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OGGETTIVAZIONE
E’ il processo attraverso cui la vita quotidiana viene
percepita come realtà ordinata, che va oltre i
soggetti ed è apparentemente autonoma da essi.
… all’individuo la realtà “sembra” già oggettivata,
ordinata prima che lui “entrasse in scena” … Lo
strumento attraverso il quale l’ordine è designato
è il linguaggio. (es. due amici si esprimono con il
“noi” quale realtà “oggettiva”) … la società in tal
senso ha conseguenze sull’individuo poiché
“retroagisce” sul suo creatore.
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INTERIORIZZAZIONE
“socializzazione” attraverso cui si realizza e si
assicura la legittimazione dell’ordine: simmetria
fra dimensione soggettiva/oggettiva e identità.
Interiorizzazione per Berger corrisponde alla
socializzazione in Parsons: “gli individui fanno
propria la realtà sociale oggettivata” e
interirizzano norme e valori sociali. E’ Berger a
distinguere socializzazione primaria e
socializzazione secondaria
LA FENOMENOLOGIA
Sintesi del processo.
Esteriorizzazione: gli individui creano una nuova
“istituzione” … la società è un prodotto umano
Oggettivazione: esteriorizzazione viene oggettivata, la
società diventa una realtà oggettiva
Interiorizzazione: con l’interiorizzazione la realtà
retroagisce sugli individui … l’uomo è a sua volta un prodotto
sociale
Il processo può interrompersi con la
- Reificazione: sottovalutazione della capacità di scelta
individuale … gli individui non sentono di essere i veri creatori
del mondo umano/sociale un mondo reificato è un mondo
disumanizzato. Se un soggetto sente di non avere scelta
nell’applicazione di un certo comportamento diventa
prigioniero della reificazione.
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