DANIMARCA Quadro sintetico di base Superficie Popolazione Densità di popolazione Lingua ufficiale Religione Unità monetaria 43.094 kmq. 5,3 milioni 123 abitanti per kmq. Danese Protestante/luterana Corona danese (DKK) Forma istituzionale Monarchia costituzionale. Sistema monocamerale Sede di governo Copenaghen (København) Indicatori economici generali Tavola 1.1b. Indicatori di commercio estero relativi agli ultimi quattro anni. 1997 1998 1999 2000* 48.103 47.908 49.845 49.660 in % del PIL 28,6 27,6 28,6 30,62 Variazione annua % -5,2 -0,4 4,0 -0,37 42.734 44.021 43.087 44.967 in % del PIL 25,4 25,3 24,7 27,72 Variazione annua % -1,1 3,0 -2,1 4,36 Saldo Bilancia Commerciale in $ (mln.) 5.369 3.887 6.758 4.693 Esportazione di servizi in $ prezzi correnti 14.044 15.212 15.842 19.175 8,3 8,8 9,1 11,8 -14,9 8,3 4,1 21,04 13.727 15.779 14.993 15.104 In % del PIL 8,2 9,1 8,6 9,3 Variazione annua % -7,1 14,9 -5,0 0,7 Saldo Bilancia dei servizi in $ (mln.) 317 -567 849 4.071 Esportazioni di beni in $ prezzi correnti (mln.) Importazioni di beni in $ prezzi correnti (mln.) In % del PIL Variazione annua % Importazioni di servizi in $ prezzi correnti Fonte: elaborazioni ICE su dati Fondo Monetario Internazionale – Directory of Trade Statistics *Fonte locale: Danmarks Statistik Tabella 1.1c. Composizione merceologica della bilancia commerciale. Beni esportati 2000 US$ mln Beni importati 2000 US$ mln Prodotti industriali 36.524 Prodotti greggi e semilavorati 19.466 Prodotti agricoli 5.133 Beni di consumo 11.965 Combustibili 4.030 Beni di investimento 6.215 Mezzi di trasporto (escl. Navi) 2.635 Conserve di carne e latte Fonte locale: Danmarks Statistik 697 Collocazione del Paese nel commercio mondiale, grado di apertura dell’economia Il sistema produttivo della Danimarca - che è membro dell’Unione Europea dal 1.01.1973 è caratterizzato da un forte orientamento internazionale. Ai mercati dell’UE si orienta il 70% circa degli scambi commerciali danesi. I principali partner della Danimarca nei due sensi di scambio sono stati nel 2000: Germania (18,6%), Svezia (12,2%), Regno Unito (9%), Paesi Bassi (6,1%), Norvegia (5,2%), Francia (4,7%), USA (4,6%) e Italia (3,6%). La notevole apertura commerciale verso l’estero è un chiaro segnale di quanto la componente estera dell’economia sia determinante per il Paese. Le importazioni ammontano a quasi il 30% del PIL, in quanto la base produttiva è costituita in larga misura da industrie trasformatrici e pertanto l’attività industriale dipende fortemente dall’importazione di materie prime, semilavorati e componentistica. Negli ultimi decenni la struttura produttiva danese risulta progressivamente sempre più dipendente dai flussi internazionali e, da questo punto di vista, più vulnerabile. La forte integrazione con l’economia tedesca e con i mercati dell’Euro garantisce una certa protezione alla pur solida economia locale. Il referendum per una piena adesione all’Euro, che si é tenuto nel settembre 2000, ha comunque registrato una maggioranza per il no da parte degli elettori danesi. Per tutti questi motivi è di fondamentale importanza per il Paese partecipare ad ogni forma di cooperazione economica e commerciale a livello europeo e mondiale, che possa garantire la massima libertà di movimento per beni e capitali. La Danimarca è perciò molto attiva sia nell’Unione Europea che nel WTO, per favorire il libero flusso delle merci e dei servizi. I principali mercati di approvvigionamento Nel quadriennio 1997-2000 le importazioni danesi dal mondo sono rimaste sostanzialmente invariate, crescendo con una dinamica (DIM) di solo 0,07, passando da circa 44,5 a circa 44,6 miliardi di dollari. Il principale fornitore è risultato essere la Germania, con una quota di mercato superiore al 20%, che nel quadriennio in esame è leggermente diminuita a causa di una dinamica più bassa di quella generale. Al secondo posto si posiziona la Svezia con una quota anch’essa in leggero calo, ma comunque superiore al 12%. Sensibili crescite delle forniture alla Danimarca vengono fatte registrare invece nello stesso periodo dal Regno Unito, che passa da una quota del 7,43% al 9,08%, dall’Irlanda (dall’ 1,1% all’1,2%) e dall’Austria (dallo 0,9% all’1%). Nel periodo considerato l’Italia ha evidenziato un calo delle sue forniture alla Danimarca, che ha determinato in quattro anni una lieve contrazione della propria quota, dal 4,3% al 4,2%. Tra gli altri paesi UE è da registrare la dinamica positiva delle forniture dalla Spagna che tuttavia detiene ancora una limitata quota di mercato, pari all’1,3%, e quella negativa della Francia che, tuttavia, detiene ancora una buona quota di mercato, superiore al 5%. Tra i paesi extracomunitari si segnalano la forte contrazione delle importazioni provenienti dagli Stati Uniti (-6,8%), dal Giappone (-8,5%) e dalla Svizzera (-4,3%) e l’incredibile sviluppo di quelle provenienti da Cina (12,9%) e Corea del Sud (36,6%). L’interscambio con l’Italia Per quanto riguarda l’Italia, la sua situazione è particolare: se da un lato, infatti, le sue esportazioni verso la Danimarca sembrano accusare una leggera contrazione, ben diversa è la situazione delle importazioni, in cui si registra un trend positivo che le fa guadagnare qualche posizione nella graduatoria dei paesi clienti della Danimarca. La bilancia commerciale Danimarca-Italia registra dal 1995 un saldo attivo per il nostro paese, saldo che nel 2000 è stato pari a 400 milioni di dollari. Questo tendenza positiva, che all’inizio è stato facilitata dalla coincidenza della ripresa economica danese con la temporanea svalutazione della lira, negli anni successivi e fino ad oggi risulta consolidata. Questi i comparti più rilevanti delle importazioni danesi dall’Italia: 1) Macchine ed apparecchi meccanici. 2) Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche e di precisione. 3) Prodotti alimentari, bevande e tabacco – E’ questo un comparto nel quale si registra un forte interscambio, con un saldo costantemente positivo per la Danimarca. Nel 1999 e nel 2000, tuttavia, tale saldo ha subito un cospicuo calo, rispettivamente del 98,9% e del 50,2%. Nel corso dell’intero periodo considerato, infatti, si é passati da un valore di 582 milioni di dollari (1997) ad uno di 445 milioni (2000). Le importazioni danesi dall’Italia sono cresciute, passando dai 165 milioni di dollari del 1997 ai 173 del 2000, evidenziando un trend di crescita costante, con la parziale eccezione del dato relativo al 1998, che fa registrare una leggera flessione (152 milioni di dollari). La dinamica dei flussi relativa a questo comparto é aumentata, nel corso del quadriennio considerato, di 1,5 punti percentuali. In questo settore l’Italia ha raggiunto nel 2000 una quota di mercato del 4,3%, detenendo la sesta posizione dopo Germania (19,1%), Paesi Bassi (10,2%), Francia (8,7%), Svezia (5,8%) e Regno Unito (4,6%). 4) Autoveicoli Ultime tendenze del mercato Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, nel primo trimestre del 2001 non si sono registrate delle importanti variazioni rispetto al 2000. Per quanto riguarda le importazioni dall'Italia, il settore degli autoveicoli risulta in calo del 4,7%, mentre in grande rilancio sarebbero gli altri comparti analizzati. In modo particolare, nel settore dei prodotti alimentari, bevande e tabacco continua l’incremento delle esportazioni italiane (+ 63,8% ca.), con il conseguente ridimensionamento del saldo positivo in favore della Danimarca.