La crosta terrestre Copyright © 2006 Zanichelli editore Classificazione delle Rocce Ignee Le due cose importanti necessarie per classificare una roccia ignea sono: tessitura composizione La tessitura di una roccia ignea si riferisce essenzialmente alla grandezza e alla forma dei cristalli che la costituiscono e al rapporto con cui questi stanno gli uni con gli altri. La composizione di una roccia si basa sul riconoscimento dei minerali che costituiscono la roccia stessa. Ovviamente per alcune rocce vulcaniche i minerali possono essere tanto piccoli da non essere distinguibili, nemmeno tramite microscopio. In questo caso dovremo basarci sulla composizione chimica della roccia. Copyright © 2006 Zanichelli editore Tessitura Questa è una fotografia macroscopica di un GRANITO Roccia composta essenzialmente da: -Quarzo -Feldspato alcalino -Plagioclasio Copyright © 2006 Zanichelli editore Tessitura Questa è una fotografia di una sezione sottile vista al microscopio di un granito Copyright © 2006 Zanichelli editore Tessitura mica quarzo Feldspato. alcalino plagioclasio I vari minerali non sono cementati tra di loro e i cristalli sono orientati a caso. Copyright © 2006 Zanichelli editore Quenching (congelamento) Quando un magma è esposto a temperature relativamente basse (atmosfera terrestre o acqua in superficie) non ha il tempo di adeguare la sua energia per formare cristalli organizzati. Il risultato è la formazione di vetro in un processo chiamato quenching (congelamento). Ossidiana Pomice La struttura della pomice e dell’ossidiana è composta essenzialmente di vetro, ad indicare la sua formazione al contatto tra il vulcano e l’aria. Copyright © 2006 Zanichelli editore Lave a cuscino Pressione Idrostatica Risalita di magma Le lave a cuscino (pillow lavas) si formano quando i flussi di lava in ambiente marino sono sottoposti ad elevata pressione idrostatica Copyright © 2006 Zanichelli editore Raffreddamento lento Con il raffreddamento lento, si formano meno nuclei e questo permette lo sviluppo di singoli cristalli più grandi. Questo è quello che si vede in una roccia ignea intrusiva. Copyright © 2006 Zanichelli editore Raffreddamento a due stadi Molte rocce ignee hanno dimensioni dei cristalli molto differenti Questa è chiamata tessitura porfirica. 1) In un primo momento il raffreddamento avviene relativamente in modo lento (in profondità); ciò permette lo sviluppo dei cristalli più grandi. 2) Poi il magma viene raffreddato più rapidamente: i cristalli più grandi (ed in genere quelli più sviluppati) vengono intrappolati in una matrice di materiale a grana più fine. Copyright © 2006 Zanichelli editore Tessiture porfiriche Molte rocce ignee hanno una grana variabile: alcuni cristalli piccoli ed altri più grandi. Microfotografia di un fenocristallo di feldspato (1 cm) in una matrice (nera) vetrosa Campione macroscopico di una roccia a grana media con fenocristalli centimetrici di feldspato Copyright © 2006 Zanichelli editore Perchè le rocce fondono? la fusione parziale di una roccia può essere causata da •Aggiunta di H2O •Diminuzione di pressione •Aumento di temperatura Quindi quando si formano rocce magmatiche dobbiamo chiederci quale di questi meccanismi stia avvenendo. Copyright © 2006 Zanichelli editore La crosta terrestre La crosta terrestre è uno degli involucri concentrici in cui è suddivisa la Terra: si intende lo strato più esterno avente uno spessore medio variabile fra 5 km (crosta oceanica) e 35 km(crosta continentale). La crosta si distingue dal mantello perché le sue rocce cristalline sono prevalentemente acide o basiche, mentre quelle del mantello sono ultrabasiche Copyright © 2006 Zanichelli editore Spessore della crosta terrestre in km Copyright © 2006 Zanichelli editore Crosta oceanica Crosta Continentale Spessore: 2-10 km (in media 7 km) Crosta Oceanica •Stratigrafia relativamente uniforme serie ofiolitica – Sedimenti di mare profondo – lave a cuscino (pillow basalts) – dicchi basaltici – gabbri massivi – Rift centrale Lave a cuscino Sedimenti Peridotiti (mantello) Dicchi basaltici Gabbri massivi Peridotite (Mantello) Camera magmatica Copyright © 2006 Zanichelli editore Formazione della crosta oceanica La crosta oceanica si forma a partire dalle dorsali medio-oceaniche, dalle quali fuoriesce in continuazione magma basaltico proveniente dalla fusione parziale delle peridotiti del sottostante mantello Copyright © 2006 Zanichelli editore Crosta continentale •Spessore: 20-70 km; in media ~ 35 km Crosta Continentale Crosta Oceanica •Composizione molto variabile (~ granodiorite) Divisa in: - Crosta Superiore (più leggera, più ricca in SiO2 e relativamente povera in MgO) e - Crosta Inferiore più pesante (meno ricca in SiO2 e più ricca in MgO) Copyright © 2006 Zanichelli editore Eterogeneità della crosta continentale Mentre nella crosta oceanica predominano i basalti, la composizione prevalente delle rocce sedimentarie o metamorfiche che formano la parte superiore della crosta continentale è di tipo granitoide (graniti, granodioriti) o metamorfico (gneiss). In molte aree è presente una copertura sedimentaria, con spessori che possono giungere a qualche chilometro. La grande varietà di associazioni di rocce si manifesta con una caratteristica eterogeneità della crosta continentale, che contrasta con la relativa omogeneità della crosta oceanica. Le principali morfostrutture sono i cratoni , le fosse tettoniche, gli archi insulari e i margini continentali Copyright © 2006 Zanichelli editore Cratoni Un cratone (dal greco κράτος = forza) è una parte antica e stabile della crosta continentale che non ha subito modificazioni e che è sopravvissuta alla fusione e separazione di continenti e supercontinenti per almeno 500 milioni di anni. I cratoni si trovano generalmente all'interno dei continenti e possono estendersi fino a profondità di 200 km Copyright © 2006 Zanichelli editore Scudi e tavolati I cratoni sono costituiti da scudi con rocce molto antiche e da tavolati che si estendono intorno agli scudi e sono costituiti oltre che da un substrato di rocce metamorfiche e magmatiche anche da una copertura sedimentaria Copyright © 2006 Zanichelli editore Aree di frattura (rift valley) Per rift (dall'inglese: «frattura, spaccatura») o fossa tettonica si intende un’area in cui la crosta terrestre e la litosfera vengono separate sotto l'azione di forze di trazione. Caratteristiche tipiche sono una depressione centrale detta Graben (in tedesco, letteralmente: «fossa») con dei fianchi laterali detti horst (in tedesco: «pilastro»). I blocchi ribassati scorrono su fratture dette faglie. In questo caso la distensione determina la formazione di faglie normali o dirette Copyright © 2006 Zanichelli editore Aree di frattura All’interno delle fosse tettoniche vi è un’attività vulcanica con magmi basici (es. Kilimangiaro) Copyright © 2006 Zanichelli editore Orogeni Il termine orogenesi (dal greco ὄρος = rilievo + γένεσις = origine, causa produttiva) si riferisce ai processi che sono coinvolti nella formazione di qualsiasi rilievo; nel linguaggio geologico, il termine orogeni indica quelle catene montuose le cui masse rocciose hanno subito una deformazione. Gli orogeni sono fasce lunghe che si estendono intorno ai cratoni. Queste fasce presentano un’intensa attività magmatica e metamorfica. Gli orogeni si formano ai margini dei cratoni quando questi sono coinvolti in fenomeni di collisione tra placche litosferiche Copyright © 2006 Zanichelli editore Orogeni Copyright © 2006 Zanichelli editore Archi insulari Si formano quando una porzione di crosta oceanica subduce sotto altra crosta oceanica . Nella zona di subduzione gli elementi volatili inclusi nella porzione di crosta subdotta inducono fusione parziale del mantello sovrastante, generando dei fusi la cui alcalinità aumenta all'aumentare della distanza dalla fossa. Il magma così creato risale la crosta e causa l'attività vulcanica degli archi Copyright © 2006 Zanichelli editore Margini continentali La piattaforma continentale si estende fino alla linea di demarcazione di un continente e può distare anche centinaia di chilometri dalla linea costiera. La piattaforma termina nel punto in cui il pendio aumenta fortemente la sua inclinazione. Questo punto di "rottura" è detto scarpata continentale, la quale a sua volta termina nella parte più bassa degli oceani, detta anche piana abissale. Copyright © 2006 Zanichelli editore Interno della Terra Composizione stratificata sia in termini di composizione chimica che mineralogica. Mantello Superiore (dal contatto con la crosta fino a 410 km). Il contatto con la crosta è detto Discontinuità di Mohorovicic (Moho) Mantello litosferico (solido) spessore variabile (in genere fino a ~80 km) Mantello Astenosferico (parzialmente fuso) ~ 80-220 km Mesosfera di nuovo solida (peridotite a granato) Crosta Profondità (km) 80 Mantello Superiore 220 Discontinuità Zona di transizione 410 di Mohorovicic 660 Mantello Discontinuità di Gutenberg Mantello Inferiore 2900 Nucleo Esterno (liquido) Nucleo 5145 Nucleo Interno (solido) 6370 Copyright © 2006 Zanichelli editore Litosfera e astenosfera Copyright © 2006 Zanichelli editore La litosfera La litosfera (dal greco "sfera rocciosa") è la parte della Terra che comprende la crosta terrestre e la porzione più superficiale del mantello superiore La litosfera è per lo più composta da materiali allo stato solido; essa poggia sull'astenosfera, che, a causa della temperatura, che si avvicina al punto di fusione dei materiali che la compongono, ha un comportamento plastico. La conseguenza di tale differenza di densità comporta un processo nel quale la litosfera, suddivisa in blocchi (placche), galleggia sull'astenosfera, con conseguenti movimenti verticali. Copyright © 2006 Zanichelli editore L’astenosfera L'astenosfera è una fascia superficiale del mantello terrestre, compresa tra i 100 e i 250 km di profondità, in cui le rocce sono parzialmente fuse. La presenza di materiale che si comporta come un fluido ad altissima viscosità è provata dai movimenti isostatici della superficie terrestre. Si tratta di movimenti verticali conseguenti a variazioni di peso della crosta, interpretabili come fenomeni di galleggiamento (isostasia). Copyright © 2006 Zanichelli editore Isostasia Copyright © 2006 Zanichelli editore Terremoti solo nella Litosfera I terremoti sono provocati da movimenti relativi tra blocchi di roccia e avvengono solo nella litosfera Copyright © 2006 Zanichelli editore Astenosfera e tettonica delle placche Sull’astenosfera (low velocity layer) si muovono orizzontalmente le placche litosferiche Copyright © 2006 Zanichelli editore Curva ipsografica La curva ipsografica della superficie terrestre è una curva cumulativa in cui per ogni punto il valore sull'ascissa indica l'estensione della superficie terrestre compresa fra la quota del valore riportato sull'ordinata è l'altitudine massima della superficie terrestre; in ascisse sono riportati sia i valori assoluti che la percentuale rispetto all'estensione totale Copyright © 2006 Zanichelli editore Lettura della curva ipsografica Dalla curva ipsografica si ricava che: il 7% della superficie sottomarina è occupato dalla piattaforma continentale (zona di raccordo tra la zona subaerea e la scarpata continentale; si estende dal livello marino a circa 200 m di profondità); il 9% della superficie sottomarina è interessato da scarpate continentali(più ripida rispetto alla piattaforma; è la zona di raccordo tra la piattaforma continentale e i fondali oceanici e raggiunge circa i 2.000 m di profondità); l'83% della superficie sottomarina è occupato dai fondali oceanici la cui profondità media è di -3.800 m e si estendono fino ad una profondità di 6.000 m; l'1% della superficie sottomarina riguarda le fosse o abissi oceanici che comprendono tutte le depressioni oltre i 6.000 m di profondità. Copyright © 2006 Zanichelli editore Lettura della curva ipsografica Le altezze medie della crosta continentale e di quella oceanica sono rispettivamente di 820 m e -3.800 m; queste differenze sono dovute alla differente composizione e quindi densità media delle due porzioni più esterne della Terra che portano ad un differente "livello di galleggiamento" sul Mantello. Infatti la densità media della crosta continentale è di 2,2 - 2,3 g/cm3 , mentre la crosta oceanica ha una densità media di 3,2 - 3,3 g/cm3 ; Copyright © 2006 Zanichelli editore