DECRETO MILLEPROROGHE
Nota PD del 21 febbraio 2011
Problemi di metodo

Il decreto mille proroghe non è certo uno dei migliori esempi di corretta e ordinata
produzione legislativa, ma in questo caso, il Governo e la sua maggioranza si sono
distinti per caoticità, episodicità e frammentarietà del provvedimento. Durante l’esame
al Senato è aumentata a dismisura la quantità di disposizioni e di oggetti contenuti
nella versione all’esame della Camera. Sono state inserite misure localistiche e microsettoriali, che evidenziano l’incapacità di una visione generale e di selezione delle
priorità, anche dal punto di vista di utilizzazione delle risorse finanziarie, o, per altro
verso, con emendamenti estemporanei, sono state introdotte vere e proprie riforme di
comparti cruciali, quali quelli concernenti il sistema bancario o il regime fiscale dei fondi
comuni d’investimento. Misure di evidente importanza su cui né il Senato né la Camera
sono stati messi in condizione di poter approfondire l’esame ed esprimere una
circostanziata valutazione.

Per la prima volta, con una fonte di rango secondario, un D.P.C.M, il Governo si
attribuisce la facoltà modificare, il termine di vigenza di normative contenute in fonti di
rango primario, senza nemmeno ricorrere alle previsioni stabilite per i regolamenti di
delegificazione dal comma 2 dell'art. 17 della legge 400/1988. Prevedendo solo una
fase parlamentare di tipo consultivo, per la quale - a differenza di quanto stabilito per il
procedimento di delegificazione che, oltre a prevedere il parere del Consiglio di Stato,
dispone il previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si
pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta - si individuano competenze parlamentari
consultive specifiche, assegnando un termine per la loro espressione notevolmente più
ridotto (10 giorni). Infine, si nota che, ai fini dell’emanazione dei D.P.C.M. di cui all’art.
2, è previsto solo il concerto del Ministro dell’economia, senza richiamo ai ministri
competenti per materia.

Il provvedimento arriva in aula senza relatori (saranno i presidenti delle Commissioni
Donato Bruno e Giancarlo Giorgetti ad illustrarne i contenuti) poiché nelle commissioni
Affari costituzionali e Bilancio della Camera è saltato sia l’esame sia il voto. Pdl e Lega,
preso atto di non avere la maggioranza numerica, hanno scelto di fare autoostruzionismo, iscrivendosi a parlare in massa; conseguentemente l'ufficio di
presidenza delle commissioni ha stabilito che si intendevano respinti tutti gli
emendamenti. La mancata discussione del provvedimento, che viene portato in Aula
senza nemmeno aver votato il mandato al relatore, costituisce un gravissimo
precedente.
1
Problemi di merito
MILLE-TASSE
 TASSA RIFIUTI
Gli enti territoriali possono coprire integralmente dal 2011 i costi del ciclo dei rifiuti
mediante aumenti delle imposizioni tributarie loro attribuite, anche in assenza della
dichiarazione dello stato di emergenza e in deroga alle disposizioni sulla sospensione del
potere di deliberare aumenti. In particolare, le Regioni possono aumentare le imposte
loro attribuite e ad elevare l’imposta regionale sulla benzina al limite massimo,
mentre le Province e i Comuni possono maggiorare le addizionali all'accisa
sull'energia elettrica. (Per i Comuni della Campania la maggiorazione all'addizionale
sull'energia elettrica, che per gli altri è solo una facoltà, è prevista come un obbligo). Va
segnalato, peraltro, che entrambe le addizionali risultano soppresse dai decreti legislativi
attuativi del federalismo fiscale in corso di approvazione.
 TASSA SULLE CALAMITÀ
I presidenti delle Regioni colpite da calamità naturali, se non hanno disponibilità in
bilancio per affrontare l'emergenza, possono deliberare l'aumento di aliquota delle
addizionali o dei tributi propri. Se non basta, possono anche aumentare l'aliquota
dell'accisa sulla benzina. In sostanza, si cancella il principio della solidarietà nazionale,
ponendo a carico di chi ha subìto le calamità naturali il costo dell’emergenza: le vittime
saranno vittime due volte.
 TASSA CINEMA
Aumenta di 1 euro il prezzo del biglietto del cinema, esclusi quelli di comunità
ecclesiali o religiose. La tassa sarà applicata dal 1°luglio 2011 fino al 31 dicembre 2013.
Questo è il Governo delle tasse: bisogna anche ricordare gli aumenti delle tasse nei
decreti attuativi del federalismo fiscale: imposta di soggiorno, imposta di scopo,
aumento addizionale Irpef, aumento Ici su artigiani, commercianti e piccole imprese.
MILLE-COSTI
 COSTI DELLA GIUNTA ALEMANNO
2,5 milioni di euro per la gestione commissariale a Roma. Al Commissario
straordinario si affiancano due Vice.
2
Nei comuni con più di un milione di abitanti (Milano e Roma) i consigli comunali saranno
composti da 60 consiglieri. Si ricorda che la riduzione del numero di Consiglieri a Roma
(48) era l’unica disposizione immediatamente applicabile del primo decreto di Roma
Capitale. In questi stessi Comuni, le giunte, che oggi non possono avere più di 12
componenti, a partire dal 1° marzo potranno contarne 16 (compreso il sindaco).
MILLE-IMBROGLI
 ABRUZZO
Nel decreto mille proroghe si stabilisce la sospensione delle rate dei tributi in scadenza tra
il 1° gennaio 2011 e il 31 ottobre 2011. Si tratta di una misura condivisibile e, anzi,
sollecitata dal PD, ma che risulta essere priva di copertura finanziaria perché si prevede
che debba essere realizzata a costo zero.
 5 x MILLE
Il Governo ha millantato uno stanziamento complessivo di 400 milioni per il 5 per mille: in
realtà questi potrebbero ridursi a 300, considerato che una quota non superiore a 100
milioni deve essere destinata ad interventi in materia di assistenza e ricerca sulla sclerosi
laterale amiotrofica (SLA).
 GRADUATORIE INSEGNANTI
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha decretato l’incostituzionalità delle
norme contenute nel decreto 194/2009, in materia di graduatorie provinciali per gli
insegnanti, laddove si prevedeva l’inserimento in coda per coloro che indicavano una
provincia diversa da quella di appartenenza (norma di ispirazione leghista) con un
emendamento si tenta di farne salvi gli effetti sin qui maturati, in evidente contraddizione
logica e giuridica.
 ALLUVIONI
Anche per quanto riguarda i 100 milioni per le alluvioni di euro in Liguria, Veneto,
Campania e nella provincia di Messina esistono problemi di copertura. All’onere si
provvede, infatti, con le risorse già destinate agli interventi di prevenzione del rischio
idrogeologico, senza chiarire se tali risorse siano effettivamente disponibili o se non si
pregiudichi, in tal modo, la realizzazione di interventi già programmati.
 SOCIAL CARD
Ritorna la carta acquisti (la social card) destinata alle famiglie in disagio economico, con
una fase sperimentale di un anno, che sarà gestita dagli enti caritativi dei comuni con più
di 250mila abitanti. Queste disposizioni sanciscono il fallimento della social card come
strumento di lotta alla povertà in grado di sostituire quelle politiche sociali attuate dagli enti
locali che il Governo ha messo in discussione con i tagli effettuati.
3
MILLE-CONDONI
 QUOTE LATTE
Slittano dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 i pagamenti delle rate delle multe
arretrate relative allo sforamento delle quote latte, definiti dai piani di rateizzazione delle
leggi 119/2003 e 33/2009.
 DEMOLIZIONI
Per tutto il 2011 sono sospese le demolizioni disposte a seguito di sentenza penale nella
regione Campania.
 CASE FANTASMA
Un mese in più per la denuncia delle case fantasma, sino al 30 aprile 2011.
 PRESCRIZIONE PER GLI INTERESSI INDEBITI
I termini di prescrizione per fare causa alle banche responsabili di aver fatto pagare ai
clienti interessi indebiti si accorceranno drasticamente. La decorrenza di tali termini, infatti,
avrà inizio non nel momento in cui si chiude il conto corrente (principio stabilito dalla Corte
di Cassazione) ma in quello in cui viene addebitata al correntista la capitalizzazione degli
interessi.
PROBLEMI DI METODO
 Il decreto mille proroghe non è certo uno dei migliori esempi di corretta e ordinata
produzione legislativa, ma in questo caso, il Governo e la sua maggioranza si sono distinti
per caoticità, episodicità e frammentarietà del provvedimento. Durante l’esame al Senato è
aumentataa dismisura la quantità di disposizioni e di oggetti contenuti nella versione
all’esame della Camera. Sono state inserite misure localistiche e micro-settoriali, che
evidenziano l’incapacità di una visione generale e di selezione delle priorità, anche dal
punto di vista di utilizzazione delle risorse finanziarie, o, per altro verso, con emendamenti
estemporanei, sono state introdotte vere e proprie riforme di comparti cruciali, quali quelli
concernenti il sistema bancario o il regime fiscale dei fondi comuni d’investimento. Misure
di evidente importanza su cui né il Senato né la Camera sono stati messi in condizione di
poter approfondire l’esame ed esprimere una circostanziata valutazione.
 Per la prima volta, con una fonte di rango secondario, un D.P.C.M,
il Governo si
attribuisce la facoltà modificare, il termine di vigenza di normative contenute in fonti di
rango primario, senza nemmeno ricorrere alle previsioni stabilite per i regolamenti di
4
delegificazione dal comma 2 dell'art. 17 della legge 400/1988. Prevedendo solo una fase
parlamentare di tipo consultivo, per la quale - a differenza di quanto stabilito per il
procedimento di delegificazione che, oltre a prevedere il parere del Consiglio di Stato,
dispone il previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si
pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta - si individuano competenze parlamentari
consultive specifiche, assegnando un termine per la loro espressione notevolmente più
ridotto (10 giorni). Infine, si nota che, ai fini dell’emanazione dei D.P.C.M. di cui all’art. 2, è
previsto solo il concerto del Ministro dell’economia, senza richiamo ai ministri competenti
per materia.
 Il provvedimento arriva in aula senza relatori (saranno i presidenti delle Commissioni
Donato Bruno e Giancarlo Giorgetti ad illustrarne i contenuti) poiché nelle commissioni
Affari costituzionali e Bilancio della Camera è saltato sia l’esame sia il voto. Pdl e Lega,
preso atto di non avere la maggioranza numerica, hanno scelto di fare auto-ostruzionismo,
iscrivendosi a parlare in massa; conseguentemente l'ufficio di presidenza delle
commissioni ha stabilito che si intendevano respinti tutti gli emendamenti. La mancata
discussione del provvedimento, che viene portato in Aula senza nemmeno aver votato il
mandato al relatore, costituisce un gravissimo precedente.
5