Funerali dell'operatore antipolio Hilal Khan, Peshawar. Foto di Musarratullah Jan (20/12/2012) © Copyright Demotix Nel Pakistan nordoccidentale i Talebani si oppongono alla vaccinazioni. Il Pakistan, conAfghanistan e Nigeria, è uno degli ultimi tre Paesi al mondo in cui la poliomielite è ancora endemica. Secondo l’OMS, lo scorso anno in Pakistan si sono registrati almeno 58 casi di poliomielite, rispetto ai 198 del 2011. Solo a dicembre 2012 nove volontari che lavoravano per la campagna di vaccinazioni sono stati uccisi in attacchi in diverse zone della provincia di Khyber Pakhtunkhwa e a Karachi, megalopoli del Pakistan meridionale. Gli attacchi non sono mai stati rivendicati. La vaccinazione è un diritto fondamentale di ogni bambino ed è stata individuata come una delle azioni necessarie per ottemperare alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (Durrheim 2010). VACCINAZIONE La vaccinazione è un provvedimento preventivo, finalizzato allo sviluppo della resistenza al contagio di malattie infettive o al loro mantenimento allo stato sub-clinico La vaccinazione è anche un provvedimento terapeutico, mirato al potenziamento della risposta immunitaria in corso di infezioni o ad agire in sinergia con le terapie farmacologiche Controllo della malattia Riduzione delle complicanze nei malati Riduzione delle fonti di contagio interumano Controllo della diffusione delle M.I. Riduzione dell’incidenza, sino alla eradicazione delle M.I. Obiettivi degli interventi di vaccinazione Eradicazione Eliminazione Controllo della malattia bersaglio ragioni per vaccinare beneficio diretto per singolo individuo beneficio diretto per gruppo particolare parte di una attività di controllo più ampia rivolta all’intera popolazione ragioni per rivaccinare (richiami) rinforzare un’immunità declinante catch up potenziare le attività di controllo-eliminazione di una malattia combattere un rischio specifico La vaccinazione antinfluenzale NON ha come obiettivo l’interruzione della trasmissione del virus Perchè vaccinare contro l’influenza ? • proteggere singoli individui • ridurre il rischio di gravi complicanze o morte in persone a rischio • ridurre l’impatto sociale dell’epidemia Senza dimenticare che : Un medico vaccinato contro l’influenza: • Risparmia una settimana di malattia • Evita di contagiare i propri pazienti • Offre un esempio alla popolazione “con l’eccezione dell’acqua potabile nessun altro strumento, neppure gli antibiotici, ha avuto un maggiore effetto sulla riduzione della mortalità e la crescita della popolazione” (Plotkin & Plotkin, 1994) Il principio su cui si basano i vaccini è sempre lo stesso: suscitare una risposta immunitaria contro un agente patogeno, in un soggetto “recettivo” La storia dei vaccini in breve Empirismo Concetto Imm. cellulare (Metchnikof) Imm attiva et passiva (Erhlich) Estratti, mucose, croste vaccinali Cina, India, Paesi arabi Biotecnologia Progresso tecnico Attenuazione tossine Colture su uova embrionate Colera Tifo Peste Pertosse acellulare Rosolia, parotite Epatite A e B Hib + Hib Coniugato Pneumo PS et Pneumo coniugato Meningo HPV Tifo Vi Rotavirus Varicella Morbillo HZ Polio Tetano Difterite Flu F gialla Pertosse Rabbia (Pasteur) Vaiolo (Jenner) 1798 1885 1900 Colture cellulari Purificazione antigenica (PS) Ricombinazioone genetica Riassortimento genetico 1945 2007 Le tappe 1798 Pubblicazione del lavoro di Jenner 1966 Vaccini antiparotite 1885 Vaccinazione antirabbica di Pasteur 1967 Vaccino antirabbico su cellule diploidi 1921 Vaccino antitubercolare B.C.G. e Anatossina difterica 1968-71 Vaccino anti-meningococcico 1927 Anatossina tetanica 1954 Vaccino antipolio inattivato da Salk 1957 Vaccino antipolio attenuato di Sabin 1960 Vaccino antimorbilloso: Edmonston B e Schwarz 1962 Vaccini antirosolia 1973 Vaccino contro la varicella 1977 ultimo caso di vaiolo naturale registrato nel mondo 1979 dic. Dichiarazione ufficiale di eradicazione del vaiolo (maggio 1980 Assemblea Mondiale OMS) 1980 Vaccino contro l’Haemophilus influenzae tipo B Edward Jenner (1749 - 1823) 14 maggio 1796 - Edward Jenner innesta nel braccio di un bambino di 8 anni, James Phipps, un po’ di pus prelevato da una lattaia, Sarah Nelmes,malata di vaiuolo vaccino. 1889 - La vaccinazione diventa obbligatoria in Italia 16 ottobre 1975 - Ultimo caso di vaiuolo umano nel mondo (Maow Maalin). 1978 - Sospensione dell’obbligatorietà della vaccinazione in Italia 1980 - Dichiarazione ufficiale dell’OMS sull’eradicazione del vaiolo nel mondo. Louis Pasteur (1822 -1895) 1862-1877 - Pasteur dimostra che la generazione spontanea è una chimera 1877 - Pasteur scopre la causa della febbre puerperale 1880 - Lo scienziato francese mette a punto metodi per l’attenuazione dei microbi 1885 - Pasteur esegue la prima vaccinazione contro la rabbia. Gustave Ramon Gustave Ramon veterinario francese. Studia la formalina per la conservazione del latte. Nel 1911, è convocato all’Istituto Pasteur e assegnato al reparto di produzione dei sieri antitossici. Grazie alle sue conoscenze sull’attività della formalina a varie concentrazioni e temperature, trovò l’esatta combinazione delle due variabili per inattivare la tossina tetanica mantenendone l’attività antigenica. Le basi per un vaccino antitetanico e antidifterico erano ormai saldamente individuate. TETANO 1890 - Behring conduce studi sulle antitossine 1917 - Vallèe e Bazy eseguono prove con vaccino inattivato con Iodio e Cloro 1923 - Gustave Ramon con formalina e calore ottiene l’anatossina tetanica 1933 - Ramon e Zoller ottengono eccellenti risultati con 2 dosi di vaccino distanziate di 3 settimane Albert Sabin (1906-1993) 1906 - Nasce a Bialystok, in Polonia, Albert Sabin, da dove emigra per sfuggire alla persecuzione dei nazisti 1943-46 - Durante la guerra, Sabin si dedica a studi sui vaccini contro la Dengue e l’Encefalite giapponese 1947-50 - Tornato in Usa sviluppa i suoi studi per ottimmizzare un vaccino contro la polio. Al solito in Italia la buttiamo in caciara…….. Storia delle vaccinazioni in Italia Variolizzazione > vaccinazione antivaiolosa (1798): •Ambienti ecclesiastici e conservatori: contrari •Illuminismo e post-rivoluzione francese: favorevoli Introduzione della vaccinazione 1.nella Repubblica Cisalpina (1799), 2.poi nel Regno d’Italia, primo “programma vaccinale” controllato dallo Stato In contrapposizione, nel Papato, ostacoli alla vaccinazione Fine XIX - inizio XX Secolo: avvento società di massa processo di industrializzazione “delega” delle pratiche di prevenzione medica produzione di sieri e vaccini da parte dello Stato o attraverso sostegno diretto a poche aziende produttrici 1939: vaccinazione antidifterica obbligatoria Ad oggi: quattro vaccinazioni obbligatorie, le altre raccomandate 2008 avvio del processo di abbandono dell’obbligo Vaccinazioni obbligatorie, imposte dalla legge generali obbligatorie per tutta la popolazione speciali, obbligatorie per determinate categorie di soggetti in rapporto alla loro attività lavorativa, facoltative a richiesta dell’interessato raccomandate dal medico La dimensione della copertura vaccinale varia in funzione dell’obbligatorietà o della raccomandazione Per la popolazione generale OBBLIGATORIETA’ Per popolazioni selezionate (Lavoratori o altri) Per specifiche situazioni Per categorie a rischio RACCOMANDAZIONE Per aree a rischio Per comparsa di epidemie Calendario delle vaccinazioni offerte attivamente e gratuitamente a tutta la popolazione. Vaccino •3° mese si intende dal 61° giorno di vita •5-6 anni si intende dal 5° compleanno (5 anni e 1 giorno) ai 6 anni e 364 giorni(7° compleanno) •12° anno si intende da 11 anni e 1 giorno (11° compleanno) fino a 11 anni e 364 giorni (12° compleanno) •11-18 anni si intende da 11 anni e un giorno (11° compleanno) fino ai 17 anni e 364 giorni (18° compleanno) Vantaggi a livello sanitario ed economico del “sistema” vaccini Raccomandazioni ufficiali Copertura Individuo vaccinale Impatto sulla Pubblica Impatto sullaSanità Sanità Pubb. Vaccinazione Ricoveri Cure mediche Complicazioni in fase acuta Sequele permanenti Recrudescenze ed epidemie Costi indiretti Impatto economico Normativa sulle vaccinazioni in Italia La regolamentazione normativa della profilassi vaccinale individua due differenti bacini di utenza: La popolazione generale Le popolazioni a rischio specifico (lavoratori, viaggiatori all’estero) L’inclusione dei differenti tipi di profilassi vaccinale nei programmi di immunizzazione attiva obbligatoria è funzione di: Stima probabilistica del contagiosità della malattia) rischio (diffusibilità e Potenziali conseguenze sulle presone non vaccinate Caratteristiche dell’ambiente Praticabilità ed efficacia della prevenzione ambientale e della profilassi non vaccinale Sicurezza del vaccino VACCINAZIONI OBBLIGATORIE PER I NUOVI NATI Legge n° 839,6 giugno 1939 V. Antidifterica Legge n° 166, 27 aprile 1981 V. Antitetanica Legge n° 292,5 marzo 1963 V. Antipolio Legge n° 51, 4 febbraio 1966 V. Antiepatite B D.M.S. 4 ottobre 1991 VACCINAZIONI OBBLIGATORIE PER ALCUNE CATEGORIE DI ADULTI V. antitifica, antitetanica, antidifertica, antimorbillo, antiparotite V. Antitubercolare V. Antitetanica Militari: Reclute all’arruolamento D.C.G. 2 dicembre 1926; D.P.R. n° 327, 26 marzo 1980 Militari: Reclute all’arruolamento Legge n° 1008, 14 dicembre 1970 Sportivi affiliati al CONI Legge n° 292, 5 marzo 1963 La definizione dell’obbligo o della raccomandazione della profilassi vaccinale per le differenti categorie lavorative è connessa con la stima probabilistica del rischio specifico di natura biologica RISCHIO SPECIFICO Probabile contagio di infezioni in ambiente e per occasioni di lavoro Manipolazione diretta di agenti biologici Maggiore concentrazione di sorgenti infettanti negli ambienti di lavoro Maggiore probabilità di eventi traumatici favorenti l’ingresso di agenti biologici. Presupposti per individuazione dell’obbligatorietà o raccomandabilità della profilassi vaccinale Valutazione dei rischi ambientali e infortunigeni Stime probabilistiche del contagio (occasioni di lavoro e tasso di incidenza nella popolazione generale) Emergenze epidemiologiche (infettività, patogenicità, trasmissibilità, neutralizzabilità) Riferimenti normativi La tutela giuridica dei rischi da vaccinazione L’articolo 1 della legge 210/1992 stabilisce il diritto all’indennizzazione dei danni conseguenti a vaccinazione obbligatoria. La stessa legge esclude la indennizzabilità di danni derivati da vaccinazioni raccomandate, alle quali è riconosciuta l’adesione volontaria del vaccinato. Due sentenze della Corte Costituzionale hanno riconosciuto il diritto all’indennizzo di eventi avversi conseguenti a vaccinazioni raccomandate, qualora siano riconosciuti: •l’adesione conseguente all’assunzione di un comportamento improntato alla solidarietà sociale •la collaborazione dei singoli ai programmi di politica sanitaria (campagne ministeriali, regionali, aziendali) •l’adesione come fattore necessario all’evitamento di esclusioni VACCINAZIONI IN AMBITO LAVORATIVO D.Lgs. 81/2008 articolo 279 Se dalla valutazione del rischio emerge la necessità, i lavoratori esposti ad agenti biologici, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria. Il DL, su parere del MC, adotta misure particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all'agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente. strategia preventiva vaccinale, strumento di prevenzione primaria Particolare attenzione a •obbligatorietà o meno del vaccino proposto; •rischio reale di contrarre la patologia senza il vaccino; •entità o gravità delle manifestazioni patologiche legate all’agente patogeno nei confronti del quale si propone il vaccino; •frequenza dei contatti potenziali; •efficacia della vaccinazione proposta; •esistenza di misure efficaci alternative al vaccino; •caratteristiche immunologiche e stato di salute del vaccinando. La strategia vaccinale è proposta dal MC e discussa nella riunione periodica annuale e, una volta condivisa, la decisione va integrata nel documento di valutazione dei rischi nel quale va riportata anche ogni valutazione e decisione in merito alle procedure da adottare per i lavoratori non sottoposti a sorveglianza sanitaria. Nella informazione dei lavoratori evidenziare il rapporto rischio-beneficio illustrare gli effetti avversi e le differenze tra le vaccinazioni previste per legge e quelle necessarie in relazione allo specifico rischio lavorativo. Il medico competente deve procedere alla raccolta di un consenso veramente informato, esplicito, personale, specifico, consapevole e documentato oppure del rifiuto alla vaccinazione. Se il lavoratore rifiuta il consenso all’atto vaccinale oppure non si sottopone a vaccinazione motivando e documentando controindicazioni reali (disordini immunitari, allergia accertata a componenti del vaccino, immunosoppressione, pregresse reazioni gravi, gravidanza, malattie acute febbrili) Se tutte le misure di prevenzione e protezione tecnicamente realizzabili sono già state attuate, il MC esprime un giudizio di idoneità con limitazione o non doneità alla mansione specifica, in relazione all’utilità e necessità della vaccinazione non eseguita. Il MC, dopo valutazione della situazione del singolo lavoratore, in considerazione dei rischi-benefici dell’atto vaccinale, nei casi di esposizioni giudicate irrilevanti in termini temporali, può considerare non necessaria la vaccinazione del singolo, anche se indicata per la mansione specifica. La valutazione e la relativa decisione dovranno essere descritte nella cartella sanitaria e di rischio. ostilità alle vaccinazioni ???????????? ignoranza o malafede ? da miowien » mer set 21, 2005 10:49 am •figurati, io non ho vaccinato i miei figli nemmeno contro l'epatite B, non ci penso proprio a vaccinarli contro l'influenza sono pazzi •un conto se hai un bambino con problemi fisici particolari che potrebbe avere complicazioni gravi anche con un'influenza, ma i bambini sani hanno il fisico perfettamente in grado di difendersi dalle malattie, morbillo compreso (guarda caso i famosi morti del 2002 x morbillo che tanto mi rinfacciano all'AUSL quando vogliono farmi sentire una mamma di merda, sono 2 con problemi e un neonato quindi ancora non vaccinabile) E. Coli: vedi Alimenti Contaminati DENUNCIA SANITARIA - Batterio killer. Miracolo: c'è il Vaccino per l'E.Coli ! E' davvero un grande miracolo, anche italiano. E la cosa più miracolosa, è che l'annuncio dell'imminente vaccino contro la malefica Escherichia Coli sia arrivato circa un anno prima dell'epidemia che è scoppiata in Europa. Come infinita è la gratitudine che dobbiamo nutrire verso la Novartis, che dopo averci salvato tutti dall'epidemia dell'influenza suina con un tempestivo vaccino, ecco che in quel di Siena nel 4 maggio scorso annuncia di aver identificato antigeni di E.Coli mai scoperti prima (prima della seguente epidemia) e quindi di essere sulla buona strada per produrre il fatidico vaccino. Anche una compagnia canadese ha appena comunicato di aver pronto (dopo soli 15 gg, dalla falsamente chiamata epidemia di E.Coli), il vaccino, proprio lì nel cassetto, quello giusto giusto per la variante O157:H7 tedesca, che servirà per inoculare le N miliardi di vacche residenti sul pianeta e renderle "inabili" a produrre il batterio. Davvero noi comuni mortali dobbiamo stupire ed inchinarci davanti alla scienza, che riesce persino a prevedere il futuro grazie ai suoi misteriosi esoterici poteri.... By Debora Billi - Fonte: Crisis LOBOTOMIA con i Vaccini - Alex Jones di Infowars, uno dei più importanti siti web di media alternativi degli USA, ha realizzato un video sulla minaccia di una nuova generazione di vaccini che mette in evidenza il manifesto della Jane Burgermeister come una delle piu’ importanti notizie giornalistiche sulle vaccinazioni di massa…per generare una sottospecie di uomini robot…. Descrizione particolareggiata del Meccanismo dei DANNI dei Vaccini, delle Amalgame dentali e/o Metalli Tossici (che hanno le madri durante la gravidanza) Questo meccanismo vale anche per TUTTI i Vaccini ! URANIO impoverito ? NO sono i Vaccini La percezione del rischio delle possibili reazioni ai vaccini dipende anche dalla possibilità di confrontarle con i rischi derivanti dalla malattia. Al giorno d’oggi quanti giovani genitori in Italia possono dire: “Ho visto di persona le conseguenze di una difterite, di una poliomielite”? Anche molti medici ormai non ne hanno mai vista una. Tra coloro che possono fare il confronto: reazione da vaccino/danni da malattia, è difficile trovare persone ostili alle vaccinazioni. Oggi, è meno intuitivo operare una scelta, rispetto a qualche decennio fa, perché manca un elemento diretto di confronto. La riduzione della percezione del rischio si manifesta ormai anche per quanto riguarda pertosse, morbillo e rosolia. I germi responsabili di queste infezioni circolano ancora nella popolazione italiana, ma negli ultimi anni, nelle regioni dove si è vaccinato di più, si è verificata una nettissima diminuzione dei casi di malattia, parallelamente all’aumento della copertura vaccinale. Negli anni in cui non erano disponibili vaccini, si verificavano estese epidemie e, data l’elevata contagiosità delle tre malattie, praticamente nessun bambino suscettibile sfuggiva al contagio, sicché era più facile osservare le complicanze più temibili. Un altro fattore che può falsare la percezione dei rischi da vaccinazione è costituito dal verificarsi di un evento (specie se grave) temporalmente successivo alla vaccinazione, ma non causato dalla vaccinazione. Quello che conta non è che l’evento sia effettivamente correlato alla vaccinazione, ma la convinzione che l’evento sia stato sicuramente provocato dalla vaccinazione. Se poi la convinzione è rafforzata dai mass media o dai movimenti anti-vaccinali, possono verificarsi cadute delle coperture vaccinali, con gravi conseguenze sulla popolazione. Un altro fattore da considerare è che la vaccinazione viene praticata su di un bambino che sta bene, è quindi più difficile accettare una reazione al vaccino, rispetto ad un effetto collaterale provocato da un farmaco dato come terapia per una persona che è già malata. Posti di fronte alla scelta, alcuni genitori ritengono che sia meglio non fare niente (=non vaccinare) piuttosto che agire (=vaccinare). omissione •prendere fin da subito la decisione di non vaccinare. •approfondire l’argomento •ricerca volta ad ottenere conferme della propria posizione; Rischio di dare maggiore attendibilità a quelle fonti (spesso prive di scientificità) che confermano l’ipotesi iniziale (=è meglio non vaccinare). Additivi tossici (conservanti, adiuvanti etc.) contenuti nei vaccini? Nessuno studio ha dimostrato che gli additivi (adiuvanti e conservanti) alle dosi contenute nei vaccini causino tossicità. I vaccini pediatrici attualmente disponibili non contengono thiomersal (sinonimi: tiomersale, sodio etilmercurio tiosalicilato, mercurotiolato di sodio) e quindi non contengono mercurio. Da diversi anni il thiomersal non è più utilizzato come conservante; la sua eliminazione è stata dettata dal principio di precauzione, sebbene vari studi epidemiologici non abbiano dimostrato conseguenze per la salute dei bambini a suo tempo vaccinati con prodotti contenenti tale conservante (Offit, Kew 2003; Heron 2004; Parker 2004; Thompson 2007;Tozzi2009). Viene usato come disinfettante cutaneo, come antibatterico nelle soluzioni delle lenti a contatto e nelle gocce oculari. Additivi tossici 2 I sali di alluminio invece non sono eliminabili dai vaccini che li contengono, perché giocano un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria (senza di essi l’efficacia di alcuni vaccini sarebbe fortemente ridotta); il contenuto di alluminio nei vaccini è dell’ordine di alcuni mg (0,25 a 2,5 mg). WHO: nella popolazione generale non esiste alcun rischio sanitario in relazione all’assunzione di alluminio con i farmaci e con l’alimentazione (ogni giorno ingeriamo con il cibo 5-20 mg di alluminio, soprattutto dai vegetali); la tossicità da alluminio è riscontrata solo nei lavoratori professionalmente esposti e in alcuni pazienti affetti da insufficienza renale cronica i quali, a causa della malattia, non riescono ad eliminarlo per via renale. Il lattante ingerisce quotidianamente alluminio: esso si trova nel latte materno, ad una concentrazione media di 40 microgrammi per litro, mentre il latte artificiale presenta una concentrazione più elevata, in media 225 microgrammi per litro; durante il secondo semestre di vita, in relazione allo svezzamento, la quantità di alluminio introdotta ogni giorno è in media di 0,7 mg (Keith 2002). Additivi tossici 3 Per la preparazione di alcuni vaccini la formaldeide è utilizzata come agente inattivante (elimina il potere patogeno, di un virus o un batterio) e pertanto può essere presente in tracce, nel prodotto finito. In un ridotto numero di vaccini è presente come conservante, in concentrazioni non superiori a 0,1 mg. Sono stati sollevati dubbi sulla sicurezza di tale additivo (IARC 1). Studi su lavoratori esposti hanno individuato un aumentato rischio di cancro in seguito a esposizioni alla formaldeide. La formaldeide si trova nelle abitazioni poiché è rilasciata dai mobili e da altri materiali comunemente presenti nelle nostre case; inoltre è il risultato di processi di combustione: per es. il fumo di sigaretta (National Cancer I) Il nostro organismo produce formaldeide in piccole quantità: è necessaria per la produzione del DNA e di alcuni aminoacidi (Offit, Kew 2003). L’uomo e gli altri mammiferi hanno in assenza di esposizione ambientale una concentrazione di formaldeide nel sangue pari a 2,5 microgrammi per ml; un bambino di 2 mesi che pesa 5 kg ha in media 85 ml di sangue per kg di peso, quindi: 5x85= 425 ml di sangue. 2,5 microgrammi x 425 = 1062 microgrammi = 1,06 mg. Quindi anche quando un bambino è vaccinato con un prodotto contenente formaldeide, la quantità somministrata è al massimo 0,1 mg, mentre nel sangue è naturalmente presente una quantità 10 volte maggiore (1 mg). Additivi tossici 4 I moderni vaccini combinati, ossia gli esavalenti (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus, epatite B), i vaccini contro pneumococco e meningococco e inoltre quasi tutti i vaccini disponibili in forma singola o con combinazioni diverse dall’esavalente (quale ad esempio epatite B, epatite A, difterite-tetano-pertosse e altri), non contengono thiomersal, formaldeide o altri conservanti precedentemente utilizzati nei prodotti biologici. Lo squalene E’ un composto essenziale per la vita in quanto viene usato dal nostro organismo come un “mattone” per costruire ormoni steroidei ed altre sostanze lipidiche. In particolare è l‟intermedio essenziale per la sintesi epatica di colesterolo L’uso vaccinale dello squalene nasce dalle osservazioni che le emulsioni di sostanze lipidiche in acqua sono potenti stimolatori dell’immunità innata. OMS Alcuni vaccini sperimentali, inclusi vaccini anti-pandemia, vaccini anti-malarici e vari altri vaccini di natura virale e batterica, vengono allestititi con adiuvanti contenenti squalene con l’obiettivo di rafforzare l’immunogenicità e quindi l’efficacia dei vaccini. Sono stati condotti studi clinici con vaccini contenente squalene coinvolgendo bambini e lattanti senza risultati preoccupanti dal punto di vista della sicurezza Si sente dire che….. I vaccini possono provocare l’autismo? vera e propria frode scientifica. Andrew Wakefield a causa di questa vicenda è stato radiato dall’albo dei medici e non può più esercitare la professione in Gran Bretagna I vaccini possono provocare l’epilessia? Le convulsioni (con o senza febbre) sono descritte tra gli eventi rari o molto rari dopo una vaccinazione. Va sottolineato che le convulsioni sono una manifestazione comune a diverse condizioni cliniche (alcuni bambini sono soggetti a convulsioni in caso di febbre da qualsiasi causa), mentre l’epilessia è una ben precisa entità che può manifestarsi anche (ma non solo) con crisi convulsive. I vaccini possono causare encefalite o encefalopatia? Studi epidemiologici non hanno riscontrato un’associazione tra vaccinazioni pediatriche ed encefalite (Mäkelä 2002, Ray 2006). Il più recente è uno studio condotto sui dati del California Encephalitis Project raccolti dal 1998 al 2008: non è stato osservato alcun aumento del rischio di encefalite dopo la somministrazione dei vaccini, inclusi quelli contro la pertosse ed il morbillo (Pahud 2012) I vaccini aumentano il rischio di sviluppare allergie e asma? Prima della riunificazione delle due Germanie (1989) i bambini dei due Stati tedeschi avevano livelli differenti di copertura vaccinale: nella Germania Est la percentuale dei vaccinati era significativamente più alta che nella Germania Ovest. Se la teoria delle allergie favorite dalle vaccinazioni fosse corretta, ci saremmo dovuti aspettare una più alta prevalenza di bambini allergici nella Germania Est. Invece è accaduto il contrario: gli allergici erano più numerosi a Ovest (Schneeweiss 2008). Fare più vaccini tutti in una volta aumenta il rischio di effetti collaterali e sovraccarica il sistema immunitario La somministrazione di più vaccini in un'unica iniezione è ormai dimostrata sicura, anche nei neonati, e non ha effetti negativi sul sistema immunitario. La somministrazione simultanea dei vaccini non ha maggiori effetti collaterali rispetto alla somministrazione separata. Vi sono anche due ragioni pratiche in favore della somministrazione simultanea dei vaccini. La prima è per proteggere il bambino il più presto possibile, durante i primi mesi di vita, quando è più vulnerabile verso alcune malattie. La seconda è per ridurre le sedute vaccinali, sempre un pò spiacevoli per il bambino. Controindicazioni Esistono alcune situazioni che possono controindicare la vaccinazione; è necessario, quindi, che i genitori, prima della vaccinazione consultino il medico curante che valuterà lo stato di salute del bambino ed indicherà se la vaccinazione deve essere rimandata o evitata. controindicazioni temporanee situazioni transitorie che escludono la vaccinazione per il periodo di tempo cui sono presenti: •malattie acute con febbre di grado elevato •vaccinazioni con virus viventi (quali MMR e OPV) se nei 30 giorni precedenti è stato somministrato un altro vaccino a virus viventi •terapia, in corso, con farmaci che agiscono sul sistema immunitario o con cortisonici ad alte dosi. controindicazioni definitive è opportuno non somministrare alcuni vaccini quando: •ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni •è affetto da malattie neurologiche in evoluzione •è affetto da malattie congenite del sistema immunitario •è allergico alle proteine dell'uovo (se il vaccino ne contiene) •è allergico ad alcuni antibiotici quali streptomicina e neomicina (se il vaccino ne contiene) Se il bambino è affetto da malattie quali leucemie, tumori, AIDS, la situazione va valutata caso per caso. I VACCINI SONO SICURI? L’efficacia e la sicurezza dei vaccini vengono testate in differenti fasi. Le prime tre si svolgono prima della commercializzazione del vaccino, la FASE IV dopo la commercializzazione.Tutte le fasi sono regolate da una rigida normativa comunitaria e nazionale. Prima della sperimentazione sull’uomo vengono generalmente fatte delle sperimentazioni in laboratorio (“in vitro”) e sull’animale. Il vaccino viene controllato per possibili contaminazioni chimiche e biologiche. FASE I, il vaccino viene testato su un numero limitato di persone, in genere quelle e a maggior rischio di contrarre la malattia per la quale si studia il vaccino. In tale fase, si aumentano le quantità di vaccino somministrate ai volontari fino ad arrivare a quelle che si pensa saranno utilizzate nella formulazione definitiva; serve soprattutto a verificare l’assenza di tossicità della preparazione. FASE II. Può coinvolgere anche centinaia di persone, possono essere modificati i componenti degli antigeni vaccinali, degli eccipienti e degli stabilizzanti; si studiano gli effetti delle dosi successive, sia in termini di effetti tossici che di immunogenicità. FASE III: coinvolge in genere tra 100 e 10.000 volontari. Continua la sorveglianza sugli effetti collaterali, valuta l’efficacia del vaccino, mediante esami di laboratorio che valutano la risposta immunitaria. Se si tratta di un nuovo vaccino, esiste anche un gruppo di non vaccinati, è possibile seguire nel tempo le due popolazioni (vaccinati-non vaccinati), per verificare sul campo se il vaccino è utile nella prevenzione della malattia. L’aumento del numero dei soggetti vaccinati consente anche di verificare la possibilità di reazioni gravi ma abbastanza rare. Questa fase può durare anche diversi anni. Se anche la fase III viene superata, si commercializza il vaccino, dopo l’approvazione degli organi competenti (Europa, EMA; Italia il Ministero della Salute e l'AIFA). Durante la fase III • avviene un controllo sistematico dei vaccinati, a scadenze fisse, da parte di personale sanitario; •vanno raccolti giornalmente su di una scheda (“diary card”) tutti gli eventuali eventi avversi, per un periodo di tempo prefissato. Tale diary card dovrà poi essere consegnata agli autori dello studio. Ovviamente dovranno essere eseguiti accurati accertamenti clinici e di laboratorio, per verificare se il soggetto vaccinato contrae una delle malattie per le quali è stato vaccinato. Quando un vaccino viene immesso in commercio, si conosce già la percentuale delle reazioni avverse più comuni, previste in termini percentuali a livello di popolazione (anche se non prevedibili nel singolo caso). Ad es., la reazione locale, la febbre, la durata accettabile del pianto post vaccinazione, ecc La frequenza di tali reazioni, di cui ovviamente devono essere avvisati i genitori, nel caso di un minore, rientra tra gli effetti collaterali del vaccino già noti (inclusa la possibilità di una reazione grave del tipo dello shock anafilattico) e spesso sono dipendenti dalle caratteristiche intrinseche del vaccino. Quando però vengono vaccinate centinaia di migliaia di persone, possono manifestarsi effetti collaterali gravi, ma estremamente rari. FASE IV “post – marketing”: prosegue la sorveglianza sulle reazioni avverse da vaccino •studi epidemiologici ad hoc (studi “caso – controllo”, studi di coorte, ecc.), •sistemi di sorveglianza “passiva”, nella quale l’organo di controllo (strutture sanitarie pubbliche) riceve “passivamente” le segnalazioni delle reazioni avverse . In Italia è di “routine” la sorveglianza passiva; questa è la modalità più diffusa di farmacovigilanza nei Paesi occidentali più evoluti, compresi gli Stati Uniti, nei quali è stato realizzato il VAERS – Vaccine Adverse Event Reporting System. Dal 2003, è in vigore la Rete Nazionale di Farmacovigilanza che collega via web i responsabili della farmacovigilanza delle diverse strutture sanitarie. Il sistema consente di trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci, inclusi i vaccini, che sono registrate in un unico database nazionale presso il Ministero della Salute. I dati che vengono comunicati al Ministero vengono raccolti da tutto il territorio nazionale, ma vengono anche comunicati all’EMA, Agenzia Europea del Farmaco ESEMPIO DI BUON FUNZIONAMENTO In Italia dal 1 gennaio 2004 al 28 febbraio 2006 furono segnalate 4 reazioni anafilattiche e 3 da ipersensibilità successive alla somministrazione di un vaccino morbillo-parotiterosolia denominato Morupar, su un totale di oltre un milione di dosi vendute. Per gli altri due prodotti disponibili, furono segnalate complessivamente uno shock anafilattico e tre reazioni da ipersensibilità, su un totale di oltre 2.800.000 dosi vendute, che rappresentano quindi un’incidenza bassa di eventi avversi. Tutti i casi descritti si sono risolti senza esiti (http://www.epicentro.iss.it/problemi/vaccinazioni/disp_vaccinazioni.asp). Sebbene complessivamente le reazioni allergiche legate alla somministrazione del Morupar fossero molto rare, la commercializzazione di questo prodotto fu sospesa in via cautelativa. Questa è la dimostrazione del fatto che il sistema di sorveglianza delle reazioni da vaccino è in grado di condurre a provvedimenti anche drastici come la sospensione di un prodotto, allo scopo di garantire sempre la massima sicurezza possibile. I sistemi di sorveglianza passiva solitamente sottostimano reazioni di scarsa gravità (se sono già note e previste nei fogli illustrativi non vengono di solito segnalate), ma sono identificano reazioni anche piuttosto rare. La sorveglianza attiva è attuata solo in casi particolari, quando ad es. è necessario verificare la possibile correlazione tra una vaccinazione ed una reazione grave ma rara; oppure per conoscere in modo preciso la frequenza di reazioni non rare. Questa branca della sanità pubblica che studia le reazioni avverse ai farmaci, inclusi i vaccini, viene definita farmaco-epidemiologia e si avvale delle tecniche proprie degli studi epidemiologici. Una forma più avanzata di sorveglianza è quella costituita dai cosiddetti LLDB (Large-Linked DataBases). In essa una certa quota della popolazione, possibilmente almeno in parte rappresentativa della popolazione generale, viene seguita nel tempo: vengono non solo registrati tutti i dati relativi ai vaccini somministrati, ma anche tutti gli accessi ambulatoriali, i ricoveri ospedalieri e gli eventuali decessi. Tutti questi dati computerizzati (DataBases) vengono tra loro correlati (Linked); l’elevato numero di soggetti seguiti permette di individuare reazioni gravi ma molto rare (un caso ogni 100.000 vaccinati e più). Un esempio di questi LLDB è rappresentato dal progetto VSD (Vaccine Safety Datalink) americano http://www.cdc.gov/vaccinesafety/Activities/vsd.html . Questi studi vengono svolti soprattutto negli USA, dove una parte più o meno grande della spesa sanitaria è coperta dalle assicurazioni private, che hanno interesse a sapere se convenga sopportare il costo economico della somministrazione di un vaccino oppure in alternativa quello dei ricoveri ospedalieri, degli accertamenti di laboratorio e delle cure dei soggetti che si ammalano di una certa patologia (senza trascurare i costi economici legata all’assenza dal lavoro dei genitori). La frequenza delle reazioni da vaccino gravi ma rare o rarissime va conosciuta anche per la valutazione del rapporto rischio-beneficio e per l’identificazione di eventuali gruppi a maggior rischio di reazioni gravi, da escludere dalla vaccinazione. 1) Distinguere tra evento avverso e reazione avversa evento avverso evento indesiderato che accade dopo una vaccinazione ma ad essa correlato solo temporalmente, senza una relazione causa-effetto reazione avversa evento indesiderato causato dalla vaccinazione, quindi con una relazione causa-effetto Can it? il vaccino può produrre tale reazione? Did it? l’ha realmente prodotta? Will it? una nuova somministrazione del vaccino può provocare nuovamente la reazione? Se il vaccino viene somministrato ad un’ampia popolazione, in quale proporzione potrà provocare la reazione?. Correlazione temporale tra vaccinazione e manifestazioni patologiche non significa correlazione causale tra i due eventi. mancanza di una correlazione causale tra: vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia e morbo di Crohn o autismo (Chen 1991; Duclos 1998; Farrington 1995; Farrington 2001; Feeney M 1997; Haga 1996; Halsey 2001; Kaye 2001; Medical Reasearch Council 2001 www.mrc.ac.uk; Patriarca 1995; Stratton 2001; Taylor 1999; Taylor 2002; World Health Organization 2000 a; Hviid 2003; Verstraeten 2003; Heron 2004; Andrews 2004; Fombonne 2006); vaccini e diabete: l’assenza di un rapporto tra vaccinazioni e diabete è stata dimostrata in studi condotti sia nei bambini (Graves 1999; Jefferson 1998; Destefano 2001; Hviid 2004) sia in soggetti adulti (Duderstadt 2012). vaccino anti-epatite B e sclerosi multipla (World Health Organization 1997 a; Confavreux 2001;Ascherio 2001); vaccini ed aumento di incidenza di allergie Oscurantismo Il ritorno della poliomielite Giugno 2002 : la Regione Europea dell’OMS (Europa dell’ovest +est+ alcuni stati geograficamente appartenenti all’Asia) è dichiarata libera dalla polio. L’ultima epidemia si era verificata nel Kurdistan nel 1998, successivamente solo 2 casi importati dall’India. 2010: la Regione Europea dell'OMS sperimenta la prima importazione di poliovirus selvaggio dal 2002. Tagikistan 458 casi confermati di poliovirus selvaggio tipo 1, con 29 decessi. L'epidemia si è estesa ai paesi vicini: Federazione Russa 14 casi, Turkmenistan 3 casi e Kazakistan 1 caso (WHO). Analisi genetiche hanno rilevato di un poliovirus selvaggio tipo 1, strettamente legato ai ceppi virali identificati in Uttar Pradesh, India. ECDC report 2012 Austria, Greece and Poland were classified as high-risk countries for polio spread after importation Polio remains endemic in Afghanistan, Nigeria and Pakistan and has reestablished itself in three countries which were previously polio-free Angola, Chad and Democratic Republic of the Congo Imported wild-type and vaccine-type polioviruses still remain a threat to unvaccinated European populations. Maintaining high coverage in all population groups and continued clinical and/or environmental surveillance remain the most important tools for keeping Europe polio-free. Nigeria A partire dal 2003 aumento di casi di polio nel nord della Nigeria, allorché la campagna di vaccinazione fu bloccata per mesi per motivi politico-religiosi (Jegede 2007): fu infatti diffuso il sospetto che il vaccino potesse rendere le donne sterili, trasmettere l'AIDS o essere prodotto utilizzando derivati del maiale (notoriamente, cibo proibito per i musulmani). Nell'ottobre 2004 è stato possibile riprendere la campagna vaccinale poiché è stato scelto un vaccino prodotto in una Nazione musulmana, l'Indonesia. Purtroppo nel frattempo il virus si è diffuso al di fuori della Nigeria, in Paesi precedentemente liberi dalla polio, e solo grazie all’intervento dell’OMS e dei governi interessati la situazione è successivamente tornata sotto controllo. Questi fatti dimostrano ulteriormente che occorre continuare a vaccinare sino a che la poliomielite non sarà eradicata. Eradicazione significa la scomparsa del virus dall’intero pianeta, così come è già avvenuto per il vaiolo (altro esempio di efficacia della vaccinazione. Finché il virus polio circolerà in qualche parte del mondo, vi sarà il rischio che esso venga importato in Europa e in Italia. Se trova una popolazione ampiamente vaccinata, il virus non dà luogo ad un’epidemia. Se invece trova dei soggetti non immuni, può diffondersi. Nel 2011 sono stati segnalati casi di poliomielite in Cina, i primi da diversi anni. Tutti i casi sono stati segnalati nella regione autonoma dello Xinjiang Uygur. Analisi genetiche hanno messo in evidenza che si trattava di un poliovirus selvaggio tipo 1 molto simile a quello circolante in Pakistan (WHO, Global Alert and Response 2011). Ma non solo casi in africa e Asia. Un caso Olandese (1992) In Olanda i membri di una piccola comunità religiosa rifiutano di vaccinare i propri figli. Pur vivendo in Paese ad alta civilizzazione, questi bambini (e anche alcuni adulti) vennero colpiti dalla poliomielite, per un totale di 72 casi; 2 morirono e 59 restarono paralizzati per sempre (Oostvogel 1994). 1992, non 1892! Il virus della polio che diede origine all’epidemia olandese venne introdotto o da portatori con infezioni asintomatiche o da alimenti, entrambi provenienti da Paesi dove la polio è ancora endemica (probabilmente l’India). Si verificò un solo caso tra gli altri olandesi non appartenenti a quella comunità; ciò perché in Olanda quasi il 100% dei bambini erano vaccinati. Non vaccinare contro la polio può essere molto pericoloso perché, soprattutto se il numero dei soggetti non immuni diventa elevato (maggiore dell’1-5% della popolazione), oppure se vi è un numero ristretto di soggetti non vaccinati, ma concentrato nella stessa zona, l’epidemia può sempre verificarsi, anche in Paesi industrializzati, come dimostra l’esempio olandese. Ciò va tenuto presente in un Paese come il nostro, in cui vi è una immigrazione di persone proveniente da zone in cui la polio è ancora endemica. Il morbillo in Olanda Nella stessa comunità religiosa olandese in cui si è verificata la grave epidemia di polio del 1992, nel periodo aprile 99-gennaio 2000 si è verificata un’epidemia di morbillo. L’epidemia è iniziata in una scuola elementare e nei mesi successivi si è diffusa a tutto il Paese. Il 95% dei pazienti non erano vaccinati, il 5% erano vaccinati; di questi ultimi, l’85% aveva ricevuto una sola dose di vaccino, del restante 15% non si è riusciti a risalire al numero delle dosi. Bilancio a epidemia conclusa (MMWR 2000). Su 2.961 casi, vi sono stati: 3 morti: un bambino di 2 anni, affetto da cardiopatia che si è scompensata in seguito al morbillo; un bambino di 3 anni che ha sviluppato una miocardite; un ragazzo di 17 anni che ha presentato un’insufficienza renale acuta e una sindrome da distress respiratorio acuto; Mortalità circa 1 caso su 1.000 66 soggetti ricoverati, di cui: 37 per polmonite; 7 per disidratazione; 5 per encefalite; 2 per otite media severa; 2 per croup (=ostruzione infiammatoria delle vie respiratorie) 3 per problemi respiratori; 4 per febbre elevata 6 per altre ragioni . Entri a Disneyland solo se sei vaccinato. Il morbillo dilaga negli States, dove ben 70 casi di contagio tra sei Stati (e in più il Messico) stanno mettendo a dura prova le autorità sanitarie a stelle e strisce. Una autentica epidemia la cui origine sembra debba essere ricondotta proprio al parco divertimenti californiano. La non vaccinazione Mmr, (morbillo, parotite e rosolia) ha contribuito a diffondere una malattia che sembrava definitivamente debellata negli Usa già 15 anni fa (solo nel 2014 i casi di contagio negli Stati Uniti sono arrivati a 644, contro la media di poco più di un centinaio registrata dal 2000). Measles •11.316 cases in 2012, with an overall rate of 2.23 cases x 100.000 population. • In 2012 6951 cases were classified as confirmed (61.5%, as compared to 43% in 2011). The overall rate of confirmed cases was 1.37 x100.000. • Romania reported 54% (6.166) of all cases in 2012 and had a notification rate of 30.68 per 100 000 population. • The number of cases reported is lower than in 2010 and 2011,this is likely to be attributable to the dynamics of the transmission of infection in the population rather than a stable decline in the burden of the disease. • If the number of susceptible persons increases, disease incidence is likely to follow, unless immediate public health action is taken. To interrupt the circulation of the virus, vaccination coverage of at least 95% must be reached, with two doses of measles-containing vaccine (MCV) through routine vaccination. • Measles elimination remains a public health challenge in the European Region • Public health priorities include strengthening immunisation programmes, improving surveillance systems, and effective outbreak control. Measles is a highly communicable disease caused by the measles virus. The disease is characterised by cough, coryza, fever, a maculopapular rash, and Koplik spots. Patients usually recover, but serious complications of the respiratory tract and central nervous system may occur. The infectious agent is the measles virus, which belongs to the genus Morbillivirus of the family Paramyxoviridae. Rubella • In 2012, 27.540 cases of rubella were reported but only 6.117 cases were confirmed (22.2%). • The proportion of laboratory-confirmed cases remains too low to benefit the planned rubella elimination. • Romania and Poland reported 98% of all cases in Europe. • Suboptimal coverage with the measles-mumps-rubella vaccine can lead to pockets of susceptible individuals and an increased number of cases, including congenital rubella infection. Rubella is a mild febrile rash illness caused by the rubella virus. It is transmitted from person to person via droplets and humans are the only reservoir for infection. It mainly affects children, and when pregnant women are infected it may result in congenital rubella syndrome. The disease is often mild and about 20–50% of rubella infections remain without symptoms. Rubella can be easily prevented through the use of a safe and effective vaccine that provides life-long protection. A single dose induces seroconversion in 95% of those vaccinated. All EU/EEA countries have included rubella vaccination as part of their childhood immunisation schedule with the use of the combined measles, mumps and rubella (MMR) vaccine. The main aim of rubella vaccination is the prevention of congenital rubella syndrome Tetanus • Tetanus appears to be under control in all EU/EEA countries due to good general hygiene and effective universal vaccination. • The total number of cases reported remains very low (0.03 cases per 100.000 population). The highest rate was reported by Italy (0.09 per 100.000). • As in previous years, the most affected group was elderly women (65 years or older). Additional efforts should be made to improve the immunisation status of the adult and elderly population. Tetanus is a sporadic and relatively uncommon infection in EU/EEA countries, caused by the bacterium Clostridium tetani. Contamination of wounds with tetanus spores in unimmunised persons can cause an illness with muscular spasms and sometimes death. Tetanus is included in the primary vaccination schedule of all EU/EEA countries, and periodic boosters in adulthood are required to maintain immunity. Leggende sui vaccini: l’antitetanica La leggenda: “Il tetano è facilmente curabile con i sali di magnesio” La realtà: le affermazioni sulla terapia con sali di magnesio rappresentano una ”mezza verità”, infatti tra i vari farmaci che si utilizzano per curare il tetano c’è anche il solfato di magnesio; MA (Thwaites 2003): - non esiste un farmaco che da solo è in grado di guarire dal tetano; -il malato di tetano è un paziente in condizioni cliniche critiche, tanto è vero che i casi di tetano generalizzato (la forma più frequente e grave di tetano) richiedono sempre il ricovero in rianimazione - quando il paziente guarisce, ciò è dovuto all’insieme dei trattamenti che vengono messi in atto in un’unità di terapia intensiva. La leggenda: “Non occorre vaccinarsi contro il tetano, perché in caso di ferita il rischio di tetano può essere facilmente eliminato utilizzando l’acqua ossigenata” La realtà: l’acqua ossigenata è dannosa per i tessuti e il suo uso nella detersione e disinfezione delle ferite non è ammesso (Singer 1997). Se ciò può essere irrilevante nelle ferite di entità minima, assume una particolare importanza in tutti gli altri tipi di ferita, soprattutto quando è necessaria l’applicazione dei punti di sutura o delle strisce adesive che talora sono usate in sostituzione dei punti. Nessun chirurgo si sognerebbe mai di trattare una ferita con acqua ossigenata! In letteratura sono descritti casi di tetano anche dopo un’accurata detersione della ferita effettuata da un chirurgo. Ecco perché la già descritta profilassi del tetano è essenziale. La leggenda: “L’immunità da vaccino è molto meno efficace di quella naturale” La realtà: la vaccinazione non è mai un atto individuale. Non si vaccina il singolo bambino, si vaccina una popolazione. Esistono quindi due aspetti: la protezione del singolo e la protezione della collettività tramite l’immunità di gruppo. Per quanto riguarda la protezione del singolo, è vero che alcune vaccinazioni producono una risposta immunitaria inferiore rispetto a quella indotta dalla malattia. L’inconveniente è compensato dal fatto che i programmi di vaccinazione estendono questa immunità a tutti. Ecco perché, nei Paesi in cui le strategie vaccinali sono state applicate con rigore e coerenza, le malattie prevenibili con la vaccinazione sono scomparse (polio e difterite in molti Paesi; morbillo, parotite e rosolia in Finlandia ecc). Prendiamo ad esempio il morbillo e la rosolia. Nei Paesi sviluppati tutti i bambini (maschi e femmine) vengono vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia a 12 – 15 mesi una prima volta e a 5-6 anni una seconda volta. Gli studi condotti sul lungo termine (sino a decenni dopo la vaccinazione) dimostrano la presenza di anticorpi dosabili nella grande maggioranza dei vaccinati. Se a questa lunga durata della protezione si abbina un’elevata percentuale di vaccinati, si ottiene come risultato l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita. In alcune malattie, come tetano e difterite, l’immunità naturale è poco protettiva. Infatti chi ha superato queste due malattie deve comunque essere vaccinato, perché – pur essendo sopravvissuto alla malattia naturale – l’immunità che ha sviluppato è debole e non duratura. La pertosse induce un’immunità che dura in genere non più di 15 anni. Ecco perché attualmente la pertosse è più frequente tra adolescenti e adulti piuttosto che tra i bambini: una persona che ha superato la pertosse nell’infanzia può riammalarsi in età adulta. Tra i bambini non vediamo più le grandi epidemie di pertosse del passato, perché sono quasi tutti vaccinati. Quindi è più facile che il batterio della pertosse circoli tra gli adolescenti e adulti, inclusi coloro che hanno superato la malattia naturale. Queste persone possono trasmettere la pertosse ai bambini non vaccinati o perché ancora troppo piccoli (bambini da 0 a 2 mesi di età) o perché i loro genitori hanno rifiutato la vaccinazione. Chi da bambino è stato vaccinato contro la pertosse può invece continuare ad essere protetto, perché in occasione del richiamo decennale contro il tetano può contemporaneamente ricevere un richiamo contro la difterite e la pertosse (esiste un prodotto trivalente specifico per gli adolescenti e adulti). link di alcuni autorevoli siti internet sui vaccini In italiano: www.epicentro.iss.it In inglese: http://www.who.int/immunization/en/ http://www.who.int/topics/vaccines/en/ http://www.cdc.gov/vaccines/ www.immunize.org http://www.chop.edu/service/vaccine-education-center/home.html In tedesco: http://www.rki.de/cln_179/DE/Content/Infekt/Impfen/impfen__node.html In francese: http://www.mesvaccins.net/home/index.php http://www.sante.gouv.fr/vaccinations-vaccins-politique-vaccinale.html